_Magellano_
22-07-2009, 12:59
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IMMIGRAZIONE: FINI, DA LIBIA RISPOSTA DELUDENTE E MIOPE
ROMA - "Inadeguata, deludente e politicamente miope: definirla così è un dato di fatto". Con queste parole il presidente della Camera Gianfranco Fini bolla la risposta pervenutagli dal suo omologo libico rispetto alla richiesta di costituire una commissione mista di parlamentari italiani e libici per visitare i centri in cui vengono raccolti in Libia gli immigrati in transito verso l'Europa.
Fini aveva avanzato la sua proposta al presidente del Parlamento libico dopo la visita a Roma del colonnello Muammar Gheddafi. "Avevo prospettato la costituzione concreta di una delegazione mista di parlamentari - spiega alla cerimonia del Ventaglio - che potessero recarsi nei centri di raccolta in Libia degli immigrati per verificare in quei luoghi il rispetto dei diritti umani e delle garanzie per chi richiede asilo". La risposta del vertice dell'assemblea popolare libica non è tardata, e Fini la legge ai giornalisti parlamentari. Da Tripoli si dà l'ok alla delegazione mista, "ma non per i motivi citati" dalla richiesta di Fini. Motivi non condivisi perché, si spiega da Tripoli, "nei centri non ci sono rifugiati politici. Quanto ai diritti umani - prosegue la missiva libica - il nostro Paese ha emesso la grande Carta verde dei diritti umani a loro tutela". Dopo aver dato il suo giudizio sulla lettera, Fini ha detto: "Nei rapporti tra paesi è doveroso porre in cima il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali".
LETTERA LIBIA A FINI, CAMPI QUESTIONE INTERNA
I centri nei quali vengono raccolti in Libia gli immigrati in transito verso l'Europa sono una ''questione interna'' libica. E' quanto scritto dal segretario del Congresso generale del popolo libico Embarak el Shamek nella lettera di risposta a Gianfranco Fini che il presidente della Camera ha letto oggi ai giornalisti parlamentari. Fini aveva proposto di costituire una commissione mista di parlamentari italiani e libici per visitare i centri e ''verificare, in quei luoghi, il rispetto dei diritti umani e delle garanzie per chi richiede asilo''. ''Signor presidente - e' stata la risposta di Embarak el Shamek - sono d'accordo con lei sulla costituzione di una delegazione parlamentare mista, formata dalla Camera dei deputati e dal Congresso generale del popolo della Grande Giamahiria: ma non per i motivi che lei ha citato nella sua lettera, non condividendo le cause che ha menzionato poiche' nei centri da lei citati non ci sono rifugiati politici. Inoltre, per quanto riguarda i diritti dell'uomo, il mio Paese e' stato in realta' lo Stato che ha emesso la Grande Carta verde per i diritti dell'uomo, nel rispetto di tutti gli atti internazionali in materia. Peraltro - ha concluso il segretario del Congresso generale del popolo - si tratta di una questione interna''. Posso ben immaginare questa "carta verde" dei diritti degli immigrati concessa dal governo libico quando affidabile e moderna possa essere.
IMMIGRAZIONE: FINI, DA LIBIA RISPOSTA DELUDENTE E MIOPE
ROMA - "Inadeguata, deludente e politicamente miope: definirla così è un dato di fatto". Con queste parole il presidente della Camera Gianfranco Fini bolla la risposta pervenutagli dal suo omologo libico rispetto alla richiesta di costituire una commissione mista di parlamentari italiani e libici per visitare i centri in cui vengono raccolti in Libia gli immigrati in transito verso l'Europa.
Fini aveva avanzato la sua proposta al presidente del Parlamento libico dopo la visita a Roma del colonnello Muammar Gheddafi. "Avevo prospettato la costituzione concreta di una delegazione mista di parlamentari - spiega alla cerimonia del Ventaglio - che potessero recarsi nei centri di raccolta in Libia degli immigrati per verificare in quei luoghi il rispetto dei diritti umani e delle garanzie per chi richiede asilo". La risposta del vertice dell'assemblea popolare libica non è tardata, e Fini la legge ai giornalisti parlamentari. Da Tripoli si dà l'ok alla delegazione mista, "ma non per i motivi citati" dalla richiesta di Fini. Motivi non condivisi perché, si spiega da Tripoli, "nei centri non ci sono rifugiati politici. Quanto ai diritti umani - prosegue la missiva libica - il nostro Paese ha emesso la grande Carta verde dei diritti umani a loro tutela". Dopo aver dato il suo giudizio sulla lettera, Fini ha detto: "Nei rapporti tra paesi è doveroso porre in cima il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali".
LETTERA LIBIA A FINI, CAMPI QUESTIONE INTERNA
I centri nei quali vengono raccolti in Libia gli immigrati in transito verso l'Europa sono una ''questione interna'' libica. E' quanto scritto dal segretario del Congresso generale del popolo libico Embarak el Shamek nella lettera di risposta a Gianfranco Fini che il presidente della Camera ha letto oggi ai giornalisti parlamentari. Fini aveva proposto di costituire una commissione mista di parlamentari italiani e libici per visitare i centri e ''verificare, in quei luoghi, il rispetto dei diritti umani e delle garanzie per chi richiede asilo''. ''Signor presidente - e' stata la risposta di Embarak el Shamek - sono d'accordo con lei sulla costituzione di una delegazione parlamentare mista, formata dalla Camera dei deputati e dal Congresso generale del popolo della Grande Giamahiria: ma non per i motivi che lei ha citato nella sua lettera, non condividendo le cause che ha menzionato poiche' nei centri da lei citati non ci sono rifugiati politici. Inoltre, per quanto riguarda i diritti dell'uomo, il mio Paese e' stato in realta' lo Stato che ha emesso la Grande Carta verde per i diritti dell'uomo, nel rispetto di tutti gli atti internazionali in materia. Peraltro - ha concluso il segretario del Congresso generale del popolo - si tratta di una questione interna''. Posso ben immaginare questa "carta verde" dei diritti degli immigrati concessa dal governo libico quando affidabile e moderna possa essere.