das
21-07-2009, 20:03
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/07/usa-sanita-obama.shtml?uuid=b0eb9c48-75c4-11de-beab-2a78c6a877d2&DocRulesView=Libero
NEW YORK - Barack Obama potrebbe trovarsi davanti un nemico inatteso nella battaglia per la riforma sanitaria: non solo parlamentari, repubblicani e democratici, preoccupati per i costi, ma anche un'opinione pubblica che comincia a dar visibili segni di insofferenza e scetticismo.
Obama è scivolato per la prima volta sotto la soglia del 50% nel consenso degli elettori sulla sua leadership a favore della riforma, la priorità assoluta di politica interna della Casa Bianca. E, con i dubbi sulla sanità e su un'economia sempre prigioniera della disoccupazione, anche la generale popolarità del presidente soffre: il suo indice di gradimento, pur rimanendo elevato, ha registrato un primato negativo scendendo al 59%, perdendo sei punti in un solo mese.
Obama, in un nuovo sondaggio del Washington Post e della Cbs, ottiene il consenso del 49% degli americani quando si tratta della gestione delle proposte sull'assistenza sanitaria universale, contro il 57% di aprile e il 53% di giugno. Mentre giudizi negativi sono oggi condivisi dal 44% degli interpellati rispetto al 29% in precedenza. La caduta di credibilità è stata particolarmente pronunciata tra gli elettori indipendenti, il baricentro della politica americana: in una brusca inversione di tendenza bocciano la sua leadership con il 49% contro il 44 per cento. La popolarità della Casa Bianca, contemporaneamente, si è appannata sull'intera agenda economica: solo il 52% approva il suo operato, un'erosione di quattro punti rispetto al mese scorso. E quando si tratta del crescente deficit federale, il 43% approva e il 49 lo boccia.
L'amministrazione può trarre ugualmente conforto da alcuni dati: i cardini del progetto di riforma sanitaria di Obama, in realtà, continuano a riscuotere il consenso della maggioranza degli americani. Al 54% piace una riforma che imponga l'assicurazione medica a tutti, crei un piano pubblico in concorrenza con le assicurazioni private e trovi risorse grazie a tasse sui redditi più alti e a penali per le grandi aziende che non offrono assistenza. Questo progetto ha il sostegno di tre quarti dei democratici e del 60% degli indipendenti.
Ma le incertezze sul futuro della riforma, che minacciano di dilagare tra gli elettori, hanno costretto la Casa Bianca a lanciare una nuova controffensiva: Obama ha incontrato ieri medici e infermieri all'ospedale dei bambini Children's national medical center e ha dichiarato che sulla sanità «non c'è tempo da perdere». Domani la sanità sarà al centro di una conferenza stampa in prima serata televisiva. E giovedì partirà alla volta di Cleveland, in Ohio, per un'assemblea popolare sulla crisi dell'assistenza. Assieme agli eventi pubblici il presidente orchestrerà su deputati e senatori, democratici e repubblicani moderati, perché votino i rispettivi progetti di riforma entro il 7 agosto, quando comincia la pausa estiva del congresso. Un voto consentirebbe di avviare nell'estate il complesso lavoro di riconciliazione delle versioni uscite dal congresso.
A rendere più urgente la campagna della Casa Bianca, che teme il ripetersi della devastante sconfitta subita da Bill Clinton sulla sanità negli anni Novanta, sono gli attacchi dei repubblicani e le ribellioni interne allo stesso partito democratico. Il presidente del partito repubblicano Michael Steele ha ieri denunciato la riforma voluta da Obama come un piano che «fa paura» e che potrebbe rovinare «un'intera generazione». Dalle pagine degli editoriali del Wall Street Journal è stato rilanciato uno studio del centro di ricerca conservatore Heritage Foundation che denuncia «bufere economiche» se saranno seguite le prescrizioni democratiche: l'aumento delle imposte destinato a finanziare la riforma porterebbe negli Stati Uniti ad aliquote marginali medie, per i redditi più elevati, pari al 52 per cento. Ovvero inferiori solo a tre paesi Ocse (Danimarca, Svezia e Belgio) e più alte di Germania, Francia e Italia. È soprattutto alla camera che sono state proposte sovrattasse, fino al 5,4% per i milionari, con l'obiettivo di rastrellare oltre 500 miliardi.
Costi e nuove imposte innervosiscono le stessi correnti meno radicali tra i democratici, a cominciare dai cosiddetti Blue Dog. Durante una riunione nazionale dei governatori degli stati, voci critiche si sono levate all'unisono. E protestano parlamentari eletti in distretti agiati: due neodeputati, Dina Titus del Nevada e Jared Polis del Colorado, hanno ignorato ogni disciplina di partito e votato contro la riforma in commissione alla camera.
Se Berlusconi per -4 punti è dato per finito, Obama cos'è ?
NEW YORK - Barack Obama potrebbe trovarsi davanti un nemico inatteso nella battaglia per la riforma sanitaria: non solo parlamentari, repubblicani e democratici, preoccupati per i costi, ma anche un'opinione pubblica che comincia a dar visibili segni di insofferenza e scetticismo.
Obama è scivolato per la prima volta sotto la soglia del 50% nel consenso degli elettori sulla sua leadership a favore della riforma, la priorità assoluta di politica interna della Casa Bianca. E, con i dubbi sulla sanità e su un'economia sempre prigioniera della disoccupazione, anche la generale popolarità del presidente soffre: il suo indice di gradimento, pur rimanendo elevato, ha registrato un primato negativo scendendo al 59%, perdendo sei punti in un solo mese.
Obama, in un nuovo sondaggio del Washington Post e della Cbs, ottiene il consenso del 49% degli americani quando si tratta della gestione delle proposte sull'assistenza sanitaria universale, contro il 57% di aprile e il 53% di giugno. Mentre giudizi negativi sono oggi condivisi dal 44% degli interpellati rispetto al 29% in precedenza. La caduta di credibilità è stata particolarmente pronunciata tra gli elettori indipendenti, il baricentro della politica americana: in una brusca inversione di tendenza bocciano la sua leadership con il 49% contro il 44 per cento. La popolarità della Casa Bianca, contemporaneamente, si è appannata sull'intera agenda economica: solo il 52% approva il suo operato, un'erosione di quattro punti rispetto al mese scorso. E quando si tratta del crescente deficit federale, il 43% approva e il 49 lo boccia.
L'amministrazione può trarre ugualmente conforto da alcuni dati: i cardini del progetto di riforma sanitaria di Obama, in realtà, continuano a riscuotere il consenso della maggioranza degli americani. Al 54% piace una riforma che imponga l'assicurazione medica a tutti, crei un piano pubblico in concorrenza con le assicurazioni private e trovi risorse grazie a tasse sui redditi più alti e a penali per le grandi aziende che non offrono assistenza. Questo progetto ha il sostegno di tre quarti dei democratici e del 60% degli indipendenti.
Ma le incertezze sul futuro della riforma, che minacciano di dilagare tra gli elettori, hanno costretto la Casa Bianca a lanciare una nuova controffensiva: Obama ha incontrato ieri medici e infermieri all'ospedale dei bambini Children's national medical center e ha dichiarato che sulla sanità «non c'è tempo da perdere». Domani la sanità sarà al centro di una conferenza stampa in prima serata televisiva. E giovedì partirà alla volta di Cleveland, in Ohio, per un'assemblea popolare sulla crisi dell'assistenza. Assieme agli eventi pubblici il presidente orchestrerà su deputati e senatori, democratici e repubblicani moderati, perché votino i rispettivi progetti di riforma entro il 7 agosto, quando comincia la pausa estiva del congresso. Un voto consentirebbe di avviare nell'estate il complesso lavoro di riconciliazione delle versioni uscite dal congresso.
A rendere più urgente la campagna della Casa Bianca, che teme il ripetersi della devastante sconfitta subita da Bill Clinton sulla sanità negli anni Novanta, sono gli attacchi dei repubblicani e le ribellioni interne allo stesso partito democratico. Il presidente del partito repubblicano Michael Steele ha ieri denunciato la riforma voluta da Obama come un piano che «fa paura» e che potrebbe rovinare «un'intera generazione». Dalle pagine degli editoriali del Wall Street Journal è stato rilanciato uno studio del centro di ricerca conservatore Heritage Foundation che denuncia «bufere economiche» se saranno seguite le prescrizioni democratiche: l'aumento delle imposte destinato a finanziare la riforma porterebbe negli Stati Uniti ad aliquote marginali medie, per i redditi più elevati, pari al 52 per cento. Ovvero inferiori solo a tre paesi Ocse (Danimarca, Svezia e Belgio) e più alte di Germania, Francia e Italia. È soprattutto alla camera che sono state proposte sovrattasse, fino al 5,4% per i milionari, con l'obiettivo di rastrellare oltre 500 miliardi.
Costi e nuove imposte innervosiscono le stessi correnti meno radicali tra i democratici, a cominciare dai cosiddetti Blue Dog. Durante una riunione nazionale dei governatori degli stati, voci critiche si sono levate all'unisono. E protestano parlamentari eletti in distretti agiati: due neodeputati, Dina Titus del Nevada e Jared Polis del Colorado, hanno ignorato ogni disciplina di partito e votato contro la riforma in commissione alla camera.
Se Berlusconi per -4 punti è dato per finito, Obama cos'è ?