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View Full Version : Silvio, Bernardo e le voci nel cassetto - Dimenticanze, Negligenze o altro ?


Ser21
21-07-2009, 10:02
Silvio, Bernardo e le voci nel cassetto
di Marco Travaglio
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/silvio-bernardo-e-le-voci-nel-cassetto/2104701/1&ref=hpsp


L'inchiesta sul tesoro di Vito Ciancimino e di suo figlio Massimo, ha portato al sequestro di diverse carte tra cui una lettera di Bernardo Provenzano che doveva essere recapitata all'on. Berlusconi tramite Marcello Dell'Utri

Appena si scopre un magistrato fannullone o ritardatario, che non deposita sentenze
o dimentica qualche carta nei cassetti, si scatena la polemica politica e s'invocano sanzioni esemplari dal Csm contro scarcerazioni e assoluzioni 'facili'. Purché, beninteso, gli imputati siano delinquenti comuni.

Quando invece si tratta di indagati eccellenti, negligenze e sbadataggini diventano titoli di merito. E fanno curriculum per la carriera. Prendiamo l'inchiesta sul tesoro di Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo, e di suo figlio Massimo, condannato in primo grado per riciclaggio e ora imputato in appello in base a intercettazioni del 2003-2004 e a carte sequestrate in casa sua nel febbraio 2005.

Ora si scopre che tra quei nastri c'erano pure alcune telefonate che coinvolgono gli onorevoli Cuffaro, Romano e Cintola (Udc) e il senatore Vizzini (Pdl). E, tra quelle carte, la lettera (peraltro strappata) che nel 1993-94 Bernardo Provenzano fece avere a Ciancimino padre tramite il figlio, perché la recapitasse all''on. Berlusconi' tramite Marcello Dell'Utri.

Nastri e carte che sembrano contenere indizi decisivi a carico di Ciancimino jr. e di Dell'Utri (quest'ultimo condannato in primo grado a nove anni per mafia e in attesa della sentenza d'appello): eppure vengono 'dimenticati' per quattro anni nei cassetti della Procura di Palermo.

I nastri, mai trascritti né inoltrati al Parlamento per l'autorizzazione all'utilizzo, sono stati ritrovati pochi mesi fa dai pm antimafia che, dopo averli ascoltati, hanno indagato i quattro parlamentari. La lettera, sepolta in uno scatolone di quella che
in Procura ormai chiamano 'la stanza dei misteri', è saltata fuori per puro caso un mese fa ed è stata inoltrata appena in tempo ai giudici d'appello che stanno processando Dell'Utri e Ciancimino. Ancora qualche mese e i giudici avrebbero sentenziato sui due imputati eccellenti senza conoscere quegli importantissimi elementi d'accusa.


Con il rischio di commettere irreparabili errori giudiziari. Nel verbale della perquisizione del 2005, i carabinieri avevano puntualmente annotato: "Pezzo di foglio manoscritto contenente richiesta a Berlusconi perché metta a disposizione una rete televisiva".
Ma l'allora procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, che per conto del capo
Piero Grasso coordinava le indagini, aveva interrogato Ciancimino jr. per 150 pagine su ogni carta sequestrata in casa sua, fuorché sulla lettera di Binnu a Silvio.

Una cosina da niente. Solo ora la Procura, retta da due anni da Francesco Messineo, ha disposto perizie calligrafiche sul documento e interrogato il figlio dell'ex sindaco sul suo iter, scoprendo che il boss scrisse altre due volte al Cavaliere fra il 1991 e il '92, a cavallo delle stragi. Ce n'è abbastanza per chiedere spiegazioni al dottor Grasso, ora procuratore nazionale Antimafia, e al dottor Pignatone, ora procuratore capo di Reggio Calabria. Ma sicuramente il Csm sta provvedendo. O no?
(17 luglio 2009)


Casualmente parliamo di Grasso e Pignatone,due che hanno compiuto ogni azione possibile per ostacolare la giustizia nel rinvio a giudizio di Cuffaro con l'imputazione di Ass.Mafiosa.

Casualmente le medesime intercettazioni insabbiate riguardavano anche cuffaro....e ora il buon Pignatone è finito alla DDA di Reggio calabria :rolleyes:

Onisem
21-07-2009, 12:11
Mah, io non so chi possa dubitare ormai dei legami di certi politici con la mafia.

rip82
21-07-2009, 12:55
Gia' visto, gia' vissuto, non e' niente di nuovo, ma se questo paese non ha ancora capito, repetita iuvant.
Anche la condotta del duo Grasso-Pignatone era nota da piu' di un decennio, quasi due, sono alcuni tra quelli noti come gli "specialisti delle carte a posto", cosi' benvoluti dalla politica da meritarsi (Grasso) una legge ad/contra personam per assicurare la sua nomina a procuratore nazionale antimafia al posto di quell'antipatico di Caselli, con la sua mania di cercare i mafiosi a Roma.