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View Full Version : ecco come si scavano i tunnel a napoli


gigio2005
09-07-2009, 14:26
Pozzano, il tunnel senza uscita
«Lavori in corso» da ben 27 anni
Progetto dell'82. Il governo: «Tempi imprevedibili»
Per il traforo del monte Bianco bastarono 6 anni

NAPOLI — L’ho visto da ragazzino, quando s’andava tutti a Sorrento nella macchina di papà. L’ho visto da adole*scente, quando a Sorrento ci si andava sui cinquantini evitando rigorosamen*te l’autostrada. L’ho visto da ragazzo, quando a Sorrento ci si andava per por*tare a cena le ragazze. L’ho visto da adulto, quando a Sorrento ci si andava per scrivere un pezzo sul traffico del weekend. L’ho visto sempre.


Ma non l’ho attraversato mai. Ché il tunnel di Pozzano, quella galleria proget*tata per «rendere più scorrevo*le » il traffico sulla Sorrentina, è lì dal 1982. Come se l’enor*me talpa che doveva scavar*lo fosse caduta in letargo. Come se sessanta e pas*sa milioni di euro non fossero sufficienti. Co*me se quel cartello che annuncia «lavo*ri in corso» non fosse un’offesa a chi lavora dav*vero. È affisso davanti al can*tiere da ventiset*te anni. Pensare che ne sono ba*stati sei per il traforo del Monte Bianco, dieci per quello del San Gottardo, appena quattro per il tunnel di Laerdal, la galleria stra*dale più lunga del mondo. Il pro*fessor Vincenzo Ferro, uno dei massimi esperti in costruzione di tunnel (lavorò nel traforo del Bianco dopo l’incen*dio del 24 marzo 1999) e all’epoca consulente del**l’Anas, il 29 luglio 2004 dichiarò al Corriere del Mezzogiorno: «Il pun*to di riferimento più valido per Pozza*no è quello del Fréjus». Peccato che per quella galleria siano stati bastati cinque anni.

Il primo scavo - La storia del tunnel che non vede mai la luce inizia nel 1982. Ed è così vecchia che — tra cambi di leggi, mo*difiche di competenze, accorpamenti e scorpori vari dei ministeri — qual*che documento dell’epoca è andato an*che perduto. L’idea di realizzare una galleria destinata a bypassare quel tratto della Sorrentina che co*steggia gli stabilimenti balnea*ri, per la verità, era maturata già alla fine degli anni Set*tanta, quando si iniziò a studiare una soluzione che collegasse di*rettamente Castellammare di Sta*bia a Seiano. Era la cosiddetta «variante di Pozzano». E le ope*re, spiega il ministero della Infra*strutture, «furono avviate nel 1982 con i finanzia*menti dello Stato». E poi? E poi più nulla. Un buco ne*ro. Scrive il ministero nel suo appun*to interno: «I lavori hanno subito una lunga serie di sospensioni, fino a quan*do nel 1996 sono stati definitivamente bloccati per problemi sollevati da due società». Ma cos’è accaduto in quei 14 anni trascorsi dal primo scavo? Chi s’è messo di traverso alla realizzazione del tunnel? E perché? I «chi», per la ve*rità, sono due, visto che agli scavi si oppongono sia la Circumvesuviana che la Scrajo Terme. La prima perché «sollevava problemi in ordine all’inter*ferenza con la vicina galleria ferrovia*ria », i proprietari delle terme perché «convinti che gli scavi pregiudicasse*ro le sorgenti presenti a poca distanza dal tracciato». È con queste obiezioni che deve fare i conti l’Impregilo, socie*tà cui sono affidati i lavori. Il progetto viene rielaborato alla luce dei rilievi, ma gli ostacoli non finiscono qui. C’è n’è uno, terribile, che purtroppo deve ancora arrivare.

Nove anni di stop - Dieci gennaio 1997, un venerdì, giorno di San Aldo. Un’enorme massa di terreno si stacca dalla montagna di Pozzano e frana sulla strada statale tra*volgendo auto e persone. Si conteran*no, alla fine, quattro morti e 22 feriti, alcuni dei quali ripescati in mare. E co*sì, dopo le pastoie burocratiche, le inefficienze, le opposizioni locali, ades*so è una tragedia a fermare i lavori. Che si interrompono la sera di quel dieci gennaio. E non ripartiranno per altri nove anni. È il secondo buco nero della storia. Cosa accade dal 1997 al 2006? Perché dal giorno della frana— quando l’Impregilo aveva già realizza*to 2.700 metri di gallerie — si ferma tutto? Accadono tante, tantissime co*se. Il cantiere, innanzitutto. Dopo quat*tro mesi di stop forzato causa trage*dia, giace abbandonato a sé stesso. Tanto che il sindaco di Sorrento, Raffa*ele Attardi, il 27 febbraio 2001 lancia una proposta: «L’estate s’avvicina, e vi*sta l’emergenza rifiuti utilizzerei la gal*leria di Pozzano come sito di stoccag*gio ». Bel salto, non c’è che dire: da me*gatunnel a megadiscarica. Il 2001 è an*che l’anno in cui, per effetto di un de*creto legislativo (il numero 112 del 1998) la gestione della viabilità passa dall’Anas alla Regione Campania, che a sua volta devolve le competenze alla Provincia di Napoli (che classificherà la strada come provinciale). Un anno dopo, il viceministro Ugo Giovanni Martinat s’interessa al caso dopo le sol*lecitazioni di Luigi Bobbio (ex pm anti*mafia e all’epoca senatore della Repub*blica) e convoca il commissario di Go*verno. Il 31 ottobre dello stesso anno il Cipe sblocca 322 milioni di euro per il «potenziamento della viabilità regiona*le e provinciale». Sembra tutto pronto per ripartire. E invece no. Perché l’Anas, nel frattempo, dopo i «lunghi ri*tardi» ha rescisso il contratto con l’Im*pregilo, e dunque c’è da fare un’altra gara. Visto che un intoppo deve pur es*serci, eccolo servito: «La Regione ha tardato nell’emettere il prescritto pare*re per il conferimento dell’appalto con*corso». Siamo nel 2005. E alla fine la gara — quando sono or*mai passati già 23 anni da quel 1982 — se l’aggiudica un’associazione tempora*nea d’imprese di cui fanno parte la capogruppo Busi impianti , la Torno internazionale , la Società inter*nazionale gallerie (Sig) , la Ellemme im*pianti e i gruppi di progettazione Ita*ca , Technodata e Lombardi Reico.

L’opera «imprevedibile» - La cifra stanziata per i «lavori princi*pali » è di oltre 52 milioni di euro, l’«importo totale» supera i 65. E, il 25 gennaio dell’anno di Pozzano 2006, i lavori vengono finalmente consegnati alle imprese. Tempo previsto per l’ulti*mazione: 1096 giorni. Data di conse*gna: 24 gennaio 2009. E allora perché ad oggi 9 giugno 2009 di quell’opera non c’è traccia? Perché (vedremo poi) l’avanzamento dei lavori è pari nem*meno alla metà del progetto comples*sivo? Ecco come il ministero spiega la vicenda: «Ulteriori problemi insorti hanno fatto slittare i tempi di ultima*zione (...). Una delle criticità principali è rappresentata dal malcontento della comunità di Vico Equense e, in partico*lare, delle associazioni di albergatori e ristoratori che ritengono l’opera dan*nosa per l’economia del territorio (...). Allo stato attuale sono emerse ulterio*ri criticità». Quali? «L’interdizione dal*l’esecuzione dei lavori della Sig , man*dante dell’Ati in quanto in possesso della qualificazione per gli scavi in gal*leria ». L’11 giugno scorso, la società ha dichiarato lo stop delle attività in seguito a un provvedimento interditti*vo emesso dal prefetto di Napoli Ales*sandro Pansa per la mancanza dei re*quisiti antimafia, in riferimento a due vicende giudiziarie che hanno coinvol*to il consigliere regionale Vittorio Insi*gne (padre dell’amministratore della società). «Fatti per i quali è stato assol*to », ha spiegato il suo difensore, l’av*vocato Enzo Maiello. Il 16 giugno, nel frattempo, gli operai della Sig impe*gnati nella realizzazione della galleria hanno ricevuto la lettera di licenzia*mento. E i lavori si sono bloccati. Un altro stop. Accade da 27 anni, per que*sta variante lunga 5 chilometri e 136 metri. Calcolati dal 1982 ad oggi, i lavo*ri procedono al ritmo di 190 metri l’an*no, praticamente 50 centimetri al gior*no. Il sito dell’Anas continua a riporta*re come data di «ultimazione previ*sta » quella 24 gennaio 2009, eppure i dati sono aggiornati al 18 giugno 2009, cioè cinque mesi dopo la previ*sta chiusura di quel cantiere ancora aperto. La data vera, quella reale, be’ quella resta un mistero. Ecco cosa scri*ve il ministero delle Infrastrutture in un documento interno riservato: «I la*vori di scavo, con un avanzamento pa*ri al 50% del progetto complessivo, ri*sultano interrotti. E non è possibile fa*re previsioni circa la loro ripresa e la conclusione dell’opera».

Gianluca Abate

09 luglio 2009
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/9-luglio-2009/pozzano-tunnel-senza-uscita-lavori-corso-27-anni--1601550573857.shtml

e poi dobbiamo pure sorbirci i coretti da stadio e gli sfotto'.....

VERGOGNA!

Antonello Carminati
09-07-2009, 14:30
Ognuno ha quello che si merita, ihihihihi :cool: :D

cocis
09-07-2009, 14:32
"vedi napoli e poi muori" .. :stordita:

Stigmata
09-07-2009, 15:03
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/9-luglio-2009/pozzano-tunnel-senza-uscita-lavori-corso-27-anni--1601550573857.shtml

e poi dobbiamo pure sorbirci i coretti da stadio e gli sfotto'.....

VERGOGNA!

Se è per questo c'è una cosa simile (non 27 anni ma poco ci manca) anche nella leghistissima e operosissima provincia di brescia, sulla strada a scorrimento veloce che da lovere va verso edolo. Finchè c'era prandini (ex-ministro dc dei lavori pubblici, mi dicono fosse soprannominato "prendini" per, ehm, la gestione creativa degli appalti) le cose sono andate avanti, poi, da quando è stato travolto da mani pulite, tutto fermo: restano lì a far mostra di sè stesse un paio di gallerie decrepite e un pezzo di viadotto (ponte, sopraelevata... qual che volete) che pare un moncherino che esce dalla montagna.
Qualche tempo fa provarono a collaudare un tratto recentemente terminato: crollò un tratto di viadotto e se non ricordo male morì un autista di uno dei camion che stavano facendo le prove.

mar81
09-07-2009, 16:45
Se è per questo c'è una cosa simile (non 27 anni ma poco ci manca) anche nella leghistissima e operosissima provincia di brescia, sulla strada a scorrimento veloce che da lovere va verso edolo. Finchè c'era prandini (ex-ministro dc dei lavori pubblici, mi dicono fosse soprannominato "prendini" per, ehm, la gestione creativa degli appalti) le cose sono andate avanti, poi, da quando è stato travolto da mani pulite, tutto fermo: restano lì a far mostra di sè stesse un paio di gallerie decrepite e un pezzo di viadotto (ponte, sopraelevata... qual che volete) che pare un moncherino che esce dalla montagna.
Qualche tempo fa provarono a collaudare un tratto recentemente terminato: crollò un tratto di viadotto e se non ricordo male morì un autista di uno dei camion che stavano facendo le prove.

1000:1

ConteZero
09-07-2009, 16:52
Incredibile : CTRL+F Impregilo...
C'è!

Ser21
09-07-2009, 17:08
Incredibile : CTRL+F Impregilo...
C'è!

Che ha appena vinto un appalto da 3,1miliardi di euro per l'allargamento del canale di Panama.
All'estero fanno i santi,da noi speculano come i matti con politici&mafia.
il bel paese...

Stigmata
09-07-2009, 18:22
1000:1

Certamente, ma quella strada è sempre là.
E' più grave l'episodio oggetto del thread, ma anche altrove succedono queste cose... in piccolo, anche sotto la finestra di casa mia, letteralmente.

Pancho Villa
09-07-2009, 21:25
Se è per questo c'è una cosa simile (non 27 anni ma poco ci manca) anche nella leghistissima e operosissima provincia di brescia, sulla strada a scorrimento veloce che da lovere va verso edolo. Finchè c'era prandini (ex-ministro dc dei lavori pubblici, mi dicono fosse soprannominato "prendini" per, ehm, la gestione creativa degli appalti) le cose sono andate avanti, poi, da quando è stato travolto da mani pulite, tutto fermo: restano lì a far mostra di sè stesse un paio di gallerie decrepite e un pezzo di viadotto (ponte, sopraelevata... qual che volete) che pare un moncherino che esce dalla montagna.
Qualche tempo fa provarono a collaudare un tratto recentemente terminato: crollò un tratto di viadotto e se non ricordo male morì un autista di uno dei camion che stavano facendo le prove.
:stordita:

http://img7.imageshack.us/img7/5959/magazine2.jpg (http://img7.imageshack.us/i/magazine2.jpg/)

mar81
10-07-2009, 08:42
questa è la brescia-edolo nel giugno 2009

http://fidest.files.wordpress.com/2009/06/magazine1.jpg

Stigmata
10-07-2009, 09:33
Nella didascalia della foto qui sopra si legge "abbandonata dal 2005", vi assicuro che è così da un po' di più, almeno quel viadotto che è stato fotografato :D

Su quella superstrada ci passo spesso andando in montagna, ed è lì ferma da un pezzo. Ora stanno facendo qualcosa, tanto meglio, ma è veramente passato del gran tempo. Sull'interruzione del viadotto, dove nella foto si vede quel cartello bianco, avevano appeso uno striscione con scritto "VERGOGNA": è rimasto lì degli anni.
Lo stesso punto lo potete trovare qui, su google maps (http://maps.google.it/?ie=UTF8&ll=46.038088,10.346385&spn=0.005377,0.009645&t=h&z=17): vedete da voi che quel coso collega, per ora, il nulla al niente (la foto è abbastanza recente).

Da wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Strada_statale_42_del_Tonale_e_della_Mendola#da_Pianico_a_Edolo):

Alla fine degli anni 90 vennero completati i tratti Breno Sud-Breno Nord e Costa Volpino-Rogno, di cui quest'ultimo inizialmente senza svincoli, che furono aperti successivamente (per ultimo venne lasciato lo svincolo per Brescia, in quanto prevedeva la realizzazione di gallerie di raccordo con le strade esistenti). Il 14 settembre 2005, dopo alcuni anni di ritardo rispetto al previsto, è stato inaugurato il tratto Breno-Ceto.

Ad inizio 2009 sono ripresi i lavori riguardo al tratto da Ceto a Berzo Demo ed, in futuro, verrà realizzato l'ultimo tratto fino ad ovest di Edolo.


Da camunity.it (http://www.camunity.it/flash_page.php?id=9243):

SS 42: inaugurato il tratto Breno-Nadro
Con il solito cronico e fastidioso ritardo (ma le due ore per attendere che le autorità presenti fossero pronte a farsi fotografare, a fare discorsetti scontati e un poco fuori luogo e a tagliare il nastrino, sono nulla rispetto ai decenni che abbiamo atteso, ma comunque sempre fastidiose) la cosiddetta variante ai centri abitati di Niardo, Braone, Ceto e Nadro, sulla strada statale n.42 'del Tonale e della Mendola', è stata aperta ieri pomeriggio al transito. Il nuovo tratto si sviluppa su un percorso di 7 km e 400 metri, dove, tra gli interventi rilevanti, figura l'attraversamento della frazione di Ceto, in galleria artificiale, per evitare la frattura traumatica del centro abitato. Il costo delle opera, per ora è stato di ben oltre 34 milioni di euro. La Regione ha contribuito alla copertura del maggior costo preventivato (tratto in galleria) con un finanziamento di 333.000 Euro. Nei vari interventi dei politici presenti tutti hanno sottolineato come si possa trovare a breve la soluzione al problema della costruzione del nuovo viadotto di Capo di Ponte (il precedente ponte è crollato durante le prove di carico, causando la morte di un operaio che si trovava alla guida di un camion), nonché al completamento del tratto mancante più a monte fino a Berzo Demo.

Da solotreni.net, messaggio n.122 (http://www.solotreni.net/engine/viewtopic.php?p=145006):

Io ero presente quel giorno del 1989 in cui il ministro Prandini (lavori pubblici, Bresciano ex DC)
nell'inaugurare il tratto Camignone-Iseo della variante SS510 disse e fu pubblicato sulla stampa:

entro il 1991 sarà terminato il tratto fino a Pisogne e entro il 1993 fino a Berzo Demo.

Ora siamo nel 2009.... 16 anni sono già passati....

Berzo Demo è più su rispetto a quel viadotto, quindi imho ce ne vorrà ancora parecchio di tempo. :(

Marco!
10-07-2009, 09:39
Qualche tempo fa provarono a collaudare un tratto recentemente terminato: crollò un tratto di viadotto e se non ricordo male morì un autista di uno dei camion che stavano facendo le prove.

ricordi bene

p4dr1n0
10-07-2009, 23:05
:eek:


ma non potevano usare una specie di manichino oppure comendare il camion a distanza? Hanno usato un uomo come cavia? :doh: