Il Pirata
27-06-2009, 09:08
Messina, sequestro beni mafiosi per 50 milioni di euro
Un grande sequestro di beni patrimoniali, tra i maggiori effettuati in ambito nazionale, è stato eseguito a Messina contro i fratelli Nicola e Domenico Pellegrino, di 47 e 39 anni, imprenditori, ritenuti elementi di vertice del gruppo criminale affiliato al clan mafioso di Giacomo Spartà. Il sequestro, per un valore complessivo di oltre cinquanta milioni di euro, riguarda quote sociali di cinque società, immobili, e impianti di produzione del calcestruzzo, di cui i Pellegrino detenevano una sorta di mopolio
Un grande sequestro di beni patrimoniali, tra i maggiori effettuati in ambito nazionale, è stato eseguito a Messina contro i fratelli Nicola e Domenico Pellegrino, di 47 e 39 anni, imprenditori, ritenuti elementi di vertice del gruppo criminale affiliato al clan mafioso di Giacomo Spartà. Il sequestro, per un valore complessivo di oltre cinquanta milioni di euro, riguarda quote sociali di cinque società, 39 immobili, tra i quali appezzamenti di terreno, ville e appartamenti. Ed ancora 40 automezzi e due impianti di produzione del calcestruzzo. Oltre 20 rapporti bancari e polizze assicurative per oltre 200 mila euro.
"Si tratta di uno dei più consistenti sequestri di beni patrimoninali effettuati in ambito nazionale. Imprenditori legati a clan imponevano quasi l'assoluto monopolio a Messina nel settore di movimento terra e nella produzione e vendita di calcestruzzo". Lo ha detto stamani il procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, commentando durante la conferenza stampa alla sede della Dia di Messina il provvedimento di sequestro di beni nei confronti fratelli Nicola e Domenico Pellegrino. "Per comprendere con quale forza riuscivano ad imporre le loro aziende - ha aggiunto Lo Forte - basta pensare che dopo aver fondato una società la Messina calcestruzzi in un anno questa ha incrementato il suo volume di affari del 1000%"."Un provvedimento importante - ha detto anche il direttore della Direzione investigativa antimafia, generale Antonio Girone, presente alla conferenza -. C'è da sottolineare un altro aspetto gravissimo e cioè che questi imprenditori imponevano la vendita di calcestruzzo non di buona qualità e questo quindi non permetteva di realizzare edifici con le opportune accortezze anche in caso di eventi sismici".
Il senatore del Partito Democratico Giuseppe Lumia ha così commentato l'operazione: "L'aggressione ai patrimoni dei boss mafiosi è una delle più importanti azioni di repressione, perchè colpisce gli interessi delle mafie". "Ancora una volta - aggiunge Lumia - il sequestro di oggi ci conferma il notevole giro di affari gestito dalla mafia nel settore edile e dei lavori pubblici e il controllo dell'economia legale, attraverso il racket delle estorsioni. Attività criminali che compromettono lo sviluppo del territorio". "Su questo fronte - conclude il senatore - bisogna insistere affinchè: venga approvata la denuncia obbligatoria per gli imprenditori che subiscono estorsioni; si preveda l'istituzione di un conto dedicato per le imprese che si aggiudicano gli appalti, nonchè l'adozione di meccanismi di controllo più efficaci sui subappalti, sulla provenienza e la qualità delle forniture".
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Messina-sequestro-beni--mafiosi-50-milioni-di-euro/1659612
Un grande sequestro di beni patrimoniali, tra i maggiori effettuati in ambito nazionale, è stato eseguito a Messina contro i fratelli Nicola e Domenico Pellegrino, di 47 e 39 anni, imprenditori, ritenuti elementi di vertice del gruppo criminale affiliato al clan mafioso di Giacomo Spartà. Il sequestro, per un valore complessivo di oltre cinquanta milioni di euro, riguarda quote sociali di cinque società, immobili, e impianti di produzione del calcestruzzo, di cui i Pellegrino detenevano una sorta di mopolio
Un grande sequestro di beni patrimoniali, tra i maggiori effettuati in ambito nazionale, è stato eseguito a Messina contro i fratelli Nicola e Domenico Pellegrino, di 47 e 39 anni, imprenditori, ritenuti elementi di vertice del gruppo criminale affiliato al clan mafioso di Giacomo Spartà. Il sequestro, per un valore complessivo di oltre cinquanta milioni di euro, riguarda quote sociali di cinque società, 39 immobili, tra i quali appezzamenti di terreno, ville e appartamenti. Ed ancora 40 automezzi e due impianti di produzione del calcestruzzo. Oltre 20 rapporti bancari e polizze assicurative per oltre 200 mila euro.
"Si tratta di uno dei più consistenti sequestri di beni patrimoninali effettuati in ambito nazionale. Imprenditori legati a clan imponevano quasi l'assoluto monopolio a Messina nel settore di movimento terra e nella produzione e vendita di calcestruzzo". Lo ha detto stamani il procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, commentando durante la conferenza stampa alla sede della Dia di Messina il provvedimento di sequestro di beni nei confronti fratelli Nicola e Domenico Pellegrino. "Per comprendere con quale forza riuscivano ad imporre le loro aziende - ha aggiunto Lo Forte - basta pensare che dopo aver fondato una società la Messina calcestruzzi in un anno questa ha incrementato il suo volume di affari del 1000%"."Un provvedimento importante - ha detto anche il direttore della Direzione investigativa antimafia, generale Antonio Girone, presente alla conferenza -. C'è da sottolineare un altro aspetto gravissimo e cioè che questi imprenditori imponevano la vendita di calcestruzzo non di buona qualità e questo quindi non permetteva di realizzare edifici con le opportune accortezze anche in caso di eventi sismici".
Il senatore del Partito Democratico Giuseppe Lumia ha così commentato l'operazione: "L'aggressione ai patrimoni dei boss mafiosi è una delle più importanti azioni di repressione, perchè colpisce gli interessi delle mafie". "Ancora una volta - aggiunge Lumia - il sequestro di oggi ci conferma il notevole giro di affari gestito dalla mafia nel settore edile e dei lavori pubblici e il controllo dell'economia legale, attraverso il racket delle estorsioni. Attività criminali che compromettono lo sviluppo del territorio". "Su questo fronte - conclude il senatore - bisogna insistere affinchè: venga approvata la denuncia obbligatoria per gli imprenditori che subiscono estorsioni; si preveda l'istituzione di un conto dedicato per le imprese che si aggiudicano gli appalti, nonchè l'adozione di meccanismi di controllo più efficaci sui subappalti, sulla provenienza e la qualità delle forniture".
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Messina-sequestro-beni--mafiosi-50-milioni-di-euro/1659612