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View Full Version : da uno schiavo informatico


BK-201
26-06-2009, 09:27
pubblico anche qui un mio commento a un intervento di Marco Calamari su punto informatico (LINK (http://punto-informatico.it/2653350/PI/Commenti/cassandra-crossing-fascino-perverso-della-perfezione.aspx))

Caro Marco, ho letto con interesse il tuo articolo e devo dire che hai sintetizzato efficacemente alcune ideuzze che da un po' di tempo si sono accampate nella mia testa: come te anch'io spesso e spessissimo prendo decisioni in base a principi fondamentali che reputo capisaldi della mia esistenza, prescindendo da ciò che mi sarebbe immediatamente utile, tuttavia - e in effetti potrebbe sembrare una contraddizione - sono un felice e beato utente apple. Sono utente apple perché uso un mac per lavorare, studiare, navigare e divertirmi, e mi trovo molto ma molto ma molto bene. Non sono possessore di iPhone perché per ora non posso permettermelo, ma ho un iPod touch, e appena potrò probabilmente acquisterò un iPhone perché le sue features mi sarebbero davvero utili, e l'esperienza con l'iPod touch è stata eccellente e produttiva.

Eppure quasi non passa giorno senza che io pensi: "basta! ora mi sbarazzo di questa roba apple e comincio a costruirmi da solo la mia strada nel mondo dell'informatica, senza dover sottostare alle loro stupide regole, alle censure e alle limitazioni che jobs e compagni mi impongono". Il mio problema è che in questo periodo della mia vita non sono molto tranquillo, e ho bisogno di strumenti efficienti, affidabili e confortevoli con cui lavorare in sicurezza: non me ne vogliate ma apple garantisce esattamente queste cose con i suoi prodotti, cioè comfort, affidabilità ed efficienza, e garantisce queste cose anche grazie al fatto che la casa della mela confeziona e blinda i suoi prodotti lasciando all'utente pochissime possibilità di manovra. Per esempio, un mac è così efficiente perché OSX è costruito su un certo hardware, e OSX per funzionare bene deve girare esattamente su quell'hardware, quindi le mie possibilità di scelta sull'hardware stesso sono ridotte all'osso. Però tutto funziona a meraviglia.

Tralasciando l'interfaccia multitouch, che è quanto di più comodo si sia mai visto (veramente un passo avanti dal punto di vista tecnologico), a mio parere il grande vantaggio dell'iPhone (e dell'iPod touch) rispetto alla concorrenza è da ricercarsi nell'app store: l'app store offre un modello di business eccezionale per i programmatori e migliaia di applicazioni fantastiche e utilissime per gli utenti, raggiungibili davvero con pochi clic, e spesso gratuite o a costi irrisori. MA (e quando si parla di apple il rovescio della medaglia c'è sempre, ed è pesante) è tutto "blindato", la apple deve autorizzare ogni singola applicazione, e fino a qualche tempo fa molte applicazioni erano scartate perché reputate offensive, pornografiche e quant'altro... per fortuna hanno da poco istituito un sistema di age rating, ma la sostanza non cambia: l'iPhone, dal punto di vista software, è chiuso con il lucchetto, e costringe gli utenti a seguire schemi ben precisi.

Io penso che la consapevolezza informatica abbia un andamento diciamo parabolico: una volta l'informatica era un mondo comprensibile solo agli addetti ai lavori e le parole "open source" non esistevano perché praticamente tutto era open source, e quando il commercio informatico di massa non esisteva la ricerca nell'informatica era sostanzialmente un percorso che tutti seguivano più o meno insieme. Poi, con l'avvento dei PC casalinghi si è sostanzialmente cercato di creare scatole chiuse che la gente a casa doveva solo accendere, poi doveva premere qualche tasto e magicamente si stampavano documenti, si eseguivano calcoli, e più avanti si mandavano e-mail e avanti così. Il numero di utenti informatici è cresciuto esponenzialmente, ma la coscienza informatica - quella vocina nel cervello che ti dice che non devi diventare schiavo delle multinazionali informatiche diventando schiavo dei servizi che ti offrono - media è diminuita tendendo quasi a zero, e ha raggiunto un minimo. La apple, con il ritorno di jobs, ha deciso di seguire queste strada: creare prodotti facili da usare, scatole chiuse, per utenti che al massimo sanno premere due tasti e invio. E lo ha fatto bene, molto bene.

Ma poi si è ricominciato a parlare di open source, e dei manipoli di programmatori di buona volontà hanno cominciato a spiegare alla gente che non c'è bisogno di trasformarsi in schiavi, che tutti con un "piccolo" sforzo possono prendere il controllo dei propri mezzi informatici senza sottostare alle regole di qualche azienda privata: il problema, almeno il MIO problema, e che ancora non mi sento in grado di sostenere questo sforzo. Prima o poi mi lascerò tutto alle spalle e comincerò a vivere 100% open source (diciamo che ora sto al 10%), mi farò una vera cultura informatica (diciamo che sto anche qui al 10%) e smetterò di dare soldi ad apple, anche se fino a questo momento la mela mi ha fornito dei servizi che sono stato contento di retribuire vista la loro qualità.

Ma più in generale penso che il mondo si stia globalmente spostando verso l'open source, verso l'informatica come elemento fondamentale della cultura di ogni uomo, al pari della matematica o della storia. E credo che la apple, così come tutti gli altri, dovrà adattarsi e mollare un po' le "redini" dei suoi prodotti, aprire di più il codice, lasciar perdere la censura e smettere di dividere il mondo in "developers", quelli a cui danno da mangiare qualche pezzetto di codice, e "users", quelli a cui al massimo fanno premere i pulsanti. Per ora io non sono interessato ad approfondire più di tanto l'argomento, la mia vita è già abbastanza piena con quello che devo fare tutti i giorni, e la apple in questo senso mi ha davvero aiutato, fornendomi, secondo me al giusto prezzo, gli strumenti che mi permettono di lavorare in maniera confortevole. Ma anche la apple dovrà adattarsi prima o poi, e dovrò farlo anch'io.

Quindi, in definitiva, sostengo la tua posizione sull'iPhone e sebbene probabilmente ne acquisterò uno, sono sicuro che con il tempo mi impegnerò affinché anch'io possa arrivare un grado di consapevolezza tale da poter dire no ai compromessi: a quel punto forse dirò addio a apple, o forse no, non si può mai sapere e la mela ci ha abituati negli anni a sconvolgerci sempre di più, quindi un minimo di fiducia ce l'ho ancora.

Un saluto