marcello1854
18-06-2009, 12:37
Nel porno-bordello Italia, riecco
i casini di Stato, nelle residenze
istituzionali, esclusivi: Berlusconi
“utilizzatore finale” e maitresse
fra ruffiani e donne a pagamento
di Giorgio Melis
Palazzo Grazioli e Villa Certosa, due delle innumerevoli proprietà di Berlusconi, sono state di fatto trasformate in residenze di Stato, succursali di palazzo Chigi come sedi del governo: vigilate e presidiate con enorme impegno di uomini e mezzi, con gigantesche spese a carico del contribuente. Insomma, per Berlusconi luoghi di lavoro politico. Ormai ufficialmente deputate anche a un dilagante mercato del sesso a pagamento, suk per baldracche o minorenni spinte dai genitori o reclutate da ruffiani sicuramente compensati in vario modo: le pagavano non certo per filantropia per allietare a domicilio le notti del Cavaliere. Papi-nonno Silvio ha trasformato le sue residenze “governative” in bordelli che come una catena di montaggio (anche letteralmente) funzionavano a tempo pieno, con apporti da ogni luogo. Non si riesce a credere come un uomo della sua intelligenza abbia potuto dar corso a un traffico così imponente e che, noto a tantissimi del suo entourage e ben oltre nel ventre godereccio di Roma e altrove, alla lunga non poteva non saltar fuori. Berlusconi non si è quasi curato di occultarlo, salvo gridare al complotto quando qualcosa è venuto fuori, ergendosi come vittima delle notizie-spazzatura. Della serie immortale “chiagne e fotte”, mai tanto appropriata. Intanto la spazzatura sembrano i suoi comportamenti, i cassonetti su cui la sversa è l'Italia tutta, definitivamente disonorata, infangata, umiliata nel mondo.
La sola spiegazione possibile dell'impudenza è il delirio di onnipotenza di cui ormai è preda perché il suo potere di controllo è quasi totale, metastatico, implacabile e lo ha convinto d'essere al di sopra di tutto, intoccabile, impunito di qui all'eternità.
Non è così, qualche crepa si è aperta e lascia intravedere un sistema di uno squallore infinito, di una gravità enorme, coperta dall'intero sistema televisivo che la oscura agli italiani e da buona parte della stampa. Non è più solo la satiriasi di quello che un tempo si sarebbe chiamato un vecchio sporcaccione a creare uno scandalo che affonda l'Italia nella melma della storia più vergognosa che mai abbia riguardato un premier occidentale: su uno scenario di infimo livello da bassissimo impero. Siamo a un premier che finisce nelle mani di prosseneti e mezzani che gli procurano ragazze-squillo a pagamento, recapitate a Palazzo Grazioli o alla Certosa, e lì - incentivate da voli gratuiti, magari con aerei di stato usati come navetta tra Roma e Olbia, alberghi e macchine di lusso, compensi di due o più mila euro a botta - subivano il non resistibile appeal del Cavaliere. Siamo allo Stato-casino perché non bisogna dimenticare che Papi-Berlusconi invitava la Noemi tra gli ospiti d'onore a un pranzo ufficiale Palazzo Madama, la residenza ufficiale di rappresentanza del governo. Ecco in questa Italia-porno il suo esemplare rappresentante può ben dire lavorare indefessamente per noi, portandosi il lavoro a casa insieme a qualche svago. Unisce l'utero al dilettevole, da specchiato campione di “Dio, patria, famiglie e mignotte”. Per questo caro al Vaticano, i cui palazzi apostolici per lui si mutano in giganteschi, imbarazzanti sepolcri imbiancati.
È l'ora della mignottocrazia diffusa, lo Stato nell'alcova, il letto al potere in un giro enorme e inquietante. L'ultima “conquista” in contanti di Berlusconi ha registrato audio e video degli incontri, altre interrogate confermano tutto e potrebbero ugualmente avere pezze d'appoggio per provarlo. Ma c'è un milieu di sensali e paraninfi, in grado di ricattare od ottenere qualunque cosa da Berlusconi perché possono provare di avergli procurato e pagato le ragazze. Un aspetto fra i più drammatici di questa sex story, che in fondo non dovrebbe sorprendere più che tanto e spiega altre cose, come la volontà incrollabile e la fretta perentoria di approvare la legge sulle intercettazioni che taglie la mani alla giustizia e imbavaglia l'informazione. Negli scandali a ripetizioni, nessuno dimentichi che è stato documentata la richiesta di Berlusconi a Sacca, allora boss della Rai, di sistemare attrici e veline varie per averne la collaborazione orizzontale per “convincere” parlamentari del centrosinistra a saltare il fosso, passare con lui e far cadere il governo Prodi con una campagna acquisti sfrontata e palese. Data da allora l'ossessione di Berlusconi per cancellare le intercettazioni e la loro pubblicazione, con un crescendo nelle ultime settimane e l'appoggio totale di un Pdl senza pudore e vergogna. E' possibile che il Cavaliere abbia avuto sentore o notizia di quel che stava per cadergli addosso. Ma neanche lui e Alfano, il ministro ex segretario personale, potevano immaginare che le intercettazioni sarebbero uscite da un registratore e dal telefonino di una (per ora) delle ragazze pon pon recapitate a Palazo Grazioli e la Certosa. Quindi fuori dalla legge ad hoc quasi in porto.
Anche stavolta Berlusconi grida al complotto, parla di spazzatura. Con rispetto di quella riciclata o in differenziata, la spazzatura umana e soprattutto istituzionale sembra solo lui. Stavolta non è “Repubblica”, non il gruppo Murdock, non i “grumi eversivi” della magistratura a incastrarlo. Il gioco si è fatto troppo vasto e basta una ragazza-spia, spregiudicata e decisa a vendicarsi per essere stata non sedotta ma certo tradita, a imporre quasi obtorto collo al “Corriere della Sera” di ospitare un'intervista esplosiva. Benché Berlusconi abbia potenti amici nel controllo del quotidiano. Magari qualcuno può ritenere che la pubblicazione sia stata decisa perché altrimenti l'intervista sarebbe uscita su giornali concorrenti. Magari per farsi perdonare l'incredibile, quasi impensabile “buco” del Corriere sull'annuncio del divorzio di Veronica Lario, posto che il Corsera ha nella sua scuderia Maria Latella, grande amica della moglie di Berlusconi, con la quale ha scritto un bel libro “Tendenza Veronica”. A Berlusconi è anche andata bene che le rivelazioni e l'intervista alla ragazza barese siano uscite appena 24 ore dopo e non prima dell'incontro con Obama: su questo si è ugualmente malignato, forse a sproposito. Peccato. Sarebbe stato simpatico un siparietto alla Casa Bianca col Grande Abbronzato che chiede al piccolo mascarato: “Allora, te la spassavi con le tue mignotte, la notte della mia elezione, old pig...”.
Intanto, occhio al contesto di quest'ultimo scandalo. Uno dei procacciatori di ragazze pon pon al Cavaliere è un faccendiere indagato per appalti sanitari contro mazzette, in un'inchiesta di un magistrato barese noto per essere integerrimo e apolitico che ha provocato l'avviso a un assessore: dimissionato in 24 ore da Nichi Vendola. Casualmente anche questo personaggio ha casa lussuosissima a Porto Rotondo “non lontano” dalla Certosa. C'è qualcosa di oscuro, come per il padre di Noemi e la sua storia giudiziaria finita stranamente nel nulla, con inchiesta ora decisa dal procuratore generale.
Quel che davvero impressiona è anche il lato quantitativo della vicenda. Tra palazzo Grazioli, la Certosa e chissà quali altre luoghi, c'è da anni un movimento di decine e decine di ragazze, molte imbarcate sui voli di Stato “innocenti” e assolti, usando appunto i velivoli e gli elicotteri dell'Aeronautica militare, più quelli della flotta Finivest “nazionalizzati”, come navette sessuali agli ordini del leader minimo ma ingoiato: a livelli da senile maniaco sessuale, si direbbe. Serve un continuo rifornimento di carne giovane, fresca, un ricambio forsennato di donnine da sballo. Quando erano aperti i casini di Stato, nelle “case chiuse” vigeva la “quindicina”. Ovvero, ogni due settimane le prostitute dei bordelli venivano sostituite con altre provenienti da diverse città. Insomma, per coltivare la varietà e sicuramente anche precauzioni di vario genere. La senatrice Merlin fece mettere i sigilli ai bordelli pubblici, ora ci sono casini di Stato “esclusivi” dove si pratica la “quindicina” (forse abbreviata) attraverso ”l'induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna” (ormai l'Isola è indissolubilmente al ruolo di colonia orgiastico-sessuale di Berlusconi) per soddisfare a opera di ruffiani la bulimia femminile del Cavaliere.
Comincia a essere sospettabile d'appartenere alla categoria degli “Uomini che odiano le donne”, romanzo e film abbastanza straordinari. Una sorta di dipendenza con disprezzo, indirettamente espressi dall'avvocato deputato Niccolò Ghedini, il simil Dracula che cura ogni bega del Cavaliere. Il commento di Ghedini è il passaggio più squallido, infame dell'ultimo scandalo. Dell'inchiesta della procura di Bari "non sappiamo nulla, ma certamente non può essere un'inchiesta nei confronti del presidente del consiglio. Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile”. Spazzatura sulla spazzatura. Il fascinoso settantatreenne trombeur de femmes a pagamento diventa “l'utilizzatore finale”, dunque impunibile di un mercato di schiave del sesso mercantile. Si usano con utilizzo finale come fossero un arnese, un aspirapolvere, una chiave inglese, un telefonino, una sedia. Mai si erano registrati livelli di volgarità contro le donne in difesa di presidente del Consiglio appena graziato dalla magistratura per i voli di Stato cochon. L'aspetto penale sarà pure marginale. Ma come si può dire che tutto va bene se i voli di Stato erano a onda, finalizzati al trasferimento alla Certosa di frotte di cortigiane e cortigiani per i quali il veglione di capodanno (quello con la Noemi) durava appena dieci giorni? Una vergogna, questi grumi eversivi giudiziari, così feroci col povero Cainano infoiato! Avrà la solidarietà di Mauro Pili e degli altri esponenti sardi di Forza Italia che tentarono il linciaggio di Renato Soru che aveva usato (pagando le spese ai carabinieri) un elicottero dell'Arma per una ricognizione con due industriali sulle aree minerarie che sperava (vanamente) di riuscire a lanciare turisticamente. Uno scandalo enorme. Corretto: con Soru c'erano due industriali, mica una frotta di mignotte.
Inevitabile e vano ripetere il grido di dolore di Dante Alighieri nel Purgatorio: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta,non donna di provincie, ma bordello!». Neanche il poeta sommo avrebbe potuto immaginare che maitresse in calzoni del porno-bordello Italia mentre il Paese va a picco economicamente e socialmente: moralmente è da tempo agli inferi.
i casini di Stato, nelle residenze
istituzionali, esclusivi: Berlusconi
“utilizzatore finale” e maitresse
fra ruffiani e donne a pagamento
di Giorgio Melis
Palazzo Grazioli e Villa Certosa, due delle innumerevoli proprietà di Berlusconi, sono state di fatto trasformate in residenze di Stato, succursali di palazzo Chigi come sedi del governo: vigilate e presidiate con enorme impegno di uomini e mezzi, con gigantesche spese a carico del contribuente. Insomma, per Berlusconi luoghi di lavoro politico. Ormai ufficialmente deputate anche a un dilagante mercato del sesso a pagamento, suk per baldracche o minorenni spinte dai genitori o reclutate da ruffiani sicuramente compensati in vario modo: le pagavano non certo per filantropia per allietare a domicilio le notti del Cavaliere. Papi-nonno Silvio ha trasformato le sue residenze “governative” in bordelli che come una catena di montaggio (anche letteralmente) funzionavano a tempo pieno, con apporti da ogni luogo. Non si riesce a credere come un uomo della sua intelligenza abbia potuto dar corso a un traffico così imponente e che, noto a tantissimi del suo entourage e ben oltre nel ventre godereccio di Roma e altrove, alla lunga non poteva non saltar fuori. Berlusconi non si è quasi curato di occultarlo, salvo gridare al complotto quando qualcosa è venuto fuori, ergendosi come vittima delle notizie-spazzatura. Della serie immortale “chiagne e fotte”, mai tanto appropriata. Intanto la spazzatura sembrano i suoi comportamenti, i cassonetti su cui la sversa è l'Italia tutta, definitivamente disonorata, infangata, umiliata nel mondo.
La sola spiegazione possibile dell'impudenza è il delirio di onnipotenza di cui ormai è preda perché il suo potere di controllo è quasi totale, metastatico, implacabile e lo ha convinto d'essere al di sopra di tutto, intoccabile, impunito di qui all'eternità.
Non è così, qualche crepa si è aperta e lascia intravedere un sistema di uno squallore infinito, di una gravità enorme, coperta dall'intero sistema televisivo che la oscura agli italiani e da buona parte della stampa. Non è più solo la satiriasi di quello che un tempo si sarebbe chiamato un vecchio sporcaccione a creare uno scandalo che affonda l'Italia nella melma della storia più vergognosa che mai abbia riguardato un premier occidentale: su uno scenario di infimo livello da bassissimo impero. Siamo a un premier che finisce nelle mani di prosseneti e mezzani che gli procurano ragazze-squillo a pagamento, recapitate a Palazzo Grazioli o alla Certosa, e lì - incentivate da voli gratuiti, magari con aerei di stato usati come navetta tra Roma e Olbia, alberghi e macchine di lusso, compensi di due o più mila euro a botta - subivano il non resistibile appeal del Cavaliere. Siamo allo Stato-casino perché non bisogna dimenticare che Papi-Berlusconi invitava la Noemi tra gli ospiti d'onore a un pranzo ufficiale Palazzo Madama, la residenza ufficiale di rappresentanza del governo. Ecco in questa Italia-porno il suo esemplare rappresentante può ben dire lavorare indefessamente per noi, portandosi il lavoro a casa insieme a qualche svago. Unisce l'utero al dilettevole, da specchiato campione di “Dio, patria, famiglie e mignotte”. Per questo caro al Vaticano, i cui palazzi apostolici per lui si mutano in giganteschi, imbarazzanti sepolcri imbiancati.
È l'ora della mignottocrazia diffusa, lo Stato nell'alcova, il letto al potere in un giro enorme e inquietante. L'ultima “conquista” in contanti di Berlusconi ha registrato audio e video degli incontri, altre interrogate confermano tutto e potrebbero ugualmente avere pezze d'appoggio per provarlo. Ma c'è un milieu di sensali e paraninfi, in grado di ricattare od ottenere qualunque cosa da Berlusconi perché possono provare di avergli procurato e pagato le ragazze. Un aspetto fra i più drammatici di questa sex story, che in fondo non dovrebbe sorprendere più che tanto e spiega altre cose, come la volontà incrollabile e la fretta perentoria di approvare la legge sulle intercettazioni che taglie la mani alla giustizia e imbavaglia l'informazione. Negli scandali a ripetizioni, nessuno dimentichi che è stato documentata la richiesta di Berlusconi a Sacca, allora boss della Rai, di sistemare attrici e veline varie per averne la collaborazione orizzontale per “convincere” parlamentari del centrosinistra a saltare il fosso, passare con lui e far cadere il governo Prodi con una campagna acquisti sfrontata e palese. Data da allora l'ossessione di Berlusconi per cancellare le intercettazioni e la loro pubblicazione, con un crescendo nelle ultime settimane e l'appoggio totale di un Pdl senza pudore e vergogna. E' possibile che il Cavaliere abbia avuto sentore o notizia di quel che stava per cadergli addosso. Ma neanche lui e Alfano, il ministro ex segretario personale, potevano immaginare che le intercettazioni sarebbero uscite da un registratore e dal telefonino di una (per ora) delle ragazze pon pon recapitate a Palazo Grazioli e la Certosa. Quindi fuori dalla legge ad hoc quasi in porto.
Anche stavolta Berlusconi grida al complotto, parla di spazzatura. Con rispetto di quella riciclata o in differenziata, la spazzatura umana e soprattutto istituzionale sembra solo lui. Stavolta non è “Repubblica”, non il gruppo Murdock, non i “grumi eversivi” della magistratura a incastrarlo. Il gioco si è fatto troppo vasto e basta una ragazza-spia, spregiudicata e decisa a vendicarsi per essere stata non sedotta ma certo tradita, a imporre quasi obtorto collo al “Corriere della Sera” di ospitare un'intervista esplosiva. Benché Berlusconi abbia potenti amici nel controllo del quotidiano. Magari qualcuno può ritenere che la pubblicazione sia stata decisa perché altrimenti l'intervista sarebbe uscita su giornali concorrenti. Magari per farsi perdonare l'incredibile, quasi impensabile “buco” del Corriere sull'annuncio del divorzio di Veronica Lario, posto che il Corsera ha nella sua scuderia Maria Latella, grande amica della moglie di Berlusconi, con la quale ha scritto un bel libro “Tendenza Veronica”. A Berlusconi è anche andata bene che le rivelazioni e l'intervista alla ragazza barese siano uscite appena 24 ore dopo e non prima dell'incontro con Obama: su questo si è ugualmente malignato, forse a sproposito. Peccato. Sarebbe stato simpatico un siparietto alla Casa Bianca col Grande Abbronzato che chiede al piccolo mascarato: “Allora, te la spassavi con le tue mignotte, la notte della mia elezione, old pig...”.
Intanto, occhio al contesto di quest'ultimo scandalo. Uno dei procacciatori di ragazze pon pon al Cavaliere è un faccendiere indagato per appalti sanitari contro mazzette, in un'inchiesta di un magistrato barese noto per essere integerrimo e apolitico che ha provocato l'avviso a un assessore: dimissionato in 24 ore da Nichi Vendola. Casualmente anche questo personaggio ha casa lussuosissima a Porto Rotondo “non lontano” dalla Certosa. C'è qualcosa di oscuro, come per il padre di Noemi e la sua storia giudiziaria finita stranamente nel nulla, con inchiesta ora decisa dal procuratore generale.
Quel che davvero impressiona è anche il lato quantitativo della vicenda. Tra palazzo Grazioli, la Certosa e chissà quali altre luoghi, c'è da anni un movimento di decine e decine di ragazze, molte imbarcate sui voli di Stato “innocenti” e assolti, usando appunto i velivoli e gli elicotteri dell'Aeronautica militare, più quelli della flotta Finivest “nazionalizzati”, come navette sessuali agli ordini del leader minimo ma ingoiato: a livelli da senile maniaco sessuale, si direbbe. Serve un continuo rifornimento di carne giovane, fresca, un ricambio forsennato di donnine da sballo. Quando erano aperti i casini di Stato, nelle “case chiuse” vigeva la “quindicina”. Ovvero, ogni due settimane le prostitute dei bordelli venivano sostituite con altre provenienti da diverse città. Insomma, per coltivare la varietà e sicuramente anche precauzioni di vario genere. La senatrice Merlin fece mettere i sigilli ai bordelli pubblici, ora ci sono casini di Stato “esclusivi” dove si pratica la “quindicina” (forse abbreviata) attraverso ”l'induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna” (ormai l'Isola è indissolubilmente al ruolo di colonia orgiastico-sessuale di Berlusconi) per soddisfare a opera di ruffiani la bulimia femminile del Cavaliere.
Comincia a essere sospettabile d'appartenere alla categoria degli “Uomini che odiano le donne”, romanzo e film abbastanza straordinari. Una sorta di dipendenza con disprezzo, indirettamente espressi dall'avvocato deputato Niccolò Ghedini, il simil Dracula che cura ogni bega del Cavaliere. Il commento di Ghedini è il passaggio più squallido, infame dell'ultimo scandalo. Dell'inchiesta della procura di Bari "non sappiamo nulla, ma certamente non può essere un'inchiesta nei confronti del presidente del consiglio. Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile”. Spazzatura sulla spazzatura. Il fascinoso settantatreenne trombeur de femmes a pagamento diventa “l'utilizzatore finale”, dunque impunibile di un mercato di schiave del sesso mercantile. Si usano con utilizzo finale come fossero un arnese, un aspirapolvere, una chiave inglese, un telefonino, una sedia. Mai si erano registrati livelli di volgarità contro le donne in difesa di presidente del Consiglio appena graziato dalla magistratura per i voli di Stato cochon. L'aspetto penale sarà pure marginale. Ma come si può dire che tutto va bene se i voli di Stato erano a onda, finalizzati al trasferimento alla Certosa di frotte di cortigiane e cortigiani per i quali il veglione di capodanno (quello con la Noemi) durava appena dieci giorni? Una vergogna, questi grumi eversivi giudiziari, così feroci col povero Cainano infoiato! Avrà la solidarietà di Mauro Pili e degli altri esponenti sardi di Forza Italia che tentarono il linciaggio di Renato Soru che aveva usato (pagando le spese ai carabinieri) un elicottero dell'Arma per una ricognizione con due industriali sulle aree minerarie che sperava (vanamente) di riuscire a lanciare turisticamente. Uno scandalo enorme. Corretto: con Soru c'erano due industriali, mica una frotta di mignotte.
Inevitabile e vano ripetere il grido di dolore di Dante Alighieri nel Purgatorio: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta,non donna di provincie, ma bordello!». Neanche il poeta sommo avrebbe potuto immaginare che maitresse in calzoni del porno-bordello Italia mentre il Paese va a picco economicamente e socialmente: moralmente è da tempo agli inferi.