c.m.g
16-06-2009, 08:32
martedì 16 giugno 2009
Roma - La coda lunga (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=%22coda+lunga%22&t=4&o=0) sarà anche morta come sostiene qualche economista, ma per tre studiosi francesi la varietà meravigliosa di materiale digitale, rigorosamente "pirata" per quel che vale, è una caratteristica costante di un sottobosco del P2P mai analizzato in profondità, quello dei tracker BitTorrent di difficile accesso o addirittura disponibili solo su invito.
Sylvain Dejean, Thierry Penard e Raphael Suire dell'Università di Rennes si sono infiltrati in 42 tracker privati delle centinaia (http://www.underground-gamer.com/wiki/index.php/List_of_torrent_trackers) disponibili in rete, ricavandone un'analisi empirica (http://www.marsouin.org/article.php3?id_article=280) sul comportamento dei condivisori sui network chiusi. Che chiusi sono davvero, visto che come regola comune a tutti c'è il fatto di non avere interesse a una pubblicità aperta come ad esempio incoraggia a fare The Pirate Bay, e di preferire un'utenza ridotta e la relativa sicurezza che questo comporta in relazione alla sovraesposizione e all'eventuale contrasto legale da parte dei proprietari del copyright.
Nei tracker privati è generalmente difficile entrare, spesso occorre il fatidico "invito" da parte di un utente già registrato e in rete non manca un vero e proprio "mercatino" di scambio degli inviti, tu mi dai un ticket per Underground Gamer, io te ne do uno per bitGAMER e cose così. Un'altra tendenza molto comune in questo genere di network è l'obbligo di rispettare certe regole di "share ratio", un rapporto dato tra il numero di GB condivisi e quelli scaricati, che deve essere quanto più vicino è possibile a 1 o comunque mai sotto una certa soglia stabilita pena l'impossibilità di condividere, la declassazione o persino il ban nei casi più estremi.
In simili contesti, dicono i tre universitari francesi, le critiche espresse in passato dal papà di BitTorrent Bram Cohen sulle controindicazioni dell'applicazione di uno share ratio tendono a essere veritiere: gli utenti tendono sì a condividere in tanti, ma solo i contenuti più richiesti dalla community in generale così da guadagnare velocemente un rapporto adeguato alle regole stabilite. Come conseguenza di questo comportamento, dicono (http://newteevee.com/2009/06/13/bittorrents-long-tail-alive-and-well-on-private-torrent-sites/) gli studiosi, "le fonti condivise si concentrano solo su pochi file e limitano l'estensione del catalogo" dei contenuti realmente disponibili.
In compenso, continua la ricerca, le "community specializzate sembrano incoraggiare il contributo volontario" così che ogni interesse di nicchia (comic, anime, b-movie, bollywood, porno asiatico e qualsiasi altra cosa possa essere codificata in digitale) offre comunque materiale da scaricare. In questo senso il segreto è un buon bilanciamento tra le regole sullo share ratio e le restrizioni all'accesso, alla ricerca di un amalgama che tenga fuori i leecher che piagano tracker pubblici di dimensioni abnormi come quello di The Pirate Bay e permetta nel contempo il normale fluire di bit tra i partecipanti.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2644758/PI/News/tracker-bittorrent-privato-si-scambia-tutto.aspx)
Roma - La coda lunga (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=%22coda+lunga%22&t=4&o=0) sarà anche morta come sostiene qualche economista, ma per tre studiosi francesi la varietà meravigliosa di materiale digitale, rigorosamente "pirata" per quel che vale, è una caratteristica costante di un sottobosco del P2P mai analizzato in profondità, quello dei tracker BitTorrent di difficile accesso o addirittura disponibili solo su invito.
Sylvain Dejean, Thierry Penard e Raphael Suire dell'Università di Rennes si sono infiltrati in 42 tracker privati delle centinaia (http://www.underground-gamer.com/wiki/index.php/List_of_torrent_trackers) disponibili in rete, ricavandone un'analisi empirica (http://www.marsouin.org/article.php3?id_article=280) sul comportamento dei condivisori sui network chiusi. Che chiusi sono davvero, visto che come regola comune a tutti c'è il fatto di non avere interesse a una pubblicità aperta come ad esempio incoraggia a fare The Pirate Bay, e di preferire un'utenza ridotta e la relativa sicurezza che questo comporta in relazione alla sovraesposizione e all'eventuale contrasto legale da parte dei proprietari del copyright.
Nei tracker privati è generalmente difficile entrare, spesso occorre il fatidico "invito" da parte di un utente già registrato e in rete non manca un vero e proprio "mercatino" di scambio degli inviti, tu mi dai un ticket per Underground Gamer, io te ne do uno per bitGAMER e cose così. Un'altra tendenza molto comune in questo genere di network è l'obbligo di rispettare certe regole di "share ratio", un rapporto dato tra il numero di GB condivisi e quelli scaricati, che deve essere quanto più vicino è possibile a 1 o comunque mai sotto una certa soglia stabilita pena l'impossibilità di condividere, la declassazione o persino il ban nei casi più estremi.
In simili contesti, dicono i tre universitari francesi, le critiche espresse in passato dal papà di BitTorrent Bram Cohen sulle controindicazioni dell'applicazione di uno share ratio tendono a essere veritiere: gli utenti tendono sì a condividere in tanti, ma solo i contenuti più richiesti dalla community in generale così da guadagnare velocemente un rapporto adeguato alle regole stabilite. Come conseguenza di questo comportamento, dicono (http://newteevee.com/2009/06/13/bittorrents-long-tail-alive-and-well-on-private-torrent-sites/) gli studiosi, "le fonti condivise si concentrano solo su pochi file e limitano l'estensione del catalogo" dei contenuti realmente disponibili.
In compenso, continua la ricerca, le "community specializzate sembrano incoraggiare il contributo volontario" così che ogni interesse di nicchia (comic, anime, b-movie, bollywood, porno asiatico e qualsiasi altra cosa possa essere codificata in digitale) offre comunque materiale da scaricare. In questo senso il segreto è un buon bilanciamento tra le regole sullo share ratio e le restrizioni all'accesso, alla ricerca di un amalgama che tenga fuori i leecher che piagano tracker pubblici di dimensioni abnormi come quello di The Pirate Bay e permetta nel contempo il normale fluire di bit tra i partecipanti.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2644758/PI/News/tracker-bittorrent-privato-si-scambia-tutto.aspx)