Dream_River
09-06-2009, 17:17
PANNELLA: "UN RISULTATO STRAORDINARIO LA ROSA NEL PUGNO È PRONTA A RISORGERE"
• da La Repubblica del 8 giugno 2009, pag. 9
di Carmelo Lopapa
Scavalcare il muro insormontabile del 4 per cento era un sogno e nulla più. Ne erano consapevoli. Ma a notte fonda, quando le proiezioni diventano dati consolidati, nel fortino storico dei radicale di Largo Argentina a Roma, è quasi festa. «Straordinario, compagni, il risultato della campagna di lotta è stato straordinario». Marco Pannella siede nella saletta di Radio Radicale e confessa: «Sono felice». Veri o verosimili che siano le proiezioni che si succedono, comunque è rinato. Rinvigorito. Resuscitato. Gongola, quando alle 23,30 Vespa spara da Porta a porta una prima proiezione che li darebbe a un insperato 3,1. Poi, via via i dati "veri" dalle sezioni li attesteranno attorno al 2,5-2,6.
Il pendolo continua a oscillare nella notte, ma Emma Bonino tira le somme: «Comunque vada c´è una nostra tenuta politica, soprattutto se si considera che non ci siamo presentati in una coalizione allargata e che veniamo da una competizione antidemocratica. Ora siamo pronti a rilanciare la Rosa nel pugno a fine giugno. Ci sentiamo rafforzati: se pensavano di liberarsi di noi, hanno fallito». Quel che conta è aver cacciato via lo spettro del tonfo, dello zero virgola, «con una campagna fatta con 350 mila euro che neanche un consigliere comunale...».
La sala grande della sede radicale è presto annebbiata dalla consueta nuvola gonfiata dalle troppe sigarette. Pannella saluta sereno l´Europarlamento, non ne fa un problema di cifre e guarda già avanti. «Il nostro bilancio di questa campagna è straordinario. Delle cifre faremo tesoro, non sarà sconfitta o trionfo. Contano soprattutto le 1.400 dichiarazioni di voto di compagni di sinistra che hanno deciso di votare radicale. I nostri sono voti di democrazia. Strappati alla partitocrazia». Marco sta meglio ma porta i segni della battaglia. Lo sciopero della fame e della sete per rivendicare lo spazio dovuto ai radicali su tv e radio lo ha provato. Ma non abbattuto. Ora si dice pronto alla nuova sfida. «Dal 26 giugno, con l´assemblea di Chianciano, torneremo alla Rosa nel pugno e al Sole che ride». A mezzanotte Marco Cappato si prende lo sfizio di attaccare in diretta Bruno Vespa: «Fosse stato per lei, saremmo stati sotto lo zero». E il conduttore: «Ma avete avuto il 7 per cento degli spazi tv, più di Di Pietro e Udc?» Poi lo scontro si accende e Vespa saluta: «Arrivederci Cappato». Il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin fa un´analisi a freddo. Più che positiva. «Dobbiamo tenere conto delle condizioni di difficoltà estrema con cui il partito si è misurato, lo sbarramento al 4 per cento avrebbe significato 1,5 milioni di elettori. La Rosa nel pugno, giusto per capire, nel 2006 aveva preso 900 mila voti e sembrava un discreto risultato». E poi, «questa volta siamo andati da soli». Rita Bernardini, reduce dal voto al carcere di Rebibbia, sorride. «Sappiamo in che condizione non democratica viviamo in Italia, siamo partiti col 3 per cento degli italiani che sapeva appena dell´esistenza della lista e abbiamo quasi raggiunto il 3. Ora non ci fermeremo qui». In Parlamento stanno ancora in gruppo col Pd. Ma quella sembra già acqua passata. L´appuntamento è a fine mese a Chianciano, con l´assemblea per rilanciare l´alleanza con socialisti, verdi «e chiunque ci stia». E per ricominciare una nuova avventura.
• da La Repubblica del 8 giugno 2009, pag. 9
di Carmelo Lopapa
Scavalcare il muro insormontabile del 4 per cento era un sogno e nulla più. Ne erano consapevoli. Ma a notte fonda, quando le proiezioni diventano dati consolidati, nel fortino storico dei radicale di Largo Argentina a Roma, è quasi festa. «Straordinario, compagni, il risultato della campagna di lotta è stato straordinario». Marco Pannella siede nella saletta di Radio Radicale e confessa: «Sono felice». Veri o verosimili che siano le proiezioni che si succedono, comunque è rinato. Rinvigorito. Resuscitato. Gongola, quando alle 23,30 Vespa spara da Porta a porta una prima proiezione che li darebbe a un insperato 3,1. Poi, via via i dati "veri" dalle sezioni li attesteranno attorno al 2,5-2,6.
Il pendolo continua a oscillare nella notte, ma Emma Bonino tira le somme: «Comunque vada c´è una nostra tenuta politica, soprattutto se si considera che non ci siamo presentati in una coalizione allargata e che veniamo da una competizione antidemocratica. Ora siamo pronti a rilanciare la Rosa nel pugno a fine giugno. Ci sentiamo rafforzati: se pensavano di liberarsi di noi, hanno fallito». Quel che conta è aver cacciato via lo spettro del tonfo, dello zero virgola, «con una campagna fatta con 350 mila euro che neanche un consigliere comunale...».
La sala grande della sede radicale è presto annebbiata dalla consueta nuvola gonfiata dalle troppe sigarette. Pannella saluta sereno l´Europarlamento, non ne fa un problema di cifre e guarda già avanti. «Il nostro bilancio di questa campagna è straordinario. Delle cifre faremo tesoro, non sarà sconfitta o trionfo. Contano soprattutto le 1.400 dichiarazioni di voto di compagni di sinistra che hanno deciso di votare radicale. I nostri sono voti di democrazia. Strappati alla partitocrazia». Marco sta meglio ma porta i segni della battaglia. Lo sciopero della fame e della sete per rivendicare lo spazio dovuto ai radicali su tv e radio lo ha provato. Ma non abbattuto. Ora si dice pronto alla nuova sfida. «Dal 26 giugno, con l´assemblea di Chianciano, torneremo alla Rosa nel pugno e al Sole che ride». A mezzanotte Marco Cappato si prende lo sfizio di attaccare in diretta Bruno Vespa: «Fosse stato per lei, saremmo stati sotto lo zero». E il conduttore: «Ma avete avuto il 7 per cento degli spazi tv, più di Di Pietro e Udc?» Poi lo scontro si accende e Vespa saluta: «Arrivederci Cappato». Il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin fa un´analisi a freddo. Più che positiva. «Dobbiamo tenere conto delle condizioni di difficoltà estrema con cui il partito si è misurato, lo sbarramento al 4 per cento avrebbe significato 1,5 milioni di elettori. La Rosa nel pugno, giusto per capire, nel 2006 aveva preso 900 mila voti e sembrava un discreto risultato». E poi, «questa volta siamo andati da soli». Rita Bernardini, reduce dal voto al carcere di Rebibbia, sorride. «Sappiamo in che condizione non democratica viviamo in Italia, siamo partiti col 3 per cento degli italiani che sapeva appena dell´esistenza della lista e abbiamo quasi raggiunto il 3. Ora non ci fermeremo qui». In Parlamento stanno ancora in gruppo col Pd. Ma quella sembra già acqua passata. L´appuntamento è a fine mese a Chianciano, con l´assemblea per rilanciare l´alleanza con socialisti, verdi «e chiunque ci stia». E per ricominciare una nuova avventura.