View Full Version : Di Pietro al sud, ottimo risultato
Di Pietro al sud si aggira intorno al 9%
secondo me se spinge da qui a 4 anni può portare via un sacco di voti sia a berlusconi che a casini
no? :stordita:
Mythical Ork
08-06-2009, 06:25
Da notare che, con la assenza di un partito chiamato Lega... abbiamo sia dato il PDL al 42% ma anche IDV al 10% e cercato di salvare Sinistra e Libertà e Rifondazione... (sinistra e libertà ha fatto una bella campagna)
91,61% dei seggi - CIRCOSCRIZIONE MERIDIONALE
http://img183.imageshack.us/img183/4883/exitv.png
mitico è ora che il sud si svegli! :)
yggdrasil
08-06-2009, 07:32
mitico è ora che il sud si svegli! :)
finchè è possibile che molta gente può essere pilotata da chisappiamonoi...:rolleyes:
entanglement
08-06-2009, 07:37
berlusca tiene botta molto, troppo bene al sud
Di Pietro al sud si aggira intorno al 9%
secondo me se spinge da qui a 4 anni può portare via un sacco di voti sia a berlusconi che a casini
no? :stordita:
Aspetta e spera, secondo me neanche in 40 anni.
La maggior parte dei voti che Di Pietro porta via provengono dal PD.
nekromantik
08-06-2009, 07:44
Contento per l' IDV. ^__^
La parte onesta del sud si è fatta sentire.
Considerando l'elettorato generale del Sud, sono ottimista per questi risultati :)
Purtroppo in alcune zone ci sono state anche le elezioni amministrative. Se non ci fossero state, avremmo avuto un risultato del PDL nettamente piú basso, secondo me.
Spero che l'IdV riesca a muovere le acque in favore della legalità al Parlamento Europeo. Dovrebbero evidenziare che tanti fondi europei sono stati sprecati.
Qui in Sardegna ha preso 8,8%, direi ottimo considerando che alle regionali di qualche mese fa stava al 5% :)
tulifaiv
08-06-2009, 09:46
Di Pietro al sud si aggira intorno al 9%
secondo me se spinge da qui a 4 anni può portare via un sacco di voti sia a berlusconi che a casini
no? :stordita:
Sì magari; per ora li porta via prevalentemente al PD. Poi portare via voti a Berlusconi e Casini AL SUD mi pare proprio una missione impossibile :asd:
Mythical Ork
08-06-2009, 10:07
Inviterei a riguardare i dati sopra... perchè già molti utenti sottolineano il fatto che il 42% per il PDL sono un regalo rispetto alla media nazionale...
Io credo che il PDL non può essere dissociato dalla Lega e, considerando che al Sud non si presenta, il 42% indica un abbassamento dei favori rispetto alla coalizione di ben 3 punti percentuali...
Tale dato è suffraggato dal fatto che tutti i partiti di opposizione (tranne il PD) nel Sud abbiamo avuto un apprezzamento di almeno 1-2 punti percentuale a testa :D
Ciao
Orlando
circoscrizione isole
http://img14.imageshack.us/img14/4608/isole.jpg
sicilia
http://img14.imageshack.us/img14/5391/sicilia.jpg
dantes76
08-06-2009, 11:20
circoscrizione isole
sicilia
http://img14.imageshack.us/img14/5391/sicilia.jpg
Il pdl con l'mpa in un unica lista e senza un tasso di astensionismo cosi alto, sarebbe stato fra il 45% e il 50%
Mythical Ork
08-06-2009, 11:21
Dati definitivi Puglia:
http://img183.imageshack.us/img183/8776/puglia.png
Il pdl con l'mpa in un unica lista e senza un tasso di astensionismo cosi alto, sarebbe stato fra il 45% e il 50%
ora viene il bello, che succederà alla regione?
Contento per l' IDV. ^__^
La parte onesta del sud si è fatta sentire.
Perchè la parte disonesta cosa fa, sentiamo...?:cool:
Oppure di tutto il sud solo il 10% sono onesti?
Perchè la parte disonesta cosa fa, sentiamo...?:cool:
Oppure di tutto il sud solo il 10% sono onesti?
vota pdl, mi pare ovvio...se fossi un mafioso o delinquente che fai...voti IDV ? :O
momo-racing
08-06-2009, 11:29
Ancor miglior risultato ha fatto tra gli italiani all'estero dove si attesta mediamente attorno al 12-15% dei votanti
nekromantik
08-06-2009, 11:36
Perchè la parte disonesta cosa fa, sentiamo...?:cool:
Quello che ha fatto in tutti questi anni. :)
Mantis86
08-06-2009, 11:39
(edito)
Avevo sbagliato thread!
Complimenti a di pietro! Spero ne consegua ancora di più alle politiche...
Quello che ha fatto in tutti questi anni. :)
In questi anni a Napoli per esempio han governato quelli del PD...
Però gradirei che tu fossi più preciso nella risposta in modo da evitare ogni interpretazione i disonesti quale partito votano?
vota pdl, mi pare ovvio...se fossi un mafioso o delinquente che fai...voti IDV ? :O
Già...perchè votare IdV...daltronde il loro portavoce nazionale disse solo che Falcone teneva nascoste le carte nei cassetti...:cool:
Mentre il suo presidente si faceva prestare 100milioni di lire in una scatola di scarpe...da chi...un amico?O da un inquisito?...:mc: :mc:
dantes76
08-06-2009, 12:05
ora viene il bello, che succederà alla regione?
dipende da quanti miliardi arriveranno, gia' l'ilvio ngrifato prima delle elezioni aveva promesso decine di miliardi di euro per il sud: leggi sicilia/calabria
Già...perchè votare IdV...daltronde il loro portavoce nazionale disse solo che Falcone teneva nascoste le carte nei cassetti...:cool:
Mentre il suo presidente si faceva prestare 100milioni di lire in una scatola di scarpe...da chi...un amico?O da un inquisito?...:mc: :mc:
Orlando disse molte cose , ma ben differenti dalla tua semplificazione.
Era sindaco di una città invasa dalla mafia mica di un paesello da 10 anime...
i 100 milioni , ho visto fior fior di condanne neh? a quando un incarico sul rotolo ?
i 100 milioni , ho visto fior fior di condanne neh? a quando un incarico sul rotolo ?
:asd:
In questi anni a Napoli per esempio han governato quelli del PD...
Però gradirei che tu fossi più preciso nella risposta in modo da evitare ogni interpretazione i disonesti quale partito votano?
Già...perchè votare IdV...daltronde il loro portavoce nazionale disse solo che Falcone teneva nascoste le carte nei cassetti...:cool:
Mentre il suo presidente si faceva prestare 100milioni di lire in una scatola di scarpe...da chi...un amico?O da un inquisito?...:mc: :mc:
se voti il partito fondato da un condannato per associazione mafiosa sicuramente ti rendi partecipe di questo progetto.
Io faccio parte del 10% del sud onesto.
Quelli che votano Berlusconi, dopo 15 anni di nefandezze o sono ignoranti oppure lo sanno e gli sta bene.
In quel caso danno man forte ad un partito con condannati per mafia all'interno, ergo sono complici e sicuramente non onesti moralmente.
Capisco che siete bravissimi ad arginarvi nei vostri ragionamenti dettati dall'orgoglio, m apresto questo sistema di autoconvinzione porterà molta gente a doversi svegliare, ovviamente nell'area PDL.
Le menzogne vengono sempre a galla, gli onesti vengono ripagati prima o poi.
Ti faccio una domanda secca, anche se già so come la pensi:
SE voti un partito dove ci sono dei condannati per associazione mafiosa, non sei anche tu un disonesto che gli dai il tuo voto mettendoli al potere?
Se li voti e non ti interessa ciò significa che sei anche tu un disonesto.
Teoricamente potrei anche definirti tale.
nekromantik
08-06-2009, 15:33
Però gradirei che tu fossi più preciso nella risposta in modo da evitare ogni interpretazione i disonesti quale partito votano?
A intuito immagino votino chi magari non concede l'accesso alle password sui conti mafiosi... Tu che dici?
A bello, qui in Calabria i farabutti votano quasi tutti il partito di Dell'Utri. Chissà come mai...
Orlando disse molte cose , ma ben differenti dalla tua semplificazione.
Era sindaco di una città invasa dalla mafia mica di un paesello da 10 anime...
Tra le tante cose che disse, disse a Falcone che teneva le carte chiuse nei cassetti.
E questa non è una semplificazione, è una frase dell'oggi portavoca nazionale dell IdV.
Faresti prima a dire che aveva sbagliato,
perchè è indifendibile chiunque attacchi Falcone.
i 100 milioni , ho visto fior fior di condanne neh? a quando un incarico sul rotolo ?
Ho parlato di condanne?
Non mi pare.
Ho parlato di un fatto reale,
sai a "sinistra" invocano la questione morale...a me sta bene, per carità...è morale ricevere 100milioni in prestito da un indagato?
DonaldDuck
10-06-2009, 08:21
http://www.repubblica.it/online/politica/falconedue/queigiornidue/queigiornidue.html
Il boss, prima di essere interrogato e rivelare i segreti di Cosa Nostra
lo aveva avvertito: "Ti distruggeranno professionalmente e poi..."
La profezia
del pentito Buscetta
Tre anni fa il primo tentativo di ammazzare Giovanni Falcone
di GIUSEPPE D'AVANZO
ROMA - Se c'era una parola, un'accusa che lo feriva era quella parola e quell'accusa che ha dovuto leggere sui giornali, che è risuonata nei convegni, che gli rotolava alle spalle - alle spalle, mai sulla faccia - di essere ormai "andato", di essersi "piegato", di essere ormai - né più né meno - un "reggicoda" del potere politico che voleva - né più né meno - strozzare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, che voleva - né più né meno - impedire allo Stato di recidere il legame doppio tra mafia e politica.
Erano parole, era un'accusa che aveva dovuto leggere e sentire - alle spalle, mai sulla faccia - dal 13 marzo 1991 quando aveva accettato di diventare direttore degli Affari Penali del ministero di Grazia e Giustizia. Gli avevano impedito di essere consigliere istruttore (gli avevano preferito per "anzianità" Antonino Meli), avevano distrutto il pool (era diventato un "centro di potere", avevano detto), avevano smembrato l'inchiesta-collettore su Cosa Nostra ("è un'organizzazione che non ha struttura priramidale", avevano sentenziato). Lo avevano costretto in un ruolo subalterno alla Procura della Repubblica. Aggiunto procuratore, appunto.
Aveva detto di sì a Roma, allora. Lo aveva detto con la disperazione impotente che hanno i meridionali che sono costretti a partire, a emigrare, a lasciare ciò che si ama, i luoghi della memoria, le "radici antropologiche" diceva lui, per ricominciare altrove il discorso che era stato interrotto e che andava completato.
Giovanni Falcone quando parlava della sua Sicilia, della sua Palermo sceglieva un verso: "Nec tecum nec sine te vivere possum". E spiegava quella frase con le parole di Leonardo Sciascia, un altro grande siciliano che non sempre gli fu amico: "Amare una terra e una gente al tempo stesso che si detesta, sentirsi somiglianti e diversi, volere e disvolere, bisogna riconoscere che è un bel guaio. In questo guaio viviamo tutti noi siciliani e un guaio non è mai bello. E' certo più difficile essere siciliani che milanesi. E' forse per questo faccio il lavoro che faccio. Perchè la mafia non è la Sicilia e il siciliano non è un mafioso".
Era questa fiducia in se stesso e nella sua terra e nei siciliani che quelle parole, quell'accusa schiacciava. Giovanni Falcone ne era offeso, umiliato, ma non era uomo (era un siciliano, no?) da darlo a vedere più di tanto. Buttava giù il boccone amaro, prendeva tempo (si versava da bere, si guardava intorno), strizzava gli occhi, sorrideva a labbra strette, alzava le spalle con un gesto nervoso e significativo, più eloquente di qualsiasi parola. Se lo conoscevi bene, potevi notare che c'era una piega amara all'angolo della bocca e una luce triste in quegli occhi che, al contrario, erano sempre vivi e luccicanti di ironia, di passione, di eccitazione "perché c'è tanto da fare e bisogna farlo presto e bene".
Giovanni Falcone, 54 anni, padre funzionario della provincia, madre molto religiosa (della fede sentirà sempre "una nostalgia rispettosa") si era assegnato un compito. Se l'era assegnato molto tempo fa quando, tra le possibili frasi che sceglie ogni ragazzo per orientare (impregnare) la sua vita, lui aveva scelto una - "un po'retorica" ammetteva - di Giuseppe Mazzini. Era questa. Più o meno. Falcone la ricordava così: "La vita è missione e il suo dovere è la legge suprema". La missione che s'era scelto era sconfiggere la mafia, annientare Cosa Nostra. "Fin da bambino - ha raccontato a Marcelle Padovani in un libro (Cose di Cosa Nostra) che è ora, tragicamente, il suo testamento spirituale - avevo respirato giorno dopo giorno aria di mafia, violenza, estorsioni, assassini. C'erano stati poi i grandi processi che si erano conclusi regolarmente con un nulla di fatto. La mia cultura progressista mi faceva inorridire di fronte alla brutalità, agli attentati, alle aggressioni: guardavo a Cosa Nostra, come all'idra dalle sette teste: qualcosa di magmatico, di onnipresente e invincibile, responsabile di tutti i mali del mondo. Nell'atmosfera di quel tempo respiravo anche una cultura 'istituzionale'che negava l'esistenza della mafia e respingeva quanto vi faceva riferimento. Cercare di dare un nome al malessere sociale siciliano equivaleva ad arrendersi agli 'attacchi del Nord'!".
Invece Cosa Nostra si poteva sconfiggere. Giovanni Falcone lo ripeteva da anni. Ogni volta che era possibile e anche, in anni e in luoghi, dove non era possibile. "Chi ha voglia di capire e ha voglia di lavorare - diceva - può farcela. Ho sempre saputo che per dare battaglia bisogna lavorare a più non posso...". Mise da parte l'intenzione di iscriversi a medicina, accantonò l'idea di diventare ufficiale di Marina e, laureato in giurisprudenza, a venticinque anni fece il concorso in magistratura. Giovanni Falcone cominciò a farsi le ossa, come diceva, a Trapani.
"La mafia entrò subito nel raggio dei miei interessi professionali - raccontava - Dieci assassini e la mafia di Marsala dietro le sbarre. Mi indicarono un armadio pieno di pratiche, dicendomi: 'Leggile tutte'. Era il novembre del 1967 e puntuali come un orologio svizzero cominciarono ad arrivarmi cartoline con disegni di bare e di croci. E' una cosa che tocca gli esordienti e non ne rimasi colpito più di tanto". Non era facile da Trapani o da Marsala "avere una visione unitaria del fenomeno mafioso".
Nel 1978 torna a Palermo. Chiese di essere assegnato all'Ufficio istruzione. Lo spediscono al Tribunale fallimentare. Ci resta un anno. Impara a leggere un bilancio, a inseguire i sentieri di un assegno, la discreta presenza di un conto bancario. Impara a orientarsi nei canali finanziari utilizzati da Cosa Nostra per riciclare le ricchezze del narcotraffico. Quando arriva nel pool del consigliere istruttore di Palermo Rocco Chinnici, Falcone sa quel che c'è da fare, sa come farlo. E' in buona compagnia. "Quando Tommaso Buscetta, nel luglio del 1984, ci capita davanti - ricordava - avevamo già quattro anni di lavoro duro alle spalle. Conoscevamo Cosa Nostra nelle sue grandi linee. Ero in grado di capire Buscetta e, quindi, pronto ad interrogarlo". Prima di Masino Buscetta, lo Stato italiano aveva una conoscenza superficiale del fenomeno mafioso. "Con Buscetta abbiamo avuto finalmente una visione globale del fenomeno, delle sue strutture, delle sue tecniche di reclutamento, delle sue funzioni, del suo linguaggio, del suo codice".
Fu Buscetta a dirglielo: "L'avverto, signor giudice. Dopo quest'interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E' sempre del parere di interrogarmi?".
Quando Falcone raccontava le lunghe ore dell'interrogatorio con Buscetta i suoi occhi si illuminavano come devono essersi illuminati in quel benedetto, maledetto giorno in cui finalmente "si avvicinò sull'orlo del precipizio", quando gettò uno sguardo oltre l'omertà, oltre quel muro insuperabile che sempre ha protetto Cosa Nostra. Quasi ridevano quegli occhi. Tornavano ad essere entusiasti. Quasi dicevano (e qualche volta arrivava anche a dirlo): "Ormai ho la chiave per capire, sì ho capito, devo avere ora soltanto gli strumenti per avvicinarmi a quella porta, senza fare passi falsi". Il "passo falso" era la sua ossessione. "Occuparsi di indagini di mafia - diceva - significa procedere su un terreno minato: mai fare un passo prima di essere sicuri di non andare a posare il piede su una mina antiuomo".
Lo diceva ma non si era accorto che già si era incamminato lungo quel sentiero. Come gli aveva anticipato Buscetta, avevano cominciato ad attaccarlo professionalmente. Doveva essere il successore di Rocco Chinnici (ucciso dal tritolo), il Csm gli preferisce burocraticamente Antonino Meli. Negano il suo intero lavoro istruttorio con disprezzo definito il "teorema Buscetta", meglio il "teorema Falcone". Un Corvo lo accusa di aver consegnato licenza d'uccidere al "pentito" Salvatore Contorno. La mafia sistema 50 chili di tritolo sotto la sua casa all'Addaura e nessuno crede all'attentato. C'è chi dice (a Palermo, a Roma): se l'è preparato da solo. Lo accusano di aver "insabbiato" le indagini sui delitti politici. "Corre" per il Csm, lo impallinano i suoi stessi compagni di corrente. Ripiega a Roma, al ministero. Gli dicono che si è inginocchiato al Palazzo.
E' candidato alla Superprocura. Il Csm lo boccia. Sono gli anni amari di Giovanni Falcone. Aveva gli occhi tristi quando ne parlava. Con orgoglio concludeva: "Alla fine, vedrete, la ragione prevarrà". Il terreno, invece, era pronto per l'ultimo atto. La mafia doveva solo presentare il conto. Lo ha presentato ieri. Come aveva previsto Buscetta. Come molti, troppi non hanno voluto prevedere.
(24 maggio 1992)
DonaldDuck
10-06-2009, 08:22
http://www.repubblica.it/online/politica/falcone/falcone/falcone.html
"Non voglio risse né polemiche. Voglio ricordare, ragionare e capire perché - credo - così si rispetta il sacrificio di questo strano tipo di italiano, grande e scomodo, che è stato Giovanni. Voglio ricordare che la magistratura italiana addirittura scioperò contro Falcone nel 1991. Scioperò contro la legge che creava la Procura nazionale antimafia a lui destinata. Per bloccarne la candidatura, ricordo, un togato del Csm, Gianfranco Viglietta, di Magistratura democratica, esaltò in una lettera al presidente Cossiga l'"assoluta indipendenza" dell'antagonista di Falcone, Agostino Cordova, osservando che "i criteri per la nomina a importantissimi incarichi direttivi non prevedono notorietà o popolarità". Dunque, Falcone non era indipendente, ma solo "popolare" per Viglietta. Più esplicito in quell'accusa fu Alfonso Amatucci, anch'egli togato al Csm, per la corrente dei Verdi (cui pure Falcone aderiva). Scrisse al Sole-24 ore che Giovanni "in caso di designazione, avrebbe fatto bene ad apparire libero da ogni vincolo di gratitudine politica". Falcone era più o meno un "venduto" per Amatucci. Ancora un ricordo. Leoluca Orlando Cascio, nel 1990, sostenne e non fu il solo, soprattutto nella sinistra - che "dentro i cassetti della procura di Palermo ce n'è abbastanza per fare giustizia sui delitti politici". Quei cassetti, dove si insabbiava la verità sulla morte di Mattarella, La Torre, Insalaco, Bonsignore, erano di Falcone. Ritorna l'accusa di Amatucci e Viglietta: Falcone è un "venduto". Delle due l'una, allora. O quelle accuse erano fondate e allora non si beatifichi come eroe un magistrato che ha fatto commercio della sua indipendenza o quelle accuse erano, come sono, calunnie e gli artefici avvertano la necessità di fare pubblica ammenda. In dieci anni, non ho ancora ascoltato una sola autocritica nella magistratura e nella politica. Fin quando ciò non accadrà, io sentirò il dovere di ricordare. Perché solo ricordare le umiliazioni subite da Giovanni Falcone permette di comprendere il significato del suo sacrificio, il suo indistruttibile senso del dovere e delle istituzioni; di afferrare l'eccentricità "rivoluzionaria" del suo riformismo rispetto a un modo di essere magistrato in Italia o a fronte dell'idea subalterna della funzione giudiziaria coltivata dalla politica. Era questa sua diversità a renderlo inviso a una parte della magistratura e a rendergli diffidente e nemica la politica, tutta la politica, se si esclude la parentesi al ministero dove gli fu possibile sperimentare qualche sua innovativa idea".
però c'è sempre un 42% per il pdl, purtroppo
DonaldDuck
10-06-2009, 13:14
Up :)
dantes76
10-06-2009, 13:17
Up :)
sei ridotto all'osso, leggi e manco rispondi :asd:
devi trovare qualcuno peggio di me.. e come nomi mi vengono in mente solo hitler e stalin...
tu mi proponi la banda bassotti..
DonaldDuck
10-06-2009, 13:25
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/09/07/depistaggi-per-macchiare-la-memoria-di.html
' DEPISTAGGI PER MACCHIARE LA MEMORIA DI FALCONE'
Repubblica — 07 settembre 1993 pagina 4
MILANO - Un bluff o, come dice Arlacchi, un' opera di disinformazione. D' improvviso, nell' ultimo week end, il collegamento tra Milano e la morte di Falcone è sembrato divenire stringente. E' bastata una voce che dava Giovanni Falcone a Lugano cinque giorni prima di morire per controllare sui conti svizzeri di indagati a Tangentopoli. Ed è iniziata la bufera. Poi una pioggia di smentite e di precisazioni. A palazzo di Giustizia nessuno dà credito al nesso tra l' attentato di Capaci e l' inchiesta di Tangentopoli. E soprattutto nessuno crede al fatto che Falcone indagasse, visto che come direttore degli Affari penali del ministero, non aveva veste per farlo. Ben diverso è il discorso sugli intrecci tra riciclaggio, mafia e tangenti. Qui, anche se con tanta prudenza, si indicano contatti, si ricordano nomi e sigle di società che portano ai paradisi fiscali, alle grandi "lavanderie" internazionali dove narcos e mazzettieri potevano andare a braccetto. C' è, ad esempio, la storia recente della Fi.Mo., una finanziaria svizzera scoperta un anno fa indagando su un insospettabile riciclatore di Cosa nostra, Giuseppe Lottusi. E da questa, si arriva anche alla Socimi, società coinvolta nel sistema tangentizio delle ferrovie. Sullo scenario che richiama ad intrecci e misteri internazionali, però, il procuratore capo Borrelli tira il freno e ricorda: "Con Giovanni Falcone eravamo in contatto anche telefonico per le rogatorie che dovevamo presentare in Svizzera. Lui, come direttore generale degli Affari penali era il tramite burocratico per queste pratiche. Falcone era una persona troppo corretta per svolgere indagini che non fossero di sua competenza". Con Borrelli c' è il procuratore aggiunto Gerardo D' Ambrosio: "Avete scoperto l' acqua calda e avete letto un po' in ritardo Ziegler e il suo libro sulla Svizzera che lava più bianco". Poi una battuta: "La verità è che l' Italia sta andando in rovina perché si è perso il senso dell' umorismo". Quindi entrambi, spariscono sorridenti nell' ascensore. Sorrisi che servono a sdrammatizzare ma che lasciano aperti alcuni quesiti. Vanno via Borrelli e D' Ambrosio e nel corridoio della Procura appare Ilda Boccassini. Dottoressa, ma lei non era in Svizzera? "Beh, come vedete sono qui". Il giudice che conduce le indagini sulla strage di Capaci è di passaggio al Palazzo di giustizia di Milano, dove mantiene un ufficio. Ilda Boccassini è stata al centro nell' ultime 48 ore di un tourbillon di chiacchiere e ipotesi. Tutti la davano a Lugano. "E' un depistaggio" risponde seccamente Ilda Boccassini. Non è mai stata di tante parole il giudice della Duomo connection, da quasi un anno "applicata" alla Procura di Caltanissetta, ma sulla difesa dell' opera e della memoria di Giovanni Falcone non si è mai tirata indietro. E lo fa anche stavolta: "E' una strumentalizzazione di una precisa parte politica che vuole ancora gettare fango sull' immagine di Falcone. Le ultime sue indagini sul riciclaggio sono dell' 89, lo sanno tutti". Un concetto che si coniuga perfettamente con quelli espressi sia dal suo diretto superiore, il procuratore capo di Caltanissetta, Francesco Tinebra, sia con l' allarme lanciato nelle ultime ore dal sociologo ed esperto di cose di mafia Pino Arlacchi. Si parla di "disinformazione". C' è anche chi è arrivato ad annunciare in televisione che Falcone aveva scoperto l' anno scorso in Svizzera il conto Protezione, quando tutti sanno - ricordano a Palazzo di giustizia - del lavoro del giudice Dell' Osso che sulla quella pista e sulle vicende del crac Ambrosiano, indaga da ben 12 anni. A Palazzo di giustizia è tempo di interrogativi: riciclaggio, mafia, tangenti e stragi, chi ha interesse a confondere le carte? Perché qualcuno ha voluto insinuare che Falcone fosse andato ad indagare a Lugano quando, come direttore degli Affari penali del ministero non poteva certamente farlo? E perché ritirar fuori proprio ora la questione delle rogatorie, quelle sì, invece, curate da Falcone sui conti svizzeri degli indagati a Tangentopoli? E' una questione che subito dopo l' uccisione del magistrato siciliano era stata al centro di una forte polemica proprio tra Ilda Boccassini e i suoi colleghi milanesi. Alla commemorazione di Falcone, il 25 maggio, Ilda Boccassini aveva parlato per un quart' ora gelando l' aula. Aveva raccontato dell' amarezza di Falcone che si era visto arrivare richieste di rogatorie monche da parte dei colleghi di Mani pulite. "Non si fidano di me", aveva confidato alla Boccassini che subito dopo la strage non aveva esitato a puntare il dito contro coloro che secondo lei, erano responsabili dell' isolamento in cui si era venuto a trovare Falcone dopo la nomina di Claudio Martelli a ministro. Scontri e battaglie del resto non hanno mai impaurito Ilda Boccassini. Napoletana, sulla soglia dei quarant' anni, ha condotto a Milano alcune delle più importanti inchieste su droga, criminalità organizzata e riciclaggio. La Duomo connection l' indagine che fece tremare la giunta Pillitteri e portò alle dimissioni l' ex assessore all' Urbanistica Attilio Schemmari, socialista, condannato in primo grado a un anno e otto mesi di carcere per abuso d' ufficio, non è che la più nota delle tante concluse. Certo però la "Duomo" rappresentò una svolta, perché per la prima volta a Milano entravano nello stesso filone personaggi politici, imprenditori insospettabili e boss come Antonino Carollo che portavano direttamente a Cosa nostra. - ROBERTO LEONE
dantes76
10-06-2009, 13:28
:asd:
DonaldDuck
10-06-2009, 13:40
sei ridotto all'osso, leggi e manco rispondi :asd:
devi trovare qualcuno peggio di me.. e come nomi mi vengono in mente solo hitler e stalin...
tu mi proponi la banda bassotti..
:asd:
Il fatto che ti faccia tanto ridere è sintomatico. Su cosa dovrei rispondere? Sui complottismi di Travaglio-fonte-di-verità-assoluta o sulle memorie perdute? Sui presunti silenzi colpevoli del Presidente della Repubblica o sulle ipocrite manifestazioni di commemorazione? Forse forse anch'io mi ci faccio una risata.
dantes76
10-06-2009, 13:43
Il fatto che ti faccia tanto ridere è sintomatico. Su cosa dovrei rispondere? .
no, devi dirmi l'alternativa...
e che non faccia piu' puzza di quelli che TU voti...
ps: travagliaooo travagliooo... , secondo te ho bisogno di travaglio per valutare quelli che voti tu?? forse parli per te..che hai bisogno di leggere qualcosa per valutarli, oltre che una bella pinza al naso, sempre tu riesca a percipire il fetore
DonaldDuck
10-06-2009, 14:22
no, devi dirmi l'alternativa...
e che non faccia piu' puzza di quelli che TU voti...
ps: travagliaooo travagliooo... , secondo te ho bisogno di travaglio per valutare quelli che voti tu?? forse parli per te..che hai bisogno di leggere qualcosa per valutarli, oltre che una bella pinza al naso, sempre tu riesca a percipire il fetore
:friend:
dantes76
10-06-2009, 14:25
:friend:
che partito sarebbe? :D
che partito sarebbe? :D
"Partito degli onestolesi"
DonaldDuck
10-06-2009, 22:25
che partito sarebbe? :D
Quello della rimembranza.
nekromantik
10-06-2009, 22:28
Ancora non ho capito cosa vuol dimostrare paperino linkando articoli ad minchiam senza alcun commento e soprattutto appena se ne presenta l'occasione. :D
Forse ancora non ha capito come funziona un forum.
FabioGreggio
10-06-2009, 22:31
Da notare che, con la assenza di un partito chiamato Lega... abbiamo sia dato il PDL al 42% ma anche IDV al 10% e cercato di salvare Sinistra e Libertà e Rifondazione... (sinistra e libertà ha fatto una bella campagna)
91,61% dei seggi - CIRCOSCRIZIONE MERIDIONALE
http://img183.imageshack.us/img183/4883/exitv.png
Interessante che la somma dei due partiti di sx sia come la Lega :asd:
Scusate, ma sono solo sciocchezze. Dicevamo?
fg
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.