View Full Version : La delegittimazione della statistica
articolo interessante, a mio avviso analogo a certi fenomeni complottistici, molto diffusi su internet.
Statistiche per la fiducia perduta
MARIO DEAGLIO
Fino a tempi recentissimi nessun presidente del Consiglio si sarebbe permesso di contestare le informazioni statistico-economiche fornite dal governatore della Banca Centrale.
E di affermare che non corrispondono alla «conoscenza della realtà» del presidente stesso e che quindi implicitamente sono errate. Il dato statistico prodotto da fonti ufficiali era sacro, super partes, indiscutibile; e un contrasto istituzionale sui dati, o sulle elaborazioni di questi dati, sarebbe stato impensabile.
Tra i tanti segnali dell’imbarbarimento in atto, uno dei più importanti e dei più trascurati riguarda le statistiche: da un lato sempre più difficili da produrre, dall’altro sempre più deformate e stiracchiate, sempre meno analizzate nel dettaglio. Si tratta di un fenomeno che investe tutta l’economia globale: basti pensare che la crisi attuale ha rivelato l'esistenza di enormi flussi finanziari pressoché sconosciuti alle autorità che dovrebbero controllarli.
Per restare in Italia, le organizzazioni dei consumatori rifiutano i dati dell’Istat sull’inflazione e, per qualche tempo, hanno perfino cercato di produrre indici dei prezzi alternativi; il numero delle famiglie in povertà viene variamente misurato da diverse fonti; ci sono controversie sul numero degli abitanti relative alla stima degli immigrati clandestini; e perfino il numero dei morti è da considerare in discussione, dal momento che, secondo una «leggenda metropolitana», gli immigrati cinesi ufficialmente non muoiono mai perché chi muore viene fatto sparire e il suo documento di identità viene utilizzato da qualcun altro.
Il fenomeno ha caratteristiche generali: sempre più spesso, quando una statistica non ci piace tendiamo a dire che non rispecchia la realtà. Per questo, la crisi può essere considerata dal presidente del Consiglio soprattutto come uno stato d’animo da curare con un’iniezione di ottimismo e dall’opposizione come un processo che sta spaccando la società italiana da curare con sostanziosi interventi economici.
La perdita della fiducia condivisa nell’imparzialità e nella credibilità delle statistiche ufficiali ci sta privando rapidamente di un bene pubblico molto prezioso. In una società basata sui numeri, l’indiscutibilità delle statistiche ufficiali è uno dei fondamenti dell’accordo sociale che deve tener assieme il Paese. Metterle in discussione genera una crescente barbarie statistica nella quale il «valore notizia» di un dato passa largamente davanti alla sua affidabilità statistica. Invece di essere analizzate, le statistiche vengono banalizzate e sacrificate sull’altare del sensazionalismo.
Le statistiche ufficiali sono la base della «realtà ufficiale»; e se un Paese non crede alla propria «realtà ufficiale», perde una parte importante di se stesso. Il suo conoscersi e riconoscersi, la sua stessa identità sono legati all’accettazione generalizzata delle statistiche nazionali e dei metodi di rilevazione. La perdita di questa dimensione della realtà è presente in misura minore anche in altri Paesi, ma il venir meno di quest’accettazione è uno degli aspetti più pericolosi dello sfilacciamento italiano.
In luogo dei dati ufficiali ci costruiamo statistiche alternative, «sondaggi» e «previsioni» alle quali chiediamo di rassicurarci di un futuro radioso dietro l’angolo. La conoscenza oggettiva della realtà difficile e complessa delle economie delle società attuali sfuma rapidamente ed è possibile per tutti, a cominciare dai politici, costruirsi un Paese immaginario, pur basato sui numeri. Il fatto è che, purtroppo, i politici devono governare un Paese reale, del quale conoscono sempre meno e sempre peggio le misure.
mario.deaglio@unito.it
articolo interessante, a mio avviso analogo a certi fenomeni complottistici, molto diffusi su internet.
Statistiche per la fiducia perduta
MARIO DEAGLIO
Fino a tempi recentissimi nessun presidente del Consiglio si sarebbe permesso di contestare le informazioni statistico-economiche fornite dal governatore della Banca Centrale.
E di affermare che non corrispondono alla «conoscenza della realtà» del presidente stesso e che quindi implicitamente sono errate. Il dato statistico prodotto da fonti ufficiali era sacro, super partes, indiscutibile; e un contrasto istituzionale sui dati, o sulle elaborazioni di questi dati, sarebbe stato impensabile.
Tra i tanti segnali dell’imbarbarimento in atto, uno dei più importanti e dei più trascurati riguarda le statistiche: da un lato sempre più difficili da produrre, dall’altro sempre più deformate e stiracchiate, sempre meno analizzate nel dettaglio. Si tratta di un fenomeno che investe tutta l’economia globale: basti pensare che la crisi attuale ha rivelato l'esistenza di enormi flussi finanziari pressoché sconosciuti alle autorità che dovrebbero controllarli.
Per restare in Italia, le organizzazioni dei consumatori rifiutano i dati dell’Istat sull’inflazione e, per qualche tempo, hanno perfino cercato di produrre indici dei prezzi alternativi; il numero delle famiglie in povertà viene variamente misurato da diverse fonti; ci sono controversie sul numero degli abitanti relative alla stima degli immigrati clandestini; e perfino il numero dei morti è da considerare in discussione, dal momento che, secondo una «leggenda metropolitana», gli immigrati cinesi ufficialmente non muoiono mai perché chi muore viene fatto sparire e il suo documento di identità viene utilizzato da qualcun altro.
Il fenomeno ha caratteristiche generali: sempre più spesso, quando una statistica non ci piace tendiamo a dire che non rispecchia la realtà. Per questo, la crisi può essere considerata dal presidente del Consiglio soprattutto come uno stato d’animo da curare con un’iniezione di ottimismo e dall’opposizione come un processo che sta spaccando la società italiana da curare con sostanziosi interventi economici.
La perdita della fiducia condivisa nell’imparzialità e nella credibilità delle statistiche ufficiali ci sta privando rapidamente di un bene pubblico molto prezioso. In una società basata sui numeri, l’indiscutibilità delle statistiche ufficiali è uno dei fondamenti dell’accordo sociale che deve tener assieme il Paese. Metterle in discussione genera una crescente barbarie statistica nella quale il «valore notizia» di un dato passa largamente davanti alla sua affidabilità statistica. Invece di essere analizzate, le statistiche vengono banalizzate e sacrificate sull’altare del sensazionalismo.
Le statistiche ufficiali sono la base della «realtà ufficiale»; e se un Paese non crede alla propria «realtà ufficiale», perde una parte importante di se stesso. Il suo conoscersi e riconoscersi, la sua stessa identità sono legati all’accettazione generalizzata delle statistiche nazionali e dei metodi di rilevazione. La perdita di questa dimensione della realtà è presente in misura minore anche in altri Paesi, ma il venir meno di quest’accettazione è uno degli aspetti più pericolosi dello sfilacciamento italiano.
In luogo dei dati ufficiali ci costruiamo statistiche alternative, «sondaggi» e «previsioni» alle quali chiediamo di rassicurarci di un futuro radioso dietro l’angolo. La conoscenza oggettiva della realtà difficile e complessa delle economie delle società attuali sfuma rapidamente ed è possibile per tutti, a cominciare dai politici, costruirsi un Paese immaginario, pur basato sui numeri. Il fatto è che, purtroppo, i politici devono governare un Paese reale, del quale conoscono sempre meno e sempre peggio le misure.
mario.deaglio@unito.it
Ho smesso di credere nell'ISTAT quando, subito dopo l'ingresso nell'Euro, diceva che il tasso d'inflazione era in linea con quello degli anni precedenti.
Questo è il primo pdf che ho trovato, riprende i dati dell'ISTAT. La fonte non è ufficiale ma i dati mi sembrano in linea con quanto mi ricordo:
http://ernestoscontento.files.wordpress.com/2007/08/report-agosto-2007.pdf
Dal grafico a pagina 15 potrai vedere come il tasso d'inflazione dal 2000 al 2002 sia oscillato di solo mezzo punto (secondo l'ISTAT).
Nella realtà i prezzi erano raddoppiatio quasi.
Il tasso effettivo era a 2 cifre abbondanti, quello ufficiale al 2.5%.
pegasoalatp
06-06-2009, 16:18
Se parliamo di statistiche, per loro natura non sono un dato certo e sempre soggette a discrezioni,valutazioni e interpretazioni.
Considero la statistica un utile strumento pero' ben lontana dall' essere una scienza esatta.
Per esempio il famoso PIL viene spesso utilizzato come l' indicatore della ricchezza di un paese: pero' se vogliamo utilizzarlo come indicatore del benessere di un paese puo' non essere cosi' veritiero.
L' esempio famoso: un malato di tumore fa aumentare il PIL molto piu' di un uomo adulto in buona salute.
quelarion
06-06-2009, 16:29
il problema come al solito non é credere o meno a quello che uno studio statistico dá come risultato, ma essere capaci o meno di confutarlo.
Il dato ISTAT sull'inflazione dal 2000 al 2002 é fasullo, ce ne rendiamo conto, ma bisogna vedere come é stato calcolato, cosa é stato messo nel famoso "paniere" ISTAT.
Si puó quindi andare a vedere dove le cose non funzionano e perché il risultato sembra essere cosí poco in linea con la realtá.
Allo stesso modo il PdC, se vuole andare in giro dicendo che i dati di Draghi sono sbagliati, deve portare i suoi dati, fare un confronto e vedere chi dei due ha ragione.
Ma visto che il suo interesse non é dimostrare di avere ragione, ma delegittimare in questo caso la figura del governatore stesso, non lo fará mai.
Il problema, e qui sono d'accordo con quanto scritto nel primo post, é il fatto che le statistiche non vengono mai lette per quel che sono veramente, nel dettaglio, ma sono viste dal pubblico come il bignami sul paese.
Questo sistema si presta molto alla presentazione televisiva, dove spesso nei tg presentano cartelli con 3 percentuali credendo, o facendo credere, che quei numerelli spieghino tutto.
Ma cosí non si fa altro che leggere in maniera superficiale e snaturata il contenuto di una indagine.
Saró monotono, ma in questo conta molto l'ignoranza della gente.
Un giorno presenteranno la storia del mezzo pollo a testa al tg e tutti ci crederanno...
NetEagle83
06-06-2009, 16:46
Un giorno presenteranno la storia del mezzo pollo a testa al tg e tutti ci crederanno...
Che è 'sta roba? Ti prego spiegamela che son troppo curioso! :D
Freeskis
06-06-2009, 16:56
Che è 'sta roba? Ti prego spiegamela che son troppo curioso! :D
la statistica è quella scienza che dice che se io ho un pollo e tu ti muori di fame abbiamo mezzo pollo a testa :O
Che è 'sta roba? Ti prego spiegamela che son troppo curioso! :D
il pollo di Triussa
http://it.wikipedia.org/wiki/Trilussa
« Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due. »
(Trilussa, La Statistica)
NetEagle83
06-06-2009, 17:00
Grazie. :D
_Magellano_
06-06-2009, 17:01
Statisticamente ci sono 7 donne per ogni uomo,solo che per qualche strano motivo non stanno mai dove stanno gli uomini . :asd:
E' una battuta.
Tornando seri la penso come das anche se non sono informato quanto lui nei dati.
NetEagle83
06-06-2009, 17:02
Statisticamente ci sono 7 donne per ogni uomo,solo che per qualche strano motivo non stanno mai dove stanno gli uomini . :asd:
Sono tutte a villa Certosa... :asd:
_Magellano_
06-06-2009, 17:05
Sono tutte a villa Certosa... :asd::D
E' proprio vero,chi ha pane non ha denti. :D
Se parliamo di statistiche, per loro natura non sono un dato certo e sempre soggette a discrezioni,valutazioni e interpretazioni.
Considero la statistica un utile strumento pero' ben lontana dall' essere una scienza esatta.
Per esempio il famoso PIL viene spesso utilizzato come l' indicatore della ricchezza di un paese: pero' se vogliamo utilizzarlo come indicatore del benessere di un paese puo' non essere cosi' veritiero.
L' esempio famoso: un malato di tumore fa aumentare il PIL molto piu' di un uomo adulto in buona salute.
Questo é vero, ma non significa che le statistiche siano false.
E comunque mi pare che il problema non sia quello di interpretazione, ma il fatto che se un dato non piace, si delegitima la fonte.
La querelle sull'inflazione ne è un esempio. Invee di discutere nel merito, nello scomporre e analizzare i dati o eventualmente la metodologia, si é passati a sostenere complotti o altro.
yggdrasil
06-06-2009, 17:56
come si vede che chi denigra la statistica e il calcolo delle probabilità in quanto scienze non le ha mai studiate :rolleyes:
^TiGeRShArK^
06-06-2009, 18:04
Ho smesso di credere nell'ISTAT quando, subito dopo l'ingresso nell'Euro, diceva che il tasso d'inflazione era in linea con quello degli anni precedenti.
Questo è il primo pdf che ho trovato, riprende i dati dell'ISTAT. La fonte non è ufficiale ma i dati mi sembrano in linea con quanto mi ricordo:
http://ernestoscontento.files.wordpress.com/2007/08/report-agosto-2007.pdf
Dal grafico a pagina 15 potrai vedere come il tasso d'inflazione dal 2000 al 2002 sia oscillato di solo mezzo punto (secondo l'ISTAT).
Nella realtà i prezzi erano raddoppiatio quasi.
Il tasso effettivo era a 2 cifre abbondanti, quello ufficiale al 2.5%.
grazie al tuo mito che non ha fatto una BENEAMATA CEPPA per controllare che i commercianti non facessero i "furbetti". :)
Anzi, io direi anche grazie a te che lo voti. :)
pegasoalatp
06-06-2009, 18:14
come si vede che chi denigra la statistica e il calcolo delle probabilità in quanto scienze non le ha mai studiate :rolleyes:
Puoi anche studiare l' astrologia e i riti voodoo, ma da qui a considerarli scienza ne passa un pochino.
Statistica e probabilita' sono utili strumenti, ma non ti danno una conoscenza precisa e puntuale.
pegasoalatp
06-06-2009, 18:16
grazie al tuo mito che non ha fatto una BENEAMATA CEPPA per controllare che i commercianti non facessero i "furbetti". :)
Anzi, io direi anche grazie a te che lo voti. :)
Sembrava strano che non fosse entrato Berlusconi nella discussione.....
_Magellano_
06-06-2009, 18:39
Sembrava strano che non fosse entrato Berlusconi nella discussione.....Ha il dono dell' "obliquità" per certa gente :asd:
yggdrasil
06-06-2009, 18:40
Puoi anche studiare l' astrologia e i riti voodoo, ma da qui a considerarli scienza ne passa un pochino.
Statistica e probabilita' sono utili strumenti, ma non ti danno una conoscenza precisa e puntuale.
tu mi stai paragonando l'astrologia alla statistica? :sbonk:
pegasoalatp
06-06-2009, 18:49
tu mi stai paragonando l'astrologia alla statistica? :sbonk:
Ovviamente no, l' astrologia e' molto piu' divertente. :D
E' che per me la statistica e' quella del pollo di trilussa: ti da informazioni generali, ma non quelle precise che ti necessitano.:D
quelarion
06-06-2009, 19:16
Ovviamente no, l' astrologia e' molto piu' divertente. :D
E' che per me la statistica e' quella del pollo di trilussa: ti da informazioni generali, ma non quelle precise che ti necessitano.:D
ti dá anche un sacco di informazioni importanti e necessarie, ma se le sai leggere. Se uno si limita a andare appresso ai cartelli da telegiornale non capirá mai niente.
La statistica letta superficialmente é quella di Trilussa, ma ci sta molto di piú dietro, se uno ha la pazienza di andare a leggere e studiare.
Lo statistico è uno che si porta la bomba sull'aereo perché è statisticamente impossibile che ce ne siano due sullo stesso volo. [cit.] :D
Lo statistico è uno che si porta la bomba sull'aereo perché è statisticamente impossibile che ce ne siano due sullo stesso volo. [cit.] :D
questa non é di Luttazzi?:stordita:
questa non é di Luttazzi?:stordita:
Per quello c'è [cit.] alla fine. :cool:
entanglement
06-06-2009, 20:27
Puoi anche studiare l' astrologia e i riti voodoo, ma da qui a considerarli scienza ne passa un pochino.
Statistica e probabilita' sono utili strumenti, ma non ti danno una conoscenza precisa e puntuale.
allora perchè il berlusca, anzichè citare i sondaggi non cita l'oroscopo della gazzetta della martesana ?
:sbonk:
che mi tocca sentire
pegasoalatp
06-06-2009, 23:41
allora perchè il berlusca, anzichè citare i sondaggi non cita l'oroscopo della gazzetta della martesana ?
:sbonk:
che mi tocca sentire
E io che ne so ?? Chiedilo a lui
Effettivamente i suoi sondaggi paiono sempre affidabili. L'anticomunismo come scienza esatta :-)
http://books.google.it/books?id=ttJ5xpQX2MgC&printsec=frontcover&source=gbs_summary_s&cad=0
:O
yggdrasil
07-06-2009, 00:31
Ovviamente no, l' astrologia e' molto piu' divertente. :D
E' che per me la statistica e' quella del pollo di trilussa: ti da informazioni generali, ma non quelle precise che ti necessitano.:Dripeto: si vede che non hai mai studiato statistica e calcolo delle probabilità :rolleyes:
tanto per farti un esempio: i dati che si estrapolano da una indagine statistica non sono scelti a caso...
http://it.wikipedia.org/wiki/Test_di_verifica_d%27ipotesi
grazie al tuo mito che non ha fatto una BENEAMATA CEPPA per controllare che i commercianti non facessero i "furbetti". :)
Anzi, io direi anche grazie a te che lo voti. :)
Questa osservazione è sbagliata visto che anche all'estero i prezzi sono aumentati e non perchè me lo dice Berlusconi o la statistica ma perchè ci vado.
Inoltre è aliena da ciò di cui si sta parlando.
Ziosilvio
07-06-2009, 10:52
http://it.wikipedia.org/wiki/Mentire_con_le_statistiche
edizione italiana di:
http://en.wikipedia.org/wiki/How_to_Lie_with_Statistics
entanglement
07-06-2009, 13:29
http://it.wikipedia.org/wiki/Mentire_con_le_statistiche
edizione italiana di:
http://en.wikipedia.org/wiki/How_to_Lie_with_Statistics
questo vorrebbe dire che la statistica in generale non è affidabile ? possiamo tornare a casa tutti quanti allora
pegasoalatp
07-06-2009, 15:48
ripeto: si vede che non hai mai studiato statistica e calcolo delle probabilità :rolleyes:
tanto per farti un esempio: i dati che si estrapolano da una indagine statistica non sono scelti a caso...
http://it.wikipedia.org/wiki/Test_di_verifica_d%27ipotesi
NO.
io ho fatto facolta serie :O
yggdrasil
07-06-2009, 15:55
NO.
io ho fatto facolta serie :O
lo sapevo... eppure lo sai vero che ad esempio la polizia ordina gli stock di divise in base alla taglia e che la quantità di stock per ogni taglia è determinata dalla statistica?
killercode
07-06-2009, 16:07
Non è la prima volta che succede, qui sul forum non riuscite bene ad afferrare l'importanza della statistica. Cosa decisamente ironica visto che c'è gente che la usa per comandare le vostre vite :O
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