_Magellano_
06-06-2009, 11:31
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PERU': BATTAGLIA TRA INDIGENI E POLIZIA, OLTRE 30 MORTI
LIMA - Amazzonia in fiamme in Perù. Una violenta battaglia è scoccata alle cinque del mattino attorno alla 'Curva del diavolo' di una strada amazzonica nella regione di Bagua, 950 chilometri a nord est di Lima, quando un nugolo di poliziotti, anche ricorrendo agli elicotteri, ha cercato di sloggiare le centinaia di indigeni che la stavano occupando da una decina di giorni: ci sono già stati oltre 30 morti, tra i quali nove agenti, più di 50 feriti, molti dei quali per colpi d'arma da fuoco ed in condizioni gravi, ed un numero imprecisato di edifici pubblici incendiati dai dimostranti. Il ministro degli esteri José Antonio Garcia Belaunde ha anticipato che il governo si appresta a dichiarare il coprifuoco nella zona. Il presidente Alan Garcia ha deplorato l'accaduto e assicurato che il massimo dirigente degli indigeni Alberto Pizango "é ormai un delinquente" e, quest'ultimo, davanti ai giornalisti, lo ha accusato di "aver ordinato un genocidio". Una cruenta battaglia peraltro annunciata.
Due mesi fa, infatti, la comunità indigena della provincia di Utcubamba, almeno diecimila persone, ha cominciato a protestare chiedendo al governo di derogare un pacchetto di decreti che consentono le ricerche di petrolio e di gas nello loro terre ancestrali, adducendo che vulnerano i loro diritti e contaminano l'ambiente. Protesta che hanno approfondito dieci giorni fa, occupando oleodotti e bloccando in migliaia la 'Curva del diavolo'. Tant'é che, a Lima, la vertenza è diventata il centro di un contenzioso politico, ed oggi, legislatori filogovernativi e dell'opposizione, avrebbero dovuto affrontarlo in Parlamento. Nonostante ciò è scattato l'ordine di sloggiare gli indigeni. Anche con gli elicotteri. Che inizialmente sono ricorsi ai gas lacrimogeni, mentre a terra i dimostranti si sono difesi dagli agenti con sassi e bastoni. Poi gli spari. Secondo la polizia sono stati i dimostrati a sparare per primi contro un elicottero. "Sono stati loro ad attaccarci con armi da fuoco come se fossimo animali o delinquenti", ha invece assicurato Pizango. Che ha anche reso noto che è stato spiccato un mandato di cattura sia per lui che per altri dirigenti e chiesto "un'indagine internazionale" su quanto è accaduto. La situazione nella zona è ancora caotica. Legislatori dell'opposizione hanno chiesto l'intervento della Croce Rossa "per evitare situazioni peggiori".
Alan Garcia ha assicurato che dietro le proteste "vi sono interessi internazionali per impedire lo sviluppo del Perù". I dimostranti bloccano ancora strade della zona e alcuni punti degli oleodotti. Pizango ha assicurato: "Se la polizia ci attacca di nuovo, forse gli indigeni non torneranno ad occuparli". Dopo un bagno di sangue, forse uno spiraglio di via d'uscita. Che ci sia un complotto dietro tutto questo?
PERU': BATTAGLIA TRA INDIGENI E POLIZIA, OLTRE 30 MORTI
LIMA - Amazzonia in fiamme in Perù. Una violenta battaglia è scoccata alle cinque del mattino attorno alla 'Curva del diavolo' di una strada amazzonica nella regione di Bagua, 950 chilometri a nord est di Lima, quando un nugolo di poliziotti, anche ricorrendo agli elicotteri, ha cercato di sloggiare le centinaia di indigeni che la stavano occupando da una decina di giorni: ci sono già stati oltre 30 morti, tra i quali nove agenti, più di 50 feriti, molti dei quali per colpi d'arma da fuoco ed in condizioni gravi, ed un numero imprecisato di edifici pubblici incendiati dai dimostranti. Il ministro degli esteri José Antonio Garcia Belaunde ha anticipato che il governo si appresta a dichiarare il coprifuoco nella zona. Il presidente Alan Garcia ha deplorato l'accaduto e assicurato che il massimo dirigente degli indigeni Alberto Pizango "é ormai un delinquente" e, quest'ultimo, davanti ai giornalisti, lo ha accusato di "aver ordinato un genocidio". Una cruenta battaglia peraltro annunciata.
Due mesi fa, infatti, la comunità indigena della provincia di Utcubamba, almeno diecimila persone, ha cominciato a protestare chiedendo al governo di derogare un pacchetto di decreti che consentono le ricerche di petrolio e di gas nello loro terre ancestrali, adducendo che vulnerano i loro diritti e contaminano l'ambiente. Protesta che hanno approfondito dieci giorni fa, occupando oleodotti e bloccando in migliaia la 'Curva del diavolo'. Tant'é che, a Lima, la vertenza è diventata il centro di un contenzioso politico, ed oggi, legislatori filogovernativi e dell'opposizione, avrebbero dovuto affrontarlo in Parlamento. Nonostante ciò è scattato l'ordine di sloggiare gli indigeni. Anche con gli elicotteri. Che inizialmente sono ricorsi ai gas lacrimogeni, mentre a terra i dimostranti si sono difesi dagli agenti con sassi e bastoni. Poi gli spari. Secondo la polizia sono stati i dimostrati a sparare per primi contro un elicottero. "Sono stati loro ad attaccarci con armi da fuoco come se fossimo animali o delinquenti", ha invece assicurato Pizango. Che ha anche reso noto che è stato spiccato un mandato di cattura sia per lui che per altri dirigenti e chiesto "un'indagine internazionale" su quanto è accaduto. La situazione nella zona è ancora caotica. Legislatori dell'opposizione hanno chiesto l'intervento della Croce Rossa "per evitare situazioni peggiori".
Alan Garcia ha assicurato che dietro le proteste "vi sono interessi internazionali per impedire lo sviluppo del Perù". I dimostranti bloccano ancora strade della zona e alcuni punti degli oleodotti. Pizango ha assicurato: "Se la polizia ci attacca di nuovo, forse gli indigeni non torneranno ad occuparli". Dopo un bagno di sangue, forse uno spiraglio di via d'uscita. Che ci sia un complotto dietro tutto questo?