View Full Version : L'ASSE BERLUSCONI - ENI - PUTIN NEL MIRINO DI OBAMA
L’ ASSE BERLUSCONI – ENI - PUTIN NEL MIRINO DI OBAMA
DI FAUSTO CARIOTI
aconservativemind.blogspot.com/
http://www.comedonchisciotte.org/images/berlusconiputin_1765_img.jpg
L’ipotesi del “complotto” internazionale ai danni del presidente del Consiglio inizia a farsi largo anche tra chi non ha grandi simpatie per Silvio Berlusconi. Tipo Lucia Annunziata, che ieri sulla Stampa ha parlato del possibile “complotto Bilderberg (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6003&ID_sezione=&sezione=)”: un club dei potenti della terra che si riunisce ogni anno sotto la guida spirituale di Henry Kissinger e traccia l’indirizzo che dovrà prendere il mondo nei dodici mesi seguenti. Inutile dire che l’impronta del circolo è spiccatamente anglosassone. Tanto più lo è stata quest’anno (l’incontro è avvenuto a cavallo della metà di maggio), grazie alla presenza di numerosi plenipotenziari della diplomazia statunitense. E dato che il governo italiano è visto a Washington come la testa di ponte mediterranea della Russia di Vladimir Putin e Dmitry Medvedev, la quale oggi è ai ferri corti con gli Stati Uniti tanto quanto lo era ai tempi di George W. Bush, la voglia di tirare le somme e dire che per la Casa Bianca (e per il “circolo Bilderberg”) Berlusconi è un ostacolo da rimuovere è forte.
I fedelissimi del premier, che pure sentono l’aria farsi pesante attorno al capo, per ora preferiscono puntare l’indice altrove. Tipo Niccolò Ghedini, che dice di vedere in atto «una forma di strategia di isolamento dell’Italia» e la imputa alla voglia di certi “poteri economici” di bloccare la Fiat nel momento in cui sta cercando di diventare una multinazionale dell’automobile. Ma è una lettura che rischia di peccare di ingenuità. Ciò che sta creando problemi agli Stati Uniti, infatti, non è la Fiat, ma la politica estera ed energetica italiana. In particolare, l’asse tra Berlusconi e Putin, cementato dalle intese tra Eni e Gazprom.
Questo quotidiano per primo aveva scritto (http://aconservativemind.blogspot.com/2008/11/un-passo-dalla-crisi-diplomatica-con.html), sei mesi fa, che Berlusconi era riuscito a «portare l’Italia nella sfera d’influenza del Cremlino e allontanarla dall’orbita americana». Oggi lo stesso concetto appare tra le righe dei commentatori di sinistra. La situazione, da allora, si è persino fatta più complicata. Perché all’epoca alla scrivania dello studio ovale della Casa Bianca sedeva Bush, un amico del nostro presidente del consiglio. Con il quale i rapporti politici erano stati molto meno idilliaci di quanto destra e sinistra volessero far credere (lo scorso settembre il vicepresidente americano Dick Cheney era venuto a Roma per criticare l’appoggio dato da Berlusconi all’operazione militare russa in Georgia), ma il feeling personale era sempre rimasto solido. Con l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca il governo italiano ha dovuto ricominciare da zero, e non è impresa facile. Anche perché Obama è personaggio freddo, calcolatore, che alla politica dei rapporti personali preferisce di gran lunga la realpolitik degli interessi. Così l’Italia, che più di tanto non ha da dare agli Stati Uniti, è stata messa nella “seconda fascia” degli alleati europei, quelli meno importanti. Stessa sorte toccata alla Spagna di José Luis Zapatero, a dimostrazione del fatto che con Obama non conta essere di destra o di sinistra, ma solo quello che puoi dare alla causa statunitense.
E l’Italia, in questo momento, sta dando soprattutto rogne. L’ultima è di pochi giorni fa. Al dipartimento di Stato americano, dove le mosse dell’Eni sono seguite con attenzione - e non certo da oggi - non è passato inosservato l’accordo siglato il 15 maggio (proprio mentre in un hotel di Atene era in corso il summit del “club Bilderberg”) tra Eni e Gazprom, ultima grande intesa strategica tra le due aziende che fanno capo al governo italiano e quello russo. L’accordo prevede che la portata del gasdotto South Stream, attraverso il quale nel 2015 il gas russo arriverà copioso in Europa e soprattutto in Italia, aumenti da 31 miliardi di metri cubi l’anno a 63 miliardi. Quanto basta, in teoria, per fornire all’Italia i quattro quinti del suo fabbisogno di metano. L’enorme infrastruttura minaccia di uccidere il gasdotto rivale, Nabucco, quando questo è ancora in fase di progettazione. E Nabucco è fortemente voluto dall’amministrazione statunitense, perché farebbe arrivare in Europa il gas di Turkmenistan, Kazakistan e Paesi vicini, sottraendolo al controllo russo. La Ue sarebbe meno dipendente dal gas del Cremlino, la Russia perderebbe potere politico nei confronti dell’Europa (oltre a una quantità di soldi difficile da quantificare) e gli Stati Uniti incasserebbero una bella vittoria nello scacchiere della geopolitica.
Il problema, appunto, è costituito da governo italiano ed Eni. Che a parole appoggiano ambedue i progetti, ma in realtà hanno a cuore soprattutto quello che li lega alla Russia e a Gazprom. Paolo Scaroni, amministratore delegato del cane a sei zampe, ormai dice apertamente di non credere più al progetto sponsorizzato dagli Stati Uniti. «Nabucco decollerà solo quando avrà il gas di Turkmenistan, Kazakistan e forse dell’Iran. Da quanto ho letto, questo non accadrà», ha detto Scaroni dopo l’accordo con Gazprom. Lui stesso, pochi giorni prima, siglando la maxi-intesa con i russi, aveva detto che dietro all’ampliamento della capacità di trasporto del gasdotto c’è «un grande significato politico, perché tutto questo gas arriverà in Europa senza dover più passare dal territorio dell’Ucraina». Troppo dipendenti dal gas russo? Affatto: in quelle stesse ore, Berlusconi commentava che «dovremmo essere felici che un paese amico ci dia la possibilità di avere l’energia di cui abbiamo bisogno». L’Unione europea (e gli Stati Uniti) avrebbero preferito invece mantenere in gioco l’Ucraina. A marzo, proprio per questo motivo, la Ue aveva siglato un’intesa con il governo di Kiev per ammodernare i gasdotti ucraini. «Una perdita di tempo e di mezzi finanziari», aveva commentato Scaroni, perché quell’intesa escludeva «chi il gas lo produce, cioè la Russia».
Insomma, le certezze sono che il patto tra Roma e Mosca è davvero d’acciaio, e che l’intesa non è solo economica, ma - per ammissione dei protagonisti - politica. Questo per Washington è un problema. Fino a che punto l’amministrazione Obama intenda spingersi e fin dove possa arrivare, è tutto da vedere. Ma alla Casa Bianca non sono mai andati troppo per il sottile quando si tratta di avere il controllo degli idrocarburi. E credere che certe abitudini siano tramontate solo perché adesso comanda un afroamericano democratico rischia di rivelarsi un errore fatale.
Fausto Carioti
Fonte: http://aconservativemind.blogspot.com/
Link: http://aconservativemind.blogspot.com/2009/05/lasse-berlusconi-eni-putin-nel-mirino.html
29.05.2009
© Libero (http://www.libero-news.it/). Pubblicato il 29 maggio 2009.
L'ombra del complotto (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6003&ID_sezione=&sezione=)
LUCIA ANNUNZIATA
http://www.storace.it/wp-content/uploads/2009/04/annunziata1.jpg
Si scrive «Bilderberg», e si legge «Complotto». L’incontro annuale del gruppo che riunisce circa 150 degli uomini più influenti del pianeta (italiani inclusi).
Bilderberg, che prende il nome dall’hotel olandese dove ne avvenne la fondazione nel 1954, ha attirato anche quest’anno (fra il 14 e il 17 maggio) l’attenzione di sempre. Con una notevole eccezione. Dal blog degli appassionati dei complotti mondiali (tipo infowars) stavolta l’attenzione è trasmigrata sull’autorevole quotidiano Politico.com iniziando a Washington una vera e propria caccia alla conferma o no dei presenti in Grecia.
L’interesse è dovuto al fatto che all’incontro, tenutosi presso Atene nell’Hotel Astir Palace, ha partecipato un gruppo di rappresentanti di alto livello dell’Amministrazione Obama, fra cui Richard Holbrooke, inviato sulla questione Pakistan-Afghanistan, e James Steinberg, vicesegretario di Stato. La presenza di membri di un’Amministrazione Usa in queste riunioni non è inusuale - dopotutto è Henry Kissinger il grande padre di questa specie di fondazione. Ma che in questa tradizione si calasse anche l’Amministrazione Obama, considerata così di rottura, questa volta ha fatto notizia.
È solo un dettaglio, dopotutto. Ma utile a far avvertire un clima. Sotto la superficie più o meno tranquilla con cui guida la sua nave il presidente americano Barack Obama, i cambi e le decisioni avviate da Washington sono tutti a pelle scoperta. In patria e altrove. Né potrebbe essere diversamente. La macchina della politica Usa, accelerata dal fuoco di combustione della crisi economica, alimenta dubbi e domande, in moltissimi Paesi. Rientra così in scena la vecchia ombra - quella dei complotti internazionali, che è sempre il sostituto per ogni mancanza di certezze.
Non sarà sfuggito a molti che in queste ultime settimane alcuni quotidiani italiani riportano voci che il nostro governo teme un «complotto» appunto, che nasce negli Usa e nel mondo anglosassone in generale. E di cui i numerosi attacchi di vari quotidiani stranieri potrebbero essere, si dice, uno specchio.
Il complotto è un’ombra che tradizionalmente si avverte nella politica italiana. Vi hanno fatto ricorso Andreotti e ambienti socialisti per Mani Pulite. La sinistra vi ha attinto a piene mani per molti dei suoi problemi. Oggi però pare rispuntare anche dentro il centrodestra, sostenendo che a ledere il rapporto fra Usa e Italia sia l’eccessiva vicinanza dell’attuale premier Silvio Berlusconi al premier russo Putin.
Accantonando, tuttavia, le ricostruzioni fantasiose, di cui sempre i complotti fanno parte, è possibile ascoltare alcune segnalazioni interessanti da voci dentro un paio di think tank in Usa e in Gran Bretagna. La questione Putin, si dice, è senza dubbio molto sentita in Inghilterra. E non da ora. Si vada ad esempio a recuperare un vecchio articolo dell’Economist del 7 novembre 2008, cioè pochi giorni dopo l’elezione di Obama. Il titolo è da messa in guardia: «Per Obama non c’è verso di ignorare Putin», e in un passaggio vi si legge che «alcuni leader europei, dopo la vittoria di Obama, aumentano le proprie scommesse sulla Russia. Silvio Berlusconi, il presidente italiano gaffeur, ha fatto una visita a Mosca dall’interessante scelta di tempi (intriguingly timed visit to Moscow, nel testo, nda) ed ha dato vita a una controversia riferendosi ad Obama come “giovane, bello e abbronzato”». L’articolo prosegue definendo l’Italia «uno dei Paesi che si sono avvicinati a Mosca molto più di quanto Washington desideri, a partire dalla crisi in Georgia».
Da allora molto tempo è passato, ma non è mai venuta meno la «specialità» di alcuni rapporti dell’Italia - quello con la Russia, e anche quello con l’Iran, come ci ha ricordato la recente cancellata visita di Frattini.
Non è questione di «abbronzato» ovviamente, si dice dalla sponda americana di uno dei think tank di Washington. «È piuttosto questione di distanza siderale» nel come si guarda oggi alle relazioni internazionali. Anche qui, eliminando ogni ridicolo cenno ai complotti, basta guardare all’agenda delle visite Usa-Europa. Nei primi fatidici cento giorni l’Italia non è stata mai inclusa in nessuna delle visite ufficiali, né del Presidente Obama, né del segretario di Stato americano.
L’assenza di questo passaggio - che sarà certamente recuperato con la visita del G8 - è stata notevolmente esposta proprio nel tanto celebrato primo viaggio europeo organizzato a più mani e più voci dall’amministrazione Usa in Europa. Come si ricorderà, il vicepresidente Biden scelse come sua tappa Bruxelles, mentre il Segretario di Stato Clinton, arrivata in Europa dall’Estremo Oriente, è passata per Sharm el Sheik in Egitto, per poi andare a Bruxelles, in Svizzera (per un incontro con i russi) e infine in Turchia. Obama invece ha fatto Londra, Francia, Germania e Praga. Non si trattò di un’alzata di spalle verso l’Italia, si disse. E infatti non fu uno sgarbo personale, dal momento che altre nazioni non vennero incluse. Ma in quegli itinerari c’è una logica: gli Usa attuali si rapportano all’Europa innanzitutto come istituzione collettiva, in cui privilegiare solo i rapporti con le nazioni più forti. E intendono avere con l’Europa rapporti chiari, ma non più di divisione di ruoli. Hillary Clinton, ad esempio, all’Europa diede un’indicazione chiara: unità transatlantica, ma nessun «messaggio doppio» in rapporti delicati e controversi con altri Paesi. L’avvertimento aveva a che fare con Russia e Iran, come poi si è ben visto.
A proposito: l’unico incontro fra un rappresentante Usa, la Clinton, e il nostro premier, Silvio Berlusconi, è stato a Sharm el Sheik.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6003&ID_sezione=&sezione=
dantes76
30-05-2009, 15:57
che il nano d'arcore abbia fatto gli interessi del comunista; non vi e' alcun dubbio.
che il nano d'arcore abbia fatto gli interessi del comunista; non vi e' alcun dubbio.
Quale comunista?:confused:
dantes76
30-05-2009, 16:04
Quale comunista?:confused:
come posso spiegartelo, quello che circa 18 mesi fa', come naturalmente ben saprai, poco ci mancava e mandava i soldati a tallin per la questione del soldato del memoriale dell'armata rossa, che glii estoni volevano estirpare, un momunetone con un bel simbolo con falce e martello... ci furono un bel po di feriti e qualche morto...
come posso spiegartelo, quello che circa 18 mesi fa', come naturalmente ben saprai, poco ci mancava e mandava i soldati a tallin per la questione del soldato del memoriale dell'armata rossa, che glii estoni volevano estirpare, un momunetone con un bel simbolo con falce e martello... ci furono un bel po di feriti e qualche morto...
Aveva più che ragione. Si tratta di difendere a tutti i costi i simboli della Grande Guerra Patriottica.
dantes76
30-05-2009, 16:08
Aveva più che ragione. Si tratta di difendere a tutti i costi i simboli della Grande Guerra Patriottica.
simbolo di occupazione COMUNISTA, SIMBOLO DI COMUNISTI. SOLO DEI COMUNISTI POSSONO DIFENDERE SIMBOLI COMUNISTI
http://sites-of-memory.de/images/tallinnsovietsoldier06.JPG
Dal punto di vista dei Russi, la statua stà a simboleggiare l'opera dei soldati dell'Armata Rossa per difendere le repubbliche Baltiche dall'invasione nazista.
NetEagle83
30-05-2009, 16:15
Vuoi vedere che alla fine sarà la CIA a toglierci il berlusca dalle balle? :asd:
dantes76
30-05-2009, 16:15
Dal punto di vista dei Russi, la statua stà a simboleggiare l'opera dei soldati dell'Armata Rossa per difendere le repubbliche Baltiche dall'invasione nazista.
difendere delle repubbliche che avevano invaso a loro volta? ma come sono gentili...
quella statua rappresenta oppressione non liberazione.
difendere delle repubbliche che avevano invaso a loro volta? ma come sono gentili...
quella statua rappresenta oppressione non liberazione.
Fino a prova contraria, la storia la scrive chi vince.:D
Vuoi vedere che alla fine sarà la CIA a toglierci il berlusca dalle balle? :asd:
Confido che, nell'interesse della Santa Madre Russia, FSB difenda l'Italia.
Qui non si tratta di Berlusconi, ma del futuro delle riserve energetiche dell'Italia.
NetEagle83
30-05-2009, 16:28
Confido che, nell'interesse della Santa Madre Russia, FSB difenda l'Italia.
Qui non si tratta di Berlusconi, ma del futuro delle riserve energetiche dell'Italia.
Tanto stai tranquillo che gli USA non si farebbero scrupoli ad attuare un attacco frontale all'Italia se lo ritenessero necessario. Non con le bombe magari... ma con armi molto più sofisticate e sottili (tipo l'Economia). E forse sarebbe anche peggio...
Tanto stai tranquillo che gli USA non si farebbero scrupoli ad attuare un attacco frontale all'Italia se lo ritenessero necessario. Non con le bombe magari... ma con armi molto più sofisticate e sottili (tipo l'Economia). E forse sarebbe anche peggio...
Da quando occupano questo paese, gli anglosassoni non si sono fatti mai scrupolo. 60 anni e sono ancora qui a schiacciarci sotto il loro tallone. Siano dannati all'inferno.
gigio2005
30-05-2009, 16:36
ricordo male o appena dopo la sua vittoria obama era stato definito "un clone di berlusconi"?
com'e' adesso tutta sta merda spalata sul negro? :D
dantes76
30-05-2009, 16:40
Confido che, nell'interesse della Santa Madre Russia, FSB difenda l'Italia.
Qui non si tratta di Berlusconi, ma del futuro delle riserve energetiche dell'Italia.
veramente se a qualcuno fosse interessato qualcosa, invece di puntare su southstream, qualcuno avrebbe puntato su nabucco...
ps: io punto separatamente sul mossad e sui ceceni:)
dantes76
30-05-2009, 16:41
Fino a prova contraria, la storia la scrive chi vince.:D
e infatti il memoriale russo e' stato tolto.. con grande soddisfazione un simbolo dell'occupazione comunista e stato tolto; ora puoi continuare la rampicata.
NetEagle83
30-05-2009, 16:42
ricordo male o appena dopo la sua vittoria obama era stato definito "un clone di berlusconi"?
com'e' adesso tutta sta merda spalata sul negro? :D
Sai una cosa? Sto cominciando a credere che, per quanto potere abbia il presidente degli Stati Uniti (come figura intendo), non sia lui ad avere l'ultima parola in certe questioni...
Secondo me Obama, a prescindere dal fatto che sia un buon presidente o meno, verrà schiacciato dalle pressioni conseguenti alla sua carica, e magari alla fine verrà sputato fuori e usato come capro espiatorio...
dantes76
30-05-2009, 16:46
ricordo male o appena dopo la sua vittoria obama era stato definito "un clone di berlusconi"?
com'e' adesso tutta sta merda spalata sul negro? :D
ah bei tempi quando: "noi siamo con l'america ancor prima che l'america decida cosa fare"
e fu così che il piccolo pinocchio, resosi ridicolo, eclatante, attaccabile, avendo egli preteso di essere un bambino con una testa autonoma e libero da condizionamenti divenne inutile se non pericoloso.
... e magiafuoco lo usò per la stufa, incurante del suo amore per la fattina dai capelli color del grano.
Sai una cosa? Sto cominciando a credere che, per quanto potere abbia il presidente degli Stati Uniti (come figura intendo), non sia lui ad avere l'ultima parola in certe questioni...
Secondo me Obama, a prescindere dal fatto che sia un buon presidente o meno, verrà schiacciato dalle pressioni conseguenti alla sua carica, e magari alla fine verrà sputato fuori e usato come capro espiatorio...
ogni buon pinocchio, indipendentemente dal colore del suo vestitino e dalla parte più o meno rilevante interpretata nel teatrino dei burattini è utile anche quando alla fine finisce nella stufa di mangiafuoco...
27.05.2009 - Il grande gioco
In un periodo in cui l'Italia sta facendo molte scelte difficili, l'intera opinione pubblica italiana sembra totalmente catturata dagli scoop di gossip che ormai sono giunti anche in Parlamento lasciando nella penombra le grandi problematiche internazionali. D'altronde, gli interessi in ballo sono molto elevati, ne va dell'equilibrio delle forze politiche internazionali, così non ci meravigliamo se oggi il Primo Ministro italiano viene attaccato da campagne mediatiche scandalistiche. (Foto: AP)
(avatar)
In un periodo in cui l'Italia sta facendo molte scelte difficili, l'intera opinione pubblica italiana sembra totalmente catturata dagli scoop di gossip che orami sono giunti anche in Parlamento lasciando nella penombra le grandi problematiche internazionali. Da una parte c'è l'OPEC del gas, nel cui progetto l'Italia potrebbe essere un partner valido anche se esterno, e dall'altra parte c'è il petrolio, le lobbies del nucleare che non vogliono dividere il mercato dell'energia. Nei fatti, i petrolieri si sentono ancora una volta minacciati, il gioco è questo, e adesso le guerre contro il nucleare e pro-carbone pulito sono vicende tra di loro collegate. In questo confronto geopolitico, il ruolo dei media torna ad essere rilevante in quanto va a creare una distorsione di informazione e di percezione tra l'opinione pubblica di quello che accade, contro lo stesso interesse del Paese. La crisi dell'editoria rende i quotidiani ancora più assetati e ben disposti a manovre di propaganda, per allontanare lo spettro del fallimento, orchestrando così una vera e propria gara di diffamazione gratuita che sta andando oltre il senso civile. Essendo un "grande gioco" l'Italia sembra essere tornata a tutti gli effetti al tempo di Enrico Mattei, quando il Time e lo stesso Indro Montanelli, costruirono polemiche e attacchi mediatici contro l'ENI in difesa degli interessi dei gruppi petroliferi americani.
Il ruolo dell'Italia si incastra nel tavolo diplomatico a circuito chiuso tra Iran e Russia, sul quale si negozia gas e nucleare: per dare a Gazprom e ad ENI le risorse energetiche di cui necessitano per dare basi solide ai prossimi progetti di gasdotti, Teheran sta esercitando delle forti pressioni per avere il nucleare, e con esso esercitare la sua influenza politica sull'itera area del Medioriente. Delle vere e proprie scatole cinesi, sulla cui costruzione molte sono le forze esterne che stanno agendo. Lo stesso Ahmadinejad, affermando che non esiste alcun rapporto fra l'annullamento della missione di Frattini e il test missilistico, lascia intendere che l'Italia ha agito in tal modo "perchè sotto la pressione di altri", precisando che il Ministro degli esteri ha deciso di annullare la visita dopo aver insistito nel tenere l'incontro. Inoltre Teheran esclude che stia avendo un qualche colloquio sul nucleare al di fuori dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) , mentre rilancia il dialogo con Barack Obama. È chiaro che gli interessi in ballo sono molto elevati, ne va dell'equilibrio delle forze politiche internazionali. Così non ci meravigliamo se oggi il Primo Ministro italiano viene attaccato da campagne mediatiche scandalistiche, proprio come avvenne per Bill Clinton, costretto poi a bombardare l'Iraq per placare le polemiche che avevano incendiato la Casa Bianca.
Il punto chiave per capire cosa sta accadendo è ricordare che le compagnie multinazionali hanno un loro governo e hanno gente all'interno delle istituzioni - pur non riconoscendo alcuna autorità sovrana - per scrivere a tavolino quello che viene definito ordine mondiale, o anche pianificazione dello sviluppo della ricchezza . Di fatti, gli utili derivanti dalla creazione e dallo sfruttamento della rete delle pipeline, sono il risultato di un complicatissimo sistema di società e paesi offshore, che non fa altro che alzare il prezzo, per avere un tavolo su cui spartirsi i soldi e pagare "tangenti" ai Governi, ai partiti e ai quotidiani. Tutti questi elementi sono essenziali per interpretare cosa sta accadendo in Italia, dopo che Governo, magistratura e Vaticano sembrano essere totalmente focalizzati su una "questione morale" di principio, senza avere nei fatti nessuna prova. Berlusconi, non essendo il Presidente degli Stati Uniti deve accontentarsi di semplice "informazione spazzatura", che a lungo andare si ritorcerà contro gli stessi quotidiani, che avranno perso la propria affidabilità e credibilità, oltre che imparzialità.
Se da una parte vi è l'Europa che vuole una certa autonomia decisionale, per riprendere possesso della propria sovranità, dall'altra vi sono le istituzioni centralizzate di Bruxelles e poi di Washington che sembrano remare totalmente contro. Lo stesso Barak Obama ha deciso così di chiudere in parte il passato, smantellando paradisi fiscali e i grandi progetti falliti, per controllare sempre più da vicino il mondo, mentre cerca di dare una boccata d'ossigeno al suo Paese in bancarotta. Nel frattempo, siamo di nuovo qui a parlare di energia nucleare, all'indomani dello sviluppo di nuovi ed importanti scenari, con nuove ed importati decisioni. D'altra parte, ogni qual volta vi sono delle scelte decisive, si aggredisce e si attacca il proprio nemico invisibile. Il metodo è sempre lo stesso, ma indica pur sempre una falla del sistema. Chi si sente davvero forte non teme i piccoli avversari e non spende soldi per finanziare la sua fine, per cui o non è così forte come vuole far credere, o i suoi avversari non sono poi così piccoli.
Michele Altamura
http://italia.etleboro.com/?read=25619
difendere delle repubbliche che avevano invaso a loro volta? ma come sono gentili...
quella statua rappresenta oppressione non liberazione.
che strani personaggi ... urlano al comunista fino a quando questi non li riempie di soldi e promesse ..
prostituzione ideologica per questi berluscones ?
che strani personaggi ... urlano al comunista fino a quando questi non li riempie di soldi e promesse ..
prostituzione ideologica per questi berluscones ?
Non capisci
Non è che se uno ha la falce e il martello è un comunista e uno che non ce l' ha non lo è
Bisogna vedere bene
Perchè i veri comunisti non si fanno notare
Si nascondono
Inneggiano ai giudici invece che a Stalin
Ma san Silvio sa ... e li vede ... e te li indica ... ti mostra la strada verso la salvezza
Fidati di Silvio
Lui ti dirà quali sono i veri comunisti , lupi travestiti da agnelli , veri stalinisti che si proclamano di destra come Di Pietro e il Times
Putin è un amico invece
Lui è sempre stato un grande liberale e democratico
Non vedi come i russi sono così felici di votarlo ?
Non vedi come le TV russe ne parlano così bene ?
E' perchè lo amano alla follia
Quelli che non lo amano sono persone cattive che hanno brutte frequentazioni e finiscono spesso male
Come Anna Politkovskaja , chissà quali mafiosi e delinquenti ha conosciuto e insultato per farsi ammazzare così
Oppure Alexander Litvinenko ucciso dai suoi amici per gettare discredito sul grande condottiero russo amato dal popolo
ecco , quei due lì erano dei veri comunisti , perchè odiavano il popolo e la democrazia
Il comunista si vede perchè protesta sempre invece di amare il suo grande condottiero democratico e amatissimo che ha sempre il 99% dei consensi
Il comunista ha sempre tempo da perdere per parlare notizie di gossip e di sentenze eversive che sono talmente inutili che nei TG non si vedono mai
Il comunista sparge odio e cerca di rovesciare la democrazia
Ecco , quelli sono i comunisti veri , Putin non è come loro
è ormai evidente che è in atto una congiura mondiale delle potenze demo-pluto-massoniche, votate silvio per salvarlo :asd:
Non capisci
Non è che se uno ha la falce e il martello è un comunista e uno che non ce l' ha non lo è
Bisogna vedere bene
Perchè i veri comunisti non si fanno notare
Si nascondono
Inneggiano ai giudici invece che a Stalin
Ma san Silvio sa ... e li vede ... e te li indica ... ti mostra la strada verso la salvezza
Fidati di Silvio
Lui ti dirà quali sono i veri comunisti , lupi travestiti da agnelli , veri stalinisti che si proclamano di destra come Di Pietro e il Times
Putin è un amico invece
Lui è sempre stato un grande liberale e democratico
Non vedi come i russi sono così felici di votarlo ?
Non vedi come le TV russe ne parlano così bene ?
E' perchè lo amano alla follia
Quelli che non lo amano sono persone cattive che hanno brutte frequentazioni e finiscono spesso male
Come Anna Politkovskaja , chissà quali mafiosi e delinquenti ha conosciuto e insultato per farsi ammazzare così
Oppure Alexander Litvinenko ucciso dai suoi amici per gettare discredito sul grande condottiero russo amato dal popolo
ecco , quei due lì erano dei veri comunisti , perchè odiavano il popolo e la democrazia
Il comunista si vede perchè protesta sempre invece di amare il suo grande condottiero democratico e amatissimo che ha sempre il 99% dei consensi
Il comunista ha sempre tempo da perdere per parlare notizie di gossip e di sentenze eversive che sono talmente inutili che nei TG non si vedono mai
Il comunista sparge odio e cerca di rovesciare la democrazia
Ecco , quelli sono i comunisti veri , Putin non è come loro
mi hai convinto , mi autodenuncio come psicocriminale !
quel che è giusto è giusto ... : grande fratello !
painofsalvation
24-04-2010, 21:57
difendere delle repubbliche che avevano invaso a loro volta? ma come sono gentili...
quella statua rappresenta oppressione non liberazione.
come i palestinesi vedono come oppressori ed invasori i tizi che hanno piantato la bandiera che hai in firma sul loro paese? http://photos-f.ak.fbcdn.net/photos-ak-snc1/v1952/98/87/695336107/n695336107_1140886_8947.jpg
;)
eh, tutti finocchi col culo degli altri...
dantes76
24-04-2010, 22:03
Che bello rilggermi.. che bello avere ragione..:D
dantes76
24-04-2010, 22:04
come i palestinesi vedono come oppressori ed invasori i tizi che hanno piantato la bandiera che hai in firma sul loro paese? http://photos-f.ak.fbcdn.net/photos-ak-snc1/v1952/98/87/695336107/n695336107_1140886_8947.jpg
;)
eh, tutti finocchi col culo degli altri...
veramente gli unici oppressori dei palestinesi sono quelli di hamas, gli ultimi 4 sono stati condannati a morte, eprche' dichiarati collaborazionisti dello Stato Israeliano..
che bello rileggermi..
dantes76
24-04-2010, 22:06
Cazzarola! cercavo quella cosa del memotriale russo.. , la cercavo oggi per inculamemi dei berluscones..
ti ringrazio:D
passa da hamas, lui sapra' come' ripagarti..
painofsalvation
24-04-2010, 22:11
veramente gli unici oppressori dei palestinesi sono quelli di hamas, gli ultimi 4 sono stati condannati a morte, eprche' dichiarati collaborazionisti dello Stato Israeliano..
che bello rileggermi..
http://2.bp.blogspot.com/_qF5SGx8dNAI/S8XmVHPSGFI/AAAAAAAABB0/POEkYwnFaMw/s400/israele-nucleare.jpg
dantes76
24-04-2010, 22:13
http://2.bp.blogspot.com/_qF5SGx8dNAI/S8XmVHPSGFI/AAAAAAAABB0/POEkYwnFaMw/s400/israele-nucleare.jpg
io se fossi in te, e grazie al tuo dio non lo sono, mi trasferirei in iran, a farei da scudo umano..
dantes76
24-04-2010, 22:14
L’ ASSE BERLUSCONI – ENI - PUTIN NEL MIRINO DI OBAMA
DI FAUSTO CARIOTI
aconservativemind.blogspot.com/
http://www.comedonchisciotte.org/images/berlusconiputin_1765_img.jpg
L’ipotesi del “complotto” internazionale ai danni del presidente del Consiglio inizia a farsi largo anche tra chi non ha grandi simpatie per Silvio Berlusconi. Tipo Lucia Annunziata, che ieri sulla Stampa ha parlato del possibile “complotto Bilderberg (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6003&ID_sezione=&sezione=)”: un club dei potenti della terra che si riunisce ogni anno sotto la guida spirituale di Henry Kissinger e traccia l’indirizzo che dovrà prendere il mondo nei dodici mesi seguenti. Inutile dire che l’impronta del circolo è spiccatamente anglosassone. Tanto più lo è stata quest’anno (l’incontro è avvenuto a cavallo della metà di maggio), grazie alla presenza di numerosi plenipotenziari della diplomazia statunitense. E dato che il governo italiano è visto a Washington come la testa di ponte mediterranea della Russia di Vladimir Putin e Dmitry Medvedev, la quale oggi è ai ferri corti con gli Stati Uniti tanto quanto lo era ai tempi di George W. Bush, la voglia di tirare le somme e dire che per la Casa Bianca (e per il “circolo Bilderberg”) Berlusconi è un ostacolo da rimuovere è forte.
I fedelissimi del premier, che pure sentono l’aria farsi pesante attorno al capo, per ora preferiscono puntare l’indice altrove. Tipo Niccolò Ghedini, che dice di vedere in atto «una forma di strategia di isolamento dell’Italia» e la imputa alla voglia di certi “poteri economici” di bloccare la Fiat nel momento in cui sta cercando di diventare una multinazionale dell’automobile. Ma è una lettura che rischia di peccare di ingenuità. Ciò che sta creando problemi agli Stati Uniti, infatti, non è la Fiat, ma la politica estera ed energetica italiana. In particolare, l’asse tra Berlusconi e Putin, cementato dalle intese tra Eni e Gazprom.
Questo quotidiano per primo aveva scritto (http://aconservativemind.blogspot.com/2008/11/un-passo-dalla-crisi-diplomatica-con.html), sei mesi fa, che Berlusconi era riuscito a «portare l’Italia nella sfera d’influenza del Cremlino e allontanarla dall’orbita americana». Oggi lo stesso concetto appare tra le righe dei commentatori di sinistra. La situazione, da allora, si è persino fatta più complicata. Perché all’epoca alla scrivania dello studio ovale della Casa Bianca sedeva Bush, un amico del nostro presidente del consiglio. Con il quale i rapporti politici erano stati molto meno idilliaci di quanto destra e sinistra volessero far credere (lo scorso settembre il vicepresidente americano Dick Cheney era venuto a Roma per criticare l’appoggio dato da Berlusconi all’operazione militare russa in Georgia), ma il feeling personale era sempre rimasto solido. Con l’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca il governo italiano ha dovuto ricominciare da zero, e non è impresa facile. Anche perché Obama è personaggio freddo, calcolatore, che alla politica dei rapporti personali preferisce di gran lunga la realpolitik degli interessi. Così l’Italia, che più di tanto non ha da dare agli Stati Uniti, è stata messa nella “seconda fascia” degli alleati europei, quelli meno importanti. Stessa sorte toccata alla Spagna di José Luis Zapatero, a dimostrazione del fatto che con Obama non conta essere di destra o di sinistra, ma solo quello che puoi dare alla causa statunitense.
E l’Italia, in questo momento, sta dando soprattutto rogne. L’ultima è di pochi giorni fa. Al dipartimento di Stato americano, dove le mosse dell’Eni sono seguite con attenzione - e non certo da oggi - non è passato inosservato l’accordo siglato il 15 maggio (proprio mentre in un hotel di Atene era in corso il summit del “club Bilderberg”) tra Eni e Gazprom, ultima grande intesa strategica tra le due aziende che fanno capo al governo italiano e quello russo. L’accordo prevede che la portata del gasdotto South Stream, attraverso il quale nel 2015 il gas russo arriverà copioso in Europa e soprattutto in Italia, aumenti da 31 miliardi di metri cubi l’anno a 63 miliardi. Quanto basta, in teoria, per fornire all’Italia i quattro quinti del suo fabbisogno di metano. L’enorme infrastruttura minaccia di uccidere il gasdotto rivale, Nabucco, quando questo è ancora in fase di progettazione. E Nabucco è fortemente voluto dall’amministrazione statunitense, perché farebbe arrivare in Europa il gas di Turkmenistan, Kazakistan e Paesi vicini, sottraendolo al controllo russo. La Ue sarebbe meno dipendente dal gas del Cremlino, la Russia perderebbe potere politico nei confronti dell’Europa (oltre a una quantità di soldi difficile da quantificare) e gli Stati Uniti incasserebbero una bella vittoria nello scacchiere della geopolitica.
Il problema, appunto, è costituito da governo italiano ed Eni. Che a parole appoggiano ambedue i progetti, ma in realtà hanno a cuore soprattutto quello che li lega alla Russia e a Gazprom. Paolo Scaroni, amministratore delegato del cane a sei zampe, ormai dice apertamente di non credere più al progetto sponsorizzato dagli Stati Uniti. «Nabucco decollerà solo quando avrà il gas di Turkmenistan, Kazakistan e forse dell’Iran. Da quanto ho letto, questo non accadrà», ha detto Scaroni dopo l’accordo con Gazprom. Lui stesso, pochi giorni prima, siglando la maxi-intesa con i russi, aveva detto che dietro all’ampliamento della capacità di trasporto del gasdotto c’è «un grande significato politico, perché tutto questo gas arriverà in Europa senza dover più passare dal territorio dell’Ucraina». Troppo dipendenti dal gas russo? Affatto: in quelle stesse ore, Berlusconi commentava che «dovremmo essere felici che un paese amico ci dia la possibilità di avere l’energia di cui abbiamo bisogno». L’Unione europea (e gli Stati Uniti) avrebbero preferito invece mantenere in gioco l’Ucraina. A marzo, proprio per questo motivo, la Ue aveva siglato un’intesa con il governo di Kiev per ammodernare i gasdotti ucraini. «Una perdita di tempo e di mezzi finanziari», aveva commentato Scaroni, perché quell’intesa escludeva «chi il gas lo produce, cioè la Russia».
Insomma, le certezze sono che il patto tra Roma e Mosca è davvero d’acciaio, e che l’intesa non è solo economica, ma - per ammissione dei protagonisti - politica. Questo per Washington è un problema. Fino a che punto l’amministrazione Obama intenda spingersi e fin dove possa arrivare, è tutto da vedere. Ma alla Casa Bianca non sono mai andati troppo per il sottile quando si tratta di avere il controllo degli idrocarburi. E credere che certe abitudini siano tramontate solo perché adesso comanda un afroamericano democratico rischia di rivelarsi un errore fatale.
Fausto Carioti
Fonte: http://aconservativemind.blogspot.com/
Link: http://aconservativemind.blogspot.com/2009/05/lasse-berlusconi-eni-putin-nel-mirino.html
29.05.2009
© Libero (http://www.libero-news.it/). Pubblicato il 29 maggio 2009.
E propio questo asse, che permettera' alla turchia d'entrare nell'Ue, e lo sponsor sara' silviuccio beddu.. come pianificato durante l'incontro a 3 fra o re', putrin, erdogan, summit che ha sancito il passaggio di South stream dalla turchia.. naturalmente sotto la calda raccomandazione dell'amico putrin a silviuccio di farsi da garante per l'entrata della turchia nell'Ue..
painofsalvation
24-04-2010, 22:54
se dobbiamo tenere i maiali a stelle e strisce ad ingozzarsi in giro per l'europa, possiamo benissimo ospitare pure i turchi, ne hanno pure piu' diritto visti i confini.
per quanto riguarda l'iran mi sembra che sia un paese che finora non ha ivaso mai nessuno, a differenza della nato (usa) che va in giro ad invadere e bombardare a cazzo a destra ed a manca, tanto poi si rigirano la frittata come ritengono piu' opportuno visto che controllano tutti i media occidentali, alla faccia dell'antitrust, della par condicio e del conflitto di interessi.
in quanto a civilta' hanno piu' da insegnare i persiani a noi che noi a loro.
dantes76
24-04-2010, 22:57
se dobbiamo tenere i maiali a stelle e strisce ad ingozzarsi in giro per l'europa, possiamo benissimo ospitare pure i turchi, ne hanno pure piu' diritto visti i confini.
nessun problema:D
hai dimenticato i massoni..
ciccio er meglio
25-04-2010, 07:54
ma perchè riesumate questi thread?:stordita:
dantes76
25-04-2010, 13:05
ma perchè riesumate questi thread?:stordita:
riesumate??
ciccio er meglio
25-04-2010, 13:22
riesumate??
:D nel senso che andate a postare in thread del 2009
Che bello rilggermi.. che bello avere ragione..:D
Non quoto.
Io quando prevedo guai sono felice se mi sbaglio.
dantes76
25-04-2010, 13:44
Non quoto.
Io quando prevedo guai sono felice se mi sbaglio.
E la turchia entrera' in europa sotto la garanzia di silvio:)
io sono felice quando gli sbagliano, e lo sono ancora di piu' quando si fanno male.
ma perchè riesumate questi thread?:stordita:
ma è bellissimo,me l'ero perso :D ma allora ha sempre avuto ragione Grillo,che in un suo spettacolo anni fà ha detto che il nano stà bene in mezzo ai comunisti perchè lui,dentro,E' comunista :asd:
girodiwino
25-04-2010, 16:12
http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_25/le-feste-di-katya-trappole-sexy-per-i-nemici-di-putin-fabrizio-dragosei_2166f64a-503d-11df-a78b-00144f02aabe.shtml
Ora si capisce perchè stiamo dando a putin la possiblità di lasciarci al freddo per l'inverno
ciccio er meglio
25-04-2010, 22:48
http://www.youtube.com/watch?v=Q8IgEHwcX74&NR=1
ma è vera sta cosa? :eek:
ma certo che è vero,di cosa ti stupisci? una ce l'ha fatta,delle altre non ho stomaco di cercare,se vuoi accertatene tù :D :muro:
http://www.polisblog.it/post/7329/nicole-minetti-da-colorado-cafe-al-consiglio-regionale-della-lombardia
ciccio er meglio
25-04-2010, 23:40
:doh:
painofsalvation
28-04-2010, 20:47
ma perchè riesumate questi thread?:stordita:
scusa se un argomento ritorna attuale per quale motivo non usare un topic vecchio in cui se ne discuteva piuttosto che aprirne inutilmente uno nuovo?
NUCLEARE/ Cosa c’è dietro l’intesa Berlusconi-Putin?
Silvio Bosetti
martedì 27 aprile 2010
C’è poco da fare. Il nostro Paese, per le fonti dell’energia, dipende quasi totalmente dall’estero extra europeo. La politica energetica è storicamente quella di continuare nella contemporanea e apparentemente contraddittoria azione di diversificare e di consolidare Paesi e fonti di importazione. In questo scenario la Russia ha sempre svolto, negli ultimi 40 anni, la parte principale: decine di miliardi di metri cubi di gas naturale giungono infatti ogni anno dai pozzi dell’est, costituendo ormai la nostra principale fonte di produzione dell’elettricità, di molti processi industriali e del riscaldamento civile. Per la Russia, del resto, la possibilità di esportare il gas, di cui sono ricchissimi i giacimenti della Siberia e non solo, rappresenta la principale sorgente di reddito. Nel 2009, anno di grandi manovre, il gigante del gas Gazprom ha proseguito nel pianificare il proprio dominio sia verso ovest che verso l’est della Russia, dove la Cina ha una insoddisfatta e continua fame di energia.
Così non sorprenda se il presidente Putin mantiene con il nostro Paese un rapporto preferenziale in cui mette l’energia sempre al centro dell’agenda degli incontri con Berlusconi, siano essi ufficiali o meno. Anche nell’appuntamento di ieri Italia e Russia, attraverso la voce dei due massimi esponenti e con il supporto dei rispettivi “campioni” nazionali (per noi Eni ed Enel), hanno ulteriormente rafforzato l’alleanza in campo energetico.
Due i temi industriali: le centrali nucleari ed i gasdotti internazionali verso l’Europa. Il risultato del vertice bilaterale di Lesmo ha visto appunto Silvio Berlusconi e Vladimir Putin concludere gli accordi in materia di nucleare civile sia per il programma italiano che per la collaborazione in territorio russo. Sono poi stati rimossi i dubbi, sollevati in Russia qualche tempo fa, sulla collaborazione tra Eni e Gazprom sul colossale gasdotto South Stream.
Se agli annunci italo russi sul gas eravamo abituati, meno scontato è la collaborazione nell’ambito atomico. La Federazione Russa si è resa disponibile a collaborare al progetto di ritorno al nucleare in Italia attraverso “linee di credito” o un eventuale “cessione di combustibile”, ha affermato Vladimir Putin, nella conferenza stampa. “In Russia abbiamo adottato un programma ambizioso - ha spiegato - che prevede uno sviluppo dell'energia atomica” con l'obiettivo di farla crescere dall’attuale 15% fino al 25% del totale elettrico. “La riduzione degli idrocarburi - ha osservato - ha solo un'alternativa pratica, e cioè l'energia atomica e se ci saranno progetti in Italia avvieremo una vasta cooperazione paneuropea”.
In Russia ci sono ben 32 reattori attivi per oltre 22.000 MW di potenza installata e altri 8 reattori sono in costruzione. A margine dell’accordo tra i Premier, Fulvio Conti, Ad dell'Enel, e Boris Kovalchuk, presidente di Inter Rao Ues hanno firmato un memorandum che prevede l'avvio di una cooperazione tra le rispettive imprese sul nucleare, in vista della costruzione di nuovi impianti e di una collaborazione su innovazione tecnica, efficienza energetica e distribuzione sia in Russia che nei paesi dell'Est Europa. Il frutto della prima partnership pubblico-privata russa nel settore energia sarà la realizzazione della centrale nucleare di Kaliningrad, che utilizzerà la tecnologia di ultima generazione VVER 1200. L'avvio della produzione è previsto tra il 2016 e il 2018, con una quota rilevante dell'energia prodotta destinata ai mercati europei.
Anche in questo caso, come nell’accordo italo-francese, Enel si è mossa cercando alleanza con uno tra i maggiori operatori dell’energia mondiale e allargando oltre confine l’area dei propri investimenti. Inter Rao Ues è infatti un gruppo in forte crescita a livello internazionale, con numerosi impianti di generazione e infrastrutture di distribuzione di energia elettrica in Russia e all’estero. La capacità istallata totale è di circa 18.000 MW. Inter Rao Ues è leader nell’import-export di energia elettrica in Russia.
Ma non è stato solo il giorno del nucleare. Per la Russia e l’Europa resta fondamentale la realizzazione di nuovi gasdotti. L’incontro di ieri è stato di fatto l’occasione per ribadire che il programma è confermato e che verrà avviata la realizzazione di South Stream, il progetto realizzato da Gazprom ed Eni per portare il gas del Mar Nero ai Paesi dell'Ue: un gasdotto che connetterà direttamente Russia e Ue, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito (Ucraina per prima!). La capacità del gasdotto inizialmente prevista era di 31 miliardi di metri cubi all'anno. Successivamente, con la firma del secondo addendum al memorandum di intesa, è più che raddoppiata arrivando a oltre 60 miliardi di metri cubi (su un fabbisogno europeo di 550 miliardi).
“I responsabili di Eni e di Gazprom - ha detto il premier in conferenza stampa - hanno messo a punto le cose da fare immediatamente e si prevede l'inizio dei lavori nei primi sei mesi del 2012”. Da più di trent’anni Gazprom ed Eni sviluppano una cooperazione strategica. L’Italia è al terzo posto nella graduatoria sul volume di gas importato dalla Russia: Eni potrebbe ora espandere la sua collaborazione con Gazprom anche al di fuori dell'Europa, ad esempio in Africa, ha poi aggiunto il premier. “Continueremo - ha detto Berlusconi - in direzione della collaborazione fra Gazprom ed Eni e penso che ci possano essere collaborazioni in paesi extraeuropei. C'è tutto un continente come l'Africa che si apre ad aziende estere e non vorremmo lasciare che fosse solo la Cina ad assorbire tutte le nuove potenzialità”.
Quindi, da un lato la Francia, soprattutto con il nucleare, dall’altro la Russia, in prima fila con il gas, sono le due direttrici internazionali dell’energia italiana dei prossimi anni. Non bisogna però perdere di vista che la partita energetica si gioca qui tra le nostra mura, a cominciare dall’individuazione dei siti che dovranno ospitare le centrali nucleari.
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2010/4/27/NUCLEARE-Cosa-c-e-dietro-l-intesa-Berlusconi-Putin-/82319/
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