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View Full Version : FIAT pubblica il suo piano : chiusure di Pomigliano e Termini Imerese in programma


Freaxxx
19-05-2009, 15:24
http://www.affaritaliani.it/static/upl/fia/fiat3.pdf

affari italiani pubblica il piano FIAT , in prima pagina le novità di rilievo , prevista la chiusura di Pomigliano D'arco nel 2012 e Termini Imerese nel 2016 .
Per sommi capi il piano illustra anche le nuove linee guida per la ristrutturazione nella produzione delle nuove auto del gruppo .

FrancescoSan
19-05-2009, 16:42
Pomigliano prevedibile visto che nel 2012 sarà sospesa la produzione della 159...mi chiedo come verrà gestita questa situazione mediaticamente...probabilmente servirà a qualcuno per farci campagna elettorale alle elezioni politiche (come successo con AlitaGlia)...:rolleyes:

checo
20-05-2009, 13:39
Pomigliano prevedibile visto che nel 2012 sarà sospesa la produzione della 159...mi chiedo come verrà gestita questa situazione mediaticamente...probabilmente servirà a qualcuno per farci campagna elettorale alle elezioni politiche (come successo con AlitaGlia)...:rolleyes:

pomigliano sarebbe proprio ora, non vedo perchè tenere in piedi una fabbrica con
il più alto tasso di assenteismo
il più alto tasso di scioperi
la minor produttuvità
qli standar qualitativi più bassi del gruppo.

la gente che è li non ha volgia di lavorarci si dovrebbe esser capito no?

Capozz
20-05-2009, 14:07
Finalmente chiudono Pomigliano, visto che è la vergogna del gruppo.
Peccato per Termini Imerese che è un ottimo stabilimento ma ci sono seri problemi di logistica e di costi...speriamo che si possa fare qualcosa.

sam_88
20-05-2009, 14:09
pomigliano sarebbe proprio ora, non vedo perchè tenere in piedi una fabbrica con
il più alto tasso di assenteismo
il più alto tasso di scioperi
la minor produttuvità
qli standar qualitativi più bassi del gruppo.

la gente che è li non ha volgia di lavorarci si dovrebbe esser capito no?

Finalmente chiudono Pomigliano, visto che è la vergogna del gruppo.
Peccato per Termini Imerese che è un ottimo stabilimento ma ci sono seri problemi di logistica e di costi...speriamo che si possa fare qualcosa.

Straquoto.

ninja750
20-05-2009, 14:53
notizia subito smentita

ceccoos
20-05-2009, 14:55
Finalmente chiudono Pomigliano, visto che è la vergogna del gruppo.
Peccato per Termini Imerese che è un ottimo stabilimento ma ci sono seri problemi di logistica e di costi...speriamo che si possa fare qualcosa.

:rolleyes:

Non mi sembra che i modelli che escano di li siano fatti da schifo....

Fonti?
Fatti concreti?

Qwertid
20-05-2009, 15:09
A parte le condizioni pietose in cui si trova lo stabilimento (perchè non esiste solo un articolo di giornale, quello della repubblica di qualche tempo fa, che fa legislazione su Pomigliano..........), ci rendiamo conto che state quasi festeggiando 5000 persone che vanno in mezzo ad una strada?

Ma che razza di solidarietà è questa? Mha :rolleyes:


P.S: Lì producono la 159 e anche la GT, ora se facesse tanto schifo non ci produrrebbero i modelli del segmento più alto e costoso

checo
20-05-2009, 15:48
A parte le condizioni pietose in cui si trova lo stabilimento (perchè non esiste solo un articolo di giornale, quello della repubblica di qualche tempo fa, che fa legislazione su Pomigliano..........), ci rendiamo conto che state quasi festeggiando 5000 persone che vanno in mezzo ad una strada?

Ma che razza di solidarietà è questa? Mha :rolleyes:


P.S: Lì producono la 159 e anche la GT, ora se facesse tanto schifo non ci produrrebbero i modelli del segmento più alto e costoso

non è che si festeggia, è che se quelle 4800 persone avessero lavorato al posto di stare in mutua o scioperare non si sarebbe arrivato a sto punto.
discorso diverso per termini, dove il problema sono i trasporti.

cmq pomigliano è stata costruita dallo stato contro il volere del dg alfa del tempo.
avevano assunto muratori inizialmente grazie ai sindacalisti, quindi à allora era partiti col piede giusto.
sempre a pomigliano si produsse la primaalfa ta che per gli alfisti non è na bella cosa.

mnoga
20-05-2009, 15:50
:rolleyes:

Non mi sembra che i modelli che escano di li siano fatti da schifo....

Fonti?
Fatti concreti?

la 147

ceccoos
20-05-2009, 15:50
non è che si festeggia, è che se quelle 4800 persone avessero lavorato al posto di stare in mutua o scioperare non si sarebbe arrivato a sto punto.
discorso diverso per termini, dove il problema sono i trasporti.

cmq pomigliano è stata costruita dallo stato contro il volere del dg alfa del tempo.
avevano assunto muratori inizialmente grazie ai sindacalisti, quindi à allora era partiti col piede giusto.
sempre a pomigliano si produsse la primaalfa ta che per gli alfisti non è na bella cosa.

Fonti o si parla in base al classico sentito dire...?

ceccoos
20-05-2009, 15:52
la 147

Si, e anche 159...non mi sembra siano modelli costruiti male e invenduti...

*sasha ITALIA*
20-05-2009, 15:58
:rolleyes:

Non mi sembra che i modelli che escano di li siano fatti da schifo....

Fonti?
Fatti concreti?

27 - 12 - 2007
Pomigliano la fabbrica difettosa da rieducare
Alfa, due mesi chiusa per istruire gli operai: la più bassa produttività, il più alto assenteismo

(la Repubblica, GIOVEDÌ, 27 DICEMBRE 2007)







ROBERTO MANIA



La Fiat di Pomigliano d´Arco chiude per due mesi: il 7 gennaio gli operai inizieranno un corso di rieducazione. E´ l´extrema ratio di Sergio Marchionne, che ha investito 110 milioni di euro per un corso rivolto a tutti i dipendenti. Motivo: è la fabbrica con il più basso tasso di produttività e il più alto di assenteismo, detiene inoltre il record di invalidi. Vanta un livello di difetti nelle automobili prodotte a dir poco sbalorditivo: oltre il 90 per cento.



Un sedile anteriore di un colore e quello accanto di un altro. Montati sulla stessa auto. Succede per distrazione, per sfregio, per un atavico ribellismo, per provocazione, per un luddismo di ritorno. Succede per tante ragioni nella fabbrica Fiat con il più basso tasso di produttività e il più alto di assenteismo. Con il record degli invalidi. Con un livello di difetti nelle automobili prodotte a dire poco sbalorditivo: oltre il 90 per cento. Ma anche con gli operai più giovani del gruppo Fiat: età media intorno ai 35 anni.

Benvenuti, allora, all´ex Alfa di Pomigliano d´Arco, lo stabilimento riottoso, tardo-fordista sulle pendici del Vesuvio, che l´italo-canadese Sergio Marchionne ha deciso di rieducare. La fabbrica che un tempo è stata espressione dell´industrializzazione del Mezzogiorno guidata dal consenso politico ma non dal mercato, e che oggi mostra tutti i segni di un passato che non può tornare. Una fabbrica simbolo, forse.

Da venerdì Pomigliano è chiusa. Tutti in ferie e poi, dal 7 gennaio, a studiare, mentre l´impianto con le sue croste di ruggini sarà sottoposto a una profonda ristrutturazione. Materia per operai, impiegati e dirigenti: la world class manufacturing del professor Hajime Yamashina, per ripensare il modo di lavorare. Di più: per imparare a lavorare nel nuovo secolo. Insomma per passare, quasi d´un tratto, dagli anni Settanta, quelli delle partecipazioni statali e dell´interminabile autunno caldo, nei quali Pomigliano è rimasta incagliata, al nuovo Millennio, quello della globalizzazione. Riapertura il 3 marzo. Con la consapevolezza che altre di chance non ce ne saranno. Marchionne ci ha investito 110 milioni di euro.

L´ultima settimana di lavoro del 2007 è stata davvero mesta in quella che fu l´Alfa Sud. Un susseguirsi di tensioni, strappi, conflitti che da troppo tempo, però, sono anche la vita di Pomigliano. Durante la festa di Natale per le famiglie dei dipendenti, il direttore dello stabilimento Sebastiano Garofalo ha detto che il rischio di una chiusura è davvero concreto. Non una sorpresa per i 5 mila che lavorano alla Fiat, ma il contesto li ha lasciato stupiti. Poi la Fiat ha deciso di mettere in mobilità lunga un´ottantina di operai: la lettera di licenziamento è stato consegnata loro in linea con il ritiro contestuale del badge per l´accesso nello stabilimento. «Uno sfregio», secondo il segretario della Uilm Campania, Giovanni Sgambati. Lo sciopero dei dipendenti della Dhl, l´azienda che fornisce i carrelli a Pomigliano, ha bloccato la produzione per due giorni. Sciopero anche dei Cobas «contro gli attacchi del signor Marchionne e i sindacati confederali asserviti». Un vecchio linguaggio di quel sindacalismo anarcoide di marchio alfista che sopravvive a Pomigliano dopo aver perso dovunque. Vecchio come il megafono con il quale il leader dei Cobas, Domenico Mignano (licenziato meno di un mese fa dalla Fiat) arringa gli operai fuori dai cancelli al cambio turno. Fa molto freddo e nessuno lo ascolta. Piuttosto ci si informa su quando andrà in distribuzione il pacco della Befana.

Pomigliano è così: un insieme di contraddizioni, di eccessi, di storture e di anomalie. La prima di tutte è che dopo vent´anni e più, Pomigliano non vuole appartenere alla Fiat e la Fiat si limita a sopportarla. «La verità - sostiene Antonio Madonna, ormai storico delegato della Fiom - è che Pomigliano e nata in un certo modo». Il che non è un nonsense. Anzi, forse è la chiave di tutto. Come ha spiegato bene con la sua proverbiale asprezza e nel momento del suo massimo potere, Cesare Romiti nel libro intervista a Giampaolo Pansa (Questi anni alla Fiat): «L´Alfa Sud nacque soprattutto contro la Fiat. Non aveva alcun senso che un´azienda come l´Alfa Romeo, che produceva macchine di qualità, si mettesse a fare automobili di massa. Diciamola chiara: l´Alfa Sud era un bastone gettato dall´Iri e dalla Dc tra le gambe della Fiat».

Ora a Pomigliano è sparito qualsiasi riferimento all´Alfa Romeo. È tutto Fiat. Marchionne non vuole diversità, vuole un gruppo omogeneo, stabilimenti che producono per segmenti, non per marchi. Ecco perché la 149 (che sostituirà la 147, segmento C) sarà fatta a Cassino, mentre qui a Pomigliano resterà il segmento D dove si compete con Audi, Mercedes o Bmw.

All´esterno l´impianto è stato riverniciato. Al posto del rosso amaranto, un grigio e l´azzurro. Non si entra all´Alfa Romeo bensì alla Fiat Group Automobiles. «Ci hanno tolto un po´ della nostra identità, un nome, una storia», sostiene E.F., 42 anni, che lavora in lastratura alla qualità. Non vuole dire il suo nome, ma parla con orgoglio - come un po´ tutti - dell´epoca della 156, auto dell´anno nel 1998, con le oltre 195 mila auto prodotte nel 2001 contro un attuale, stentato, 135 mila. «Gli impianti - continua - sono vecchi, fatiscenti. I difetti? Sì certo, io lavoro alla qualità, lo so bene. Ma la colpa non è degli operai, bensì dei capi che stanno al display, che puntano ai numeri e non alla qualità». La sua tesi è che un tempo ci si fermava, si correggeva l´imperfezione, poi si andava avanti. Ora i giovani capi ("radio fabbrica" dice che sono tanti sono figli di ex capi) sono senza formazione e senza esperienza.

A Pomigliano le macchine si fanno male. Marchionne ha deciso la "rieducazione" quando gli è arrivato un pacchetto di e-mail da concessionari europei che lamentavano i difetti della 159. Qui c´è ancora un reparto che si chiama "finizione", dove si eliminano le imprecisioni alla fine del processo. Metodo vecchio, incompatibile con il wcm che impone la qualità ad ogni step.

Ma non è solo un problema di difetti. Ci sono il danneggiamento, l´incuria, il sabotaggio. Nelle ultime settimane sono state sfregiate 42 autovetture, modello 159. È successo durante la produzione. Sono state colpite la maggior parte sulla fiancata (38) e le altre sul tetto (4); non una dopo l´altra ma a intervalli. Ora se ne occupa la magistratura. Poi c´è chi ha lasciato nel rivestimento della portiera un bicchierino di carta per il caffè e chi qualche bullone nei ripostigli. Qualcuno si dimentica di montare tutti i pezzi. Anche questo è Pomigliano.

Fuori dalla fabbrica si racconta che una partita di navigatori sia arrivata a buon prezzo sul mercato di Pomigliano: erano stati scheggiati durante il montaggio sulle 159. Alla "finizione" li hanno dovuti togliere e sostituire.

Tempo fa un gruppo di operai ha usato un cofano per proteggersi dalla pioggia che cadeva dentro il reparto. Pare che in lastratura quando piove molto, i tombini non reggano la pressione dell´acqua e il reparto di allaghi. In mensa è stato filmato un topo. E ora "cammina" su Youtube. La mensa è stata chiusa per un paio di giorni, ma di topi ce ne sono anche altri. «Sono sotto i robot», dicono gli operai. Si nutrono di ciò che rimane degli spuntini di pizza che chi lavora a Pomigliano è aduso fare. Come parlare al telefonino, ascoltare la musica, interpretare il neomelodico.

Lo stabilimento è proprio vecchio. È quello degli anni settanta, solo la verniciatura è stata aggiornata. La catena di montaggio è quella antica, rumorosa, che fa girare i pezzi sulle teste degli operai. Succede anche che, qualche settimana fa, una trave sia precipitata e solo per un soffio si sia evitato l´incidente grave.

La microconflittualità è uno dei tumori di Pomigliano. Fino a novembre ci sono stati più di 150 scioperi. Prima si sciopera (anche solo un quarto d´ora), poi si tenta una soluzione. E lo sciopero contro l´idea della fabbrica modulare che vorrebbe Marchionne c´è già stato. Cambiando metodo, saturando (come si dice in gergo) i tempi morti due addetti nelle squadre di sperimentazione sono risultati di troppo. E allora? Sciopero.

Il 70 per cento circa degli operai di Pomigliano non ha famiglia. Vive, piuttosto, in famiglia. E si assenta. Non come il metal-mezzadro degli anni settanta per coniugare fabbrica e terra. No, più probabilmente per andare in discoteca. Oltre che per donare il sangue. Il venerdì il tasso di assenteismo triplica dal 5 al 17 per cento. Le partite infrasettimanali del Napoli azzerano la produttività: si è arrivati al 24 per cento di assenti. Fioccano i certificati medici per ridotta capacità lavorativa. La droga gira, dentro e fuori la fabbrica. Ma siamo nel terribile hinterland napoletano. E ora ci si rieduca. «Vogliamo rinascere anche noi, cambiare questo stabilimento», dice Vincenzo Camposano, 29 anni, della Fim-Cis, il più giovane delegato sindacale.

juninho85
20-05-2009, 16:03
vengo in segno di pace,ma perchè tutto questo scioperare e sabotare a pomigliano?

checo
20-05-2009, 16:07
Fonti o si parla in base al classico sentito dire...?

l'ultima parte del discorso è storia.
dehli sioperi e assenteismo basta che cerchi trovi articoli su articoli.
sulla scarsa produttività ti basti pensare che mesi fa lo stabilimento è stato chiuso e gli operai mandati a fare dei corsi perchè così non si poteva andare avanti.
se ci siano o meno andati non lo so...

checo
20-05-2009, 16:09
grazie shasa vediamo se difendono ancora l'indifendibile!!
povere persone perdereanno il lavoro che non hanno mai voluto fare...

sam_88
20-05-2009, 16:13
Mah, già per gli atti di danneggiamento e vandalismo farei licenziare chiunque possa esserne responsabile.

checo
20-05-2009, 16:15
vengo in segno di pace,ma perchè tutto questo scioperare e sabotare a pomigliano?

ignoranza?? boh non so e non voglio saperlo :D

Qwertid
20-05-2009, 16:16
27 - 12 - 2007
Pomigliano la fabbrica difettosa da rieducare
Alfa, due mesi chiusa per istruire gli operai: la più bassa produttività, il più alto assenteismo

(la Repubblica, GIOVEDÌ, 27 DICEMBRE 2007)







ROBERTO MANIA



La Fiat di Pomigliano d´Arco chiude per due mesi: il 7 gennaio gli operai inizieranno un corso di rieducazione. E´ l´extrema ratio di Sergio Marchionne, che ha investito 110 milioni di euro per un corso rivolto a tutti i dipendenti. Motivo: è la fabbrica con il più basso tasso di produttività e il più alto di assenteismo, detiene inoltre il record di invalidi. Vanta un livello di difetti nelle automobili prodotte a dir poco sbalorditivo: oltre il 90 per cento.



Un sedile anteriore di un colore e quello accanto di un altro. Montati sulla stessa auto. Succede per distrazione, per sfregio, per un atavico ribellismo, per provocazione, per un luddismo di ritorno. Succede per tante ragioni nella fabbrica Fiat con il più basso tasso di produttività e il più alto di assenteismo. Con il record degli invalidi. Con un livello di difetti nelle automobili prodotte a dire poco sbalorditivo: oltre il 90 per cento. Ma anche con gli operai più giovani del gruppo Fiat: età media intorno ai 35 anni.

Benvenuti, allora, all´ex Alfa di Pomigliano d´Arco, lo stabilimento riottoso, tardo-fordista sulle pendici del Vesuvio, che l´italo-canadese Sergio Marchionne ha deciso di rieducare. La fabbrica che un tempo è stata espressione dell´industrializzazione del Mezzogiorno guidata dal consenso politico ma non dal mercato, e che oggi mostra tutti i segni di un passato che non può tornare. Una fabbrica simbolo, forse.

Da venerdì Pomigliano è chiusa. Tutti in ferie e poi, dal 7 gennaio, a studiare, mentre l´impianto con le sue croste di ruggini sarà sottoposto a una profonda ristrutturazione. Materia per operai, impiegati e dirigenti: la world class manufacturing del professor Hajime Yamashina, per ripensare il modo di lavorare. Di più: per imparare a lavorare nel nuovo secolo. Insomma per passare, quasi d´un tratto, dagli anni Settanta, quelli delle partecipazioni statali e dell´interminabile autunno caldo, nei quali Pomigliano è rimasta incagliata, al nuovo Millennio, quello della globalizzazione. Riapertura il 3 marzo. Con la consapevolezza che altre di chance non ce ne saranno. Marchionne ci ha investito 110 milioni di euro.

L´ultima settimana di lavoro del 2007 è stata davvero mesta in quella che fu l´Alfa Sud. Un susseguirsi di tensioni, strappi, conflitti che da troppo tempo, però, sono anche la vita di Pomigliano. Durante la festa di Natale per le famiglie dei dipendenti, il direttore dello stabilimento Sebastiano Garofalo ha detto che il rischio di una chiusura è davvero concreto. Non una sorpresa per i 5 mila che lavorano alla Fiat, ma il contesto li ha lasciato stupiti. Poi la Fiat ha deciso di mettere in mobilità lunga un´ottantina di operai: la lettera di licenziamento è stato consegnata loro in linea con il ritiro contestuale del badge per l´accesso nello stabilimento. «Uno sfregio», secondo il segretario della Uilm Campania, Giovanni Sgambati. Lo sciopero dei dipendenti della Dhl, l´azienda che fornisce i carrelli a Pomigliano, ha bloccato la produzione per due giorni. Sciopero anche dei Cobas «contro gli attacchi del signor Marchionne e i sindacati confederali asserviti». Un vecchio linguaggio di quel sindacalismo anarcoide di marchio alfista che sopravvive a Pomigliano dopo aver perso dovunque. Vecchio come il megafono con il quale il leader dei Cobas, Domenico Mignano (licenziato meno di un mese fa dalla Fiat) arringa gli operai fuori dai cancelli al cambio turno. Fa molto freddo e nessuno lo ascolta. Piuttosto ci si informa su quando andrà in distribuzione il pacco della Befana.

Pomigliano è così: un insieme di contraddizioni, di eccessi, di storture e di anomalie. La prima di tutte è che dopo vent´anni e più, Pomigliano non vuole appartenere alla Fiat e la Fiat si limita a sopportarla. «La verità - sostiene Antonio Madonna, ormai storico delegato della Fiom - è che Pomigliano e nata in un certo modo». Il che non è un nonsense. Anzi, forse è la chiave di tutto. Come ha spiegato bene con la sua proverbiale asprezza e nel momento del suo massimo potere, Cesare Romiti nel libro intervista a Giampaolo Pansa (Questi anni alla Fiat): «L´Alfa Sud nacque soprattutto contro la Fiat. Non aveva alcun senso che un´azienda come l´Alfa Romeo, che produceva macchine di qualità, si mettesse a fare automobili di massa. Diciamola chiara: l´Alfa Sud era un bastone gettato dall´Iri e dalla Dc tra le gambe della Fiat».

Ora a Pomigliano è sparito qualsiasi riferimento all´Alfa Romeo. È tutto Fiat. Marchionne non vuole diversità, vuole un gruppo omogeneo, stabilimenti che producono per segmenti, non per marchi. Ecco perché la 149 (che sostituirà la 147, segmento C) sarà fatta a Cassino, mentre qui a Pomigliano resterà il segmento D dove si compete con Audi, Mercedes o Bmw.

All´esterno l´impianto è stato riverniciato. Al posto del rosso amaranto, un grigio e l´azzurro. Non si entra all´Alfa Romeo bensì alla Fiat Group Automobiles. «Ci hanno tolto un po´ della nostra identità, un nome, una storia», sostiene E.F., 42 anni, che lavora in lastratura alla qualità. Non vuole dire il suo nome, ma parla con orgoglio - come un po´ tutti - dell´epoca della 156, auto dell´anno nel 1998, con le oltre 195 mila auto prodotte nel 2001 contro un attuale, stentato, 135 mila. «Gli impianti - continua - sono vecchi, fatiscenti. I difetti? Sì certo, io lavoro alla qualità, lo so bene. Ma la colpa non è degli operai, bensì dei capi che stanno al display, che puntano ai numeri e non alla qualità». La sua tesi è che un tempo ci si fermava, si correggeva l´imperfezione, poi si andava avanti. Ora i giovani capi ("radio fabbrica" dice che sono tanti sono figli di ex capi) sono senza formazione e senza esperienza.

A Pomigliano le macchine si fanno male. Marchionne ha deciso la "rieducazione" quando gli è arrivato un pacchetto di e-mail da concessionari europei che lamentavano i difetti della 159. Qui c´è ancora un reparto che si chiama "finizione", dove si eliminano le imprecisioni alla fine del processo. Metodo vecchio, incompatibile con il wcm che impone la qualità ad ogni step.

Ma non è solo un problema di difetti. Ci sono il danneggiamento, l´incuria, il sabotaggio. Nelle ultime settimane sono state sfregiate 42 autovetture, modello 159. È successo durante la produzione. Sono state colpite la maggior parte sulla fiancata (38) e le altre sul tetto (4); non una dopo l´altra ma a intervalli. Ora se ne occupa la magistratura. Poi c´è chi ha lasciato nel rivestimento della portiera un bicchierino di carta per il caffè e chi qualche bullone nei ripostigli. Qualcuno si dimentica di montare tutti i pezzi. Anche questo è Pomigliano.

Fuori dalla fabbrica si racconta che una partita di navigatori sia arrivata a buon prezzo sul mercato di Pomigliano: erano stati scheggiati durante il montaggio sulle 159. Alla "finizione" li hanno dovuti togliere e sostituire.

Tempo fa un gruppo di operai ha usato un cofano per proteggersi dalla pioggia che cadeva dentro il reparto. Pare che in lastratura quando piove molto, i tombini non reggano la pressione dell´acqua e il reparto di allaghi. In mensa è stato filmato un topo. E ora "cammina" su Youtube. La mensa è stata chiusa per un paio di giorni, ma di topi ce ne sono anche altri. «Sono sotto i robot», dicono gli operai. Si nutrono di ciò che rimane degli spuntini di pizza che chi lavora a Pomigliano è aduso fare. Come parlare al telefonino, ascoltare la musica, interpretare il neomelodico.

Lo stabilimento è proprio vecchio. È quello degli anni settanta, solo la verniciatura è stata aggiornata. La catena di montaggio è quella antica, rumorosa, che fa girare i pezzi sulle teste degli operai. Succede anche che, qualche settimana fa, una trave sia precipitata e solo per un soffio si sia evitato l´incidente grave.

La microconflittualità è uno dei tumori di Pomigliano. Fino a novembre ci sono stati più di 150 scioperi. Prima si sciopera (anche solo un quarto d´ora), poi si tenta una soluzione. E lo sciopero contro l´idea della fabbrica modulare che vorrebbe Marchionne c´è già stato. Cambiando metodo, saturando (come si dice in gergo) i tempi morti due addetti nelle squadre di sperimentazione sono risultati di troppo. E allora? Sciopero.

Il 70 per cento circa degli operai di Pomigliano non ha famiglia. Vive, piuttosto, in famiglia. E si assenta. Non come il metal-mezzadro degli anni settanta per coniugare fabbrica e terra. No, più probabilmente per andare in discoteca. Oltre che per donare il sangue. Il venerdì il tasso di assenteismo triplica dal 5 al 17 per cento. Le partite infrasettimanali del Napoli azzerano la produttività: si è arrivati al 24 per cento di assenti. Fioccano i certificati medici per ridotta capacità lavorativa. La droga gira, dentro e fuori la fabbrica. Ma siamo nel terribile hinterland napoletano. E ora ci si rieduca. «Vogliamo rinascere anche noi, cambiare questo stabilimento», dice Vincenzo Camposano, 29 anni, della Fim-Cis, il più giovane delegato sindacale.

Appunto, come ho scritto prima, non c'è solo questo articolo di Repubblica che fa "legislazione" su Pomigliano :rolleyes:

Poi come è che non grassetti anche la parte dove dice delle travi che cadono addosso agli operai?

E com'è che ti scandalizzi per un bicchierino di caffè lasciato nell'auto e non per una garza magari lasciata nella pancia di qualche paziente operato in tanti ospedali (anche del nord?)

Perchè fare di tutta l'erba un fascio? sicuramente lì di gente che non ha voglia ce ne sarà sicuramente, come del resto in tutte le fabbriche d'italia e del mondo

checo
20-05-2009, 16:25
Appunto, come ho scritto prima, non c'è solo questo articolo di Repubblica che fa "legislazione" su Pomigliano :rolleyes:

Poi come è che non grassetti anche la parte dove dice delle travi che cadono addosso agli operai?

E com'è che ti scandalizzi per un bicchierino di caffè lasciato nell'auto e non per una garza magari lasciata nella pancia di qualche paziente operato in tanti ospedali (anche del nord?)

Perchè fare di tutta l'erba un fascio? sicuramente lì di gente che non ha voglia ce ne sarà sicuramente, come del resto in tutte le fabbriche d'italia e del mondo
si ma quando la gente che non vuole fare è la maggioranza si da un ultimatum, dato e non recepito, mi sembra ovvio ridimensionare o chiudere.
dati i soldi che servirebbero per ristrutturare la fabbrica, e portare li 5000 polacchi per fare auto, meglio chiudere.

uomo avvisato mezzo salvato

Qwertid
20-05-2009, 16:27
si ma quando la gente che non vuole fare è la maggioranza si da un ultimatum, dato e non recepito, mi sembra ovvio ridimensionare o chiudere.
dati i soldi che servirebbero per ristrutturare la fabbrica, e portare li 5000 polacchi per fare auto, meglio chiudere.

uomo avvisato mezzo salvato

Secondo te è tanto difficile distinguere chi lavora seriamente da chi non lo fa?

Non credo e secondo me i nomi e i cognomi si sanno, perchè negli ambienti stesso tra colleghi girano: si allontanano le teste bacate e si assumono altri lavoratori. E' anche così che si può riqualificare un impianto.. IMHO

checo
20-05-2009, 16:31
Secondo te è tanto difficile distinguere chi lavora seriamente da chi non lo fa?

Non credo e secondo me i nomi e i cognomi si sanno, perchè negli ambienti stesso tra colleghi girano: si allontanano le teste bacate e si assumono altri lavoratori. E' anche così che si può riqualificare un impianto.. IMHO
e quello che ho detto, ma la vedo difficile trovare 5000 polacchi in campania

juninho85
20-05-2009, 16:31
possibile che la dentro siano tutte teste di cazzarola senza nessun motivo?ci sarà pure qualche causa...il malcontento così generalizzato non è che può giustificarsi semplicemente col fatto che siano tutti dei deficienti

Capozz
20-05-2009, 18:16
possibile che la dentro siano tutte teste di cazzarola senza nessun motivo?ci sarà pure qualche causa...il malcontento così generalizzato non è che può giustificarsi semplicemente col fatto che siano tutti dei deficienti

Mi sa proprio che è quello il motivo invece, sennò non si capisce perchè i problemi stanno solo li tra le decine di stabilimenti che ha la fiat in giro per il mondo. E sono 30 anni che va avanti così, è proprio un fatto di mentalità della gente che lavora li dentro e che evidentemente si tramanda.

Futura12
20-05-2009, 18:32
si vabbuò ma ci deve pure essere un cavolo di motivo? che cazzo vanno a lavorare a fare,se poi stanno a casa,scioperano e assemblano Fiat con la spillatrice e 2 chiodi?

The_Fragger
20-05-2009, 19:19
si vabbuò ma ci deve pure essere un cavolo di motivo? che cazzo vanno a lavorare a fare,se poi stanno a casa,scioperano e assemblano Fiat con la spillatrice e 2 chiodi?

ecco,il motivo è quello che ha portato tutte le grande aziende fuori dalla campania(ormai non ce ne è rimasta una! tutte sono state chiuse!!).
Quale?
almeno qui,le punte di assenteismo si avevano nei periodi di settembre ed ottobre quando le persone che avevano i campi si mettevano in malattia per fare i caxxi loro e fare vendemmia, l'olio e curarsi dei terreni!
Molti che lavorano in queste aziende hanno entroiti extra e alla fine essendo "dipendenti" se ne sbattono...questo si deve pure al fatto che , gira e rigira, c'è sempre un medico di famiglia che fa un falso certificato.

Questo è dovuto alla politica votare---->lavoro...infatti a certi si deve "dare" il lavoro...

Secondo te è tanto difficile distinguere chi lavora seriamente da chi non lo fa?

Non credo e secondo me i nomi e i cognomi si sanno, perchè negli ambienti stesso tra colleghi girano: si allontanano le teste bacate e si assumono altri lavoratori. E' anche così che si può riqualificare un impianto.. IMHO

ricordiamo che se a non lavorare sono in tanti non si può riqualificare un impianto tagliando 500-1.000 lavoratori sarebbe l'inizio di una lotta sindacale...inoltre in italia non è permesso licenziare in tronco tante persone se non per "giusta" causa.

juninho85
20-05-2009, 19:22
Mi sa proprio che è quello il motivo invece, sennò non si capisce perchè i problemi stanno solo li tra le decine di stabilimenti che ha la fiat in giro per il mondo. E sono 30 anni che va avanti così, è proprio un fatto di mentalità della gente che lavora li dentro e che evidentemente si tramanda.

quadri del cazzo?responsabili figli di buona donna?oppure qui nessuno è lavoratore dipendente?!:D

dottormaury
20-05-2009, 19:44
la fiat mi pare che nel mondo abbia qualcosa come 160mila dipendendi, esclusi tutti i meccanici convenzionati e le concessinarie che lavorano intorno ai prodotti fiat.
di questi la stra grande maggioranza in italia.
ora lo scopo di un'azienda e fare soldi, non dare elemosina, fiat deve tagliare i rami secchi per sopravivere e crescere.
a pomigliano c'è troppa gente che ha succhiato latte da una tetta che non gli spettava.
quei lavoratovi veramente meritevoli di pomigliano hanno da ringraziare i loro colleghi che vanno a vedersi il napoli o rigano le auto.
uno ha diritto a rivendicare il propio lavoro se lo fa con impegno e serietà, francamente se ci sono giorni con l'assenteismo al 24% e il 90% delle auto con qualcosa di strano troppa gente non ha propio la coscienza pulita.

Valuk
20-05-2009, 20:27
pomigliano sarebbe proprio ora, non vedo perchè tenere in piedi una fabbrica con
il più alto tasso di assenteismo
il più alto tasso di scioperi
la minor produttuvità
qli standar qualitativi più bassi del gruppo.

la gente che è li non ha volgia di lavorarci si dovrebbe esser capito no?

Quoto, sottoscrivo e approvo alla grande! Hanno quasi distrutto un marchio per colpa di quel stabilimento :mad:

Capozz
20-05-2009, 23:30
quadri del cazzo?responsabili figli di buona donna?oppure qui nessuno è lavoratore dipendente?!:D

Gente che non ha voglia di lavorare, ogni scusa è buona per non fare niente, anche quadri e sindacalisti del cazzo, di tutto un pò.

juninho85
21-05-2009, 07:34
beh allora se è veramente così cazzi loro,che continuino a coltivarsi il loro orticello :D

mnoga
21-05-2009, 08:13
Si, e anche 159...non mi sembra siano modelli costruiti male e invenduti...


la 147 ha una qualità pessima, a livello montaggio e simili.
hanno tutte il cruscotto montato storto,il portellone da registrare ecc ecc.. basta che ti fai un giretto nei forum dell'auto, sono difetti risaputi, lo dico a livello tecnico,senza entrare nel merito della chiusura dello stabilimento

Capozz
21-05-2009, 08:15
beh allora se è veramente così cazzi loro,che continuino a coltivarsi il loro orticello :D

Ma è così da troppo...negli anni 70 in pratica si producevano la metà delle auto previste perchè gli operai si assentavano per andare a raccogliere i pomodori.
Mio padre aveva l'alfasud e mi racconta che era un delirio: come motore e tenuta di strada niente da dire, però il resto...a lui l'hanno consegnata col parabrezza semplicemente appoggiato, s'erano scordati di mette il "mastice" per attaccarlo ed impermeabilizzare i bordi, cose da pazzi, senza poi contare il fatto che ci piovesse dentro e la ruggine che dilagava perchè era verniciata a cavolo.
Io con la 156 mi sono trovato un pannello porta staccato perchè si sono scordati i bulloni (e m'è anche andata bene che ho avuto solo quel difetto li) :doh:

Rebo
21-05-2009, 12:21
La chiusura di Pomigliano, con conseguente distruzione totale di tutte le strutture e spargimento di sale finale, è la speranza di tutti coloro che hanno a cuore il glorioso marchio Alfa Romeo. Non escludo pellegrinaggi di Alfisti in festa. Finalmente non dovranno più sentirsi sempre dire che le Alfa sono belle ma fanno i rumoriini, si rompono sempre, sono assemblate da schifo, non sono di qualità come le tedesche ecc... Provavano a spiegare che la Golf non la costruiscono a Pomigliano...ma era una battaglia persa. Se provate a chiedere a qualche insider del gruppo cosa succede da sempre tutti i giorni a Pomigliano e che cosa ne pensa e diventereste pallidi in pochi minuti. Ovviamente questo M lo sa perfettamente e pian piano Pomigliano lo segherà fino alla sua inevitabile chiusura. Amen.

dario2
21-05-2009, 12:28
Fanno bene, se lavorano con il culo cavoli loro vadano a piangere altrove, si fossero mossi tempo prima verso chi ha creato la nomela che si portano, perchè di sicuro è una piccola minoranza di quei 5000 che crea casini, però visto che la fiat non è onlus ne statale ( + o -) se lo prendono a 90° tutti, ben gli sta.