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View Full Version : PAKISTAN: ZARDARI, ATTACCHI PROSEGUIRANNO FINO RICONQUISTA SWAT


zerothehero
13-05-2009, 20:18
(AGI) - Islamabad, 7 mag. - All'indomani del vertice Usa-Afghanistan-Pakistan a Washington il presidente Asif Ali Zardari stringe la morsa contro i talebani per riconquistare la valle dello Swat dove lo scorso mese aveva autorizzato l'introduzione della sharia in cambio della pace. Zardari ha annunciato che le forze armate hanno avuto l'ordine di andare avanti fino a quando la situazione nella zona al confine con l'Afghanistan sara' "normalizzata". In precedenza il premier Yusuf Reza Gilani ha dato ordine all'esercito di "eliminare i militanti e i terroristi" che, partiti dalla valle di Swat, sono arrivati a pochi chilometri da Islamabad. "Per restaurare l'onore e la dignita' del nostro Paese e per proteggere il nostro popolo alle forze armate e' stato ordinato di eliminare militanti e terroristi", ha detto Gilani in un discorso alla tv Il premier ha precisato che "il governo non fara' alcun accordo" con i militanti perche' "e' arrivato il momento in cui l'intera nazione deve schierarsi al fianco del governo e delle forze armate contro quelli che voglio tenere in ostaggio il nostro Paese e oscurare il nostro futuro sotto la minaccia delle armi". Gilani ha anche assicurato fondi e strutture di ricovero per le migliaia di civili che stanno fuggendo dalle zone di guerra, oltre ad un lavoro per un membro delle famiglie che hanno perso una persona a causa dei comba ttimenti. Il premier ha ricordato che il governo da parte sua ha rispettato l'impegno a accettare l'introduzione della sharia nello Swat e nel Makaland in cambio della pace, "ma i terroristi hanno cominciato a colpirci".

zerothehero
13-05-2009, 20:19
Finalmente. :fagiano:

zerothehero
13-05-2009, 20:21
Leader talebano: nello Swat vale solo la Sharia, da introdurre in tutto il Pakistan
di Qaiser Felix
Sufi Muhammad afferma che nell’islam “non c’è spazio” per la democrazia e definisce i governi occidentali “un sistema di infedeli”. I talebani uccidono una coppia colpevole di adulterio. Attivisti e leader politici accusano il governo di aver consegnato la valle agli estremisti. Kabul teme “conseguenze terribili” per tutta la regione.


Islamabad (AsiaNews) – Nella valle di Swat è “valida solo la legge islamica” e tutto il sistema giudiziario del Pakistan deve essere regolato “secondo i dettami della Sharia”. È quanto affermato ieri da Sufi Muhammad, guida spirituale del movimento Tahrik-e-Nifaz Shariat Muhammadi (Tnsm), nel corso di un discorso pubblico a Mingora, la città principale della Swat Valley.

Il leader fondamentalista sottolinea che nell’islam “non c’è spazio per la democrazia” e definisce i governi occidentali “un sistema di infedeli” che ha diviso il Paese grazie al sostegno della Corte suprema e delle Alte corti locali. Per questo egli chiede l’allontanamento di tutti i giudici dalla divisione di Malakand “entro quattro giorni” e “minaccia conseguenze” se le richieste non verranno accolte.

Sottoscritta fra il governo della North West Frontier Province (Nwfp) e il Tnsm per porre fine ad anni di guerre e violenze, la Sharia è entrata in vigore il 16 febbraio scorso. Il 13 aprile il presidente pakistano Asif Ali Zardari ha firmato il decreto che sancisce la validità, ratificando l’approvazione unanime dell’Assemblea nazionale.

Gli effetti della “talebanizzazione” della Swat Valley sono ormai evidenti: ieri la televisione pakistana Dawn News ha trasmesso le immagini di una esecuzione pubblica di una coppia colpevole di “avere una relazione al di fuori del matrimonio”. La condanna a morte è stata eseguita da un gruppo di estremisti islamici del distretto di Hangu, vicino al confine con l’Afghanistan. Il fatto segue di pochi giorni la diffusione di un altro video, ripreso da un telefono cellulare, della fustigazione pubblica della 17enne Chand Bibi. La ragazza è stata punita perché “è uscita di casa” con un uomo che non era il marito. La brutalità dei talebani ha suscitato sdegno e riprovazione in tutto il Paese: unanime la condanna di esponenti della società civile e degli attivisti per i diritti umani.

Tuttavia, il governo centrale e i funzionari locali della North West Frontier Province (Nwfp) ribadiscono che l’introduzione della Sharia è frutto della volontà di tutta la popolazione dello Swat, favorevole all’accordo, e sottolineano che è “la soluzione migliore per mettere fine” ad anni di guerriglia.

Abdul Basit, portavoce del Ministero degli esteri, afferma che la maggioranza dei pakistani approva l’accordo di pace nello Swat, che favorirà la stabilità nell’area. Una posizione sconfessata dalla Commissione per i diritti umani del Pakistan (Hrcp), che definisce il 13 aprile il giorno della “resa infamante” ai talebani. “Una sottomissione umiliante – spiega Asma Jahangir, presidente di Hrcp – dello Stato alle forze dell’oscurità”. La Commissione denuncia la mancata documentazione di abusi verso le donne, i bambini e le minoranze, conseguenza diretta dell’introduzione della legge islamica.

Nel Paese si moltiplicano le posizioni contrarie alla firma: Sherry Rehman, ex Ministro pakistano dell’informazione, non nasconde le sue riserve e si chiede chi “proteggerà i diritti delle donne”. Secondo l’ex ministro la “giustizia” dei talebani è una seria minaccia per la popolazione e ricorda che solo “lo Stato è garante del diritto nel Paese”. L’allarme appare giustificato alla luce delle recenti dichiarazioni di Sufi Muhammad, il quale garantisce “piena protezione alle donne” e una “vita migliore, ma dietro il velo”.

La valle di Swat, un tempo famosa per il turismo, è ormai abbandonata; gli oltre 130 hotel della zona sono vuoti, le donne non possono uscire di casa, gli uomini devono farsi crescere la barba, le scuole vengono sono bersaglio di attentati e le ragazze non possono praticare alcuna attività sportiva. Il solo partito ad opporsi – senza successo – alla ratifica della legge è il Muttahida Qaumi Movement (Mqm) che non crede alle promesse di pace: “Quanti hanno sostenuto l’accordo – denuncia Farooq Sattar, presidente del partito – hanno tradito il mandato dei loro elettori”.

Un allarme giunge anche dal governo del vicino Afghanistan, che prospetta “conseguenze terribili” per tutta la regione. “Non vogliamo interferire in questioni interne al Pakistan – afferma il portavoce del presidente afghano Hamid Karzai – ma prendere accordi con i terroristi e consegnare loro una parte del Paese potrebbe portare conseguenze terribili nel lungo periodo”.

zerothehero
24-05-2009, 17:04
Conquistate le zone chiave della città.
Ma ci sono migliaia di civili bloccati
PESHAWAR
Si continua a combattere a Mingora, la principale città della valle dello Swat, nel nord ovest del Pakistan . L’esercito pachistano, entrato ieri in questa roccaforte talebana, ha detto oggi di aver preso il controllo di alcune zone chiave della città, mentre resta difficile la situazione per migliaia di civili bloccati dalle violenze.

La conquista di Mingora rappresenta una tappa cruciale nell’offensiva lanciata circa un mese fa dall’esercito pachistano per riprendere il controllo dei distretti dalla Provincia della Frontiera del Nord Ovest finiti nelle mani dei talebani. Un successo nella principale città della valle dello Swat permetterebbe infatti a Islamabad di proclamare la vittoria contro i talebani in questa regione, situata nei pressi del confine con l’Afghanistan. «Le forze di sicurezza stanno ripulendo le zone dalle mine antiuomo, e stanno compiendo delle operazioni di ricerca nelle zone sotto il loro controllo», ha detto oggi un responsabile della sicurezza parlando in condizione di anonimato.

A Mingora si continua però ancora oggi a combattere nelle strade. «Gli scontri proseguono tra forze di sicurezza e miliziani nel quartiere di Nawa Kilay, e nel quartiere occidentale di Qambar», ha precisato un altro responsabile, parlando sempre in condizione di anonimato. In città resta in vigore il coprifuoco e cresce di ora in ora la preoccupazione per i civili - tra i 10mila e i 20mila - che si trovano ancora sul posto, e che non sono riusciti a fuggire per mettersi in salvo. Finora oltre un milione e mezzo di persone hanno abbandonato le proprie case, e le Nazioni Unite hanno lanciato un appello alla comunità internazionale affinché siano stanziati almeno 543 milioni di dollari per aiuti umanitari.

Secondo il governo di Islamabad sono circa 15mila i soldati pachistani impegnati nell’offensiva anti-talebana, partita nel distretto del Dir inferiore ed estesa poi ai distretti di Buner e di Swat, dove si trovavano inizialmente circa 4mila talebani. Lo scorso febbraio Islamabad aveva raggiunto un accordo di tregua con i fondamentalisti islamici: questi ultimi avevano accettato di deporre le armi in cambio della possibilità di introdurre la legge islamica nelle zone sotto il loro controllo. L’accordo è stato criticato dagli alleati del Pakistan, in particolare dagli Usa, e l’offensiva del truppe governative è scattata dopo che i talebani, invece di deporre le armi, hanno esteso il loro controllo a Buner, spingendosi fino a un centinaio di chilometri dalla capitale pachistana.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200905articoli/44009girata.asp

dantes76
24-05-2009, 17:06
L'avevo detto, quando Musharaf fu deposto, che non sarebbero stati buoni tempi per il pakistan, la democrazia, non e' in grado di rispondere, a chi usa la democrazia solo per raggiungere il propio scopo

zerothehero
24-05-2009, 17:07
Più o meno la situazione è la seguente...gran parte dell'area blu è a vario titolo sotto controllo talebano.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/06/Swat_NWFP.svg/300px-Swat_NWFP.svg.png

zerothehero
24-05-2009, 17:15
L'avevo detto, quando Musharaf fu deposto, che non sarebbero stati buoni tempi per il pakistan, la democrazia, non e' in grado di rispondere, a chi usa la democrazia solo per raggiungere il propio scopo

Purtroppo Musharraf nell'ultima fase del suo governo, dopo aver ordinato l'assalto alla Moschea Rossa, si era di fatto molto indebolito.
Il problema cmq è di lungo periodo..in quelle aree (aree tribali) il governo pakistano non ha mai imposto il monopolio della violenza legittima statale, a questo poi aggiungici il fatto che questi personaggi sono i figli impazziti e degenerati creati dalle madrasse in combutta con l'ISI..finchè servivano in Afghanistan per gli interessi del Pakistan, la cosa era anche tollerata, adesso però se non gli si dà loro un freno rischiano di diventare un pericolo per l'intero pakistan, visto che si stanno allargando a macchia d'olio.
E poi cmq costituiscono un pericolo mortale anche per la stessa Nato in Afghanistan perchè garantiscono un importante retrovia logistico alla guerriglia talebana in quel paese. Per non parlare del fatto che il Pakistan è un paese che ha un discreto arsenale atomico.
A quanto pare Zardari su pressione americana pare voler fare sul serio..vedremo i risultati.per ora pare che l'offensiva stia andando discretamente. Ne stanno impiccando un bel pò di talebani presi con le mani nella marmellata, il che mi fa piacere. :fagiano:

drakend
24-05-2009, 17:34
Volevo chiedere conferma che l'obiettivo di questa guerra civile in Pakistan sia quella di trasformare le aree tribali in territorio pakistano a tutti gli effetti.

zerothehero
24-05-2009, 17:35
PASSO DI MALAKAND - Scatta la fase cruciale della battaglia per il controllo della vallata di Swat. Come avevano già promesso da tempo, le unità scelte dell’esercito pakistano hanno iniziato nelle ultime ore a penetrare le periferie di Mingora (oltre 200.000 abitanti), il capoluogo ove si trova anche la base centrale del Maulana Fazlullah, considerato il maggior leader talebano della regione. Le poche e confuse notizie dalle zone di battaglia parlano di scontri cruenti, con ben poco rispetto per le regole di Ginevra. I profughi in fuga parlano di «decine di talibani kamikaze» ancora pronti a farsi saltare in aria contro le truppe. Nel villaggio di Puchar i soldati hanno impiccato i talebani catturati, lasciandoli poi a penzolare dagli alberi. In quello di Sharzay invece ne hanno gettato dagli elicotteri i cadaveri avvolti in sacchi di plastica direttamente sulle postazioni talebane. Artiglieria e aviazione sparano da lontano non appena sorge il sospetto di aver individuato un covo nemico. A costo di colpire anche i civili, senza riguardo per abitazioni, edifici pubblici, stalle o campi coltivati.


«Questa volta è seria. Una sfida all’ultimo sangue. I danni collaterali non si contano, ma probabilmente non c’erano alternative. I talebani sfruttano tutti i sistemi tradizionali della guerriglia: si muovono a casa loro, si nascondono sulle montagne e tra la popolazione. In uno scontro tanto cruento è abbastanza credibile il numero di oltre 1.000 talebani uccisi in due settimane fornito dai portavoce militari, ma facilmente alla fine scopriremo che anche le vittime civili sono molto numerose» sostiene Syed Talat Hussein, noto reporter di Hajj Tv di Islamabad che da anni racconta le cronache delle regioni pashtun. A guardare il campo di battaglia dal passo di Malakand è più facile farsi un’idea di questa guerra brutale e remota. Ha già causato oltre due milioni di profughi. E non ci sono accenni di cessate il fuoco. Molti episodi di sangue restano sconosciuti. Dalla pianura, che da qui porta ai campi profughi attorno a Mardan, Peshawar e Sawabi, quindi si apre a sud verso il Punjab, la strada si impenna quasi all’improvviso, sale gli avancorpi dell’Hindu Kush che sono subito scoscesi, friabili, fatti di rocce e terra grigio-rossastre.

Ai quasi mille metri del passo, un castello ben fortificato dalle mura antiche rappresenta l’ultimo ostacolo per entrare nella vallata di Swat. Sembrerebbe fatta. Già si intravedono i campi coltivati, i frutteti, la terra ricca, resa fertile dai fiumi impetuosi, generati dai ghiacciai alti anche oltre 6.000 metri a corona tutto attorno. Ma è solo un’illusione. Nel 1897 il 22enne Winston Churchill, tra i tanti stranieri venuti nei secoli in armi da queste parti, nelle sue memorie scrisse con timore reverenziale del "Mullah pazzo", che proprio tra le alture scoscese del passo di Malakand con i suoi mujaheddin temerari per poco non pose fine alla sua già promettente carriera e uccise invece tanti altri soldati dell’impero britannico. «Se osserviamo la geografia di Swat, ma anche delle altre zone interessate a questo conflitto come Buner e Dir, scopriamo subito alcune costanti. Sono vallate impervie, lunghe e strette. Per dominarle non basta occuparne i centri urbani. Occorre prima di tutto prendere le creste più alte, setacciare le foreste, le valli laterali, e soprattutto il dedalo di grotte e cunicoli lontani dagli alpeggi che sin dai tempi di Alessandro il Grande costituiscono i nascondigli preferiti dalle milizie locali» spiega Zafar Abbas, direttore del giornale in lingua inglese Dawn.

Altro elemento comune di queste zone è che rimasero praticamente staterelli indipendenti sino al 1969, ben 22 anni dopo la nascita di India e Pakistan nel 1947. Gli abitanti di Swat (il censimento del 1998 ne dava un milione e 257mila, ma oggi sarebbero quasi il doppio) godettero del privilegio di poter mantenere il loro sistema giudiziario fondato su una lettura molto conservatrice della sharia, la legge religiosa islamica, addirittura sino al 1974. E la narrativa più diffusa è che oggi i talebani in larga parte non siano altro che il risultato di questi fattori. Una volta che lo Stato centrale pakistano de facto fallì nel sostituirsi alle antiche istituzioni di auto-governo, non ultime le jirga (assemblee) degli anziani incaricate di amministrare la giustizia con l’aiuto del Corano, delle consuetudini tribali e dei mullah più forti, ci avrebbero pensato i talebani a imporre con violenza la loro interpretazione estremista della sharia. A ben vedere però questa volta sono presenti elementi profondamente diversi. «I talebani sono diventati troppo aggressivi, intolleranti, dominati da Al Qaeda e dai più fanatici. Hanno distrutto circa 200 scuole per ragazze in pochi mesi, torturano ad ammazzano chi rappresenta il governo centrale, vietano alle donne di uscire di casa se non accompagnate da un uomo della famiglia. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’assassinio metodico degli anziani tra le assemblee di villaggio che li criticavano» racconta Kamal Neak, 30enne maestro di scuola fuggito con la moglie Sabah e i tre figli dal villaggio di Kanju e ora riparato nel campo profughi di Jalala. Una voce non solitaria la sua.


Truppe pakistane nella valle di Swat (Reuters)
In una decina di giorni abbiamo infatti raccolto diverse testimonianze di profughi ondeggianti tra il porre esercito e talebani sullo stesso piano (di cui i civili sarebbero comunque vittime) e invece decisamente convinti che i talebani vadano combattuti. «È un fatto nuovo. Perché i talebani, sebbene quasi tutti provenienti dagli strati più poveri della società pashtun, sono sangue del nostro sangue. Ho due cugini più giovani che hanno preso il Kalashnikov, indossato il turbante nero e ora militano tra i ranghi del mullah Fazlullah. Io stesso ebbi la tentazione di unirmi a loro in passato. Ma poi ho visto che erano troppo influenzati dai militanti arabi filo Al Qaeda che hanno trovato rifugio nelle nostre valli» aggiunge Kamal. Davvero un fatto nuovo. Ancora nell’estate 2007, quando l’ex presidente Pervez Musharraf lanciò alcune massicce offensive nel Waziristan contro i guerriglieri del comandante Baitullah Massud (accusato tra l’altro dell’assassinio di Benazir Bhutto), le popolazioni delle "zone tribali" dal confine dell’Afghanistan sino a Swat si schierarono praticamente compatte con i talebani. «Ora non più. Quello che è troppo è troppo. La popolazione ancora in marzo stava con loro quando conclusero l’accordo con il governo di Asif Zardari per estendere la sharia a Swat. Ma quando fu evidente che per i talebani questo era solo un modo per allargarsi e sfidare il governo è cresciuto il malcontento» affermano due medici nella clinica di Jalala.

Nel centro di assistenza dell’organizzazione islamista Jamat Al-Dawa presso il passo di Ambela, primo punto di ristoro per i profughi in arrivo da Buner, le testimonianze che vanno per la maggiore raccontano di caos, paura e morte. Nei villaggi di Pir Baba, Sultanwah e Wanaba i talebani avrebbero usato la popolazione come scudo contro i bombardamenti. In quelli di Sultan Bass e Shelbandai ci sarebbero state alcune rivolte popolari contro di loro. E questi avrebbero risposto assassinando i cittadini più in vista . «Ma dove stava la polizia? È scappata in massa. Ci hanno abbandonato. Ora l’esercito arriva troppo tardi», dice Sher Alì Khan, di Sultan Bass. A Shelbandai erano stati persino uccisi 6 talebani lo scorso autunno per mano di una milizia organizzata dall’imam locale. E la vendetta arrivò puntuale, come del resto promesso da Fazlullah sulla sua radio a onde corte da Mingora: un'autobomba suicida causò la morte di 42 persone il 28 novembre, mentre al seggio locale si votava per il rinnovo della municipalità.




23 maggio 2009(ultima modifica: 24 maggio 2009)


Art. interressante, da leggere tutto.

zerothehero
24-05-2009, 17:43
Volevo chiedere conferma che l'obiettivo di questa guerra civile in Pakistan sia quella di trasformare le aree tribali in territorio pakistano a tutti gli effetti.

Non te lo saprei dire, ma non credo. L'obiettivo dichiarato è eliminare i taliban dallo Swat e dalle aree in cui de facto hanno il controllo. Le tradizionali aree tribali credo che rimarranno autonome dal governo centrale.

drakend
24-05-2009, 17:52
Non te lo saprei dire, ma non credo. L'obiettivo dichiarato è eliminare i taliban dallo Swat e dalle aree in cui de facto hanno il controllo. Le tradizionali aree tribali credo che rimarranno autonome dal governo centrale.
E allora non si può chiamare l'attuale offensiva "seria", secondo me. Voglio dire in Pakistan c'è uno Stato nello Stato: una tale situazione sarebbe ovunque intollerabile, perciò finché tale situazione esiste l'esistenza del Pakistan stesso è in pericolo.

zerothehero
24-05-2009, 17:58
E allora non si può chiamare l'attuale offensiva "seria", secondo me. Voglio dire in Pakistan c'è uno Stato nello Stato: una tale situazione sarebbe ovunque intollerabile, perciò finché tale situazione esiste l'esistenza del Pakistan stesso è in pericolo.

Io non so cosa abbia in mente il capo di stato maggiore pakistano e il presidente del Pakistan...però forse sarebbe un tantinello ambizioso e velleitario sperare d'amblè, all'improvviso di garantire un completo controllo statale di tutte le aree tribali pakistane, liberando anche al contempo lo Swat dai taliban...anche perchè il governo centrale non è esattamente fortissimo e poi cmq se il governo dovesse tentare un'azione di forza in tutte le aree tribali contro le assemblee degli anziani e le varie "shure" per ristabilire Legge ed Ordine, magari si rischierebbe di compattare i taliban e le autorità locali che hanno il controllo di quello che de facto è ancora una società clanico-tribale.

Poi si può fare tutto, per carità..bisogna vedere se sono in grado e se è fattibile farlo. :fagiano:

Quello che è senza dubbio è che i taliban rischiano di divenire un'infezione pericolosissima per l'intero pakistan e che è neccessario porgli un freno..anche perchè se il Pakistan dovesse andare a puttane, hai voglia a provare a stabilizzare l'Afghanistan.

drakend
24-05-2009, 18:24
Poi si può fare tutto, per carità..bisogna vedere se sono in grado e se è fattibile farlo. :fagiano:

Beh mica è detto che debbano farlo da soli... possono ricorrere all'assistenza ufficiosa degli USA e degli aerei senza pilota in particolare... :fagiano:
Poi nulla vieta a Washington di vendere armi sofisticate al governo del Pakistan a prezzi stracciati ed addestrare molti soldati pakistani nelle scuole militari americane, no? :read:


Quello che è senza dubbio è che i taliban rischiano di divenire un'infezione pericolosissima per l'intero pakistan e che è neccessario porgli un freno..anche perchè se il Pakistan dovesse andare a puttane, hai voglia a provare a stabilizzare l'Afghanistan.
Non nascondiamoci dietro il solito politically correct sinistroide: un taliban buono è un taliban morto.
That's enough said! :fagiano:

zerothehero
24-05-2009, 18:40
GLi areucci senza pilota van benissimo, sono un utile supporto per conseguire una vittoria militare. :D ..ma non è che da soli possono trasformare un territorio che tradizionalmente è stato sempre sotto controllo dei clan in un territorio in cui vige la legge dello stato centrale...un conto è la vittoria militare, altro la vittoria politica, la società tribale pakistana non è che la puoi trasformare all'improvviso in qualcosa di diverso... :fagiano:

drakend
24-05-2009, 18:47
GLi areucci senza pilota van benissimo, sono un utile supporto per conseguire una vittoria militare. :D ..ma non è che da soli possono trasformare un territorio che tradizionalmente è stato sempre sotto controllo dei clan in un territorio in cui vige la legge dello stato centrale...un conto è la vittoria militare, altro la vittoria politica, la società tribale pakistana non è che la puoi trasformare all'improvviso in qualcosa di diverso... :fagiano:
Sì certo, ma già fare secchi i leader contribuirebbe non poco in tale direzione, no?

zerothehero
24-05-2009, 19:15
Ovvio che la cattura o l'eliminazione fisica dei talebani è positiva, non stiamo a ripetere delle ovvietà. :fagiano:

drakend
24-05-2009, 20:12
Ovvio che la cattura o l'eliminazione fisica dei talebani è positiva, non stiamo a ripetere delle ovvietà. :fagiano:
Sì ma da come dicevi sembrava poca cosa, una specie di "accontentiamoci di questo piuttosto che di niente". Secondo me uccidere i leader talebani significa smantellare i talebani intesi come organizzazione politico-militare. È la premessa essenziale alla loro totale sconfitta anche sul piano socio-culturale.

Xile
24-05-2009, 20:13
Dal mio punto di vista personale combatterei questi Taliban come fossero un cancro perché questa gente non si fermerà mai, presi da questa cieca fede nella religione e, sicuramente non si fermerebbero al solo Afghanistan e Pakistan pretendendo di prendere anche altre zone confinanti. Dall'altra parte con quale diritto dobbiamo noi intervenire in una zona che in qualche modo è sempre stata tribale quindi il concetto di Stato non lo si può applicare?!

Lagun85
24-05-2009, 20:19
Odio tutti i tipi di fondamentalismo religioso.Sarebbe spaventoso se un paese con l'atomica finisse sotto il controllo di quel tipo di estremisti islamici.
Bene sta facendo il governo pakistano a muovere guerra contro questa gente.
Io sono per la pace,ma desiderarla è molto diverso dall'essere pacifisti a tutti i costi.

P.s. vorrei non si facesse confusione.Non ho nulla contro i governi islamici,ma non sopporto i fondamentalismi religiosi(e non) che vogliono impormi con la forza cosa fare della mia vita.

drakend
24-05-2009, 21:23
Dall'altra parte con quale diritto dobbiamo noi intervenire in una zona che in qualche modo è sempre stata tribale quindi il concetto di Stato non lo si può applicare?!
Con il diritto di non lasciarla in mano ai Taliban... :read:

zerothehero
31-05-2009, 17:59
(ANSA) - NEW DELHI, 29 MAG -Sono 28 i talebani uccisi negli scontri con l'esercito pachistano nelle scorse 24 ore nella valle dello Swat, Pakistan nord orientale.Lo riferisce l'esercito pachistano che ha subito la perdita di cinque soldati.Dopo aver conquistato la quasi totalita' di Mingora, l'esercito pachistano ha anche liberato dai talebani la citta' di Peochar, non lontana da Mingora, ritenuta una delle piu' importanti basi talebane.

lishi
31-05-2009, 18:39
Sì certo, ma già fare secchi i leader contribuirebbe non poco in tale direzione, no?

Non tutti i leader sono talebani, impostare obiettivo "eliminiamo tutti i leader" potrebbe facilmente ingrossare le file dei talebani che nessuno vuole.
Come pure cercare di un imporre un maggiore controllo statale su quelle zone.
Purtroppo non è bianco e nero. Infine finché è eliminiamo tutti i talebani si potrebbe vedere le cose come eliminare un cancro, un gruppo con forti radici esteri, se si inizia a eliminare tutti allora diventa una guerra civile su tutti i campi.

zerothehero
31-05-2009, 18:55
Se devono fare tutto sto casino solo per la valle dello Swat (bombardamenti a tappetto, 18000 soldati, 2 milioni di profughi), figuriamoci cosa dovrebbero fare per ristabilire un minimo di controllo sulle aree tribali a ridosso dell'Afghanistan. :stordita: