yggdrasil
08-05-2009, 13:00
scusate, ma non ce la facevo a non riportare queste "chicche" :D
Pdl: "Santoro? Spreco di denaro pubblico" Lui: "Come Berlusconi"
Roma - Scambio di accuse a distanza. Protagonisti Silvio Berlusconi e Michele Santoro. Il premier non ha gradito la puntata di Annozero dedicata al rapporto con sua moglie Veronia Lario, giudicandola, in alcune conversazioni telefoniche con parlamentari della maggioranza, non una trasmissione giornalistica, ma una puntata a tesi contro di lui. Tanto che, riferisce chi ha potuto ascoltare i suoi commenti, il presidente del Consiglio si è chiesto se questo sia il modo di spendere i soldi pubblici. "Berlusconi invece li spende bene...". Questa la replica di Santoro affidata al sito di Annozero alla consueta rubrica V.a.f. (Valutazioni a freddo).
Critiche del Cavaliere Berluconi ha seguito in diretta la trasmissione di Santoro dal salotto della sua residenza romana di Palazzo Grazioli con alcuni suoi stretti collaboratori. Ha seguito passo passo l’evolversi della serata facendo critiche a più riprese e sottolineando in successive conversazioni come quello che vedeva fosse lontano da un corretto modo di fare giornalismo. Ma pur essendo pronto a intervenire personalmente alla trasmissione recandosi negli studi di Annozero, il premier alla fine non ha ritenuto di farlo giudicando che, nonostante la faziosità della puntata, non ci fossero elementi tali che lo inducessero a prendere questa decisione.
Parla Romani Tutto il malumore del Pdl è affidato al sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, in attesa di nomina a viceministro, che dovrebbe arrivare a ore. "La puntata di Annozero non ha nulla a che fare con il servizio pubblico. Un dispendio di tanti soldi dei cittadini nel tentativo di dimostrare una tesi basata solo sul gossip e di totale disinteresse per il pubblico e per il Paese. Una tesi, tra l’altro, che rimane del tutto indimostrata. Il problema, quindi, va al di là di Santoro e riguarda il rapporto tra il servizio pubblico e la corretta informazione. Una questione della quale, al di là delle critiche politiche, si deve fare carico la nuova dirigenza della Rai. Nessuno chiede provvedimenti. Ma una riflessione profonda non può essere rinviata".
Annozero: sporco trucco di Santoro in tv
di Stefano Filippi
La giornalista Barbara Palombelli, moglie di Francesco Rutelli, argomenta che «si tratta in modo inadeguato il fenomeno Berlusconi, come se si potesse liquidare il fenomeno Obama in America guardando che scarpe porta sua moglie Michelle»: invece il premier «spalanca le porte dell’Italia a giovani e donne che non sognavano minimamente di entrare in politica». Santoro ce l’ha messa tutta. Ha cercato di togliere la parola alla Palombelli per dare a Concita De Gregorio, direttrice dell'Unità, la possibilità di dire che «la formazione delle liste è da tempo un casting con tanto di book», dimenticando anche lei che il Pd ha scritturato giornalisti televisivi, veline, campionesse fotogeniche. Ha chiesto il sostegno di Alex Stille, il quale non ha trovato di meglio che farsi zittire dall’avvocato Ghedini nel tentativo di rispolverare il caso di Virginia Sanjust. Bonino ha accusato Berlusconi di mettere in imbarazzo l’Italia ai vertici internazionali.
Travaglio si è fatto forte del rapporto di Freedom House sulla mancanza di libertà di stampa. La tesi era semplice e scontata: Berlusconi è «unfit», come scrisse l’Economist una volta e adesso non più; è inadeguato, malato come ritiene la moglie perché frequenta minorenni, o ossessionato dal sesso, come ha specificato Emma Bonino. Ecco il vero «complotto», per restare al titolo della trasmissione di ieri sera. L’avvocato Ghedini, come il Cruyff dei vecchi tempi, ha giocato da solo a tutto campo. Ma le sue parole più importanti le ha dette verso la fine, e Santoro non le ha sottolineate. Ghedini ha definito Veronica Lario «una bellissima persona», «una donna intelligente, colta, una piacevolissima conversatrice, che si è adirata fortemente per una serie di informazioni non complete e non corrette. È stato uno straordinario equivoco».
e adesso il pezzo migliore, quello di giordano! :asd:
IL PROCESSO DEL GIOVEDÌ (il titolo era in maiuscolo pure sull'originale)
di Mario Giordano
Un’attrice famosa a far la parte di Veronica, due speaker a buon mercato per recitare le interviste di Noemi. Fiction e pantomime, marionette, caratteristi e docu-ricostruzioni: non avendo in mano null’altro che la propria bile, Michele Santoro è costretto ad affidarsi ai trucchi di scena, antichi artifici di uno sporco mestiere. Se voleva assestare un colpo mortale a Berlusconi, non ci riesce. Al massimo, assesta un colpo mortale alla sua trasmissione, che nasce con il nobile presupposto di difendere la dignità del corpo femminile e finisce per fare carne di porco di una ragazza di 18 anni, messa alla berlina, offesa e umiliata, in virtù della sua gravissima colpa: aver detto «papi».
È da una settimana che i grandi soloni della Tv politicamente corretta s’indignano contro l’uso del corpo delle donne. E per farlo abusano (televisivamente parlando) del corpo delle donne. Ha cominciato Gad Lerner a sguazzare compiaciuto tra le tette, poi è stata la volta di Ballarò, ieri sera si è raggiunto il vertice, con un Santoro che faceva declamare le lettere di Veronica manco fossero Shakespeare, l’annuncio del divorzio come se fosse un canto della Divina Commedia. Il gossip trasformato in rappresentazione scenica, il guardonismo che diventa atto unico. Su il sipario, si recita a soggetto. E anche un po’ a sospetto.
Noemi, la 18enne di Napoli che ha avuto il premier Berlusconi ospite al suo compleanno, è stata trattata, dai fanatici del rispetto delle donne, come una poco di buono, dall’inizio alla fine della trasmissione. La telecamera indugiava sempre sulle sue parti basse, il suo book di foto (realizzato quando aveva 15 anni) è diventato prova inoppugnabile di mignotteria. Un’inviata ha provato ad aggredirla seguendola a scuola, lei ha taciuto. Allora sono andati a intervistare il suo preside: «È una ragazza perbene», ha detto lui. E loro: «Ma come perbene? Con quelle foto... ». E giù a indugiare sui dettagli anatomici per dire che no, non può essere una persona perbene, chi a 15 anni sogna di fare la modella.
Trucco e barbatrucco, la trasmissione si è così trasformata immediatamente in una specie di Processo del Lunedì per comari inacidite, con Santoro nei panni di Biscardi (pure i capelli ormai si assomigliano), sempre alla ricerca di uno «sgub» che non arrivava, e gli ospiti aizzati alla rissa come Elio Corno e Tiziano Crudeli qualsiasi. C’è tutto per rifare la trasmissione trash-cult di Biscardi: il moviolone del trasferimento del premier (l’elicottero era in fuorigioco oppure no?), la valletta porgimicrofono Granbassi, Travaglio che lancia le bombe e fa il gioco del pendolino come Maurizio Mosca e i collegamenti con Sandro Ruotolo, che in effetti sembra un incrocio fra Luigi Necco e Tonino Carino. Il pubblico, naturalmente, come in ogni Processo del Lunedì, fa il tifo per il suo Biscardi, ulula, mormora, applaude. Partecipa al gioco, in attesa, s’intende, della scheda di Nesti e delle ultime clamorose notizie dal calciomercato.
Nel trionfo del kitsch, ovviamente, si trova a suo agio il direttore di Novella 2000, Candida Morvillo. L’avvocato Ghedini lotta come un leone rintuzzando colpo su colpo. Barbara Palombelli si autocita. E l’onorevole Bonino fa un po’ l’annoiata e un po’ la scandalizzata, lei che deve occuparsi di questi argomenti così bassi, lei che deve parlare di questi buzzurri che mettono in lista per il Parlamento europeo delle presunte veline. Mica come i suoi radicali, che in Parlamento hanno sempre portato solo ed esclusivamente specchiati intellettuali. Come Cicciolina, per esempio.
Ma certo: è uno scandalo che vengano scelti candidati pennacchio, personaggi della Tv, come dice Concita De Gregorio, direttore dell’Unità. E Michele Santoro, già candidato pennacchio, inevitabilmente onorevole e personaggio tv, annuisce: eccome no, è uno scandalo. Così quando uno del pubblico ricorda che la Margherita candidò Flavia Vento, in studio cala un momento d’imbarazzo. Ma l’imbarazzo passa, Santoro resta. E continua a spandere veleni.
Finisce così. Finisce con una vaga sensazione di disgusto, l’impressione di un uso violento della Tv. Finisce con Noemi trattata come un avanzo di marciapiede, la verità maciullata come ogni settimana, forse ancor più di ogni settimana. E Santoro che, come dice Cossiga, applica il suo schema preferito, quello di Goebbels: poche menzogne, ma ripetute spesso. Se però voleva creare la gran madre di tutte le polemiche, se voleva l’incidente finale per farsi cacciare, ebbene, non ci riuscirà neppure questa volta. Più acquista in faziosità, più perde in bravura: ha cominciato dicendo che voleva evitare il buco della serratura. Però non riesce a evitare, almeno da questo punto di vista, il buco nell’acqua.
Pdl: "Santoro? Spreco di denaro pubblico" Lui: "Come Berlusconi"
Roma - Scambio di accuse a distanza. Protagonisti Silvio Berlusconi e Michele Santoro. Il premier non ha gradito la puntata di Annozero dedicata al rapporto con sua moglie Veronia Lario, giudicandola, in alcune conversazioni telefoniche con parlamentari della maggioranza, non una trasmissione giornalistica, ma una puntata a tesi contro di lui. Tanto che, riferisce chi ha potuto ascoltare i suoi commenti, il presidente del Consiglio si è chiesto se questo sia il modo di spendere i soldi pubblici. "Berlusconi invece li spende bene...". Questa la replica di Santoro affidata al sito di Annozero alla consueta rubrica V.a.f. (Valutazioni a freddo).
Critiche del Cavaliere Berluconi ha seguito in diretta la trasmissione di Santoro dal salotto della sua residenza romana di Palazzo Grazioli con alcuni suoi stretti collaboratori. Ha seguito passo passo l’evolversi della serata facendo critiche a più riprese e sottolineando in successive conversazioni come quello che vedeva fosse lontano da un corretto modo di fare giornalismo. Ma pur essendo pronto a intervenire personalmente alla trasmissione recandosi negli studi di Annozero, il premier alla fine non ha ritenuto di farlo giudicando che, nonostante la faziosità della puntata, non ci fossero elementi tali che lo inducessero a prendere questa decisione.
Parla Romani Tutto il malumore del Pdl è affidato al sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, in attesa di nomina a viceministro, che dovrebbe arrivare a ore. "La puntata di Annozero non ha nulla a che fare con il servizio pubblico. Un dispendio di tanti soldi dei cittadini nel tentativo di dimostrare una tesi basata solo sul gossip e di totale disinteresse per il pubblico e per il Paese. Una tesi, tra l’altro, che rimane del tutto indimostrata. Il problema, quindi, va al di là di Santoro e riguarda il rapporto tra il servizio pubblico e la corretta informazione. Una questione della quale, al di là delle critiche politiche, si deve fare carico la nuova dirigenza della Rai. Nessuno chiede provvedimenti. Ma una riflessione profonda non può essere rinviata".
Annozero: sporco trucco di Santoro in tv
di Stefano Filippi
La giornalista Barbara Palombelli, moglie di Francesco Rutelli, argomenta che «si tratta in modo inadeguato il fenomeno Berlusconi, come se si potesse liquidare il fenomeno Obama in America guardando che scarpe porta sua moglie Michelle»: invece il premier «spalanca le porte dell’Italia a giovani e donne che non sognavano minimamente di entrare in politica». Santoro ce l’ha messa tutta. Ha cercato di togliere la parola alla Palombelli per dare a Concita De Gregorio, direttrice dell'Unità, la possibilità di dire che «la formazione delle liste è da tempo un casting con tanto di book», dimenticando anche lei che il Pd ha scritturato giornalisti televisivi, veline, campionesse fotogeniche. Ha chiesto il sostegno di Alex Stille, il quale non ha trovato di meglio che farsi zittire dall’avvocato Ghedini nel tentativo di rispolverare il caso di Virginia Sanjust. Bonino ha accusato Berlusconi di mettere in imbarazzo l’Italia ai vertici internazionali.
Travaglio si è fatto forte del rapporto di Freedom House sulla mancanza di libertà di stampa. La tesi era semplice e scontata: Berlusconi è «unfit», come scrisse l’Economist una volta e adesso non più; è inadeguato, malato come ritiene la moglie perché frequenta minorenni, o ossessionato dal sesso, come ha specificato Emma Bonino. Ecco il vero «complotto», per restare al titolo della trasmissione di ieri sera. L’avvocato Ghedini, come il Cruyff dei vecchi tempi, ha giocato da solo a tutto campo. Ma le sue parole più importanti le ha dette verso la fine, e Santoro non le ha sottolineate. Ghedini ha definito Veronica Lario «una bellissima persona», «una donna intelligente, colta, una piacevolissima conversatrice, che si è adirata fortemente per una serie di informazioni non complete e non corrette. È stato uno straordinario equivoco».
e adesso il pezzo migliore, quello di giordano! :asd:
IL PROCESSO DEL GIOVEDÌ (il titolo era in maiuscolo pure sull'originale)
di Mario Giordano
Un’attrice famosa a far la parte di Veronica, due speaker a buon mercato per recitare le interviste di Noemi. Fiction e pantomime, marionette, caratteristi e docu-ricostruzioni: non avendo in mano null’altro che la propria bile, Michele Santoro è costretto ad affidarsi ai trucchi di scena, antichi artifici di uno sporco mestiere. Se voleva assestare un colpo mortale a Berlusconi, non ci riesce. Al massimo, assesta un colpo mortale alla sua trasmissione, che nasce con il nobile presupposto di difendere la dignità del corpo femminile e finisce per fare carne di porco di una ragazza di 18 anni, messa alla berlina, offesa e umiliata, in virtù della sua gravissima colpa: aver detto «papi».
È da una settimana che i grandi soloni della Tv politicamente corretta s’indignano contro l’uso del corpo delle donne. E per farlo abusano (televisivamente parlando) del corpo delle donne. Ha cominciato Gad Lerner a sguazzare compiaciuto tra le tette, poi è stata la volta di Ballarò, ieri sera si è raggiunto il vertice, con un Santoro che faceva declamare le lettere di Veronica manco fossero Shakespeare, l’annuncio del divorzio come se fosse un canto della Divina Commedia. Il gossip trasformato in rappresentazione scenica, il guardonismo che diventa atto unico. Su il sipario, si recita a soggetto. E anche un po’ a sospetto.
Noemi, la 18enne di Napoli che ha avuto il premier Berlusconi ospite al suo compleanno, è stata trattata, dai fanatici del rispetto delle donne, come una poco di buono, dall’inizio alla fine della trasmissione. La telecamera indugiava sempre sulle sue parti basse, il suo book di foto (realizzato quando aveva 15 anni) è diventato prova inoppugnabile di mignotteria. Un’inviata ha provato ad aggredirla seguendola a scuola, lei ha taciuto. Allora sono andati a intervistare il suo preside: «È una ragazza perbene», ha detto lui. E loro: «Ma come perbene? Con quelle foto... ». E giù a indugiare sui dettagli anatomici per dire che no, non può essere una persona perbene, chi a 15 anni sogna di fare la modella.
Trucco e barbatrucco, la trasmissione si è così trasformata immediatamente in una specie di Processo del Lunedì per comari inacidite, con Santoro nei panni di Biscardi (pure i capelli ormai si assomigliano), sempre alla ricerca di uno «sgub» che non arrivava, e gli ospiti aizzati alla rissa come Elio Corno e Tiziano Crudeli qualsiasi. C’è tutto per rifare la trasmissione trash-cult di Biscardi: il moviolone del trasferimento del premier (l’elicottero era in fuorigioco oppure no?), la valletta porgimicrofono Granbassi, Travaglio che lancia le bombe e fa il gioco del pendolino come Maurizio Mosca e i collegamenti con Sandro Ruotolo, che in effetti sembra un incrocio fra Luigi Necco e Tonino Carino. Il pubblico, naturalmente, come in ogni Processo del Lunedì, fa il tifo per il suo Biscardi, ulula, mormora, applaude. Partecipa al gioco, in attesa, s’intende, della scheda di Nesti e delle ultime clamorose notizie dal calciomercato.
Nel trionfo del kitsch, ovviamente, si trova a suo agio il direttore di Novella 2000, Candida Morvillo. L’avvocato Ghedini lotta come un leone rintuzzando colpo su colpo. Barbara Palombelli si autocita. E l’onorevole Bonino fa un po’ l’annoiata e un po’ la scandalizzata, lei che deve occuparsi di questi argomenti così bassi, lei che deve parlare di questi buzzurri che mettono in lista per il Parlamento europeo delle presunte veline. Mica come i suoi radicali, che in Parlamento hanno sempre portato solo ed esclusivamente specchiati intellettuali. Come Cicciolina, per esempio.
Ma certo: è uno scandalo che vengano scelti candidati pennacchio, personaggi della Tv, come dice Concita De Gregorio, direttore dell’Unità. E Michele Santoro, già candidato pennacchio, inevitabilmente onorevole e personaggio tv, annuisce: eccome no, è uno scandalo. Così quando uno del pubblico ricorda che la Margherita candidò Flavia Vento, in studio cala un momento d’imbarazzo. Ma l’imbarazzo passa, Santoro resta. E continua a spandere veleni.
Finisce così. Finisce con una vaga sensazione di disgusto, l’impressione di un uso violento della Tv. Finisce con Noemi trattata come un avanzo di marciapiede, la verità maciullata come ogni settimana, forse ancor più di ogni settimana. E Santoro che, come dice Cossiga, applica il suo schema preferito, quello di Goebbels: poche menzogne, ma ripetute spesso. Se però voleva creare la gran madre di tutte le polemiche, se voleva l’incidente finale per farsi cacciare, ebbene, non ci riuscirà neppure questa volta. Più acquista in faziosità, più perde in bravura: ha cominciato dicendo che voleva evitare il buco della serratura. Però non riesce a evitare, almeno da questo punto di vista, il buco nell’acqua.