FabioGreggio
17-04-2009, 13:19
Ma delle tante critiche rivolte ai leader mondiali ieri dal presidente francese Nicolas Sarkozy, il Times di Londra si concentra oggi soprattutto su quelle rivolte al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, definito “fragile”. Parole e opinioni emerse da un pranzo coi parlamentari francesi, poi smentite ieri frettolosamente dall’Eliseo.
Nonostante la marcia indietro di Parigi, anche a uso e consumo della visita di Stato a Madrid che il presidente francese ha in programma il prossimo 27 aprile, le confidenze di Sarkozy trovano oggi ampio spazio sulla stampa britannica (ne parla anche il Financial Times).
Il presidente francese avrebbe espresso le sue opinioni durante un pranzo esclusivo con un gruppo di parlamentari di destra e di sinistra, durante il quale si è discusso della crisi economica in corso, e ieri erano finite sul quotidiano di sinistra Liberation che le ha prese a pretesto per ironizzare sull’ego straripante del capo di stato francese.
A proposito di Obama, Sarkozy avrebbe parlato di “uno spirito sottile, molto intelligente e molto carismatico”, avanzando però seri dubbi: “E’ stato eletto due mesi fa e non ha mai diretto un ministero, ci sono vari argomenti su cui non ha ancora espresso un’opinione”, avrebbe detto il presidente francese.
Hervé Mariton, deputato dell’Ump spesso critico nei confronti di Sarkozy, era tra i presenti al pranzo di lavoro. Il parlamentare francese, in un dichiarazione al Financial Times, ha contestato l’interpretazione di Liberation ma ha ammesso che la maggior parte delle parole ‘incriminate’ riferite ai capi di stato e di governo sono state effettivamente pronunciate da Sarkozy. “La situazione, così come raccontata da Liberation, è stata esagerata”, ha detto. “Ma la maggior parte di quelle parole è stata effettivamente pronunciata”.
D’altra parte, segnala oggi il Times, le parole di Sarkozy sarebbero una nuova testimonianza della “fine della luna di miele franco-americana”, i cui primi evidenti segnali erano emersi già alla vigilia del vertice del G20 a Londra, quando Sarkozy minacciò di disertare l’incontro nel caso in cui gli Stati Uniti non avessero accettato regole comuni contro la recessione dell’economia internazionale.
Ma a dividere Washington e Parigi, che punta a consolidare il suo “ruolo di contrappeso” alla potenza statunitense, sono stati anche la richiesta francese di uno Stato maggiore unico per la difesa europea - proposta osteggiata da Gran Bretagna e Stati Uniti -, e il forte sostegno di Obama all’adesione della Turchia all’Unione europea, ricorda il quotidiano britannico.
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/esteri/2009/04/17/165778-sarko_critica_tutti_leader_mondiali.shtml
Inutile smentire, ormai ne parla anche il serissimo Financial Times. L'Eliseo contesta le ricostruzioni del pranzo con i parlamentari, ieri; parole mai dette quelle attribuite al presidente Nicolas Sarkozy. Ma talmente in linea con il personaggio, evidentemente, da risultare credibili agli occhi di buona parte della stampa europea. "Era un Nicolas Sarkozy al 200%, stranamente vicino alla sua caricatura", racconta a Liberation un politico che all'Eliseo c'era, a quel tavolo.
Il presidente si sarebbe lasciato andare ad una serie di giudizi poco diplomatici. Barack Obama? "Molto intelligente e carismatico, ma è eletto solo da due mesi e non ha mai gestito un ministero. Su un certo numero di cose non ha una posizione". Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso? "Totalmente assente dal G20". Il cancelliere tedesco Angela Merkel? "Quando si è resa conto dello stato delle sue banche e della sua industria dell'auto si è unita alle mie posizioni". E José Luis Zapatero? "Forse non è molto intelligente, ma io ne conosco di molto intelligenti e che non sono stati al secondo turno delle elezioni presidenziali". Parole che hanno scatenato una bufera soprattutto in Spagna, dove persino i Popolari, all'oppozione, hanno difeso il loro odiato premier socialista: "Forse Sarkozy ha ragione, ma è pur sempre il nostro primo ministro", ha detto il portavoce del Pp Esteban Gonzalez Pons. Non proprio l'ideale per la visita di Sarkozy a Madrid il prossimo 27 aprile.
Fra i grandi della terra esce bene solo Berlusconi: "In democrazia - avrebbe detto Sarkozy - conta essere rieletto. Guardate Berlusconi, è stato rieletto tre volte".
Mentre i giornali, non solo francesi, cercano - e sembrano trovare nella testimonianza di un deputato Ump - conferme sul fatto che Sarkozy quelle parole le abbia pronunciate, gli osservatori più attenti leggono nel giudizio non esaltante su Obama un riflesso delle recenti frizioni fra Parigi e Washington sulle soluzioni per uscire dalla crisi economica, piuttosto che sull'adesione della Turchia all'Unione europea. Poi è arrivato il vertice Nato, con la richiesta francese di uno Stato maggiore unico per la difesa europea - proposta osteggiata da Gran Bretagna e Stati Uniti. E mentre da Praga Obama parlava di una nuova era di disarmo nucleare, un appunto riservato dell'Eliseo finiva su Le Figaro: su questo terreno - si leggeva - Parigi non accetta limitazioni da nessuno. I tempi in cui Sarkozy si definiva "il migliore amico" dell'America, insomma, sembrano lontani.
http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=115077
Nonostante la marcia indietro di Parigi, anche a uso e consumo della visita di Stato a Madrid che il presidente francese ha in programma il prossimo 27 aprile, le confidenze di Sarkozy trovano oggi ampio spazio sulla stampa britannica (ne parla anche il Financial Times).
Il presidente francese avrebbe espresso le sue opinioni durante un pranzo esclusivo con un gruppo di parlamentari di destra e di sinistra, durante il quale si è discusso della crisi economica in corso, e ieri erano finite sul quotidiano di sinistra Liberation che le ha prese a pretesto per ironizzare sull’ego straripante del capo di stato francese.
A proposito di Obama, Sarkozy avrebbe parlato di “uno spirito sottile, molto intelligente e molto carismatico”, avanzando però seri dubbi: “E’ stato eletto due mesi fa e non ha mai diretto un ministero, ci sono vari argomenti su cui non ha ancora espresso un’opinione”, avrebbe detto il presidente francese.
Hervé Mariton, deputato dell’Ump spesso critico nei confronti di Sarkozy, era tra i presenti al pranzo di lavoro. Il parlamentare francese, in un dichiarazione al Financial Times, ha contestato l’interpretazione di Liberation ma ha ammesso che la maggior parte delle parole ‘incriminate’ riferite ai capi di stato e di governo sono state effettivamente pronunciate da Sarkozy. “La situazione, così come raccontata da Liberation, è stata esagerata”, ha detto. “Ma la maggior parte di quelle parole è stata effettivamente pronunciata”.
D’altra parte, segnala oggi il Times, le parole di Sarkozy sarebbero una nuova testimonianza della “fine della luna di miele franco-americana”, i cui primi evidenti segnali erano emersi già alla vigilia del vertice del G20 a Londra, quando Sarkozy minacciò di disertare l’incontro nel caso in cui gli Stati Uniti non avessero accettato regole comuni contro la recessione dell’economia internazionale.
Ma a dividere Washington e Parigi, che punta a consolidare il suo “ruolo di contrappeso” alla potenza statunitense, sono stati anche la richiesta francese di uno Stato maggiore unico per la difesa europea - proposta osteggiata da Gran Bretagna e Stati Uniti -, e il forte sostegno di Obama all’adesione della Turchia all’Unione europea, ricorda il quotidiano britannico.
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/esteri/2009/04/17/165778-sarko_critica_tutti_leader_mondiali.shtml
Inutile smentire, ormai ne parla anche il serissimo Financial Times. L'Eliseo contesta le ricostruzioni del pranzo con i parlamentari, ieri; parole mai dette quelle attribuite al presidente Nicolas Sarkozy. Ma talmente in linea con il personaggio, evidentemente, da risultare credibili agli occhi di buona parte della stampa europea. "Era un Nicolas Sarkozy al 200%, stranamente vicino alla sua caricatura", racconta a Liberation un politico che all'Eliseo c'era, a quel tavolo.
Il presidente si sarebbe lasciato andare ad una serie di giudizi poco diplomatici. Barack Obama? "Molto intelligente e carismatico, ma è eletto solo da due mesi e non ha mai gestito un ministero. Su un certo numero di cose non ha una posizione". Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso? "Totalmente assente dal G20". Il cancelliere tedesco Angela Merkel? "Quando si è resa conto dello stato delle sue banche e della sua industria dell'auto si è unita alle mie posizioni". E José Luis Zapatero? "Forse non è molto intelligente, ma io ne conosco di molto intelligenti e che non sono stati al secondo turno delle elezioni presidenziali". Parole che hanno scatenato una bufera soprattutto in Spagna, dove persino i Popolari, all'oppozione, hanno difeso il loro odiato premier socialista: "Forse Sarkozy ha ragione, ma è pur sempre il nostro primo ministro", ha detto il portavoce del Pp Esteban Gonzalez Pons. Non proprio l'ideale per la visita di Sarkozy a Madrid il prossimo 27 aprile.
Fra i grandi della terra esce bene solo Berlusconi: "In democrazia - avrebbe detto Sarkozy - conta essere rieletto. Guardate Berlusconi, è stato rieletto tre volte".
Mentre i giornali, non solo francesi, cercano - e sembrano trovare nella testimonianza di un deputato Ump - conferme sul fatto che Sarkozy quelle parole le abbia pronunciate, gli osservatori più attenti leggono nel giudizio non esaltante su Obama un riflesso delle recenti frizioni fra Parigi e Washington sulle soluzioni per uscire dalla crisi economica, piuttosto che sull'adesione della Turchia all'Unione europea. Poi è arrivato il vertice Nato, con la richiesta francese di uno Stato maggiore unico per la difesa europea - proposta osteggiata da Gran Bretagna e Stati Uniti. E mentre da Praga Obama parlava di una nuova era di disarmo nucleare, un appunto riservato dell'Eliseo finiva su Le Figaro: su questo terreno - si leggeva - Parigi non accetta limitazioni da nessuno. I tempi in cui Sarkozy si definiva "il migliore amico" dell'America, insomma, sembrano lontani.
http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=115077