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View Full Version : Obama cancella gli interrogatori con tortura, ma assolve gli agenti CIA


LUVІ
17-04-2009, 12:12
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/esteri/obama-presidenza-6/obama-interrogatori/obama-interrogatori.html

Il presidente americano annuncia che non saranno perseguiti
coloro che hanno seguito le indicazioni del governo federale
Obama "assolve" gli agenti Cia
e svela gli interrogatori con torture
"Questo è un momento di riflessione, non di vendetta"
Pubblicati quattro memorandum dell'amministrazione Bush

CITTA' DEL MESSICO - Basta con la tortura. Basta con gli interrogatori in cui la dignità dei sospettati è calpestata. Anche se gli autori non subiranno conseguenze. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato che gli uomini della Cia che ha condotto interrogatori usando vere e proprie tecniche di tortura come il waterboarding non saranno perseguiti. L'annuncio arriva con un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo, una rivelazione dei metodi duri utilizzati dall'intelligence americana.

Un tasto dolente per gli Usa quello delle torture. Fu George W. Bush a dare il via libera a queste tecniche nel pieno della guerra al terrorismo. Dopo l'11 settembre, infatti, il presidente americano, diede ordine agli agenti della Cia di non usare alcun riguardo nei confronti dei sospettati di terrorismo. Aprendo una pagina nera nella storia degli stati Uniti.

Oggi Obama afferma che le tecniche d'interrogatorio utilizzate dagli Stati Uniti in passato sono ''un capitolo nero e doloroso'' della storia del Paese, ma sottolinea che ha già fatto ''cessare le tecniche contenute nei memorandum''. ''Coloro che hanno fatto il loro dovere in buona fede basandosi sui consigli legali del dipartimento della Giustizia, non saranno perseguiti'', assicura Obama, osservando che questo è un momento di ''riflessione'', non di ''vendetta''. In pratica "assolvendo" gli agenti Cia con la motivazione che avrebbero soltanto eseguito degli ordini.

I memorandum descrivono minuziosamente le tecniche di interrogatorio usate dagli agenti nei cosidetti siti neri, quei luoghi tra Asia ed Europa dell'Est nei quali venivano rinchiusi i prigionieri. Si andava dall'annegamento simulato alla privazione del sonno. Proseguendo con l'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. Fino all'utilizzo di insetti. Tecniche che avevano indignato il mondo e che adesso Obama cancella con un colpo di spugna. Liquidando l'ennesima eredità dell'era Bush.

In questi giorni, inoltre, il New York Times sta pubblicando un'inchiesta che riguarda i casi di abusi della National security agency, l'agenzia statunitense di controspionaggio. Stando a quanto scrive il quotidiano ci sarebbero state intercettazioni ben oltre i limiti autorizzati dal Congresso.
(17 aprile 2009)

Mi sembra sensato.
Purchè chi ha dato gli ordini paghi.

LuVi

cocis
17-04-2009, 12:22
ma bush non aveva legalizzato la tortura ?? :stordita:

LUVІ
17-04-2009, 12:23
ma bush non aveva legalizzato la tortura ?? :stordita:

Di questo si parla, appunto.

Amu_rg550
17-04-2009, 12:37
Chi ha dato gli ordini verrà promosso.. figuriamoci se il pentagono verrà messo sotto torchio per questo.

21 anni, originario del Ciad, aveva detto di voler chiamare lo zio
Invece ha parlato con la tv qatariota, rivelando gli abusi
Telefonata da Guantanamo ad Al Jazeera, detenuto denuncia le violenze subite
E' il primo colloquio dei media con un prigioniero del carcere di
massima sicurezza che Obama ha promesso di chiudere entro l'anno

Telefonata da Guantanamo ad Al Jazeera detenuto denuncia le violenze subite

LA DENUNCIA per via telefonica degli abusi subiti in carcere è arrivata assolutamente a sorpresa. Mohammad el Gharani, detenuto nella blindatissima Guantanamo, aveva avuto il permesso di telefonare ad uno zio. Invece ha composto il prefisso del Qatar e si è messo in comunicazione con l'emittente tv Al Jazeera, cui ha raccontato, durante un'intervista improvvisata, di essere stato picchiato e di aver subito numerosi abusi nel carcere americano di massima sicurezza sull'isola caraibica voluto da George W. Bush per i presunti terroristi, che Barack Obama ha promesso di chiudere entro l'anno.

E' la prima intervista con un prigioniero dietro le sbarre di Guantanamo, struttura che i giornalisti possono visitare solo se si impegnano, firmando un documento, a non parlare con nessuno dei detenuti. Sul sito in inglese di Al Jazeera è disponibile una trascrizione del colloquio registrato.

L'uomo, un giovane del Ciad, ha detto di esser stato rinchiuso a Guantanamo da quando aveva 14 anni. Gharani ha oggi 21 anni: un giudice distrettuale americano ne ha ordinato il rilascio in gennaio. Ha detto di esser stato picchiato nei sette anni della sua detenzione e che un gruppo di sei soldati americani gli hanno sparato addosso gas lacrimogeni una volta che si era rifiutato di lasciare la cella. "Questo trattamento è cominciato 20 giorni prima che il presidente Barack Obama si insediasse e da allora è proseguito quasi ogni giorno", ha detto il giovane ad Al Jazeera.

"Da quando Obama è diventato presidente, non ci ha dimostrato che qualcosa cambierà", ha detto ancora Gharani. Trasferito nei mesi scorsi in una delle aree della prigione destinate ai detenuti in attesa di rilascio, ottenuto il permesso di fare una telefonata, invece del parente ha chiamato un cameraman della tv di Doha, Sami al-Hajj, che a Guantanamo è stato rinchiuso per sei anni. A lui ha spiegato il suo rifiuto di lasciare la cella perché "non venivano garantiti i miei diritti", come quello di interagire con altri detenuti e di avere "cibo normale". Da qui la reazione violenta dei sei soldati, che hanno iniziato a picchiarlo con "con bastoni di plastica, svuotando due bombolette di gas lacrimogeni". Gharani ha raccontato che gli hanno sbattuto la testa contro il pavimento e gli hanno rotto un dente. "Quando ho iniziato a urlare verso il superiore, dicendo 'guarda cosa stanno facendo', lui ha iniziato a ridere e ha risposto, 'stanno facendo il loro lavoro'", ha detto ancora.

Dal Pentagono, per ora, nessuna reazione alla richiesta di chiarimenti avanzata da Al Jazeera. La sola risposta arrivata finora è di un portavoce di Guantanamo, il comandante della Marina, Brook DeWalt, che ha detto di "non avere alcuna conferma sull'autenticità" del racconto del detenuto.

(15 aprile 2009)
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/esteri/guantanamo-testimone/guantanamo-testimone/guantanamo-testimone.html
"Intervista" da prendere con le pinze ovviamente anche se ho poco di cui dubitare. Ma c'è da chiedersi una volta uscito da quell'inferno quale sia lo stato d'animo di un 14enne rinchiuso 7 (sette) anni senza un'imputazione formale, un processo e senza la benché minima possibilità di difesa.
Se non era un terrorista prima lo è diventato dentro..

Ennesima riprova del fallimento dottrina neocon e della politica bushiana, alla faccia dei tanti fanatici sostenitori della guerra "senza se e senza ma".
CVD, chi ha un pò di anzianità forumistica sicuramente si ricorderà le infinite discussioni anche qui e le prese di posizioni ideologiche ed aprioristiche contro gli "antiamericani" e i "fiancheggiatori dei terroristi" :rolleyes:

ConteZero
17-04-2009, 13:33
Mah, su questo tuttosommato posso capirlo.
Da un lato ha dato lo stop (cosa importante) e dall'altro non so quanto sarebbero comunque "perseguibili" gli agenti che lavoravano secondo le direttive del precedente presidente (che aveva autorizzato le torture).
Diciamo che si dovrebbe perseguire Bush ed il suo vice ma... ok, lo sappiamo.

tra l'altro un Presidente ha il potere di dichiarare nulli gli atti dell'esecutivo del suo predecessore ?

yggdrasil
17-04-2009, 13:56
tra l'altro un Presidente ha il potere di dichiarare nulli gli atti dell'esecutivo del suo predecessore ?
e perchè non potrebbe? mica è gesù cristo che lascia i comandamenti:D

non è che se il presidente cambia allora cambiano i suoi poteri. dal punto di vista legislativo chi firma gli atti non è bush, clinton, obama o washington, è "il presidente". è la carica che conta, non chi la ricopre.