PDA

View Full Version : G20, intesa contro i paradisi fiscali


zerothehero
03-04-2009, 19:22
LONDRA - Mille miliardi per l'Fmi e le altre istituzioni finanziarie internazionali, oltre allo stimolo fiscale da 5.000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 a sostegno della ripresa dell'economia mondiale. Una lista nera dei paradisi fiscali. Un nuovo consiglio per la stabilità finanziaria globale. E l'impegno di ritrovarsi per un nuovo summit, a fine anno, in modo da valutare gli eventuali progressi. Sono alcune delle misure decise durante il G20 di Londra per combattere la peggiore crisi economica mondiale dagli anni '30.

ESPANSIONE FISCALE - «Nel complesso, le azioni che abbiamo intrapreso costituiranno il più grande stimolo fiscale e monetario e il programma di supporto del sistema finanziario di più vasta portata dei tempi recenti - si legge nel comunicato finale del vertice. - Abbiamo fissato un ulteriore aumento di mille miliardi di dollari per le risorse all'economia mondiale, attraverso le nostre istituzioni finanziarie e il commercio internazionale. Stiamo sostenendo una espansione fiscale concertata e senza precedenti che salverà o creerà milioni di posti di lavoro che sarebbero altrimenti stati distrutti, e che ammonterà, entro la fine dell'anno prossimo, a 5 mila miliardi di dollari; aumenterà la produzione del 4 per cento e accelererà la transizione a un'economia verde».

OBAMA - Secondo Barack Obama, il vertice è stato «molto produttivo». Per il presidente americano, il G20 di Londra costituisce «una svolta per la ripresa». «Sono state decise misure coordinate senza precedenti - ha proseguito il leader americano - ed è stata respinta ogni ipotesi di ritorno a forme protezionistiche che avrebbero solo l'effetto di aggravare la crisi». I governi, ha aggiunto, «non vogliono decidere i livelli salariali dei manager» e il documento approvato a Londra «non significa che gli Stati faranno microgestione a livello di società». «Si può avere successo basando le proprie azioni non su una performance di breve periodo, di qualche mese, basata su prodotti venduti velocemente come i derivati - ha detto Obama -, ma piuttosto su una crescita solida e duratura». Negli Stati Uniti «nessuno obietta al fatto che chi è ricco lo voglia restare, ma ci devono essere dei meccanismi di rendiconto da parte dei manager». «Vedrete - ha concluso - che ci saranno molti paesi che faranno propri questi principi». A proposito dei cambiamenti della politica estera sotto la sua amministrazione, Obama ha detto che gli Stati Uniti «esercitano meglio la loro leadership quando sanno ascoltare». Washington esercita meglio la sua leadership, ha continuato, quando «guida attraverso l'esempio, mostra umanità, quando si rende conto di non avere sempre la risposta migliore».

UN TRILIONE DI DOLLARI - Il primo a parlare dopo la fine dei lavori, in quanto «padrone di casa», era stato Gordon Brown. «I problemi globali richiedono soluzioni globali - aveva dichiarato il premier britannico, elencando i punti sui quali si è trovato l'accordo. - Abbiamo raggiunto il consenso per fare tutto ciò che è necessario per ristabilire la crescita economica e l'occupazione e prevenire un'altra crisi come quella attuale». Brown ha confermato lo stimolo fiscale fino a 5.000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 a sostegno della ripresa dell'economia mondiale. I leader del G20 hanno trovato anche l'intesa per mettere a disposizione del Fondo Monetario Internazionale altri 500 miliardi di dollari. L'Fmi, che così vede triplicarsi i suoi fondi, potrà contare inoltre su altri 250 miliardi in Diritti Speciali di Prelievo. Non solo: saranno utilizzati altri 250 miliardi di dollari per sostenere il commercio internazionale. I paesi poveri riceveranno 50 miliardi di dollari di aiuti. Brown ha quindi preannunciato un sistema di «nuove regole» sui bonus e salari a livello globale: i numeri uno delle istituzioni finanziarie, ha spiegato Brown, saranno nominati sulla base del «merito». «Ripuliremo le banche per rilanciare credito per le famiglie e le imprese - ha proseguito il premier - Ci siamo accordati per un approccio unico e globale per gli asset tossici».



MERKEL-SARKOZY - Secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, si tratta di «un compromesso storico in risposta a una crisi eccezionale». Anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, nonostante le forti perplessità della vigilia, appare soddisfatto: «I risultati ottenuti vanno aldilà di quello che potevamo immaginare. I Paesi del G20 hanno deciso di riformare in profondità l’organizzazione finanziaria internazionale, cosa che non era stata mai fatta a questo livello dagli accordi di Bretton Woods nel 1945 - ha detto il capo dell'Eliseo. - C’è un impegno dei capi di Stato e di governo per un rafforzamento delle regole della supervisione delle attività finanziarie: era una priorità per Francia e Germanie, e questa priorità è diventata uno degli obiettivi di tutti i capi di Stato e di governo». Lo stesso Sarkozy ha spiegato che la Svizzera non figurerà sulla 'lista nera' dei paradisi fiscali, ma su quella 'grigia' che comprende i paesi che intendono rispettare gli standard dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ma che non li hanno ancora messi in atto (Sulla black list figurano Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay, nella "lista grigia" - che comprende 38 Paesi - ci sono anche il Belgio, il Lussemburgo, l'Austria e il Liechtenstein).

LE TENSIONI - Dopo una vigilia contrassegnata dagli scontri nella City tra manifestanti anti-capitalismo e polizia - che portano un bilancio di un morto (per cause naturali) e di alcune decine di arrestati tra i dimostranti - i capi di Stato e di governo hanno dunque trovato una linea comune per affrontare le nuove sfide dell'economia, in particolare in tempi di crisi. Un'operazione dal successo non scontato, viste le divergenze di opinione sulle ricette da adottare

zerothehero
03-04-2009, 19:23
Posto anche un articolo del mio prof. di economia politica superiore, va. :O



Per l’Europa l'asse Usa-Cina è una iattura


di Alberto Quadro Curzio


Basterà la novità Barack Obama per portare al successo il summit del G20 che si riunisce oggi a Londra? Difficile, perché troppi e troppo ampi sono i temi riassumibili in tre: come usare politiche espansive di spesa pubblica per uscire dalla crisi; come evitare il protezionismo; come riformare regole e vigilanza finanziaria. A questi temi si aggiunge anche l'ipotesi non scontata di un potenziamento di organismi come il Fondo monetario internazionale. È ben vero che la riunione cade in un momento di minor tensione sui mercati, rispetto al G20 che si tenne in novembre a Washington, con qualche luce in fondo al tunnel della crisi.

Ma è anche vero che le posizioni di partenza dei partecipanti sono piuttosto distanti. Consideriamo i singoli temi da un'ottica prevalentemente europea. Politiche espansive e di sostegno. Gli Usa vorrebbero che tutti i Paesi mettessero in atto politiche coordinate, fatte di spesa pubblica e di riduzioni di tasse, per almeno un 2% del Pil sia nel 2009 che nel 2010. I Paesi europei non sono inclini a questa scelta sia perché in tutti hanno operato stabilizzatori automatici e ammortizzatori sociali di notevoli dimensioni, ai quali è stata aggiunta altra spesa pubblica; ma anche perché essi tengono agli obiettivi di medio termine di finanze pubbliche sane con un deficit su Pil sotto il 3%, limite oggi sforato. Quanto alla Cina: ha varato dal novembre scorso un programma gigantesco di spesa pubblica pari al 14% del suo Pil. Gli Usa non possono pretendere che l'Europa adotti per uscire dalla crisi il loro «paradigma», peraltro non chiaro in quanto imposto anche dalla necessità di giganteschi salvataggi, che li porterà anche a un deficit su Pil intorno al 12% nel 2009.

Tuttavia la Uem potrebbe e dovrebbe fare di più con la emissione di titoli di debito pubblico europeo e con la modifica del Patto di stabilità connesso ai parametri di Maastricht per scorporare dal deficit le spese in infrastrutture. Obiettivi di medio termine irrealizzabili per la cautela della Germania verso la quale si dovrà continuare un'opera di convincimento che anche l'Italia ha da tempo avviato. Protezionismo. Nel 2009 si prevede una caduta nel volume del commercio mondiale del 9%. Malgrado la difficoltà delle previsioni, l'ordine di grandezza colpisce se si pensa che tra il 1998 e il 2008 c'è stata una crescita medio annua di quasi il 6%. Purtroppo alla caduta si stanno affiancando misure, più o meno striscianti, di protezionismo.

È stato stimato che la maggioranza dei Paesi del G20 ha preso misure restrittive dall'inizio della crisi. Esse vanno da aumenti tariffari sulle importazioni da parte di Paesi emergenti fino a pressioni fatte dai governi di Paesi sviluppati affinché le loro aziende, sostenute da aiuti di Stato, creino occupazione nazionale. È un rischio perché la crescita economica mondiale è stata forte negli ultimi due decenni anche per merito del commercio internazionale. Intaccare l'interdipendenza commerciale vuol dire danneggiare anche l'integrazione produttiva e quindi la crescita mondiale. Contro il protezionismo il G20 deve essere determinato così come deve esserlo l'Organizzazione mondiale del commercio, soprattutto verso Usa e Cina. Quanto alla Ue, la Commissione europea deve anche evitare che il mercato interno venga intaccato. Se non ci riuscirà la sua legittimazione sarà molto danneggiata. Riforma delle regole e della vigilanza bancaria-finanziaria. Su questo tema sono da mesi al lavoro talmente tanti «soggetti» internazionali (oltre a quelli nazionali) che è difficile farne l'elenco e dare conto dei loro contributi.

Alcuni di questi soggetti sono stabili, altri temporanei; alcuni sono emanazione di Organismi sopranazionali, altri sono privati; altri hanno già concluso mentre altri sono all'opera. Ci sono il FMI, l'Ocse, il Gruppo dei Trenta, la Banca dei regolamenti internazionali e altri ancora, ai quali partecipano anche autorevoli personalità italiane. Ma spiccano soprattutto il Financial Stability Forum (FSF), presieduto da Mario Draghi, e il Gruppo, nominato dal presidente della Commissione europea, presieduto da Jacques de Larosière e del quale fa parte anche Rainer Masera. La sostanza dei problemi da risolvere è nota. La riforma dovrebbe infatti riguardare i requisiti di capitale delle banche e delle finanziarie, i connessi effetti ciclici, il monitoraggio dei rischi a livello dei singoli operatori e sistemici, i criteri contabili, la regolamentazione di attori e prodotti finanziari, le agenzie di rating, la supervisione internazionale delle banche globali e molto altro, fino alle retribuzioni dei vertici bancari e al ridimensionamento dei paradisi fiscali.

In questo complesso insieme di problemi e di iniziative è indispensabile che la Ue/Uem si dia una posizione unitaria così come richiesto dall'ottimo Rapporto de Larosière. Nello stesso, da un lato si auspica una collaborazione internazionale per raggiungere standard comuni nel campo finanziario, ma dall'altro si afferma che la Ue/Uem deve darsi un forte Sistema europeo di regolazione e supervisione finanziaria e bancaria, integrato con la Bce e con gli Enti nazionali ai quali ultimi non si può certo chiedere un efficace controllo su soggetti a scala continentale. Ciò è in coerenza con un principio cardine della Ue/Uem: quello della sussidiarietà. Esso non è infatti operante solo verso il basso attribuendo per «disaggregazione» più poteri alla «periferia» ma è anche un principio di «coesione» che opera verso l'alto attribuendo più poteri al «centro» ove necessario. E il centro della Ue/Uem non può essere il Fmi o il Fsf e non solo perché negli stessi l'influenza americana potrebbe alla fine prevalere. In conclusione. Anche per evitare che il G20 di oggi prefiguri per domani un G2 tra Stati Uniti (grande debitore) e Cina (grande creditore) è necessario che la Ue/Uem (grande economia equilibrata) si rafforzi, attraverso le sue istituzioni, come terzo polo geoeconomico.

02 aprile 2009

http://www.corriere.it/editoriali/09_aprile_02/alberto_quadrio_curzio_per_l_europa_l_asse_usa_cina_e_una_iattura_a8f2c548-1f48-11de-956a-00144f02aabc.shtml

Fradetti
03-04-2009, 19:31
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1959163

zerothehero
03-04-2009, 20:01
ah, ho segnalato al moderatore il doppione.