toms
02-04-2009, 23:49
Bocciato in Commissione Giustizia, è stato ripresentato in Aula da vari esponenti del Pdl
Rispunta l'emendamento "pro-Telecom"
La proposta: niente multe salate al gestore in ritardo con obblighi di conservazione della tracciabilità. Insorge il Pd
ROMA - Viene ripresentato in Aula, dopo essere stato bocciato in commissione Giustizia della Camera, l'emendamento «pro-Telecom» (ora in "doppia versione") messo a punto da vari esponenti del Pdl per il decreto ronde del governo: una proposta di modifica che impedirà al gestore telefonico di pagare multe salatissime per non essere riuscito a mettersi in regola per tempo (e cioè entro lo scorso 31 marzo) con le norme che lo obbligavano a conservare i dati delle conversazioni telefoniche alle quali l'utente non ha risposto o è risultato occupato o non raggiungibile.
«OSTACOLO ALLE INDAGINI» - Per il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, l'emendamento "pro-Telecom" presentato dal Pdl comporta di fatto uno stop alle indagini su criminalità organizzata e terrorismo. Le proposte di modifica di fatto, osserva la parlamentare, «prorogano l'entrata in vigore di norme volte a garantire la sicurezza dei cittadini». Con questi emendamenti, conclude Donatella Ferranti «si introduce di fatto un ostacolo al lavoro di indagine degli inquirenti nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo».
L'ITER - L'emedamento inizialmente era stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia dal presidente della commissione Giulia Bongiorno, dal momento che nel decreto del governo si affrontano questioni come ronde e norme contro la violenza sessuale. Ma gli allora presentatori Ignazio Abrignani, Andrea Orsini e Roberto Cassinelli si erano rivolti al presidente della Camera Gianfranco Fini che lo aveva accolto dichiarandone l'ammissibilità «in via straordinaria». Una volta posto ai voti in commissione, però, era stato bocciato dalla Lega che aveva votato contro, insieme al centrosinistra. Ora il Pdl ci riprova per l'esame in Aula del decreto, ma alzando il tiro: gli emendamenti, infatti, sono diventati due. E leggermente modificati rispetto alla versione originaria. Nella proposta di modifica bocciata in commissione, i firmatari chiedevano che alla Telecom venisse dato come termine per adeguarsi alla normativa almeno il 31 dicembre 2009. Ma si diceva anche che da questo temine in poi il gestore telefonico avrebbe tentato di adeguarsi «gradualmente e compatibilmente» alla direttiva. Questa definizione, considerata un po' troppo «vaga» da alcuni esponenti della maggioranza, nelle due nuove versioni è stata corretta. Nella prima proposta di modifica che porta la firma del solo Abrignani, la Telecom per mettersi in regola sulla rete fissa avrà tempo «entro e non oltre» il 31 dicembre del 2010. Nella seconda, firmata da Nino Lo Presti, Roberto Cassinelli, Alfonso Papa e Salvatore Torrisi, invece, il termine scatta ancora: fino al 31 dicembre 2012. «Tutti i gestori telefonici, con l'eccezione di Telecom - è il commento del capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti - si sono messi in regola per tempo per garantire agli inquirenti la disponibilità dei dati sulla tracciabilità di telefonate ad utenti che risultano occupati, non raggiungibili oppure assenti. Non si capisce perchè la principale società di telefonia del Paese non dovrebbe fare altrettanto».
02 aprile 2009
http://www.corriere.it/politica/09_aprile_02/sicurezza_spunta_salva_telecom_cd39c090-1f9e-11de-956a-00144f02aabc.shtml
Rispunta l'emendamento "pro-Telecom"
La proposta: niente multe salate al gestore in ritardo con obblighi di conservazione della tracciabilità. Insorge il Pd
ROMA - Viene ripresentato in Aula, dopo essere stato bocciato in commissione Giustizia della Camera, l'emendamento «pro-Telecom» (ora in "doppia versione") messo a punto da vari esponenti del Pdl per il decreto ronde del governo: una proposta di modifica che impedirà al gestore telefonico di pagare multe salatissime per non essere riuscito a mettersi in regola per tempo (e cioè entro lo scorso 31 marzo) con le norme che lo obbligavano a conservare i dati delle conversazioni telefoniche alle quali l'utente non ha risposto o è risultato occupato o non raggiungibile.
«OSTACOLO ALLE INDAGINI» - Per il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, l'emendamento "pro-Telecom" presentato dal Pdl comporta di fatto uno stop alle indagini su criminalità organizzata e terrorismo. Le proposte di modifica di fatto, osserva la parlamentare, «prorogano l'entrata in vigore di norme volte a garantire la sicurezza dei cittadini». Con questi emendamenti, conclude Donatella Ferranti «si introduce di fatto un ostacolo al lavoro di indagine degli inquirenti nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo».
L'ITER - L'emedamento inizialmente era stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia dal presidente della commissione Giulia Bongiorno, dal momento che nel decreto del governo si affrontano questioni come ronde e norme contro la violenza sessuale. Ma gli allora presentatori Ignazio Abrignani, Andrea Orsini e Roberto Cassinelli si erano rivolti al presidente della Camera Gianfranco Fini che lo aveva accolto dichiarandone l'ammissibilità «in via straordinaria». Una volta posto ai voti in commissione, però, era stato bocciato dalla Lega che aveva votato contro, insieme al centrosinistra. Ora il Pdl ci riprova per l'esame in Aula del decreto, ma alzando il tiro: gli emendamenti, infatti, sono diventati due. E leggermente modificati rispetto alla versione originaria. Nella proposta di modifica bocciata in commissione, i firmatari chiedevano che alla Telecom venisse dato come termine per adeguarsi alla normativa almeno il 31 dicembre 2009. Ma si diceva anche che da questo temine in poi il gestore telefonico avrebbe tentato di adeguarsi «gradualmente e compatibilmente» alla direttiva. Questa definizione, considerata un po' troppo «vaga» da alcuni esponenti della maggioranza, nelle due nuove versioni è stata corretta. Nella prima proposta di modifica che porta la firma del solo Abrignani, la Telecom per mettersi in regola sulla rete fissa avrà tempo «entro e non oltre» il 31 dicembre del 2010. Nella seconda, firmata da Nino Lo Presti, Roberto Cassinelli, Alfonso Papa e Salvatore Torrisi, invece, il termine scatta ancora: fino al 31 dicembre 2012. «Tutti i gestori telefonici, con l'eccezione di Telecom - è il commento del capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti - si sono messi in regola per tempo per garantire agli inquirenti la disponibilità dei dati sulla tracciabilità di telefonate ad utenti che risultano occupati, non raggiungibili oppure assenti. Non si capisce perchè la principale società di telefonia del Paese non dovrebbe fare altrettanto».
02 aprile 2009
http://www.corriere.it/politica/09_aprile_02/sicurezza_spunta_salva_telecom_cd39c090-1f9e-11de-956a-00144f02aabc.shtml