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View Full Version : Un terapista su 6 tenta di curare l'omosessualità


GianoM
02-04-2009, 08:06
http://www.clandestinoweb.com/images/stories/111AAANUOVOCLANDESTINO/IMMAGINI/coppia_gay.jpg

26 mar. - Contro ogni evidenza scientifica, ancora una significativa minoranza di psicoterapisti tenta di usare dei percorsi terapeutici per cambiare l'orientamento di pazienti omosessuali: un terapista su sei ha ammesso di aver praticato almeno una volta, su richiesta del cliente, simili terapie per 'indurre' l'eterosessualità in gay e lesbiche.

Reso noto sulla rivista BMC Psychiatry, è il risultato di uno studio condotto su oltre 1400 terapisti da esperti della University College di Londra e della St George's University. ''Ci sono davvero scarse evidenze scientifiche a dimostrazione dell'efficacia di simili tentativi di trattare l'omosessualità - dichiara Michael King - di fatto possono invece essere addirittura dannosi per la persona. Quindi e' sorprendente scoprire che ancora oggi una minoranza di terapisti offra questo tipo di trattamenti ai propri clienti''.

I ricercatori hanno intervistato psicoterapisti e psichiatri sulla loro esperienza con clienti omosessuali che chiedono aiuto per affrontare problemi legati al proprio orientamento sessuale, talvolta chiedendo di aiutarli a ridurre la propria omosessualità che li mette in conflitto con parenti e amici e li face sentire discriminati.

Gli intervistati hanno risposto che, spinti da motivazioni religiose o dal desiderio di rispondere alle esigenze del cliente, si sono sentiti di aiutarli in questa direzione attraverso le terapie. ''E' importante che terapisti e opinione pubblica prendano coscienza di cosa sia l'omosessualità, il miglior aiuto è mostrare a gay e lesbiche che non c'è niente di patologico nel loro orientamento sessuale'', conclude King. (Ansa).

:mc:

Fil9998
02-04-2009, 08:16
non si sa se ridere o piangere...

forse fra un paio di centinaia d'anni...

FORSE.

entanglement
02-04-2009, 08:26
un terapista "cura" un gay e lo fa sembrare etero
aspetta un po' e si troverà un frustrato costretto a mimare quello che non è

quindi un altro potenziale cliente se è un attimo dritto da fidelizzarlo

non ho parole, anzi una si ma mi sospendono

ConteZero
02-04-2009, 08:31
La colpa non è del terapista.
Il fatto è "su richiesta del cliente"... ora, il discorso di fondo è che un terapista probabilmente dovrebbe "smontare" la richiesta e capire perché la persona ha un problema con sé stesso.

cdimauro
02-04-2009, 08:41
Io una terapia per il terapista che va oltre il suo ruolo l'avrei: radiarlo dall'albo.

Fil9998
02-04-2009, 08:55
compito del terapista sarebbe aiutare il paziente a superare i conflitti interiori fra quello che lui è e "il mondo esterno", facendogli capire ceh "il mondo esterno" è il problema reale e che semplicemente lui deve imparare a relazionarcisi.

siamo all'assurdità:

se per assurdo una persona con due gambe si trovasse in una collettività di amputati ad una gamba per "stare bene" quello con due gambe avrebbe il suggerimento del medico di amputarsene una.

RELIGIONI = sistemi usati da alcuni uomini per sottomettere e controlalre altri uomini illudendoli di parlare in nome di Dio.

ergo le religioni (o meglio le istituzioni religiose che le usano) son state usate prevalentemente come armi di controllo se non proprio di distruzione di massa.
chiunque se ne faccia paladino va inquadrato imho in questi termini.

Fil9998
02-04-2009, 08:58
il fatto che sia stato il paziente a chiedere questo tipo di "aiuto" medico sta solo ad indicare quanto il paziente fosse confusso.

è come se avesse chiesto al medico di curarlo dal fatto di essere di capelli castani, e di avere il 44 di scarpe...

un medico degno di sto nome avrebbe spiegato che NON è una malattia esser castani e avere il 44

GianoM
02-04-2009, 09:00
Il fatto è "su richiesta del cliente"...
Occhio, ricordiamoci che è quello che dicono loro, che è su richiesta del cliente, ma non è detto che debba essere la verità.

elect
02-04-2009, 09:12
Ma il terapista femminile come fa? :sborone: :oink:

il Caccia
02-04-2009, 09:19
Ma il terapista femminile come fa? :sborone: :oink:

:eek: in effetti :asd:

ConteZero
02-04-2009, 09:26
Occhio, ricordiamoci che è quello che dicono loro, che è su richiesta del cliente, ma non è detto che debba essere la verità.

Se un terapista si spinge fino ad ammettere d'aver provato a trattare l'omosessualità non capisco perché credergli in questo e non credergli quando, continuando, dice d'averlo fatto perché è stato il soggetto stesso a chiederglielo.

Qui si cerca di prendersela (con qualche ragione) con i terapisti, ma il problema è più vasto e complesso, e riguarda tutti quei meccanismi che portano l'individuo ad odiare sé stesso in quanto omosessuale.

eoropall
02-04-2009, 10:48
Occhio, ricordiamoci che è quello che dicono loro, che è su richiesta del cliente, ma non è detto che debba essere la verità.

Invece mi sà che è proprio la verità, come dice conte la questione è più complessa..

Un po di info tanto per fare mente locale :cool:


DSM III (1974)
L'omosessualità è rimossa come categoria diagnostica ribattezzata "omosessualità egodistonica" (egodistonica = in distonia con il proprio Io; egosintonica = in sintonia con il proprio Io).
Nel 1973 la commissione di 13 componenti dell'APA decise unanimemente di rimuovere l'omosessualità egodistonica dalla lista dei disturbi psicosessuali. Il documento dell'associazione psichiatrica americana dichiarava: "l'omosessualità in sé non implica più un deterioramento nel giudizio, nell'adattamento, nel valore o nelle generali abilità sociali o motivazionali di un individuo". La decisione destò numerose polemiche. Su proposta di Charles Socrarides e Irvinng Bieber, venne sottoposta a referendum e una maggioranza pari al 55% degli iscritti all'APA si espresse in sintonia con la commissione. Venne perciò introdotta la distinzione tra omosessualità egodistonica ed egosintonica che venne inserita ufficialmente nella terza edizione del DSM pubblicata nel 1974. L'omosessualità veniva considerata una malattia nella sola versione "egodistonica" e includeva due criteri diagnostici:
- l'individuo lamenta che il suo eccitamento eterosessuale è persistentemente assente e ciò interferisce con il suo desiderio di iniziare o mantenere relazioni eterosessuali
- esiste una consistente configurazione di eccitamento omosessuale che l'individuo esplicitamente definisce come indesiderata e come persistente fonte di stress.

DSM III-R (1987)
Viene derubricata anche l'omosessualità egodistonica. L'egodistonia è data dall'interiorizzazione dell'ostilità sociale. (Silverstein, 1977).
Quindi tredici anni dopo l'APA ha eliminato anche l'omosessualità egodistonica dall'edizione riveduta del DSM III-R in quanto tale categoria diagnostica poteva far pensare all'omosessualità come a qualcosa di "patologico in sé", interpretando il disagio egodistonico come un processo evolutivo e non come sindrome a se stante. Nel DSM-IV pubblicato nel 1994 la posizione è rimasta inalterata.

GianoM
02-04-2009, 10:53
Io non metto in dubito che un omosessuale possa avere la voglia di voler "guarire".

Io metto in dubbio che il motivo per cui i medici tentano di guarire gli omosessuali sia il suddetto.

eoropall
02-04-2009, 10:54
I ricercatori hanno intervistato psicoterapisti e psichiatri sulla loro esperienza con clienti omosessuali che chiedono aiuto per affrontare problemi legati al proprio orientamento sessuale, talvolta chiedendo di aiutarli a ridurre la propria omosessualità che li mette in conflitto con parenti e amici e li face sentire discriminati.


Evidenziamo il passaggio saliente..

eoropall
02-04-2009, 11:07
Io non metto in dubito che un omosessuale possa avere la voglia di voler "guarire".

Io metto in dubbio che il motivo per cui i medici tentano di guarire gli omosessuali sia il suddetto.

Giano non partire sparato per la tangente come al solito, cerca di cogliere le sfumature.. In questo modo noterai che lì più che di "guarire" si parla di "ridurre" ovvero sembrare..

Elabora la cosa e chiediti se in questi termini nel MONDO REALE, ciò ha "senso" oppure no..

GianoM
02-04-2009, 11:13
Bon, me lo sono chiesto e mi sono risposto "Ok, è sensato che in questo mondo un gay abbia la voglia di non sembrarlo".

Nel contempo mi chiedo:
- è giusto che un professionista assecondi qualsiasi richiesta di un paziente, solo perchè il paziente è convinto che sia meglio così?
- il problema sono i discriminatori; facendo come si sta facendo, si risolve il problema?

FabioGreggio
02-04-2009, 11:18
Ma si può curare l'eterosessualità?

Oppure limitarla?

Il sesso mi occupa troppo spazio e io c'ho un sacco di cose da fare.



fg

MARCA
02-04-2009, 11:29
Ma si può curare l'eterosessualità?

Oppure limitarla?


Non penso si possa curare, quanto limitarla...è come limitare l'eterosessualità...a che servirebbe, oltre ad avere un represso?

Mordicchio83
02-04-2009, 11:41
Ma si può curare l'eterosessualità?

Oppure limitarla?

Il sesso mi occupa troppo spazio e io c'ho un sacco di cose da fare.



fg

Non l'ho capita.

Riguardo la notizia, anche se fosse vero che sia il cliente a richiedere la "prestazione", i terapisti dovrebbero rifiutarsi di seguire determinati percorsi.
Saranno pochissimi i casi che possono essere curati (e imho in quel caso non si tratterebbe di omosessuali)

ConteZero
02-04-2009, 11:52
Ma si può curare l'eterosessualità?

Oppure limitarla?

Il sesso mi occupa troppo spazio e io c'ho un sacco di cose da fare.



fg

Se è eccessiva prende il nome di "erotomania" (nel "gergo" comune, non in quello medico).
Michael Douglas ne soffriva, è andato nel solito refugium peccatorum di Hollywood (il Bettie Ford) per farsela curare.

FabioGreggio
02-04-2009, 11:52
Non penso si possa curare, quanto limitarla...è come limitare l'eterosessualità...a che servirebbe, oltre ad avere un represso?

Nel senso di prendere una pillola e non pensi al sesso dico.
Calderoli saprebbe rispondermi.

fg

blade9722
02-04-2009, 11:53
La colpa non è del terapista.
Il fatto è "su richiesta del cliente"... ora, il discorso di fondo è che un terapista probabilmente dovrebbe "smontare" la richiesta e capire perché la persona ha un problema con sé stesso.

Tieni presente che una simile richiesta potrebbe non dipendere dal fatto che la persona ha un problema con se stesso, ma lo ha con gli altri.

ConteZero
02-04-2009, 12:06
Tieni presente che una simile richiesta potrebbe non dipendere dal fatto che la persona ha un problema con se stesso, ma lo ha con gli altri.

Se una persona arriva a farsi un problema (ed a chiedere aiuto in tal senso) per la sua sessualità il problema è suo.
Se vogliamo cercare il pelo nell'uovo possiamo risalire alle "cause" che hanno portato al disagio, ma alla fine quelle sono stranote:

1. religioni omofobe.
2. famiglie asfissianti.
3. amici/parenti di vedute strette.
4. società che demonizza l'omosessualità.

lowenz
02-04-2009, 12:17
dal fatto che la persona ha un problema con se stesso, ma lo ha con gli altri.
Mica sono facilmetne scindibili le due cose, è questo il VERO problema che affligge l'umanità tutta :D

blade9722
02-04-2009, 12:29
Se una persona arriva a farsi un problema (ed a chiedere aiuto in tal senso) per la sua sessualità il problema è suo.
Se vogliamo cercare il pelo nell'uovo possiamo risalire alle "cause" che hanno portato al disagio, ma alla fine quelle sono stranote:

1. religioni omofobe.
2. famiglie asfissianti.
3. amici/parenti di vedute strette.
4. società che demonizza l'omosessualità.

Che potrebbero porre la persona di fronte all'alternativa fra:

- trasferirsi definitivamente in un altro luogo, piu' tollerante, tagliando i ponti con i suoi affetti
- cercare di "cambiare"

Qualcuno potrebbe benissimo trovare piu' attraente la seconda soluzione, senza per questo considerare la sua sessualita' un problema.

ConteZero
02-04-2009, 12:33
Che potrebbero porre la persona di fronte all'alternativa fra:

- trasferirsi definitivamente in un altro luogo, piu' tollerante, tagliando i ponti con i suoi affetti
- cercare di "cambiare"

Qualcuno potrebbe benissimo trovare piu' attraente la seconda soluzione, senza per questo considerare la sua sessualita' un problema.

Il quel caso però ad essere "sbagliato" non sarebbe l'individuo ("vittima" della società) ma il contesto in cui vive.

Master.Jimmy
02-04-2009, 12:33
fanno bene finichè ci sono i cretini che ci credono
del resto ci vanno di loro spontanea volontà, perchè negargli il diritto?

Che poi... anche se qualcuno dicesse "sono guarito".... ma chi prova che sia vero o se sia solo propaganda? Chi dice che non cadrà di nuovo in fallo? (ops...) Non si vive nelle mutande della gente, può sempre dire di esser guarito e farsi una doppia vita segreta. E' normalissimo tra i bisex e i gay

Fritz!
02-04-2009, 13:00
vabbeh l'84%, invece, non si é mai sognato di curare l'omosessualità.


Senza nessuna prova, ma puramente su base indicativa, secondo me in italia le proporzioni son ben diverse.