View Full Version : Il nuovo Afghanistan
IpseDixit
31-03-2009, 09:51
KABUL - Malgrado l'intervento armato in Afghanistan, con l'Italia incaricata della ricostruzione del sistema giuridico del paese, il governo afgano ha recentemente votato una legge (ancora non pubblicata) che rappresenta un duro colpo ai diritti delle donne afgane. Secondo fonti delle Nazioni Unite, la nuova legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie, obbliga le donne a "concedersi" al marito senza opporre resistenza, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni.
Insomma, rispetto al passato, poco o nulla sembra cambiare per le donne afgane. La mossa del governo rappresenta, secondo alcuni parlamentari contrari e molti gruppi umanitari, il tentativo del presidente Hamid Karzai di incassare il sostengo dei fondamentalisti islamici, in vista delle elezioni presidenziali di agosto. Secondo il quotidiano britannico Independent, il provvedimento di legge è frutto delle pressioni esercitate dall'Iran, che mantiene uno stretto legame con la minoranza sciita afgana.
"E' una delle peggiori leggi mai votate dal Parlamento in tutto il secolo" ha tuonato Shinkai Karokhail, deputata afgana impegnata a battersi contro la legge: "è totalmente sfavorevole alle donne e renderà loro ancora più vulnerabili".
La Costituzione afgana permette agli sciiti, che rappresentano circa il 10 per cento della popolazione, di avere una legge sulla famiglia basata sulla giurisprudenza sciita tradizionale. Ma al tempo stesso sia la Costituzione che vari trattati internazionali firmati dall'Afghanistan, garantiscono pari diritti alle donne.
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/esteri/afghanistan-12/stupri-mogli/stupri-mogli.html
(31 marzo 2009)
cdimauro
31-03-2009, 10:02
Chi è che parlava di "esportazione" della democrazia? :asd:
E' inutile cercare di cambiare la mentalità di certa gente con le guerre fatte a metà, bisogn avere il coraggio di andare fino in fondo.
blackgnat
31-03-2009, 10:08
Chi è che parlava di "esportazione" della democrazia? :asd:
suvvia qualsiasi bene esportato è soggetto a dazio !!!
beach_man
31-03-2009, 10:09
E' inutile cercare di cambiare la mentalità di certa gente con le guerre fatte a metà, bisogn avere il coraggio di andare fino in fondo.
...oppure tornare all'inizio....
si, solo ceh per andare fino in fondo mi sa ceh devi sterminare tutti gli afgani...
un bel paese DESERTO e democratico.
CVD
li si lasciava a casetta loro -nel medioevo- finchè da soli non evolvevano una maggiore cultura civica.
noi per passere dal medioevo ad oggi ci abbin messo 600 anni..
a colpi di bombardiere era difficlie forzare la loro evoluzione sociale facendogliela fare in 5 anni ... :muro: :muro: :muro: :muro:
anzi, sicuramente vedendo lo sfacelo portatao dagli occidentali a casa loro la reazionesarà stata di rinchiudersi ancor di più nel tradizionalismo.
OGNUNO A CASA PROPRIA e passano tutti i problemi.
ah, fra l'altor la produzione di oppio è quintuplicata da quando noi occidentali siamo lì ...
dire ceh abbiamo fatto una cazzata colossale, un autogol, una puttanata galattica è ancora stare leggerini col giudizio.
beach_man
31-03-2009, 10:22
...ah, fra l'altor la produzione di oppio è quintuplicata da quando noi occidentali siamo lì ...
dire ceh abbiamo fatto una cazzata colossale, un autogol, una puttanata galattica è ancora stare leggerini col giudizio.
Noo non "abbiamo" fatto nessuna cavolata.....abbiamo semplicemente preso sotto controllo il business della produzione dell'oppio...svuotando i magazzini pieni di armi, ri-mettendo cosi in moto l'industria bellica, coprendo il tutto con la minaccia di terrorismo! :doh:
.....roba da matti.....:muro:
cdimauro
31-03-2009, 10:25
E' inutile cercare di cambiare la mentalità di certa gente con le guerre fatte a metà, bisogn avere il coraggio di andare fino in fondo.
A quando la prossima campagna contro la Cina o la Russia? Ovviamente per una questione coerenza: bisogna esportare la democrazia ai paesi che non lo sono. :O
Noo non "abbiamo" fatto nessuna cavolata.....abbiamo semplicemente preso sotto controllo il business della produzione dell'oppio...svuotando i magazzini pieni di armi, ri-mettendo cosi in moto l'industria bellica, coprendo il tutto con la minaccia di terrorismo! :doh:
.....roba da matti.....:muro:
ah, vabbhè,
Allora è stato un AFFARE.
A quando la prossima campagna contro la Cina o la Russia? Ovviamente per una questione coerenza: bisogna esportare la democrazia ai paesi che non lo sono. :O
Non si tratta di esportare la democrazia.
Non mi risulta che gli "antidemocratici" governi russo e cinese abbiano emanato leggi analoghe a quelle del "democratico" governo afgano.
Si tratta di dare un'acceleratina al corso dell'evoluzione culturale, che come si sa avviene quando le vecchie generazioni, depositarie di una mentalità retrograda, scompaiono per cause naturali lasciando posto alle nuove.
E' un processo che può richiedere, se avviene in modo naturale, se va bene almeno un 3-4 generazioni prima che le tracce della suddetta mentalità scompaiano.
ConteZero
31-03-2009, 10:51
Questo si chiama essere idioti.
Ci voleva tanto a fotocopiare la dichiarazione dei diritti dell'uomo nella carta costituente del "nuovo Afghanistan" e nel fare una costituzione rigida stile Italia ?
Manco questo sono riusciti a fare... segno che della "democrazia" dell'area gliene frega veramente poco.
Chi è che parlava di "esportazione" della democrazia? :asd:
forse hanno sganciato troppe poche tonellate di uranio impoverito democratico :stordita:
cdimauro
31-03-2009, 11:02
Non si tratta di esportare la democrazia.
Non mi risulta che gli "antidemocratici" governi russo e cinese abbiano emanato leggi analoghe a quelle del "democratico" governo afgano.
Ma ne hanno fatte e ne fanno ancora di altre porcate ben poco democratiche. Mi permetto di ricordare la Cecenia e la Georgia per la prima, e il Tibet per la seconda.
Senza contare che in Cina le religioni sono perseguitate dal regime se i funzionari religiosi non sono stati "eletti" in accordo con le istituzioni.
La democrazia è una torta di cui non si può mangiare una sola fetta, ignorando tutto il resto.
Si tratta di dare un'acceleratina al corso dell'evoluzione culturale, che come si sa avviene quando le vecchie generazioni, depositarie di una mentalità retrograda, scompaiono per cause naturali lasciando posto alle nuove.
A me sembra che si stia ottenendo l'effetto opposto. Prima erano i taliban, ultraintegralisti religiosi, a comportarsi in maniera così barbara avallando leggi ispirate alla sharia. Adesso lo fanno anche quelli che non si definiscono integralisti religiosi.
E' un processo che può richiedere, se avviene in modo naturale, se va bene almeno un 3-4 generazioni prima che le tracce della suddetta mentalità scompaiano.
Speriamo bene, ma non è con l'imposizione forzata che si fa diventare uno stato "più democratico".
Prima o poi c'arriveranno pure loro, seguendo il loro cammino. Come abbiamo fatto noi. E a noi nessuno ha dato "un'accelerata". ;)
A me sembra che si stia ottenendo l'effetto opposto. Prima erano i taliban, ultraintegralisti religiosi, a comportarsi in maniera così barbara avallando leggi ispirate alla sharia. Adesso lo fanno anche quelli che non si definiscono integralisti religiosi.
Proprio perchè non c'è stato un ricambio generazionale.
Cioè, per essere più chiari, non sono MORTI quelli che la pensano in un certo modo, e con loro non è morta quella mentalità.
Prima o poi c'arriveranno pure loro, seguendo il loro cammino. Come abbiamo fatto noi. E a noi nessuno ha dato "un'accelerata". ;)
E allora bisogna rassegnarsi al fatto che le donne afghane di questa generazione, e probabilmente anche della prossima e se tutto va bene anche della successiva, continuino ad essere stuprate, lapidate, costrette ad indossare il burqa, non possano andare a scuola nè mettere il naso fuori di casa senza il permesso del marito-padre-padrone, e tutte queste cosettine.
Se ci sta bene così, no problem, altrimenti ci vuole l'acceleratina ...
cdimauro
31-03-2009, 12:00
Proprio perchè non c'è stato un ricambio generazionale.
Cioè, per essere più chiari, non sono MORTI quelli che la pensano in un certo modo, e con loro non è morta quella mentalità.
Non credo sia sufficiente: dovrebbero morire di colpo tutti quelli che la pensano in un certo modo. Altrimenti la vecchia mentalità continuerebbe a tramandarsi, e i ragazzini di oggi diventeranno gli aguzzini di domani.
E allora bisogna rassegnarsi al fatto che le donne afghane di questa generazione, e probabilmente anche della prossima e se tutto va bene anche della successiva, continuino ad essere stuprate, lapidate, costrette ad indossare il burqa, non possano andare a scuola nè mettere il naso fuori di casa senza il permesso del marito-padre-padrone, e tutte queste cosettine.
Se ci sta bene così, no problem, altrimenti ci vuole l'acceleratina ...
Meglio aspettare. Chi siamo noi per decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Ogni popolo ha la sua storia e le sue tradizioni. Se dovessimo fare i cavalieri della democrazia per coerenza, oggi non staremmo qui a parlare perché ci saremmo ammazzati a vicenda.
Io preferisco che l'osmosi, il punto di contatto fra le varie popolazioni, faccia il suo corso, anche se dovesse essere lento.
Oggi esiste anche l'islam moderato. 1500 anni fa non c'era.
Non credo sia sufficiente: dovrebbero morire di colpo tutti quelli che la pensano in un certo modo. Altrimenti la vecchia mentalità continuerebbe a tramandarsi, e i ragazzini di oggi diventeranno gli aguzzini di domani.
Di colpo è un pò difficile, nel giro di un 2-3 anni è più realistico come obiettivo.
Anche nel nostro occidente abbiamo avuto le nostre brave acceleratine.
I tedeschi che appoggiavano entusiasticamente il nazismo non è che siano stati riportati sulla retta via a suon di belle dichiarazioni di buoni ideali, hanno dovuto vedere i bombardamenti a tappeto e lasciarci qualche milione di morti per capire che la razza ariana e la persecuzione degli ebrei erano concetti un tantinello sbagliati.
Meglio aspettare. Chi siamo noi per decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato?
....
Oggi esiste anche l'islam moderato. 1500 anni fa non c'era.
Per carità, se loro reputano giusto segregare e stuprare le donne, non sta a certo noi giudicare.
Lasciamo che nel giro di 150-200 anni le cose si sistemino da sole, certo chi ha la sfortuna di nascere OGGI in afghanistan senza un batacchio tra le gambe si ritroverà segregata e stuprata, così probabilmente anche le figlie e le nipoti.
Allora accettiamo questo stato di cose e smettiamola di aprire thread sulle miserevoli condizioni di vita delle donne afghane di OGGI, tanto si sa che prima o poi le cose si sistemeranno da sè, e in fondo che ci vuoi fare, loro hanno la sfortuna di viverci OGGI in afghanistan, aho mica tutti possono essere fortunati nella vita eh.
=Liam Gallagher=
31-03-2009, 12:36
magari in afghanistan non hanno belpietro e il conflitto di interesse
:D :D :D
cdimauro
31-03-2009, 12:51
Di colpo è un pò difficile, nel giro di un 2-3 anni è più realistico come obiettivo.
Anche nel nostro occidente abbiamo avuto le nostre brave acceleratine.
I tedeschi che appoggiavano entusiasticamente il nazismo non è che siano stati riportati sulla retta via a suon di belle dichiarazioni di buoni ideali, hanno dovuto vedere i bombardamenti a tappeto e lasciarci qualche milione di morti per capire che la razza ariana e la persecuzione degli ebrei erano cose un tantinello sbagliate.
Per carità. Nulla da dire, anche se gli alleati le loro porcate le hanno fatte lo stesso. Vedi Dresda, ad esempio, dove c'è stata un'acritica e spietata mattanza.
Per carità, se loro reputano giusto segregare e stuprare le donne, non sta a certo noi giudicare.
Lasciamo che nel giro di 150-200 anni le cose si sistemino da sole, certo chi ha la sfortuna di nascere oggi in afghanistan senza un batacchio tra le gambe si ritroverà segregata e stuprata, così probabilmente anche le figlie e le nipoti.
Accettiamo questo stato di cose e smettiamola di aprire thread sulle miserevoli condizioni di vita delle donne afghane di oggi, tanto si sa che prima o poi le cose si sistemeranno da sè, e in fondo che ci vuoi fare, loro hanno la sfortuna di viverci oggi in afghanistan, aho mica tutti possono essere fortunati nella vita eh.
Non credere che chi ha una coscienza non ne senta il rimorso. Ma è difficile conciliare gli ideali con ciò che vorremmo fossero gli altri.
Le donne afghane dovrebbero farsi sterilizzare o abortire se incinte di una femmina. Risparmino a un altro essere umano l'agonia di vivere in un paese come quello.
Qualche occidentale deve inziare a fare il meaculpa.
ma sarebbe giusto andarsene da quella terra?
Lasciare consapevolmente le donne afgane in questa condizione?
jpjcssource
31-03-2009, 13:53
Di colpo è un pò difficile, nel giro di un 2-3 anni è più realistico come obiettivo.
Anche nel nostro occidente abbiamo avuto le nostre brave acceleratine.
I tedeschi che appoggiavano entusiasticamente il nazismo non è che siano stati riportati sulla retta via a suon di belle dichiarazioni di buoni ideali, hanno dovuto vedere i bombardamenti a tappeto e lasciarci qualche milione di morti per capire che la razza ariana e la persecuzione degli ebrei erano concetti un tantinello sbagliati.
Purtroppo la società Afgana è anni luce più arretrata di quella tedesca ed il loro comportamento è dato da una religione millenaria che ha ben più forza di un forte sentimento di vendetta (che ha scatenato il nazismo).
L'afgano non si piega davanti a nessuno e se cambia lo fa solo volontariamente dopo essere stato convinto con le buone, se provi con le cattive preferisce farsi ammazzare piuttosto.
Stiamo parlando di una società che è ancora organizzata in una struttura tribale come nella preistoria......
Allo stesso tempo però, tornare a casa e farci gli affari nostri non è possibile visto che le organizzazzioni terroristiche islamiche che usano il paese come base sicuramente non si faranno poi gli affari loro.....
entanglement
01-04-2009, 16:18
Qualche occidentale deve inziare a fare il meaculpa.
ma sarebbe giusto andarsene da quella terra?
Lasciare consapevolmente le donne afgane in questa condizione?
non è ne giusto ne sbagliato, è ragionevole
stato loro, legge loro, cazzi loro
se ci fosse una cosa su cui è prioritario spendere questa è cemento armato alle frontiere
IpseDixit
12-04-2009, 14:42
KANDAHAR - E' stata uccisa da due uomini armati una donna impegnata nella difesa dei diritti femminili, eletta parlamentare provinciale a Kandhar, nel sud dell'Afghanistan. Lo ha riferito il capo del Consiglio provinciale e fratello del premier, Ahmad Wali Karzai. Sitara Achikzai stava tornando a piedi del lavoro quando i due killer l'hanno avvicinata a bordo di una moto e hanno aperto il fuoco.
Achikzai era nota per la sua lotta in favore delle donne. Negli ultimi giorni è tornata a infuriare in Afghanistan la polemica sui diritti femminili, dopo l'approvazione da parte del parlamento nazionale di una legge, fortemente voluta dagli ambienti religiosi, in cui si stabilisce la subordinazione della moglie al marito e in pratica se ne autorizza lo stupro. Karzai su pressione degli occidentali ha promesso di rivedere il testo ma ieri un eminente esponente religioso è tornato sull'argomento affermando che ogni ripensamento sarebbe inaccettabile oltre che anticostituzionale.
Oggi l'Afghanistan è stato squassato dalla violenza: 22 talebani sono morti in scontri con l'esercito afgano e le forze della missione internazionale. Sempre nel sud, a Helmand, un kamikaze è stato ucciso mentre cercava di entrare in una stazione di polizia; l'esplosivo è scoppiato quando gli agenti gli hanno sparato.
(12 aprile 2009)
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/esteri/afghanistan-12/uccisa-parlamentare/uccisa-parlamentare.html
Purtroppo non deve sorprendere che la condizione della donna in afganistain non sia delle più agiate, e un paese la cui modernità non e certamente avanzata, IMO la modernità porta alla parità dei sessi, aggravata da 20 anni di domino talebano che non aiuta.
Il problema è il governo che dovrebbe indicare alla società del paese la via giusta.
Comunque mi sembra di aver sentito che la costituzione afgana dovrebbe garantire la parità dei sessi(infatti la percentuale rosa del parlamento è più alta che in italia, anche se probabilmente era una decisione simbolica), il provvedimento dovrebbe riguardare i sciiti dove è specificato che possono aver regole particolari. Non che questo addolcisca la legge, visto che i sciiti sono probabilmente quelli che hanno più bisogno di ammodernamento.
ques't estate ci sono le elezioni e karzai tenta di essere riconfermato, gli uomini votano le donne no, fate voi i vostri conti
IpseDixit
15-04-2009, 14:51
KABUL - Una manifestazione di circa 300 donne nei pressi dell'università di Kabul è stata presa a sassate mentre la polizia famminile afghana interveniva per disperdere la folla (guarda il video). Le donne stavano protestando contro la legge, che riguarda solo minoranza sciita degli hazara, che autorizza i mariti a chiedere rapporti sessuali obbligatori ogni quattro giorni a meno che la moglie sia malata o subisca danni durante il rapporto. La legge inoltre vieta alle donne di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di andare dal medico senza il permesso del consorte, e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni. Il testo permette inoltre tacitamente il matrimonio di bambine e assicura agli uomini maggiori diritti in materia di eredità.
«MORTE ALLE SCHIAVE DEI CRISTIANI» - Il corteo era stato convocato da alcuni attivisti per i diritti umani ma si è scontrato con una contromanifestazione di altre donne, sostenute da uomini - in tutto circa mille persone - che gridavano «morte alle schiave dei cristiani» e alla fine hanno lanciato alcuni sassi contro di loro. Altri uomini gridavano «siete cagne, non donne sciite» alle attiviste che reggevano cartelli con la scritta «Non vogliamo la legge talebana». Secondo le attiviste, in gran parte giovani, parlamentari e attiviste dei diritti umani, molte altre donne avrebbero voluto partecipare alla protesta, ma i loro mariti lo hanno proibito. Secondo le donne che partecipavano alla contromanifestazione, invece sono stati gli occidentali «che sono contro l'islam» a male interpretare la legge.
http://www.corriere.it/esteri/09_aprile_15/afghanistan_corteo_donne_9c1a1294-29a3-11de-8317-00144f02aabc.shtml
ConteZero
15-04-2009, 15:03
KABUL - Una manifestazione di circa 300 donne nei pressi dell'università di Kabul è stata presa a sassate mentre la polizia famminile afghana interveniva per disperdere la folla (guarda il video). Le donne stavano protestando contro la legge, che riguarda solo minoranza sciita degli hazara, che autorizza i mariti a chiedere rapporti sessuali obbligatori ogni quattro giorni a meno che la moglie sia malata o subisca danni durante il rapporto. La legge inoltre vieta alle donne di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di andare dal medico senza il permesso del consorte, e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni. Il testo permette inoltre tacitamente il matrimonio di bambine e assicura agli uomini maggiori diritti in materia di eredità.
«MORTE ALLE SCHIAVE DEI CRISTIANI» - Il corteo era stato convocato da alcuni attivisti per i diritti umani ma si è scontrato con una contromanifestazione di altre donne, sostenute da uomini - in tutto circa mille persone - che gridavano «morte alle schiave dei cristiani» e alla fine hanno lanciato alcuni sassi contro di loro. Altri uomini gridavano «siete cagne, non donne sciite» alle attiviste che reggevano cartelli con la scritta «Non vogliamo la legge talebana». Secondo le attiviste, in gran parte giovani, parlamentari e attiviste dei diritti umani, molte altre donne avrebbero voluto partecipare alla protesta, ma i loro mariti lo hanno proibito. Secondo le donne che partecipavano alla contromanifestazione, invece sono stati gli occidentali «che sono contro l'islam» a male interpretare la legge.
http://www.corriere.it/esteri/09_aprile_15/afghanistan_corteo_donne_9c1a1294-29a3-11de-8317-00144f02aabc.shtml
Ovviamente nessuno s'azzarda a buttare sul piatto un "o fate leggi più civili o ce ne andiamo del tutto e vi lasciamo di nuovo in balia dei talebani (dopo aver sparso qualche tonnellata di sale per i campi, così almeno non rompete più con l'oppio)...
Ovviamente nessuno s'azzarda a buttare sul piatto un "o fate leggi più civili o ce ne andiamo del tutto e vi lasciamo di nuovo in balia dei talebani (dopo aver sparso qualche tonnellata di sale per i campi, così almeno non rompete più con l'oppio)...
E buttare via risorse, vite, lavoro di 5 anni?
Mi sembra ovvio che nessuno si azzardi a fare ciò. Poi non vedo la logica di lasciare le donne in balia dei talebani perché non ci piace una legge che lascia le donne in balia a valori che i talebani sostengono.
Forse era meglio una generazione sotto il comunismo ateo piuttosto i talebani.
ConteZero
15-04-2009, 16:19
E buttare via risorse, vite, lavoro di 5 anni?
Mi sembra ovvio che nessuno si azzardi a fare ciò. Poi non vedo la logica di lasciare le donne in balia dei talebani perché non ci piace una legge che lascia le donne in balia a valori che i talebani sostengono.
Forse era meglio una generazione sotto il comunismo ateo piuttosto i talebani.
Se in Afghanistan c'è ancora in vigore una qualche forma di la sharia (me la ricordo solo io la propaganda del "liberare le donne da questo carcere che è il velo" ?) allora è segno che si sono GIA'buttati via cinque anni di lavoro, risorse e vite.
Se in Afghanistan c'è ancora in vigore una qualche forma di la sharia (me la ricordo solo io la propaganda del "liberare le donne da questo carcere che è il velo" ?) allora è segno che si sono GIA'buttati via cinque anni di lavoro, risorse e vite.
Evidentemente chi decide (e che ha usato la maggior parte di queste risorse) non la pensa nello stesso modo, oppure pensa che andarsene sia pure peggio.
Ripeto, andarsene come protesta per lo stato delle donne significa peggiorare ulteriormente lo stato, che mi sembra un comportamento infantile.
A meno che tu non dici, fottesega delle donne, me ne vado perché qui non ci voglio stare, che non è un comportamento infantile, ma IMO nemmeno tanto responsabile.
ConteZero
15-04-2009, 16:35
Evidentemente chi decide (e che ha usato la maggior parte di queste risorse) non la pensa nello stesso modo, oppure pensa che andarsene sia pure peggio.
Ripeto, andarsene come protesta per lo stato delle donne significa peggiorare ulteriormente lo stato, che mi sembra un comportamento infantile.
A meno che tu non dici, fottesega delle donne, me ne vado perché qui non ci voglio stare, che non è un comportamento infantile, ma IMO nemmeno tanto responsabile.
No, chi decide c'è andato perché gli fa comodo per altre (incoffessabili) ragioni.
Quel "fottesega delle donne" quel qualcuno lo sottintende quando si gira dall'altra parte davanti ad un Karzai che avalla certe leggi. E se non si riesce NEI FATTI a cambiare la situazione delle donne in Afghanistan la domanda sorge spontanea: Ma che ci siamo andati a fare ? Ed a seguire: Ma che ci stiamo a fare ?
No, chi decide c'è andato perché gli fa comodo per altre (incoffessabili) ragioni.
Mi sembra che il motivo principale fosse eliminazione dei talebani (buttiamo dentro le lobby dei armamenti se vogliamo proprio pensare male)
Quel "fottesega delle donne" quel qualcuno lo sottintende quando si gira dall'altra parte davanti ad un Karzai che avalla certe leggi. E se non si riesce NEI FATTI a cambiare la situazione delle donne in Afghanistan la domanda sorge spontanea: Ma che ci siamo andati a fare ? Ed a seguire: Ma che ci stiamo a fare ?
Allora, dobbiamo tenere conto di due fatti.
1) lo stato NEI FATTI, non è pensabile che si possa cambiare la società nei suoi comportamenti nel giro di pochi anni. Lo stato della donna in afghanistan si cambia incrementando educazione e indipendenza di questa, cosa che richiedono tempo. Un primo passo è dare la parità almeno nel punto legislativo che per adesso vale per tutte le donne(e se questa legge diviene definitiva tutte le donne meno le sciite) per la mentalità sarà un lavoro più lungo.
2) per la legge in questione bisogna chiaramente fare di tutto per evitare che passi ( imo forse ci vorrebbe un po meno democrazia e un po di più intervento estero, ma questo crea altri problemi) ma fra il non fare nulla e andarsene ci sono molte opzioni intermedie.
Per il cosa ci stiamo a fare mi sembra che ti sei risposto da solo all'inizio. Non certamente per migliorare le condizioni delle donne (che è un effetto collaterale dell'ammodernamento del paese e calo del estremismo religioso).
Ci stiamo a fare per eliminare i talebani, e su quello ci stanno facendo passi avanti (o comunque ci si sta cercando di farli)
No, chi decide c'è andato perché gli fa comodo per altre (incoffessabili) ragioni.
Quel "fottesega delle donne" quel qualcuno lo sottintende quando si gira dall'altra parte davanti ad un Karzai che avalla certe leggi. E se non si riesce NEI FATTI a cambiare la situazione delle donne in Afghanistan la domanda sorge spontanea: Ma che ci siamo andati a fare ? Ed a seguire: Ma che ci stiamo a fare ?
La situazione militare è in peggioramento -> Karzai cerca di ottenere consensi.
Senza risollevare la situazione e creare uno stato stabile ho paura che non si vada da nessuna parte... in Iraq ci sono riusciti (o perlomeno sono sulla buona strada), in Afghanistan ci stanno provando (vedi recente decisione di raddoppiare i soldati sul campo).
eoropall
15-04-2009, 16:57
Per carità, se loro reputano giusto segregare e stuprare le donne, non sta a certo noi giudicare.
Lasciamo che nel giro di 150-200 anni le cose si sistemino da sole, certo chi ha la sfortuna di nascere OGGI in afghanistan senza un batacchio tra le gambe si ritroverà segregata e stuprata, così probabilmente anche le figlie e le nipoti.
Allora accettiamo questo stato di cose e smettiamola di aprire thread sulle miserevoli condizioni di vita delle donne afghane di OGGI, tanto si sa che prima o poi le cose si sistemeranno da sè, e in fondo che ci vuoi fare, loro hanno la sfortuna di viverci OGGI in afghanistan, aho mica tutti possono essere fortunati nella vita eh.
Pare che anche chi nasce con il batacchio, come nelle "migliori tradizioni" del resto, corra (specie inizialmente) dei rischi..
Un autentico paradiso terrestre non c'è che dire.. Splendidamente riuscito..
Inshallah..
http://hurricane_53.ilcannocchiale.it/post/2151207.html
25 gennaio 2009
Afghanistan: i Talebani vogliono donne. Dategli le vostre figlie altrimenti ...
È noto l’uso talebanico di sodomizzare i propri bambini maschi per sfogarsi sessualmente proteggendo al contempo la verginità femminile che deve giungere integra al matrimonio, pena la degradazione della donna a peccaminoso oggetto di colpa, secondo l’interpretazione più oscurantista della legge coranica colà propugnata. L’ultima notizia arrivata ora dal fronte dei Taliban è che i militanti islamisti fra l’Afghanistan e il Pakistan stanno proseguendo la loro crociata contro le donne, e nelle zone sotto la loro influenza la nuova direttiva è la seguente: i genitori di bambine in età da marito (cioè appena hanno raggiunto la pubertà secondo l’islam più integralista, ma già dagli otto anni in base alle consuetudini locali) devono darle in spose ai Talebani, sotto pena d’incorrere in conseguenze terribili. Sono le moschee a diffondere pubblicamente questa campagna di matrimoni forzati, e a gestire la distribuzione delle ragazze e bambine fra i militanti.
Sulla rivista Times of India, ripresa dal sito di monitoraggio sull’islam Mille e una donna (http://milleeunadonna.blogspot.com), una maestra elementare di Peshawar, città nordoccidentale del Pakistan, ha rilasciato un’intervista in cui denuncia questa violenza, ultima d’una serie infinita. Salma, questo il nome della maestra, racconta come «I Talebani esigano che le famiglie in breve tempo dichiarino le loro figlie nubili nelle moschee, affinché s’incarichino d’offrirgliele in matrimonio. I Talebani presenti nella valle di Swat hanno poi minacciato le donne di pesanti pene se si troveranno fuori casa senza carta d’identità e senza un uomo della famiglia per accompagnarle. Una bambina di sette anni è stata sorpresa fuori casa da sola ed è stata massacrata di botte. Le coppie devono anche essere fornite di Nikah Nama, certificati di matrimonio, che devono portare con sé quando escono in strada, altrimenti saranno perseguibili. Notizie così si sentono ogni giorno alla radio illegale dei Talebani, detta Mullah Radio, da dove si proclama l’adozione della sharia (legge islamica) in tutta la regione di Swat». Gli orrori sono ormai quotidiani: «I Taliban hanno fatto saltare in aria o bruciato più di cento scuole per impedire alle donne di studiare – continua Salma – e per una donna è proibito perfino andare al mercato da sola. A noi insegnanti è vietato lavorare, così come a ogni operatrice sociale. Alcune mie colleghe maestre sono disperate anche perché erano l’unica fonte di reddito in famiglie dove gli uomini sono stati uccisi o mutilati. Le donne che lavorano fuori di casa, specialmente nel sociale, sono etichettate dai militanti islamici come immorali e quindi punite con la morte: come Bakht Zeba, un’amministratrice locale di 45 anni appena assassinata nella sua abitazione».
Non è migliore la situazione in Afghanistan. Azra Jafari è la prima donna sindaco afghana, amministra la cittadina di Nili, nella provincia del Dai Kundi. Intervistata dalla Reuters, la coraggiosa signora ha dichiarato che «Sfortunatamente la società afghana non riesce ancora ad accettare che le donne lavorino fuori casa e abbiano impieghi al pari dei maschi. Sotto il regime dei Talebani alle donne era proibito andare a scuola, quindi molte erano scappate in Iran e in Pakistan per poter studiare». Azra prima di diventare sindaco era un’insegnante perseguitata, e a tutt’oggi non riesce a essere ottimista: «La condizione femminile non solo non migliora ma addirittura peggiora. Subito dopo la cacciata dei Talebani, nel governo provvisorio c’erano tre o quattro ministri donna; oggi ce n’è una sola. Il presidente Karzai vorrebbe ottenere di più per la parità fra uomo e donna, rinforzando la cultura femminile come parte integrante della democrazia, però la nostra società è troppo maschilista, e i maschi non vogliono perdere il loro antico potere».
Nasima Rahmani, responsabile per i diritti delle donne in Afghanistan per l’Ong Action Aid, conferma che la condizione delle donne in Afghanistan era migliorata, soprattutto per il diritto all’educazione, ma è nuovamente «peggiorata dal punto di vista della sicurezza nelle strade, nelle scuole, negli uffici pubblici, nelle università». Lavorando anche come consulente legale per le vittime di violenza, spiega che «La violenza è ancora estremamente radicata in Afghanistan e colpisce in modo particolare i minori, spesso utilizzati come merce di scambio tra le famiglie. Anch’io potrei essere uccisa in qualunque momento. Grazie ad Action Aid stiamo promuovendo circoli in tutto il paese dove le donne possano incontrarsi e dialogare al sicuro e accedere all’alfabetizzazione».
A Kandahar nel novembre scorso due uomini in moto hanno bruciato con l’acido un gruppo di 15 adolescenti sulla strada per la scuola. Due sorelle di 16 e 18 anni sono state ustionate orribilmente al viso. E non si può non ricordare Malalai Kakar, la prima donna poliziotto dell’Afghanistan, simbolo del riscatto femminile: dirigeva il Dipartimento per i reati sessuali nella terra del fondamentalismo religioso, ma a ottobre è stata assassinata da un commando di talebani.
In sé queste notizie non aggiungono nulla alla follia di cui siamo abituati a registrare studiando l’attività degli integralisti coranici nel mondo: ogni giorno si contabilizzano decine e decine di uccisioni di donne da parte del fanatismo islamico, lapidate, seppellite vive, seviziate in tutti i modi, e anche l’Afghanistan non ne è immune. Il problema è capire quanto l’Occidente voglia veramente resistere a tutto questo, e soprattutto quando capirà l’importanza della difesa delle donne islamiche nella lotta all’integralismo religioso.
Se l’Occidente oggi è diverso dal mondo islamico ed è un posto migliore per viverci, lo è proprio a causa delle sue conquiste civili e politiche: democrazia, diritti umani, separazione Stato/Chiesa, tolleranza, libertà sociali e religiose, cultura illuministica, lotta all’ignoranza, carità cristiana. L’esatto contrario della cultura islamica integralista. Ma le donne musulmane sono il ventre molle dell’islam, le sue prime vittime, anche quelle che vivono in Occidente: a loro occorre rivolgersi e con loro allearsi – proteggendole – per combattere la cultura maschilista islamica che si fa scudo di perverse interpretazioni coraniche allo scopo di mantenere posizioni di potere retrogrado, totalitario e medievale. L’islam integralista è solo questo: il tentativo di costruire società maschiliste dove gli uomini abbiano il pieno potere, mentre bambini, donne e “infedeli” siano considerati solo oggetti da utilizzare e da uccidere senza remora. Se non faremo niente per impedire che tale mentalità si radicalizzi anche in Occidente, se non proteggeremo in modo sistematico le donne islamiche, allora soccomberemo, e nessuna battaglia di Lepanto questa volta ci salverà.
Per questo occorre denunciare l’ambiguità del cosiddetto islam moderato europeo, che nulla fa di concreto per emarginarne l’integralismo, Ucoii italiano e predicatori nelle moschee in prima linea. In realtà a non pochi musulmani maschi europei farebbe soltanto piacere che s’instaurasse la sharia. Come sta capitando in Inghilterra: dopo l’istituzione sciagurata delle corti islamiche per il diritto di famiglia, ora gli ospedali britannici ricevono casi su casi di donne musulmane picchiate e brutalizzate da mariti, fratelli, padri, giustificati dalla predicazione islamica. Fatima Husain, medico ostetrico e ginecologa negli ospedali di Heatherwood e di Wexham Park nel Berkshire, vede musulmane incinte arrivare con segni di strangolamento attorno al collo e lividi sul ventre gonfio; «Alcuni musulmani credono che Dio abbia concesso loro il diritto di perpetrare violenza fisica nei confronti delle loro mogli semplicemente perché è ciò che gli dice il Corano. Ne vedo il risultato quando sono ammesse qui come pazienti».
Ed ecco la differenza tra l’Occidente e l’islam integralista: “Gli uomini hanno autorità sulle donne, a causa dei favori che Allah accorda a loro su esse, e anche a causa delle spese che fanno dei loro beni. Le donne virtuose sono obbedienti (ai loro mariti), e proteggono ciò che deve essere protetto, durante l’assenza dei loro coniugi, con la protezione di Allah. E quanto a quelle di cui temete la disobbedienza, allontanatevi da esse nei loro letti e battetele (Corano 4:34)”.
Lasceremo che l’Europa torni alle barbarie?
Andrea B. Nardi L'Occidentale
ConteZero
15-04-2009, 17:28
Questo è un fallimento che ricade completamente sulla testa di chi è andato in Afghanistan ad esportare la democrazia (Cit.).
Chi, come me, pensava che la democrazia non si potesse esportare a suon di bombe e mitragliatrici stà semplicemente constatando come si siano buttati cinque anni, fondi ingenti e tante vite (risorse anche nostre) per nulla.
eoropall
15-04-2009, 17:43
No, chi decide c'è andato perché gli fa comodo per altre (incoffessabili) ragioni.
Quel "fottesega delle donne" quel qualcuno lo sottintende quando si gira dall'altra parte davanti ad un Karzai che avalla certe leggi. E se non si riesce NEI FATTI a cambiare la situazione delle donne in Afghanistan la domanda sorge spontanea: Ma che ci siamo andati a fare ? Ed a seguire: Ma che ci stiamo a fare ?
Ecco le ragioni, cosa ci sono andati a fare e un po di storia..
Questo è un fallimento che ricade completamente sulla testa di chi è andato in Afghanistan ad esportare la democrazia (Cit.).
Chi, come me, pensava che la democrazia non si potesse esportare a suon di bombe e mitragliatrici stà semplicemente constatando come si siano buttati cinque anni, fondi ingenti e tante vite (risorse anche nostre) per nulla.
L'importante era far fuori i comunisti, pazienza per gli "effetti collaterali"..
http://wapedia.mobi/it/Invasione_sovietica_dell'Afghanistan
1. Antefatto: la Repubblica Democratica dell'Afghanistan
Il 27 aprile 1978 il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan diede vita a un sanguinoso colpo di stato (la cosiddetta "rivoluzione di aprile"), che si concluse con il rovesciamento e l'assassinio di Mohammed Daoud Khan e di gran parte della sua famiglia. Noor Mohammed Taraki, segretario generale del PDPA, divenne presidente del Consiglio rivoluzionario e primo ministro dell'appena costituita Repubblica Democratica dell'Afghanistan, fortemente sostenuta dall'URSS.
Il PDPA, partito socialista filo-comunista, mise in atto un programma di governo socialista che prevedeva principalmente una riforma agraria che ridistribuiva le terre a 200mila famiglie contadine, ed anche l'abrogazione dell’ushur, ovvero la decima dovuta ai latifondisti dai braccianti. Inoltre fu abrogata l'usura, i prezzi dei beni primari furono calmierati, i servizi sociali statalizzati e garantiti a tutti, venne riconosciuto il diritto di voto alle donne e i sindacati legalizzati. Si svecchiò tutta la legislazione afghana col divieto dei matrimoni forzati, la sostituzione delle leggi tradizionali e religiose con altre laiche e marxiste e la messa al bando dei tribunali tribali. Gli uomini furono obbligati a tagliarsi la barba, le donne non potevano indossare il burqa, mentre le bambine poterono andare a scuola e non furono più oggetto di scambio economico nei matrimoni combinati.
Si avviò anche una campagna di alfabetizzazione e scolarizzazione di massa e nelle aree rurali vennero costruite scuole e cliniche mediche.
La laicizzazione forzata della società afgana portò ben presto ad uno scontro fra il regime del PDPA e le autorità religiose locali, le quali cominciarono ad incitare il jihad dei mujaheddin contro "il regime dei comunisti atei senza Dio". In verità Taraki rifiutò sempre l'idea di definire il suo nuovo regime come "comunista", preferendo aggettivi come "rivoluzionario" e "nazionalista". Gli stessi rapporti con l'Urss si limitarono ad accordi di cooperazione commerciale per sostenere la modernizzazione delle infrastrutture economiche (in particolar modo le miniere di minerali rari e i giacimenti di gas naturale). L'Urss inviò anche degli appaltatori per costruire strade, ospedali e scuole e per scavare pozzi d'acqua; inoltre addestrò ed equipaggiò l'esercito afghano. Il governo rispose agli oppositori con un pesante intervento militare e arrestando, mandando in esilio ed eliminando molti mujaheddin.
2. Gli USA a sostegno dell'opposizione islamica
Nella nuova fase politica afghana intervennero anche gli Stati Uniti d'America. L'amministrazione Carter avvertì subito l'esigenza di sostenere gli oppositori di Taraki principalmente per tre motivi: 1) in funzione anticomunista per «dimostrare ai paesi del terzo mondo che l'esito socialista della storia sostenuto dall’Urss non è un dato oggettivo» (Dipartimento di Stato, agosto 1979); 2) per creare un nuovo alleato in una zona geopolitica che aveva visto nel gennaio 1979 gli Usa perdere l'Iran con la rivoluzione khomeinista; 3) vincere la guerra fredda o quantomeno cancellare il ricordo della disfatta vietnamita del 1975. Il 3 luglio 1979 Carter firmò la prima direttiva per l’organizzazione di aiuti bellici ed economici segreti ai mujaheddin afgani. In pratica la Cia avrebbe creato una rete internazionale coinvolgente tutti i paesi arabi per rifornire i mujaheddin di soldi, armi e volontari per la guerra. Base dell'operazione sarebbe stato il Pakistan, dove venivano così costruiti anche campi di addestramento e centri di reclutamento.
Buona parte dell'operazione fu finanziata col commercio clandestino di oppio afghano. A capo della guerriglia, su consiglio del Pakistan, fu posto Gulbuddin Hekmatyar, noto per la crudeltà con cui sfigurava (usando l'acido) le donne a suo dire non in linea coi precetti islamici. I mujaheddin afgani di Hekmatyar diventarono rapidamente una potente forza militare, distinguendosi in crudeltà con pratiche che prevedevano un lento scuoiamento vivo dei nemici e l'amputazione di dita, orecchi, naso e genitali.
3. L'intervento sovietico
Mappa dell'invasione sovietica dell'Afghanistan.
La situazione precipitò all'inizio del settembre 1979, con la morte di Taraki definita misteriosa ad opera del suo vice primo ministro Hafizullah Amin, il quale, salito al potere, inasprì lo scontro con le forze di matrice religiosa islamica che andavano affermandosi nelle zone non cittadine in virtù della impopolarità che le riforme di Taraki avevano avuto fra le popolazioni rurali fortemente legate alle proprie tradizioni.
Hafizullah Amin aveva studiato negli Stati Uniti e tale motivo fu preso a pretesto, insieme con la morte non chiarita di Taraki, dall'Urss per ritenerlo un uomo della Cia e per potere intervenire direttamente in quella zona diventata fortemente instabile. Il 24 dicembre 1979 l'esercito sovietico ricevette l'ordine di invadere l'Afghanistan, e tre giorni dopo entrò nella capitale Kabul. Qui l'Armata Rossa attaccò il palazzo presidenziale, uccise Amin sostituendolo con Babrak Karmal, della fazione del PDPA avversa a quella di cui avevano fatto parte Amin e Taraki.
Soldato sovietico in Afghanistan, 1988.
Il 1° gennaio 1980 50.000 soldati, 2.000 carri armati T-55 e 200 aerei si riversarono nel Paese passando dal Turkmenistan. Gran parte del mondo protestò contro l'invasione, in particolare gli Stati Uniti; dopo aver annunciato un embargo, lo misero in atto tagliando tutte le forniture di grano e di tecnologie e nel 1980 boicottarono anche le XXII Olimpiadi che si tennero a Mosca.
Nonostante lo sforzo militare ingente pianificato l'Armata Rossa non riuscì mai ad avere il pieno controllo della regione ed i mujaheddin riuscirono ad imporre la propria superiorità strategica soprattutto nelle aree non cittadine. Essi furono capaci di ridicolizzare presso la popolazione rurale l'autorità centrale ed il sostegno dato ad essa dall'Armata Rossa, rapendo impunemente funzionari del governo e soldati sovietici e dimostrarono come i sovietici fossero interessati solo all'affermazione della propria ideologia e non si preoccupassero affatto di salvare e proteggere i civili comuni.
Col passaggio in Usa dall'amministrazione democratica Carter, a quella repubblicana di Ronald Reagan, si alzò il livello dello scontro e i mujaheddin vennero propagandati come «combattenti per la libertà». Tra questi vi era anche Osama bin Laden, uno dei principali organizzatori e finanziatori dei mujaheddin (solo per quelli di origine araba, non quelli di origina afghana), anche se ad oggi il Dipartimento di Stato Usa nega di aver avuto mai contatti con Bin Laden (Did the U.S. "Create" Osama bin Laden?), a differenza dell'ex ministro degli esteri Uk Robin Cook che è invece convinto del contrario (leggi Cook su The Guardian), anche se non porta nessuna prova di questo coinvolgimento. Nell'articolo, inoltre, Cook è convinto che siano i Sauditi a finanziarlo.
Il suo Maktab al-Khadamat (MAK, Ufficio d'Ordine) incanalava verso l'Afghanistan denaro, armi e combattenti musulmani da tutto il mondo, con l'assistenza e il supporto dei governi americano, pakistano e saudita. Nel 1988 bin Laden abbandonò il MAK insieme ad alcuni dei suoi membri più militanti per formare Al-Qaida, con lo scopo di espandere la lotta di resistenza anti-sovietica e trasformarla in un movimento fondamentalista islamico mondiale. Tra i comandanti della resistenza islamica si fece notare il moderato e filo-occidentale Ahmad Shah Massoud, che in seguito divenne ministro della difesa nello Stato Islamico Afghano (1992) creato dopo il ritiro delle truppe sovietiche e che dopo l'avvento dei Talebani combatté anche contro di loro.
Il 20 novembre 1986 viene destituito Karmal a favore di Haji Mohammed Chamkani, che resterà in carica fino al 30 settembre 1987, quando Presidente del Consiglio Rivoluzionario diventerà Mohammad Najibullah, carica che dal novembre 1987 diventerà quella di Presidente della Repubblica.
4. La fine
Con l'arrivo al Cremlino nel 1985 di Mikhail Gorbaciov si andò affermando una politica estera sovietica più distensiva, e già dall'ottobre 1986 iniziò in sordina un ritiro unilaterale delle truppe sovietiche che si concluse il 15 febbraio 1989. La guerra finì (dopo 1 milione e mezzo di afgani morti, 3 milioni di disabili e mutilati, 5 milioni di profughi e milioni di mine) con gli accordi di Ginevra del 14 aprile 1988 che avviarono il ritiro dell'Armata Rossa.
L'Unione Sovietica ritirò le sue truppe il 2 febbraio 1989 (anche se ne diede comunicazione ufficiale solo il successivo 15 febbraio), ma finché esistette (1991) continuò ad aiutare lo stato afghano. Per l'Unione Sovietica, che ebbe 13.833 morti, questo conflitto dall'esito infelice fu l'equivalente della guerra del Vietnam per gli Stati Uniti, che persero 58.226 uomini.
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ConteZero
15-04-2009, 17:57
Eorocoso, capisco fare la premessa storica, ma in Afghanistan non ci stanno i sovietici, ed a portarci i NOSTRI soldati è stato un presidente americano (spalleggiato qui da chi, seguendo il filoncino NeoCon, parlava d'esportare la democrazia).
zerothehero
15-04-2009, 18:19
Il Pakistan ha sostanzialmente ceduto ai taliban e agli estremisti religiosi già nell'ultima fase del governo Musharraf, l'Afghanistan idem.
Per il Pakistan ci vorrebbe un golpe militare, visto che il governo è troppo debole, per l'Afghanistan ci vorrebbe qualcosa sul modello sovietico, Karzai è troppo debole.
Ma nun se pò fa. :sofico:
Chi vorrà difedendere i diritti umani, perderà..perderà contro una società che, specialmente in Afghanistan, è e rimarrà tribale.
Ieri ne hanno ammazzata un'altra
http://mondodonna.blogosfere.it/2009/04/afghanistan-uccisa-unaltra-attivista-per-i-diritti-delle-donne.html
E il 28 settembre dell'anno scorso hanno ammazzato un'altra donna poliziotto che quantomeno ha avuto la soddisfazione di ammazzare 3 talebani.
http://mondodonna.blogosfere.it/2008/09/muore-malalai-kakar-donna-simbolo-dellafghanistan.html
eoropall
15-04-2009, 18:29
Eorocoso, capisco fare la premessa storica, ma in Afghanistan non ci stanno i sovietici, ed a portarci i NOSTRI soldati è stato un presidente americano (spalleggiato qui da chi, seguendo il filoncino NeoCon, parlava d'esportare la democrazia).
Veramente voleva essere più di una premessa..
SPE, provo a circoscrivertelo a mo di favoletta, magari salta più all'occhio..
PRIMA (cattivi comunisti esportatori di dittatura)
1. Antefatto: la Repubblica Democratica dell'Afghanistan
Il 27 aprile 1978 il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan diede vita a un sanguinoso colpo di stato (la cosiddetta "rivoluzione di aprile"), che si concluse con il rovesciamento e l'assassinio di Mohammed Daoud Khan e di gran parte della sua famiglia. Noor Mohammed Taraki, segretario generale del PDPA, divenne presidente del Consiglio rivoluzionario e primo ministro dell'appena costituita Repubblica Democratica dell'Afghanistan, fortemente sostenuta dall'URSS.
Il PDPA, partito socialista filo-comunista, mise in atto un programma di governo socialista che prevedeva principalmente una riforma agraria che ridistribuiva le terre a 200mila famiglie contadine, ed anche l'abrogazione dell’ushur, ovvero la decima dovuta ai latifondisti dai braccianti. Inoltre fu abrogata l'usura, i prezzi dei beni primari furono calmierati, i servizi sociali statalizzati e garantiti a tutti, venne riconosciuto il diritto di voto alle donne e i sindacati legalizzati. Si svecchiò tutta la legislazione afghana col divieto dei matrimoni forzati, la sostituzione delle leggi tradizionali e religiose con altre laiche e marxiste e la messa al bando dei tribunali tribali. Gli uomini furono obbligati a tagliarsi la barba, le donne non potevano indossare il burqa, mentre le bambine poterono andare a scuola e non furono più oggetto di scambio economico nei matrimoni combinati.
Si avviò anche una campagna di alfabetizzazione e scolarizzazione di massa e nelle aree rurali vennero costruite scuole e cliniche mediche.
<cut>
DOPO (i liberatori americani esportatori di democrazia e diritti civili etc. etc.)
2. Gli USA a sostegno dell'opposizione islamica
Nella nuova fase politica afghana intervennero anche gli Stati Uniti d'America. L'amministrazione Carter avvertì subito l'esigenza di sostenere gli oppositori di Taraki principalmente per tre motivi: 1) in funzione anticomunista per «dimostrare ai paesi del terzo mondo che l'esito socialista della storia sostenuto dall’Urss non è un dato oggettivo» (Dipartimento di Stato, agosto 1979); 2) per creare un nuovo alleato in una zona geopolitica che aveva visto nel gennaio 1979 gli Usa perdere l'Iran con la rivoluzione khomeinista; 3) vincere la guerra fredda o quantomeno cancellare il ricordo della disfatta vietnamita del 1975. Il 3 luglio 1979 Carter firmò la prima direttiva per l’organizzazione di aiuti bellici ed economici segreti ai mujaheddin afgani. In pratica la Cia avrebbe creato una rete internazionale coinvolgente tutti i paesi arabi per rifornire i mujaheddin di soldi, armi e volontari per la guerra. Base dell'operazione sarebbe stato il Pakistan, dove venivano così costruiti anche campi di addestramento e centri di reclutamento.
E vissero tutti felici e contenti..
jpjcssource
15-04-2009, 18:31
Il Pakistan ha sostanzialmente ceduto ai taliban e agli estremisti religiosi già nell'ultima fase del governo Musharraf, l'Afghanistan idem.
Per il Pakistan ci vorrebbe un golpe militare, visto che il governo è troppo debole, per l'Afghanistan ci vorrebbe qualcosa sul modello sovietico, Karzai è troppo debole.
Ma nun se pò fa. :sofico:
Chi vorrà difedendere i diritti umani, perderà..perderà contro una società che, specialmente in Afghanistan, è e rimarrà tribale.
Ieri ne hanno ammazzata un'altra
http://mondodonna.blogosfere.it/2009/04/afghanistan-uccisa-unaltra-attivista-per-i-diritti-delle-donne.html
E il 28 settembre dell'anno scorso hanno ammazzato un'altra donna poliziotto che quantomeno ha avuto la soddisfazione di ammazzare 3 talebani.
http://mondodonna.blogosfere.it/2008/09/muore-malalai-kakar-donna-simbolo-dellafghanistan.html
Prorio oggi il Pakistan ha reso legale la Sharia in alcune sue provincie :muro:
ConteZero
15-04-2009, 18:34
La differenza è che PRIMA (grazie al pugno di ferro) ce l'avrebbero quasi fatta se non ci fosse stata di mezzo la CIA.
DOPO non ce la stà facendo nessuno anche perché Karzai è solo un ometto interessato ai suoi tornaconti che se ne strasbatte del suo paese.
zerothehero
15-04-2009, 18:37
Prorio oggi il Pakistan ha reso legale la Sharia in alcune sue provincie :muro:
Infatti oramai l'unica salvezza per il pakistan è un golpe militare sul modello algerino o turco per cercare di salvare il salvabile.
Han ceduto pure, oltre alle aree tribali che storicamente sono fuoricontrollo, anche un intero distretto pakistano (regione dello Swat).
L'attuale premier fa ridere, in confronto Musharraf era un gigante.
Quantomeno, anche se purtroppo raramente, Musharraf qualche mazzata alla feccia del suo paese- Alla Putin- la dava
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/10/islamabad_moscherossa_pakistan.shtml
Purtroppo non vedo molti Ataturk in giro...nessuno che abbia il coraggio (e la forza) di fare quello che andrebbe fatto per salvare il paese.
eoropall
15-04-2009, 18:42
La differenza è che PRIMA (grazie al pugno di ferro) ce l'avrebbero quasi fatta se non ci fosse stata di mezzo la CIA.
DOPO non ce la stà facendo nessuno anche perché Karzai è solo un ometto interessato ai suoi tornaconti che se ne strasbatte del suo paese.
Essì..
beh, pare che ci siamo capiti..
zerothehero
15-04-2009, 18:48
Guardate che neanche la Nato è in grado di controllare ogni singolo villaggio afghano, figuriamoci che può fare Karzai. :sofico:
ConteZero
15-04-2009, 18:53
Guardate che neanche la Nato è in grado di controllare ogni singolo villaggio afghano, figuriamoci che può fare Karzai. :sofico:
Un diserbante chimico che duri nel terreno una decina d'anni da lanciare con gli aerei su tutto il territorio, tanto per cominciare.
In alternativa qualsiasi parassita del papavero da oppio che sia paragonabile alle cavallette andrebbe bene.
Dopodiché, una volta che gli togli "il soldo" inizi a sfoltire.
Senza oppiacei da rivendere e senza agricoltura le tribù sarebbero costrette a spostarsi in città e nei territori "controllati".
eoropall
15-04-2009, 18:53
Guardate che neanche la Nato è in grado di controllare ogni singolo villaggio afghano, figuriamoci che può fare Karzai. :sofico:
Se avesse un minimo accenno di palle, potrebbe sponsorizzato dall'occidente..
Vedi anche accordi internazionali..
La Costituzione afgana permette agli sciiti, che rappresentano circa il 10 per cento della popolazione, di avere una legge sulla famiglia basata sulla giurisprudenza sciita tradizionale. Ma al tempo stesso sia la Costituzione che vari trattati internazionali firmati dall'Afghanistan, garantiscono pari diritti alle donne.
...far dichiarare incostituzionale quella merda di legge..
la verità è che li nessuno si sente afghano, il governo di Kabul è come se non esistesse, fuori dalla regione di kabul conta l'etnia e il clan, non l'essere afghani, pakistani o uzbeki. Ci sono regioni dell' afghanistan dove dal 2001 non hanno ancora visto un soldato occidentale e nemmeno sanno cosa succeda nel loro paese, una buona percentuale degli afghani (si parla di numeri a 2 cifre) non ha nemmeno idea del perchè si trova soldati stranieri dietro casa (in alcune regioni remote i talebani o chi per essi dicono agli abitanti dei villaggi che stanno tornando i sovietici, per farli combattere contro i soldati della NATO)
L' afghanistan non è l'iraq, l'afghanistan è un pezzo di medioevo a 8 ore di aereo da roma.
eoropall
15-04-2009, 20:48
L'Italia "ricostruisce" il Sistema Giustizia in Afghanistan, proprio noi, incredibile ma vero, il mirabolante esempio "da esportare" insieme a tutto il resto.. Adesso tutto si spiega.. :asd:
http://www.ateneosapienza.com/public/index.php?option=com_content&view=article&id=57:litalia-riforma-il-sistema-giudiziario-dellafghanistan&catid=28:utenti&Itemid=41
Mercoledì 25 Febbraio 2009 21:26
L'Italia riforma il sistema giudiziario dell'Afghanistan
di Laura Fracassa
L’Italia, con l’apporto di propri inviati, esperti in materie giuridiche, ha riformato, dopo anni di intenso lavoro, il sistema giudiziario dell’Afghanistan. Il progetto ha avuto inizio nel 2002, quando alla Conferenza di Tokio l’Italia e altri quattro paesi si sono assunti l’onore di guidare la nascita di un nuovo sistema di governo in Afghanistan. Al nostro paese, in particolare, è stato affidato il compito di creare e attuare la completa riforma del sistema giudiziario afgano, un sistema carente e, in molte regioni del paese, del tutto inesistente. La difficoltà maggiore è stata quella di trovarsi di fronte ad uno Stato dove la quasi totalità dei cittadini è di religione islamica e dove non esiste un diritto distinto dalla shariah. L’ordinamento dello Stato Afgano, infatti, si richiama direttamente alla religione islamica comportando un diritto essenzialmente fondato su norme religiose. Il Corano, essendo l’esatta espressione del dettato di Dio, costituisce per ogni musulmano la strada da seguire in tutti i momenti della vita privata e della vita pubblica. In Afghanistan le Corti secolari sorte agli inizi del Novecento sono ancora oggi le protagoniste del sistema giudiziario. Lo studio del diritto si è affermato solo nel 1928, anno in cui è stata istituita la prima facoltà di legge all’Università di Kabul: a tale data risale anche la prima distinzione nel sistema delle fonti tra fonti primarie e secondarie. La fonte primaria era la norma di legge mentre la fonte secondaria era costituita dalle pronunce della giurisprudenza. Dopo anni di numerose lotte tra le potenze che miravano ad assumere la guida del paese, con la sconfitta dei Talebani è cominciata la ricostruzione di un paese completamente distrutto. Poiché anche il sistema giudiziario penale era stato completamente annullato ed il potere era stato esercitato da autorità di fatto si è ritenuto necessario creare un sistema nuovo con regole nuove e con protagonisti nuovi. Già con gli Accordi di Bonn del 2001 si era ravvisata la necessità di modernizzare la Costituzione afgana del 1964 introducendo alcuni principi cardine del sistema occidentale; il riconoscimento dei diritti umani, la libertà di manifestare pubblicamente, la libertà di espressione, la libera circolazione, il diritto di eleggere e di essere eletti, il divieto di applicare pene detentive ai debitori ed il fondamentale principio di uguaglianza tra gli uomini e le donne. E proprio con gli Accordi di Bonn e con la Conferenza di Tokio all’Italia è stato conferito il ruolo di leader per la ricostruzione del settore giustizia in Afghanistan. Il progetto da realizzare consisteva nella riorganizzazione di tre settori ritenuti di primaria importanza. Il primo settore comprendeva la ristrutturazione del Ministero della Giustizia, la riorganizzazione della magistratura, la formazione e l’aggiornamento della magistratura, le riforme normative; il secondo la riorganizzazione del sistema penitenziario ed il terzo la riforma del sistema minorile. Il difficile compito di controllo e di coordinazione di tutto il progetto è stato affidato a Fausto Zuccarelli, Sostituto Procuratore della Direzione nazionale antimafia, che ha individuato come primaria necessità quella di completare il nuovo codice di procedura penale afgano, depurato da tutte quelle regole che si presentavano lesive dei diritti umani. L’idea è stata quella di formulare un codice snello, semplice e chiaro che doveva nascere con la collaborazione dei giuristi locali così da coinvolgere nel progetto gli stessi afgani. Hanno dato il loro apporto i rappresentanti delle maggiori istituzioni giuridiche afgane: il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Interno, la Corte Suprema, la Commissione Giustizia e la Procura Generale. Il primo problema, come testimonia il coordinatore, è stato quello di individuare le fonti, per lo più consuetudinarie. Si è arrivati alla conclusione che nel concreto la giustizia penale era detenuta da gruppi tribali che applicavano norme tradizionali, spesso lontane dai comandamenti contenuti nel Corano e completamente carenti del rispetto per i diritti umani. E proprio l’elaborazione e la stesura di un codice di procedura penale scritto è stato il passo fondamentale per garantire il rispetto di tali diritti. Il codice è stato rinnovato dopo la risoluzione di numerosi problemi, dovuti alla difficoltà di coniugare i principi democratici con le usanze del luogo. I principi cardine del nuovo codice, ancora non del tutto radicati nella cultura nazionale, sono essenzialmente l’onere della prova, la presunzione di innocenza dell’indagato, la parità tra l’accusa e la difesa, il rito inquisitorio, i tre gradi di giudizio. Più nello specifico, di fondamentale importanza è la disposizione che stabilisce che l’accusato fermato e detenuto debba, nel breve termine di 15 giorni, esser ascoltato dalla Corte per dare avvio al giudizio, finalizzato all’accertamento della sua colpevolezza. Zuccarelli ha sottolineato che la riforma più contrastata è stata quella relativa all’esercizio dell’azione penale. In Afghanistan le indagini venivano svolte autonomamente dalla polizia giudiziaria ed il Pubblico Ministero svolgeva solo un ruolo di mero controllo dell’attività svolta. L’aver affidato al Pubblico Ministero l’impulso delle indagini ha generato le proteste dei rappresentanti della polizia giudiziaria che si sono visti spodestati e subordinati all’attività dell’autorità giudiziaria. Altra problematica, di non facile soluzione, è stata la creazione del sistema di competenza territoriale dei giudici dato che il territorio afgano si presenta molto frammentato. Si è così deciso di dar vita ad uffici giudiziari facenti capo alle province in cui il territorio era già strutturato, così da garantire una copertura giudiziaria estesa a tutto il territorio. Zuccarelli spiega che fondamentale è stato l’avvicinarsi al mondo afgano con rispetto e cautela, cercando di cogliere la percezione della comunità afgana riguardo alla giustizia. Dopo un primo periodo di permanenza, ha preso coscienza del fatto che nel Paese il livello di legalità era molto basso o addirittura inesistente. È così giunto alla conclusione che fosse altresì fondamentale formare, attraverso corsi di formazione, giudici e avvocati forensi in quanto il sistema non sarebbe potuto funzionare senza validi giuristi. Ciò è avvenuto anche attraverso l’idea di un progetto che ha mirato a far ritornare in Afghanistan cittadini afgani emigrati in paesi occidentali dove avevano ricevuto una formazione giuridica democratica. I cambiamenti operati sono molti e sarà il futuro a dimostrare quanto potranno radicarsi in un contesto caratterizzato da usi e costumi di profonda tradizione islamica. Ciò che si deve senza dubbio elogiare è la capacità dei nostri inviati di aver elaborato un codice giudiziario che tutela i diritti fondamentali dell’uomo nel rispetto della cultura e del sentire religioso della popolazione afgana.
jpjcssource
15-04-2009, 20:54
Infatti oramai l'unica salvezza per il pakistan è un golpe militare sul modello algerino o turco per cercare di salvare il salvabile.
Han ceduto pure, oltre alle aree tribali che storicamente sono fuoricontrollo, anche un intero distretto pakistano (regione dello Swat).
L'attuale premier fa ridere, in confronto Musharraf era un gigante.
Quantomeno, anche se purtroppo raramente, Musharraf qualche mazzata alla feccia del suo paese- Alla Putin- la dava
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/10/islamabad_moscherossa_pakistan.shtml
Purtroppo non vedo molti Ataturk in giro...nessuno che abbia il coraggio (e la forza) di fare quello che andrebbe fatto per salvare il paese.
Questo purtroppo dimostra per l'ennesima volta in medio oriente, che la democrazia è un male quando una società non è abbastanza evoluta da usarla per il bene del paese.
Musharraf era un dittatore, ma sono solo gli uomini forti che da quelle parti riescono ad arginare l'integralismo e a modernizzare i paesi.
ConteZero
15-04-2009, 21:07
L'Italia "ricostruisce" il Sistema Giustizia in Afghanistan, proprio noi, incredibile ma vero, il mirabolante esempio "da esportare" insieme a tutto il resto.. Adesso tutto si spiega.. :asd:
http://www.ateneosapienza.com/public/index.php?option=com_content&view=article&id=57:litalia-riforma-il-sistema-giudiziario-dellafghanistan&catid=28:utenti&Itemid=41
Beh, basta sostituire "comunista "con "infedele" e possiamo esportare la democrazia che tutti gli integralisti islamici vorrebbero.
Freeskis
15-04-2009, 21:08
L'Italia "ricostruisce" il Sistema Giustizia in Afghanistan, proprio noi, incredibile ma vero, il mirabolante esempio "da esportare" insieme a tutto il resto.. Adesso tutto si spiega.. :asd:
povero popolo afgano , dopo la guerra anche questo :fagiano:
jpjcssource
15-04-2009, 21:22
povero popolo afgano , dopo la guerra anche questo :fagiano:
minimo 10 anni per far lapidare una donna adultera :(
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