uvz
18-03-2009, 16:30
premio giornalistico europeo dato a Marco Travaglio
http://italiadallestero.info/archives/3612
Articolo lungo su Mastella. In fondo si parla dell'editore Rizzoli, apparso innocente ai tg dopo una storia travagliata lunga 26 anni. Invece è colpevole. Cercate la parola Rizzoli se volete leggere soltanto questo.
Testo preso dalla sua trasmissione in streaming "Passaparola" sul blog di Beppe Grillo:
"La macchina del complotto perpetuo" di Marco Travaglio
"Buongiorno a tutti.
Oggi diamo un po' di notizie che sui giornali avete trovato taroccate,
ribaltate o addirittura taciute.
Sono notizie che appartengono tutte a una nuova tendenza del giornalismo
italiano, sempre con le dovute e sempre più rare eccezioni, cioè che se
un processo va a finire male per un uomo potente non se ne parla o si
minimizza, se va a finire bene per l'uomo potente che ne esce in qualche
modo allora grande enfasi.
Se ne parla con grande strepitio e strombazzamento; viceversa, i
processi ai poveracci possono andare solo in una direzione: male per
loro, perché se vanno bene per loro è uno scandalo e immediatamente si
insorge contro le scarcerazioni facili, le assoluzioni facili e il buonismo.
Cosa che peraltro accade sempre quando sotto processo c'è un potente: i
processi ai potenti si concludono regolarmente con polemiche furibonde
sui magistrati, sia che il processo sia finito con un'assoluzione,
un'archiviazione o un proscioglimento sia che il processo si concluda
con una condanna o un rinvio a giudizio.
La macchina del complotto perpetuo
Perché dico questo? Perché hanno inventato la macchina del complotto
perpetuo. Faccio un esempio: se un potente viene indagato e rinviato a
giudizio, ecco la polemica sull'appiattimento del giudice che si siede
sulla linea del pubblico ministero, ne sposa acriticamente le tesi e
quindi bisogna separare le carriere perché il fatto che il giudice dia
ragione al PM indica che c'è stato un complotto fra magistrati. Questo
nel caso di condanna o rinvio a giudizio, insomma di esito negativo per
il potente.
Se uno viene indagato e poi archiviato o prosciolto o assolto, polemiche
perché è stato perseguitato per anni e ora finalmente un giudice ha
riconosciuto la verità, ha fatto cadere il teorema dei PM. E' la prova
che c'era un complotto.
Se un processo va male a un potente è la prova che c'è il complotto, se
il processo va bene al potente è la prova che c'era un complotto e meno
male che il giudice, sia pur tardivamente dopo anni di calvario, ha
sventato il complotto ai danni del potente.
Questo è la tendenza, ricorderete che a dicembre eravamo continuamente
perseguitati da una serie di notizie e da una serie di commenti: le
notizie erano quelle che riguardavano uomini politici nazionali,
regionali e locali che finivano sotto inchiesta per vari scandali -
c'era stato un addensarsi di scandali che coinvolgevano, tra l'altro,
molte giunte di centrosinistra come il caso di Napoli, dell'Abruzzo, di
Pescara, di Firenze, della Basilicata, della Calabria - dopodiché alcune
vicende vanno avanti, altre si fermano, altre vengono ridimensionate
com'è fisiologico nei processi.
Noi avevamo tutti i giorni questi articoloni sul Corriere della Sera di
questi super tromboni che parlano di giustizia senza nemmeno sapere di
cosa stanno parlando, questi giuristi per caso che parlano della
giustizia come i cazzari nei bar e nei biliardi fanno la formazione
della nazionale di Calcio, i quali non la finivano più di dire: “ecco,
il GIP ha ridimensionato l'accusa del Pubblico Ministero” oppure “il PM
li voleva mettere dentro e il GIP li ha messi fuori” oppure “il GIP li
ha messi dentro ma è intervenuto il Riesame e quindi è la prova che le
Procure complottano, che bisogna separare le carriere”.
Sublime stupidaggine perché stavano appunto parlando di Riesami che si
stavano dissociando dai GIP o di GIP che si dissociavano dai PM, a
dimostrazione del fatto che la dialettica c'è e che non è vero che gli
uni danno sempre ragione agli altri solo perché sono colleghi nella
stessa carriera.
Questo era quello che ci dicevano fino a un paio di mesi fa.
Poi silenzio e naturalmente adesso arrivano notizie di quelle indagini
di cui si parlava allora, e anche di indagini di cui si parlava un anno fa.
Che fine hanno fatto i processi ai Mastella?
Per esempio: tredici mesi fa, credo fosse il 16 gennaio 2008,
apprendemmo, una mattina, che avevano arrestato la moglie di Clemente
Mastella.
La signora Sandra Lonardo, presidente del Consiglio Regionale della
Campania, era finita agli arresti domiciliari con l'accusa di
concussione e altri reati.
Era stata indagato lo stesso giorno Clemente Mastella, era stato messo
ai domiciliari il loro consuocero, l'ingegner Carlo Camilleri, e avevano
arrestato e/o indagato una dozzina di esponenti dell'Udeur, per lo più
amministratori pubblici di regione, comune di Napoli e comuni della
Campania dell'Udeur, il partito di Mastella, che era ministro della
Giustizia.
E' bene ripeterselo perché è talmente grossa che Mastella abbia fatto il
ministro della Giustizia che uno magari se ne dimentica o pensa sia una
battuta: no, Mastella era veramente il ministro della Giustizia nel
governo di centro sinistra che poi, naturalmente, ha ceduto il passo a
Berlusconi.
Bene, tredici mesi dopo la notizia l'ho trovata sulla cronaca locale di
Napoli del Mattino, non è una notizia che avete potuto leggere salvo
forse qualche microscopico trafiletto di quelli che si riescono a
individuare col microscopio elettronico.
La notizia è che tredici mesi dopo l'esplodere dello scandalo a Santa
Maria Capua Vetere la procura di Napoli ha chiuso le indagini, ha
depositato gli atti. Questo è il titolo del Mattino di Napoli dell'altro
giorno: “Concussione, Mastella verso il processo. Avvisi di chiusura
indagini per l'ex guardasigilli, la moglie e altri ventidue indagati”.
Il problema è che quando fu avviata l'indagine, quando si arrivò a
scoprire che c'era l'indagine, cioè quando furono compiuti i primi atti
pubblici, l'arresto e gli avvisi di garanzia, e si lessero le carte di
questo processo, si lesse il mandato di cattura, si lessero gli avvisi
di garanzia, gli inviti a comparire, c'erano ovviamente le fonti di
prova in base alle quali questi signori - il ministro della giustizia
dell'epoca, la sua signora presidente del Consiglio regionale - erano
accusati e c'erano molte intercettazioni, oltre alle testimonianze di
vari personaggi.
C'erano maneggi per sistemare gente nelle varie ASL, nei vari ASI, nei
vari enti territoriali industriali; c'erano minacce per far andare una
carica a questo piuttosto che a quello; c'erano lottizzazioni e tutti i
giornali si affrettarono a dire: “ma dov'è lo scandalo?”.
Anzi, fecero scandalo del fatto che i magistrati avessero ritenuto che
quelli fossero reati, tutti intitolarono: “Così fan tutti”.
Così fan tutti un corno, perché se così fan tutti, tutti dovrebbero
finire in galera visto che tutto ciò è vietato dalla legge; in ogni
caso, per fortuna, non è vero che così fan tutti perché di Mastella ce
n'è tanti ma non si può dire che tutti gli italiani o tutti i politici
italiani siano come lui.
In ogni caso avevano preso lui e la sua signora. Era stato detto: “ma
l'indagine fatta da Santa Maria Capua Vetere è viziata perché non è
competente, infatti il GIP dopo avere disposto le misure ha trasmesso
gli atti per competenza a Napoli, adesso vedrete che a Napoli ci sono i
magistrati bravi che smonteranno queste porcherie”.
Ricorderete che il ministro Mastella in carica insultò più volte
quell'anziano, piccolo procuratore che aveva problemi anche a parlare
alle telecamere, non riusciva a comunicare perché è uno che ha fatto il
magistrato in provincia per tutta la sua vita. Fu insultato più volte
come se il compito di un magistrato fosse quello di presentarsi bene in
televisione.
Mastella disse: “quel farabutto”, lo voleva denunciare.
Bene, l'inchiesta è passata a Napoli, a Napoli è intervenuta la procura
che ha confermato che era buona l'indagine di Santa Maria Capua Vetere.
Allora gli indagati si sono rivolti al Tribunale del Riesame, poi alla
Cassazione.
Piccolo problema: pure la Cassazione ha dato ragione ai magistrati di
Santa Maria Capua Vetere sostenendo che quell'inchiesta andava fatta e
andava fatta così, che era giusto fare quelle misure cautelari e non che
erano state disposte.
A quel punto, si è aspettata la conclusione senza più parlarne, anzi
ogni tanto saltava fuori qualcuno a dire “chissà che fine avrà fatto
quell'inchiesta che aveva fatto cadere il governo”, perché ci avevano
raccontato che avevano fatto cadere il governo, con quell'inchiesta,
tant'è che qualcuno, ignorante come una capra, senza ricordare bene le
cose, confondeva l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere con “Why Not”
di Catanzaro, e c'era qualcuno che diceva che De Magistris con
l'inchiesta di Catanzaro aveva fatto cadere il governo Prodi, indagando
Mastella; perché pure De Magistris indagava su Mastella, ma fu iscritto
nel registro degli indagati nell'ottobre del 2007 e restò ministro
imperterrito a novembre, dicembre e gennaio.
Poi prese a pretesto l'arresto di sua moglie, ma non perché fosse
collegato al governo Prodi; anzi, conoscendo Mastella figuratevi se
avendo la moglie agli arresti domiciliari ed essendo lui indagato fa il
nobile gesto di dimettersi. Allora perché non si era dimesso tre mesi
prima quando era stato indagato a Catanzaro?
E' evidente che Mastella non si è dimesso da ministro e non ha fatto
cadere il governo Prodi a causa di quell'inchiesta di Santa Maria Capua
Vetere, come non l'aveva fatto neanche a causa dell'indagine di
Catanzaro: Mastella quando è in difficoltà la poltrona la prende e la
tiene, non la molla certamente. Sei ministro della Giustizia... ci siamo
capiti...
Perché fece cadere il governo? Perché si era messo d'accordo con
Berlusconi di far cadere il governo Prodi in modo da evitare la riforma
elettorale che stavano concordando Berlusconi e Veltroni che per
Mastella sarebbe stata esiziale come per tutti i partiti piccoli, visto
che era la famosa riforma per fare dell'Italia un Paese bipartitico - PD
e PDL, gli altri via - e per prevenire il referendum elettorale che
avrebbe segnato la fine dell'Udeur.
Lui fece cadere il governo Prodi perché Berlusconi in cambio, forse
addirittura per iscritto, gli aveva promesso di portargli in Parlamento,
nelle sue liste, dieci senatori e venti deputati.
Questa è la ragione per cui Mastella si dissocia dal governo Prodi,
tradisce il centro sinistra e gli elettori che l'avevano votato.
Il preludio del rinvio a giudizio
Si diceva: “chissà che fine han fatto i processi che han fatto cadere il
governo Prodi”. Eccolo qua: in tempi record, un anno dopo averla presa
in mano, la procura di Napoli manda gli avvisi di conclusione delle
indagini che, come ben sa chi fa il mestiere di cronista giudiziario o
chi ha studiato un po' di legge, è il preludio alla richiesta di rinvio
a giudizio.
Una volta, alla fine dell'indagine, il PM decideva se farla archiviare o
se mandare gli indagati a processo e si rivolgeva al GIP; adesso, da
qualche anno per allungare un po' i tempi della giustizia, hanno
previsto questa fase ulteriore: c'è un cuscinetto temporale alla fine
dell'indagine in cui il magistrato avverte gli indagati che l'indagine è
finita, che non intende archiviare e che quindi, prima della richiesta
di rinvio a giudizio, molto probabile e prevedibile, gli indagati
possono chiedere qualche supplemento d'indagine o interrogatorio in più.
Siamo in questa fase: hanno avvertito Mastella, sua moglie e gli altri
22 che verranno presto chiesti i loro rinvii a giudizio e se vogliono
che sia sentito qualcuno o acquisita qualche carta.
L'inchiesta è finita, salvo diverse interpretazioni di reati: qua si
contestano una serie infinita di concussioni e nello stesso tempo non si
contesta più l'associazione per delinquere. Evidentemente si ritiene che
questi 22 non fossero tutti associati in una stessa banda ma agissero
ora due o tre insieme, ora due insieme, ma che non fosse un'intera
associazione. Questi sono dettagli anche perché li vedrà il giudice.
Interessante è vedere gli episodi contestati, visto che ci siamo
dimenticati tutto e visto che all'epoca ci dissero che erano cazzatelle
e che così fan tutti.
Le accuse a Mastella
Mastella, tanto per parlare soltanto di lui e della moglie, è accusato
di sette diversi episodi delittuosi: tre concussioni, tre abusi
d'ufficio e una rivelazione di segreto d'ufficio.
La concussione è un'estorsione commessa da un pubblico ufficiale, in
questo caso un signore che faceva o il parlamentare, se agiva prima
della nascita del governo Prodi, oppure il ministro della Giustizia.
Concussione: un'estorsione fatta da un pubblico ufficiale. Minacce di
danni ingiusti a una persona per ottenere qualcosa in cambio, da parte
di un signore che è titolare di un'autorità pubblica.
A lui gliene attribuiscono tre, poi tre abusi d'ufficio - tre volte
avrebbe violato la legge per abusare del suo potere pubblico - e una
volta avrebbe rivelato dei segreti d'ufficio.
Vediamo, capi d'imputazione: Mastella è accusato nella sua qualità di
leader nazionale dell'Udeur - non agiva in quanto ministro ma in quanto
leader nazionale di un partito che in Italia non contava e non conta
molto ma a livello locale, a Napoli, è l'ago della bilancia e infatti la
moglie è presidente del consiglio regionale.
Primo fatto: in concorso con il consuocero, il padre della moglie del
figlio, Carlo Camilleri, e con due assessori regionali, Mastella avrebbe
tentato di costringere Bassolino, presidente della Regione, ad
assicurare la nomina a commissario dell'Area di Sviluppo Industriale, a
una persona designata da Mastella.
Seconda presunta concussione: Mastella tentò, secondo l'accusa, di
costringere il dirigente di un'ASL a concedere appalti, posti di lavoro
e incarichi dirigenziali a gente appartenente all'Udeur. Qui ci sono
Mastella, la sua signora, il capogruppo regionale dell'Udeur, il
consulente legale - perché la moglie di Mastella ha persino un
consulente legale, indagato insieme a lei per cose illegali... diciamo è
il consulente illegale -, il consigliere regionale Ferraro e un altro
assessore.
Ora c'è il primo abuso d'ufficio: abuso e rivelazione di segreto
d'ufficio, l'accusa che riguarda Mastella e il presidente della sezione
del Tar Campania oltre che due presunti istigatori, si riferisce al
fatto che Mastella e questi si sarebbero interessati per far andare in
un certo modo un ricorso al Tar.
Altri due abusi d'ufficio gli sono contestati insieme al consuocero e
altri suoi collaboratori per presunte irregolarità a vantaggio di una
comunità montana.
Mastella, insieme al consuocero e ad altri, risultano poi indagati per
una terza concussione per la nomina di un esponente dell'Udeur ad
assessore dei lavori pubblici del comune di Cerreto Sannita.
Queste sono le accuse; ricorderete, a proposito della moglie, che era
stata arrestata perché si era scoperto che nella sua funzione di
presidente del Consiglio regionale della Campania aveva, in una famosa
telefonata in cui diceva “quello è un uomo morto”, dichiarato guerra al
direttore generale di un'ASL il quale si era permesso di nominare come
primario un esponente di un partito - un medico, diciamo che per fare i
primari aiuta il fatto di essere medici, ma in questo caso non era
strettamente necessario, qui sfioriamo le storie di Cetto La Qualunque.
C'era la necessità, secondo lei, di mettere un ginecologo Udeur,
l'importante non era tanto la laurea quanto l'Udeur. Se un ginecologo è
Udeur il bambino viene fuori meglio, nella loro concezione.
Allora, per sistemare il ginecologo Udeur, avevano fatto strame di ogni
regola, tant'è che c'era questo dirigente che veniva massacrato dal
gruppo regionale dell'Udeur con interpellanze, interrogazioni. Appena si
è permesso di non nominare il ginecologo Udeur ma uno vicino a un altro
partito, che riteneva più bravo, hanno cominciato a fargli sapere che
gli avrebbero fatto delle interrogazioni parlamentari, che se ritirava
quella nomina e si comportava bene e accettava di obbedire all'Udeur non
gliele avrebbero più presentate... insomma c'era tutta un'attività nella
quale questo signore si è ritrovato vittima, secondo i magistrati, di
un'estorsione.
I regali della moglie di Mastella
Dato che la signora Mastella è molto versatile e ha una concezione
abbastanza elastica dei suoi doveri, è interessante sapere che nei
giorni scorsi - questo non c'entra niente con l'inchiesta penale, questo
riguarda la Corte dei Conti - ha ricevuto una contestazione dal
procuratore regionale della Corte dei Conti per avere regalato seicento
piatti di pregio al personale dipendente della presidenza del Consiglio
Regionale e sessanta medaglie d'oro massiccio ai consiglieri.
Voi sapete che questi poveri consiglieri regionali guadagnano poco, non
sanno come sbarcare il lunario e arrivare alla fine del mese: quelli
della Campania sono più fortunati perché c'è la signora Mastella che è
una specie di Babbo Natale tutto l'anno che ha regalato loro medaglie
d'oro massiccio per la modica cifra di 17.940 euro.
Secondo la procura contabile della Corte dei Conti la spesa è
illegittima: nessuno ha mai sentito il bisogno di regalare medaglie
d'oro massiccio ai consiglieri regionali, i quali forse farebbero bene a
ridursi lo stipendio invece di incrementarlo in quel modo.
Naturalmente, la signora Mastella si è difesa con la solita faccia da
signora Mastella, e ha detto: “quella della procura è una mera ipotesi,
le medagliette commemorative sono una tradizione di quasi tutti gli
organismi legislativi del mondo”.
In quale assemblea legislativa del mondo non si regalano medaglie d'oro
ai consiglieri? E' proprio una prassi che lei ha seguito e vanno sempre
a perseguitare lei, piove sul bagnato.
L'analisi della Corte dei Conti, scrive La Repubblica di Napoli -
purtroppo anche qui solo nelle pagine locali perché le notizie sgradite
vanno a finire solo nelle pagine locali - prende in esame molti nodi
riguardanti l'impiego delle risorse in regione Campania, che continua a
detenere partecipazioni in più di trenta società, due riguardano la
diffusione della cultura, poi c'è la sanità regionale, il comune di
Napoli, sprechi di ogni genere, rifiuti.
Tra l'altro, la gestione del denaro pubblico riguarda anche il caso
Romeo che sapete è in galera perché aveva la gestione del patrimonio
immobiliare e ne faceva l'uso che abbiamo letto.
La Lonardo ha detto che in fondo questi doni sono poco costosi e quindi
è assurdo che lei non possa disporre di migliaia di euro per regalarli
non alle persone povere ma ai consiglieri regionali.
Vedremo come andrà il processo, certo è significativo che in tutti i
festosi articoli che nelle ultime settimane sono stati dedicati a
Mastella il quale piangeva miseria, diceva di essere stato vittima di un
complotto, chiedeva risarcimenti per i danni subiti, diceva che tutti
gli scandali erano finiti a suo favore, con la sua piena riabilitazione,
quando qualche giorno dopo è venuta fuori la notizia della chiusura
delle indagini in cui viene accusato di sette capi di imputazione
gravissimi come le ipotizzate concussioni, nessuno abbia poi voluto
correggere il tiro.
Ovviamente chi non legge le pagine locali di Repubblica o del Mattino
probabilmente pensa che Mastella veramente non abbia più indagini in
corso. In realtà ne ha una che sta per andare a processo come questa, ne
avrebbe un'altra a Catanzaro che sarebbe andata avanti se non fosse
stato buttato fuori, peraltro come aveva chiesto lo stesso Mastella al
CSM, il PM titolare, cioè De Magistris.
Si è poi scoperto - lo ha scoperto la procura di Salerno - che
l'archiviazione di Mastella nel caso “Why Not” dipendeva dal fatto che
al GIP la procura, dopo aver tolto le indagini a De Magistris, non aveva
mandato tutti gli atti di accusa a carico di Mastella e quindi sulla
base di una parziale documentazione il GIP aveva deciso di archiviare
dicendo “qui non ci sono elementi per rinviare a giudizio, anzi non ci
sono elementi nemmeno per indagarlo, Mastella”. Certo, perché gli
elementi che De Magistris e il suo consulente Genchi avevano trovato e
avevano obbligato loro a indagare Mastella, la procura - secondo
l'accusa salernitana - non li aveva mandati al GIP rendendo quindi il
GIP orbo rispetto ai fatti che erano stati scoperti.
Abbiamo questa indagine pienamente in attività a Napoli, avremmo
quell'altra indagine che sappiamo com'è finita proprio per tutti i
maneggi intorno a Catanzaro.
A proposito: fate girare l'intervista di Genchi al blog di Grillo che è
spettacolare, ma non mi pare di dover aggiungere niente su quello.
Informazione piduista
Chiudo con una piccola parentesi: la stessa vicenda di Mastella, allo
specchio, è capitata in questi giorni a proposito di Angelo Rizzoli,
l'erede della famiglia Rizzoli, il più importante gruppo editoriale
privato e puro - facevano solo gli editori, i Rizzoli - che ha fatto la
storia dell'editoria italiana e che a causa di quest'ultimo rampollo,
negli anni Ottanta fu consegnata con dentro il Corriere della Sera alla
P2, dopo avere accumulato debiti incredibili.
Rizzoli fu arrestato; era iscritto alla P2, fu condannato per bancarotta
patrimoniale societaria in amministrazione controllata, per avere
distratto dalle casse del gruppo la bellezza di 85 miliardi di lire
degli anni Ottanta.
Ventisei anni dopo ha chiesto alla Cassazione di annullare quella
condanna per bancarotta perché... lo chiedo a voi!
Se avete visto i giornali e i telegiornali il messaggio che è passato è
che ventisei anni dopo, ventisei anni di calvario, questo pover'uomo è
stato completamente scagionato dalla Cassazione che ha stabilito che non
aveva fatto niente.
Assolutamente falso! La sentenza è simile a quelle che riguardano
Berlusconi sul falso in bilancio, dove si dice che il falso in bilancio
non è più previsto dalla legge come reato, perché è stato depenalizzato.
Nel caso di Rizzoli non se l'è depenalizzato lui, questo è il suo unico
elemento di vantaggio rispetto a Berlusconi. Berlusconi si depenalizza
direttamente i reati, ma l'assoluzione di Angelo Rizzoli che poi se ne
va in giro a fare la vittima del complotto e a dire “mi hanno ridato
l'onorabilità, esco pulito a testa alta”... per niente! Quello era reato
quando l'aveva commesso, non era più reato quando se n'è occupata la
cassazione, chiamata da lui a cancellare una condanna che aveva già
avuto perché nel frattempo, nel 2006, è stata abolita la bancarotta
patrimoniale societaria in amministrazione controllata.
Uno, quando è così fortunato che gli cancellano il reato, accende un
cero alla Madonna o a Licio Gelli se è iscritto alla P2 e crede in altre
religioni, e certamente non va in televisione a fare la vittima.
Lui ha fatto la vittima e adesso vuole addirittura il risarcimento dei
danni, quasi come Mastella, ci chiede altri soldi, e tutti inebetiti di
fronte a lui a dargli man forte e la possibilità di raccontare palle ai
cittadini italiani.
Vedete che, a differenza del caso Mastella che si sta concludendo
negativamente e quindi viene occultato dai giornali, il caso di Angelo
Rizzoli che invece si è concluso molto positivamente, fortunosamente per
lui, è stato grandemente enfatizzato dai giornali.
La gente ha detto su Mastella “chissà com'è andata a finire”, su Rizzoli
invece si può scrivere che l'indagine non stava in piedi perché non
aveva fatto niente, tanto poi chi lo viene a scoprire che l'hanno
assolto soltanto perché avevano cancellato il reato?"
http://italiadallestero.info/archives/3612
Articolo lungo su Mastella. In fondo si parla dell'editore Rizzoli, apparso innocente ai tg dopo una storia travagliata lunga 26 anni. Invece è colpevole. Cercate la parola Rizzoli se volete leggere soltanto questo.
Testo preso dalla sua trasmissione in streaming "Passaparola" sul blog di Beppe Grillo:
"La macchina del complotto perpetuo" di Marco Travaglio
"Buongiorno a tutti.
Oggi diamo un po' di notizie che sui giornali avete trovato taroccate,
ribaltate o addirittura taciute.
Sono notizie che appartengono tutte a una nuova tendenza del giornalismo
italiano, sempre con le dovute e sempre più rare eccezioni, cioè che se
un processo va a finire male per un uomo potente non se ne parla o si
minimizza, se va a finire bene per l'uomo potente che ne esce in qualche
modo allora grande enfasi.
Se ne parla con grande strepitio e strombazzamento; viceversa, i
processi ai poveracci possono andare solo in una direzione: male per
loro, perché se vanno bene per loro è uno scandalo e immediatamente si
insorge contro le scarcerazioni facili, le assoluzioni facili e il buonismo.
Cosa che peraltro accade sempre quando sotto processo c'è un potente: i
processi ai potenti si concludono regolarmente con polemiche furibonde
sui magistrati, sia che il processo sia finito con un'assoluzione,
un'archiviazione o un proscioglimento sia che il processo si concluda
con una condanna o un rinvio a giudizio.
La macchina del complotto perpetuo
Perché dico questo? Perché hanno inventato la macchina del complotto
perpetuo. Faccio un esempio: se un potente viene indagato e rinviato a
giudizio, ecco la polemica sull'appiattimento del giudice che si siede
sulla linea del pubblico ministero, ne sposa acriticamente le tesi e
quindi bisogna separare le carriere perché il fatto che il giudice dia
ragione al PM indica che c'è stato un complotto fra magistrati. Questo
nel caso di condanna o rinvio a giudizio, insomma di esito negativo per
il potente.
Se uno viene indagato e poi archiviato o prosciolto o assolto, polemiche
perché è stato perseguitato per anni e ora finalmente un giudice ha
riconosciuto la verità, ha fatto cadere il teorema dei PM. E' la prova
che c'era un complotto.
Se un processo va male a un potente è la prova che c'è il complotto, se
il processo va bene al potente è la prova che c'era un complotto e meno
male che il giudice, sia pur tardivamente dopo anni di calvario, ha
sventato il complotto ai danni del potente.
Questo è la tendenza, ricorderete che a dicembre eravamo continuamente
perseguitati da una serie di notizie e da una serie di commenti: le
notizie erano quelle che riguardavano uomini politici nazionali,
regionali e locali che finivano sotto inchiesta per vari scandali -
c'era stato un addensarsi di scandali che coinvolgevano, tra l'altro,
molte giunte di centrosinistra come il caso di Napoli, dell'Abruzzo, di
Pescara, di Firenze, della Basilicata, della Calabria - dopodiché alcune
vicende vanno avanti, altre si fermano, altre vengono ridimensionate
com'è fisiologico nei processi.
Noi avevamo tutti i giorni questi articoloni sul Corriere della Sera di
questi super tromboni che parlano di giustizia senza nemmeno sapere di
cosa stanno parlando, questi giuristi per caso che parlano della
giustizia come i cazzari nei bar e nei biliardi fanno la formazione
della nazionale di Calcio, i quali non la finivano più di dire: “ecco,
il GIP ha ridimensionato l'accusa del Pubblico Ministero” oppure “il PM
li voleva mettere dentro e il GIP li ha messi fuori” oppure “il GIP li
ha messi dentro ma è intervenuto il Riesame e quindi è la prova che le
Procure complottano, che bisogna separare le carriere”.
Sublime stupidaggine perché stavano appunto parlando di Riesami che si
stavano dissociando dai GIP o di GIP che si dissociavano dai PM, a
dimostrazione del fatto che la dialettica c'è e che non è vero che gli
uni danno sempre ragione agli altri solo perché sono colleghi nella
stessa carriera.
Questo era quello che ci dicevano fino a un paio di mesi fa.
Poi silenzio e naturalmente adesso arrivano notizie di quelle indagini
di cui si parlava allora, e anche di indagini di cui si parlava un anno fa.
Che fine hanno fatto i processi ai Mastella?
Per esempio: tredici mesi fa, credo fosse il 16 gennaio 2008,
apprendemmo, una mattina, che avevano arrestato la moglie di Clemente
Mastella.
La signora Sandra Lonardo, presidente del Consiglio Regionale della
Campania, era finita agli arresti domiciliari con l'accusa di
concussione e altri reati.
Era stata indagato lo stesso giorno Clemente Mastella, era stato messo
ai domiciliari il loro consuocero, l'ingegner Carlo Camilleri, e avevano
arrestato e/o indagato una dozzina di esponenti dell'Udeur, per lo più
amministratori pubblici di regione, comune di Napoli e comuni della
Campania dell'Udeur, il partito di Mastella, che era ministro della
Giustizia.
E' bene ripeterselo perché è talmente grossa che Mastella abbia fatto il
ministro della Giustizia che uno magari se ne dimentica o pensa sia una
battuta: no, Mastella era veramente il ministro della Giustizia nel
governo di centro sinistra che poi, naturalmente, ha ceduto il passo a
Berlusconi.
Bene, tredici mesi dopo la notizia l'ho trovata sulla cronaca locale di
Napoli del Mattino, non è una notizia che avete potuto leggere salvo
forse qualche microscopico trafiletto di quelli che si riescono a
individuare col microscopio elettronico.
La notizia è che tredici mesi dopo l'esplodere dello scandalo a Santa
Maria Capua Vetere la procura di Napoli ha chiuso le indagini, ha
depositato gli atti. Questo è il titolo del Mattino di Napoli dell'altro
giorno: “Concussione, Mastella verso il processo. Avvisi di chiusura
indagini per l'ex guardasigilli, la moglie e altri ventidue indagati”.
Il problema è che quando fu avviata l'indagine, quando si arrivò a
scoprire che c'era l'indagine, cioè quando furono compiuti i primi atti
pubblici, l'arresto e gli avvisi di garanzia, e si lessero le carte di
questo processo, si lesse il mandato di cattura, si lessero gli avvisi
di garanzia, gli inviti a comparire, c'erano ovviamente le fonti di
prova in base alle quali questi signori - il ministro della giustizia
dell'epoca, la sua signora presidente del Consiglio regionale - erano
accusati e c'erano molte intercettazioni, oltre alle testimonianze di
vari personaggi.
C'erano maneggi per sistemare gente nelle varie ASL, nei vari ASI, nei
vari enti territoriali industriali; c'erano minacce per far andare una
carica a questo piuttosto che a quello; c'erano lottizzazioni e tutti i
giornali si affrettarono a dire: “ma dov'è lo scandalo?”.
Anzi, fecero scandalo del fatto che i magistrati avessero ritenuto che
quelli fossero reati, tutti intitolarono: “Così fan tutti”.
Così fan tutti un corno, perché se così fan tutti, tutti dovrebbero
finire in galera visto che tutto ciò è vietato dalla legge; in ogni
caso, per fortuna, non è vero che così fan tutti perché di Mastella ce
n'è tanti ma non si può dire che tutti gli italiani o tutti i politici
italiani siano come lui.
In ogni caso avevano preso lui e la sua signora. Era stato detto: “ma
l'indagine fatta da Santa Maria Capua Vetere è viziata perché non è
competente, infatti il GIP dopo avere disposto le misure ha trasmesso
gli atti per competenza a Napoli, adesso vedrete che a Napoli ci sono i
magistrati bravi che smonteranno queste porcherie”.
Ricorderete che il ministro Mastella in carica insultò più volte
quell'anziano, piccolo procuratore che aveva problemi anche a parlare
alle telecamere, non riusciva a comunicare perché è uno che ha fatto il
magistrato in provincia per tutta la sua vita. Fu insultato più volte
come se il compito di un magistrato fosse quello di presentarsi bene in
televisione.
Mastella disse: “quel farabutto”, lo voleva denunciare.
Bene, l'inchiesta è passata a Napoli, a Napoli è intervenuta la procura
che ha confermato che era buona l'indagine di Santa Maria Capua Vetere.
Allora gli indagati si sono rivolti al Tribunale del Riesame, poi alla
Cassazione.
Piccolo problema: pure la Cassazione ha dato ragione ai magistrati di
Santa Maria Capua Vetere sostenendo che quell'inchiesta andava fatta e
andava fatta così, che era giusto fare quelle misure cautelari e non che
erano state disposte.
A quel punto, si è aspettata la conclusione senza più parlarne, anzi
ogni tanto saltava fuori qualcuno a dire “chissà che fine avrà fatto
quell'inchiesta che aveva fatto cadere il governo”, perché ci avevano
raccontato che avevano fatto cadere il governo, con quell'inchiesta,
tant'è che qualcuno, ignorante come una capra, senza ricordare bene le
cose, confondeva l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere con “Why Not”
di Catanzaro, e c'era qualcuno che diceva che De Magistris con
l'inchiesta di Catanzaro aveva fatto cadere il governo Prodi, indagando
Mastella; perché pure De Magistris indagava su Mastella, ma fu iscritto
nel registro degli indagati nell'ottobre del 2007 e restò ministro
imperterrito a novembre, dicembre e gennaio.
Poi prese a pretesto l'arresto di sua moglie, ma non perché fosse
collegato al governo Prodi; anzi, conoscendo Mastella figuratevi se
avendo la moglie agli arresti domiciliari ed essendo lui indagato fa il
nobile gesto di dimettersi. Allora perché non si era dimesso tre mesi
prima quando era stato indagato a Catanzaro?
E' evidente che Mastella non si è dimesso da ministro e non ha fatto
cadere il governo Prodi a causa di quell'inchiesta di Santa Maria Capua
Vetere, come non l'aveva fatto neanche a causa dell'indagine di
Catanzaro: Mastella quando è in difficoltà la poltrona la prende e la
tiene, non la molla certamente. Sei ministro della Giustizia... ci siamo
capiti...
Perché fece cadere il governo? Perché si era messo d'accordo con
Berlusconi di far cadere il governo Prodi in modo da evitare la riforma
elettorale che stavano concordando Berlusconi e Veltroni che per
Mastella sarebbe stata esiziale come per tutti i partiti piccoli, visto
che era la famosa riforma per fare dell'Italia un Paese bipartitico - PD
e PDL, gli altri via - e per prevenire il referendum elettorale che
avrebbe segnato la fine dell'Udeur.
Lui fece cadere il governo Prodi perché Berlusconi in cambio, forse
addirittura per iscritto, gli aveva promesso di portargli in Parlamento,
nelle sue liste, dieci senatori e venti deputati.
Questa è la ragione per cui Mastella si dissocia dal governo Prodi,
tradisce il centro sinistra e gli elettori che l'avevano votato.
Il preludio del rinvio a giudizio
Si diceva: “chissà che fine han fatto i processi che han fatto cadere il
governo Prodi”. Eccolo qua: in tempi record, un anno dopo averla presa
in mano, la procura di Napoli manda gli avvisi di conclusione delle
indagini che, come ben sa chi fa il mestiere di cronista giudiziario o
chi ha studiato un po' di legge, è il preludio alla richiesta di rinvio
a giudizio.
Una volta, alla fine dell'indagine, il PM decideva se farla archiviare o
se mandare gli indagati a processo e si rivolgeva al GIP; adesso, da
qualche anno per allungare un po' i tempi della giustizia, hanno
previsto questa fase ulteriore: c'è un cuscinetto temporale alla fine
dell'indagine in cui il magistrato avverte gli indagati che l'indagine è
finita, che non intende archiviare e che quindi, prima della richiesta
di rinvio a giudizio, molto probabile e prevedibile, gli indagati
possono chiedere qualche supplemento d'indagine o interrogatorio in più.
Siamo in questa fase: hanno avvertito Mastella, sua moglie e gli altri
22 che verranno presto chiesti i loro rinvii a giudizio e se vogliono
che sia sentito qualcuno o acquisita qualche carta.
L'inchiesta è finita, salvo diverse interpretazioni di reati: qua si
contestano una serie infinita di concussioni e nello stesso tempo non si
contesta più l'associazione per delinquere. Evidentemente si ritiene che
questi 22 non fossero tutti associati in una stessa banda ma agissero
ora due o tre insieme, ora due insieme, ma che non fosse un'intera
associazione. Questi sono dettagli anche perché li vedrà il giudice.
Interessante è vedere gli episodi contestati, visto che ci siamo
dimenticati tutto e visto che all'epoca ci dissero che erano cazzatelle
e che così fan tutti.
Le accuse a Mastella
Mastella, tanto per parlare soltanto di lui e della moglie, è accusato
di sette diversi episodi delittuosi: tre concussioni, tre abusi
d'ufficio e una rivelazione di segreto d'ufficio.
La concussione è un'estorsione commessa da un pubblico ufficiale, in
questo caso un signore che faceva o il parlamentare, se agiva prima
della nascita del governo Prodi, oppure il ministro della Giustizia.
Concussione: un'estorsione fatta da un pubblico ufficiale. Minacce di
danni ingiusti a una persona per ottenere qualcosa in cambio, da parte
di un signore che è titolare di un'autorità pubblica.
A lui gliene attribuiscono tre, poi tre abusi d'ufficio - tre volte
avrebbe violato la legge per abusare del suo potere pubblico - e una
volta avrebbe rivelato dei segreti d'ufficio.
Vediamo, capi d'imputazione: Mastella è accusato nella sua qualità di
leader nazionale dell'Udeur - non agiva in quanto ministro ma in quanto
leader nazionale di un partito che in Italia non contava e non conta
molto ma a livello locale, a Napoli, è l'ago della bilancia e infatti la
moglie è presidente del consiglio regionale.
Primo fatto: in concorso con il consuocero, il padre della moglie del
figlio, Carlo Camilleri, e con due assessori regionali, Mastella avrebbe
tentato di costringere Bassolino, presidente della Regione, ad
assicurare la nomina a commissario dell'Area di Sviluppo Industriale, a
una persona designata da Mastella.
Seconda presunta concussione: Mastella tentò, secondo l'accusa, di
costringere il dirigente di un'ASL a concedere appalti, posti di lavoro
e incarichi dirigenziali a gente appartenente all'Udeur. Qui ci sono
Mastella, la sua signora, il capogruppo regionale dell'Udeur, il
consulente legale - perché la moglie di Mastella ha persino un
consulente legale, indagato insieme a lei per cose illegali... diciamo è
il consulente illegale -, il consigliere regionale Ferraro e un altro
assessore.
Ora c'è il primo abuso d'ufficio: abuso e rivelazione di segreto
d'ufficio, l'accusa che riguarda Mastella e il presidente della sezione
del Tar Campania oltre che due presunti istigatori, si riferisce al
fatto che Mastella e questi si sarebbero interessati per far andare in
un certo modo un ricorso al Tar.
Altri due abusi d'ufficio gli sono contestati insieme al consuocero e
altri suoi collaboratori per presunte irregolarità a vantaggio di una
comunità montana.
Mastella, insieme al consuocero e ad altri, risultano poi indagati per
una terza concussione per la nomina di un esponente dell'Udeur ad
assessore dei lavori pubblici del comune di Cerreto Sannita.
Queste sono le accuse; ricorderete, a proposito della moglie, che era
stata arrestata perché si era scoperto che nella sua funzione di
presidente del Consiglio regionale della Campania aveva, in una famosa
telefonata in cui diceva “quello è un uomo morto”, dichiarato guerra al
direttore generale di un'ASL il quale si era permesso di nominare come
primario un esponente di un partito - un medico, diciamo che per fare i
primari aiuta il fatto di essere medici, ma in questo caso non era
strettamente necessario, qui sfioriamo le storie di Cetto La Qualunque.
C'era la necessità, secondo lei, di mettere un ginecologo Udeur,
l'importante non era tanto la laurea quanto l'Udeur. Se un ginecologo è
Udeur il bambino viene fuori meglio, nella loro concezione.
Allora, per sistemare il ginecologo Udeur, avevano fatto strame di ogni
regola, tant'è che c'era questo dirigente che veniva massacrato dal
gruppo regionale dell'Udeur con interpellanze, interrogazioni. Appena si
è permesso di non nominare il ginecologo Udeur ma uno vicino a un altro
partito, che riteneva più bravo, hanno cominciato a fargli sapere che
gli avrebbero fatto delle interrogazioni parlamentari, che se ritirava
quella nomina e si comportava bene e accettava di obbedire all'Udeur non
gliele avrebbero più presentate... insomma c'era tutta un'attività nella
quale questo signore si è ritrovato vittima, secondo i magistrati, di
un'estorsione.
I regali della moglie di Mastella
Dato che la signora Mastella è molto versatile e ha una concezione
abbastanza elastica dei suoi doveri, è interessante sapere che nei
giorni scorsi - questo non c'entra niente con l'inchiesta penale, questo
riguarda la Corte dei Conti - ha ricevuto una contestazione dal
procuratore regionale della Corte dei Conti per avere regalato seicento
piatti di pregio al personale dipendente della presidenza del Consiglio
Regionale e sessanta medaglie d'oro massiccio ai consiglieri.
Voi sapete che questi poveri consiglieri regionali guadagnano poco, non
sanno come sbarcare il lunario e arrivare alla fine del mese: quelli
della Campania sono più fortunati perché c'è la signora Mastella che è
una specie di Babbo Natale tutto l'anno che ha regalato loro medaglie
d'oro massiccio per la modica cifra di 17.940 euro.
Secondo la procura contabile della Corte dei Conti la spesa è
illegittima: nessuno ha mai sentito il bisogno di regalare medaglie
d'oro massiccio ai consiglieri regionali, i quali forse farebbero bene a
ridursi lo stipendio invece di incrementarlo in quel modo.
Naturalmente, la signora Mastella si è difesa con la solita faccia da
signora Mastella, e ha detto: “quella della procura è una mera ipotesi,
le medagliette commemorative sono una tradizione di quasi tutti gli
organismi legislativi del mondo”.
In quale assemblea legislativa del mondo non si regalano medaglie d'oro
ai consiglieri? E' proprio una prassi che lei ha seguito e vanno sempre
a perseguitare lei, piove sul bagnato.
L'analisi della Corte dei Conti, scrive La Repubblica di Napoli -
purtroppo anche qui solo nelle pagine locali perché le notizie sgradite
vanno a finire solo nelle pagine locali - prende in esame molti nodi
riguardanti l'impiego delle risorse in regione Campania, che continua a
detenere partecipazioni in più di trenta società, due riguardano la
diffusione della cultura, poi c'è la sanità regionale, il comune di
Napoli, sprechi di ogni genere, rifiuti.
Tra l'altro, la gestione del denaro pubblico riguarda anche il caso
Romeo che sapete è in galera perché aveva la gestione del patrimonio
immobiliare e ne faceva l'uso che abbiamo letto.
La Lonardo ha detto che in fondo questi doni sono poco costosi e quindi
è assurdo che lei non possa disporre di migliaia di euro per regalarli
non alle persone povere ma ai consiglieri regionali.
Vedremo come andrà il processo, certo è significativo che in tutti i
festosi articoli che nelle ultime settimane sono stati dedicati a
Mastella il quale piangeva miseria, diceva di essere stato vittima di un
complotto, chiedeva risarcimenti per i danni subiti, diceva che tutti
gli scandali erano finiti a suo favore, con la sua piena riabilitazione,
quando qualche giorno dopo è venuta fuori la notizia della chiusura
delle indagini in cui viene accusato di sette capi di imputazione
gravissimi come le ipotizzate concussioni, nessuno abbia poi voluto
correggere il tiro.
Ovviamente chi non legge le pagine locali di Repubblica o del Mattino
probabilmente pensa che Mastella veramente non abbia più indagini in
corso. In realtà ne ha una che sta per andare a processo come questa, ne
avrebbe un'altra a Catanzaro che sarebbe andata avanti se non fosse
stato buttato fuori, peraltro come aveva chiesto lo stesso Mastella al
CSM, il PM titolare, cioè De Magistris.
Si è poi scoperto - lo ha scoperto la procura di Salerno - che
l'archiviazione di Mastella nel caso “Why Not” dipendeva dal fatto che
al GIP la procura, dopo aver tolto le indagini a De Magistris, non aveva
mandato tutti gli atti di accusa a carico di Mastella e quindi sulla
base di una parziale documentazione il GIP aveva deciso di archiviare
dicendo “qui non ci sono elementi per rinviare a giudizio, anzi non ci
sono elementi nemmeno per indagarlo, Mastella”. Certo, perché gli
elementi che De Magistris e il suo consulente Genchi avevano trovato e
avevano obbligato loro a indagare Mastella, la procura - secondo
l'accusa salernitana - non li aveva mandati al GIP rendendo quindi il
GIP orbo rispetto ai fatti che erano stati scoperti.
Abbiamo questa indagine pienamente in attività a Napoli, avremmo
quell'altra indagine che sappiamo com'è finita proprio per tutti i
maneggi intorno a Catanzaro.
A proposito: fate girare l'intervista di Genchi al blog di Grillo che è
spettacolare, ma non mi pare di dover aggiungere niente su quello.
Informazione piduista
Chiudo con una piccola parentesi: la stessa vicenda di Mastella, allo
specchio, è capitata in questi giorni a proposito di Angelo Rizzoli,
l'erede della famiglia Rizzoli, il più importante gruppo editoriale
privato e puro - facevano solo gli editori, i Rizzoli - che ha fatto la
storia dell'editoria italiana e che a causa di quest'ultimo rampollo,
negli anni Ottanta fu consegnata con dentro il Corriere della Sera alla
P2, dopo avere accumulato debiti incredibili.
Rizzoli fu arrestato; era iscritto alla P2, fu condannato per bancarotta
patrimoniale societaria in amministrazione controllata, per avere
distratto dalle casse del gruppo la bellezza di 85 miliardi di lire
degli anni Ottanta.
Ventisei anni dopo ha chiesto alla Cassazione di annullare quella
condanna per bancarotta perché... lo chiedo a voi!
Se avete visto i giornali e i telegiornali il messaggio che è passato è
che ventisei anni dopo, ventisei anni di calvario, questo pover'uomo è
stato completamente scagionato dalla Cassazione che ha stabilito che non
aveva fatto niente.
Assolutamente falso! La sentenza è simile a quelle che riguardano
Berlusconi sul falso in bilancio, dove si dice che il falso in bilancio
non è più previsto dalla legge come reato, perché è stato depenalizzato.
Nel caso di Rizzoli non se l'è depenalizzato lui, questo è il suo unico
elemento di vantaggio rispetto a Berlusconi. Berlusconi si depenalizza
direttamente i reati, ma l'assoluzione di Angelo Rizzoli che poi se ne
va in giro a fare la vittima del complotto e a dire “mi hanno ridato
l'onorabilità, esco pulito a testa alta”... per niente! Quello era reato
quando l'aveva commesso, non era più reato quando se n'è occupata la
cassazione, chiamata da lui a cancellare una condanna che aveva già
avuto perché nel frattempo, nel 2006, è stata abolita la bancarotta
patrimoniale societaria in amministrazione controllata.
Uno, quando è così fortunato che gli cancellano il reato, accende un
cero alla Madonna o a Licio Gelli se è iscritto alla P2 e crede in altre
religioni, e certamente non va in televisione a fare la vittima.
Lui ha fatto la vittima e adesso vuole addirittura il risarcimento dei
danni, quasi come Mastella, ci chiede altri soldi, e tutti inebetiti di
fronte a lui a dargli man forte e la possibilità di raccontare palle ai
cittadini italiani.
Vedete che, a differenza del caso Mastella che si sta concludendo
negativamente e quindi viene occultato dai giornali, il caso di Angelo
Rizzoli che invece si è concluso molto positivamente, fortunosamente per
lui, è stato grandemente enfatizzato dai giornali.
La gente ha detto su Mastella “chissà com'è andata a finire”, su Rizzoli
invece si può scrivere che l'indagine non stava in piedi perché non
aveva fatto niente, tanto poi chi lo viene a scoprire che l'hanno
assolto soltanto perché avevano cancellato il reato?"