GianoM
15-03-2009, 17:27
Dear Zachary: a Letter to a Son about His Father
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http://www.dearzachary.com/
Come documentario è nella media (classiche interviste a parenti, amici, etc), ma l'ho trovato "perverso" e pericoloso nella sua logica. Il film pretende di trasformarsi da "semplice" documentario a film di denuncia. Una delusione. Totalmente di parte, populista, totalmente incivile, e assolutamente manipolativo per il populino. Fa leva su ira, emotività del momento e superficialità, condendola con la volgarità.
Alla fine del film sembra che i problemi debbano essere risolti togliendoli di mezzo, e non curandoli. Si dà una logica e una giustificazione alla locuzione "occhio per occhio, dente per dente", senza nemmeno accennare a una posizione diversa. Ed è aberrante in una società civile. Nessun problema al mondo può essere risolto con la morte di una persona, se non quello di compensare la propria povertà di spirito e la propria incapacità a risolvere i problemi e a controllare le emozioni.
Le logiche del film sono perverse anche per un altro motivo, nella prima parte si crea un terreno fertile per la storia: lo spettatore si affeziona ai personaggi, un po' si incazza un po' piange, poi il film cambia rotta. Sfrutta tutta l'emotività accumulata per arrivare ad altri lidi, arrivando perfino a definire un criminale (con problemi psicologici, perchè non si tratta di nient'altro) come "Il Diavolo", e utilizzando altri mezzucci amatoriali (ripetere la voce isterica della segreteria telefonica, usare lo stile fotografico non in modo imparziale, non accennare minimamente alla storia della vita dell'assasino, sicura causa del suo stato psicologico) per confermare il tutto.
Volendo essere un po' cinici e un po' complottisti, fa quasi pensare che il documentario sia stato fatto per una questione commerciale: far vendere i libri scritti dai protagonisti. Niente da dire sull'intenzione, che è nobile (avere giustizia non è mai male), ma assolutamente contro queste modalità. Fortunatamente, a quanto sembra, i soldi ricavati dal film andranno in beneficienza a un ospedale e ad'Università (che spero pownino questo branco di forcaioli).
Una vergognosa strumentalizzazione della morte, perpetrata peraltro ad amici vicini.
A quanto pare ha funzionato:
94/100 su RottenTomatoes - 8,7/10 su IMDB
Sono totalmente d'accordo con questa recensione:
blog.spout.com/2008/10/31/dear-zachary-review/
Per i motivi di cui sopra, per la mia concezione (ok, discutibile e di parte) di Vita, Diritto, e perchè no, anche di Cinema, stavolta faccio veramente il bastian contrario.
Voto personale: 3
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Come documentario è nella media (classiche interviste a parenti, amici, etc), ma l'ho trovato "perverso" e pericoloso nella sua logica. Il film pretende di trasformarsi da "semplice" documentario a film di denuncia. Una delusione. Totalmente di parte, populista, totalmente incivile, e assolutamente manipolativo per il populino. Fa leva su ira, emotività del momento e superficialità, condendola con la volgarità.
Alla fine del film sembra che i problemi debbano essere risolti togliendoli di mezzo, e non curandoli. Si dà una logica e una giustificazione alla locuzione "occhio per occhio, dente per dente", senza nemmeno accennare a una posizione diversa. Ed è aberrante in una società civile. Nessun problema al mondo può essere risolto con la morte di una persona, se non quello di compensare la propria povertà di spirito e la propria incapacità a risolvere i problemi e a controllare le emozioni.
Le logiche del film sono perverse anche per un altro motivo, nella prima parte si crea un terreno fertile per la storia: lo spettatore si affeziona ai personaggi, un po' si incazza un po' piange, poi il film cambia rotta. Sfrutta tutta l'emotività accumulata per arrivare ad altri lidi, arrivando perfino a definire un criminale (con problemi psicologici, perchè non si tratta di nient'altro) come "Il Diavolo", e utilizzando altri mezzucci amatoriali (ripetere la voce isterica della segreteria telefonica, usare lo stile fotografico non in modo imparziale, non accennare minimamente alla storia della vita dell'assasino, sicura causa del suo stato psicologico) per confermare il tutto.
Volendo essere un po' cinici e un po' complottisti, fa quasi pensare che il documentario sia stato fatto per una questione commerciale: far vendere i libri scritti dai protagonisti. Niente da dire sull'intenzione, che è nobile (avere giustizia non è mai male), ma assolutamente contro queste modalità. Fortunatamente, a quanto sembra, i soldi ricavati dal film andranno in beneficienza a un ospedale e ad'Università (che spero pownino questo branco di forcaioli).
Una vergognosa strumentalizzazione della morte, perpetrata peraltro ad amici vicini.
A quanto pare ha funzionato:
94/100 su RottenTomatoes - 8,7/10 su IMDB
Sono totalmente d'accordo con questa recensione:
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Per i motivi di cui sopra, per la mia concezione (ok, discutibile e di parte) di Vita, Diritto, e perchè no, anche di Cinema, stavolta faccio veramente il bastian contrario.
Voto personale: 3