c.m.g
11-03-2009, 08:56
mercoledì 11 marzo 2009
Lo stato dell'arte (pagina 1 di 2)
Roma - Un mercato che evolve, l'impellente esigenza di contenere gli scambi di contenuti digitali, la scelta di una soluzione modellata su quella francese, fatta di disconnessioni temporanee per impensierire i cittadini della rete che muovano online senza ricompensare equamente i detentori dei diritti. Questo il quadro rappresentato dagli attori dell'industria al cospetto del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=comitato+tecnico+pirateria&t=4&o=0). Un quadro solo apparentemente uniforme: se a muovere l'industria sono le stesse istanze, sono sensibilmente diversi i percorsi con cui i detentori dei diritti auspicano di perseguire l'obiettivo di una più stringente tutela.
Il Comitato, sollecitato (http://punto-informatico.it/2439526/PI/Lettere/antipirateria-alla-romana-rimane-sullo-stomaco.aspx) ad ampliare il raggio del dibattito, ha indetto i round delle audizioni. Il primo blocco ad esprimersi è stato quello dell'industria dei contenuti: musica, video, TV, videogiochi. Venti minuti (http://antipirateria.governo.it/yaf_postst154_Prima-serie-audizioni-definita-la-data.aspx) a testa per giocare le proprie carte. Campeggiano (http://antipirateria.governo.it/yaf_topics10_Documentazione.aspx) sul forum del Comitato le analisi e le proposte di FIMI (http://www.fimi.it/dett_comunicatistampa.php?id=132) e di AESVI (http://www.aesvi.it/cms/view.php?cms_pk=857&dir_pk=902), di ANICA (http://www.anica.it/) e FAPAV (http://www.fapav.it/news_details2.php?id=72).
Il leitmotiv è rappresentato dalle peculiarità di un mercato italiano che non sembra recepire appieno e in maniera fruttuosa le opportunità offerte dalla rete. Lo sottolinea FIMI, l'industria della musica. Un fatturato in Italia pari a 178 milioni di euro è il dato messo sul piatto dalla Federazione, una cifra in calo del 21 per cento rispetto al 2007: il CD vale ancora per il 90 per cento del mercato, mentre cresce timidamente la "musica liquida", con un 15,7 del fatturato attribuibile ai download dalla rete. Le ragioni di una crescita dell'online meno dirompente rispetto all'estero (http://punto-informatico.it/2526982/PI/News/ifpi-siete-tutti-pirati.aspx) sarebbero da imputare al digital divide in cui si dibatte l'Italia. E alla pirateria: 1300 file per ogni computer, ricorda FIMI, il 23 per cento dei cittadini della rete italiani attinge al P2P (sei milioni), un dato che non si differenzia troppo da quello stimato per lo scorso anno. Solo il 3 per cento dei downloader, ricorda FIMI con dei dati 2007, sarebbe incoraggiato ad acquistare più musica (http://punto-informatico.it/2529632/PI/News/scaricare-fa-bene-alla-cultura.aspx), il 32 per cento sostituirebbe i download all'ascolto, mentre per il 65 per cento la spesa profusa per la musica rimarrebbe la stessa (http://punto-informatico.it/2482335/PI/Lettere/confessioni-un-downloader.aspx), P2P o meno.
È invece un mercato in dinamica evoluzione, quello dell'industria del videogioco: nel 2007 il fatturato è cresciuto del 39,9 per cento, grazie anche alla leva della connettività. Si sono affacciati sul mercato nuovi modelli distributivi e nuovi modelli di business, nuove possibilità di stimolare i gamer a partecipare online e a investire nelle attività che li appassionano. AESVI sottolinea come il target dell'industria sia progressivamente più trasversale: è vero altresì che le soluzioni per il gaming mediate dalla rete sembrano rivolgersi ad un pubblico che ha dimestichezza e mezzi per operare online e che nonostante ciò si sia riscontrato in Italia una propulsione alla crescita minore rispetto ad altri paesi europei. Ci sono la pirateria e i sistemi di aggiramento delle protezioni, illustra AESVI al Comitato, a imbrigliare l'ascesa dell'industria del gaming.
Concorda FAPAV per il settore audiovisivo. "Più dell'80 per cento dei film - lamenta l'associazione nel documento presentato al Comitato - è disponibile in rete su siti addirittura già dal secondo giorno di programmazione cinematografica". FAPAV snocciola dati per comparare il mercato legale italiano con il mercato sommerso: su scala internazionale i traffici illeciti che si intessono in Italia incidono più del doppio rispetto a quelli legali, vale il 5 per cento il contributo dell'Italia nell'alimentare il mercato legale, mentre si rende protagonista del 13 per cento dei download. Download nel quale, sottolinea FAPAV citando un recente studio (http://punto-informatico.it/2566039/PI/News/pirateria-alimenta-terrorismo.aspx) che mette in relazione il mercato illegale dell'audiovisivo con le trame delle organizzazioni terroristiche, "il Crimine Organizzato è sempre più coinvolto".
Gaia Bottà
Continua su Punto Informatico ======>> (http://punto-informatico.it/2571821_2/PI/News/audizioni-antipirateria-primo-round.aspx)
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2571821/PI/News/audizioni-antipirateria-primo-round.aspx)
Lo stato dell'arte (pagina 1 di 2)
Roma - Un mercato che evolve, l'impellente esigenza di contenere gli scambi di contenuti digitali, la scelta di una soluzione modellata su quella francese, fatta di disconnessioni temporanee per impensierire i cittadini della rete che muovano online senza ricompensare equamente i detentori dei diritti. Questo il quadro rappresentato dagli attori dell'industria al cospetto del Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=comitato+tecnico+pirateria&t=4&o=0). Un quadro solo apparentemente uniforme: se a muovere l'industria sono le stesse istanze, sono sensibilmente diversi i percorsi con cui i detentori dei diritti auspicano di perseguire l'obiettivo di una più stringente tutela.
Il Comitato, sollecitato (http://punto-informatico.it/2439526/PI/Lettere/antipirateria-alla-romana-rimane-sullo-stomaco.aspx) ad ampliare il raggio del dibattito, ha indetto i round delle audizioni. Il primo blocco ad esprimersi è stato quello dell'industria dei contenuti: musica, video, TV, videogiochi. Venti minuti (http://antipirateria.governo.it/yaf_postst154_Prima-serie-audizioni-definita-la-data.aspx) a testa per giocare le proprie carte. Campeggiano (http://antipirateria.governo.it/yaf_topics10_Documentazione.aspx) sul forum del Comitato le analisi e le proposte di FIMI (http://www.fimi.it/dett_comunicatistampa.php?id=132) e di AESVI (http://www.aesvi.it/cms/view.php?cms_pk=857&dir_pk=902), di ANICA (http://www.anica.it/) e FAPAV (http://www.fapav.it/news_details2.php?id=72).
Il leitmotiv è rappresentato dalle peculiarità di un mercato italiano che non sembra recepire appieno e in maniera fruttuosa le opportunità offerte dalla rete. Lo sottolinea FIMI, l'industria della musica. Un fatturato in Italia pari a 178 milioni di euro è il dato messo sul piatto dalla Federazione, una cifra in calo del 21 per cento rispetto al 2007: il CD vale ancora per il 90 per cento del mercato, mentre cresce timidamente la "musica liquida", con un 15,7 del fatturato attribuibile ai download dalla rete. Le ragioni di una crescita dell'online meno dirompente rispetto all'estero (http://punto-informatico.it/2526982/PI/News/ifpi-siete-tutti-pirati.aspx) sarebbero da imputare al digital divide in cui si dibatte l'Italia. E alla pirateria: 1300 file per ogni computer, ricorda FIMI, il 23 per cento dei cittadini della rete italiani attinge al P2P (sei milioni), un dato che non si differenzia troppo da quello stimato per lo scorso anno. Solo il 3 per cento dei downloader, ricorda FIMI con dei dati 2007, sarebbe incoraggiato ad acquistare più musica (http://punto-informatico.it/2529632/PI/News/scaricare-fa-bene-alla-cultura.aspx), il 32 per cento sostituirebbe i download all'ascolto, mentre per il 65 per cento la spesa profusa per la musica rimarrebbe la stessa (http://punto-informatico.it/2482335/PI/Lettere/confessioni-un-downloader.aspx), P2P o meno.
È invece un mercato in dinamica evoluzione, quello dell'industria del videogioco: nel 2007 il fatturato è cresciuto del 39,9 per cento, grazie anche alla leva della connettività. Si sono affacciati sul mercato nuovi modelli distributivi e nuovi modelli di business, nuove possibilità di stimolare i gamer a partecipare online e a investire nelle attività che li appassionano. AESVI sottolinea come il target dell'industria sia progressivamente più trasversale: è vero altresì che le soluzioni per il gaming mediate dalla rete sembrano rivolgersi ad un pubblico che ha dimestichezza e mezzi per operare online e che nonostante ciò si sia riscontrato in Italia una propulsione alla crescita minore rispetto ad altri paesi europei. Ci sono la pirateria e i sistemi di aggiramento delle protezioni, illustra AESVI al Comitato, a imbrigliare l'ascesa dell'industria del gaming.
Concorda FAPAV per il settore audiovisivo. "Più dell'80 per cento dei film - lamenta l'associazione nel documento presentato al Comitato - è disponibile in rete su siti addirittura già dal secondo giorno di programmazione cinematografica". FAPAV snocciola dati per comparare il mercato legale italiano con il mercato sommerso: su scala internazionale i traffici illeciti che si intessono in Italia incidono più del doppio rispetto a quelli legali, vale il 5 per cento il contributo dell'Italia nell'alimentare il mercato legale, mentre si rende protagonista del 13 per cento dei download. Download nel quale, sottolinea FAPAV citando un recente studio (http://punto-informatico.it/2566039/PI/News/pirateria-alimenta-terrorismo.aspx) che mette in relazione il mercato illegale dell'audiovisivo con le trame delle organizzazioni terroristiche, "il Crimine Organizzato è sempre più coinvolto".
Gaia Bottà
Continua su Punto Informatico ======>> (http://punto-informatico.it/2571821_2/PI/News/audizioni-antipirateria-primo-round.aspx)
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2571821/PI/News/audizioni-antipirateria-primo-round.aspx)