Sinclair63
10-03-2009, 19:23
TRICASE (LECCE) - Benchè sia in coma vegetativo da 16 anni, anche quest’anno l’Inps di Casarano (Lecce) ha inviato una lettera a Emanuela Lia chiedendo di conoscere il reddito conseguito nel 2008. Lo conferma Cesare Lia, il papà della ragazza, che spiega che nella missiva è scritto anche che qualora non dovesse inviare la documentazione sarà sospesa la pensione di invalidità.
«Ogni anno – afferma Cesare Lia – ci arriva questa richiesta, anche da altri enti pubblici. E’ una presa in giro. Si sa che mia figlia, così come altri ragazzi, sono in coma vegetativo, e non vedo quale reddito possano produrre. Mi rendo conto – continua – che è una prassi burocratica, ma è anche vero che è possibile censire questi ragazzi per evitare che l’invio di queste missive si trasformi in una umiliante presa in giro. Credo che una dichiarazione di esistenza in vita vada più che bene».
Emanuela oggi ha 37 anni e vive nella casa dei genitori, a Tricase (Lecce), che l’assistono senza l’aiuto di nessuna istituzione pubblica. E’ in coma dal primo gennaio 1993 (aveva 21 anni) quando subì un gravissimo incidente stradale, per un colpo di sonno del giovane che guidava l’auto sulla quale viaggiava.
ASSOCIAZIONE GIUSEPPE DOSSETTI: UMILIANTE
«E' davvero umiliante per una famiglia che da 16 anni assiste una donna in coma vegetativo permanente vedersi recapitare una richiesta di reddito annuale da una burocrazia sorda e cieca di fronte all’evidenza di una tragedia». Così il responsabile dell’Osservatorio per la tutela e lo sviluppo dei diritti dell’associazione Giuseppe Dossetti: i Valori, Corrado Stillo, commenta la missiva inviata dall’Inps di Casarano (Lecce) ad una donna salentina in coma vegetativo da 16 anni per conoscere il suo reddito del 2008.
«Mentre rinnoviamo nuovamente alle istituzioni sanitarie la richiesta di essere concretamente vicini a coloro che assistono le migliaia di persone simili ad Eluana Englaro – continua – esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia che, senza pubblicità e senza suoni di trombe, accudisce amorevolmente una persona malata nella tutela della sua dignità». «Chiediamo anche all’Inps – conclude – di adeguare le procedure di fronte a casi come quelli di stato vegetativo permanente evitando così ridicole quanto offensive richieste burocratiche che appartengono ad una realtà superata dalla scienza e dal buon senso». :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:
9/3/2009
Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=231772&IDCategoria=1
«Ogni anno – afferma Cesare Lia – ci arriva questa richiesta, anche da altri enti pubblici. E’ una presa in giro. Si sa che mia figlia, così come altri ragazzi, sono in coma vegetativo, e non vedo quale reddito possano produrre. Mi rendo conto – continua – che è una prassi burocratica, ma è anche vero che è possibile censire questi ragazzi per evitare che l’invio di queste missive si trasformi in una umiliante presa in giro. Credo che una dichiarazione di esistenza in vita vada più che bene».
Emanuela oggi ha 37 anni e vive nella casa dei genitori, a Tricase (Lecce), che l’assistono senza l’aiuto di nessuna istituzione pubblica. E’ in coma dal primo gennaio 1993 (aveva 21 anni) quando subì un gravissimo incidente stradale, per un colpo di sonno del giovane che guidava l’auto sulla quale viaggiava.
ASSOCIAZIONE GIUSEPPE DOSSETTI: UMILIANTE
«E' davvero umiliante per una famiglia che da 16 anni assiste una donna in coma vegetativo permanente vedersi recapitare una richiesta di reddito annuale da una burocrazia sorda e cieca di fronte all’evidenza di una tragedia». Così il responsabile dell’Osservatorio per la tutela e lo sviluppo dei diritti dell’associazione Giuseppe Dossetti: i Valori, Corrado Stillo, commenta la missiva inviata dall’Inps di Casarano (Lecce) ad una donna salentina in coma vegetativo da 16 anni per conoscere il suo reddito del 2008.
«Mentre rinnoviamo nuovamente alle istituzioni sanitarie la richiesta di essere concretamente vicini a coloro che assistono le migliaia di persone simili ad Eluana Englaro – continua – esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia che, senza pubblicità e senza suoni di trombe, accudisce amorevolmente una persona malata nella tutela della sua dignità». «Chiediamo anche all’Inps – conclude – di adeguare le procedure di fronte a casi come quelli di stato vegetativo permanente evitando così ridicole quanto offensive richieste burocratiche che appartengono ad una realtà superata dalla scienza e dal buon senso». :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:
9/3/2009
Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=231772&IDCategoria=1