EddyFusion
21-02-2009, 11:35
IlGarante: sos privacy, dati conservati a vita
«Non è che ci abbiano provato,
hanno sempre gestito la faccenda
in questo modo: fino a qualche
tempo fa specificavano che
avrebbero tenuto i dati per due
anni dopo la cancellazione dell’account,
poi l’indicazione è diventata
molto più generica. Fino
ai fatti dei giorni scorsi».
Parla dell’ultima polemica che
ha investito Facebook, Mauro
Paissan, componente del Garante
della privacy. Il 4 febbraio i
gestori del network hanno cambiato
qualche frasetta qui e là
nelle Condizioni d’uso del sito,
aggiungendo, senza inviare informative
agli utenti, la seguente
dicitura: «Potete cancellare il
vostro profilo in qualsiasi momento
(...) ma siete consapevoli
che la Compagnia si riserva il
diritto di archiviare copie del
materiale da voi postato». Ovvero,
nomi, cognomi, dati anagrafici,
numeri di cellulare, foto,
messaggi. La vostra vita.
«Facebook vive dei nostri dati,
li rivende a terzi, in genere ad
aziende per le loro ricerche di
mercato - spiega Paissan - e dobbiamo
essere consapevoli che
nel momento in cui creiamo un
profilo i dati non sono più nostri,
ma a disposizione di chiunque.
Una nostra foto può arrivare
in tutto il mondo, senza limiti
di spazio e tempo, nel computer
di chiunque, da quello di un
vicino di casa a quello di un neozelandese
». Perché le informazioni
restano sul web anche dopo
la chiusura dell’account e
possono essere ritrovate con un
semplice motore di ricerca.
«Ma non facciamo le verginelle:
certe cose come le foto intime
sul web non si devono mettere
». I pericoli maggiori? «Li corrono
soprattutto i giovani. Un
esempio: se io a 16 anni posto
su Facebook una foto in cui mi
faccio uno spinello, quando ne
avrò 25 e starò cercando lavoro,
è possibile che prima di assumermi
un’azienda faccia una
semplice ricerca su Google, trovi
la foto e decida di non prendermi.
Così Fb diventa uno
strumento di controllo sociale,
una sorta di Grande fratello.
«Sì, un Grande fratello di carattere
economico, una banca dati
con il profilo di 175 milioni di
utenti catalogati in base a gusti
in fatto di musica, cinema, cibo,
sesso e quantaltro».
E la metafora del Gf calza anche
sotto altri aspetti: «Le persone
si pongono davanti al computer,
e ai social network, come
di fronte ad un confessionale -
conclude Paissan - ci mettono
dentro di tutto come se dall’altra
parte ci fossero solo i loro
amici. Invece dall’altra parte c’è
il mondo intero».
.........................................................
Beh cosa dire e inquietante il fatto, voglio proprio vedere cosa succede ora, tutti con questa moda di Fb ed anchio sono iscritto.
Il garante cosa intende fare???:muro:
«Non è che ci abbiano provato,
hanno sempre gestito la faccenda
in questo modo: fino a qualche
tempo fa specificavano che
avrebbero tenuto i dati per due
anni dopo la cancellazione dell’account,
poi l’indicazione è diventata
molto più generica. Fino
ai fatti dei giorni scorsi».
Parla dell’ultima polemica che
ha investito Facebook, Mauro
Paissan, componente del Garante
della privacy. Il 4 febbraio i
gestori del network hanno cambiato
qualche frasetta qui e là
nelle Condizioni d’uso del sito,
aggiungendo, senza inviare informative
agli utenti, la seguente
dicitura: «Potete cancellare il
vostro profilo in qualsiasi momento
(...) ma siete consapevoli
che la Compagnia si riserva il
diritto di archiviare copie del
materiale da voi postato». Ovvero,
nomi, cognomi, dati anagrafici,
numeri di cellulare, foto,
messaggi. La vostra vita.
«Facebook vive dei nostri dati,
li rivende a terzi, in genere ad
aziende per le loro ricerche di
mercato - spiega Paissan - e dobbiamo
essere consapevoli che
nel momento in cui creiamo un
profilo i dati non sono più nostri,
ma a disposizione di chiunque.
Una nostra foto può arrivare
in tutto il mondo, senza limiti
di spazio e tempo, nel computer
di chiunque, da quello di un
vicino di casa a quello di un neozelandese
». Perché le informazioni
restano sul web anche dopo
la chiusura dell’account e
possono essere ritrovate con un
semplice motore di ricerca.
«Ma non facciamo le verginelle:
certe cose come le foto intime
sul web non si devono mettere
». I pericoli maggiori? «Li corrono
soprattutto i giovani. Un
esempio: se io a 16 anni posto
su Facebook una foto in cui mi
faccio uno spinello, quando ne
avrò 25 e starò cercando lavoro,
è possibile che prima di assumermi
un’azienda faccia una
semplice ricerca su Google, trovi
la foto e decida di non prendermi.
Così Fb diventa uno
strumento di controllo sociale,
una sorta di Grande fratello.
«Sì, un Grande fratello di carattere
economico, una banca dati
con il profilo di 175 milioni di
utenti catalogati in base a gusti
in fatto di musica, cinema, cibo,
sesso e quantaltro».
E la metafora del Gf calza anche
sotto altri aspetti: «Le persone
si pongono davanti al computer,
e ai social network, come
di fronte ad un confessionale -
conclude Paissan - ci mettono
dentro di tutto come se dall’altra
parte ci fossero solo i loro
amici. Invece dall’altra parte c’è
il mondo intero».
.........................................................
Beh cosa dire e inquietante il fatto, voglio proprio vedere cosa succede ora, tutti con questa moda di Fb ed anchio sono iscritto.
Il garante cosa intende fare???:muro: