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View Full Version : OK FOIBE, ma chi ricorda i genocidi dei Fascisti mai studiati a SCUOLA?


FabioGreggio
16-02-2009, 11:38
http://www.exordinanza.net/fotografia/libia/slides/libia2.jpg

UN "CAMPO DELLA VERGOGNA" ANCHE NELLA "ITALIANA" LIBIA


Degli ebrei libici aveva parlato Renzo De Felice nei suoi studi sul fascismo e l'oriente mediterraneo, quando il fascismo pensava di sfruttare in funzione antiinglese l'influenza economica e commerciale delle colonie di ebrei italiani (specie quelli di Alessandria d'Egitto) insediate sulle rive del Mediterraneo. Un tentativo che naufragò ben presto con la svolta della guerra d'Africa, che fece rischiare lo scontro diretto con l'Inghilterra, e soprattutto con la svolta razzista della campagna contro gli ebrei a partire dal 1938.

Personalmente mi sono imbattuto nella presenza degli ebrei libici (in parte cittadini inglesi, in parte cittadini italiani) nei campi di concentramento in Italia nel corso delle ricerche, dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, effettuate dal gruppo di lavoro sugli ebrei in Toscana da me coordinato, che individuò tra gli internati dei campi di Villa Oliveto (a Civitella della Chiana, in provincia di Arezzo) e di Bagno a Ripoli (in provincia di Firenze) numerosi ebrei provenienti dalla Libia.

Fonti scarse e frammentarie

L'episodio smentiva la vulgata dei razzisti nostrani secondo la quale gli italiani non avrebbero mai deportato nessuno, se prima di abbandonare la Libia e la Tunisia in seguito alla sconfitta militare erano stati in grado di trascinare in Italia un contingente non esiguo di ebrei libici. Al di là dell'indeterminatezza del loro numero, rimanevano da capire le ragioni di quel trasferimento coatto: l'ipotesi più plausibile era che si trattasse di ostaggi o di merce di scambio (siamo nella primavera del 1943 per eventuali trattative con gli inglesi).
Per quanto incerta rimanga, quell'ipotesi viene in parte convalidata dalla prima ricerca in qualche modo approfondita relativa alle conseguenze delle leggi razziali nella colonia libica che ci consegna ora Eric Salerno (Uccideteli tutti. Libia 1943: gli ebrei nel campo di concentramento fascista di Giado. Una storia italiana, Il Saggiatore 2008, pp. 238, euro 17).

Eric Salerno non è nuovo a questo tipo di ricerche avendo fra l'altro all'attivo un libro sulle atrocità della conquista coloniale e della repressione italiana in Libia tra il 1911 e il 1931 (Genocidio in Libia, Manifestolibri 2005).
Abbiamo detto che questo nuovo libro è uno studio «in qualche modo approfondito» e non certo esauriente e tanto meno definitivo, come è consapevole per primo l'autore, per il semplice fatto che la scarsità e la frammentarietà delle fonti - pochissime le testimonianze reperibili oggi, altrettanto dispersa la documentazione tra archivi italiani, israeliani e libici in primo luogo - non consentono di andare al di là di una prima preziosa ricostruzione di un caso esemplare, la vicenda del campo di concentramento di Giado, centoottanta chilometri a sud di Tripoli nel deserto del Gebel, dove a partire dal maggio del 1942 furono rinchiusi 2527 ebrei libici, trasferiti in primo luogo dalla Cirenaica, ossia dall'area all'epoca più soggetta ai cambiamenti di fronte nel corso delle operazioni militari tra gli inglesi e le forze dell'Asse.

Da lì almeno una parte fu poi trasferita in Italia per cadere dopo l'8 settembre del 1943 nelle mani dei tedeschi, che a loro volta li spedirono generalmente a Bergen Belsen, il lager speciale destinato fra l'altro a scambio di detenuti (ma di non pochi libici si sa che finirono ad Auschwitz).


Il trasporto degli ebrei libici in campo di concentramento fu la conclusione del tormentato rapporto fra il dominio italiano e la comunità ebraica della Libia. In particolare la convivenza degli ebrei tripolini con gli arabi e il loro ruolo nelle attività commerciali e artigiane non creò gravi conflitti con l'amministrazione fascista che sino all'entrata in vigore in Italia delle leggi sulla razza fu improntata a una moderazione suggerita dal governatore Balbo, salvo qualche episodio come la fustigazione dei negozianti ebrei che non volevano ottemperare all'ordine di tenere aperte le botteghe il sabato. Le disposizioni del 1938 per gli ebrei cittadini italiani furono ulteriormente inasprite per quelli residenti in Libia con norme legislative del 9 ottobre 1942, quando la presenza italiana in Libia vacillava sotto l'urto dell'offensiva inglese.

Una crudele repressione

Giado fu il principale di una serie di campi specificamente destinati agli ebrei. Salerno ne ha percorso la storia ricercando anche sul posto le tracce di ciò che rimane di questo luogo di detenzione tra le sabbie del deserto, «un pezzo - scrive - poco glorioso della storia coloniale italiana», perché qui si sommavano le nefandezze di una duplice infamia, quella coloniale e quella razzista antiebraica. Il vecchio ascaro che gli fa da guida alla visita dei resti gli addita il posto dove finivano le spoglie delle vittime: «La gente moriva nel campo e gli ebrei venivano sepolti qui».

Perché la fame, gli stenti, i maltrattamenti, la calura, l'epidemia di tifo fecero strage dei detenuti di Giano: ne morirono più di cinquecento, ma di soli ottantasei morti si conoscono i nomi, uomini, donne, bambini, riportati nell'appendice del libro.

Un risultato che certo premiò gli sforzi di quei fanatici gerarchi che avevano invocato una «decisa politica razziale» anche nelle colonie dove a operare non erano i tedeschi ma gli italiani, a cominciare dalla Pai (la Polizia Africa italiana), dai militi fascisti e dalle unità militari; e qui, a detta dei pochi testimoni superstiti, «gli italiani fascisti (...) si comportavano come i tedeschi». Via via che la guerra in Nordafrica volgeva al peggio la repressione contro gli ebrei assumeva le forme più gratuite e crudeli: si moltiplicavano le accuse contro l'attività occulta e affaristica degli ebrei, secondo i più consumati stereotipi dell'antisemitismo, tornarono le esecuzioni capitali esemplari questa volta a carico degli ebrei, si praticò il lavoro forzato per gli ebrei in faticose opere stradali. Nell'andirivieni degli opposti eserciti in Cirenaica, si punirono come traditori gli ebrei che avevano accolto gli inglesi come liberatori.

Nel febbraio del '42 Mussolini in persona, immemore dell'accoglienza che nel 1937 gli era stata tributata in Libia dalla comunità ebraica, diede disposizioni per la loro evacuazione dalla Cirenaica e dalla Tripolitania, prevedendo già l'«eventuale trasporto degli internati in Italia».


Sollevando il velo di oblio che copriva questa pagina poco nota Eric Salerno ci indica una ulteriore connessione nella ragnatela di implicazioni prodotte dalla persecuzione razziale, una via difficile da percorrere anche per studiosi provetti, e tuttavia suscettibile di fornire altri dettagli alla fenomenologia di questo particolare tipo di repressione in cui anche il più infimo gerarchetto si gonfiava il petto di arroganza razziale. Al di là del coinvolgimento diretto dalla Libia nell'area applicativa delle leggi razziali, l'autore richiama un episodio già ricostruito da Spartaco Capogreco nel suo libro su Ferramonti.

Si tratta dell'arrivo a Bengasi nella primavera del '40 di trecento ebrei, per lo più tedeschi e austriaci profughi dai paesi della persecuzione nell'Europa centro-orientale, che dovevano fare sosta nel porto libico per proseguire presumibilmente verso l'emigrazione clandestina in Palestina. Ma dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno, i profughi furono arrestati e la prosecuzione verso la loro meta impedita.

Furono rispediti con un piroscafo italiano che affrontò le insidie di un Mediterraneo in guerra e dopo altre peripezie sul suolo italiano alla fine di settembre arrivarono via terra a Ferramonti. La Libia dunque non era servita neppure come territorio di transito per facilitare la via di fuga a ebrei braccati da nazisti e fascisti.

Oltre il filo spinato

Dalle testimonianze raccolte da Eric Salerno risulta che a Giado vi fu forse anche qualche tedesco, «ma la maggioranza erano fascisti in camicia nera, carabinieri italiani, ascari libici», a guardia dei deportati rinchiusi dentro un reticolato di filo spinato. Il campo non era certo un istituto di beneficenza. «La polizia italiana era crudele» annota un testimone. Ancora non si sa bene come avvenne il trasporto degli ebrei libici dai campi di concentramento in Libia a quelli in Italia. Sappiamo solo che non fu un passaggio indolore se dopo l'8 settembre un numero cospicuo dei trasferiti in Italia (forse la maggioranza?) finì nelle mani dei tedeschi e per molti di loro la minaccia di essere uccisi, che li aveva accompagnati sin dall''internamento in Libia, divenne realtà quando, consegnati dagli italiani ai tedeschi, finirono i loro giorni a Auschwitz.

Un puntuale confronto dei nominativi raccolti da Salerno con i dati del Libro della memoria del Cdec ci darebbe la riprova di questo tragitto dalla Libia ad Auschwitz, davvero una «storia italiana», che Salerno ha fatto bene a riesumare perché non rimanga sepolta dal diniego di memoria di cui è capace questo nostro schizofrenico paese.



http://****


70 anni fa, il 3 ottobre 1935, l'Italia fascista diede inizio alla guerra di conquista in Etiopia. Da 70 anni l'Italia rimuove con successo questa parte della propria storia. L'Italia democratica del dopoguerra non solo non ha mai incriminato i criminali di guerra fascisti ma finora non vi è stata nemmeno qualche forma di riparazione nei confronti dell'Etiopia.....

....Nell'inverno del 1929/30 l'Italia diede inizio alla riconquista dell'ex-colonia libica. Secondo le ricerche degli storici italiani Giorgio Rochat e Giulio Massobrio, le forze militari italiane uccisero allora oltre 40.000 persone su una popolazione totale di 800.000 persone.

Nel 1935 l'Italia iniziò un attacco massiccio contro il regno etiope. Usando come base la colonia eritrea, conquistata già nel 1887, l'Italia impiegò contro l'Etiopia truppe ausiliari eritree, oltre mezzo milione di soldati italiani e gas nervini.

Il governo etiope del dopoguerra calcolò più di 730.000 morti, mentre storici italiani stimano le vittime del colonialismo italiano dal 1887 al 1941 in oltre 300.000 persone.

Anni fa la giornalista Fiamma Nierenstein ha criticato la rimozione dei crimini di guerra fascisti in Africa a favore della cosiddetta pacificazione e lo storico Giorgio Del Boca ha accusato l'Italia del dopoguerra di aver cercato accordi con i dittatori in Libia, Somalia e Etiopia. Finora l'Italia ha però volutamente dimenticato di riconoscere prima e successivamente di riparare i propri crimini di guerra.

La mancata elaborazione dei propri crimini ha costituito parte della politica di stato italiana: delle 259 condanne a morte pronunciate in tutta Italia nel dopoguerra, 168 non sono state eseguite.

Dei 5.594 condannati, 5.328 sono stati assolti o hanno beneficiato di un'amnistia in un secondo momento.

Dopo 20 anni di fascismo, nel 1952 risultarono esserci solo 266 colpevoli di crimini di guerra.

Nelle liste dei criminali di guerra della Commissione per i crimini di Guerra dell'ONU risultavano 1.200 italiani responsabili di massacri in Libia (tra 40.00 e 80.000 morti per deportazione;

20.000 profughi su 800.000 abitanti),

in Etiopia (tra i 300.000 e 730.000 morti uccisi),

in Slovenia (12.000 morti e 40.000 deportati).

Lo storico Giorgio Rochat accusa l'Italia fascista di aver perseguito una politica del genocidio ma nessun responsabile del genocidio in Africa é mai stato condannato.




http://isole.ecn.org/reds/mondo/africa/africa0511abissinia.html


La domanda è:

Perchè tanto accalorarsi sul Triangolo Rosso e sulle foibe, mentre sui nostri libri di storia non si studiano gli orrori e i numeri dei genocidi di cui gli Italiani si sono macchiati?

Siamo un Popolo di Liberali con un occhio solo?

fg

ConteZero
16-02-2009, 11:53
http://***




http://isole.ecn.org/reds/mondo/africa/africa0511abissinia.html


La domanda è:

Perchè tanto accalorarsi sul Triangolo Rosso e sulle foibe, mentre sui nostri libri di storia non si studiano gli orrori e i numeri dei genocidi di cui gli Italiani si sono macchiati?

Siamo un Popolo di Liberali con un occhio solo?

fg

Siamo un popolo di liberali ?
Ci sono molti modi (anche molto offensivi) in cui definirei gli italiani (ed io sono italiano) ma "liberali" non è fra essi.

ConteZero
16-02-2009, 12:02
EDIT: Doppio.

sider
16-02-2009, 12:14
Che brutta cosa che è l'essere umano.

Doraneko
16-02-2009, 12:15
Nel mio libro di storia non parlavano delle foibe...

Fedozzo
16-02-2009, 12:33
Genocidi fascisti non studiati a scuola?

IO a scuola non ho mai letto la parola foibe, ma tanta tanta roba sul fascismo, quindi per favore non postate minchiate.
La damnatio memoriae cè stata sui vinti, non sui vincitori, e questo è abbastanza oggettivo per tutti.


Vogiamo parlare degli stupri dei liberatori marocchini a bambine di 6 anni?Ne avete mai sentito parlare?

dave4mame
16-02-2009, 12:45
è vero; delle porcherie fatte nelle colonie se ne parla pochino pochino.

ma, a dire il vero, si parla poco delle porcherie DI TUTTI GLI STATI EUROPEI.
perchè non è che belgi o inglesi o spagnoli o portoghesi o olendesi siano stati più benevoli degli italiani.

e non a casa dico ITALIANI e non fascisti... perchè se le porcate nel corno d'africa sono tutte a carico di graziani e soci... i genocidi causati in libia sono anteriori al ventennio.


ma, a dirla tutta... diciamo che più o meno delle porcherie che accadono in africa non frega nulla a nessuno; oggi come ieri.

stetteo
16-02-2009, 12:56
è vero; delle porcherie fatte nelle colonie se ne parla pochino pochino.

ma, a dire il vero, si parla poco delle porcherie DI TUTTI GLI STATI EUROPEI.
perchè non è che belgi o inglesi o spagnoli o portoghesi o olendesi siano stati più benevoli degli italiani.

e non a casa dico ITALIANI e non fascisti... perchè se le porcate nel corno d'africa sono tutte a carico di graziani e soci... i genocidi causati in libia sono anteriori al ventennio.


ma, a dirla tutta... diciamo che più o meno delle porcherie che accadono in africa non frega nulla a nessuno; oggi come ieri.
Già, gli unici eccidi coloniali studiati quando ero in terza media sono stati quelli tedeschi in Namibia.
Delle malefatte degli Italiani non si parla per tener fede all'idea di "Italiani brava gente", del resto fino a non molti anni fa si negava l'uso dell'iprite in Etiopia.

Fedozzo
16-02-2009, 12:58
è vero; delle porcherie fatte nelle colonie se ne parla pochino pochino.

ma, a dire il vero, si parla poco delle porcherie DI TUTTI GLI STATI EUROPEI.
perchè non è che belgi o inglesi o spagnoli o portoghesi o olendesi siano stati più benevoli degli italiani.

e non a casa dico ITALIANI e non fascisti... perchè se le porcate nel corno d'africa sono tutte a carico di graziani e soci... i genocidi causati in libia sono anteriori al ventennio.


ma, a dirla tutta... diciamo che più o meno delle porcherie che accadono in africa non frega nulla a nessuno; oggi come ieri.

Vorrai dire dei vincitori,casomai, in primis gli alleati.
Ma giusto, sono dei santi liberatori, scherziamo mica possiamo parlarne oggettivamente.

FabioGreggio
16-02-2009, 12:58
Genocidi fascisti non studiati a scuola?

IO a scuola non ho mai letto la parola foibe, ma tanta tanta roba sul fascismo, quindi per favore non postate minchiate.
La damnatio memoriae cè stata sui vinti, non sui vincitori, e questo è abbastanza oggettivo per tutti.


Vogiamo parlare degli stupri dei liberatori marocchini a bambine di 6 anni?Ne avete mai sentito parlare?


Tu confondi la guerra civile italiana con i genocidi nell'Impero.

fg

Fedozzo
16-02-2009, 13:00
Tu confondi la guerra civile italiana con i genocidi nell'Impero.

fg

Non nego i crimini che sono stati compiuti nelle colonie, dico solo che il caso piu eclatante è quello che agli alleati non sono mai state imputate nefandezze.
Per inciso, se avessero perso la guerra, ora tutti ricorderemmo gli emericani come criminali di guerra per crimini contro l'umanità (bomba atomica..) e gli ufficiali che ne ordinarono lo sgancio impiccati in un simil norimberga.

Spesso ci dimentichiamo che i buoni e i cattivi non esistono.

FabioGreggio
16-02-2009, 13:04
Non nego i crimini che sono stati compiuti nelle colonie, dico solo che il caso piu eclatante è quello che agli alleati non sono mai state imputate nefandezze.
Per inciso, se avessero perso la guerra, ora tutti ricorderemmo gli emericani come criminali di guerra per crimini contro l'umanità (bomba atomica..) e gli ufficiali che ne ordinarono lo sgancio impiccati in un simil norimberga.

Spesso ci dimentichiamo che i buoni e i cattivi non esistono.
No ma questo 3d non vuole analizzare chi è stato cattivo.

ma solo la disparità di trattamento della valenza politica dei genocidi.

Negli ultimi anni, giustamente, si è portato alla luce anche l'aspetto criminoso di qualche area di Resistenza o di genocidi da parte dei Titini.

Numericamente parlando i genocidi nelle colonie italiane o nei paesi invasi da noi durante la guerra (Jugoslavia, Grecia, Albania) sono maggiori, ma patre che la cosa non solo interessi nessuno, ma non si hanno nemmeno menzioni ufficali nei libri di storia.

fg

Doraneko
16-02-2009, 13:41
No ma questo 3d non vuole analizzare chi è stato cattivo.

ma solo la disparità di trattamento della valenza politica dei genocidi.

Negli ultimi anni, giustamente, si è portato alla luce anche l'aspetto criminoso di qualche area di Resistenza o di genocidi da parte dei Titini.

Numericamente parlando i genocidi nelle colonie italiane o nei paesi invasi da noi durante la guerra (Jugoslavia, Grecia, Albania) sono maggiori, ma patre che la cosa non solo interessi nessuno, ma non si hanno nemmeno menzioni ufficali nei libri di storia.

fg

Nei libri di storia in cui ho studiato io, non c'erano ne' le foibe ne' i gulag ne' certe stragi fatte da noi ne' tante altre cose.L'unico sterminio di cui si parlava era uno solo: quello degli ebrei.

Mi sa che certe cose mancano solo dai libri dell'istruzione comune per non appesantire eccessivamente gli argomenti, cercando in altri si trova tutto.
Ad esempio in libri di storia piu' specialistici.

plutus
16-02-2009, 13:47
Mi sa che certe cose mancano solo dai libri dell'istruzione comune per non appesantire eccessivamente gli argomenti,

certe cose mancano perché gli storici hanno una certa orientazione, non é una novità.

FabioGreggio
16-02-2009, 13:52
certe cose mancano perché gli storici hanno una certa orientazione, non é una novità.

quale orientazione?

plutus
16-02-2009, 13:55
quale orientazione?

orientamento, mi scusi Messia. Ma dall'alto della sua superiorità morale e intellettuale avrà certamente colto il francesismo.

dave4mame
16-02-2009, 13:56
Vorrai dire dei vincitori,casomai, in primis gli alleati.
Ma giusto, sono dei santi liberatori, scherziamo mica possiamo parlarne oggettivamente.

uhm.... al di là del fatto che tra le "potenze coloniali" (o presunte tali), solo due hanno perso la guerra... anche di queste due non è che si parli un granchè dei misfatti compiuti in terra d'africa o d'america....

FabioGreggio
16-02-2009, 13:57
orientamento, mi scusi Messia

niente dyscepolo.

fg

FabioGreggio
16-02-2009, 13:58
uhm.... al di là del fatto che tra le "potenze coloniali" (o presunte tali), solo due hanno perso la guerra... anche di queste due non è che si parli un granchè dei misfatti compiuti in terra d'africa o d'america....

Si ma da loro non ci sono Peppone e Don Camillo.

fg

dave4mame
16-02-2009, 14:04
e infatti anzichè appianare i dissapori a suon di ceffoni usano kalasnikhov e machete...

85francy85
16-02-2009, 14:46
La domanda è:

Perchè tanto accalorarsi sul Triangolo Rosso e sulle foibe, mentre sui nostri libri di storia non si studiano gli orrori e i numeri dei genocidi di cui gli Italiani si sono macchiati?

Siamo un Popolo di Liberali con un occhio solo?

fg

La domanda è: perché i libri non riportano tutta la storia? perchè sono scritti da uomini illustri quanto vuoi ma che inevitabilmente tagliano qualcosa vuoi per spazio vuoi per motivazioni politiche. Se ti interessa come a me la storia dei primi anni del 900 ci sono miriadi di pubblicazioni e libri autorevoli su ogni argomento e uno un'idea se la puo' fare.

Il mio libro di storia non parlava assolutamente ne di gulag ne di foibe ne di esiliati russi ne delle varie schifezze fatte dagli italiani nelle colonie.

vedi tanta differenza?
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/81/Kersnovskaya_Entering_Camp5_54.jpg
http://nuke.sanmartinoditaurianova.it/Portals/0/a-campo%20di%20concentramento.jpg

Fil9998
16-02-2009, 14:58
Che brutta cosa che è l'essere umano.

solo adi persona e da vivo, sennò è accettabile.

ferste
16-02-2009, 15:24
L'Europa non ha ancora fatto pace con la sua storia colonialista e l'Italia non fa eccezione a riguardo, le violenze e le brutalità italiane, in Etiopia e in Libia ci sono state, non meno che per gli altri paesi colonialisti ma, proprio come per le foibe titine, la convenienza politica post bellica imponeva di non calcare troppo la mano su chi poteva venire utile in chiave Guerra Fredda e di non tirare in mezzo i paesi vincitori (GB e Francia).

Solo negli ultimi tempi la Storiografia ha iniziato a studiare approfonditamente queste questioni facendole arrivare al grande pubblico, rivedendo il ruolo europeo nei paesi colonizzati.

A nostra parziale discolpa possiamo dire che i provvedimenti peggiori trovarono applicazione solo durante la guerra quando la politica fallimentare del Regime si dimostrò in tutti gli effetti con i conseguenti tentativi disperati di uscire dalla situazione.