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View Full Version : L'Indiano


LUVІ
14-02-2009, 10:35
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/indiano-bruciato/navtej-grave/navtej-grave.html

I parenti al capezzale dell'indiano aggredito a Nettuno
I medici: è grave, ha 6 possibilità su 10 di non farcela
Navtej, bruciato e dimenticato
così quel corpo lotta per la vita
di CARLO BONINI


ROMA - Con il suo nome - Navtej Singh Sidhu - non lo chiama nessuno. L'uomo di trentacinque anni arso vivo da mani italiane nella notte tra il 31 gennaio e l'1 febbraio scorsi su una panchina di marmo della stazione di Nettuno è "l'indiano". "L'indiano" e basta. "Come va con l'indiano?", chiedono due interniste trafelate affacciandosi alle porte spalancate dell'unità di rianimazione dell'ospedale Sant'Eugenio. "Che cerca forse l'indiano?", domanda un portantino. "Mi scusi, sono qui per l'indiano", accenna con deferenza verso il medico di guardia Singh Balraj, uomo piccolo e sorridente che guida la comunità romana. "Sono con i parenti arrivati dall'India. La nonna e il cognato. Vorrebbero sapere come sta". "Sì, ma a noi chi ce lo dice che sono parenti? Ce lo dice lei?".

L'"indiano" è una mummia di garza sterile oltre un vetro spesso tre dita. Protetta da un paravento di tela grigia che ne mostra di sguincio il profilo. I polmoni si gonfiano del ritmo regolare della ventilazione artificiale che pompa ossigeno attraverso una cannula introdotta nella gola. Il monitoraggio cardiaco è un impulso elettrico verde che registra ogni picco del cuore. Gli occhi sono chiusi dalla sedazione. Le dita, trafitte dalle flebo. L'indiano è grave. Lo hanno operato per la seconda volta. Riaprendo piaghe chiuse appena una settimana fa. I chirurghi sono tornati a sollevare la cute di cadavere fatta arrivare a Roma dalla banca della pelle di Cesena e utilizzata per tamponare l'aggressione delle infezioni sviluppate dai tessuti necrotizzati.

Hanno affondato di nuovo il bisturi nell'addome, nei quadricipiti, nei polpacci. Per scoprire che le fiamme, quella notte, si sono mangiate tutto quello che hanno incontrato. Fino all'osso. Per cinque ore, un bisturi a idrogetto ha sparato acqua a 1.500 chilometri orari tra una fascia muscolare e l'altra ripulendo tessuto morto. Anche dove, sulle creste tibiali, di tessuto non ce ne era più. Un secondo bisturi ha inciso francobolli di cute lungo le braccia per trasferirle su gambe e addome. La chiamano "tecnica di Alexander". E' un autotrapianto che serve a proteggere e ricostruire lentamente il corpo quando, tra qualche giorno, rigetterà la cute che lo ha sin qui protetto e che non gli appartiene. Quella di cadavere.

L'indiano è grave. Vito Verardi, uno dei chirurghi dell'equipe, strizza per un attimo gli occhi arrossati dalla stanchezza. "Mi creda, è incredibile il fuoco che ha preso quel ragazzo. Dobbiamo aspettare la notte. Perché sarà una notte difficile". Poi abbassa repentinamente la voce. La nonna e il cognato dell'"indiano" si sono fatti avanti a piccoli passi. Se ne stanno a piedi giunti sulla linea che divide una fila di poltroncine in plastica azzurra dal linoleum verde della rianimazione. "Avtor Singh", si inchina lui congiungendo le mani e provando a scandire il suo nome. Poi indica la vecchia che gli si stringe a un braccio, "Tej Kaur". La testa di Avtor è stretta in un turbante arancione. La veste, di cotone, è coperta da un giubbetto di velluto verde. I piedi nudi, viola per il freddo, calzano delle khusa d'argento, pantofole di cuoio aperte sul collo. "Le scarpe della festa", dice Singh Balraj con un sorriso. Non pantofole di feltro, come quelle che proteggono i piedi piccoli e malfermi di Tej. La donna ha 87 anni. E non vede suo nipote da nove. Da quando, 18 febbraio del 2000, lasciò il Punjab per l'Italia. Avtor si spacca la schiena nei campi di Dala, un villaggio di agricoltori nel Punjab. Tej veglia sulla nipote e i due pronipoti, che è tutto quello che le è rimasto nella vita dopo che l'altro nipote Navtej è partito per l'Italia. Per trovarli ci sono voluti dieci giorni. Per portarli in questo seminterrato del sant'Eugenio, tre. I soldi del biglietto non li avevano. Li ha tirati fuori la comunità indiana a Roma, che li ospiterà per una settimana, e, a titolo personale, l'assessore regionale Silvia Costa, che ora li guarda in disparte e insieme a Singh si fa interprete con i medici.

Verardi scuote la testa. Stringe delicatamente le spalle della nonna. "E' meglio di no. E' meglio che non veda. Non ora". Tej sorride e non capisce. Non parla una parola che non sia il dialetto del Punjab. Chiede a Singh che ringrazi tanto i medici. Verardi si rivolge allora a Avtor. "Forse solo lei, se vuole, può venire dietro il vetro. Ma forse, sarebbe meglio in un altro momento. Magari domani mattina". Avtor fissa con uno sguardo interrogativo Singh e chiede allora se non sarà troppo tardi. Chiede che raccontino ai medici quanto è durato il suo viaggio. Promette che vuole solo vedere. Solo vedere, ripete.

Gli è concesso un minuto. Dietro il vetro. Dove qualcuno gli indica un corpo che altrimenti non riconoscerebbe. "Sta bene", dice alla nonna quando esce. "Dorme". Gli si avvicina allora una signora dai capelli bianchi. Lo sfiora con un gesto di affetto. E' la figlia della donna di 88 anni che divide con Navtej la stanza in cui entrambi vengono tenuti in vita. "Anche mamma dorme", dice. "Dormono sempre". Sono arrivati insieme al sant'Eugenio. Lui arso vivo da una bottiglia di birra piena di benzina. Lei da una stufa elettrica. "Meno male che adesso questa povera creatura ha qualcuno. Stella mia, è così giovane". Dal primo febbraio lei non è mai mancata. Era il giorno in cui al capezzale di Navtej accorsero in tanti. Il giorno in cui lei chiese, di fronte al seguito di cronisti e guardie del corpo e riflettori che accompagnavano il presidente del Senato, Renato Schifani, se fosse possibile non spaventare la madre. E' stata accontentata. L'indiano non lo ha cercato più nessuno.

L'indiano è diventato un bollettino medico di dieci righe quotidiane, buono per una breve in cronaca.
Quello di stasera dice che l'indice di sopravvivenza è ancora fermo al 40 per cento. Sei possibilità su dieci di non farcela. "Intanto superiamo la notte. Intanto aiutiamolo a tornare a respirare da solo", si congeda Verardi. E poi? "E poi sarà comunque un calvario. Le operazioni sono appena cominciate". Avtor e Tej ascoltano e non capiscono. Sorridono. "A domani mattina, allora", dice Singh. "A domani".

(14 febbraio 2009)

whistler
14-02-2009, 10:42
MALEDETTI:mad:

jan
14-02-2009, 10:49
MALEDETTI:mad:


davero spregievole la situazione , strano che i media non accendano i riflettori su queste cose :stordita:

whistler
14-02-2009, 11:10
ad essere maliziosi perchè i criminali erano italiani?
se erano indiani che bruciavano un italiano?
:rolleyes:

sanxius
14-02-2009, 11:22
e la posizione legale-penale dei tre "bruciatori" com'è ora?
mi aspetto sorprese... :(

"B.F. di 29 anni e C.G. di 19 anni, e un minorenne, F.S., di 17 anni di Ardea"
comodo proteggerli in questo modo... voglio NOMI E COGNOMI per questi IGNOBILI!

cmq... è cosi'... aizzare l'opinione pubblica per mascherare altri problemi
Sbatti il mostro in prima pagina (http://www.giornalettismo.com/archives/16362/)
essendo italiani...la cosa è passata nel dimenticatoio

gigio2005
14-02-2009, 11:27
ad essere maliziosi perchè i criminali erano italiani?
se erano indiani che bruciavano un italiano?
:rolleyes:

fiumi di parole....




ma tanto si sa, la spiegazione con la quale si autoassolvono moralmente e' sempre la solita:


In italia ne abbiamo già di delinquenti, per cui questi sono meri atti delinquenziali e nulla più.
Quello che non TOLLERIAMO e' che lo straniero (negro o giallo che sia) compia gli stessi atti

whistler
14-02-2009, 11:29
si assolvono tra di loro però. a miei occhi sono grandi come coriandoli.... questi soggetti.

D4rkAng3l
14-02-2009, 11:31
ad essere maliziosi perchè i criminali erano italiani?
se erano indiani che bruciavano un italiano?
:rolleyes:

beh se fossero stati indiani che bruciavanoun italiano....un'ora dopo l'apertura del 3d saremmo già alla decima pagina e invece...

Poveraccio...è una cosa tremenda quella che gli è successa...io sinceramente non sò se augurarmi per lui che sopravviva...non è per cattiveria ma da quello che sò spesso dopo questi eventi oltre a rimanere sfreggiato a vita rimani anche gravemente segnato nelle funzionalità che ti fanno avere una vita dignitosa come camminare, parlare, vedere, etcetc...

A Roma c'è uno che gira nella metro a chiedere i soldi per farsi un'operazione per ricostruirsi il volto mangiato dalle fiamme...sono 10 anni che gira dando le seu foto prima dell'incidente...ha la faccia completamente mangiata, la bocca martoriata ed ha enormi difficoltà a parlare...e credo che non sia una delle persone messe peggio...comunque riesce a girare da solo...e a chiedere soldi per farsi operare...metti caso che sei condannato a stare in sedia a rotelle, senza riuscire a parlare o a muoverti autonomamente o magari condannato a vivere con il respiratore...bah

Che gente di merda...

whistler
14-02-2009, 11:34
capisco quello che vuoi dire. gli hanno rovinato la vita. catapultandolo in un incubo di sofferenza continuo.
già mi hanno sospeso una settimana per avere insultato questi individui
non ci sono insulti per descriverli:mad: :mad: :mad: :mad: :mad:

dave4mame
14-02-2009, 12:18
beh se fossero stati indiani che bruciavanoun italiano....un'ora dopo l'apertura del 3d saremmo già alla decima pagina e invece...


ma anche se fosse successo a verona.

Doraneko
14-02-2009, 12:20
In italia ne abbiamo già di delinquenti, per cui questi sono meri atti delinquenziali e nulla più.
Quello che non TOLLERIAMO e' che lo straniero (negro o giallo che sia) compia gli stessi atti

L'unica differenza nel punire uno straniero rispetto ad un italiano dev'essere che lo straniero lo si ricaccia a casa sua.
Dipendesse da me, per un reato svoltosi con le modalita' di quello in questione, il randello calerebbe sull'italiano tante volte quante ne calerebbe sullo straniero.

Doraneko
14-02-2009, 12:23
ma anche se fosse successo a verona.

Se fosse successo a Verona, ci sarebbe un background politico...

Ser21
14-02-2009, 12:24
E' troppo chiedere che queste persone stiano in carcere tutta la vita ? Evidentemente si visto che tra meno di 30 anni saranno di nuovo liberi...
Il poveraccio invece o crepa o avrà una vita d'inferno :(
Che schifo cazzo...

sander4
14-02-2009, 12:26
beh se fossero stati indiani che bruciavanoun italiano....un'ora dopo l'apertura del 3d saremmo già alla decima pagina e invece...

Poveraccio...è una cosa tremenda quella che gli è successa...io sinceramente non sò se augurarmi per lui che sopravviva...non è per cattiveria ma da quello che sò spesso dopo questi eventi oltre a rimanere sfreggiato a vita rimani anche gravemente segnato nelle funzionalità che ti fanno avere una vita dignitosa come camminare, parlare, vedere, etcetc...

A Roma c'è uno che gira nella metro a chiedere i soldi per farsi un'operazione per ricostruirsi il volto mangiato dalle fiamme...sono 10 anni che gira dando le seu foto prima dell'incidente...ha la faccia completamente mangiata, la bocca martoriata ed ha enormi difficoltà a parlare...e credo che non sia una delle persone messe peggio...comunque riesce a girare da solo...e a chiedere soldi per farsi operare...metti caso che sei condannato a stare in sedia a rotelle, senza riuscire a parlare o a muoverti autonomamente o magari condannato a vivere con il respiratore...bah

Che gente di merda...

quoto....

Comunque poveraccio, davvero. :( :(

Quelle bestiacce ripugnanti devono pagarla. :mad:

dave4mame
14-02-2009, 13:03
Se fosse successo a Verona, ci sarebbe un background politico...

ah, beh... sarà molto contento l'indiano di saperlo... :-\

ad ogni modo... l'ultrà veronese medio non ha un QI sufficientemente elevato per avere un "background politico".

jan
14-02-2009, 13:05
certo che è provato che la cosa non suscita lo stesso clamore di un italiano aggredito da uno straniero .. chissa come mai

sempreio
14-02-2009, 13:34
spero realmente che marciscano in prigione

Doraneko
14-02-2009, 14:00
ah, beh... sarà molto contento l'indiano di saperlo... :-\ Piu' che l'indiano, alcuni utenti :asd: