+Benito+
11-02-2009, 20:56
Cito un esempio: oggi, dal dentista, sfoglio gente motori, tutto il numero è incentrato sul futuro dell'auto e parlano della Volt, auto con batterie al litio con "forza" di 35 kWh, che possono essere ricaricate comodamente da casa in tre ore con il consumo di un frigorifero.
E mi fermo qui.
Si possono trovare esempi simili in tanti campi.
Mi è venuta spontanea una riflessione sul ruolo dell'informazione in questo particolare momento storico, in cui un mercato cresciuto sul niente che si è auto eletto a gestore del benessere di chi non ne fa parte si ritrova ad essersi evoluto oltre il limite della sostenibilità. Non dico autosostenibilità perchè la finanza per sua stessa natura non esiste e quindi non si può reggere che su qualcosa di altro, che nel qual caso è il mercato delle merci reali.
Vivo in un mondo di incentivi, in cui le mie tasse vengono girate alle industrie che sono nella condizione di pretenderle (non che sia un pregio!) e su questo si apre un discorso che non ho le conoscenze per affrontare, forse è meglio sostenere un mercato saturo per un po' anzichè finanziare dei baracconi, basta prima o poi svegliarsi ed accorgersi che non c'è l'equilibrio.
Contestualmente, vedo vendere suonerie gratuite in televisione, dove in caratteri di altezza inferiore ad un pixel è scritto qualcosa che se c'è, forse dovrei conoscere. E se le vendono, c'è ciccia.
Vedo anche scuole private dove so per conoscenza quasi diretta di atteggiamenti al limite del comprensibile, vedi compiti in classe consegnati insieme alle risposte e da compilare a casa e restituire il giorno dopo. Vedo università in cui l'importante è avere soldi, non spenderli. (Per la cronaca vengo da un politecnico in cui dovrei essere specializzato in macchine utensili e vivendo nella culla della meccatronica non fosse per i miei trascorsi e l'attività di mio padre non saprei neanche cos'è un mandrino)
Accendo la televisione, vedo qualcuno che mi dice che scegliere per sè stessi non si può e gli fa da corollario anche chi usa la paura per sottomettere i suoi sudditi. (spengo la televisione, n.d.r.)
Vado a pagare il bollo e mi trovo 10 persone che spendono 10 euro a cranio alla ricerca di un finanziamento volontario alle casse pubbliche che renda loro un interesse.
Penso che siamo in un momento critico, in cui dopo solo 40 anni il mondo speculativo rimasto unico traino di una ricerca di arricchimento continuo per privilegiati dopo la fine della ricostruzione ha passato il segno.
Posto che, comunque, credo per i prossimi 3-4 anni la situazione andrà verso un peggioramento crescente di tutte le parti alte del castello, quindi banche, comunità fittizie come quella europea, penso che non possiamo aspettarci che siano coloro che ci hanno portato a questo punto a ricostruire una solidità architetturale.
Non tanto per le persone o per i giochi di potere, ma perchè sono quasi tutti incapaci di fare qualcosa di concreto, ciò di cui abbiamo bisogno.
Per cui penso fortemente che il futuro, meno splendente di quello che era il passato, passi attraverso una presa di coscienza dei singoli che occorre tutti arricchirsi un po' a livello culturale per rendere più difficile l'impunità degli scaltri oltre misura.
Non credo che ciò sia sufficiente all'evitare il ripetersi di un ciclo (l'esperienza muore con chi l'ha vissuta nonostante tutto ciò che coloro che sono vicini a perderla vogliano proporre ai giovani), ma che tenda a stabilizzare gli equilibri verso una maggiore stabilità nei decenni e nei secoli a venire.
La coscienza del sapere un po' di più di quello che ci richiede la vita per poter essere vissuta, un occhio di riguardo anche a ciò che non ci tocca direttamente.
Una quantità sufficiente perchè ognuno possa accorgersi di quando gli stanno raccontando una frottola, non in tutti i campi, sia chiaro; la base però sì, una base culturale fatta di scetticismo e di interesse, di negazione dell'accettazione incondizionata.
Mi fa pensare che una parte di ragione ce l'abbia il fatto che ogni anno che passa la condizione media dei cervelli umani italiani va nel verso opposto e tutti coloro che hanno interessi diretti o indiretti che ciò accada non fanno che fomentare in maniera subdola un avvilimento dell'intelligenza.
E mi fermo qui.
Si possono trovare esempi simili in tanti campi.
Mi è venuta spontanea una riflessione sul ruolo dell'informazione in questo particolare momento storico, in cui un mercato cresciuto sul niente che si è auto eletto a gestore del benessere di chi non ne fa parte si ritrova ad essersi evoluto oltre il limite della sostenibilità. Non dico autosostenibilità perchè la finanza per sua stessa natura non esiste e quindi non si può reggere che su qualcosa di altro, che nel qual caso è il mercato delle merci reali.
Vivo in un mondo di incentivi, in cui le mie tasse vengono girate alle industrie che sono nella condizione di pretenderle (non che sia un pregio!) e su questo si apre un discorso che non ho le conoscenze per affrontare, forse è meglio sostenere un mercato saturo per un po' anzichè finanziare dei baracconi, basta prima o poi svegliarsi ed accorgersi che non c'è l'equilibrio.
Contestualmente, vedo vendere suonerie gratuite in televisione, dove in caratteri di altezza inferiore ad un pixel è scritto qualcosa che se c'è, forse dovrei conoscere. E se le vendono, c'è ciccia.
Vedo anche scuole private dove so per conoscenza quasi diretta di atteggiamenti al limite del comprensibile, vedi compiti in classe consegnati insieme alle risposte e da compilare a casa e restituire il giorno dopo. Vedo università in cui l'importante è avere soldi, non spenderli. (Per la cronaca vengo da un politecnico in cui dovrei essere specializzato in macchine utensili e vivendo nella culla della meccatronica non fosse per i miei trascorsi e l'attività di mio padre non saprei neanche cos'è un mandrino)
Accendo la televisione, vedo qualcuno che mi dice che scegliere per sè stessi non si può e gli fa da corollario anche chi usa la paura per sottomettere i suoi sudditi. (spengo la televisione, n.d.r.)
Vado a pagare il bollo e mi trovo 10 persone che spendono 10 euro a cranio alla ricerca di un finanziamento volontario alle casse pubbliche che renda loro un interesse.
Penso che siamo in un momento critico, in cui dopo solo 40 anni il mondo speculativo rimasto unico traino di una ricerca di arricchimento continuo per privilegiati dopo la fine della ricostruzione ha passato il segno.
Posto che, comunque, credo per i prossimi 3-4 anni la situazione andrà verso un peggioramento crescente di tutte le parti alte del castello, quindi banche, comunità fittizie come quella europea, penso che non possiamo aspettarci che siano coloro che ci hanno portato a questo punto a ricostruire una solidità architetturale.
Non tanto per le persone o per i giochi di potere, ma perchè sono quasi tutti incapaci di fare qualcosa di concreto, ciò di cui abbiamo bisogno.
Per cui penso fortemente che il futuro, meno splendente di quello che era il passato, passi attraverso una presa di coscienza dei singoli che occorre tutti arricchirsi un po' a livello culturale per rendere più difficile l'impunità degli scaltri oltre misura.
Non credo che ciò sia sufficiente all'evitare il ripetersi di un ciclo (l'esperienza muore con chi l'ha vissuta nonostante tutto ciò che coloro che sono vicini a perderla vogliano proporre ai giovani), ma che tenda a stabilizzare gli equilibri verso una maggiore stabilità nei decenni e nei secoli a venire.
La coscienza del sapere un po' di più di quello che ci richiede la vita per poter essere vissuta, un occhio di riguardo anche a ciò che non ci tocca direttamente.
Una quantità sufficiente perchè ognuno possa accorgersi di quando gli stanno raccontando una frottola, non in tutti i campi, sia chiaro; la base però sì, una base culturale fatta di scetticismo e di interesse, di negazione dell'accettazione incondizionata.
Mi fa pensare che una parte di ragione ce l'abbia il fatto che ogni anno che passa la condizione media dei cervelli umani italiani va nel verso opposto e tutti coloro che hanno interessi diretti o indiretti che ciò accada non fanno che fomentare in maniera subdola un avvilimento dell'intelligenza.