dantes76
01-02-2009, 20:38
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20090131&ediz=NAZIONALE&npag=36&file=obj_732.xml&type=STANDARD
31/01/2009
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Una lettera di richiamo a un colonnello e a quattro maggiori del corpo di polizia municipale, è stata inviata dal comandante, il generale Luigi Sementa. Il motivo della missiva, spedita in via personale ai cinque ufficiali, è la mancata partecipazione alle celebrazioni in onore del santo patrono del corpo, San Sebastiano, che si sono svolte il 20 gennaio nella chiesa del Volto Santo. Davanti all’altare, quel giorno, c’erano tanti agenti e quasi tutti gli ufficiali. Il generale Sementa era in uniforme e al suo fianco sedeva l’assessore Scotti. Mancavano quei cinque ufficiali ai quali era stato rivolto, come a tutti gli altri appartenenti al corpo, un invito personale e che, per motivi diversi, hanno disertato la celebrazione: uno degli ufficiali s’è difeso con motivazioni professionali, sostendo d’essere stato impegnato nella scrittura di una lunga relazione; un altro ha risposto al rilievo precisando di essere ateo e di non aver voglia di entrare in una chiesa. La singolare vicenda è stata portata alla luce da una denuncia di Diego Venanzoni, consigliere comunale del Pd, il quale sostiene che il richiamo del generale Sementa entrerà a far parte del fascicolo personale di tutti gli ufficiali che hanno ricevuto la lettera. Sono stati diffusi anche parziali contenuti della missiva indirizzata al colonnello e ai cinque maggiori della municipale: «L’assenza alla cerimonia, nonostante il mio personale invito, rappresenta un rifiuto alle istituzioni e alla divisa che indossa». Proprio il riferimento alla divisa della municipale viene ripreso in un’altra parte della lettera personale che hanno ricevuto gli ufficiali: «L’uniforme che ella indossa e che con orgoglio porto anche io dopo aver indossato con lealtà quella di ufficiale superiore dell’arma dei carabinieri - scrive il generale Sementa - rappresenta molto di più di un semplice abito scuro, ma un impegno d’onore e di uniformità, compattezza di azione e di dovere verso la società. Ella avrebbe dovuto sentire non solo il dovere ma l’esigenza di rispondere, per qualche ora, con la sua presenza all'invito che le è stato rivolto». pa.ba.
31/01/2009
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Una lettera di richiamo a un colonnello e a quattro maggiori del corpo di polizia municipale, è stata inviata dal comandante, il generale Luigi Sementa. Il motivo della missiva, spedita in via personale ai cinque ufficiali, è la mancata partecipazione alle celebrazioni in onore del santo patrono del corpo, San Sebastiano, che si sono svolte il 20 gennaio nella chiesa del Volto Santo. Davanti all’altare, quel giorno, c’erano tanti agenti e quasi tutti gli ufficiali. Il generale Sementa era in uniforme e al suo fianco sedeva l’assessore Scotti. Mancavano quei cinque ufficiali ai quali era stato rivolto, come a tutti gli altri appartenenti al corpo, un invito personale e che, per motivi diversi, hanno disertato la celebrazione: uno degli ufficiali s’è difeso con motivazioni professionali, sostendo d’essere stato impegnato nella scrittura di una lunga relazione; un altro ha risposto al rilievo precisando di essere ateo e di non aver voglia di entrare in una chiesa. La singolare vicenda è stata portata alla luce da una denuncia di Diego Venanzoni, consigliere comunale del Pd, il quale sostiene che il richiamo del generale Sementa entrerà a far parte del fascicolo personale di tutti gli ufficiali che hanno ricevuto la lettera. Sono stati diffusi anche parziali contenuti della missiva indirizzata al colonnello e ai cinque maggiori della municipale: «L’assenza alla cerimonia, nonostante il mio personale invito, rappresenta un rifiuto alle istituzioni e alla divisa che indossa». Proprio il riferimento alla divisa della municipale viene ripreso in un’altra parte della lettera personale che hanno ricevuto gli ufficiali: «L’uniforme che ella indossa e che con orgoglio porto anche io dopo aver indossato con lealtà quella di ufficiale superiore dell’arma dei carabinieri - scrive il generale Sementa - rappresenta molto di più di un semplice abito scuro, ma un impegno d’onore e di uniformità, compattezza di azione e di dovere verso la società. Ella avrebbe dovuto sentire non solo il dovere ma l’esigenza di rispondere, per qualche ora, con la sua presenza all'invito che le è stato rivolto». pa.ba.