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View Full Version : PERCHE' ritiriamo l'Ambasciatore dal Brasile, E DAL GIAPPONE INVECE NO?


FabioGreggio
29-01-2009, 22:34
Mentre Questo Governo, Provoca Un'incidente Diplomatico Col Brasile Per L'estradizione Di Battisti,


Hagen Roi, Per Gli Amici Delfo Zorzi,il fascio bombarolo, se ne sta' beato in Giappone,forse A Raccontare Ai Nipotini, Di Come Lasciava Valigette Piene Di Esplosivo In Piazze E Banche...come Mai Di Battisti Sappiamo Tutto E Di Questo Stragista Non Si Parla Piu'?

Come Mai Gli E' Stato Concesso Il Passarorto Nipponico?

Il Quinto In Quarant'anni Ad Un Non Giapponese?

Perche' Frattini Non Ci Riporta A Casa Questo tomo?

Delfo Zorzi (Arzignano, 3 luglio 1947) è un imprenditore italiano, ora cittadino giapponese, in passato esponente dell'organizzazione extra-parlamentare neofascista Ordine Nuovo, attualmente latitante[1], vive in Giappone.



Entrato in Ordine Nuovo nel 1966, è diventato capocellula a Mestre, dove la sua famiglia commerciava in pellami.
Nel 1968 si è trasferito a Napoli per studiare Lingue orientali. Si è laureato con Pio Filippani Ronconi, con una tesi sul Bushidō, una forma di cultura giapponese legata all'etica guerriera. Il 9 ottobre 1968, con Giampietro Mariga e Martino Siciliano prese parte all'assalto della sede del PCI di Campalto a Mestre.

Il 17 novembre del 1968 fu arrestato con Giampietro Mariga perché sorpreso dalla polizia in possesso di un mitra, un elmetto, una tuta mimetica e una piccola quantità di esplosivo.

È stato indagato per la strage di piazza Fontana (1969) a seguito di testimonianze che lo indicavano come esecutore materiale dell'attentato, ovvero come colui che confezionò l'ordigno e lo collocò nei locali della filale della Banca Nazionale dell'Agricoltura sita in piazza Fontana a Milano, venendo prosciolto dall'accusa.

Nel 1974 si è trasferito in Giappone e nel 1989 ha preso il passaporto giapponese, assumendo il nuovo nome di Roi Hagen.

Il pentito Martino Siciliano, teste chiave nei processi per la strage di Piazza Fontana e la Strage di Piazza della Loggia (ad oggi latitante) e che avrebbe scagionato Delfo Zorzi da ogni accusa, sarebbe stato pagato nel 1994 6 mila marchi tedeschi dell'epoca (non si sa a che titolo) provenienti da un conto svizzero riconducibile alla Fininvest/Mediaset[2].

Zorzi è stato indagato e rinviato a giudizio per la Strage di Piazza della Loggia a Brescia, processo nel quale è tuttora imputato.[3]

Oggi Zorzi vive a Tokyo, nel quartiere di Aoyama, e grazie alla sua cittadinanza giapponese non può essere estradato in Italia. Commerciante di successo, coordina da Tokyo diverse aziende di import-export in Asia e in Europa.

Nel settembre del 2005 un'inchiesta del settimanale L'espresso ha accusato Zorzi di svolgere affari in Italia nel campo della pelletteria attraverso una serie di società sotto copertura.
Nello specifico sarebbe proprietario nel negozio Oxus a Milano, con sede in Galleria Vittorio Emanuele II, in un fondo di proprietà del comune meneghino, di un altro negozio della stessa catena in Piazza Fiume a Roma[4], e di altri negozi Oxus a Conegliano Veneto e Pordenone[5].

È intervenuto nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta condotta da Bruno Vespa. La telefonata è stata in parte ritrasmessa durante la trasmissione Blu notte, condotta da Carlo Lucarelli, in una puntata dedicata alla Strage di Piazza Fontana.

http://it.wikipedia.org/wiki/Delfo_Zorzi

zerothehero
29-01-2009, 22:42
Mentre Questo Governo, Provoca Un'incidente Diplomatico Col Brasile Per L'estradizione Di Battisti,


Hagen Roi, Per Gli Amici Delfo Zorzi,il fascio bombarolo, se ne sta' beato in Giappone,forse A Raccontare Ai Nipotini, Di Come Lasciava Valigette Piene Di Esplosivo In Piazze E Banche...come Mai Di Battisti Sappiamo Tutto E Di Questo Stragista Non Si Parla Piu'?

Come Mai Gli E' Stato Concesso Il Passarorto Nipponico?

Il Quinto In Quarant'anni Ad Un Non Giapponese?

Perche' Frattini Non Ci Riporta A Casa Questo tomo?

Quantomeno Zorzi è cittadino giapponese visto che si è sposato, Battisti no.
Il Brasile non ha neanche questa scusa per non consegnarcelo.

FabioGreggio
29-01-2009, 22:45
Quantomeno Zorzi è cittadino giapponese visto che si è sposato, Battisti no.
Il Brasile non ha neanche questa scusa per non consegnarcelo.

Diciamo che il fascio non è stato perseguito alacremente come Battisti?
Ce ne siamo sbattuti un attimino?

In carcere Battisti.
Ma perchè Zorzi ha ottenuto 5 passaporti?

In carcere chi gleli ha dati.

fg

zerothehero
29-01-2009, 22:48
Diciamo che il fascio non è stato perseguito alacremente come Battisti?
Ce ne siamo sbattuti un attimino?

In carcere Battisti.
Ma perchè Zorzi ha ottenuto 5 passaporti?

In carcere chi gleli ha dati.

fg

Di quale persecuzione vai cianciando, visto che se l'è sfangata per anni in Francia in compagnia della caviar gauche, è stato difeso dalla moglie di Sarkozy e gli è stata organizzata la fuga in Brasile, che ora a breve ,a meno di rovesci improbabili, lo libererà perchè in Italia rischia di essere perseguitato per le sue idee (idee? Battisti?) ?
Almeno Zorzi è cittadino giapponese e quindi in base alla legge, a meno di una revoca della cittadinanza, non può in alcun modo essere estradato.
Per Battisti invece non ci sarebbe alcun ostacolo giuridico.

_Magellano_
29-01-2009, 22:56
Ma poi che problemi ti stai a fare? sono entrambi liberi.
Difficile che si ottenga di riportare Battisti qui,molto più probabile che festeggi natale con i suoi compari e che non passi un giorno a regina coeli.

FabioGreggio
29-01-2009, 23:10
Di quale persecuzione vai cianciando, visto che se l'è sfangata per anni in Francia in compagnia della caviar gauche, è stato difeso dalla moglie di Sarkozy e gli è stata organizzata la fuga in Brasile, che ora a breve ,a meno di rovesci improbabili, lo libererà perchè in Italia rischia di essere perseguitato per le sue idee (idee? Battisti?) ?
Almeno Zorzi è cittadino giapponese e quindi in base alla legge, a meno di una revoca della cittadinanza, non può in alcun modo essere estradato.
Per Battisti invece non ci sarebbe alcun ostacolo giuridico.

Sei un frullato di segmenti di verità e cazzate sparate in modo populista.

la Bruni ha negato categoricamente ogni minimo interessamento al fatto.

Ma che cazzo scrivi?

Non mi frega se è cittadino giappponese.

GLI SONO STATI DATI PASSAPORTI MENTRE ERA INQUISITO!

VOGLIAMO CAPIRE CHI, PERCHE'.

Zorzi è implicato in STRAGI:

fg

Korn
29-01-2009, 23:34
Di quale persecuzione vai cianciando, visto che se l'è sfangata per anni in Francia in compagnia della caviar gauche, è stato difeso dalla moglie di Sarkozy e gli è stata organizzata la fuga in Brasile, che ora a breve ,a meno di rovesci improbabili, lo libererà perchè in Italia rischia di essere perseguitato per le sue idee (idee? Battisti?) ?
Almeno Zorzi è cittadino giapponese e quindi in base alla legge, a meno di una revoca della cittadinanza, non può in alcun modo essere estradato.
Per Battisti invece non ci sarebbe alcun ostacolo giuridico.ah beh allora speriano che battisti si sposi una bella mulatta :)

kintaro oe
29-01-2009, 23:40
http://isole.ecn.org/antifa/article/406/la-fininvest-paga-il-pentito-che-ha-scagionato-delfo-zorzi:

Fuori da questa coincidenza di salvadanai di partenza, invece, allo stato nessun elemento collega i protagonisti dell’inchiesta Mediaset agli ipotizzati (nuovo e vecchio) pagamenti a Siciliano. E se Pecorella è da tempo indagato a Brescia per favoreggiamento (con il legale di Siciliano), altri due suoi colleghi, a dispetto di una richiesta di condanna a 2 anni e 4 mesi con l’accusa d’aver intermediato la promessa al pentito di 115mila dollari in cambio di una ritrattazione,sono già stati assolti due volte a Brescia «per non aver commesso il fatto ».
[email protected]

La situazione di zorzi e' un'attimo differente...
La condanna certa c'é stata solo per detenzione di armi ed esplosivo, mentre per quello che riguarda le stragi di piazza fontana ......

È stato indagato per la strage di piazza Fontana (1969) a seguito di testimonianze che lo indicavano come esecutore materiale dell'attentato, ovvero come colui che confezionò l'ordigno e lo collocò nei locali della filale della Banca Nazionale dell'Agricoltura sita in piazza Fontana a Milano, venendo prosciolto dall'accusa.
Zorzi è stato indagato e rinviato a giudizio per la Strage di Piazza della Loggia a Brescia, processo nel quale è tuttora imputato.

Stormblast
29-01-2009, 23:44
personalmente mi mancavano sti 3d ineggianti al flame del greggio nostrano.
son sempre perle.


vai greggio!!!!
è tutta una congiura fascioberlusconiana!!

FabioGreggio
29-01-2009, 23:45
http://isole.ecn.org/antifa/article/406/la-fininvest-paga-il-pentito-che-ha-scagionato-delfo-zorzi:



La situazione di zorzi e' un'attimo differente...
La condanna certa c'é stata solo per detenzione di armi ed esplosivo, mentre per quello che riguarda le stragi di piazza fontana ......

Vogliamo raccontare tutta la storia da dove hai estrapolato il tui quote?

Versati 6.000 marchi a Martino Siciliano

Dall’inchiesta Fininvest tracce su un pagamento al pentito di Piazza Fontana

Atti a Brescia che indaga su pressioni per far ritrattare l’accusatore di Zorzi, difeso da Pecorella




Martino Siciliano, il «pentito» delle inchieste sulle stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia, risulta essere stato pagato – nel 1994 – con 6mila marchi tedeschi (incassati da Siciliano in Francia) provenienti da uno dei conti svizzeri che – oggi – gli inquirenti ritengono riconducibili all’architettura finanziaria protagonista di ingenti frodi fiscali e falsi nei bilanci Fininvest/Mediaset nella compravendita di diritti cine-tv. Il dato spunta da un rivolo dell’inchiesta Mediaset della Procura di Milano, che per competenza territoriale ha trasmesso una rogatoria svizzera (su conti bancari nell’orbita della «Arner Sa») alla Procura di Brescia, titolare già di un fascicolo su una differente ipotesi di pagamento a Siciliano, datata 1998 e a suo dire ispirata da uno dei legali dell’imputato di strage (poi assolto) Delfo Zorzi, l’on. Gaetano Pecorella.

kintaro oe
29-01-2009, 23:48
mmmm. pero'...che bel personaggio sto zorzi...

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/1104867&m2s=a

:fagiano:

kintaro oe
29-01-2009, 23:51
Vogliamo raccontare tutta la storia da dove hai estrapolato il tui quote?

infatti tu hai raccontato la storia, io ho estrapolato l'esito di quella storia, le 2 assoluzioni.

FabioGreggio
29-01-2009, 23:58
infatti tu hai raccontato la storia, io ho estrapolato l'esito di quella storia, le 2 assoluzioni.


Beh è interessante però l'iter con cui si arriva alle soluzioni.

Tu la storia non l'avevi raccontata tutta però.

max

jan
30-01-2009, 00:02
Di quale persecuzione vai cianciando, visto che se l'è sfangata per anni in Francia in compagnia della caviar gauche, è stato difeso dalla moglie di Sarkozy e gli è stata organizzata la fuga in Brasile, che ora a breve ,a meno di rovesci improbabili, lo libererà perchè in Italia rischia di essere perseguitato per le sue idee (idee? Battisti?) ?
Almeno Zorzi è cittadino giapponese e quindi in base alla legge, a meno di una revoca della cittadinanza, non può in alcun modo essere estradato.
Per Battisti invece non ci sarebbe alcun ostacolo giuridico.

le vicende di battisti non dovrebbero però impedire un giudizio sereno sulla faccenda zorzi , immagino che lo stesso non sia sposato in giappone da sempre , avrà vissuto in libertà in giappone per il tempo necessario a rifarsi una vita . cosa che non è ammissibile sia che si tratti di un terrorista rosso che nero.
il fatto poi che sia un cittadino ormai non ha senso comunque se permetti , da che mondo è mondo se un cittadino italiano ha commesso crimini in un altro stato , quest'ultimo è libero di richiedere estradizione buongusto vuole che la si ottenga

dave4mame
30-01-2009, 00:11
chissà perchè, quando l'ho chiesto io "perchè zorzi no", nessuno m'ha cagato...
vabbeh :)

zerothehero
30-01-2009, 00:30
Sei un frullato di segmenti di verità e cazzate sparate in modo populista.
fg

Ma come ti permetti?
Ho capito che per te Battisti deve stare tranquillo in Brasile, ma cerca di rispettare le opinioni altrui, fai almeno un minimo di sforzo nel non insultare il tuo interlocutore.

zerothehero
30-01-2009, 00:34
le vicende di battisti non dovrebbero però impedire un giudizio sereno sulla faccenda zorzi , immagino che lo stesso non sia sposato in giappone da sempre , avrà vissuto in libertà in giappone per il tempo necessario a rifarsi una vita . cosa che non è ammissibile sia che si tratti di un terrorista rosso che nero.
il fatto poi che sia un cittadino ormai non ha senso comunque se permetti , da che mondo è mondo se un cittadino italiano ha commesso crimini in un altro stato , quest'ultimo è libero di richiedere estradizione buongusto vuole che la si ottenga

E secondo te non è stato chiesto al Giappone di riconsegnarcelo, lo Zorzi?
Mica Battisti è il primo caso di terrorista a cui viena negata l'estradizione. Ce ne saranno un centinaio in giro impuniti, specie in Francia.:fagiano:

Fedozzo
30-01-2009, 00:34
Sei un frullato di segmenti di verità e cazzate sparate in modo populista.

la Bruni ha negato categoricamente ogni minimo interessamento al fatto.

Ma che cazzo scrivi?

Non mi frega se è cittadino giappponese.

GLI SONO STATI DATI PASSAPORTI MENTRE ERA INQUISITO!

VOGLIAMO CAPIRE CHI, PERCHE'.

Zorzi è implicato in STRAGI:

fg

Ma fammi capire, ogni votla che qui succede qualcosa di sbagliato, si cerca di trovare un altro caso altrettanto sbagliato per giustificare l'altro?
Molto politico tra l'altro, sembra che tu voglia dire che dato che l'altro fosse di un terrorista di estrema destra, sia stato agevolato.
Ad ogni modo, ovviamente ci sono molte nefandezze e schifezze anche nei fatti di Zorzi, ma questo non toglie che quel che sta facendo il brasile è V E R G O G N O S O e criminale.
E la Petrella in francia? VERGOGNA

zerothehero
30-01-2009, 00:35
ah beh allora speriano che battisti si sposi una bella mulatta :)

Non ne ha bisogno. Battisti in Brasile c'è andato perchè aveva già avuto rassicurazioni e coperture politiche sul fatto che non sarebbe mai stato estradato in Italia.
Può dormire tra due cuscini. :fagiano:
La caviar gauche si è mossa bene.

StefAno Giammarco
30-01-2009, 03:02
Sei un frullato di segmenti di verità e cazzate sparate in modo populista.

la Bruni ha negato categoricamente ogni minimo interessamento al fatto.

Ma che cazzo scrivi?

Francamente non capisco, sai bene che questo "stile" non e ne gradito ne ammesso qui ma ugualmente perseveri. Fai tu. Comunque sono ovviamente tre giorni

sider
30-01-2009, 08:58
Ho sentito alla radio che Battisti è stato aiutato nella fuga dai servizi segreti francesi. Qualcuno mi spiega perchè? Perchè i servizi segreti francesi dovrebbero aiutare un omicida?

dave4mame
30-01-2009, 09:54
Ho sentito alla radio che Battisti è stato aiutato nella fuga dai servizi segreti francesi. Qualcuno mi spiega perchè? Perchè i servizi segreti francesi dovrebbero aiutare un omicida?

no.
battisti dice che (tutto quello che hai detto tu).
è un pochino diverso :)

giannola
30-01-2009, 10:27
personalmente mi mancavano sti 3d ineggianti al flame del greggio nostrano.
son sempre perle.


vai greggio!!!!
è tutta una congiura fascioberlusconiana!!:D

anche perchè il suo messaggio è: dato che non prendono zorzi è giusto che anche Battisti resti libero, con buona pace delle vittime. :asd:

Allora liberiamo riina e provenzano, visto che ci sono mafiosi che non vengono presi e non è giusto perseguitare solo i primi due.:sofico:

ronin17
30-01-2009, 11:37
sbaglio o lo ha detto lui che lo hanno aiutato?

dantes76
30-01-2009, 12:27
sbaglio o lo ha detto lui che lo hanno aiutato?

a te interessa battisti[ non montagne verdi] in quanto criminale, o per il suo colore politico?

zerothehero
30-01-2009, 14:32
Ho sentito alla radio che Battisti è stato aiutato nella fuga dai servizi segreti francesi. Qualcuno mi spiega perchè? Perchè i servizi segreti francesi dovrebbero aiutare un omicida?

Se ammettiamo che Battisti ha detto la verità (potrebbe aver detto una balla per mettere in imbarazzo la Francia ), il motivo è chiaro: la Francia voleva levarsi dalle scatole l'affaire Battisti, ma al contempo non poteva neanche permettersi di consegnarlo all'Italia visto la forte opposizione politica da parte della cd caviar gauche. Quando uno stato non può fare le cose alla luce del sole, si ricorre ai servizi.
Quello che è lapalissiano è che Battisti non è scappato via dalla Francia in Brasile senza essere aiutato da qualcuno o senza avere una ragionevole certezza sul fatto che le autorità brasiliane non lo avrebbero estradato in Italia. Sappiamo anche che alcuni politici brasiliani hanno avuto contatto con i francesi sulla vicenda e che anche Carlà l'ha fatto, nonostante abbia smentito.

Un pò come per il caso Ocalan o per il caso del terrorista dell'Achille Lauro..solo che nel primo caso fu fatto partire via facendo in modo che poi fosse catturato e riconsegnato ai turchi, per chiudere la vicenda.
Nel secondo caso, per via del lodo Moro e del patto tra italia e terroristi palestinesi, si fece in modo di far perdere le tracce a chi organizzò il sequestro, in modo da evitare che fosse giudicato da un tribunale italiano o estradato negli stati uniti.

stetteo
30-01-2009, 15:46
Quantomeno Zorzi è cittadino giapponese visto che si è sposato, Battisti no.
Il Brasile non ha neanche questa scusa per non consegnarcelo.

Per di più direi che Battisti in base al suo "curriculum" è un delinquente comune, e non capisco perchè il governo brasiliano gli pari il cu**.

Per quanto riguarda gli stragisti (specialmente quelli neri) evidentemente non preoccupano, basti pensare alla Mambro.

pistacchio89
30-01-2009, 17:59
Mentre Questo Governo, Provoca Un'incidente Diplomatico Col Brasile Per L'estradizione Di Battisti,


Hagen Roi, Per Gli Amici Delfo Zorzi,il fascio bombarolo, se ne sta' beato in Giappone,forse A Raccontare Ai Nipotini, Di Come Lasciava Valigette Piene Di Esplosivo In Piazze E Banche...come Mai Di Battisti Sappiamo Tutto E Di Questo Stragista Non Si Parla Piu'?

Come Mai Gli E' Stato Concesso Il Passarorto Nipponico?

Il Quinto In Quarant'anni Ad Un Non Giapponese?

Perche' Frattini Non Ci Riporta A Casa Questo tomo?

Perché processare Zorzi implicherebbe tirare in ballo diversi alti funzionari e lo stato dovrebbe processare i suo stessi apparati che hanno appoggiato Ordine Nuovo e che gli hanno consentito di scappare in Giappone e se lo sono “dimenticato” lì.
In più c’è Pecorella, ex presidente della Commissione giustizia e attuale deputato PDL, che è indagato per il favoreggiamento del neofascista italiano naturalizzato giapponese. :rolleyes:

pistacchio89
30-01-2009, 18:10
Per di più direi che Battisti in base al suo "curriculum" è un delinquente comune, e non capisco perchè il governo brasiliano gli pari il cu**.

Per quanto riguarda gli stragisti (specialmente quelli neri) evidentemente non preoccupano, basti pensare alla Mambro.

Battisti è stato condannato sulla testimonianza di un omicida reo confesso che accusandolo ha evitato il carcere e in un clima di leggi emergenziali che farebbero impallidire qualsiasi paese veramente democratico.
Inoltre l'Italia oggi e nelle mani di un pregiudicato piduista che sta letteralmente sfasciando la giustizia.
Mi sembrano ragioni più che valide per non estradarlo, bravo Lula! :mano:

jan
30-01-2009, 18:47
E secondo te non è stato chiesto al Giappone di riconsegnarcelo, lo Zorzi?
Mica Battisti è il primo caso di terrorista a cui viena negata l'estradizione. Ce ne saranno un centinaio in giro impuniti, specie in Francia.:fagiano:

beh non vedo per quale motivo pero hai tenuto a ricordare che fosse un cittadino giapponese , quasi a voler ritenere ininfluente la sua latitanza ... trovo che come ci si deve indignare per battisti lo si debba fare per zorzi ed ogni altro terrorista

חוה
30-01-2009, 18:47
perchè, le testimonianze accertate di un pentito non valgono?

ps e cmq lula con la decisione nn c'entra

pegasoalatp
30-01-2009, 19:33
a te interessa battisti[ non montagne verdi] in quanto criminale, o per il suo colore politico?

A me interessano tutti e due.
Solo che il Giappone dice "non te lo do e basta" e in piu' pare ci siano nulle possibilita' giuridiche da opporre, mentre il Brasile - dove c'e' un chiaro trattato - si inventa il fatto che in Italia ci sia tortura e persecuzione politica.
Il brasile insomma mi vuole prendere per il sedere, il che lo trovo poco accettabile.

giannola
30-01-2009, 19:40
A me interessano tutti e due.
Solo che il Giappone dice "non te lo do e basta" e in piu' pare ci siano nulle possibilita' giuridiche da opporre, mentre il Brasile - dove c'e' un chiaro trattato - si inventa il fatto che in Italia ci sia tortura e persecuzione politica.
Il brasile insomma mi vuole prendere per il sedere, il che lo trovo poco accettabile.

più che inaccettabile lo trovo ridicolo :asd:

Sai siamo seri, tutti vogliono venire in italia pure coi gommoni, praticamente al giorno d'oggi pure fantozzi da noi non si farebbe un giorno di galera...e questi qua ci paragonano a qualche dittatura vecchio stampo ? :sofico:

Dite a silvio che regali un po di decoder digitali al governo lula così magari vedono la tv italiana e si rendono conto da soli :asd:

zerothehero
30-01-2009, 19:47
beh non vedo per quale motivo pero hai tenuto a ricordare che fosse un cittadino giapponese , quasi a voler ritenere ininfluente la sua latitanza ... trovo che come ci si deve indignare per battisti lo si debba fare per zorzi ed ogni altro terrorista

Mi sembra di scrivere in italiano, eppure alcuni proprio non capiscono (o fanno finta di non capire)

E' un tantinello più complicato ottenere l'estradizione di un cittadino giapponese (estradizione che è stata chiesta e non è stata ottenuta) visto che è la legge giapponese che lo impedisce, a meno che la sua cittadinanza non venga ritirata, cosa che è poco fattibile.
Battisti non è un cittadino brasiliano e quindi in teoria non ci dovrebbe essere alcun impedimento all'estradizione, se il governo brasiliano lo volesse.
Cosa che non vuole, come è evidente.

zerothehero
30-01-2009, 19:49
Battisti è stato condannato sulla testimonianza di un omicida reo confesso che accusandolo ha evitato il carcere e in un clima di leggi emergenziali che farebbero impallidire qualsiasi paese veramente democratico.
Inoltre l'Italia oggi e nelle mani di un pregiudicato piduista che sta letteralmente sfasciando la giustizia.
Mi sembrano ragioni più che valide per non estradarlo, bravo Lula! :mano:

Di quali leggi emergenziali parli?
Grazie a Dio gli estremisti come Battisti sono stati sconfitti senza sconfinare nella dittatura..perchè se avessero vinto, il nostro paese sarebbe una cloaca, peggio della Cambogia.

jan
30-01-2009, 19:53
Quantomeno Zorzi è cittadino giapponese visto che si è sposato, Battisti no.
Il Brasile non ha neanche questa scusa per non consegnarcelo.


la mia replica era partita da questa considerazione , che certo non lasciava presagire le difficolta che hai elencato , e comunque non esiste la possibilità di chiedere l'estradizione come fece la grecia per i nostri ragazzi accusati di spaccio di droga?

zerothehero
30-01-2009, 20:01
la mia replica era partita da questa considerazione , che certo non lasciava presagire le difficolta che hai elencato , e comunque non esiste la possibilità di chiedere l'estradizione come fece la grecia per i nostri ragazzi accusati di spaccio di droga?

Ogni paese ha un suo ordinamento in materia.
I cittadini giapponesi residenti in Giappone, a meno di una revoca della cittadinanza, non possono essere estradati.
Delfo Zorzi è cittadino giapponese, anche se non ha gli occhi a mandorla. :p

Battisti invece, se il ministro della giustizia lo volesse, lo avremmo qui da noi in poche settimane, senza lacuna revisione legislativa.
Ma dato che Battisti ha lo status di rifugiato politico perchè è stato perseguitato dall'Italia per le sue idee ( :sbonk: ) il Brasile non ce lo vuole ridare.

Lula poi si mette anche a sfottere:
http://www.asca.it/news-BATTISTI__LULA__GOVERNO_ITALIANO_FACCIA_RICORSO_DECIDERA'_LA_GIUSTIZIA-806363-ORA-.html
Come se non lo sapessimo che la corte di giustizia, influenzata dal governo, respingerà la richiesta.

jan
30-01-2009, 20:04
Ogni paese ha un suo ordinamento in materia.
I cittadini giapponesi residenti in Giappone, a meno di una revoca della cittadinanza, non possono essere estradati.
Delfo Zorzi è cittadino giapponese, anche se non ha gli occhi a mandorla. :p

Battisti invece, se il ministro della giustizia lo volesse, lo avremmo qui da noi in poche settimane, senza lacuna revisione legislativa.
Ma dato che Battisti ha lo status di rifugiato politico perchè è stato perseguitato dall'Italia per le sue idee ( :sbonk: ) il Brasile non ce lo vuole ridare.
ok , allora un bell atto di forza con agenti segreti e risolviamo entrambe le faccende

zerothehero
30-01-2009, 20:08
ok , allora un bell atto di forza con agenti segreti e risolviamo entrambe le faccende

Così i nostri agenti finiranno nelle carceri brasiliane, mentre Battisti rimarrà in Brasile.
Ste cose lasciamole fare ad Israele, che è meglio. :p

indelebile
30-01-2009, 20:08
Troccoli, il Battisti uruguayano
di Roberto Rossi

Un caso “Cesare Battisti” ce lo abbiamo anche in Italia. Non ha sollevato le polemiche. Anzi, è passato sottotraccia, senza creare scalpore, senza alcuna indignazione ministeriale o richieste di annullamento di amichevoli. Il “nostro Cesare Battisti” è uruguayano, anche se da qualche anno ha la nazionalità italiana. Si chiama Jorge Troccoli. Ha 64 anni, la corporatura robusta e un pizzetto bianco. È stato capitano dei Fucilieri Navali dell’Uruguay, ed è accusato di aver fatto sparire un numero imprecisato di persone nel suo paese tra il 1975 e il 1983. Tra questi sei cittadini italiani. Il governo Berlusconi, nel settembre scorso, ha respinto la sua richiesta di estradizione.

Secondo la magistratura uruguayana Troccoli prese parte a quello che è conosciuto come Piano Condor. Una sorta di internazionale del terrore che, negli anni ’70, coordinò il sequestro, l'interscambio e la sparizione di migliaia di oppositori politici in Cile, Paraguay, Uruguay, Brasile, Bolivia e Argentina. Troccoli ammise la sua partecipazione al trasporto clandestino dei detenuti politici tra Uruguay e Argentina ma non ha mai subito un processo. Troccoli ha lasciato il Sud America da tempo per rifugiarsi proprio in Italia, dove nel 2002, nonostante si conoscesse il suo passato, ha ottenuto la cittadinanza italiana. Secondo la stampa uruguayana per lo stesso reato di cui è accusato Troccoli, «omicidio specialmente aggravato» e «violazione dei diritti umani», lo scorso ottobre la Corte d’Appello di Montevideo ha confermato l’incriminazione dell’ex dittatore Gregorio Alvarez e dell’ufficiale della Marina in pensione Juan Carlos Lacerbeau.

In Italia Troccoli è stato arrestato il 29 dicembre del 2007 a Marina di Camerota in provincia di Salerno nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Giancarlo Capaldo sui deparecidos di origine italiana. Nella quale sono coinvolte circa 147 persone (14 brasiliani, 61 argentini, 32 uruguayani, 22 cileni, 7 boliviani, 7 paraguaiani e 4 peruviani) accusate di crimini contro l’umanità. Ma in carcere Troccoli era rimasto poco. La Corte di Appello di Salerno lo aveva rimesso in libertà il 24 aprile scorso non essendo pervenuta nel termine previsto del 23 marzo la richiesta di estradizione dall’Uruguay. Nel paese sudamericano la cosa aveva sollevato un caso nazionale. Dopo due mesi di proteste lo scorso giugno il governo di Montevideo aveva deciso di sollevare l’ambasciatore Carlos Abin e il suo braccio destro Tabare’ Bocalandro. Ma soprattutto di proseguire la causa contro l’ex capitano, riprendendo l’iter di estradizione.

Una richiesta che lo scorso settembre ha subito un brusco stop. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha negato alle autorità uruguayane di riprendersi Troccoli. Nella risoluzione si sostiene che l’ex militare accusato di crimini contro l’umanità è nato in Italia ed è rimasto cittadino italiano, per cui per il trattato in vigore tra i due paesi (firmato più di un secolo fa, cioè nel 1879), non è estradabile. Contro la decisione del governo italiano l’Uruguay ha presentato un ricorso presso la Corte di Cassazione. Che lo ha però rigettato. Nella sentenza, però, la Corte ha riconosciuto come la sentenza della Corte di Appello di Salerno, che rimetteva in libertà Troccoli, fosse sbagliata. Secondo la Cassazione i termini del ricorso non erano scaduti. Tra l’altro, il governo di Montevideo, che in Italia si è affidato all’avvocato Fabio Maria Galiani, ha sempre sostenuto di aver depositato la documentazione nei tempi previsti.

Nonostante la Cassazione e il Trattato secolare Troccoli, visto che ora è cittadino italiano, potrebbe essere sottoposto a processo in Italia per reati come sequestro di persona e omicidio. Non per crimini contro l’umanità visto che ancora la nostra legislazione non si è mai adeguate alle regole internazionali. Inoltre il nostro governo potrebbe formalizzare con il governo uruguayano un nuovo accordo che permetterebbe di creare profili investigativi comuni. Anche qui serve la volontà del ministro della Giustizia.
30 gennaio 2009





secondo me si sta spendendo parole e inchiostro su cose vecchie che dovrebbero essere sepolte
e invece gli scribachini sono sempre a scrivere vagonate di inchiostro
comè anche gli altri paesi tengono ancora in voga i vecchi schemi?
cos'è il sudamerica è ancora il paese che difende prima i nazisti, ora i terroristi?
e pure i francesi?
cavolo il muro di berlino è caduto 20 anni fa...
senza inutile acrimonia e senza volonta vendicatrici e di parte (la sparata sul bloccare la partita è ridicola) perchè non si da un bel calcio al passato? e chi deve pagare paghi.

jan
30-01-2009, 20:11
Così i nostri agenti finiranno nelle carceri brasiliane, mentre Battisti rimarrà in Brasile.
Ste cose lasciamole fare ad Israele, che è meglio. :p
allora mi sa che non ne caveremo un ragno dal buco , perchè la nostra politica è altrettanto esilarante , chiedono la sospensione dell'amichevole di calcio come rappresaglia ....:help:

_Magellano_
30-01-2009, 20:15
BREAKING NEWS: BATTISTI E' INNOCENTE

''Non sono responsabile per nessuna delle morti di cui sono accusato e so che il dolore che esse hanno causato e' immenso ancora oggi'' scrive Cesare Battisti in un altro passaggio della lettera, scritta a mano, in portoghese, diffusa dai suoi avvocati.
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_875901590.html
Be' se è innocente è giusto che venga rilasciato daltronde ha appena detto di non essere responsabile di tutte le morti e delitti di cui lo si accusa,perchè mai il Brasile dovrebbe dare in pasto un innocente ai forcaioli italiani. :boh:
Un po come lui insomma che ripete qualcosa di simile:
http://it.youtube.com/watch?v=o02XJ12E0Mo :asd:

giannola
30-01-2009, 20:19
allora mi sa che non ne caveremo un ragno dal buco , perchè la nostra politica è altrettanto esilarante , chiedono la sospensione dell'amichevole di calcio come rappresaglia ....:help:

è solo un gesto d'impotenza. :D

jan
30-01-2009, 20:22
BREAKING NEWS: BATTISTI E' INNOCENTE


http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_875901590.html
Be' se è innocente è giusto che venga rilasciato daltronde ha appena detto di non essere responsabile di tutte le morti e delitti di cui lo si accusa,perchè mai il Brasile dovrebbe dare in pasto un innocente ai forcaioli italiani. :boh:
Un po come lui insomma che ripete qualcosa di simile:
http://it.youtube.com/watch?v=o02XJ12E0Mo :asd:
da quanto ne so lui si è sempre proclamato innocente , ma i processi hanno dato una verità differente

-kurgan-
30-01-2009, 20:47
Ogni paese ha un suo ordinamento in materia.
I cittadini giapponesi residenti in Giappone, a meno di una revoca della cittadinanza, non possono essere estradati.
Delfo Zorzi è cittadino giapponese, anche se non ha gli occhi a mandorla. :p

Battisti invece, se il ministro della giustizia lo volesse, lo avremmo qui da noi in poche settimane, senza lacuna revisione legislativa.
Ma dato che Battisti ha lo status di rifugiato politico perchè è stato perseguitato dall'Italia per le sue idee ( :sbonk: ) il Brasile non ce lo vuole ridare.


ma è ovvio che zorzi si è sposato apposta per sfangarla, dai.. ;)
battisti ha avuto le sue belle rassicurazioni politiche dal brasile (immagino pagando qualche sostanziosa mazzetta) e se l'è sfangata pure lui senza sposarsi.
in ogni caso.. schifo per entrambi.. ma così gira il mondo, purtroppo.

StefAno Giammarco
01-02-2009, 02:44
:D

anche perchè il suo messaggio è: dato che non prendono zorzi è giusto che anche Battisti resti libero, con buona pace delle vittime. :asd:

Allora liberiamo riina e provenzano, visto che ci sono mafiosi che non vengono presi e non è giusto perseguitare solo i primi due.:sofico:

Giannola evita di tirare in mezzo utenti sospesi dato che non possono rispondere.

FabioGreggio
02-02-2009, 23:16
Ma come ti permetti?
Ho capito che per te Battisti deve stare tranquillo in Brasile, ma cerca di rispettare le opinioni altrui, fai almeno un minimo di sforzo nel non insultare il tuo interlocutore..


Mi sembra di scrivere in italiano, eppure alcuni proprio non capiscono (o fanno finta di non capire)

Ma come ti permetti?
Fai almeno un minimo di sforzo nel non insultare il tuo interlocutore.
Il fatto di essere stato Moderatore non ti da il Bonus di avere comportamenti che ad altri non sono permessi.

Nel merito:
Innanzittutto dovresti quotarmi la frase in cui io affermo che per me Battisti deve stare tranquillo in Brasile.
Altrimenti dovresti chiedermi scusa per non aver capito assolutamente il mio ragionamento, e, peggio averlo storpiato per ricavarne un canovaccio pretestuoso su cui costruire un castello accusatorio.

Come infatti affermo qui:
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=26074301&postcount=3

mi sembra di aver scritto che Battisti deve andare in carcere.

Quindi se c'è uno che non legge attentamente quello che gli altri scrivono sei proprio tu.
Peggio, accusi gli altri di ciò che tu, carta canta, comunemente fai.

fg

nomeutente
03-02-2009, 10:59
Sei un frullato di segmenti di verità e cazzate sparate in modo populista.
Ma che cazzo scrivi?


Aggressione personale
3 gg



Edit: già sospeso per il post quotato.


Ma resta comunque sospeso per aver proseguito la polemica


Ma come ti permetti?
Fai almeno un minimo di sforzo nel non insultare il tuo interlocutore.
Il fatto di essere stato Moderatore non ti da il Bonus di avere comportamenti che ad altri non sono permessi.

zerothehero
03-02-2009, 15:17
ma è ovvio che zorzi si è sposato apposta per sfangarla, dai.. ;)

Avrei bisogno della fotografia della giapponese che ha sposato per valutare se l'ha sposata solo per interesse. :sofico:


battisti ha avuto le sue belle rassicurazioni politiche dal brasile (immagino pagando qualche sostanziosa mazzetta) e se l'è sfangata pure lui senza sposarsi.
in ogni caso.. schifo per entrambi.. ma così gira il mondo, purtroppo.

Secondo me non c'è stato alcun passaggio pecuniario. Sul resto quoto.

John Cage
03-02-2009, 15:32
:D

anche perchè il suo messaggio è: dato che non prendono zorzi è giusto che anche Battisti resti libero, con buona pace delle vittime. :asd:

Allora liberiamo riina e provenzano, visto che ci sono mafiosi che non vengono presi e non è giusto perseguitare solo i primi due.:sofico:

a me sembrava il contrario: come mai tutto questo interesse per battisti, fino a rischiare un caso diplomatico, e non una parola su Zorzi? Due pesi e due misure?

E' una domanda semplice e legittima. La cosa buffa è che non ha ancora risposto nessuno.

jpjcssource
03-02-2009, 17:06
a me sembrava il contrario: come mai tutto questo interesse per battisti, fino a rischiare un caso diplomatico, e non una parola su Zorzi? Due pesi e due misure?

E' una domanda semplice e legittima. La cosa buffa è che non ha ancora risposto nessuno.

Perchè Zorzi è intoccabile grazie alla sua cittadinanza giapponese, mentre per Battisti vi sono fievolissime speranze di portarlo in Italia.

Per Zorzi non c'è nulla da fare.

Inoltre il Giappone non nega Zorzi all'italia con banfe diffamatorie come quelle del governo brasiliano.
Dopo che hanno il coraggio di proteggere un terrorista si mettono addirittura a fare diffamazione sul nostro paese e tirare fuori giustificazioni ridicole.
Oltre al danno pure la beffa.

John Cage
03-02-2009, 18:03
Perchè Zorzi è intoccabile grazie alla sua cittadinanza giapponese, mentre per Battisti vi sono fievolissime speranze di portarlo in Italia.

Per Zorzi non c'è nulla da fare.

Inoltre il Giappone non nega Zorzi all'italia con banfe diffamatorie come quelle del governo brasiliano.
Dopo che hanno il coraggio di proteggere un terrorista si mettono addirittura a fare diffamazione sul nostro paese e tirare fuori giustificazioni ridicole.
Oltre al danno pure la beffa.

Non una parola su Zorzi perchè è intoccabile e non c'è nulla da fare?


:rolleyes:

-kurgan-
03-02-2009, 18:13
l'unica differenza tra zorzi e battisti è che zorzi ha usato uno stratagemma più furbo, tutto qui. Voglio sperare che la gente non creda al matrimonio giapponese per ammmore :asd:

jpjcssource
03-02-2009, 18:21
Non una parola su Zorzi perchè è intoccabile e non c'è nulla da fare?


:rolleyes:

Quindi, per par condicio, tutte le volte che si cerca di ottenere l'estradizione di un criminale di sinistra, bisogna fare l'elenco di altri casi che non hanno alcuna attinenza di criminali di destra che comunque sono già archiviati perchè non c'è nulla da fare :confused:

Il caso Zorzi è diverso da quello Battisti quindi non vedo l'attinenza ed il fatto che l'esecutivo italiano faccia differenze fra Zorzi e Battisti non sussiste.

-kurgan-
03-02-2009, 18:22
mi immagino quanti terroristi islamici siano ora alla ricerca della patata giapponese, la cosa funziona.

zerothehero
03-02-2009, 18:23
a me sembrava il contrario: come mai tutto questo interesse per battisti, fino a rischiare un caso diplomatico, e non una parola su Zorzi? Due pesi e due misure?

E' una domanda semplice e legittima. La cosa buffa è che non ha ancora risposto nessuno.

Veramente a questa domanda si è data una risposta o almeno io personalmente l'ho data.
Che poi la risposta non è condivisa, beh è normale. :fagiano:

T3d
03-02-2009, 18:26
mi immagino quanti terroristi islamici siano ora alla ricerca della patata giapponese, la cosa funziona.

già e nessuno si scandalizzerà o si muoverà, tanto non si può far nulla :boh:


:D

jpjcssource
03-02-2009, 18:28
già e nessuno si scandalizzerà o si muoverà, tanto non si può far nulla :boh:


:D

Dimmi cosa bisogna fare allora :p

חוה
03-02-2009, 18:38
in realtà il giappone potrebbe concedere l'estradizione visto che Hagen Roi non è nativo e come gliela hanno data la cittadinanza potrebbero anche revocargliela ( e ci sarebbero diversi motivi per cui potrebbero farlo)

T3d
03-02-2009, 18:39
Dimmi cosa bisogna fare allora :p

beh si è arrivati allo scontro diplomatico con il brasile, già sapendo che non avrebbero cambiato idea. perchè non hanno avuto la stessa solerzia con il caso zorzi?

sa tanto di caso impregnato di interessi politici e elettorali.

MARCA
03-02-2009, 21:24
PERCHE' ritiriamo l'Ambasciatore dal Brasile, E DAL GIAPPONE INVECE NO?
Perchè il Brasile ospita un cittadino italiano condannato per terrorismo, il Giappone no.
Perchè dal brasile è giunta risposta negativa alla nostra richiesta mentre dal Giappone non sono pervenuti dinieghi.
Perchè Battisti è cittadino italiano mentre Zorzi è anche cittadino giapponese.

John Cage
09-02-2009, 02:37
voglio proprio vedere come si comporterà il governo riguardo Podlech

http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/esteri/fermata-nipote-allende/fermata-nipote-allende/fermata-nipote-allende.html

-kurgan-
09-02-2009, 17:44
Perchè il Brasile ospita un cittadino italiano condannato per terrorismo, il Giappone no.
Perchè dal brasile è giunta risposta negativa alla nostra richiesta mentre dal Giappone non sono pervenuti dinieghi.
Perchè Battisti è cittadino italiano mentre Zorzi è anche cittadino giapponese.

a leggere te sembra che zorzi sia un poveruomo innocente..


È stato imputato per la Strage di Piazza Fontana del 1969 a seguito di testimonianze che lo indicavano come esecutore materiale dell'attentato, ovvero come colui che confezionò l'ordigno e lo collocò nei locali della filale della Banca Nazionale dell'Agricoltura sita in piazza Fontana a Milano, venendo prosciolto dall'accusa.

Nel 1974 si è trasferito in Giappone e nel 1989 ha preso il passaporto giapponese, assumendo il nuovo nome di Hagen Roi, in assonanza col tedesco Haken-kreuz (pronuncia aken-cròiz); in italiano croce uncinata, svastica.

Il pentito ora latitante Martino Siciliano, teste chiave nei processi per le stragi di Piazza Fontana e di Piazza della Loggia, ad oggi latitante, avrebbe scagionato Delfo Zorzi da ogni accusa e sarebbe stato pagato nel 1994 con 6 mila marchi tedeschi dell'epoca (non si sa a che titolo) provenienti da un conto svizzero riconducibile alla Fininvest/Mediaset.

Zorzi è stato indagato e rinviato a giudizio per la Strage di Piazza della Loggia a Brescia, processo nel quale è tuttora imputato.[4]

Oggi Zorzi vive a Tokyo, nel quartiere di Aoyama, e grazie alla sua cittadinanza giapponese non può essere estradato in Italia. Commerciante di successo, coordina da Tokyo diverse aziende di import-export in Asia e in Europa.

Nel settembre del 2005 un'inchiesta del settimanale L'Espresso ha accusato Zorzi di svolgere affari in Italia nel campo della pelletteria attraverso una serie di società sotto copertura. Nello specifico sarebbe proprietario nel negozio Oxus a Milano, con sede in Galleria Vittorio Emanuele II, in un fondo di proprietà del comune meneghino, di un altro negozio della stessa catena in Piazza Fiume a Roma[5], e di altri negozi Oxus a Conegliano Veneto e Pordenone[6].

È intervenuto nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta condotta da Bruno Vespa. La telefonata è stata in parte ritrasmessa durante la trasmissione Blu notte, condotta da Carlo Lucarelli, in una puntata dedicata alla Strage di Piazza Fontana.

http://it.wikipedia.org/wiki/Delfo_Zorzi

che bella persona zorzi, eh si.. e come mai mediaset/fininvest ha pagato un latitante? boh.
e per la strage di brescia per cui è imputato perchè non si presenta qui, se è innocente?

l'unica differenza tra zorzi e battisti, a parte che zorzi pare abbia accoppato più innocenti (ma non stiamo a far classifiche), è il modo che hanno usato per sfuggire alla giustizia. Sono persone schifose entrambe, assassini che non meritano mezza giustificazione, non certo materiale per fare tifo da stadio destra-sinistra.

blade9722
09-02-2009, 23:49
Almeno Zorzi è cittadino giapponese e quindi in base alla legge, a meno di una revoca della cittadinanza, non può in alcun modo essere estradato.
Per Battisti invece non ci sarebbe alcun ostacolo giuridico.

Guarda che la cittadinanza non impedisce l'estradizione. Se te ne vai negli USA, commetti un omicidio e troni in Italia verrai estradato.

FabioGreggio
09-02-2009, 23:56
Guarda che la cittadinanza non impedisce l'estradizione. Se te ne vai negli USA, commetti un omicidio e troni in Italia verrai estradato.


Vero.
Come se l'acquisizione di cittadinanza cancellasse i crimini per cui è ricercato.

Per il criminale Battisti quasi dichiariamo guerra al Brasile.
Per Sofri, niente grazia anche se era quasi in coma.

Per Zorzi 5 passaporti e un ciao ciao alla luce della cittadinanza giapponese.

Mi sembrano modi diversi di perseguire persone che hanno commesso crimini.


Resta però lo sfizio di sapere:

CHI HA DATO 5 PASSAPORTI A ZORZI?

Lo so, sono un rompicoglioni. Ma vorrei saperlo.

fg

pistacchio89
10-02-2009, 09:38
IL CASO BATTISTI: TUTTI I DUBBI SUI PROCESSI E LE CONDANNE; ESPOSTI PUNTO PER PUNTO

PERCHÉ IL BRASILE HA ACCOLTO IL "MOSTRO"

di Carmilla

http://www.carmillaonline.com/archives/CesareInCarcere.jpg

Questa nuova versione delle nostre FAQ sul caso Battisti, già lette da centinaia di migliaia di utenti e tradotte in molte lingue, cadono in un momento di isteria collettiva mai visto in Italia dai tempi di Piazza Fontana e della colpevolizzazione di Pietro Valpreda. Battisti si trova da quasi due anni, mentre scriviamo, in un carcere brasiliano. Ha ottenuto asilo politico in Brasile, concesso dal ministro della giustizia Tarso Genro e ripetutamente avvallato dal presidente Lula. La stampa italiana, a fronte di un’opinione pubblica sostanzialmente indifferente, si è scatenata con toni da linciaggio. Battisti è tornato a essere il mostro, l’assassino per vocazione, il serial killer. Il Brasile è stato dipinto (per esempio da Francesco Merlo, su La Repubblica del 15 gennaio) come una democrazia da operetta, abitato da una popolazione quasi scimmiesca. Persino il presidente Napolitano, che non brilla per attivismo, si è mobilitato a sostegno della richiesta di estradizione del criminale del secolo. Seguito ovviamente dal PD di Walter Veltroni, in perfetta armonia con le componenti più reazionarie del governo e delle presunte “opposizioni”.

Va notato che tanto furore non era mai stato esercitato nei confronti, per esempio, di Delfo Zorzi, quando era sospettato di essere coautore della strage di Piazza Fontana e riparato in Giappone. Per non dire dei membri delle Forze dell’ordine uccisori, dagli anni Settanta a Genova 2001, di oltre un centinaio di militanti di sinistra, tutti quanti assolti da giudici compiacenti e da politici complici. O degli autori del massacro del Circeo, uno dei quali poté espatriare con il passaporto italiano in tasca.
Urgeva aggiornare le nostre FAQ, anche alla luce di un’indiretta replica del sostituto procuratore di Milano Armando Spataro, apparsa su Il Corriere della Sera del 23 gennaio 2009, nella rubrica delle lettere. Nonché di un articolo in cui era intervistato il pentito Pietro Mutti, massimo accusatore di Battisti (“specialista in giochi di prestigio” nell’attribuire ad altri le proprie responsabilità, lo definisce una sentenza citata più sotto; ma ne vedrete delle belle), pubblicato da Panorama del 25 gennaio 2009.
Confidiamo che una lettura pacata di quanto segue faccia sorgere, in chi è in buona fede, molti dubbi sull’effettiva colpevolezza di Battisti.
Comunque, a noi non preme dimostrare che Battisti sia innocente. Ci interessa, piuttosto, denunciare le distorsioni che la cosiddetta “emergenza” provocò, negli anni Settanta, nelle procedure processuali italiane, fondate, come ai tempi dell’Inquisizione, su “pentimenti” veri o fasulli (1).

Perché Cesare Battisti fu arrestato, nel 1979?

Fu arrestato nell’ambito delle retate che colpirono il Collettivo Autonomo della Barona (un quartiere di Milano), dopo che, il 16 febbraio 1979, venne ucciso il gioielliere Luigi Pietro Torregiani.

Perché il gioielliere Torregiani fu assassinato?

Perché, il 22 gennaio 1979, assieme a un conoscente anche lui armato, aveva ucciso Orazio Daidone: uno dei due rapinatori che avevano preso d’assalto il ristorante Il Transatlantico in cui cenava in folta compagnia. Un cliente, Vincenzo Consoli, morì nella sparatoria, un altro rimase ferito. Chi uccise Torregiani intendeva colpire quanti, in quel periodo, tendevano a “farsi giustizia da soli”.

Cesare Battisti partecipò all’assalto al Transatlantico?

No. Nessuno ha mai asserito questo. Si trattò di un episodio di delinquenza comune.

Cesare Battisti partecipò all’uccisione di Torregiani?

No. Anche questa circostanza – affermata in un primo tempo – venne poi totalmente esclusa. Altrimenti sarebbe stato impossibile coinvolgerlo, come poi avvenne, nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, avvenuta in provincia di Udine lo stesso 16 febbraio 1979, quasi alla stessa ora.

Eppure è stato fatto capire che Cesare Battisti abbia ferito uno dei figli adottivi di Torregiani, Alberto, rimasto poi paraplegico.

E’ assodato che Alberto Torregiani fu ferito per errore dal padre, nello scontro a fuoco con gli attentatori.

I media insistono nell'indicare Cesare Battisti come l'uccisore di Torregiani, spesso addirittura dicono che è stato lui a ferire Alberto e a ridurlo in sedia a rotelle. Alberto non rettifica mai, nemmeno per amore di precisione. Non rettifica mai nemmeno Spataro. Perché?

Ciò è inspiegabile. Gli assassini reali (Sebastiano Masala, Sante Fatone, Gabriele Grimaldi e Giuseppe Memeo) furono catturati poco tempo dopo l’agguato, e hanno scontato condanne più o meno lunghe.

Il procuratore Armando Spataro, ne Il Corriere della Sera del 23 gennaio 2008, dice che Battisti “giustiziò” Luigi Pietro Torregiani, reo di avere reagito con le armi a una rapina che aveva subito.

Anche questo è inspiegabile. La dinamica dei fatti è molto diversa, Spataro stesso la spiegò altre volte: Torregiani e un collega fecero fuoco, con revolver di grosso calibro, su chi stava rapinando la cassa del ristorante Transatlantico in cui cenavano con amici.

Perché dunque Cesare Battisti viene collegato all’omicidio Torregiani?

Anzitutto perché, per sua stessa ammissione, faceva parte del gruppo che rivendicò l’attentato, i Proletari Armati per il Comunismo. Lo stesso gruppo che rivendicò l’attentato Sabbadin.

Cos’erano i Proletari Armati per il Comunismo (PAC)?

Uno dei molti gruppi armati scaturiti, verso la fine degli anni ’70, dal movimento detto dell’Autonomia Operaia, e dediti a quella che chiamavano “illegalità diffusa”: dagli “espropri” (banche, supermercati) alle rappresaglie contro le aziende che organizzavano lavoro nero, fino, più raramente, a ferimenti e omicidi.

I PAC somigliavano alle Brigate Rosse?

No. Come tutti i gruppi autonomi non puntavano né alla costruzione di un nuovo partito comunista, né a un rovesciamento immediato del potere. Cercavano piuttosto di assumere il controllo del territorio, spostandovi i rapporti di forza a favore delle classi subalterne, e in particolare delle loro componenti giovanili. Questo progetto, comunque lo si giudichi (certamente non ha funzionato), non collimava con quello delle BR.

Il procuratore Spataro ha detto che gli aderenti ai PAC non superavano la trentina.

Gli indagati per appartenenza ai PAC furono almeno 60. La componente maggiore era rappresentata da giovani operai. Seguivano disoccupati e insegnanti. Gli studenti erano tre soltanto. La sigla PAC fu comunque usata da altri raggruppamenti.

Trenta o sessanta fa poca differenza.

Ne fa, invece. Cambiano le probabilità di partecipazione alle scelte generali dell’organizzazione, e anche alle azioni da questa progettate. Teniamo presente che, se le rapine attribuite ai PAC sono decine, gli omicidi sono quattro. La partecipazione diretta a uno di questi diviene molto meno probabile, se si raddoppia il numero degli effettivi.

Cesare Battisti era il capo dei PAC, o uno dei capi?

No. Questa è una pura invenzione giornalistica. Né gli atti del processo, né altri elementi inducono a considerarlo uno dei capi. Del resto, non aveva un passato tale – come ex ladruncolo e teppista di periferia, privo di formazione ideologica - da permettergli di ricoprire un ruolo del genere. Era un militante tra i tanti.

In sede processuale Battisti fu però giudicato tra gli “organizzatori” dell’omicidio Torregiani.

In via deduttiva. Secondo il dissociato Arrigo Cavallina, avrebbe partecipato a riunioni in cui si era discusso del possibile attentato, senza esprimere parere contrario. Solo con l’entrata in scena del pentito Mutti – dopo che Battisti, condannato a dodici anni e mezzo, era evaso dal carcere e fuggito in Messico – l’accusa si precisò, ma ancora una volta per via deduttiva. Poiché Battisti era accusato da Mutti di avere svolto ruoli di copertura nell’omicidio Sabbadin, e poiché gli attentati Torregiani e Sabbadin erano chiaramente ispirati a una stessa strategia (colpire i negozianti che uccidevano i rapinatori), ecco che Battisti doveva essere per forza di cose tra gli “organizzatori” dell’agguato a Torregiani, pur senza avervi partecipato di persona.

Eppure, di tutti i crimini attribuiti a Battisti, quello cui si dà più rilievo è proprio il caso Torregiani.

Forse si prestava più degli altri a un uso “spettacolare” (si veda l’impiego ricorrente nei media di Alberto Torregiani, non sempre pronto, per motivi anche comprensibili, a rivelare chi lo ferì). O forse – visto chi ci governa e le proposte formulate qualche anno fa dal ministro Castelli, in tema di autodifesa da parte dei negozianti – era l’episodio meglio capace di fare vibrare certe corde nell’elettorato di riferimento.

Comunque, chi difende Battisti ha spesso giocato la carta della “simultaneità” tra il delitto Torregiani e quello Sabbadin, mentre Battisti è stato accusato di avere “organizzato” il primo ed “eseguito” il secondo.

Ciò si deve all’ambiguità stessa della prima richiesta di estradizione di Battisti (1991), alle informazioni contraddittorie fornite dai giornali (numero e qualità dei delitti variano da testata a testata), al silenzio di chi sapeva. Non dimentichiamo che Armando Spataro ha fornito dettagli sul caso – per meglio dire, un certo numero di dettagli – solo dopo che la campagna a favore di Cesare Battisti ha iniziato a contestare il modo in cui furono condotti istruttoria e processo. Non dimentichiamo nemmeno che il governo italiano ha ritenuto di sottoporre ai magistrati francesi, alla vigilia della seduta che doveva decidere della nuova domanda di estradizione di Cesare Battisti, 800 pagine di documenti. E’ facile arguire che giudicava lacunosa la documentazione prodotta fino a quel momento. A maggior ragione, essa presentava lacune per chi intendeva impedire che Battisti fosse estradato.

La simultaneità fra il delitto Sabbadin e quello Torregiani dimostra un’unica ideazione.

Ma andrebbe provato che Battisti partecipò effettivamente all’uccisione di Sabbadin. Inizialmente, il pentito Mutti incolpò Battisti di avere sparato al macellaio, e disse di non avere partecipato all’azione. Purtroppo per lui, il militante dei PAC Diego Giacomin si dissociò e rivelò di essere stato lui stesso a uccidere il negoziante, in compagnia di Mutti. A quel punto – solo a quel punto – Mutti dovette ammettere la sua presenza e declassò Battisti al ruolo di complice (2).

Comunque, quello a Cesare Battisti e agli altri accusati del delitto Torregiani fu un processo regolare.

No, non lo fu, e dimostrarlo è piuttosto semplice.

Perché il processo Torregiani, poi allargato all’intera vicenda dei PAC, non fu regolare?

Precisiamo: non fu regolare se non nel quadro delle distorsioni della legalità introdotte dalla cosiddetta “emergenza”. Sotto il profilo del diritto generale, il processo fu viziato da almeno tre elementi: il ricorso alla tortura per estorcere confessioni in fase istruttoria (3), l’uso di testimoni minorenni o con turbe mentali, la moltiplicazione dei capi d’accusa in base alle dichiarazioni di un pentito di incerta attendibilità. Più altri elementi minori.

I magistrati torturarono gli arrestati?

No. Fu la polizia a torturarli. Vi furono ben tredici denunce: otto provenienti da imputati, cinque da loro parenti. Non un fatto inedito, ma certo fino a quel momento insolito, in un’istruttoria di quel tipo. I magistrati si limitarono a ricevere le denunce, per poi archiviarle.

Forse le archiviarono perché non si era trattato di vere torture, ma di semplici pressioni un po’ forti sugli imputati.

Uno dei casi denunciati più di frequente fu quello dell’obbligo di ingurgitare acqua versata nella gola dell’interrogato, a tutta pressione, tramite un tubo, mentre un agente lo colpiva a ginocchiate nello stomaco. Tutti denunciarono poi di essere stati fatti spogliare, avvolti in coperte perché non rimanessero segni e poi percossi a pugni o con bastoni. Talora legati a un tavolo o a una panca.

Se i magistrati non diedero seguito alle denunce, forse fu perché non c’erano prove che tutto ciò fosse realmente accaduto.

Infatti il sostituto procuratore Alfonso Marra, incaricato di riferire al giudice istruttore Maurizio Grigo, dopo avere derubricato i reati commessi dagli agenti della Digos da “lesioni” a “percosse” per assenza di segni permanenti sul corpo (in Italia non esisteva il reato di tortura, e non esiste nemmeno ora), concludeva che la stessa imputazione di percosse non poteva avere seguito, visto che gli agenti, unici testimoni, non confermavano. Dal canto proprio il PM Corrado Carnevali, titolare del processo Torregiani, insinuò che le denunce di torture fossero un sistema adottato dagli accusati per delegittimare l’intera inchiesta.

Nulla ci dice che il PM Carnevali avesse torto.

Almeno un episodio non collima con la sua tesi. Il 25 febbraio 1979 l’imputato Sisinio Bitti denunciò al sostituto procuratore Armando Spataro le torture subite e ritrattò le confessioni rese durante l’interrogatorio. Tra l’altro, raccontò che un poliziotto, nel percuoterlo con un bastone, lo aveva incitato a denunciare un certo Angelo; al che lui aveva denunciato l’unico Angelo che conosceva, tale Angelo Franco. La ritrattazione di Bitti non fu creduta, e Angelo Franco, un operaio, fu arrestato quale partecipante all’attentato Torregiani. Solo che pochi giorni dopo lo si dovette rilasciare: non poteva in alcun modo avere preso parte all’agguato. Dunque la ritrattazione di Bitti era sincera, e dunque, con ogni probabilità, anche le violenze con cui la falsa confessione gli era stata estorta. Sisinio Bitti riportò lesioni permanenti ai timpani. Se le era procurate da solo?

Ammesso il ricorso alle sevizie in fase istruttoria, ciò non assolve Cesare Battisti.

No, però dà l’idea del tipo di processo in cui fu implicato. Definirlo “regolare” è a dir poco discutibile. Tra i testi a carico di alcuni imputati figurarono anche una ragazzina di quindici anni, Rita Vitrani, indotta a deporre contro lo zio; finché le contraddizioni e le ingenuità in cui incorse non fecero capire che era psicolabile (“ai limiti dell’imbecillità”, dichiararono i periti) (4). Figurò anche un altro teste, Walter Andreatta, che presto cadde in stato confusionale e fu definito “squilibrato” e vittima di crisi depressive gravi dagli stessi periti del tribunale.

Pur ammettendo il quadro precario dell’inchiesta, c’è da considerare che Cesare Battisti rinunciò a difendersi. Quasi un’ammissione di colpevolezza, anche se, prima di tacere, si proclamò innocente.

Può sembrare così oggi, ma non allora. Anzi, è vero il contrario. A quel tempo, i militanti dei gruppi armati catturati si proclamavano prigionieri politici, e rinunciavano alla difesa perché non riconoscevano la “giustizia borghese”. Battisti vi rinunciò perché disse di dubitare dell’equità del processo.

Tralasciate violenze e testimonianze poco attendibili in fase istruttoria, il processo fu però condotto a conclusione con equità.

Non proprio. Accusati minori furono colpiti con pene spropositate. Il già citato Bitti, riconosciuto innocente di ogni delitto, fu ugualmente condannato a tre anni e mezzo di prigione per essere stato udito approvare, in luogo pubblico, l’attentato a Torregiani. Era scattato il cosiddetto “concorso morale” in omicidio, direttamente ispirato alle procedure dell’Inquisizione. Il già citato Angelo Franco, pochi giorni dopo il rilascio, fu arrestato nuovamente, questa volta per associazione sovversiva, e condannato a cinque anni. Ciò in assenza di altri reati, solo perché era un frequentatore del collettivo autonomo della Barona.

Secondo Luciano Violante, una certa “durezza” era indispensabile a spegnere il terrorismo. E Armando Spataro sostiene che, a questo fine, l’aggravante delle “finalità terroristiche”, che raddoppiava le pene, si rivelò un’arma decisiva.

Spezzò anche le vite di molti giovani, arrestati con imputazioni destinate ad aggravarsi in maniera esponenziale nel corso della detenzione, pur in assenza di fatti di sangue.

Ciò non vale per Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per avere partecipato a due omicidi ed eseguito altri due.

Di Torregiani e Sabbadin si è detto. Veniamo a Santoro e Campagna. Mutti accusa Battisti di essere l’omicida di Santoro, ma poi le prove lo costringono ad ammettere di essere stato lui, l’assassino. L’uccisione dell’agente Campagna avviene dopo che i PAC sono stati sciolti, e un gruppetto di quartiere ne perpetua le gesta. L’assassino si chiama Giuseppe Memeo, reo confesso. Ha sparato con la stessa pistola che aveva ucciso Torregiani. Mutti ne parla per sentito dire. Memeo aveva un complice biondo, altro 1,90. Battisti? Ne parleremo tra poco.
Al termine del processo di primo grado Battisti, arrestato in origine per imputazioni minori (possesso di armi, che peraltro risultarono non avere mai sparato), si trovò condannato a dodici anni e mezzo di prigione. Le condanne all’ergastolo giunsero cinque anni dopo la sua evasione dal carcere. Ma qui è tempo di parlare dei “pentiti” e, soprattutto, del principale pentito che lo accusò. Per poi entrare nel merito degli altri tre delitti.

Vediamo di capire che cos’è un “pentito”.

Se ci riferiamo ai gruppi di estrema sinistra, vengono così chiamati quei detenuti per reati connessi ad associazioni armate che, in cambio di consistenti sconti di pena, rinnegano la loro esperienza e accettano di denunciare i compagni, contribuendo al loro arresto e allo smantellamento dell’organizzazione. Di fatto una figura del genere esisteva già alla fine degli anni ’70, ma entra stabilmente nell’ordinamento giuridico prima con la “legge Cossiga” 6.2.1980 n. 15, poi con la “legge sui pentiti” 29.5.1982 n. 304. Manifesta i pericoli insiti nel suo meccanismo sia prima che dopo questa data.

Quali sarebbero i “pericoli”?

La logica della norma faceva sì che il “pentito” potesse contare su riduzioni di pena tanto più elevate quante più persone denunciava; per cui, esaurita la riserva delle informazioni in suo possesso, era spinto ad attingere alle presunzioni e alle voci raccolte qui e là. Per di più, la retroattività della legge incitava a delazioni indiscriminate anche a distanza di molti anni dai fatti, quando ormai erano impossibili riscontri materiali.

Esistono esempi di questi effetti perversi?

Il caso più clamoroso fu quello di Carlo Fioroni, che, minacciato di ergastolo per il sequestro a fini di riscatto di un amico, deceduto nel corso del rapimento, accusò di complicità Toni Negri, Oreste Scalzone e altre personalità dell’organizzazione Potere Operaio, sgravandosi della condanna. Ma anche altri pentiti, quali Marco Barbone (oggi collaboratore di quotidiani di destra), Antonio Savasta, Pietro Mutti, Michele Viscardi ecc. seguitarono per anni a spremere la memoria e a distillare nomi. Ogni denuncia era seguita da arresti, tanto che la detenzione diventò arma di pressione per ottenere ulteriori pentimenti. Purtroppo ciò destò scandalo solo in un secondo tempo, quando la logica del pentitismo, applicata al campo della criminalità comune, provocò il caso Tortora e altri meno noti.

Pietro Mutti fu l’accusatore principale di Cesare Battisti. Chi era?

Fu, per sua stessa confessione, il fondatore dei PAC. Figurò tra gli imputati del processo Torregiani, sebbene latitante, e l’accusa chiese per lui otto anni di prigione. Fu catturato nel 1982 (dopo che Battisti era già evaso), a seguito della fuga dal carcere di Rovigo, il 4 gennaio di quell’anno, di alcuni militanti di Prima Linea. Mutti fu tra gli organizzatori dell’evasione. Era stato compagno di cella di Battisti, quando questi era in carcere per reati comuni, e autore della sua politicizzazione (un ruolo curiosamente poi rivendicato dal dissociato Arrigo Cavallina).

Di quali delitti Mutti, una volta pentito, accusò Battisti?

Tralasciando reati minori, per tre omicidi. Battisti (con una complice e con lo stesso Mutti, che sulle prime cercò di negare la sua presenza) avrebbe direttamente assassinato, il 6 giugno 1978, il maresciallo degli agenti di custodia del carcere di Udine Antonio Santoro, che i PAC accusavano di maltrattamenti ai detenuti. Avrebbe direttamente assassinato a Milano, il 19 aprile 1979, l’agente della Digos Andrea Campagna, che aveva partecipato ai primi arresti legati al caso Torregiani. Tra i due delitti avrebbe preso parte, senza sparare direttamente ma comunque con ruoli di copertura, al già citato omicidio del macellaio Lino Sabbadin di Santa Maria di Sala. Di tutto ciò si è già discusso.

L’omicidio Sabbadin è tra quelli di cui più si è parlato. In un’intervista al gruppo di estrema destra francese Bloc Identitaire, il figlio di Lino Sabbadin, Adriano, ha dichiarato che gli assassini del padre sarebbero stati i complici del rapinatore da questi ucciso.

O la sua risposta è stata male interpretata, o ha dichiarato cosa che non risulta da alcun atto. Meglio tralasciare le dichiarazioni dei congiunti delle vittime, la cui funzione, nel corso degli ultimi quattro anni, è stata essenzialmente spettacolare.

Cesare Battisti è colpevole o innocente dei tre omicidi di cui lo accusò Mutti?

Lui si dice innocente, anche se si fa carico della scelta sbagliata in direzione della violenza che, in quegli anni, coinvolse lui e tanti altri giovani. Qui però non è questione di stabilire l’innocenza o meno di Battisti. E’ invece questione di vedere se la sua colpevolezza fu mai veramente provata, nonché di verificare, a tal fine, se l’iter processuale che condusse alla sua condanna possa essere giudicato corretto. In caso contrario, non si spiegherebbe l’accanimento con cui il governo italiano, con il sostegno anche di nomi illustri dell’opposizione, ha cercato di farsi riconsegnare Battisti prima dalla Francia e oggi dal Brasile.

A parte le denunce di Mutti, emersero altre prove a carico di Battisti, per i delitti Santoro, Sabbadin (sia pure in ruolo di copertura) e Campagna?

No. Quando oggi i magistrati parlano di “prove”, si riferiscono all’incrocio da loro effettuato tra le dichiarazioni di un pentito (nel nostro caso Mutti) e gli indizi indirettamente forniti dai “dissociati”, tipo Cavallina.

Armando Spataro continua ad asserire che prove e riscontri vi sarebbero.

Continua a dirlo, ma non specifica mai quali.

Cosa si intende per “dissociato”?

Chi prenda le distanze dall’organizzazione armata cui apparteneva e confessi reati e circostanze che lo riguardino, senza però accusare altri. Ciò comporta uno sconto di pena, anche se ovviamente inferiore a quello di un pentito.

In che senso un dissociato può fornire indirettamente indizi?

Per esempio se afferma di non avere partecipato a una riunione perché contrario a una certa azione che lì veniva progettata, pur senza dire chi c’era. Se nel frattempo un pentito ha detto che X partecipò a quella riunione, ecco che X figura automaticamente tra gli organizzatori.

Cosa c’è che non va, in questa logica?

C’è che sia la denuncia diretta del pentito, che l’indizio fornito dal dissociato, provengono da soggetti allettati dalla promessa di un alleggerimento della propria detenzione. La loro lettura congiunta, se mancano i riscontri, è effettuata dal magistrato che la sceglie tra varie possibili. Inoltre è comunque il pentito, cioè colui che ha incentivi maggiori, a essere determinante. Tutto ciò in altri paesi (non totalitari) sarebbe ammesso in fase istruttoria, e in fase dibattimentale per il confronto con l’accusato. Non sarebbe mai accettato con valore probatorio in fase di giudizio. In Italia sì.

Nel caso di Battisti mancano altri riscontri?

Vi sono solo dei riconoscimenti di testi che lo stesso magistrato Armando Spataro ha definito poco significativi.

Eppure dice che “le confessioni di Mutti (…) sono state convalidate da molte testimonianze e dalle successive dichiarazioni di altri ex terroristi” (Il Corriere della Sera, 23 gennaio 2009).

Si tratta sempre di Mutti e di Cavallina. Quanto ai testi, basti dire che l’autore del delitto Santoro aveva la barba (e qui ci siamo, Mutti parla di una barba finta), era biondo (Battisti avrebbe potuto tingersi i capelli) ed era alto 1,90 (qui non ci siamo più: Battisti supera di poco l’1,60).

Ma il pentito Pietro Mutti non può essere ritenuto credibile? Vi sono motivi per asserire che sia mai caduto nel meccanismo “Quanto più confesso, tanto meno resto in prigione”?

Lo asserisce una sentenza di Cassazione del 1993. Citiamo testualmente:
“Questo pentito è uno specialista nei giochi di prestigio tra i suoi diversi complici, come quando introduce Battisti nella rapina di viale Fulvio Testi per salvare Falcone (…) o ancora Lavazza o Bergamin in luogo di Marco Masala in due rapine veronesi”.
Più sotto:
“Del resto, Pietro Mutti utilizza l’arma della menzogna anche a proprio favore, come quando nega di avere partecipato, con l’impiego di armi da fuoco, al ferimento di Rossanigo o all’omicidio Santoro; per il quale era d’altra parte stato denunciato dalla DIGOS di Milano e dai CC di Udine. Ecco perché le sue confessioni non possono essere considerate spontanee”.
Teniamo inoltre conto che Mutti, colpevole di omicidi e rapine, ha scontato solo otto anni di prigione. Un privilegio condiviso con l'uccisore di Walter Tobagi (anche quel caso, su cui permangono molti dubbi, fu istruito da Armando Spataro), con il pluri-omicida Michele Viscardi e con molti altri pentiti.

Ci sono altri motivi per dubitare della sincerità di Mutti?

Sì. Le denunce di Pietro Mutti non riguardarono solo Battisti e i PAC, ma furono a 360 gradi, e si indirizzarono nelle direzioni più svariate. La più clamorosa riguardò l’OLP di Yasser Arafat, che avrebbe rifornito di armi le Brigate Rosse. In particolare, elencò Mutti, “tre fucili AK47, 20 granate a mano, due mitragliatrici FAL, tre revolver, una carabina per cecchini, 30 chilogrammi di esplosivo e 10.000 detonatori” (mica tanto, a ben vedere, a parte il numero incongruo dei detonatori; mancava solo che Arafat consegnasse una pistola ad aria compressa). Il procuratore Carlo Mastelloni poté, sulla base di questa preziosa rivelazione, aggiungere un fascicolo alla sua “inchiesta veneta” sui rapporti tra terroristi italiani e palestinesi, e chiamò persino in giudizio Yasser Arafat. Poi dovette archiviare il tutto, perché Arafat non venne e il resto si sgonfiò.

Ciò ha a che vedere con le armi, provenienti dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, mercanteggiate nel 1979 da tale Maurizio Follini, che Armando Spataro dice essere stato militante dei PAC?

Questo Follini era mercante d’armi e, secondo alcuni, spia sovietica. Fu tirato in ballo da Mutti, ma in relazione ad altri gruppi. Meglio stendere un velo pietoso. Dopo avere notato, però, quanto le rivelazioni di Mutti tendessero al delirio.

Mutti non sarà attendibile per altre inchieste, ma nulla ci garantisce che, almeno sui PAC, non dicesse la verità.

Nulla ce lo dice, infatti, se non un dettaglio. Nel 1993, la Cassazione ha mandato assolta una coimputata di Battisti (nel delitto Santoro), anche lei denunciata da Mutti. Parlo del 1993. Per dieci anni la magistratura aveva creduto, a suo riguardo, alle accuse del pentito. Ciò dovrebbe commentarsi da solo.

Anche ammesso che il processo che ha portato alla condanna di Cesare Battisti sia stato viziato da irregolarità e imperniato sulle deposizioni di pentiti poco credibile, è certo che Battisti ha potuto difendersi nei successivi gradi di giudizio.

Non è così, almeno per quanto riguarda il processo d’appello del 1986, che modificò la sentenza di primo grado e lo condannò all’ergastolo. Battisti era allora in Messico e ignaro di ciò che avveniva a suo danno in Italia.

Il magistrato Armando Spataro ha detto che, per quanto sfuggito di sua iniziativa alla giustizia italiana, Battisti poté difendersi in tutti i gradi di processo attraverso il legale da lui nominato.

Ciò è vero solo per il periodo in cui Battisti si trovava ormai in Francia, e dunque vale essenzialmente per il processo di Cassazione che ebbe luogo nel 1991. Non vale per il processo del 1986, che sfociò nella sentenza della Corte d’Appello di Milano del 24 giugno di quell’anno. A quel tempo Battisti non aveva contatti né col legale, pagato dai familiari, né con i familiari stessi.

Questo lo dice lui.

Be’, lo dice anche l’avvocato Giuseppe Pelazza di Milano, che si assunse la difesa, e lo dicono i familiari. Ma certamente si tratta di testimonianze di parte. Resta il fatto che Battisti non ebbe alcun confronto con il pentito Mutti che lo accusava. Si era sottratto al carcere, d’accordo; però il dato oggettivo è che non poté intervenire in un procedimento che commutava la sua condanna da dodici anni di prigione in due ergastoli (nessun altro imputato nel processo ebbe una condanna simile, inclusi gli assassini di Torregiani!), e gli attribuiva l’esecuzione di due omicidi, la partecipazione a svariato titolo ad altri due, alcuni ferimenti e una sessantina di rapine (cioè l’intera attività dei PAC). Questo era ed è ammissibile per la legge italiana, ma non per la legislazione di altri paesi che, pur prevedendo la condanna in contumacia, impone la ripetizione del processo qualora il contumace sia catturato.

Ma Battisti sottoscrisse delle deleghe ai suoi legali, perché lo rappresentassero, lui contumace.

E’ stato ampiamente dimostrato, dai periti di parte, però scelti tra quelli della Corte di Parigi, che le firme furono falsificate (forse a fin di bene). Le deleghe erano in bianco, e furono redatte nel 1981.

Battisti asserisce la propria innocenza, salvo fatti minori attribuibili ai PAC, senza fornire prove concrete.

Ma Battisti non è tenuto a provare nulla! L’onere della prova spetta a chi lo accusa. Quanto alla sostanza della questione, vediamo di ricapitolarla: 1) un’istruttoria che nasce da confessioni estorte con metodi violenti; 2) una serie di testimonianze di elementi incapaci per età o facoltà mentali; 3) una sentenza esageratamente severa; 4) un aggravio della stessa sentenza dovuta all’apparizione tardiva di un “pentito” che snocciola accuse via via più gravi e generalizzate. Il tutto nel quadro di una normativa inasprita e finalizzata al rapido soffocamento di un sommovimento sociale di largo respiro, più ampio delle singole posizioni.

Ciò non toglie che gran parte della sinistra sia compatta nel sostegno a un magistrato come Armando Spataro, e sia unanime nel richiedere al Brasile l’estradizione.

Questo è un problema della sinistra, appunto. C’è da chiedersi se sia a conoscenza di ciò che non il solo Spataro, ma altri magistrati che come lui furono tra i protagonisti della repressione dei movimenti degli anni ’70 e dei primi anni ’80, pensano dei casi di Adriano Sofri o di Silvia Baraldini. Immagino – o forse spero – che non pochi esponenti della “sinistra” (chiamiamola così) ne resterebbero un po’ scossi. Per non parlare del “malore attivo” (?) a cui Gerardo D’Ambrosio ha attribuito la morte di Giuseppe Pinelli. O del rimbalzo di un proiettile contro un sasso volante che ha ucciso Carlo Giuliani. La denigrazione dei magistrati ha il suo contraltare nella santificazione dei magistrati.

Inutile menare il can per l’aia. Cesare Battisti non ha mai manifestato pentimento.

Il diritto moderno – l’ho già detto - reprime i comportamenti illeciti e ignora le coscienze individuali. Reclamare un pentimento qualsiasi era tipico di Torquemada o di Vishinskij. Il rigetto da parte di Battisti dell’ipotesi di lotta armata è esplicito nei suoi romanzi Le cargo sentimental e Ma cavale, non tradotti in Italia. Essendo uno scrittore, si esprime tramite la scrittura.

Ha persino esultato quando, in Francia, è stato momentaneamente liberato.

Lo farebbe chiunque.

Da perfetto vigliacco, si è sottratto all’estradizione ed è riparato in Brasile, dove è andato a vivere nientemeno che a Copacabana.

Chi conosca Copacabana, sa che oltre la spiaggia e gli alberghi si estendono caseggiati popolari. Lì viveva Battisti. Ma adesso basta con queste stronzate. Battisti è stato tutto ciò che volete, salvo una cosa: non è mai stato ricco. Non è mai stato il prediletto dei salotti di cui favoleggia Panorama. Era il portinaio dello stabile in cui abitava. Si permetteva ogni tanto un caffè al bar di immigrati sotto casa.

Armando Spataro dice, sul numero citato del Corriere della Sera, che Battisti non è mai stato un criminale politico, bensì un delinquente comune, assetato di denaro.

Spataro sovrappone il percorso di Battisti prima della politicizzazione, quando era un semplice delinquente di periferia, a quello successivo. Nessuna delle azioni che gli sono attribuite quale “terrorista”, vere o fasulle, obbediva a fini di lucro personale. Battisti fu un militante dei settori armati di quella che era chiamata “autonomia operaia”. Lo sanno tutti, Spataro incluso. Negare la natura politica dei suoi atti, per indurre il governo brasiliano a concedere l’estradizione, è la menzogna più colossale che circondi la vicenda Battisti. Un delinquente comune non rivendica la sua affiliazione ai “Proletari Armati per il Comunismo”. Del resto, i fascisti, i parafascisti, i post-fascisti dell’Italia odierna citano di continuo la sua posizione di “comunista” quale aggravante. Mentre gli ex-comunisti manifestano nei confronti di Battisti identico orrore, visto che incarna le idee che hanno rinnegato. Non c’è mai stato caso più “politico”, da Valpreda a oggi.

Non si può liquidare così, in una battuta, un problema più complesso.

Esatto. Non si può liquidare così il problema più generale dell’uscita, una buona volta, dal regime dell’emergenza, con le aberrazioni giuridiche che ha introdotto nell’ordinamento italiano. Ma ciò può essere oggetto di altre FAQ, che prescindano dal caso specifico fin qui trattato. Quanto agli accusatori, che gridano a squarciagola “dagli all’assassino!”, osservino le proprie mani. Sono abbondantemente macchiate di sangue. Hanno applaudito un poco tutto, a cominciare dai bombardamenti su Belgrado, fino ad arrivare alle stragi in Libano e a Gaza. Si sono arrossate negli applausi a “missioni umanitarie” condite da massacri. Hanno dato il via libera all’eliminazione sociale dei soggetti deboli, sul mercato del lavoro. Davvero, oggi, i “nemici dell’umanità” si chiamano Battisti o Petrella?


NOTE

1) Cfr. I. Mereu, Storia dell’intolleranza in Europa. Sorvegliare e punire, l’Inquisizione come modello di violenza legale, Bompiani, 1988.

2) Cfr. F. Vargas, Postface, in C. Battisti, Ma cavale, Grasset-Rivages, Paris, 2006, p. 265.

3) L’uso della tortura, nei processi contro i terroristi di sinistra fra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, è scrupolosamente documentato nel volume Le torture affiorate, coll. Progetto Memoria, ed. Sensibili alle foglie, 1998.

4) Su Panorama del 25 gennaio 2009 il giornalista Amadori, sentita la famiglia, mette in dubbio la labilità della memoria di Rita Vetrani - chiamata a testimoniare, lei minorenne, contro lo zio. I referti dei periti, poco contestabili, sono riportati testualmente in L. Grimaldi, Processo all’istruttoria, Milano Libri, Milano, 1981.


http://www.carmillaonline.com/archives/2009/01/002924.html#002924

lishi
10-02-2009, 10:44
Il Giappone è la seconda economia mondiale

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(oltre alle ragione specificate da altri)