_Magellano_
22-01-2009, 23:15
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FEDERALISMO: SI' DEL SENATO, PD E IDV SI ASTENGONO
di Alessandra Chini
ROMA - Primo via libera al federalismo fiscale. Il disegno di legge delega della riforma federalista ottiene il sì di Palazzo Madama con 156 voti favorevoli, 6 contrari e 108 astenuti. Nell'opposizione, Pd e Italia dei Valori scelgono la via dell'astensione mentre l'Udc vota contro quello che Pier Ferdinando Casini definisce un "manifesto della Lega pasticciato".
"Siamo una forza responsabile", spiega invece Walter Veltroni al termine della riunione del suo gruppo al Senato che ha deliberato per l'astensione, ma aggiunge anche che questa non é un'apertura di credito anche per la seconda lettura e che il Pd si aspetta risposte su coperture, Carta delle Autonomie e avvio della riforma costituzionale, altrimenti alla Camera potrebbe cambiare idea. Intanto il Pd attacca i centristi invitandoli a essere coerenti con questo voto da opposizione intransigente e abbandonare le alleanze con il Pdl. Esulta la Lega con Umberto Bossi che festeggia insieme al figlio Renzo il voto a Palazzo Madama parlando di un "passaggio storico" e lodando anche il centrosinistra senza il quale, sottolinea, i tempi della prima approvazione del provvedimento sarebbero stati molto più lunghi. Il Senatur rassicura quindi l'opposizione sui conti: "Tremonti mi ha detto che li tirerà fuori", dice tra l'altro. E' il trionfo del 'metodo Calderoli'. Il ministro della Semplificazione, insieme al relatore del provvedimento, l'azzurro Antonio Azzollini, ha, infatti, sin dal passaggio nelle commissioni Bilancio, Finanze e Affari Costituzionali del Senato tessuto pazientemente i rapporti con l'opposizione, in particolare con il Partito Democratico, ottenendo alla fine un'approvazione con soli 6 voti contrari.
"E' l'avvio di un percorso - dice Calderoli dopo il via libera - e di un metodo che può essere usato anche per le altre riforme e che fa di questa una legislatura costituente". La sensazione, in effetti, è quella che l'approvazione quasi bipartisan del federalismo fiscale possa rappresentare un momento 'spartiacque' anche per il prosieguo della legislatura. "Mi auguro - dice il presidente del Senato Renato Schifani - che questo clima di confronto radichi la convinzione della centralità del Parlamento come luogo di sintesi, di confronto e dialogo". Anche il premier Silvio Berlusconi, giunto in Senato per il voto finale fa una mezza apertura all'opposizione sottolineando: "c'é la nostra disponibilità a trattare con il Pd sia alla Camera che al Senato su tutte le leggi da noi presentate".
http://www.ansa.it/webimages/medium/3417/re222yc3X_20090122.jpg
l Cavaliere, in Aula insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, rassicura anche su quello che il centrosinistra ha da subito indicato come punto 'dolente' del provvedimento: i costi. Con questo disegno di legge puntualizza, "la pressione fiscale non dovrà aumentare, anzi diminuirà", perché se così non fosse il federalismo fiscale "verrebbe meno al suo principale obiettivo". Il premier loda il provvedimento 'bandiera' del Carroccio: "Si tratta di una riforma importante - dice - che porta il nostro Paese a essere moderno e federale come la Germania, la Gran Bretagna, il Belgio o la Svizzera". Ora il ddl va alla Camera e, nel frattempo, il premier punta a mettere a fuoco la riforma della Giustizia sulla quale ci sarà un primo giro di tavolo già domani in Consiglio dei ministri. Sembra che questa volta facciano sul serio.
FEDERALISMO: SI' DEL SENATO, PD E IDV SI ASTENGONO
di Alessandra Chini
ROMA - Primo via libera al federalismo fiscale. Il disegno di legge delega della riforma federalista ottiene il sì di Palazzo Madama con 156 voti favorevoli, 6 contrari e 108 astenuti. Nell'opposizione, Pd e Italia dei Valori scelgono la via dell'astensione mentre l'Udc vota contro quello che Pier Ferdinando Casini definisce un "manifesto della Lega pasticciato".
"Siamo una forza responsabile", spiega invece Walter Veltroni al termine della riunione del suo gruppo al Senato che ha deliberato per l'astensione, ma aggiunge anche che questa non é un'apertura di credito anche per la seconda lettura e che il Pd si aspetta risposte su coperture, Carta delle Autonomie e avvio della riforma costituzionale, altrimenti alla Camera potrebbe cambiare idea. Intanto il Pd attacca i centristi invitandoli a essere coerenti con questo voto da opposizione intransigente e abbandonare le alleanze con il Pdl. Esulta la Lega con Umberto Bossi che festeggia insieme al figlio Renzo il voto a Palazzo Madama parlando di un "passaggio storico" e lodando anche il centrosinistra senza il quale, sottolinea, i tempi della prima approvazione del provvedimento sarebbero stati molto più lunghi. Il Senatur rassicura quindi l'opposizione sui conti: "Tremonti mi ha detto che li tirerà fuori", dice tra l'altro. E' il trionfo del 'metodo Calderoli'. Il ministro della Semplificazione, insieme al relatore del provvedimento, l'azzurro Antonio Azzollini, ha, infatti, sin dal passaggio nelle commissioni Bilancio, Finanze e Affari Costituzionali del Senato tessuto pazientemente i rapporti con l'opposizione, in particolare con il Partito Democratico, ottenendo alla fine un'approvazione con soli 6 voti contrari.
"E' l'avvio di un percorso - dice Calderoli dopo il via libera - e di un metodo che può essere usato anche per le altre riforme e che fa di questa una legislatura costituente". La sensazione, in effetti, è quella che l'approvazione quasi bipartisan del federalismo fiscale possa rappresentare un momento 'spartiacque' anche per il prosieguo della legislatura. "Mi auguro - dice il presidente del Senato Renato Schifani - che questo clima di confronto radichi la convinzione della centralità del Parlamento come luogo di sintesi, di confronto e dialogo". Anche il premier Silvio Berlusconi, giunto in Senato per il voto finale fa una mezza apertura all'opposizione sottolineando: "c'é la nostra disponibilità a trattare con il Pd sia alla Camera che al Senato su tutte le leggi da noi presentate".
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l Cavaliere, in Aula insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, rassicura anche su quello che il centrosinistra ha da subito indicato come punto 'dolente' del provvedimento: i costi. Con questo disegno di legge puntualizza, "la pressione fiscale non dovrà aumentare, anzi diminuirà", perché se così non fosse il federalismo fiscale "verrebbe meno al suo principale obiettivo". Il premier loda il provvedimento 'bandiera' del Carroccio: "Si tratta di una riforma importante - dice - che porta il nostro Paese a essere moderno e federale come la Germania, la Gran Bretagna, il Belgio o la Svizzera". Ora il ddl va alla Camera e, nel frattempo, il premier punta a mettere a fuoco la riforma della Giustizia sulla quale ci sarà un primo giro di tavolo già domani in Consiglio dei ministri. Sembra che questa volta facciano sul serio.