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View Full Version : [Ex-Jugoslavia] Istria contesa, gli italiani ci vanno di mezzo


Ziosilvio
13-01-2009, 07:27
Dal Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/09_gennaio_13/Gian_Antonio_Stella_istria_il_nuovo_confine_7bdf531c-e13d-11dd-ac77-00144f02aabc.shtml):

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Il caso È nato nel ’91 dopo la lite per il mare tra Slovenia e Croazia
Istria, il nuovo confine
Gli italiani «prigionieri»
Documenti per andare all’ospedale o al cimitero

«Sarà un filo di seta», avevano giurato 18 anni fa costruendolo in poche ore sull'orto di piselli della signora Anna Del Bello Budak. Quel confine fra Slovenia e Croazia, invece, è diventato una piccola cortina di ferro. E a causa di una nuova guerra (fredda) fra i due Stati ex jugoslavi gli italiani di Buje, Umago o Rovigno non sono mai stati tanto separati dall'Italia. Neppure sotto i comunisti titini. Non c'era mai stato un confine lì, a segare in due orizzontalmente la penisola istriana.

Non sotto i romani, non sotto Venezia, non sotto gli Asburgo, non sotto Napoleone e di nuovo sotto l'impero austroungarico. Mai. Certo, si era via via delineata una sorta di confine amministrativo, sancito come tale all'interno delle frontiere del Regno di Jugoslavia, poi della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Ma mai un confine vero e proprio fino a quando nella primavera del 1991, su quel curvone dell'antica via Flavia tracciata da Vespasiano, a poche decine di metri dal ponte sul fiume Dragogna, nel nordovest dell'Istria, non apparvero le ruspe. Strappata al tavolo dove stava pranzando dall'assordante rumore delle pale, Anna Del Bello si precipitò fuori correndo stupefatta e ansante verso l'orto: «Fermi! Fermi! Cos'è questa storia?». Gli operai la guardarono indifferenti: «Ordini superiori». «Non potete farlo!» «Ordini superiori». «Mostratemi le carte! Questa è terra mia!». «Ordini superiori ». E sotto gli occhi della povera vecchia in lacrime, rovesciarono tonnellate di ghiaia sulle piantine di patate, sradicarono gli alberelli di pesche, seppellirono le «commesse» di cipolle e pomodori.

Meno di tre giorni dopo, c'era già il confine. «Ma no, non confine: è solo un punto di sosta per i camion», giurava ridendo il direttore dei lavori Matia Potocar, «solo cestna. Capito? Ristrutturazione cestna: strada». Il «Piccolo» di Trieste scrisse di una «tragica guerra dei bottoni». «Non esageriamo», sbuffava un alto funzionario della Milicja di Capodistria, «sarà soprattutto un confine dimostrativo. I cittadini circoleranno liberamente...». Falso. Pochi mesi dopo, gli abitanti della zona, per secoli in larga maggioranza italiani, si raccontavano storie pazzesche. Come quella di Duilio Visentin che, colpito da una emorragia interna, era stato portato da un paesino vicino a Portole, nell'Istria oggi croata, verso l'ospedale più vicino di Isola, che però adesso era al di là del confine, in Slovenia: «Mio marito sta morendo». «Documenti! » «Muore!» «Senza documenti non si passa!» «Vi prego...». «Documenti!».

A Villa Cucini, sulle alture nel cuore della penisola, si ritrovarono in Slovenia con la chiesa e il cimitero in Croazia, col risultato che per portare il morto nella tomba di famiglia ora ci voleva il lasciapassare e un po' di carte bollate per l'estradizione della salma. Per non dire degli abitanti di Bresovizza il giorno che si precipitarono coi secchi e i badili a spegnere l'incendio a una casa al di là della nuova frontiera: «Altolà! Documenti». Virgilio Babich, che stava proprio sul Dragogna e non se n'era andato con tutti gli altri italiani per restare col vecchio padre («Uno sbaglio di cui mi sono pentito sempre ») raccontava amaro di essere nato italiano per poi diventare jugoslavo, sloveno e infine croato «senza mai muovermi da casa mia». E quando gli piazzarono il nuovo confine sotto il naso, col casolare da una parte e un po' di terreno dall'altra, lo fecero ammattire: «La bolletta della luce mi arriva da Buie che è in Croazia, e l'acqua da Capodistria, in Slovenia, l'ufficio tavolare è a Pirano, il catasto ancora a Capodistria...».

Ci sarebbe da sorridere se la situazione, col passare degli anni, non fosse diventata sempre più pesante. Tutto a causa di un altro confine, quello marittimo. Sul quale sloveni e croati si sono via via irrigiditi. Al momento della Commissione internazionale, presieduta da Robert Badinter, costituita dopo la dissoluzione della Jugoslavia, pareva che tutto fosse chiaro: «Le nuove frontiere rimangono quelle delle Repubbliche socialiste». Ma quelle nel mare del golfo di Trieste, prima inesistenti? A sentire i croati, che non a caso arrivarono nei primi anni Novanta ad arrestare Sergio Parentin, un vecchio pescatore di Pirano che aveva trascorso tutta la vita lavorando nel golfo stretto tra la sua cittadina e la dirimpettaia Salvore accusandolo di avere gettato le reti in acque a lui vietate, il confine «naturale» c'è: è il proseguimento immaginario del Dragogna tracciato esattamente a metà del golfo. Eh no, rispondono gli sloveni: piazzato lì, quel confine marittimo, a causa della vicinanza delle acque territoriali italiane, impedirebbe a Lubiana di avere un accesso diretto alle acque internazionali. Quindi? Vogliono tutto il golfo di Pirano. Cosa che i croati si rifiutano di accettare.

Risultato: ne è nato un braccio di ferro. Sempre più duro. Al punto che la Slovenia, entrata un anno fa nell' area del trattato di Schengen, si è messa di traverso all'ingresso della Croazia nella Ue, ponendo il veto, finché i croati non cederanno: hanno già tanto mare! Perché impuntarsi su pochi chilometri? Affari loro, direte: si arrangino. Il guaio è che questa «guerra fredda » intorno a quel golfo per secoli venezianissimo, come denuncia il leader dell'Unione Italiana Maurizio Tremul che ne ha parlato ieri anche a Franco Frattini in visita a Zagabria e a Pola, va a pesare sulla vita stessa della nostra minoranza nell'Istria croata. In particolare su quelli dell'ex «zona B». Con l'entrata della Slovenia nell'area Schengen, Lubiana e Roma concordarono infatti la decadenza dell'Accordo di Udine del '55 che prevedeva per gli italiani d'Istria di «lasciapassare » e valichi secondari e tutta una serie di facilitazioni che rendevano più sottile il confine con la patria perduta. Decadenza decisa, in parallelo, anche dalla Croazia. Risultato: il confine tra la Slovenia e l'Italia, che per decenni segnò la frontiera tra l'occidente democratico, la Jugoslavia e i Paesi dell'Est, è stato smantellato e non c'è più. Ma quello sul Dragogna, come denuncia «Il Piccolo» sul quale si è riacceso il dibattito sulla riconciliazione, è diventato il nuovo confine meridionale europeo. Più duro. Più rigido. Più difficile da superare per gli italiani, paradossalmente, di quello comunista che per decenni faceva loro sanguinare il cuore a ridosso di Trieste.

Gian Antonio Stella
13 gennaio 2009

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dr-omega
13-01-2009, 09:52
Che caos!
Ma hanno certamente imparato da noi, con l'aggiunta di una spruzzata di falce&martello d'altri tempi.

Io sono andato in Croazia, a Umago, questa estate, e a parte le code chilometriche (nei pressi di Venezia e in Slovenia) mi sono trovato bene.
Però ero turista...
L'unica cosa bizzarra è che quasi rifiutavano l'Euro (molto forte) per preferire la loro pidocchiosissima Kuna.
In un caso una bancarella ci ha donato alcune cartoline perchè avevamo finito le Kune ed avevamo solo Euro...invece che incul@rci per bene come si fà con i turisti. :eek: :D
Nel secondo caso ci hanno fatto parcheggiare gratis per lo stesso motivo...
Questi sono pazzi! :O
Bisogna aggiungere che nei casi precedenti erano Croati doc e non parlavano italiano, perchè se si incontra qualche italiano la cresta sul cambio la fà eccome!

Fil9998
13-01-2009, 10:00
ce la diano in gestione di nuovo a noi veneti tutta la zona ...
che i problemi glieli risolviamo ...
una sana invasione di burocrati e affaristi veneti... tempo otto anni la zona non la riconoscono più manco loro che ci abitano.

tempo due anni e arriva pure la camorra e la ndrangheta e allora la zona la riconosciamo pure noi...

LupoFR
13-01-2009, 10:00
Che caos!
Ma hanno certamente imparato da noi, con l'aggiunta di una spruzzata di falce&martello d'altri tempi.

Io sono andato in Croazia, a Umago, questa estate, e a parte le code chilometriche (nei pressi di Venezia e in Slovenia) mi sono trovato bene.
Però ero turista...
L'unica cosa bizzarra è che quasi rifiutavano l'Euro (molto forte) per preferire la loro pidocchiosissima Kuna.
In un caso una bancarella ci ha donato alcune cartoline perchè avevamo finito le Kune ed avevamo solo Euro...invece che incul@rci per bene come si fà con i turisti. :eek: :D
Nel secondo caso ci hanno fatto parcheggiare gratis per lo stesso motivo...
Questi sono pazzi! :O
Bisogna aggiungere che nei casi precedenti erano Croati doc e non parlavano italiano, perchè se si incontra qualche italiano la cresta sul cambio la fà eccome!

Hehehe! la vecchia buona barriera di Mestre Villabona segna sempre indelebilmente i viaggi dei turisti estivi. :D

Io sono andato in Croazia negli ultimi anni, pagando sempre in Kune e mai in Euro, onde evitare inchiappettate indesiderate, e mi sono trovato bene. In tutta la zona costiera dell'Istria parlano italiano senza problemi, qualcuno anche veneto :asd:, ed i prezzi sono molto competitivi.

ferste
13-01-2009, 10:58
Negli ultimi 60 anni agli italiani d'Istria hanno fatto mangiare tanta merda che questa storia gli parrà uno zuccherino.

plutus
13-01-2009, 12:45
Negli ultimi 60 anni agli italiani d'Istria hanno fatto mangiare tanta merda che questa storia gli parrà uno zuccherino.

ma chissenefrega degli istriani. No?:rolleyes:

ferste
13-01-2009, 13:10
ma chissenefrega degli istriani. No?:rolleyes:

Ce ne siamo fregati per 60 anni in cui han preso pedate nel culo da tutti, d'altronde eravamo impegnati per Vietnam, Palestina, Tutsi, Darfur e Inculecistan...........che ci frega di 4 mangiaspaghetti oppressi..........

yggdrasil
13-01-2009, 14:20
ma chissenefrega degli istriani. No?:rolleyes:

con l'unico problema che questi sono italiani :doh:

Freeskis
13-01-2009, 14:54
io non capisco una cosa ... fanno parte dello stato italiano o hanno solo origini italiane ? :confused:

Encounter
13-01-2009, 15:03
con l'unico problema che questi sono italiani :doh:

Quelli che volevano essere italiani se ne sono andati da 50 -60 anni , lasciando tutto (casa, campi, lavoro ecc.)
Chi è rimasto ha fatto una scelta.

yggdrasil
13-01-2009, 15:27
io non capisco una cosa ... fanno parte dello stato italiano o hanno solo origini italiane ? :confused:

sono di nazionalità italiana in territorio italiano come cultura ma che attualmente appartiene ad un altro stato. l'opposto dell'alto adige.
sono pezzi d'italia alla fine. fino agli anni 40 l'istria era a tutti gli effetti una "regione" italiana, con tanto di province.

Sp4rr0W
13-01-2009, 15:27
Quelli che volevano essere italiani se ne sono andati da 50 -60 anni , lasciando tutto (casa, campi, lavoro ecc.)
Chi è rimasto ha fatto una scelta.

ma perfavore, una scelta? gli jugoslavi li obbligarono ad andarsene. l'italia ha calato le braghe sull'istria. la verità è che avrebbero dovuto lottare.

le contraddizioni dell'italia: invadono terre che di italiano non avevano niente e lasciano gli istriani nella cacca fino al collo...

poveri istriani :(

Fil9998
13-01-2009, 15:28
bhè... per quanto uno possa scegliere con un fucile puntato contro...

Freeskis
13-01-2009, 15:33
sono di nazionalità italiana in territorio italiano come cultura ma che attualmente appartiene ad un altro stato.

:mbe:

Encounter
13-01-2009, 16:00
ma perfavore, una scelta? gli jugoslavi li obbligarono ad andarsene. l'italia ha calato le braghe sull'istria. la verità è che avrebbero dovuto lottare.

le contraddizioni dell'italia: invadono terre che di italiano non avevano niente e lasciano gli istriani nella cacca fino al collo...

poveri istriani :(

E allora perchè non se ne sono andati?
In verità non volevano perderei loro beni, per quello sono rimasti.
I primi che se ne sono andati lo hanno fatto per essere italiani, diciamo "a scatola chiusa".
Poi ci sono quelli che se ne sono andati negli anni 50 , dopo aver assaggiato il comunismo alla Tito e le discriminazioni in quanto italiani.
Poi ci sono quelli rimasti, per me non sono italiani, troppo comodo.

kingv
13-01-2009, 17:06
Poi ci sono quelli rimasti, per me non sono italiani, troppo comodo.


eh già comodo non voler perdere la propria terra e la propria casa (con cui l'italia ha pagato i debiti di guerra) per finire in campi profughi....

Encounter
13-01-2009, 18:07
eh già comodo non voler perdere la propria terra e la propria casa (con cui l'italia ha pagato i debiti di guerra) per finire in campi profughi....

Mia nonna è istriana di Pola e per rimanere italiana ha fatto così, ha perso tutto. E si è fatta tutti i campi profughi, ripartendo da zero in Italia.
Questo è spirito patriottico.

ferste
13-01-2009, 18:20
Mia nonna è istriana di Pola e per rimanere italiana ha fatto così, ha perso tutto. E si è fatta tutti i campi profughi, ripartendo da zero in Italia.
Questo è spirito patriottico.

Non solo, al loro rientro in Italia venivano insultati dai membri del PCI e dei Sindacati che li accusavano di essere dei fascisti perchè scappavano dal Paradiso Titino.............

coldd
13-01-2009, 18:34
sinceramente non riesco a capire il senso dell'articolo, una serie di banalità e "finte esperienze" unite ad un problema vero che viene affrontato in poche righe

kingv
13-01-2009, 21:13
Mia nonna è istriana di Pola e per rimanere italiana ha fatto così, ha perso tutto. E si è fatta tutti i campi profughi, ripartendo da zero in Italia.
Questo è spirito patriottico.

anch'io sono nipote e figlio di profughi istriani , e allora?
il rimanere o venire in italia era un terno al lotto, chi è venuto in italia ha valutato che vivo in jugo non ci sarebbe rimasto a lungo, non lo vedo come spirito patriottico.
Quale patria poi, quella che ha elargito pensioni a pioggia nel dopoguerra ai croati che hanno passato una settimana nell'esercito italiano (e spesso neanche quella)? O quella che non ha mai fatto nulla perchè i beni degli esuli venissero restituiti o rimborsati?

icoborg
13-01-2009, 21:17
tempo otto anni la zona non la riconoscono più manco loro che ci abitano.
tempo due anni e arriva pure la camorra e la ndrangheta e allora la zona la riconosciamo pure noi...

degne di un libro^^

icoborg
13-01-2009, 21:19
Mia nonna è istriana di Pola e per rimanere italiana ha fatto così, ha perso tutto. E si è fatta tutti i campi profughi, ripartendo da zero in Italia.
Questo è spirito patriottico.

e alla fine ha guadagnato quel di arcore? :asd:

Jackari
14-01-2009, 06:50
sinceramente non riesco a capire il senso dell'articolo, una serie di banalità e "finte esperienze" unite ad un problema vero che viene affrontato in poche righe

ssstt
che dici? è grande giornalismo d'inchiesta, questo?;)

Encounter
14-01-2009, 07:22
anch'io sono nipote e figlio di profughi istriani , e allora?
il rimanere o venire in italia era un terno al lotto, chi è venuto in italia ha valutato che vivo in jugo non ci sarebbe rimasto a lungo, non lo vedo come spirito patriottico.
Quale patria poi, quella che ha elargito pensioni a pioggia nel dopoguerra ai croati che hanno passato una settimana nell'esercito italiano (e spesso neanche quella)? O quella che non ha mai fatto nulla perchè i beni degli esuli venissero restituiti o rimborsati?

Non direi, molti parenti sono rimasti lì e non sono stati certo uccisi.
Mia nonna, di famiglia benestante è venuta in italia lasciando a Pola un negozio e 2 case, nonchè diversi i terreni. E lo ha fatto solo per rimanere italiana e non diventare yugoslava.

kingv
14-01-2009, 08:29
Non direi, molti parenti sono rimasti lì e non sono stati certo uccisi.


evidentemente non avevi parenti tra i diecimila infoibati e tutti gli altri che sono morti assassinati tra il '43 e il primo dopoguerra.....

Encounter
14-01-2009, 08:35
evidentemente non avevi parenti tra i diecimila infoibati e tutti gli altri che sono morti assassinati tra il '43 e il primo dopoguerra.....

Nessuno nega quello che stai dicendo
Mia nonna se ne è andata perdendo tutto, quando era il momento, quando si poteva, mentre conoscenti e qualche parente le diceva "resta, non sarà male sotto Tito , e poi non voglio lasciare le mie cose". Se ha potuto lei (e moltissimi altri) si vede che era possibile.
Ci sono diverse sfaccettature della vicenda.

kingv
14-01-2009, 09:34
Se ha potuto lei (e moltissimi altri) si vede che era possibile.


non capisco il tuo discorso, dato che non hanno fatto fuori tutti gli italiani che sono rimasti allora non c'era pericolo e la scelta di emigrare era dettata solo da spirito patriottico.
Mio nonno, italiano istriano che non parlava una parola di croato, se l'è vista brutta e se ha mollato case e terreni per venire a fare il profugo perdendo tutto era per salvare la pelle. Non metto in dubbio quello che mi dici su tua nonna, ma penso che per la maggior parte degli esuli sia stato così.

Encounter
14-01-2009, 10:15
non capisco il tuo discorso, dato che non hanno fatto fuori tutti gli italiani che sono rimasti allora non c'era pericolo e la scelta di emigrare era dettata solo da spirito patriottico.
Mio nonno, italiano istriano che non parlava una parola di croato, se l'è vista brutta e se ha mollato case e terreni per venire a fare il profugo perdendo tutto era per salvare la pelle. Non metto in dubbio quello che mi dici su tua nonna, ma penso che per la maggior parte degli esuli sia stato così.

Non se ne esce....tuo nonno è scappato perchè in pericolo, mia nonna per patriottismo , però chi è rimasto ha scelto di rimanere, ed è quella scelta che ti porta poi alla fine ad accettare l'autorità dello stato yugoslavo prima e croato poi perdendo lo status di "italiano". Ti assicuro che chi voleva andarsene , al giusto tempo, riusciva a farlo.