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View Full Version : Brunetta-Alfano: Giustizia telematica a gestione privata


quelarion
12-01-2009, 10:00
Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-7/occhi-ogverno-d-avanzo/occhi-ogverno-d-avanzo.html)

IL CASO. Protocollo d'intesa tra Brunetta e Alfano, il progetto partirà nei prossimi giorni
Sarà creata una centrale al ministero per indagini e processi, al momento senza regolamenti
Gli occhi del governo su polizia e pm
di GIUSEPPE D'AVANZO

Gli occhi del governo su polizia e pm
CI sono molti modi per dare avvio a una riforma della giustizia. La si può discutere in pubblico come accade ancora in questi giorni o inaugurare in silenzio nuovi, possibili controlli del governo sull'ordine giudiziario a dispetto di ogni autonomia e indipendenza togata. Si manipola qualche inciso nei codici, si sposta una virgola di un articolo di legge e il pubblico ministero può perdere la direzione delle indagini e della polizia giudiziaria (lo si è già visto). O - nome di una necessaria rivoluzione tecnologica - si possono sottrarre addirittura la "proprietà" e le informazioni dei fascicoli processuali al pubblico ministero e al giudice delle indagini preliminari.

È quel che può avvenire, nei prossimi giorni, quando entrerà nella sua fase di sperimentazione (nel primo trimestre a Napoli, nel secondo a Nola e Torre Annunziata, entro il quarto a Milano e Monza) il protocollo d'intesa firmato il 26 novembre 2008 tra il ministro per l'innovazione (Renato Brunetta) e della giustizia (Angelino Alfano). L'articolo 7 del protocollo prevede la "trasmissione telematica delle notizie di reato tra le forze di polizia e procure della Repubblica".

"Il progetto - si legge nel documento - prevede che le forze di polizia giudiziaria redigano le notizie di reato, le digitalizzino, le trasmettano alle procure, firmate digitalmente e crittografate nell'ambito della rete privata delle forze di polizia con specifiche estensioni di rete che potranno avere anche ulteriori utilizzazioni sinergiche".

Si può così "automatizzare l'alimentazione del registro delle notizie di reato e la costituzione del fascicolo del pubblico ministero e del giudice delle indagini preliminari". I dati così raccolti potranno essere condivisi dall'intera rete delle forze di polizia che avranno accesso ai "dati di sintesi delle notizie di reato". Come? "Predisponendo una porta di dominio attestata presso il ministero della giustizia". La "porta di dominio" è una formula che appare misteriosa ai non addetti, ma non indica altro che il luogo e l'identità di chi assicura lo scambio elettronico delle informazioni.

Ricapitoliamo. Tutte le notizie di reato del paese, i fascicoli dei pubblici ministeri, le comunicazioni tra polizia giudiziaria e pubblico ministero, tra pubblico ministero e giudice delle indagini preliminari di ogni tribunale italiano e quindi le denunce, le querele, le istanze e i verbali degli interrogatori, delle perquisizioni, dei sequestri, delle sommarie informazioni assunte, degli accertamenti tecnici, delle intercettazioni saranno (a regime) interconnesse attraverso un "gestore centrale" organizzato e controllato dal ministero di giustizia che - prevede il protocollo - può concederlo a un fornitore esterno, in outsourcing. Nascerà, dunque, come spiega un addetto al progetto, "una cancelleria virtuale nazionale" al momento priva di ogni norma, disposizione o regolamento. Questa è la notizia.

Vediamone le conseguenze probabili e gli effetti possibili. Sono indubbi i benefici a vantaggio dell'efficienza del processo. La rivoluzione tecnologica consente al pubblico ministero, al giudice, alla cancelleria di formare, di comunicare e notificare gli atti con documenti informatici che viaggiano tra gli attori del processo attraverso canali telematici, come avverrà presto per il processo civile. Via archivi cartacei e i "muri" di faldoni. Azzerati gli errori di notifica che annientano i processi. Abbattuti i costi. Recuperato personale. Ridotti i tempi. L'efficienza e quindi la credibilità del processo penale non potrà che avvantaggiarsene. E' la rivoluzione necessaria che gli addetti, tutti, dagli avvocati ai magistrati, chiedono da anni. Saranno soddisfatti. Meno lo sarà - o dovrà esserlo - chi si pone questa domanda: come e chi proteggerà quella miniera di informazioni? Quanto sarà inviolabile il sistema? E' legittimo che l'intera "base dati" della giustizia italiana sia gestita non dall'amministrazione giudiziaria, cioè dalla magistratura, ma da funzionari e società private dipendenti dal governo o dalle sue decisioni?

Un addetto al progetto, nato con il governo Berlusconi 2001/2006, è disposto ad ammettere che qualche problema c'è. "I responsabili degli uffici giudiziari, i procuratori della repubblica, dovrebbero essere in grado di esercitare un controllo agevole delle misure di sicurezza, ma se le base dati sono in una farm lontana, non si può avere la possibilità di effettuare monitoraggi continui. Quale responsabile della segretezza di quelle informazioni può escludere che, lontano dal suo ufficio, venga allestito un terminale del programma per l'accesso alla lettura dei dati? La sola risposta responsabile e ragionevole è: nessuno. La sicurezza è data da misure preventive e controlli costanti. Senza controllo, non c'è misura preventiva che possa tenere. E quale controllo puoi avere se sei a centinaia di chilometri di distanza?". Per alcuni autorevoli magistrati del pubblico ministero, quest'idea di una "cancelleria virtuale nazionale", prima di essere pericolosa, è soprattutto contra legem, illegale. "Il codice di procedura penale - dice un autorevole magistrato - prevede esplicitamente e senza deroghe che ogni "notizia di reato e la documentazione relativa alle indagini siano conservati in un apposito fascicolo presso l'ufficio del pubblico ministero con gli atti trasmessi dalla polizia giudiziaria". Se dovesse nascere una cancelleria nazionale, anche se virtuale, si scipperebbe la proprietà esclusiva del fascicolo al pubblico ministero: è contro al legge". Si dice d'accordo l'addetto al progetto ministeriale: "E' vero che ogni notizia trasmessa e raccolta sarà criptata con la chiave pubblica del procuratore, ma le informazioni sono archiviate in un luogo non alle dipendenze del procuratore, ma della forza di polizia e quindi nessun efficace e reale controllo può esercitarsi sulla protezione della segretezza dell'archivio".

E' la questione cruciale, pare. Con una qualche coerenza, Berlusconi e il suo ministro non tacciono di voler trasferire l'avvio, lo sviluppo e l'esito dell'investigazione penale dalle mani del pubblico ministero alle polizie. La rivoluzione tecnologica potrebbe consentire di assicurare alle polizie, e quindi all'esecutivo, anche il controllo di tutte le informazioni, delle notizie di reato, di tutta la documentazione di ogni indagine avviata nei ventinove distretti giudiziari del paese. Un Grande Fratello della giustizia italiana, si può dire, che dovrebbe essere sconfitto o tenuto lontano soltanto dalla "chiave" con cui i procuratori della repubblica dovranno crittografare i documenti. Se si chiede ad Alberto Berretti, matematico, professore di sicurezza informatica a Tor Vergata - dunque con una familiarità con il mondo e i metodi dell'hackeraggio - se una "chiave" per crittografare i documenti può essere una protezione definitiva, si raccoglie un sorriso ironico. "Nessun sistema è sicuro.
Questo progetto del ministero di giustizia, per come me lo racconta, mi pare che faccia acqua. Innanzi tutto è pericoloso avere un solo server in un solo luogo. Se scoppia un incendio e tutto va in fumo, che succede? Si liquefa la giustizia italiana? Sono sicuro che abbiano tenuto conto di quest'eventualità e previsto due server e in due luoghi diversi, con il botto di danaro che costa, perché sicurezza significa prevedere che le cose possono anche andare male per caso. Poi il diavolo ci può mettere la coda e anche questo bisogna immaginare e la "chiave" non è la soluzione che risolve tutti i problemi. La crittografia rischia di essere una porta blindata sistemata su pareti di cartone. E' vero, è difficile rompere la porta, ma è facile aggirarla passando dalle pareti. Oggi i dvd sono cifrati, ma in rete ci sono a tonnellate di dvd craccati, per dire. E poi oggi ci sono programmi di keylogging che copiano in silenzio quanto viene scritto sulla tastiera del computer. Il procuratore magari chiude la porta dell'ufficio e digita la sua "chiave" di accesso crittografato. Pensa di essere solo e sicuro, invece c'è chi gli sta rubando in quel momento la chiave per consegnarla a cyber- criminali che la venderanno al maggior offerente. E se a vincere l'asta dovesse essere Cosa Nostra? Può stare certo che, se questa cancelleria virtuale dovesse davvero farsi, sarà un boccone ghiottissimo per ogni hacker del pianeta".

Dunque, lo stato dell'arte è questo. Tutti i documenti d'indagine della giustizia italiana finiranno presto in un unico canestro. I procuratori, responsabili delle indagini, non saranno in grado di garantire la sicurezza delle informazioni raccolte. L'archivio della "cancelleria virtuale" sarà nella disponibilità delle forze di polizia, e quindi del governo che gestirà il sistema attraverso una società privata (altra minaccia, se si ricordano i traffici spionistici della Telecom di Marco Tronchetti Provera). Quel che è peggio, anche Cosa Nostra potrà ficcarci il naso, pagando il dovuto. Voi dite che stiamo messi bene?

(12 gennaio 2009)


É vero che l'informatizzazione modernizza, rende efficienti, etc etc, ma il prezzo da pagare mi pare alto.
Anche perché garantire la sicurezza di una farm del genere costa. Ci manca solo che iniziamo una guerra di spie con la mafia.

A un certo punto ci troveremo contro Sydney Bristow :asd:

Senza contare poi l'idea di appaltare una cosa del genere... é come se gli USA appaltassero il sistema informatico della NSA. Utilissimo.
Poi suvvia, in questo forum lo sanno tutti che é meglio un bel caveau blindato, ma anche una stanza chiusa a chiave, che qualsiasi crittografia.

Infine questa direzione che passa dal ministero...

Fabryce
12-01-2009, 11:16
Tutto quadra.. si vuole togliere potere ai PM (così non possono processare la casta) possibilmente senza cambiare la costituzione..

Questa cosa serve per controllare il potere giudiziario, fingendola una manna dal cielo per velocizzare i processi..

stetteo
12-01-2009, 12:53
metteranno un commodore 64 a gestire il tutto, comunque è probabile che questo sia solo uno dei soliti annunci, al massimo creeranno una commissione parlamentare apposta per spillare un altro po' di denaro.

bjt2
12-01-2009, 17:54
metteranno un commodore 64 a gestire il tutto, comunque è probabile che questo sia solo uno dei soliti annunci, al massimo creeranno una commissione parlamentare apposta per spillare un altro po' di denaro.

Il mio capo (direttore dell'istituto del CNR per cui lavoro) ha già ricevuto smart card, lettore e software. L'unico problema riscontrato è che il software è solo per windows, così l'ha dovuto installare dentro VMWare (ha un MAC), ma poco male... Firma digitalmente, cifra e verifica le firme altrui... Daltronde la digitalizzazione dalla PA dovrebbe entrare a regime a breve...
Perchè la giustizia dovrebbe essere esentata?

quelarion
12-01-2009, 18:40
Il mio capo (direttore dell'istituto del CNR per cui lavoro) ha già ricevuto smart card, lettore e software. L'unico problema riscontrato è che il software è solo per windows, così l'ha dovuto installare dentro VMWare (ha un MAC), ma poco male... Firma digitalmente, cifra e verifica le firme altrui... Daltronde la digitalizzazione dalla PA dovrebbe entrare a regime a breve...
Perchè la giustizia dovrebbe essere esentata?

E' un'ottima cosa la informatizzazione, ma per dati sensibili come quelli giudiziari forse è meglio rimanere alla carta.
Il fatto che gli atti del PM X che indaga sulla persona Y siano in una server farm centralizzata li rende sicuramente più facilmente raggiungibili da terzi.
Il fatto che poi si possa appaltare la sicurezza o la gestione della farm a privati è ancora peggio, visto che i rischi si moltiplicano.
Infine, la crittografia non è un mezzo sicuro per dati del genere.

Tutti gli archivi di stato, quelli ancora sotto segreto, non stanno più sicuri dentro un caveau che dentro a una server farm!?

comunque chiedo perdono ai mod, il thread è doppio, ma non me ne sono accorto quando l'ho aperto

John Cage
12-01-2009, 18:46
E' un'ottima cosa la informatizzazione, ma per dati sensibili come quelli giudiziari forse è meglio rimanere alla carta.
Il fatto che gli atti del PM X che indaga sulla persona Y siano in una server farm centralizzata li rende sicuramente più facilmente raggiungibili da terzi.
Il fatto che poi si possa appaltare la sicurezza o la gestione della farm a privati è ancora peggio, visto che i rischi si moltiplicano.
Infine, la crittografia non è un mezzo sicuro per dati del genere.

Tutti gli archivi di stato, quelli ancora sotto segreto, non stanno più sicuri dentro un caveau che dentro a una server farm!?

comunque chiedo perdono ai mod, il thread è doppio, ma non me ne sono accorto quando l'ho aperto

Andreotti il suo archivio l'ha piazzato in un caveau blindato :asd:

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/andreotti-novantanni/archivio-segreto/archivio-segreto.html

Cfranco
12-01-2009, 19:00
Chissà che magari qualche atto sparisca senza lasciare traccia ...
Come le intercettazioni appaltate al tronchetto , abbiamo visto quale efficenza porti la gestione privata ...

Onisem
12-01-2009, 19:17
E' un'ottima cosa la informatizzazione, ma per dati sensibili come quelli giudiziari forse è meglio rimanere alla carta.
Il fatto che gli atti del PM X che indaga sulla persona Y siano in una server farm centralizzata li rende sicuramente più facilmente raggiungibili da terzi.
Il fatto che poi si possa appaltare la sicurezza o la gestione della farm a privati è ancora peggio, visto che i rischi si moltiplicano.
Infine, la crittografia non è un mezzo sicuro per dati del genere.

Tutti gli archivi di stato, quelli ancora sotto segreto, non stanno più sicuri dentro un caveau che dentro a una server farm!?

comunque chiedo perdono ai mod, il thread è doppio, ma non me ne sono accorto quando l'ho aperto

Chi si occuperà nel caso di gestire la farm, Paolo Berlusconi? :rolleyes: Una controllata di Impregilo, Lunardi o chi? :rolleyes:

Korn
12-01-2009, 19:37
Il mio capo (direttore dell'istituto del CNR per cui lavoro) ha già ricevuto smart card, lettore e software. L'unico problema riscontrato è che il software è solo per windows, così l'ha dovuto installare dentro VMWare (ha un MAC), ma poco male... Firma digitalmente, cifra e verifica le firme altrui... Daltronde la digitalizzazione dalla PA dovrebbe entrare a regime a breve...
Perchè la giustizia dovrebbe essere esentata?

l'hanno già sparsa un pò ovunque la firma digitale, a riguardo di questa cosa mi pare sia l'ennesima occasione si buttare quello già fatto e sperperare un mucchio di soldi

-kurgan-
12-01-2009, 19:46
Chi si occuperà nel caso di gestire la farm, Paolo Berlusconi? :rolleyes: Una controllata di Impregilo, Lunardi o chi? :rolleyes:

*

è questo il punto.. non l'informatizzazione in sè che è incredibile venga "discussa" all'alba del 2009.

indelebile
12-01-2009, 19:50
Perchè la giustizia dovrebbe essere esentata?

esentata?no ma bisogna andarci con cautela
dentro un server del genere ci saranno interessi grossisimi
guardando quanta criminalità c'è in italia bisognerebbe che fossero difesi come le valigette con i codici delle bombe atomiche del presidente USA

Korn
12-01-2009, 20:12
premetto una cosa, questo sarebbe il terzo tentativo di rifare il sistema informatico per i procedimenti penali, dal 2000 si attende il passaggio a db relazionali, poi si passati alla centralizzazione nei capoluoghi di regioni bloccati in extremis dal ministro novello, pareva per la contrarietà di alcuni procure, ora non ne sarei così sicuro.... ed ora quest'altra bella novità, intanto la giustizia penale gira su bellissimi dbf sotto DOS

bjt2
12-01-2009, 20:32
l'hanno già sparsa un pò ovunque la firma digitale, a riguardo di questa cosa mi pare sia l'ennesima occasione si buttare quello già fatto e sperperare un mucchio di soldi

Beh, adesso invece di dover mandare via posta ordinaria le scartoffie che deve firmare (svariate al giorno) le può mandare per posta elettronica: immediate ed economiche. Applica questo a tutti gli uffici della PA in Italia e vedi il risparmio...

bjt2
12-01-2009, 20:33
premetto una cosa, questo sarebbe il terzo tentativo di rifare il sistema informatico per i procedimenti penali, dal 2000 si attende il passaggio a db relazionali, poi si passati alla centralizzazione nei capoluoghi di regioni bloccati in extremis dal ministro novello, pareva per la contrarietà di alcuni procure, ora non ne sarei così sicuro.... ed ora quest'altra bella novità, intanto la giustizia penale gira su bellissimi dbf sotto DOS

Chissà che magari qualche atto sparisca senza lasciare traccia ...
Come le intercettazioni appaltate al tronchetto , abbiamo visto quale efficenza porti la gestione privata ...

Visto il quote di Korn, mi sa che c'è più pericolo che si perda adesso qualche dato... :asd:

Korn
12-01-2009, 20:38
Beh, adesso invece di dover mandare via posta ordinaria le scartoffie che deve firmare (svariate al giorno) le può mandare per posta elettronica: immediate ed economiche. Applica questo a tutti gli uffici della PA in Italia e vedi il risparmio...ah su questo non c'è dubbio, ma se lo facevano 10 anni fa era anche meglio :) siamo nel 2008 e i fax sono ancora lo strumento di riferimento :asd: