luxorl
04-01-2009, 10:24
Riporto una mia intervista, rilasciata e oggi pubblicata dal quotidiano Libero, sulle pubblicazioni a me rivolte da Il Giornale in tema di rimborsi elettorali ai partiti.
Antonio Di Pietro: Il Giornale pubblica una memoria di controparte presentata in un processo civile da quelli del “Cantiere”, un'associazione che fa riferimento a Occhetto e a Giulietto Chiesa, in cui si chiede la divisione dei rimborsi elettorali delle Europee 2004.
Libero: E fin qui non ci vedo niente di male.
Antonio Di Pietro: Già, se non fosse che per ben tre volte la Camera dei Deputati ha respinto una richiesta analoga e due volte l'ha fatto la magistratura. Ora, è un sacrosanto diritto del gruppo che fa riferimento a Giulietto Chiesa presentare simili istanze tutte le volte che ritiene opportuno, però resta il fatto che ci hanno dato ragione cinque volte su cinque. Mi sembra abbastanza per affermare che siamo nel giusto.
Libero: Perché avrebbero torto a chiedere una parte dei rimborsi? Non gli spetterebbero in parte?
Antonio Di Pietro: Il “Cantiere” è nato nel 2005, perciò non può ottenere il rimborso di un'elezione avvenuta nel 2004. In secondo luogo, il rimborso viene riconosciuto al partito che fa richiesta, non ai singoli candidati: non s'è mai vista una divisione pro quota, cioè un pezzo a me e un pezzo a te. Per questo cinque volte su cinque, sia la Camera dei Deputati sia i magistrati, ci hanno dato ragione. Il Giornale, se non voleva essere fazioso e omissivo, avrebbe dovuto raccontare anche l'altra metà della mela.
Libero: Nell'inchiesta si dice che lei, sua moglie Susanna Mazzoleni e l'onorevole Silvana Mura abbiate un'associazione Italia dei Valori che si sovrappone al movimento politico Italia dei Valori.
Antonio Di Pietro: O benedetto signore, ma sono la stessa cosa! Che lo chiami associazione o movimento sempre quella siamo! Gli organi sono gli stessi. E c'è un solo conto corrente, da dove si prelevano soldi esclusivamente per attività del movimento.
Libero: Era proprio necessario sdoppiare la struttura?
Antonio Di Pietro: Ogni partito, nel suo statuto, adotta cautele di garanzia nella gestione della tesoreria. Lo statuto ti può non piacere, io mica metto il becco negli statuti degli altri: noi ci siamo garantiti cosi e ci sentiamo tranquilli dalle rivendicazioni di qualche guastafeste.
Libero: Teme qualche guastafeste dentro il suo partito?
Antonio Di Pietro: I litigi dentro il Pd tra ex Margherita ed ex Ds sul patrimonio mica me li sono sognati io. E voglio vederli adesso quelli di Forza Italia con quelli di An quando faranno il Pdl. Voglio stare tranquillo e voglio vederci sempre chiaro, io.
Libero: Già, io. Antonio Di Pietro. Dicono che dentro l'Italia dei Valori a dettar legge sia solo lei.
Antonio Di Pietro: Intanto noi facciamo i congressi, gli altri non lo so. La democrazia interna non ci manca. Ciò precisato, ammetto che dopo alcuni errori nella valutazione delle persone abbiamo voluto che Italia dei Valori fosse fondata da queste persone: io, Susanna Mazzoleni e Silvana Mura. Mi sembra che anche gli altri partiti siano nati per iniziativa di una singola persona: se non va bene allora il Giornale faccia la morale prima a Berlusconi, poi agli altri.
Libero: Potete sempre cambiare passo.
Antonio Di Pietro: E' già cosi. Italia dei Valori è cresciuta, è presente in tutte le istituzioni, sia a livello nazionale che locale, e le liste non le fa solo Antonio Di Pietro.
Libero: Lei è simbolo della massima trasparenza...
Antonio Di Pietro: E allora mi stia a sentire bene: l'Italia dei Valori ha depositato un disegno di legge per la registrazione dei partiti, vogliamo che i partiti siano regolamentati da una sola normativa. Non solo, in questa finanziaria abbiamo chiesto di eliminare i rimborsi elettorali proprio perché si faccia una legge sulla regolamentazione dei partiti. Le sembro uno che vuole nascondere qualcosa?
Libero: No. Infatti ha creato due soggetti, perché non si sa mai...
Antonio Di Pietro: Quali due? Uno solo! Oggi i partiti sono gestiti come associazioni di fatto e ognuno si fa uno statuto interno. L'importante è non stornare i finanziamenti per attività diverse ad quelle del partito. E noi cosi abbiamo fatto, tant'è che – glielo ripeto – la richiesta del “Cantiere” è stata respinta cinque volte su cinque. Ma ora vogliamo parlare dei veri problemi? Vogliamo dire che l'indipendenza della magistratura è minacciata?
Libero: A me sembra che anche qualche cittadino innocente sia minacciato da svarioni giudiziari: lo vogliamo dire? Lo vuole ammettere anche lei?
Antonio Di Pietro: Le garanzie si danno con i fatti. Vogliamo una giustizia che funzioni? Vogliamo processi più veloci? Allora ci vogliono più soldi e non meno soldi com'è uscito dalla finanziaria di Berlusconi. Ci vuole più personale, invece qua se ne taglia il 30 per cento.
Libero: Il ministro ombra della Giustizia Tenaglia ha proposto tre giudici anziché uno per evitare che la carcerazione preventiva metta dentro gente per niente. E' d'accordo?
Antonio Di Pietro: Per me ne possiamo mettere anche cinque di giudici, ma poi li devi avere. Invece non ci sono, lo dico, recuperiamo i mille giudici in aspettativa, prendiamo i giudici militari che forse sono più utili a smaltire le cause, recuperiamo la magistratura ordinaria, e poi vediamo se i processi durano di meno o di più. Il problema si risolve con gli strumenti finanziari e quelli organizzativi, altrimenti è il solito modo perché la Casta non subisca processi.
Libero: In Italia quando c'è un problema si dice che è colpa del personale che manca, intanto l'abuso della carcerazione preventiva resta un dato di fatto.
Antonio Di Pietro: Non è vero. Sull'uso della carcerazione preventiva c'è un giudice che la applica e un altro che ne verifica le condizioni. Se si mettono i giudici nella condizione di lavorare meglio e più serenamente, la giustizia funzionerebbe meglio. Per quel che ci riguarda il 7 gennaio presenteremo il milione di firme contro il lodo Alfano. Forse è per questo che poi ci dedicano cosi tante attenzioni.
Libero: Le inchieste sono il sale del buon giornalismo.
Antonio Di Pietro: E allora perché la nostra voce non la fanno sentire quando parliamo dei problemi sociali del Paese? Quando respingiamo le intenzioni di mettere il bavaglio ai giudici? O quando accusiamo il governo di avere svenduto Malpensa? Adesso dare Alitalia ad AirFrance va bene, eh? Cos'è cambiato? Mi facciano parlare delle cose vere invece di montare ad arte certe accuse contro Di Pietro. Ma hanno fatto male i calcoli, non cediamo. Io non cambio.
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Antonio Di Pietro: Il Giornale pubblica una memoria di controparte presentata in un processo civile da quelli del “Cantiere”, un'associazione che fa riferimento a Occhetto e a Giulietto Chiesa, in cui si chiede la divisione dei rimborsi elettorali delle Europee 2004.
Libero: E fin qui non ci vedo niente di male.
Antonio Di Pietro: Già, se non fosse che per ben tre volte la Camera dei Deputati ha respinto una richiesta analoga e due volte l'ha fatto la magistratura. Ora, è un sacrosanto diritto del gruppo che fa riferimento a Giulietto Chiesa presentare simili istanze tutte le volte che ritiene opportuno, però resta il fatto che ci hanno dato ragione cinque volte su cinque. Mi sembra abbastanza per affermare che siamo nel giusto.
Libero: Perché avrebbero torto a chiedere una parte dei rimborsi? Non gli spetterebbero in parte?
Antonio Di Pietro: Il “Cantiere” è nato nel 2005, perciò non può ottenere il rimborso di un'elezione avvenuta nel 2004. In secondo luogo, il rimborso viene riconosciuto al partito che fa richiesta, non ai singoli candidati: non s'è mai vista una divisione pro quota, cioè un pezzo a me e un pezzo a te. Per questo cinque volte su cinque, sia la Camera dei Deputati sia i magistrati, ci hanno dato ragione. Il Giornale, se non voleva essere fazioso e omissivo, avrebbe dovuto raccontare anche l'altra metà della mela.
Libero: Nell'inchiesta si dice che lei, sua moglie Susanna Mazzoleni e l'onorevole Silvana Mura abbiate un'associazione Italia dei Valori che si sovrappone al movimento politico Italia dei Valori.
Antonio Di Pietro: O benedetto signore, ma sono la stessa cosa! Che lo chiami associazione o movimento sempre quella siamo! Gli organi sono gli stessi. E c'è un solo conto corrente, da dove si prelevano soldi esclusivamente per attività del movimento.
Libero: Era proprio necessario sdoppiare la struttura?
Antonio Di Pietro: Ogni partito, nel suo statuto, adotta cautele di garanzia nella gestione della tesoreria. Lo statuto ti può non piacere, io mica metto il becco negli statuti degli altri: noi ci siamo garantiti cosi e ci sentiamo tranquilli dalle rivendicazioni di qualche guastafeste.
Libero: Teme qualche guastafeste dentro il suo partito?
Antonio Di Pietro: I litigi dentro il Pd tra ex Margherita ed ex Ds sul patrimonio mica me li sono sognati io. E voglio vederli adesso quelli di Forza Italia con quelli di An quando faranno il Pdl. Voglio stare tranquillo e voglio vederci sempre chiaro, io.
Libero: Già, io. Antonio Di Pietro. Dicono che dentro l'Italia dei Valori a dettar legge sia solo lei.
Antonio Di Pietro: Intanto noi facciamo i congressi, gli altri non lo so. La democrazia interna non ci manca. Ciò precisato, ammetto che dopo alcuni errori nella valutazione delle persone abbiamo voluto che Italia dei Valori fosse fondata da queste persone: io, Susanna Mazzoleni e Silvana Mura. Mi sembra che anche gli altri partiti siano nati per iniziativa di una singola persona: se non va bene allora il Giornale faccia la morale prima a Berlusconi, poi agli altri.
Libero: Potete sempre cambiare passo.
Antonio Di Pietro: E' già cosi. Italia dei Valori è cresciuta, è presente in tutte le istituzioni, sia a livello nazionale che locale, e le liste non le fa solo Antonio Di Pietro.
Libero: Lei è simbolo della massima trasparenza...
Antonio Di Pietro: E allora mi stia a sentire bene: l'Italia dei Valori ha depositato un disegno di legge per la registrazione dei partiti, vogliamo che i partiti siano regolamentati da una sola normativa. Non solo, in questa finanziaria abbiamo chiesto di eliminare i rimborsi elettorali proprio perché si faccia una legge sulla regolamentazione dei partiti. Le sembro uno che vuole nascondere qualcosa?
Libero: No. Infatti ha creato due soggetti, perché non si sa mai...
Antonio Di Pietro: Quali due? Uno solo! Oggi i partiti sono gestiti come associazioni di fatto e ognuno si fa uno statuto interno. L'importante è non stornare i finanziamenti per attività diverse ad quelle del partito. E noi cosi abbiamo fatto, tant'è che – glielo ripeto – la richiesta del “Cantiere” è stata respinta cinque volte su cinque. Ma ora vogliamo parlare dei veri problemi? Vogliamo dire che l'indipendenza della magistratura è minacciata?
Libero: A me sembra che anche qualche cittadino innocente sia minacciato da svarioni giudiziari: lo vogliamo dire? Lo vuole ammettere anche lei?
Antonio Di Pietro: Le garanzie si danno con i fatti. Vogliamo una giustizia che funzioni? Vogliamo processi più veloci? Allora ci vogliono più soldi e non meno soldi com'è uscito dalla finanziaria di Berlusconi. Ci vuole più personale, invece qua se ne taglia il 30 per cento.
Libero: Il ministro ombra della Giustizia Tenaglia ha proposto tre giudici anziché uno per evitare che la carcerazione preventiva metta dentro gente per niente. E' d'accordo?
Antonio Di Pietro: Per me ne possiamo mettere anche cinque di giudici, ma poi li devi avere. Invece non ci sono, lo dico, recuperiamo i mille giudici in aspettativa, prendiamo i giudici militari che forse sono più utili a smaltire le cause, recuperiamo la magistratura ordinaria, e poi vediamo se i processi durano di meno o di più. Il problema si risolve con gli strumenti finanziari e quelli organizzativi, altrimenti è il solito modo perché la Casta non subisca processi.
Libero: In Italia quando c'è un problema si dice che è colpa del personale che manca, intanto l'abuso della carcerazione preventiva resta un dato di fatto.
Antonio Di Pietro: Non è vero. Sull'uso della carcerazione preventiva c'è un giudice che la applica e un altro che ne verifica le condizioni. Se si mettono i giudici nella condizione di lavorare meglio e più serenamente, la giustizia funzionerebbe meglio. Per quel che ci riguarda il 7 gennaio presenteremo il milione di firme contro il lodo Alfano. Forse è per questo che poi ci dedicano cosi tante attenzioni.
Libero: Le inchieste sono il sale del buon giornalismo.
Antonio Di Pietro: E allora perché la nostra voce non la fanno sentire quando parliamo dei problemi sociali del Paese? Quando respingiamo le intenzioni di mettere il bavaglio ai giudici? O quando accusiamo il governo di avere svenduto Malpensa? Adesso dare Alitalia ad AirFrance va bene, eh? Cos'è cambiato? Mi facciano parlare delle cose vere invece di montare ad arte certe accuse contro Di Pietro. Ma hanno fatto male i calcoli, non cediamo. Io non cambio.
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