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View Full Version : ESA: terzi in Europa come contributi, ma primi in programmi rilevanti


maxsona
24-12-2008, 12:03
ESA: terzi in Europa come contributi, ma primi in programmi rilevanti

«La ministeriale presieduta dal ministro Gelmini ha avuto un andamento positivo: l’Italia si conferma terzo contribuente dopo Germania e Francia con 1,2 miliardi di euro, pari ad oltre il 60% del budget ASI. L’Italia ha investito concentrando le risorse disponibili su una serie di programmi strategici per l’industria e la ricerca italiana, ponendosi come primo sottoscrittore per ExoMars, Verta, IRIS (per il controllo del traffico aereo) e GMES, ottenendo di integrare i dati di quest’ultimo con quelli di Cosmo SkyMed. Alto anche l’investimento italiano nella stazione spaziale (ISS) con un parziale riequilibrio tra impegno e ritorni». Così il presidente della X Commissione e presidente del comitato VAST della Camera, on. Andrea Gibelli, ha sintetizzato i risultati della ministeriale ESA al Seminario "Pianificazione della politica spaziale italiana e programmazione in ambito europeo: l’Italia dopo la conferenza ESA dell’Aja", svoltosi alla Camera la settimana scorsa.
Gibelli ha poi ricordato che «le risorse non impegnate nel precedente triennio (400 meuro) saranno usate nel prossimo». In ambito nazionale Gibelli ha poi ricordato l’orientamento verso le partnership pubblico-private e verso il coinvolgimento delle regioni. «È un tema importante - ha detto - che porta ad una riconsiderazione del ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’ESA, non più da considerare semplici enti di ricerca ma enti orientati anche alla realizzazione di infrastrutture. In questo processo devono aver un ruolo importante le PMI e i distretti industriali del settore aerospaziale».
L’importanza del settore spazio, ha aggiunto, «è dimostrata dal fatto che dall’inizio della legislatura questa è la terza occasione in cui ci si incontra a parlarne qui alla Camera».
Per l’on. Giuseppe Pizza, presidente della commissione ricerca, «in Europa puntiamo a privilegiare spazio e lanciatori e la carenza di fondi ci spinge verso attività che diano ritorni, lasciando le altre a iniziative da sviluppare assieme a partner internazionali come USA, Russia, Cina e India». Quella della larga cooperazione, ha quindi spiegato, «è una strategia che vorrei rilanciare al G8 della ricerca e della scienza che si svolgerà a Lucca a settembre, al quale inviteremo altri Paesi che hanno un ruolo nello spazio».
«Sono convinto - ha concluso - che il futuro dell’Italia si gioca nella ricerca e nell’innovazione, come sono convinto ce ricerca ed innovazione possano fermare il declino del mezzogiorno del Paese».
L’intervento del commissario dell’ASI Enrico Saggese è stato molto articolato: «Registriamo un’attenzione sia a livello di governo che di parlamento che in passato non si è veduta», ha esordito, per poi passare a sottolineare un elemento di novità della ministeriale: «la condivisione con l’Unione europea delle priorità per la parte spaziale, avendo partecipato oltre ai 18 stati che fanno parte dell’ESA anche il Vicepresidente Ue Verheugen e una decina di osservatori».
Il futuro delle attività cominciate nel 2005 è stato completamente assicurato.
Saggese ha poi raccontato della inaspettata difficoltà di rappresentata da un eccesso di denaro da parte tedesca, che aveva avuto a disposizione prima della crisi economica circa 2 miliardi. «La Germania ha quindi cercato di aumentare la sottoscrizione a tutti i programmi, divenendo il primo contribuente in ESA e alterando tutti gli equilibri che si erano precostituiti. La Francia ha fatto un grosso sforzo per star dietro alla Germania, piazzandosi al secondo posto con 1,6 miliardi». L’Italia spende 1,2 miliardi di cui 470 milioni per attività obbligatorie e 730 milioni per gli opzionali.

I programmi sottoscritti
Riguardo i programmi sottoscritti, «tra gli opzionali i quattro grandi programmi sottoscritti sono Gmes-Kopernicus, Exomars, stazione spaziale (ISS) e lanciatori. Tra i nuovi programmi, lo Space Situational Awarness (SSA) per il controllo dei detriti spaziali e gli asteroidi Near Earth Orbit (NEO), nel quale l’Italia ha sottoscritto la parte che riguarda i debris, lasciando ad altri Paesi la sottoscrizione per gli aspetti più militari».

IRIS/ATM
«L’Italia - ha detto Saggese - si è concentrata anche sulla quota satellitare dell’Air Traffic Management (ATM) e ha sottoscritto 9 su 35 milioni di euro, collocandosi al primo posto in questo programma che in futuro sarà tra quelli chiave nelle comunicazioni. La seconda fase della direttiva europea sui cieli aperti mira infatti ad avere un sistema di controllo del traffico aereo completamente differente da quello attuale a partire dal 2020, grazie anche ad un sistema di comunicazioni satellitari che trasferisce sugli aerei le informazioni relative al traffico. Noi ci puntiamo molto per il prossimo futuro».

Futuro dell’ESA e di Arianespace
Il prossimo futuro «partirà probabilmente dal 2010, perché nel 2011 Dordain sarà a fine mandato e forse lascerà anche prima. Quindi nel 2010 ci sarà un’ESA rinnovata anche nei suoi vertici e tutta una serie di novità nel settore dei lanciatori».
Per Arianespace «nella scorsa ministeriale fu deciso un programma di supporto che si chiamava ARTA, che prevedeva, con un finanziamento di circa un miliardo di euro, consumato al ritmo di 200 meuro l’anno, di coprire le difficoltà iniziali di tipo commerciale. In questa ministeriale è stato inizialmente proposto un meccanismo del genere, ma si è poi deciso che, essendo Arianespace una società di diritto privato, nel caso in cui non fosse stata in grado di ripianare le proprie perdite, si sarebbe dovuto arrivare ad un differente sistema di proprietà in cui l’ESA e le Agenzie nazionali potessero entrare alla guida di Arianespace stessa. A questo punto Arianespace ha rinunciato a portare avanti un concetto di supporto economico, ma ha anche deciso di acquistare solo 10 lanciatori al posto dei trentacinque previsti. Questi dieci lanciatori, assieme a quelli "in magazzino" saranno sufficienti a coprire il periodo fino al 2010, anno in cui si porrà di nuovo la questione della governance e della proprietà di Arianespace. Dovremo fare attenzione durante il 2010, se vorremo avere un ruolo guida anche all’interno della società che commercializza i lanci, il che ci interessa molto perché Arianespace commercializza anche il nostro Vega».

ExoMars, la Luna e Marte
Dal punto di vista dei programmi, c’è un ritardo in alcuni di quelli in corso, tra i quali GMES ed ExoMars. «Nel prossimo anno, a seguito dell’arrivo del nuovo amministratore della NASA, il volo umano, con la sfida del ritorno sulla Luna e il viaggio su Marte saranno all’ordine del giorno».
In ExoMars, ha spiegato in dettaglio Saggese, l’Italia ha aumentato la sua sottoscrizione da circa 250 a circa 280 milioni di euro. La Spagna, che non aveva ottenuto il Rover Operational Control Center, che sarà collocato in Italia nell’Altec, ha ridotto il suo contributo per portare il programma sotto la soglia di attivazione di 850 milioni, ma l’Italia ha fatto riaprire la sottoscrizione e aggiunto due milioni che hanno consentito ad ExoMars di partire, di fatto salvando la missione. Questo con buona pace di chi diceva che l’Italia voleva affondare il programma. La cosa importante è che il discorso è stato svincolato da l miliardo e 200 milioni che ci volevano per fare il programma, avendo accettato l’ESA la nostra idea di ampliare i contributi con la NASA per la parte comunicazioni e con la Russia per quanto riguarda il lanciatore, e portare il contributo totale europeo sotto il miliardo».
Il commissario ASI ha poi detto che «i Francesi hanno avuto l’ottima idea di fare una sorta di gruppo di lavoro integrato con Francia, Germania, Italia ed Inghilterra, con uno scienziato ed un ingegnere per ciascun Paese, per guidare questo programma ed evitare derive nell’ambito della definizione completa».

La ISS
Per quanto riguarda la Stazione spaziale Internazionale (ISS) «non siamo riusciti a ridurre il contributo italiano dal 19 al 18 per cento. Alla insoddisfazione italiana ha risposto la Francia con un gesto di estrema amicizia e responsabilità; avendo acquisito nel passato e probabilmente acquisendo in futuro un over-return, la Francia ha infatti contribuito con ulteriori 35 milioni al posto dell’Italia. In altre parole, abbiamo ottenuto che 35 milioni della nostra quota fossero versati dalla Francia, in maniera assolutamente autonoma e come segno apprezzabile di amicizia».

Osservazione della Terra e Meteosat
Per quanto riguarda l’osservazione della Terra «abbiamo mantenuto un ruolo primario: investiamo circa 120 milioni sui c. 850 richiesti; la cosa importante che abbiamo ottenuto è che i dati raccolti dai satelliti Sentinel possono essere distribuiti dai singoli Paesi integrandoli con quelli dei programmi nazionali. In questo modo l’Italia ha ottenuto di integrare con quelli di Cosmo SkyMed i dati del Sentinel 1 A e B, in banda C, con un incremento della nostra capacità».
Per Meteosat l’Italia fornirà quote parte impegnandosi sui sensori e sulle comunicazioni.

IXV, USV ed UAV
In IXV, un dimostratore che si lancia con il Vega e rientra a terra planando, c’è un finanziamento guida italiano e una presenza francese, spagnola e svizzera. «Potremo quindi dire la nostra negli USV (Unmanned Space Vehicle), che anche rispetto alle attività del CIRA e a quelle industriali italiane, come Alenia Aeronautica. Tra l’altro, - ha informato Saggese - la NASA ci ha chiesto se eravamo disponibili ad ospitare un UAV Global Hawk per attività di osservazione della Terra sul Mediterraneo. L’aereo sarà ospitato probabilmente a Decimomannu. Con le attività del CIRA, l’IXV e questo UAV, contiamo quindi di poter svolgere un ruolo importante nella guida di questi veicoli unmanned. Ricordo che, in base a studi dell’UE, dopo il 2020 almeno il 50% dei voli saranno effettuati senza pilota, partendo prima da voli cargo e poi passando ai voli passeggeri. Avendo in ALTEC un centro di eccellenza a partecipazione ASI, vogliamo avere in questo campo una voce importante».

Incrementi
Sui pagamenti della parte obbligatoria scientifica c’è stato un incremento del 3,5% l’anno. Visto che le spese che abbiamo nei confronti dell’ESA tendono ad aumentare, spero che Governo e Parlamento ci aiutino ad avere qualche risorsa in più. I costi dell’ESA sono stati mantenuti nel 2,5% l’anno inclusa l’inflazione.

Vega
«Al momento prevediamo il lancio inaugurale nei primi mesi del 2010».

Ricerca ed Industria
Per quanto riguarda il rapporto tra ricerca e industria, «siamo convinti che la ricerca scientifica e quella industriale debbano convivere e stiamo spingendo l’industria ad avere ritorni importanti quando facciamo sviluppi di ricerca. Ad esempio, per quanto riguarda la ISS, stiamo "tirando le orecchie" ad Alenia Spazio. Abbiamo avuto un ritorno solo del 62% e il fatto di presidiare i contratti è estremamente importante. Si nota che in certi contratti si prendono parti interessanti ma poi ci si disinteressa di avere il pieno ritorno, cosa invece importantissima perché è lì che possono lavorare le PMI con tutte le attività di contorno anche se non di minor qualità rispetto alla grande industria». (Sul tema della ricerca, riporteremo a parte l’intervento del vicecommissario ASI Piero Benvenuti)

http://www.dedalonews.it

Xile
24-12-2008, 12:28
Ogni tanto qualcosa di buono!!!

wlog
24-12-2008, 12:34
Ogni tanto qualcosa di buono!!!

basta crederci. Al prossimo giro di propaganda scommetto diventeremo primi anche in finanziamenti. Solo non capisco cosa c'entri la gelmini, che è su da cosi poco...


ah, beata propaganda...

Ziosilvio
24-12-2008, 12:35
Ho incominciato parecchio temp fa a credere che il problema vero dell'università italiana non è che i fondi non ci sono, ma che ci sono e sono gestiti in maniera pessima.

wlog
24-12-2008, 12:37
Ho incominciato parecchio temp fa a credere che il problema vero dell'università italiana non è che i fondi non ci sono, ma che ci sono e sono gestiti in maniera pessima.

Io invece penso che i fondi non ci siano, e che siano comunque gestiti pessimamente.

Il dato che noi siamo quelli che investono meno in istruzione e ricerca nel G30 è un fatto concreto, non soggetto a discussione.

T3d
24-12-2008, 12:39
Ho incominciato parecchio temp fa a credere che il problema vero dell'università italiana non è che i fondi non ci sono, ma che ci sono e sono gestiti in maniera pessima.

in ambito pisano non ci si può lamentare, ma ho visto in che condizioni lavorano i colleghi materialisti alla sapienza di roma.

lasciamo perdere.

ozeta
24-12-2008, 13:03
Ho incominciato parecchio temp fa a credere che il problema vero dell'università italiana non è che i fondi non ci sono, ma che ci sono e sono gestiti in maniera pessima.

tutto ciò che è pubblico ha pochi fondi e questi fondi vengono gestiti in maniera pessima.


però a montecitorio si permettono il lusso del barbiere gratis e si offendono se mettiamo i tornelli.. :rolleyes:

Rand
24-12-2008, 14:33
basta crederci. Al prossimo giro di propaganda scommetto diventeremo primi anche in finanziamenti. Solo non capisco cosa c'entri la gelmini, che è su da cosi poco...


ah, beata propaganda...

Stai polemizzando su un argomento che non conosci. Il settore spaziale italiano funziona piuttosto bene (vedi ad esempio Cosmo-Skymed (http://en.wikipedia.org/wiki/COSMO-SkyMed), i moduli pressurizzati contribuiti alla ISS, ecc.). I fondi a disposizione non sono particolarmente elevati, ma questo è un problema comune a tutta l'Europa..

(La Gelmini c'entra perché alla ministeriale ci vanno i ministri dei vari paesi)

gabi.2437
24-12-2008, 15:12
basta crederci. Al prossimo giro di propaganda scommetto diventeremo primi anche in finanziamenti. Solo non capisco cosa c'entri la gelmini, che è su da cosi poco...


ah, beata propaganda...

Eh beh, è per merito suo e della riforma che ora abbiamo quei risultati, non te ne sei accorto? KOMUNISTA :O

easyand
24-12-2008, 16:53
Stai polemizzando su un argomento che non conosci. Il settore spaziale italiano funziona piuttosto bene (vedi ad esempio Cosmo-Skymed (http://en.wikipedia.org/wiki/COSMO-SkyMed), i moduli pressurizzati contribuiti alla ISS, ecc.). I fondi a disposizione non sono particolarmente elevati, ma questo è un problema comune a tutta l'Europa..

(La Gelmini c'entra perché alla ministeriale ci vanno i ministri dei vari paesi)

non a caso ieri Telespazio ha vinto l'appalto per la costruzione di satelliti ottici da parte della turchia