dantes76
23-12-2008, 22:24
La Sicilia snobbata boccia il piano Cai
Chiesta commissione d'inchiesta sui trasporti
di Salvatore D'Anna
oggi, 23 dicembre 2008
Numero lettori 49 Leggi i commenti 1 Inserisci un tuo commento
E’ successo di nuovo, per la seconda volta consecutiva. E stavolta senza nemmeno avvertire dell'assenza via fax. Neanche oggi la Cai ha ritenuto opportuno inviare a Palermo i suoi rappresentanti all’audizione congiunta delle tre commissioni Attività produttive, Trasporti e Unione europea dell’Assemblea regionale siciliana, alla quale ha partecipato per il governo il vice presidente della Regione Titti Bufardeci e Pippo Fallica della commissione Trasporti della Camera dei deputati. L’invito a comparire da parte dei tre presidenti Salvino Caputo, Fabio Mancuso e Francesco Musotto alla società che ha rilevato gli slot di Alitalia e Air One è così rimasto lettera morta. Assenti alla riunione delle commissioni, anche loro per la seconda volta, il sindaco di Palermo Diego Cammarata e il presidente della Provincia Giovanni Avanti.
Assenze pesanti. Se lo scorso 24 novembre, quella volta si riunì la sola commissione Attività produttive, i politici siciliani inghiottirono il boccone amaro e volarono alla volta di Roma, oggi all’ennesimo sgarbo rispondono a muso duro. In vista della prossima seduta dell’Ars, fissata per il 29 dicembre, i presidenti delle tre commissioni chiederanno a Francesco Cascio di inserire un ordine del giorno per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta che faccia luce sul sistema globale dei trasporti in Sicilia. Alla luce di questa richiesta non c’è soltanto la questione Cai ma anche i recenti fatti di cronaca, con le minacce subite dal commissario straordinario per il Consorzio Autostrade Patrizia Valenti e dal direttore dell’Ast Emanuele Nicolosi. L’intenzione è quella di fare collaborare questa commissione d’inchiesta con quella regionale Antimafia presieduta da Calogero Speziale: “La complessità del sistema dei trasporti – dice Caputo – e le ingenti somme che arriveranno dall’Unione europea e dallo Stato stanno generando gli interessi di Cosa nostra”. Per non parlare poi dell’allarme lanciato da Giacomo Terranova, amministratore delegato della Gesap, la società che ha in gestione l’aeroporto Falcone-Borsellino, che ha denunciato il mancato pagamento da parte dei vettori aerei delle tasse di volo e aeroportuali, che spettano appunto ai gestori.
Ma è un fatto che l’assenza di Cai non ha fatto certo piacere a coloro che si erano dati appuntamento a Palazzo dei Normanni. A nessuno, sindacati, politici e dirigenti degli aeroporti di Palermo e Catania. “E’ come parlare al vento – commenta alla fine dell’audizione uno dei rappresentanti della Fit-Cisl – così non ci può essere dialogo. Non ci dicono niente”. Dall’audizione sono emersi segnali preoccupanti per gli aeroporti siciliani, e non solo. L’ingresso di Cai potrebbe causare un vero e proprio caos. “Il piano industriale di Cai è un piano di distruzione del trasporto aereo in Sicilia, pericolosissimo per l’occupazione e per l’economia siciliana – osserva Francesco Musotto – Serve che tanto la fase di programmazione quanto quella di concreto utilizzo siano attentamente monitorate”. Il capitale sociale della società appena nata non sarebbe nemmeno in grado di coprire i costi del piano industriale. Si parla di una disponibilità finanziaria di circa 850 milioni di euro a fronte dei 1.100 necessari per assicurare la funzionalità del sistema dei trasporti italiano e siciliano. Da dove verranno presi i 300 milioni di euro che mancano? In Sicilia tutti se lo chiedono, ma nessuno lo sa, per l’assenza di Cai in commissione e soprattutto per la mancanza di un piano industriale della compagnia, documento che ancora nessuno ha potuto leggere. Eppure Cai con il nuovo anno diventerà operativa.
Non sono bastate le rassicurazioni del presidente dell’Enac Vito Riggio, che ha escluso un declassamento dei due scali siciliani. Secondo i dati forniti da Riggio i voli che verranno cancellati da Alitalia e AirOne saranno sostituiti da quelli delle compagnie EasyJet e Blue-Express. A Palermo dovrebbero addirittura aumentare: due i voli cancellati, cinque quelli nuovi di zecca, verso Fiumicino e Malpensa. I sindacati sono preoccupati e attaccano non solo Cai, ma lo stesso presidente dell’Enac. La non volontà di assicurare il mantenimento dei posti di lavoro attuali potrebbero determinare il tracollo operativo degli aeroporti. “Aumentare i voli non significa aumentare l’occupazione – dichiara Giacomo Rota della Filt Cgil Sicilia.
L’internalizzazione dei servizi taglierà i posti dei lavoratori delle società di gestione aeroportuale, per non parlare dei posti di lavoro che si perderanno su AirOne. E i debiti di Alitalia non sono garantiti da nessuno, Gesap e Sac rischiano scoperti da milioni di euro. Perché Riggio non dice queste cose? L’Enac non è un arbitro parziale”. Riggio liquida così la questione: “Io non faccio il sindacalista, non ho voce in capitolo sul piano industriale Cai”. I sindacati siciliani sono sul piede di guerra e minacciano battaglia finché tutti i contratti a tempo indeterminato di Palermo e Catania non saranno riconfermati e non “si troverà una soluzione decorosa” per i 107 precari dislocati tra le due città siciliane.
Perplessità anche da parte della Gesap che conferma che molti servizi finora affidati alle società che gestiscono gli aeroporti potrebbero essere internalizzati in Cai, causando problemi occupazionali all’interno degli scali. La società aerea manterrebbe occupati variati slot, un tempo di Alitalia, che però sicuramente non utilizzerà mai, danneggiando così gli altri vettori aerei che devono ripiegare sulle fasce rimaste libere, la mattina presto o la sera tardi, orari meno appetibili da un punto di vista commerciale.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/38696/sicilia-boccia-piano-chiesta-commissione-dinchiesta-trasporti.htm
Chiesta commissione d'inchiesta sui trasporti
di Salvatore D'Anna
oggi, 23 dicembre 2008
Numero lettori 49 Leggi i commenti 1 Inserisci un tuo commento
E’ successo di nuovo, per la seconda volta consecutiva. E stavolta senza nemmeno avvertire dell'assenza via fax. Neanche oggi la Cai ha ritenuto opportuno inviare a Palermo i suoi rappresentanti all’audizione congiunta delle tre commissioni Attività produttive, Trasporti e Unione europea dell’Assemblea regionale siciliana, alla quale ha partecipato per il governo il vice presidente della Regione Titti Bufardeci e Pippo Fallica della commissione Trasporti della Camera dei deputati. L’invito a comparire da parte dei tre presidenti Salvino Caputo, Fabio Mancuso e Francesco Musotto alla società che ha rilevato gli slot di Alitalia e Air One è così rimasto lettera morta. Assenti alla riunione delle commissioni, anche loro per la seconda volta, il sindaco di Palermo Diego Cammarata e il presidente della Provincia Giovanni Avanti.
Assenze pesanti. Se lo scorso 24 novembre, quella volta si riunì la sola commissione Attività produttive, i politici siciliani inghiottirono il boccone amaro e volarono alla volta di Roma, oggi all’ennesimo sgarbo rispondono a muso duro. In vista della prossima seduta dell’Ars, fissata per il 29 dicembre, i presidenti delle tre commissioni chiederanno a Francesco Cascio di inserire un ordine del giorno per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta che faccia luce sul sistema globale dei trasporti in Sicilia. Alla luce di questa richiesta non c’è soltanto la questione Cai ma anche i recenti fatti di cronaca, con le minacce subite dal commissario straordinario per il Consorzio Autostrade Patrizia Valenti e dal direttore dell’Ast Emanuele Nicolosi. L’intenzione è quella di fare collaborare questa commissione d’inchiesta con quella regionale Antimafia presieduta da Calogero Speziale: “La complessità del sistema dei trasporti – dice Caputo – e le ingenti somme che arriveranno dall’Unione europea e dallo Stato stanno generando gli interessi di Cosa nostra”. Per non parlare poi dell’allarme lanciato da Giacomo Terranova, amministratore delegato della Gesap, la società che ha in gestione l’aeroporto Falcone-Borsellino, che ha denunciato il mancato pagamento da parte dei vettori aerei delle tasse di volo e aeroportuali, che spettano appunto ai gestori.
Ma è un fatto che l’assenza di Cai non ha fatto certo piacere a coloro che si erano dati appuntamento a Palazzo dei Normanni. A nessuno, sindacati, politici e dirigenti degli aeroporti di Palermo e Catania. “E’ come parlare al vento – commenta alla fine dell’audizione uno dei rappresentanti della Fit-Cisl – così non ci può essere dialogo. Non ci dicono niente”. Dall’audizione sono emersi segnali preoccupanti per gli aeroporti siciliani, e non solo. L’ingresso di Cai potrebbe causare un vero e proprio caos. “Il piano industriale di Cai è un piano di distruzione del trasporto aereo in Sicilia, pericolosissimo per l’occupazione e per l’economia siciliana – osserva Francesco Musotto – Serve che tanto la fase di programmazione quanto quella di concreto utilizzo siano attentamente monitorate”. Il capitale sociale della società appena nata non sarebbe nemmeno in grado di coprire i costi del piano industriale. Si parla di una disponibilità finanziaria di circa 850 milioni di euro a fronte dei 1.100 necessari per assicurare la funzionalità del sistema dei trasporti italiano e siciliano. Da dove verranno presi i 300 milioni di euro che mancano? In Sicilia tutti se lo chiedono, ma nessuno lo sa, per l’assenza di Cai in commissione e soprattutto per la mancanza di un piano industriale della compagnia, documento che ancora nessuno ha potuto leggere. Eppure Cai con il nuovo anno diventerà operativa.
Non sono bastate le rassicurazioni del presidente dell’Enac Vito Riggio, che ha escluso un declassamento dei due scali siciliani. Secondo i dati forniti da Riggio i voli che verranno cancellati da Alitalia e AirOne saranno sostituiti da quelli delle compagnie EasyJet e Blue-Express. A Palermo dovrebbero addirittura aumentare: due i voli cancellati, cinque quelli nuovi di zecca, verso Fiumicino e Malpensa. I sindacati sono preoccupati e attaccano non solo Cai, ma lo stesso presidente dell’Enac. La non volontà di assicurare il mantenimento dei posti di lavoro attuali potrebbero determinare il tracollo operativo degli aeroporti. “Aumentare i voli non significa aumentare l’occupazione – dichiara Giacomo Rota della Filt Cgil Sicilia.
L’internalizzazione dei servizi taglierà i posti dei lavoratori delle società di gestione aeroportuale, per non parlare dei posti di lavoro che si perderanno su AirOne. E i debiti di Alitalia non sono garantiti da nessuno, Gesap e Sac rischiano scoperti da milioni di euro. Perché Riggio non dice queste cose? L’Enac non è un arbitro parziale”. Riggio liquida così la questione: “Io non faccio il sindacalista, non ho voce in capitolo sul piano industriale Cai”. I sindacati siciliani sono sul piede di guerra e minacciano battaglia finché tutti i contratti a tempo indeterminato di Palermo e Catania non saranno riconfermati e non “si troverà una soluzione decorosa” per i 107 precari dislocati tra le due città siciliane.
Perplessità anche da parte della Gesap che conferma che molti servizi finora affidati alle società che gestiscono gli aeroporti potrebbero essere internalizzati in Cai, causando problemi occupazionali all’interno degli scali. La società aerea manterrebbe occupati variati slot, un tempo di Alitalia, che però sicuramente non utilizzerà mai, danneggiando così gli altri vettori aerei che devono ripiegare sulle fasce rimaste libere, la mattina presto o la sera tardi, orari meno appetibili da un punto di vista commerciale.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/38696/sicilia-boccia-piano-chiesta-commissione-dinchiesta-trasporti.htm