fracarro
23-12-2008, 09:40
Dal corriere: http://www.corriere.it/economia/08_dicembre_22/istat_soldi_cibo_5d31ad60-d01d-11dd-b6ee-00144f02aabc.shtml
l 15,4% arriva con molta difficoltà a fine mese. Reddito inferiore a 2mila euro per una famiglia su due
ROMA - Il 5,3% delle famiglie italiane alla fine del 2007 ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno «momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo». Il dato emerge dall'indagine dell'Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia. A fine dell'anno precedente il numero delle famiglie in difficoltà con gli acquisti di alimentari era risultato il 4,2%. Particolarmente critica la situazione delle coppie con tre o più figli, delle famiglie monoparentali (in particolare le madri sole) e degli anziani soli. Per quanto riguarda le famiglie con almeno tre figli, il 25% ha difficoltà ad arrivare a fine mese, l'8,1% non ha soldi per le spese alimentari e il 25,3% ha difficoltà a trovare soldi per l'abbigliamento.
POVERTÀ - Sale dal 14,6% al 15,4% il numero delle famiglie che ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. L'Istat rileva «segnali di disagio particolarmente marcati» al sud e nelle isole, e in particolare in Sicilia dove sale al 10,1% il numero di famiglie con problemi di risorse per il cibo. La situazione migliore si registra in provincia di Bolzano e in Emilia Romagna.
REDDITO - Una famiglia su due ha guadagnato nel 2006 meno di 1.924 euro al mese, con un aumento del reddito del 2,8% rispetto al 2005, superiore all'inflazione che all'epoca era al 2,1%. In media le famiglie italiane hanno percepito un reddito netto di circa 2.379 euro al mese, tuttavia per il 61,8% il valore si attesta sotto la media e in tutte le regioni meridionali. L'indagine Istat conferma quindi la forte diseguaglianza nella distribuzione del reddito registrata negli anni precedenti, non solo tra le famiglie del nord e sud, ma anche nel meridione dove è confermato un forte divario tra famiglie povere e ricche.
CENONE - Secondo un sondaggio della Confesercenti, gli italiani spenderanno a Natale per il cenone e il pranzo complessivamente poco più di 2,5 miliardi di euro. Dato che però segna una diminuzione del 7% rispetto allo scorso anno. Il 3% (pari a 1,8 milioni di italiani) questo anno non farà la cena o il pranzo di Natale a causa delle difficoltà economiche.
SPESE MEDICHE - Secondo l'Istat sono aumentate soprattutto le difficoltà nel far fronte alla spese mediche (11,1%, contro il 10,4% del 2006), mentre risultano più contenute le famiglie che hanno riscontrato problemi nel provvedere regolarmente al pagamento delle bollette (8,8%, contro il 9,3% del 2006) e al riscaldamento (10,7%, contro il 10,4% del 2006). Salgono poi al 16,9% le famiglie che non sono riuscite a trovare i soldi per l'acquisto di abiti necessari (nel 2006 era il 16,8%).
Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/torino-esproprio/torino-esproprio/torino-esproprio.html
Furti con carrello e doni ai passanti
In città torna l'esproprio proletario
di MAURIZIO CROSETTI
Furti con carrello e doni ai passanti In città torna l'esproprio proletario
TORINO - Non se ne sentiva la mancanza, ma forse torna il vecchio esproprio proletario. Merito o colpa di quindici Babbi Natale, in arrivo non dalla Lapponia bensì da un centro sociale: sabato pomeriggio sono entrati nel supermercato Pam della popolarissima Barriera di Milano, si sono gentilmente serviti senza pagare e poi hanno donato la refurtiva agli sbigottiti - ma non restii - passanti. Lo hanno chiamato "esproprio solidale".
Così quei quattro borsoni pieni di generi alimentari hanno spalancato all'improvviso una porta cigolante, vecchia più di trent'anni, a strapiombo sulla stagione dell'esproprio non solidale ma, appunto, proletario: oggetto, o forse soggetto più adatto al modernariato della nostalgia di certe trasmissioni tivù, senza però nulla da rimpiangere.
Invece all'Esselunga di Casalecchio di Reno, Bologna, una ventina di casse sono rimaste bloccate con i carrelli della spesa pieni, in attesa di uno sconto del 25 per cento. Autori, ancora una cinquantina di ragazzi dei centri sociali, stavolta senza successo. E immediata scatta la domanda: non starà mica tornando il tempo della mitica "autoriduzione"? Qualche avvisaglia non era mancata negli anni ?80 e soprattutto nel 2004 a Roma. Però è Torino, che aveva così generosamente lanciato quell'epoca fatta di cortei duri e puri dai quali a un certo punto si staccava un gruppetto che andava a sprangare qualche vetrina per rubacchiare dei jeans o una pila di libri con la scusa del proletariato (gli anni: dal '75 al '78), quella stessa Torino oggi propone alcuni curiosi revival.
Oltre ai quindici strani soggetti al supermercato, muniti di regolari barbe, baffi e berretti rossi ma senza bancomat, ecco i ragazzi dell'Assemblea No Gelmini che chiedono e ottengono di entrare gratis nel cinema Greenwich Village (ma perché?) e poi vanno da Feltrinelli, dove si fanno consegnare quattro scatoloni di libri fuori catalogo: titoli, senza offesa, che nessuno si sognerebbe mai di rubare, ma che ottenuti in dono vanno benissimo: così devono aver pensato i passanti di piazza Castello, omaggiati di parole non memorabili e presto dimenticate, però in nome della cultura "a gratis".
Anche se nessuno tra i "disobbedienti" può immaginare che l'antica tendenza nacque nientemeno che al Cantagiro del '71 (il Cantagiro, per chi non lo sapesse, era uno spettacolo itinerante di musica leggera, il più seguito dopo il festival di Sanremo). Quella volta, Bobby Solo e Gianni Morandi (ma anche i Led Zeppelin, prestigiosi ospiti stranieri) cantavano al velodromo Vigorelli di Milano: il pubblico, composto per lo più da allegre famigliole, incrociò un corteo extraparlamentare che pensò bene di pretendere la musica senza biglietto. La serata finì con lanci di verdura e lacrimogeni.
Il progenitore dell'esproprio proletario figliò quindi l'autoriduzione, cioè tariffa (auto)ribassata per tram, elettricità e gas: i giornali dell'epoca la chiamavano "disobbedienza civile". Dal Tempo del 4 ottobre 1974: "Essa significa che gli utenti dei mezzi di pubblico trasporto, del servizio di erogazione dell'elettricità e del riscaldamento non sono disposti a pagare le nuove tariffe ma si ostinano a pagare quelle in vigore prima degli ultimi aumenti".
Erano gli anni delle fabbriche occupate e dell'austerity. Poco più tardi, nel 1976, i cortei di Roma, Bologna, Napoli e Torino videro le prime spedizioni contro le vetrine del centro, svuotate di giubbotti e salami senza distinzioni. Sarebbe andata avanti così fino agli anni di piombo veri e propri, quando le pallottole si sostituirono alle spranghe e la stagione dell'esproprio si sfarinò lentamente (uniche variazioni sul tema, i furti sistematici agli autogrill da parte degli ultrà del calcio), seppure con qualche notevole sussulto a seguire. Come, ad esempio, nei giorni della Pantera, tra l'88 e il '91, quando gli studenti tornarono in piazza per poi rifluire nei centri sociali di varie città. A Milano, piazzale Loreto, venne svuotata una macelleria e organizzata una colossale mangiata gratis alla mensa dell'università Statale, moderna e meno letteraria versione dell'assalto ai forni.
Tra violenza e goliardia, la spesa "fai da te" senza passare alla cassa fece pure una vittima, Ester Funaro, 49 anni, morta di spavento nell'aprile 1980 al mercato romano di Centocelle durante una spedizione di espropriatori. E adesso forse ci risiamo. Torino ridiventa laboratorio di qualcosa? Ci sarebbe da augurarsi il contrario, ma è certo che i periodi di crisi economica più nera corrispondono spesso al ritorno dei furti col pretesto sociale. Come a Roma, quattro anni fa, quando duecento "disobbedienti" fecero irruzione all'ipermercato Panorama sulla Tiburtina e razziarono alla grande con la scusa del caro vita.
Lo slogan: "Oggi è San Precario, paga il governo". La chiamarono, proprio come i loro nonni degli anni 70, "spesa proletaria": restano nella memoria le immagini di uomini, donne, anziani e ragazzini in fuga con prosciutti, volumi vari, computer e telefoni portatili, oltre all'immancabile sortita da Feltrinelli in largo di Torre Argentina per rafforzare il sospetto che questi tizi abbiano sempre più rubato che letto i libri. Quella volta sulla Tiburtina, la polizia non intervenne per non creare disordini. Invece la guardia giurata che ha provato a bloccare i Babbi Natale equi e solidali di Torino, l'altro giorno, ci ha rimesso gli occhiali. Più proletario lui, c'è da giurarci, degli espropriatori.
Aggiungiamoci la ragazza incinta che va a rubare la carne (http://www.pianetamamma.it/gravidanza/mangiare-in-gravidanza/incinta-ruba-la-carne-che-non-ha-i-soldi-per-comprare.html), i vecchietti che vanno al supermercato, aprono i pacchi di pasta per infilarsela nelle tasche (http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/furti-pensionati/furti-pensionati/furti-pensionati.html) e infine tutte quelle persone che ai mercati ortofrutticoli cercano tra i rimasugli qualcosa di commestibile da mangiare (http://www.economia-oggi.it/archives/00033948.html).
Al di la del vostro colore politico ( e vista la cecità che sembra avvolgere i nostri politici in generale) secondo voi queste situazioni a cosa porteranno?
l 15,4% arriva con molta difficoltà a fine mese. Reddito inferiore a 2mila euro per una famiglia su due
ROMA - Il 5,3% delle famiglie italiane alla fine del 2007 ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno «momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo». Il dato emerge dall'indagine dell'Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia. A fine dell'anno precedente il numero delle famiglie in difficoltà con gli acquisti di alimentari era risultato il 4,2%. Particolarmente critica la situazione delle coppie con tre o più figli, delle famiglie monoparentali (in particolare le madri sole) e degli anziani soli. Per quanto riguarda le famiglie con almeno tre figli, il 25% ha difficoltà ad arrivare a fine mese, l'8,1% non ha soldi per le spese alimentari e il 25,3% ha difficoltà a trovare soldi per l'abbigliamento.
POVERTÀ - Sale dal 14,6% al 15,4% il numero delle famiglie che ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. L'Istat rileva «segnali di disagio particolarmente marcati» al sud e nelle isole, e in particolare in Sicilia dove sale al 10,1% il numero di famiglie con problemi di risorse per il cibo. La situazione migliore si registra in provincia di Bolzano e in Emilia Romagna.
REDDITO - Una famiglia su due ha guadagnato nel 2006 meno di 1.924 euro al mese, con un aumento del reddito del 2,8% rispetto al 2005, superiore all'inflazione che all'epoca era al 2,1%. In media le famiglie italiane hanno percepito un reddito netto di circa 2.379 euro al mese, tuttavia per il 61,8% il valore si attesta sotto la media e in tutte le regioni meridionali. L'indagine Istat conferma quindi la forte diseguaglianza nella distribuzione del reddito registrata negli anni precedenti, non solo tra le famiglie del nord e sud, ma anche nel meridione dove è confermato un forte divario tra famiglie povere e ricche.
CENONE - Secondo un sondaggio della Confesercenti, gli italiani spenderanno a Natale per il cenone e il pranzo complessivamente poco più di 2,5 miliardi di euro. Dato che però segna una diminuzione del 7% rispetto allo scorso anno. Il 3% (pari a 1,8 milioni di italiani) questo anno non farà la cena o il pranzo di Natale a causa delle difficoltà economiche.
SPESE MEDICHE - Secondo l'Istat sono aumentate soprattutto le difficoltà nel far fronte alla spese mediche (11,1%, contro il 10,4% del 2006), mentre risultano più contenute le famiglie che hanno riscontrato problemi nel provvedere regolarmente al pagamento delle bollette (8,8%, contro il 9,3% del 2006) e al riscaldamento (10,7%, contro il 10,4% del 2006). Salgono poi al 16,9% le famiglie che non sono riuscite a trovare i soldi per l'acquisto di abiti necessari (nel 2006 era il 16,8%).
Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/torino-esproprio/torino-esproprio/torino-esproprio.html
Furti con carrello e doni ai passanti
In città torna l'esproprio proletario
di MAURIZIO CROSETTI
Furti con carrello e doni ai passanti In città torna l'esproprio proletario
TORINO - Non se ne sentiva la mancanza, ma forse torna il vecchio esproprio proletario. Merito o colpa di quindici Babbi Natale, in arrivo non dalla Lapponia bensì da un centro sociale: sabato pomeriggio sono entrati nel supermercato Pam della popolarissima Barriera di Milano, si sono gentilmente serviti senza pagare e poi hanno donato la refurtiva agli sbigottiti - ma non restii - passanti. Lo hanno chiamato "esproprio solidale".
Così quei quattro borsoni pieni di generi alimentari hanno spalancato all'improvviso una porta cigolante, vecchia più di trent'anni, a strapiombo sulla stagione dell'esproprio non solidale ma, appunto, proletario: oggetto, o forse soggetto più adatto al modernariato della nostalgia di certe trasmissioni tivù, senza però nulla da rimpiangere.
Invece all'Esselunga di Casalecchio di Reno, Bologna, una ventina di casse sono rimaste bloccate con i carrelli della spesa pieni, in attesa di uno sconto del 25 per cento. Autori, ancora una cinquantina di ragazzi dei centri sociali, stavolta senza successo. E immediata scatta la domanda: non starà mica tornando il tempo della mitica "autoriduzione"? Qualche avvisaglia non era mancata negli anni ?80 e soprattutto nel 2004 a Roma. Però è Torino, che aveva così generosamente lanciato quell'epoca fatta di cortei duri e puri dai quali a un certo punto si staccava un gruppetto che andava a sprangare qualche vetrina per rubacchiare dei jeans o una pila di libri con la scusa del proletariato (gli anni: dal '75 al '78), quella stessa Torino oggi propone alcuni curiosi revival.
Oltre ai quindici strani soggetti al supermercato, muniti di regolari barbe, baffi e berretti rossi ma senza bancomat, ecco i ragazzi dell'Assemblea No Gelmini che chiedono e ottengono di entrare gratis nel cinema Greenwich Village (ma perché?) e poi vanno da Feltrinelli, dove si fanno consegnare quattro scatoloni di libri fuori catalogo: titoli, senza offesa, che nessuno si sognerebbe mai di rubare, ma che ottenuti in dono vanno benissimo: così devono aver pensato i passanti di piazza Castello, omaggiati di parole non memorabili e presto dimenticate, però in nome della cultura "a gratis".
Anche se nessuno tra i "disobbedienti" può immaginare che l'antica tendenza nacque nientemeno che al Cantagiro del '71 (il Cantagiro, per chi non lo sapesse, era uno spettacolo itinerante di musica leggera, il più seguito dopo il festival di Sanremo). Quella volta, Bobby Solo e Gianni Morandi (ma anche i Led Zeppelin, prestigiosi ospiti stranieri) cantavano al velodromo Vigorelli di Milano: il pubblico, composto per lo più da allegre famigliole, incrociò un corteo extraparlamentare che pensò bene di pretendere la musica senza biglietto. La serata finì con lanci di verdura e lacrimogeni.
Il progenitore dell'esproprio proletario figliò quindi l'autoriduzione, cioè tariffa (auto)ribassata per tram, elettricità e gas: i giornali dell'epoca la chiamavano "disobbedienza civile". Dal Tempo del 4 ottobre 1974: "Essa significa che gli utenti dei mezzi di pubblico trasporto, del servizio di erogazione dell'elettricità e del riscaldamento non sono disposti a pagare le nuove tariffe ma si ostinano a pagare quelle in vigore prima degli ultimi aumenti".
Erano gli anni delle fabbriche occupate e dell'austerity. Poco più tardi, nel 1976, i cortei di Roma, Bologna, Napoli e Torino videro le prime spedizioni contro le vetrine del centro, svuotate di giubbotti e salami senza distinzioni. Sarebbe andata avanti così fino agli anni di piombo veri e propri, quando le pallottole si sostituirono alle spranghe e la stagione dell'esproprio si sfarinò lentamente (uniche variazioni sul tema, i furti sistematici agli autogrill da parte degli ultrà del calcio), seppure con qualche notevole sussulto a seguire. Come, ad esempio, nei giorni della Pantera, tra l'88 e il '91, quando gli studenti tornarono in piazza per poi rifluire nei centri sociali di varie città. A Milano, piazzale Loreto, venne svuotata una macelleria e organizzata una colossale mangiata gratis alla mensa dell'università Statale, moderna e meno letteraria versione dell'assalto ai forni.
Tra violenza e goliardia, la spesa "fai da te" senza passare alla cassa fece pure una vittima, Ester Funaro, 49 anni, morta di spavento nell'aprile 1980 al mercato romano di Centocelle durante una spedizione di espropriatori. E adesso forse ci risiamo. Torino ridiventa laboratorio di qualcosa? Ci sarebbe da augurarsi il contrario, ma è certo che i periodi di crisi economica più nera corrispondono spesso al ritorno dei furti col pretesto sociale. Come a Roma, quattro anni fa, quando duecento "disobbedienti" fecero irruzione all'ipermercato Panorama sulla Tiburtina e razziarono alla grande con la scusa del caro vita.
Lo slogan: "Oggi è San Precario, paga il governo". La chiamarono, proprio come i loro nonni degli anni 70, "spesa proletaria": restano nella memoria le immagini di uomini, donne, anziani e ragazzini in fuga con prosciutti, volumi vari, computer e telefoni portatili, oltre all'immancabile sortita da Feltrinelli in largo di Torre Argentina per rafforzare il sospetto che questi tizi abbiano sempre più rubato che letto i libri. Quella volta sulla Tiburtina, la polizia non intervenne per non creare disordini. Invece la guardia giurata che ha provato a bloccare i Babbi Natale equi e solidali di Torino, l'altro giorno, ci ha rimesso gli occhiali. Più proletario lui, c'è da giurarci, degli espropriatori.
Aggiungiamoci la ragazza incinta che va a rubare la carne (http://www.pianetamamma.it/gravidanza/mangiare-in-gravidanza/incinta-ruba-la-carne-che-non-ha-i-soldi-per-comprare.html), i vecchietti che vanno al supermercato, aprono i pacchi di pasta per infilarsela nelle tasche (http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/furti-pensionati/furti-pensionati/furti-pensionati.html) e infine tutte quelle persone che ai mercati ortofrutticoli cercano tra i rimasugli qualcosa di commestibile da mangiare (http://www.economia-oggi.it/archives/00033948.html).
Al di la del vostro colore politico ( e vista la cecità che sembra avvolgere i nostri politici in generale) secondo voi queste situazioni a cosa porteranno?