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View Full Version : Il 5% delle famiglie non ha soldi per il cibo


fracarro
23-12-2008, 09:40
Dal corriere: http://www.corriere.it/economia/08_dicembre_22/istat_soldi_cibo_5d31ad60-d01d-11dd-b6ee-00144f02aabc.shtml

l 15,4% arriva con molta difficoltà a fine mese. Reddito inferiore a 2mila euro per una famiglia su due

ROMA - Il 5,3% delle famiglie italiane alla fine del 2007 ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno «momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo». Il dato emerge dall'indagine dell'Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia. A fine dell'anno precedente il numero delle famiglie in difficoltà con gli acquisti di alimentari era risultato il 4,2%. Particolarmente critica la situazione delle coppie con tre o più figli, delle famiglie monoparentali (in particolare le madri sole) e degli anziani soli. Per quanto riguarda le famiglie con almeno tre figli, il 25% ha difficoltà ad arrivare a fine mese, l'8,1% non ha soldi per le spese alimentari e il 25,3% ha difficoltà a trovare soldi per l'abbigliamento.

POVERTÀ - Sale dal 14,6% al 15,4% il numero delle famiglie che ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. L'Istat rileva «segnali di disagio particolarmente marcati» al sud e nelle isole, e in particolare in Sicilia dove sale al 10,1% il numero di famiglie con problemi di risorse per il cibo. La situazione migliore si registra in provincia di Bolzano e in Emilia Romagna.

REDDITO - Una famiglia su due ha guadagnato nel 2006 meno di 1.924 euro al mese, con un aumento del reddito del 2,8% rispetto al 2005, superiore all'inflazione che all'epoca era al 2,1%. In media le famiglie italiane hanno percepito un reddito netto di circa 2.379 euro al mese, tuttavia per il 61,8% il valore si attesta sotto la media e in tutte le regioni meridionali. L'indagine Istat conferma quindi la forte diseguaglianza nella distribuzione del reddito registrata negli anni precedenti, non solo tra le famiglie del nord e sud, ma anche nel meridione dove è confermato un forte divario tra famiglie povere e ricche.

CENONE - Secondo un sondaggio della Confesercenti, gli italiani spenderanno a Natale per il cenone e il pranzo complessivamente poco più di 2,5 miliardi di euro. Dato che però segna una diminuzione del 7% rispetto allo scorso anno. Il 3% (pari a 1,8 milioni di italiani) questo anno non farà la cena o il pranzo di Natale a causa delle difficoltà economiche.

SPESE MEDICHE - Secondo l'Istat sono aumentate soprattutto le difficoltà nel far fronte alla spese mediche (11,1%, contro il 10,4% del 2006), mentre risultano più contenute le famiglie che hanno riscontrato problemi nel provvedere regolarmente al pagamento delle bollette (8,8%, contro il 9,3% del 2006) e al riscaldamento (10,7%, contro il 10,4% del 2006). Salgono poi al 16,9% le famiglie che non sono riuscite a trovare i soldi per l'acquisto di abiti necessari (nel 2006 era il 16,8%).

Da Repubblica: http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/torino-esproprio/torino-esproprio/torino-esproprio.html

Furti con carrello e doni ai passanti
In città torna l'esproprio proletario
di MAURIZIO CROSETTI

Furti con carrello e doni ai passanti In città torna l'esproprio proletario
TORINO - Non se ne sentiva la mancanza, ma forse torna il vecchio esproprio proletario. Merito o colpa di quindici Babbi Natale, in arrivo non dalla Lapponia bensì da un centro sociale: sabato pomeriggio sono entrati nel supermercato Pam della popolarissima Barriera di Milano, si sono gentilmente serviti senza pagare e poi hanno donato la refurtiva agli sbigottiti - ma non restii - passanti. Lo hanno chiamato "esproprio solidale".

Così quei quattro borsoni pieni di generi alimentari hanno spalancato all'improvviso una porta cigolante, vecchia più di trent'anni, a strapiombo sulla stagione dell'esproprio non solidale ma, appunto, proletario: oggetto, o forse soggetto più adatto al modernariato della nostalgia di certe trasmissioni tivù, senza però nulla da rimpiangere.

Invece all'Esselunga di Casalecchio di Reno, Bologna, una ventina di casse sono rimaste bloccate con i carrelli della spesa pieni, in attesa di uno sconto del 25 per cento. Autori, ancora una cinquantina di ragazzi dei centri sociali, stavolta senza successo. E immediata scatta la domanda: non starà mica tornando il tempo della mitica "autoriduzione"? Qualche avvisaglia non era mancata negli anni ?80 e soprattutto nel 2004 a Roma. Però è Torino, che aveva così generosamente lanciato quell'epoca fatta di cortei duri e puri dai quali a un certo punto si staccava un gruppetto che andava a sprangare qualche vetrina per rubacchiare dei jeans o una pila di libri con la scusa del proletariato (gli anni: dal '75 al '78), quella stessa Torino oggi propone alcuni curiosi revival.

Oltre ai quindici strani soggetti al supermercato, muniti di regolari barbe, baffi e berretti rossi ma senza bancomat, ecco i ragazzi dell'Assemblea No Gelmini che chiedono e ottengono di entrare gratis nel cinema Greenwich Village (ma perché?) e poi vanno da Feltrinelli, dove si fanno consegnare quattro scatoloni di libri fuori catalogo: titoli, senza offesa, che nessuno si sognerebbe mai di rubare, ma che ottenuti in dono vanno benissimo: così devono aver pensato i passanti di piazza Castello, omaggiati di parole non memorabili e presto dimenticate, però in nome della cultura "a gratis".

Anche se nessuno tra i "disobbedienti" può immaginare che l'antica tendenza nacque nientemeno che al Cantagiro del '71 (il Cantagiro, per chi non lo sapesse, era uno spettacolo itinerante di musica leggera, il più seguito dopo il festival di Sanremo). Quella volta, Bobby Solo e Gianni Morandi (ma anche i Led Zeppelin, prestigiosi ospiti stranieri) cantavano al velodromo Vigorelli di Milano: il pubblico, composto per lo più da allegre famigliole, incrociò un corteo extraparlamentare che pensò bene di pretendere la musica senza biglietto. La serata finì con lanci di verdura e lacrimogeni.

Il progenitore dell'esproprio proletario figliò quindi l'autoriduzione, cioè tariffa (auto)ribassata per tram, elettricità e gas: i giornali dell'epoca la chiamavano "disobbedienza civile". Dal Tempo del 4 ottobre 1974: "Essa significa che gli utenti dei mezzi di pubblico trasporto, del servizio di erogazione dell'elettricità e del riscaldamento non sono disposti a pagare le nuove tariffe ma si ostinano a pagare quelle in vigore prima degli ultimi aumenti".

Erano gli anni delle fabbriche occupate e dell'austerity. Poco più tardi, nel 1976, i cortei di Roma, Bologna, Napoli e Torino videro le prime spedizioni contro le vetrine del centro, svuotate di giubbotti e salami senza distinzioni. Sarebbe andata avanti così fino agli anni di piombo veri e propri, quando le pallottole si sostituirono alle spranghe e la stagione dell'esproprio si sfarinò lentamente (uniche variazioni sul tema, i furti sistematici agli autogrill da parte degli ultrà del calcio), seppure con qualche notevole sussulto a seguire. Come, ad esempio, nei giorni della Pantera, tra l'88 e il '91, quando gli studenti tornarono in piazza per poi rifluire nei centri sociali di varie città. A Milano, piazzale Loreto, venne svuotata una macelleria e organizzata una colossale mangiata gratis alla mensa dell'università Statale, moderna e meno letteraria versione dell'assalto ai forni.

Tra violenza e goliardia, la spesa "fai da te" senza passare alla cassa fece pure una vittima, Ester Funaro, 49 anni, morta di spavento nell'aprile 1980 al mercato romano di Centocelle durante una spedizione di espropriatori. E adesso forse ci risiamo. Torino ridiventa laboratorio di qualcosa? Ci sarebbe da augurarsi il contrario, ma è certo che i periodi di crisi economica più nera corrispondono spesso al ritorno dei furti col pretesto sociale. Come a Roma, quattro anni fa, quando duecento "disobbedienti" fecero irruzione all'ipermercato Panorama sulla Tiburtina e razziarono alla grande con la scusa del caro vita.

Lo slogan: "Oggi è San Precario, paga il governo". La chiamarono, proprio come i loro nonni degli anni 70, "spesa proletaria": restano nella memoria le immagini di uomini, donne, anziani e ragazzini in fuga con prosciutti, volumi vari, computer e telefoni portatili, oltre all'immancabile sortita da Feltrinelli in largo di Torre Argentina per rafforzare il sospetto che questi tizi abbiano sempre più rubato che letto i libri. Quella volta sulla Tiburtina, la polizia non intervenne per non creare disordini. Invece la guardia giurata che ha provato a bloccare i Babbi Natale equi e solidali di Torino, l'altro giorno, ci ha rimesso gli occhiali. Più proletario lui, c'è da giurarci, degli espropriatori.

Aggiungiamoci la ragazza incinta che va a rubare la carne (http://www.pianetamamma.it/gravidanza/mangiare-in-gravidanza/incinta-ruba-la-carne-che-non-ha-i-soldi-per-comprare.html), i vecchietti che vanno al supermercato, aprono i pacchi di pasta per infilarsela nelle tasche (http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/furti-pensionati/furti-pensionati/furti-pensionati.html) e infine tutte quelle persone che ai mercati ortofrutticoli cercano tra i rimasugli qualcosa di commestibile da mangiare (http://www.economia-oggi.it/archives/00033948.html).

Al di la del vostro colore politico ( e vista la cecità che sembra avvolgere i nostri politici in generale) secondo voi queste situazioni a cosa porteranno?

LupoFR
23-12-2008, 09:55
Beh, al di là delle "ciàcole" dei giornali, ti posso dire che qualcuno la povertà sel'è anche cercata. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, che sia chiaro, però conosco gente che, pur di avere la macchina, la casa bella ed non farsi mancare niente, si è riempita di finanziamenti fino al collo e non riesce ad arrivare a fine mese. Poi, quando ho sentito un camionista che non riusciva a vivere con 3000 euro al mese perchè aveva 6 figli da mantenere, mi è venuto da sorridere. :rolleyes:

Per carità, c'è molta gente che non ce la fa perchè è precario, per l'affitto ed altre motivazioni plausibili, ma tanti altri sono in difficoltà perchè hanno voluto fare il passo più lungo della gamba.

Mario_47
23-12-2008, 10:03
Beh, al di là delle "ciàcole" dei giornali, ti posso dire che qualcuno la povertà sel'è anche cercata. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, che sia chiaro, però conosco gente che, pur di avere la macchina, la casa bella ed non farsi mancare niente, si è riempita di finanziamenti fino al collo e non riesce ad arrivare a fine mese. Poi, quando ho sentito un camionista che non riusciva a vivere con 3000 euro al mese perchè aveva 6 figli da mantenere, mi è venuto da sorridere. :rolleyes:

Per carità, c'è molta gente che non ce la fa perchè è precario, per l'affitto ed altre motivazioni plausibili, ma tanti altri sono in difficoltà perchè hanno voluto fare il passo più lungo della gamba.
si, bisognava pensare prima a risparmiare qualcosina così non si sarebbe finiti male...

fracarro
23-12-2008, 10:05
Beh, al di là delle "ciàcole" dei giornali, ti posso dire che qualcuno la povertà sel'è anche cercata. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, che sia chiaro, però conosco gente che, pur di avere la macchina, la casa bella ed non farsi mancare niente, si è riempita di finanziamenti fino al collo e non riesce ad arrivare a fine mese. Poi, quando ho sentito un camionista che non riusciva a vivere con 3000 euro al mese perchè aveva 6 figli da mantenere, mi è venuto da sorridere. :rolleyes:

Per carità, c'è molta gente che non ce la fa perchè è precario, per l'affitto ed altre motivazioni plausibili, ma tanti altri sono in difficoltà perchè hanno voluto fare il passo più lungo della gamba.

Delle persone a cui fai riferimento tu, onestamente a me frega poco perchè se hanno voluto fare gli "splendidi" senza averne le possibilità, è giusto che paghino per le loro scelte scellerate.

Il problema è che le categorie che ho postato sopra sono altre le quali sono arrivate al punto di dover lottare per sopravvivere. Gente che ha problemi a comprare cibo. Sembra di tornare ai tempi del dopoguerra. Se a questo aggiungi tutte le persone (in particolare i giovani http://www.repubblica.it/interstitial/interstitial1406464.html) che tra poco saranno senza nessun tipo di sostentamento a me la situazione appare alquanto tragica.

Ziosilvio
23-12-2008, 10:05
Il 5,3% delle famiglie italiane alla fine del 2007
quindi durante il governo Prodi
ha dichiarato di avere avuto nel corso dell'anno «momenti con insufficienti risorse per l'acquisto di cibo».
:( se dovuto a risorse insufficienti in generale, :mad: se dovuto a dirottamento di risorse su acquisti di lusso.
Aggiungiamoci la ragazza incinta che va a rubare la carne (http://www.pianetamamma.it/gravidanza/mangiare-in-gravidanza/incinta-ruba-la-carne-che-non-ha-i-soldi-per-comprare.html), i vecchietti che vanno al supermercato, aprono i pacchi di pasta per infilarsela nelle tasche (http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/furti-pensionati/furti-pensionati/furti-pensionati.html)
E avremo un'idea di cosa gli italiani si permettono di fare con la scusa della "crisi".
qualcuno la povertà sel'è anche cercata. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, che sia chiaro, però conosco gente che, pur di avere la macchina, la casa bella ed non farsi mancare niente, si è riempita di finanziamenti fino al collo e non riesce ad arrivare a fine mese.
Toh, un po' come in Islanda :(

dove però i risparmiatori erano stati convinti dalle banche a contrarre mutui a tasso variabile in valuta estera :muro:
Per carità, c'è molta gente che non ce la fa perchè è precario, per l'affitto ed altre motivazioni plausibili, ma tanti altri sono in difficoltà perchè hanno voluto fare il passo più lungo della gamba.
Come detto: :( per i primi, :mad: per i secondi.

LupoFR
23-12-2008, 10:06
Il problema è che le categorie che ho postato sopra sono altre le quali sono arrivate al punto di dover lottare per sopravvivere. Gente che ha problemi a comprare cibo. Sembra di tornare ai tempi del dopoguerra. Se a questo aggiungi tutte le persone (in particolare i giovani http://www.repubblica.it/interstitial/interstitial1406464.html) che tra poco saranno senza nessun tipo di sostentamento a me la situazione appare alquanto tragica.

Si, ma le persone che ho citato io rientrano comunque nella fetta di quelli che non arrivano a fine mese.

Fides Brasier
23-12-2008, 10:11
E avremo un'idea di cosa gli italiani si permettono di fare con la scusa della "crisi".gia' e' vero, "con la scusa della crisi" gli italiani pretendono addirittura di mangiare, ma pensa te che pretese :O
iniziassero una bella dieta chè ci guadagnano anche in salute :O

mettiamola sul ridere va, che e' meglio...

mademistake
23-12-2008, 10:12
Prima di dire che la gente ha voluto fare la splendida vorrei ricordare che per le cose per cui abbiamo fatto gli splendidi avremmo dovuto pagare molto di meno, vedi speculazione euro.
Ci sono studi che riguardano la semi impossibilità del ridurre il proprio stile di vita.
E il nostro stile di vita si è ridotto non per via di acquisti scellerati, ma per via di una scellerata gestione del paese.
Diamo la colpa a chi la deve avere sul serio.

tdi150cv
23-12-2008, 10:15
Beh, al di là delle "ciàcole" dei giornali, ti posso dire che qualcuno la povertà sel'è anche cercata. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, che sia chiaro, però conosco gente che, pur di avere la macchina, la casa bella ed non farsi mancare niente, si è riempita di finanziamenti fino al collo e non riesce ad arrivare a fine mese. Poi, quando ho sentito un camionista che non riusciva a vivere con 3000 euro al mese perchè aveva 6 figli da mantenere, mi è venuto da sorridere. :rolleyes:

Per carità, c'è molta gente che non ce la fa perchè è precario, per l'affitto ed altre motivazioni plausibili, ma tanti altri sono in difficoltà perchè hanno voluto fare il passo più lungo della gamba.

be guarda proprio l'altro giorno su radio Bruno , radio della città bolognese condotta da un sinistroide sfegatato , chiama una signora anziana di 72 anni chiedendo come potesse vivere con 800 euro al mese.
Pure il conduttore , davanti al fatto che oltre a quegli 800 euro al mese la signora dichiarava di vivere in una casa di proprieta' , si e' indegnato e ha evidenziato come nel paese ci sono realta' nettamente peggiori.

Questo per dire che alla fine dei conti oltre ad un gran allarmismo c'è anche una abitudine al lamento.

Personalmente sono convinto che ci siano famiglie che non arrivano a fine mese ma sono anche convinto che tale percentuale non sia diversa da quella degli anni indietro perchè se e' vero che la media per famiglia e' di 2400 euro al mese e' vero anche che non sappiamo vivere secondo il tenore di vita a noi piu' consono.

fracarro
23-12-2008, 10:17
quindi durante il governo Prodi


Bisogna per forza buttarla in politica? Inoltre visto che questi dati sono riferiti al 2007 è plausibile pensare che possano peggiorare nel 2008 visto che c'è la crisi ora?



:( se dovuto a risorse insufficienti in generale, :mad: se dovuto a dirottamento di risorse su acquisti di lusso.


Ripeto per quelli che hanno voluto fare gli "splendidi" senza averne le risorse è giusto che paghino per i loro errori.


E avremo un'idea di cosa gli italiani si permettono di fare con la scusa della "crisi".


Veramente un vecchio di 75 anni che va a rubare cibo in un supermercato non mi sembra che sia uno di quelli che approfitta della crisi per andare a rubare l'ultimo modello di jeans di D&G. Parliamo di gente che va a rubare il cibo. Sicuramente non è giusto rubare e ci mancherebbe, ma solo sentire che c'è gente in italia che va a rubare cibo nei supermercati (PER FAME, non perchè ladri di professione) penso che debba far riflettere e parecchio sulla situazione in cui si trova il paese.


Come detto: :( per i primi, :mad: per i secondi.

Corncordo.

Si, ma le persone che ho citato io rientrano comunque nella fetta di quelli che non arrivano a fine mese.

Sicuramente, ma quelle ripeto se la son cercata. A me preoccupa per quelle che invece ci si son trovati senza sapere il perchè.

fracarro
23-12-2008, 10:36
...
Pure il conduttore , davanti al fatto che oltre a quegli 800 euro al mese la signora dichiarava di vivere in una casa di proprieta' , si e' indegnato e ha evidenziato come nel paese ci sono realta' nettamente peggiori.


Si ma se continuaiamo a guardare quello che sta sempre peggio allora vuol dire che quello che prende 500 euro al mese di pensione non può lamentarsi perchè ce ne sono altri che ne prendono 300. E allora? Il fatto che ci sia qualcuno che sta peggio di me dovrebbe farmi stare meglio o risolvere i problemi di chi ne guadagna 500?


Questo per dire che alla fine dei conti oltre ad un gran allarmismo c'è anche una abitudine al lamento.


Credo che tutti concordino con il dire che "il lamentarsi" sia lo sport nazionale dopo il calcio in questo paese. Tuttavia una volta sentivi le persone che si lamentavano ma poi si facevano il cenone di natale oppure non rinunciavano al weekend in montagna e cose così. Adesso stiamo parlando di gente che si lamenta per la mancanza di cibo. Questo credo che sia un'altra cosa.

dave4mame
23-12-2008, 10:44
io l'avevo scritto almeno un anno fa (e lo ribadisco ora); il sabato, attorno all'una continuo a vedere delle persone anziane che rovistano tra le cassette di verdura rimaste a terra.

è a questi che va la mia compassione; non certo a chi piange miseria perchè spende alla cazzo...

tdi150cv
23-12-2008, 10:44
Adesso stiamo parlando di gente che si lamenta per la mancanza di cibo. Questo credo che sia un'altra cosa.

tutto quello che vuoi pero' mi fa molto riflettere il fatto che le mete calde siano completamente full ...
La gente fa qualche giorno in meno ma parte senza problemi e la cosa mi fa incazzare come non mai perchè poi al rientro saranno le stesse che lamentaranno miseria , che grideranno alla spesa proletaria (li condannassero ai lavori forzati tutti) , che daranno la colpa a Berlusconi e che di conseguenza prenderanno per il culo chi davvero ha bisogno !

durbans
23-12-2008, 10:46
Quando i sacchi dei supermercati cominceranno ad aumentare e ci saranno scontri con la polizia allora saremo veramente alla frutta.

Fides Brasier
23-12-2008, 10:48
La gente fa qualche giorno in meno ma parte senza problemi e la cosa mi fa incazzare come non mai perchè poi al rientro saranno le stesse che lamentaranno miseriae questo da cosa lo deduci?
e' vero il contrario invece: aumenta la forbice tra i ricchi e chi fatica ad arrivare a fine mese, per cui chi ha i soldi continuera' ad averli e a viaggiare e a spendere, mentre chi non ha i soldi arrivera' ad avere problemi addirittura a mangiare. non comprendere questo semplice elemento impedisce di avere la visione del problema, e quindi di prendere misure adeguate alla sua soluzione.

LupoFR
23-12-2008, 10:50
Prima di dire che la gente ha voluto fare la splendida vorrei ricordare che per le cose per cui abbiamo fatto gli splendidi avremmo dovuto pagare molto di meno, vedi speculazione euro.
Ci sono studi che riguardano la semi impossibilità del ridurre il proprio stile di vita.
E il nostro stile di vita si è ridotto non per via di acquisti scellerati, ma per via di una scellerata gestione del paese.
Diamo la colpa a chi la deve avere sul serio.

Non metto in dubbio che con l'arrivo dell'Euro non ci sia stata un inflazione paurosa, anzi! Io però sono abituato a fare spese secondo le mie possibilità e la crisi non mi ha cambiato nulla, anzi, spendo molto meno per andare al lavoro per il crollo del costo della benzina. :p

Purtroppo c'è gente che ha voluto vivere da cicala e, ora che si è fatto inverno, si è trovata in difficoltà.

Freeskis
23-12-2008, 11:24
quindi durante il governo Prodi
ah quindi adesso sono sparite ?
solo l'italia è un paese capace di passare dalla povertà alla ricchezza in un mese ... durante i mesi delle elezioni ovvio ...

fracarro
23-12-2008, 11:33
Purtroppo c'è gente che ha voluto vivere da cicala e, ora che si è fatto inverno, si è trovata in difficoltà.

Cicale o formiche questi qua andranno a breve in mezzo ad una strada.

http://www.repubblica.it/interstitial/interstitial1406464.html

Giovani precari vittime predestinate
generazione a rischio per la crisi
Flessibilità significa che è più facile assumere. Il problema è che adesso
stiamo vedendo il rovescio della medaglia: è più facile anche licenziare
di MAURIZIO RICCI

ROMA - "Una vita senza futuro, senza progetti. Del resto, chi si può permettere dei progetti, quando non puoi comprare un mobile a rate o fare un mutuo per la casa? Sei appesa al nulla". Giovanna, quarantenne, precaria all'ufficio cassa di un ospedale abruzzese, campa da dodici anni di proroghe di tre, sei mesi del contratto: il presente le offre molto poco. Ma è molto, molto meglio del futuro, che è diventato un incubo.

L'incubo della tagliola: "Il contratto scade a fine gennaio. Chi sa cosa succederà? Io ho paura". Gianluca, 29 anni, laureato in Scienze della comunicazione, tre anni nel call center di una grande azienda, il contratto l'ha già perso. Scade a fine dicembre e sa già che non glielo rinnoveranno. "Cosa faccio? Torno dai miei. Non ne ho nessuna voglia e la sento come una sconfitta. Ma non posso stare in mezzo alla strada. E poi? Boh. Ho provato a chiedere in giro, ma i miei amici stanno come me".

La crisi economica, la recessione, stanno arrivando in queste settimane. Ma questa non è una crisi come le altre che l'hanno preceduta. E' diversa, perché ha delle vittime predestinate. I sindacati lanciano un allarme a tutto campo. La cassa integrazione è cresciuta del 25% questa estate. In Lombardia è raddoppiata. I posti di lavoro a rischio, nei prossimi due anni, sono 900 mila solo nell'industria. Compresi commercio e servizi, potrebbero arrivare a un milione e mezzo.

Sono cifre enormi per un paese con 17 milioni di lavoratori dipendenti. Ma questa è la parte forte del mercato del lavoro, protetta da sussidi e garanzie che attutiscono l'impatto del taglio dei posti di lavoro. La mattanza dell'occupazione comincerà altrove, nella parte più debole ed esposta delle maestranze. Le vittime predestinate sono gli apprendisti, collaboratori, meglio noti come cococò, somministrati, interinali, a tempo determinato. L'esercito dei tre milioni di precari, che hanno monopolizzato il mercato del lavoro degli ultimi anni e per i quali non è necessario il licenziamento o l'anticamera della cassa integrazione: basta non rinnovare il contratto.

Perché questa è la prima crisi dell'era della flessibilità e tutto sta funzionando come prevedono i manuali. Flessibilità significa che è più facile assumere. Il problema è che, adesso, stiamo vedendo il rovescio della medaglia: è più facile anche licenziare. In teoria ? dicono sempre i manuali ? questo è un bene. Le imprese sono in grado di alleggerire rapidamente i costi, tagliando il personale. Così sgravate, reggono meglio la crisi e, non appena il vento dell'economia girerà, potranno riprendere più velocemente la corsa, tornando ad assumere. La teoria funziona, quando la crisi riguarda un'impresa o un gruppo di imprese. Quando è generale, l'impatto sociale è devastante, perché gente come Giovanna e Gianluca deve riuscire a galleggiare senza salvagente.

I numeri non sono facili da mettere insieme. Nel caso degli interinali (oggi si chiamano somministrati), Ebitemp, l'ente bilaterale per il lavoro temporaneo, calcola che il personale gestito dalle agenzie del lavoro in affitto, fra luglio e settembre sia calato del 7,6%. Soprattutto, sono scese di oltre il 21% le richieste di personale. Stefano Sacchi, Fabio Berton, Matteo Richiardi, in un articolo per lavoce.info stimano che solo metà degli interinali abbia qualche forma di protezione, quando resta senza lavoro.

Questa percentuale scende sotto il 40% per il milione e mezzo di lavoratori a tempo determinato: oltre 600 mila dipendenti a contratto rischia di restare in mezzo alla strada. Lo stesso vale per mezzo milione di cococò. In totale, oltre un milione di persone, per cui la crisi significa solo un buco nero. "Senza indennità, senza pensione, senza liquidazione: se non mi rinnovano il contratto, come mangio il prossimo mese" si domanda angosciata Giovanna?

Il momento della verità arriverà nei prossimi giorni, a spegnere, per molti, il Natale. Un precario su dieci balla, infatti, proprio adesso, sulla corda. Dicembre è un mese come tutti gli altri, ma, a fine anno, per motivi burocratici, viene a scadenza il 40% in più dei contratti, rispetto agli altri mesi. Sacchi e i suoi colleghi hanno calcolato che, il 31 dicembre, oltre 300 mila precari, sui 3 milioni totali, si troveranno a rinnovare i loro contratti: 193 mila tempi determinati, 10 mila apprendisti, 16 mila interinali, 64 mila cococò. In tempi normali, l'84% degli interinali e il 50% dei collaboratori coordinati ottiene automaticamente il rinnovo. Ma questi non sono tempi normali. Ancora: in tempi normali, un interinale aspetta 9 mesi per trovare un nuovo posto, un cococò anche 19. Ma ora? "Boh" come dice Gianluca.

Questa è una crisi diversa dalle altre perché non colpisce, come avviene di solito, alcuni settori, alcune categorie più di altre. Questa crisi colpisce una classe di età, come ai tempi del militare. E' la crisi dei "bamboccioni", per dirla con Padoa-Schioppa. O, meglio, di quelli che, in questi anni, hanno trovato un lavoro. E' la crisi dei giovani, perché è la crisi dei precari e il precariato è l'unica forma di lavoro che i giovani hanno trovato. L'interinale tipo ha 32 anni. Uno su due ha meno di 30 anni. Se la crisi sarà dura come dicono, un'intera generazione rischia di essere ributtata indietro, espulsa dal mercato del lavoro.

In affitto come interinali o somministrati, collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, a tempo determinato, questi, e non altri, sono i lavori che hanno trovato ragazzi e ragazze usciti, negli ultimi anni, dalla scuola. "Almeno due terzi dei nuovi ingressi nel mondo del lavoro ? dice Sacchi ? in questi anni sono avvenuti con contratti atipici". All'Istat sono appena più prudenti: "sia nel 2006, che nel 2007 ? spiega Mario Albisinni ? il 45% delle nuove assunzioni è stato a carattere temporaneo".

I numeri, qui, aiutano a raccontare la storia di questi anni. Fra il secondo trimestre del 2004 e il secondo trimestre del 2008, gli occupati sono aumentati del 5% e, fra questi, i lavoratori dipendenti dell'8%. Quanti, di questi ultimi, con un contratto a tempo indeterminato, di quelli normali, con pensione, Cig e liquidazione? Ci sono state oltre 800 mila assunzioni di questo tipo: i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti di quasi il 6%. Ma, attenzione, è una faccenda da adulti. Quanti di questi nuovi contratti permanenti riguardano, infatti, giovani under 35? La risposta è che il numero di lavoratori sotto i 35 anni con un contratto a tempo indeterminato è, in realtà, diminuito. I bamboccioni in rotta per la pensione, rispetto a quattro anni fa, sono quasi mezzo milione in meno: un taglio del 9%.

E dove sono finiti? Fra i precari. I lavoratori dipendenti a carattere temporaneo sono cresciuti, negli ultimi quattro anni, da 1 milione 900 mila a quasi due milioni e mezzo. Oltre metà di questo aumento è dovuto agli under 35. Poi c'è poco meno di mezzo milione di cococò, formalmente lavoratori indipendenti, ma, lo dice anche l'Istat, in concreto dipendenti a tutti gli effetti. Tre milioni di precari. Sei su dieci hanno meno di 35 anni. Saranno loro i primi a subire l'impatto di una crisi che, dicono gli economisti, può essere la più grave degli ultimi settant'anni.

Sono tanti e non hanno mezzi di sostentamento. Qualcuno tornerà a casa ma tanti altri cosa faranno?

sharon
23-12-2008, 15:21
Corriere della Sera:
Rinascente, record d' incassi. Shopping contro la crisi «Ma sono in calo i volontari»
Circa due milioni di incasso per il grande magazzino del centro Quello di quest' anno sarà un Natale all' insegna di crisi e contraddizioni: se da un lato sale il volume degli acquisti, dall' altro scende il numero di chi, durante le feste, sceglie di dedicarsi agli altri.

fracarro
23-12-2008, 16:13
Riporto la notizia:

Natale anti-crisi: ressa nei negozi, record di acquisti alla Rinascente

MILANO 23/12/2008 - Un Natale drogato. Qual*cosa non torna, in effetti, nel*lo shopping natalizio che ha animato Milano negli ultimi tre giorni. Perché a guardarsi intorno anche ieri, dopo un weeckend di shopping che ha portato per le strade del centro qualcosa come 800mila persone, di ressa per gli acquisti ce n’era in abbondanza. E allora l’oc*chio di chi cammina per le vie del centro continua a po*sarsi sui sacchetti e a guarda*re la gente: ma non c’era la crisi? La crisi c’è ma non si vede. Questa l’opinione di Carlo Montingelli dell’Unio*ne del Commercio. «Abbia*mo venduto il 20 per cento in meno, difficile risalire all’ul*timo» , sostiene con tono rasse*gnato. E una teo*ria: la crisi è di*ventata invisibi*le.

COMMERCIANTI
«Primo il Natale è andato, il gros*so degli acquisti è stato fatto e or*mai siamo agli scampoli. La gente che si vede in giro e compra fa regali più piccoli, meno costo*si», dice Montingelli. Ma il punto forse è un altro: «La ressa davanti alle vetrine del lusso e in centro è legata solo al fatto che le grandi marche hanno anticipato illegalmen*te i saldi (che inizieranno il 3 gennaio, ndr) e hanno inizia*to a pubblicizzare sconti fitti*zi sulla merce firmata che inducono la gente ad affolla*re gli store e accalcarsi all’in*gresso. Non ci sono controlli, non ci sono sanzioni». E in effetti ieri era quasi impossi*bile fare capolino negli store del lusso. Insomma il Natale 2008 sarebbe un Natale “dro*grato” dove la crisi è la regola ma la voglia di esorcizzarla ha ha fatto da traino riducen*do i danni e lo specchietto per le allodole dei commer*cianti più furbi ha fatto il resto. Per questo la crisi c’è e non si vede ad occhio nudo.

LA FOLLA
Così ieri Corso Vittorio Ema*nuele era un fiume interrotto di gente che scorre e sotto i portici quasi non si cammi*nava. Le vie laterali sono pre*se d’assalto, il quadrilatero della Moda e del lusso traffi*cato come fosse improvvisa*mente a buon mercato. Code nei grandi magazzini e nei negozi storici. Alla Ri na*scente, ormai un tempio per consumi e prodotti di alta gamma, si è registrato il re*cord per gli incassi (2 milioni di euro in un solo giorno). Ma anche i piccoli negozi del centro ieri erano affollati.

IL CARRELLO
Così la paura dei commercianti di un Natale di ma*gra è sembrata im*provvisamente stonata. La gente compra, spende. Anche la corsa al panettone artigia*nale non si è fer*mata e dalle pa * sticcerie ( 1.400) sono usciti cesto*ni e confezioni pregiati perfino nella carta. Altro che il panettone imbustato del di*scount. Lo confermano an*che i dati sulla spesa alimen*tare per le feste forniti dalla Camera di Commercio: per il Natale 2009, i milanesi spen*deranno 250 euro a testa.

C’è però un Natale, sempre a Mi*lano, che sarà davvero in to*no minore. E’ il Natale nelle periferie dove la possibilità di spesa è inferiore e dalla cui visuale il centro in fer*mento sembra lontano e ir*raggiungibile. Qui prevalgo*no gli acquisti nei grandi ma*gazzini che mordono le stra*de provinciali. Acquisti a ra*te stimolati da offerte di fi*nanziamento “ su misura” del periodo: da gennaio, pas*sate le feste, si ricomincerà con la calcolatrice alla mano a ragionare di crisi, mutui e bollette.

Ad ogni modo, non tutti in italia (e meno male) hanno i problemi di cui discutevamo prima, quindi ci sarà sempre lo shopping natalizio e chi potrà andarsene ai caraibi. Tuttavia come riportato nell'articolo, indicavano una riduzione degli acquisti del 20%. Inoltre qui http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/economia/crisi-5/consumi-ottobre/consumi-ottobre.html?ref=search
viene specificato che ottobre è stato l'ottavo mese con il segno negativo per quanto riguarda le vendite. Quindi la crisi c'è e si fa sentire.

Marziano
23-12-2008, 17:50
Riporto la notizia:
Ad ogni modo, non tutti in italia (e meno male) hanno i problemi di cui discutevamo prima, quindi ci sarà sempre lo shopping natalizio e chi potrà andarsene ai caraibi. Tuttavia come riportato nell'articolo, indicavano una riduzione degli acquisti del 20%. Inoltre qui http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/economia/crisi-5/consumi-ottobre/consumi-ottobre.html?ref=search
viene specificato che ottobre è stato l'ottavo mese con il segno negativo per quanto riguarda le vendite. Quindi la crisi c'è e si fa sentire.

Sono. Tutte. Balle.
Se adesso dobbiamo credere alle stime delll' unione commercianti stiamo freschi, i dettaglianti sono bravissimi a coprirsi di stracci anche in tempo di vacche grassissime, sia mai ci scappino due soldini dallo stato...
Sono giorni che mi arrabbatto per fare gli ultimi regali, e trovo solo centri commerciali spolpati fino all'osso con i commessi che mi fanno spallucce e si giustificano: ci hanno assaltati...
In un altro thread già lamentavo il fatto di non poter andare in vacanza perchè non sono riuscito a trovare un buco che sia uno, adesso manco i regali...alla faccia della crisi!

fracarro
23-12-2008, 19:05
Sono. Tutte. Balle.
Se adesso dobbiamo credere alle stime delll' unione commercianti stiamo freschi, i dettaglianti sono bravissimi a coprirsi di stracci anche in tempo di vacche grassissime, sia mai ci scappino due soldini dallo stato...
Sono giorni che mi arrabbatto per fare gli ultimi regali, e trovo solo centri commerciali spolpati fino all'osso con i commessi che mi fanno spallucce e si giustificano: ci hanno assaltati...
In un altro thread già lamentavo il fatto di non poter andare in vacanza perchè non sono riuscito a trovare un buco che sia uno, adesso manco i regali...alla faccia della crisi!

Guarda che il link che ho postato riguardo la riduzione delle vendite al dettaglio da ormai 8 mesi sono statistiche dell'istat non dei commercianti.

Inoltre voglio ripete che anche se c'è la crisi, in Italia ci sono anche quelli che si possono permettere le vacanze natalizie e quindi giustamente partono per i hawai o le maldive.

Voglio chiederti solo questo. Per te la presenza di una crisi significa trovare i centri commerciali vuoti e le strade vuote? La gente esce anche solo per vedere le vetrine e se hanno un pacco con acquisti non puoi certo sapere se li dentro c'è un acquisto da 30 o 300 euro (soprattutto ora che stanno anticipando i saldi e diffondendo gli outlet). Alla fine delle vacanze si tireranno le somme e si vedrà se quanto hanno speso gli italiani e quanti sono andati in vacanza. Ad ogni modo la mazzata grossa arriverà nel 2009 con le numerose persone che stanno perdendo il lavoro o stanno andando in cassa integrazione.