zerothehero
22-12-2008, 19:28
MARIO DI COSTANZO: «A IERVOLINO DISSI: ATTENTA A ROMEO»
Scritto da Fabrizio Geremicca da il Corriere del Mezzogiorno, 09-12-2008 08:33
«A Rosa Russo Iervolino lo dissi in tempi non sospetti: attenzione a Romeo. Era il 2001 e lei stava per iniziare la campagna elettorale che l'avrebbe poi condotta a diventare sindaco di Napoli. Leggo le vicende di queste settimane e davvero non mi stupisco».
Mario Di Costanzo, che è stato assessore con delega al Patrimonio nella seconda giunta comunale di Antonio Bassolino, ripercorre - naturalmente dal suo punto di vista - la storia dei rapporti tra l'amministrazione di palazzo San Giacomo e l'uomo che ne cura da oltre 10 anni la gestione del patrimonio immobiliare. Una vicenda, sostiene, nella quale il filo rosso è rappresentato da una delega in bianco che sarebbe stata affidata dalla Iervolino e dalla sua squadra all'imprenditore che controlla oltre 20.000 stabili di proprietà del Comune.
«Sono arrivato a palazzo San Giacomo — ricostruisce Di Costanzo — a novembre 1997. Con atto approvato a febbraio o marzo di quell'anno, non ricordo precisamente, il consiglio comunale all'unanimità (particolare curioso) aveva approvato il bando di gara che sarebbe stato poi vinto da Romeo, relativamente alla gestione del patrimonio immobiliare. Quando io sono diventato assessore, dunque, la gara era già in corso. Si è conclusa a novembre 1998 con l'aggiudicazione a Romeo. A dicembre di quell'anno è stato firmato il contratto tra palazzo San Giacomo e l'immobiliarista».
Reca in calce, per la parte pubblica, la firma di Antonio Ruggiero, il dirigente del settore servizi e contratti che giusto un anno fa è finito nel mirino della Procura di Napoli, nell'ambito di una inchiesta su presunti condizionamenti delle gare di appalto, condotta dal pubblico ministero Giancarlo Novelli. Ruggiero è stato rinviato a giudizio. Prossima udienza il 22 dicembre.
«A giugno 1999 — prosegue la ricostruzione dell'ex assessore Di Costanzo — chiesi un incontro a Bassolino, il sindaco. Gli dissi che avevamo un problema serio con la manutenzione effettuata da Romeo. Gli raccontai che la gente protestava perché pioveva nelle case. Sottolineai le mie perplessità in merito a vari aspetti. Per esempio: fatture emesse da Romeo per la manutenzione di 21 videoterminali installati negli uffici comunali, ma in realtà mai entrati in funzione. Ancora: 40 milioni di lire per rimborsi di fotocopie di planimetrie che personalmente ritenevo non fossero stati adeguatamente documentati. Nel complesso una gestione che non mi convinceva affatto».
A ottobre 1999 Bassolino istituì una commissione per la rivisitazione del contratto con l'immobiliarista. Emerse allora la proposta di chiedere a Romeo il ribasso del 35% sulla manutenzione. «C'era un motivo — riferisce Di Costanzo — Romeo stesso affidava in subappalto la manutenzione a ditte che praticavano appunto un ribasso del 35%». Ma Romeo si oppose.
La prima giunta Iervolino, nel 2001, ereditò quel contenzioso in sede civile. Nel 2003 in primo grado il soggetto privato si aggiudicò la partita. «A questo punto — dice l'ex assessore della giunta Bassolino — si verificò un fatto che tuttora reputo inconcepibile. L'amministrazione rinunciò a ricorrere in appello, di fatto alzò bandiera bianca. Più o meno, il sindaco disse: noi rinunciamo a proseguire in sede legale e Romeo rinuncia a chiedere i danni. Ma quali danni? Nel solo 2000, il Comune girò circa 30 miliardi di vecchie lire a Romeo, per la manutenzione. L'imprenditore subappaltò a ditte che praticavano ribassi del 35%. L'unico vero danno era quello che avevano patito le casse comunali».
L'ex assessore di Bassolino ha poi assistito da spettatore, nel 2005, al rinnovo del contratto a Romeo, relativamente alla gestione delle case del comune di Napoli. «Certo, era previsto già nel 1998 che l'amministrazione avesse facoltà di attribuire all'immobiliarista per altri sette anni l'incarico. Reputo però che sia stato molto grave, nel 2005, che il consiglio comunale non abbia puntato i piedi e non abbia preteso che, prima di confermare Romeo, si sviluppasse un dibattito sui risultati conseguiti, sugli obiettivi da raggiungere e sui problemi emersi nella gestione del patrimonio immobiliare comunale. Dalla minoranza di centro destra, che io ricordi, all'epoca non si levò una sola voce non dico contro la proroga a Romeo, ma almeno a favore di un confronto sull'opportunità della stessa. Eppure era un atto di grande importanza gestionale, economica e politica quello che fu ratificato in giunta nel 2005».
La delibera, proposta all'epoca dall'assessore Fernando Balzamo e approvata all'unanimità dalla squadra della Iervolino, infatti, stabiliva che l'immobiliarista avrebbe percepito oltre 7 milioni di euro all'anno, tra il 2005 e il 2012 . Sul Global service, la gara di affidamento della manutenzione stradale su cui - secondo indiscrezioni peraltro ancora non confermate da provvedimenti concreti - indaga la Procura di Napoli, l'ex assessore di Bassolino è lapidario: «Una invenzione di Romeo, che la applica in tutta Italia. Io la tradurrei così: Facciamo tutto noi affinché tu, amministrazione pubblica, non capisca nulla ».
Scritto da Fabrizio Geremicca da il Corriere del Mezzogiorno, 09-12-2008 08:33
«A Rosa Russo Iervolino lo dissi in tempi non sospetti: attenzione a Romeo. Era il 2001 e lei stava per iniziare la campagna elettorale che l'avrebbe poi condotta a diventare sindaco di Napoli. Leggo le vicende di queste settimane e davvero non mi stupisco».
Mario Di Costanzo, che è stato assessore con delega al Patrimonio nella seconda giunta comunale di Antonio Bassolino, ripercorre - naturalmente dal suo punto di vista - la storia dei rapporti tra l'amministrazione di palazzo San Giacomo e l'uomo che ne cura da oltre 10 anni la gestione del patrimonio immobiliare. Una vicenda, sostiene, nella quale il filo rosso è rappresentato da una delega in bianco che sarebbe stata affidata dalla Iervolino e dalla sua squadra all'imprenditore che controlla oltre 20.000 stabili di proprietà del Comune.
«Sono arrivato a palazzo San Giacomo — ricostruisce Di Costanzo — a novembre 1997. Con atto approvato a febbraio o marzo di quell'anno, non ricordo precisamente, il consiglio comunale all'unanimità (particolare curioso) aveva approvato il bando di gara che sarebbe stato poi vinto da Romeo, relativamente alla gestione del patrimonio immobiliare. Quando io sono diventato assessore, dunque, la gara era già in corso. Si è conclusa a novembre 1998 con l'aggiudicazione a Romeo. A dicembre di quell'anno è stato firmato il contratto tra palazzo San Giacomo e l'immobiliarista».
Reca in calce, per la parte pubblica, la firma di Antonio Ruggiero, il dirigente del settore servizi e contratti che giusto un anno fa è finito nel mirino della Procura di Napoli, nell'ambito di una inchiesta su presunti condizionamenti delle gare di appalto, condotta dal pubblico ministero Giancarlo Novelli. Ruggiero è stato rinviato a giudizio. Prossima udienza il 22 dicembre.
«A giugno 1999 — prosegue la ricostruzione dell'ex assessore Di Costanzo — chiesi un incontro a Bassolino, il sindaco. Gli dissi che avevamo un problema serio con la manutenzione effettuata da Romeo. Gli raccontai che la gente protestava perché pioveva nelle case. Sottolineai le mie perplessità in merito a vari aspetti. Per esempio: fatture emesse da Romeo per la manutenzione di 21 videoterminali installati negli uffici comunali, ma in realtà mai entrati in funzione. Ancora: 40 milioni di lire per rimborsi di fotocopie di planimetrie che personalmente ritenevo non fossero stati adeguatamente documentati. Nel complesso una gestione che non mi convinceva affatto».
A ottobre 1999 Bassolino istituì una commissione per la rivisitazione del contratto con l'immobiliarista. Emerse allora la proposta di chiedere a Romeo il ribasso del 35% sulla manutenzione. «C'era un motivo — riferisce Di Costanzo — Romeo stesso affidava in subappalto la manutenzione a ditte che praticavano appunto un ribasso del 35%». Ma Romeo si oppose.
La prima giunta Iervolino, nel 2001, ereditò quel contenzioso in sede civile. Nel 2003 in primo grado il soggetto privato si aggiudicò la partita. «A questo punto — dice l'ex assessore della giunta Bassolino — si verificò un fatto che tuttora reputo inconcepibile. L'amministrazione rinunciò a ricorrere in appello, di fatto alzò bandiera bianca. Più o meno, il sindaco disse: noi rinunciamo a proseguire in sede legale e Romeo rinuncia a chiedere i danni. Ma quali danni? Nel solo 2000, il Comune girò circa 30 miliardi di vecchie lire a Romeo, per la manutenzione. L'imprenditore subappaltò a ditte che praticavano ribassi del 35%. L'unico vero danno era quello che avevano patito le casse comunali».
L'ex assessore di Bassolino ha poi assistito da spettatore, nel 2005, al rinnovo del contratto a Romeo, relativamente alla gestione delle case del comune di Napoli. «Certo, era previsto già nel 1998 che l'amministrazione avesse facoltà di attribuire all'immobiliarista per altri sette anni l'incarico. Reputo però che sia stato molto grave, nel 2005, che il consiglio comunale non abbia puntato i piedi e non abbia preteso che, prima di confermare Romeo, si sviluppasse un dibattito sui risultati conseguiti, sugli obiettivi da raggiungere e sui problemi emersi nella gestione del patrimonio immobiliare comunale. Dalla minoranza di centro destra, che io ricordi, all'epoca non si levò una sola voce non dico contro la proroga a Romeo, ma almeno a favore di un confronto sull'opportunità della stessa. Eppure era un atto di grande importanza gestionale, economica e politica quello che fu ratificato in giunta nel 2005».
La delibera, proposta all'epoca dall'assessore Fernando Balzamo e approvata all'unanimità dalla squadra della Iervolino, infatti, stabiliva che l'immobiliarista avrebbe percepito oltre 7 milioni di euro all'anno, tra il 2005 e il 2012 . Sul Global service, la gara di affidamento della manutenzione stradale su cui - secondo indiscrezioni peraltro ancora non confermate da provvedimenti concreti - indaga la Procura di Napoli, l'ex assessore di Bassolino è lapidario: «Una invenzione di Romeo, che la applica in tutta Italia. Io la tradurrei così: Facciamo tutto noi affinché tu, amministrazione pubblica, non capisca nulla ».