dantes76
19-12-2008, 13:51
Disoccupazione alle stelle. Berlusconi: io non lo direi
È a cena con i senatori del Pdl per scambiarsi i regali di Natale, e ne approfitta per raccontare la sua favola sull’ottimismo. E a proposito dei dati diffusi in questi giorni da diversi istituiti di ricerca, tra cui quelli del Centro Studi di Confindustria che parlava di 600 mila posti di lavoro in meno nel giro di un biennio, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha la soluzione: «Io non renderei note queste cose».
Per fortuna, l'Istat non fa finta di niente. E fotografa un Paese senza lavoro. Per il terzo trimestre consecutivo la disoccupazione italiana è aumentata. Il tasso cresce di mezzo punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2007, posizionandosi al 6,1% (dati non destagionalizzati).
L'Istat ha diffuso giovedì i dati sulle forze di lavoro. In confronto al secondo trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione è diminuito di un decimo di punto. Considerando il dato destagionalizzato il tasso di disoccupazione annuo si attesta al 6,7%. Emerge un quadro di deterioramento del mercato del lavoro, spiega l'Istat, si riduce il ritmo di crescita dell'occupazione a cui si associa un ulteriore allargamento della disoccupazione.
Il numero delle persone in cerca di occupazione è di 1.527.000 unità (+127mila unità, pari al +9% rispetto al terzo trimestre 2007). Nel terzo trimestre 2008, scrive l'Istat, è proseguita la crescita del numero delle persone che cercano un lavoro, sia per la componente maschile (+10,5%, pari a 69mila unità) sia per quella femminile (+7,8%, pari a 58mila unità). La crescita della disoccupazione ha continuato a interessare soprattutto gli uomini ex-occupati nelle regioni settentrionali e centrali (+32mila unità) e le donne ex-inattive nel Mezzogiorno (+29mila unità).
Nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è aumentato rispetto a un anno prima di 0,5 punti percentuali per gli uomini e di 0,4 punti percentuali per le donne, portandosi rispettivamente al 4,9 e al 7,9%. Ad eccezione del Nord-est, l'aumento interessa tutte le ripartizioni territoriali. Nel Centro la crescita ha interessato in misura più accentuata le donne, mentre nel Mezzogiorno l'innalzamento dell'indicatore ha riguardato prevalentemente la componente maschile.
Il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno (11,1%) è rimasto molto più elevato in confronto a quello del Nord (3,4%) e del Centro (5,7%). Anche il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto nuovamente, passando dal 6,5% del terzo trimestre 2007 al 6,9%. Un incremento che ha interessato esclusivamente la componente maschile.
Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni ha registrato un leggero incremento (+0,1%, pari a 17mila unità). Il risultato, spiega l'Istituto, sintetizza l'aumento registrato nel Mezzogiorno (+0,9%, pari a 58mila unità) e la diminuzione nel Nord (-0,4%, pari a -24mila unità) e nel Centro (-0,6%, pari a -17mila unità). La crescita del numero degli inattivi nelle regioni meridionali ha riguardato esclusivamente gli uomini, nella gran parte dei casi ex-occupati che pure se interessati a lavorare non hanno cercato attivamente un'occupazione.
Il tasso di inattività nel terzo trimestre si è attestato al 37,2%, due decimi di punto in meno rispetto a un anno prima. Il tasso si è ridotto in tutte le ripartizioni ad eccezione del Mezzogiorno, dove si è registrato un incremento (+0,3%) dovuto esclusivamente alla componente maschile.
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18 dicembre 2008
http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=74361
È a cena con i senatori del Pdl per scambiarsi i regali di Natale, e ne approfitta per raccontare la sua favola sull’ottimismo. E a proposito dei dati diffusi in questi giorni da diversi istituiti di ricerca, tra cui quelli del Centro Studi di Confindustria che parlava di 600 mila posti di lavoro in meno nel giro di un biennio, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha la soluzione: «Io non renderei note queste cose».
Per fortuna, l'Istat non fa finta di niente. E fotografa un Paese senza lavoro. Per il terzo trimestre consecutivo la disoccupazione italiana è aumentata. Il tasso cresce di mezzo punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2007, posizionandosi al 6,1% (dati non destagionalizzati).
L'Istat ha diffuso giovedì i dati sulle forze di lavoro. In confronto al secondo trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione è diminuito di un decimo di punto. Considerando il dato destagionalizzato il tasso di disoccupazione annuo si attesta al 6,7%. Emerge un quadro di deterioramento del mercato del lavoro, spiega l'Istat, si riduce il ritmo di crescita dell'occupazione a cui si associa un ulteriore allargamento della disoccupazione.
Il numero delle persone in cerca di occupazione è di 1.527.000 unità (+127mila unità, pari al +9% rispetto al terzo trimestre 2007). Nel terzo trimestre 2008, scrive l'Istat, è proseguita la crescita del numero delle persone che cercano un lavoro, sia per la componente maschile (+10,5%, pari a 69mila unità) sia per quella femminile (+7,8%, pari a 58mila unità). La crescita della disoccupazione ha continuato a interessare soprattutto gli uomini ex-occupati nelle regioni settentrionali e centrali (+32mila unità) e le donne ex-inattive nel Mezzogiorno (+29mila unità).
Nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è aumentato rispetto a un anno prima di 0,5 punti percentuali per gli uomini e di 0,4 punti percentuali per le donne, portandosi rispettivamente al 4,9 e al 7,9%. Ad eccezione del Nord-est, l'aumento interessa tutte le ripartizioni territoriali. Nel Centro la crescita ha interessato in misura più accentuata le donne, mentre nel Mezzogiorno l'innalzamento dell'indicatore ha riguardato prevalentemente la componente maschile.
Il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno (11,1%) è rimasto molto più elevato in confronto a quello del Nord (3,4%) e del Centro (5,7%). Anche il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto nuovamente, passando dal 6,5% del terzo trimestre 2007 al 6,9%. Un incremento che ha interessato esclusivamente la componente maschile.
Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni ha registrato un leggero incremento (+0,1%, pari a 17mila unità). Il risultato, spiega l'Istituto, sintetizza l'aumento registrato nel Mezzogiorno (+0,9%, pari a 58mila unità) e la diminuzione nel Nord (-0,4%, pari a -24mila unità) e nel Centro (-0,6%, pari a -17mila unità). La crescita del numero degli inattivi nelle regioni meridionali ha riguardato esclusivamente gli uomini, nella gran parte dei casi ex-occupati che pure se interessati a lavorare non hanno cercato attivamente un'occupazione.
Il tasso di inattività nel terzo trimestre si è attestato al 37,2%, due decimi di punto in meno rispetto a un anno prima. Il tasso si è ridotto in tutte le ripartizioni ad eccezione del Mezzogiorno, dove si è registrato un incremento (+0,3%) dovuto esclusivamente alla componente maschile.
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