c.m.g
01-12-2008, 09:00
28 Novembre 2008 ore 12:00 di: Gabriele Niola
http://www.webnews.it/img/news/news_af06013c17120c32.png
Una sentenza in un caso molto complesso potrebbe rendere reato penale la falsificazione della propria identità in rete. In realtà i termini e le condizioni di licenza dei social network già lo vietano, ma nessuno era mai stato condannato fino ad ora
Falsificare la propria identità in rete potrebbe diventare reato. Il millantato credito potrebbe dunque estendersi anche ad internet, patria delle false identità e degli avatar, almeno a giudicare da una sentenza emessa contro una donna che su MySpace si spacciava per chi non era.
Il caso in questione è di certo più complesso e ha radici e motivazioni molto peculiari, tuttavia molti esperti giuristi affermano che potrebbe lo stesso aver creato un precedente. Lori Drew infatti si sarebbe finta su MySpace un ragazzo e con tale identità avrebbe prima conquistato l'amicizia e poi minacciato Mega Meier di 13 anni che nel 2006 si è uccisa poco dopo aver ricevuto un messaggio dal falso amico che recitava: «Il mondo sarebbe un posto migliore senza di te».
Il punto al quale l'accusa si è attaccata è che i termini di servizio di MySpace impongono di immetere nel social network informazioni veritiere e accurate sul proprio conto, dunque utilizzare un'identità fittizia corrisponde ad un "accesso non autorizzato", accusa paragonabile ai reati da hacker. Andrew Grossman della Heritage Foundation sul New York Times afferma (http://www.nytimes.com/2008/11/28/us/28internet.html?_r=2&partner=rss&emc=rss) che «Se il verdetto rimane questo significa che ogni sito in rete deve attenersi alla legge criminale. Si tratta di un cambio radicale. Si passa da piccoli contratti a proibizioni penali».
Continua su WebNews =====>> (http://www.webnews.it/news/leggi/9680/al-bando-le-false-identita-in-rete/)
Fonte: WebNews (http://www.webnews.it/news/leggi/9680/al-bando-le-false-identita-in-rete/)
http://www.webnews.it/img/news/news_af06013c17120c32.png
Una sentenza in un caso molto complesso potrebbe rendere reato penale la falsificazione della propria identità in rete. In realtà i termini e le condizioni di licenza dei social network già lo vietano, ma nessuno era mai stato condannato fino ad ora
Falsificare la propria identità in rete potrebbe diventare reato. Il millantato credito potrebbe dunque estendersi anche ad internet, patria delle false identità e degli avatar, almeno a giudicare da una sentenza emessa contro una donna che su MySpace si spacciava per chi non era.
Il caso in questione è di certo più complesso e ha radici e motivazioni molto peculiari, tuttavia molti esperti giuristi affermano che potrebbe lo stesso aver creato un precedente. Lori Drew infatti si sarebbe finta su MySpace un ragazzo e con tale identità avrebbe prima conquistato l'amicizia e poi minacciato Mega Meier di 13 anni che nel 2006 si è uccisa poco dopo aver ricevuto un messaggio dal falso amico che recitava: «Il mondo sarebbe un posto migliore senza di te».
Il punto al quale l'accusa si è attaccata è che i termini di servizio di MySpace impongono di immetere nel social network informazioni veritiere e accurate sul proprio conto, dunque utilizzare un'identità fittizia corrisponde ad un "accesso non autorizzato", accusa paragonabile ai reati da hacker. Andrew Grossman della Heritage Foundation sul New York Times afferma (http://www.nytimes.com/2008/11/28/us/28internet.html?_r=2&partner=rss&emc=rss) che «Se il verdetto rimane questo significa che ogni sito in rete deve attenersi alla legge criminale. Si tratta di un cambio radicale. Si passa da piccoli contratti a proibizioni penali».
Continua su WebNews =====>> (http://www.webnews.it/news/leggi/9680/al-bando-le-false-identita-in-rete/)
Fonte: WebNews (http://www.webnews.it/news/leggi/9680/al-bando-le-false-identita-in-rete/)