c.m.g
21-11-2008, 08:55
venerdì 21 novembre 2008
Roma - Aveva guidato i cittadini dell'Iran alla scoperta di Internet, aveva spinto molti dei suoi concittadini ad esprimere la propria opinione in un blog. È stato arrestato dalle autorità iraniane, mentre la morsa sulla rete in Iran si fa sempre più stretta.
http://www.punto-informatico.it/punto/20081121/gahode.jpg
Hossein Derakhshan, altresì noto come Hoder, era da poco rientrato in Iran: aveva vissuto in Canada per anni e aveva espresso (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/middle_east/article5190462.ece) entusiasmo per il ritorno in patria. A partire dal 2001 ha affidato alla rete (http://www.hoder.com/weblog/) i suoi pensieri e le sue opinioni canalizzandoli in post: ha così trascinato online e incoraggiato (http://www.guardian.co.uk/technology/2003/dec/18/weblogs) ad esprimersi con un blog migliaia di cittadini iraniani (http://www.hyperorg.com/blogger/mtarchive/001533.html). Aveva dato loro strumenti (http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/4318739.stm) e istruzioni (http://i.hoder.com/archives/2001/11/011105_007529.shtml), aveva infuso in loro il coraggio di esercitare i propri diritti con la mediazione della rete.
Hoder non aveva temuto di schierarsi: in più occasioni (http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2008/nov/18/iran-middleeast) ha difeso (http://hoder.com/weblog/archives/015699.shtml) le politiche iraniane rimediando (http://www.citmedialaw.org/blog/2007/iranian-blogger-hossein-derakhshan-sued-defamation-canada) diffide e denunce, ma nel contempo ha intrapreso un viaggio in Israele (http://hoder.com/weblog/archives/014928.shtml) per conoscere e spingere a conoscere. Temeva che le autorità iraniane non comprendessero questa sua iniziativa. Le conseguenza sembrano manifestarsi solo ora: Derakhshan è stato arrestato (http://middleeastanalyst.com/2008/11/18/hossein-derakhshan-has-been-arrested-in-tehran/). Le cronache locali vicine all'intelligence iraniana riportano che avrebbe confessato di essere una spia di Israele.
Non è dato sapere quali siano le accuse, non è dato sapere quale condanna penda sul suo capo: l'Iran non è mai stato accondiscendente nei confronti delle migliaia di blogger (http://punto-informatico.it/2295090/PI/News/iran-internet-confinare-donne-all-angolo.aspx), non ha mai risparmiato arresti (http://punto-informatico.it/1391491/PI/News/iran-blogger-girano-manette.aspx) e condanne (http://punto-informatico.it/2322615/PI/News/blogger-affollano-galere-mezzo-mondo.aspx), le autorità hanno recentemente previsto la pena di morte (http://punto-informatico.it/2345133/PI/News/iran-morte-blogger.aspx) per i netizen che attentino alla morale della società iraniana.
Ma le misure deterrenti prese nei confronti di Hoder e di altri cittadini (http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29366) che approfittano della rete per esprimersi sembrano non bastare, così come sembra non bastare il razionamento della banda (http://punto-informatico.it/1706589/PI/News/iran-limita-adsl-128-kbps.aspx) e la chiusura degli internet cafè (http://punto-informatico.it/2143337/PI/News/scioc-teheran-cafe-ha-chiuso.aspx). Le autorità locali hanno ammesso (http://www.roozonline.com/english/archives/2008/11/5_million_websites_filtered.html) di aver filtrato 5 milioni di siti oltre a quelli già inaccessibili (http://punto-informatico.it/1800449/PI/News/teheran-blocca-big-della-rete.aspx), raggiungendo così una quota di circa 15 milioni. Si tratterebbe di una "misura precauzionale", di uno strumento per arginare il dilagare dei contenuti "immorali e antisociali": ogni giorno l'Iran filtra 200 o 300 siti che "non rispettano l'etica".
Gaia Bottà
fonte immagine (http://www.flickr.com/photos/hoder/2750954718/)
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2482403/PI/News/iran-rete-sempre-piu-piccola.aspx)
Roma - Aveva guidato i cittadini dell'Iran alla scoperta di Internet, aveva spinto molti dei suoi concittadini ad esprimere la propria opinione in un blog. È stato arrestato dalle autorità iraniane, mentre la morsa sulla rete in Iran si fa sempre più stretta.
http://www.punto-informatico.it/punto/20081121/gahode.jpg
Hossein Derakhshan, altresì noto come Hoder, era da poco rientrato in Iran: aveva vissuto in Canada per anni e aveva espresso (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/middle_east/article5190462.ece) entusiasmo per il ritorno in patria. A partire dal 2001 ha affidato alla rete (http://www.hoder.com/weblog/) i suoi pensieri e le sue opinioni canalizzandoli in post: ha così trascinato online e incoraggiato (http://www.guardian.co.uk/technology/2003/dec/18/weblogs) ad esprimersi con un blog migliaia di cittadini iraniani (http://www.hyperorg.com/blogger/mtarchive/001533.html). Aveva dato loro strumenti (http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/4318739.stm) e istruzioni (http://i.hoder.com/archives/2001/11/011105_007529.shtml), aveva infuso in loro il coraggio di esercitare i propri diritti con la mediazione della rete.
Hoder non aveva temuto di schierarsi: in più occasioni (http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2008/nov/18/iran-middleeast) ha difeso (http://hoder.com/weblog/archives/015699.shtml) le politiche iraniane rimediando (http://www.citmedialaw.org/blog/2007/iranian-blogger-hossein-derakhshan-sued-defamation-canada) diffide e denunce, ma nel contempo ha intrapreso un viaggio in Israele (http://hoder.com/weblog/archives/014928.shtml) per conoscere e spingere a conoscere. Temeva che le autorità iraniane non comprendessero questa sua iniziativa. Le conseguenza sembrano manifestarsi solo ora: Derakhshan è stato arrestato (http://middleeastanalyst.com/2008/11/18/hossein-derakhshan-has-been-arrested-in-tehran/). Le cronache locali vicine all'intelligence iraniana riportano che avrebbe confessato di essere una spia di Israele.
Non è dato sapere quali siano le accuse, non è dato sapere quale condanna penda sul suo capo: l'Iran non è mai stato accondiscendente nei confronti delle migliaia di blogger (http://punto-informatico.it/2295090/PI/News/iran-internet-confinare-donne-all-angolo.aspx), non ha mai risparmiato arresti (http://punto-informatico.it/1391491/PI/News/iran-blogger-girano-manette.aspx) e condanne (http://punto-informatico.it/2322615/PI/News/blogger-affollano-galere-mezzo-mondo.aspx), le autorità hanno recentemente previsto la pena di morte (http://punto-informatico.it/2345133/PI/News/iran-morte-blogger.aspx) per i netizen che attentino alla morale della società iraniana.
Ma le misure deterrenti prese nei confronti di Hoder e di altri cittadini (http://www.rsf.org/article.php3?id_article=29366) che approfittano della rete per esprimersi sembrano non bastare, così come sembra non bastare il razionamento della banda (http://punto-informatico.it/1706589/PI/News/iran-limita-adsl-128-kbps.aspx) e la chiusura degli internet cafè (http://punto-informatico.it/2143337/PI/News/scioc-teheran-cafe-ha-chiuso.aspx). Le autorità locali hanno ammesso (http://www.roozonline.com/english/archives/2008/11/5_million_websites_filtered.html) di aver filtrato 5 milioni di siti oltre a quelli già inaccessibili (http://punto-informatico.it/1800449/PI/News/teheran-blocca-big-della-rete.aspx), raggiungendo così una quota di circa 15 milioni. Si tratterebbe di una "misura precauzionale", di uno strumento per arginare il dilagare dei contenuti "immorali e antisociali": ogni giorno l'Iran filtra 200 o 300 siti che "non rispettano l'etica".
Gaia Bottà
fonte immagine (http://www.flickr.com/photos/hoder/2750954718/)
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2482403/PI/News/iran-rete-sempre-piu-piccola.aspx)