_Magellano_
10-11-2008, 22:14
BOLOGNA: COFFERATI TORNA SCERIFFO
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/approfondimenti/visualizza_new.html_816088111.html
BOLOGNA: COFFERATI TORNA SCERIFFO
di Federico Del Prete
BOLOGNA - Sergio Cofferati torna 'sceriffo', chiude dalle 22 cinque locali troppo rumorosi, ma provoca un terremoto politico nella sua Giunta. A insorgere è la vicesindaco Adriana Scaramuzzino, non informata della decisione, che senza mezzi termini dice di non tollerare più "questo metodo di lavoro insopportabile". E' gelo con il sindaco, che le risponde altrettanto pesantemente con quello che suona come un "Se non ti va bene, dimettiti".
E in piena battaglia politica, a protestare sono anche gli stessi commercianti colpiti dal provvedimento che bloccano il Consiglio comunale: "Così falliamo, è un atto fascista". La nuova bufera sotto le due torri nasce venerdì sera, quando Cofferati firma le ordinanze di chiusura: un anno di serrande abbassate alle 22 per cinque locali del 'Pratello', zona storica della notte bolognese, colpevoli di schiamazzi e sforamenti negli orari. Restano "increduli" sia i comitati antirumore dei residenti che, spiegano, "ormai non ci speravamo più", sia i gestori dei locali: "Così falliamo. E il Pratello rimarrà in mano a spacciatori e degrado".
Già domenica alza però la voce la vicesindaco: "Non ne sapevo nulla, è un metodo di lavoro insopportabile". Una reazione dovuta al fatto che da un anno e mezzo proprio la Scaramuzzino sta portando avanti un progetto di confronto tra commercianti e residenti del 'Pratello': "Così si lascia la città in mano ai vecchi". Gelida la risposta di Cofferati: "Mi preoccupa che un magistrato (la professione della Scaramuzzino prima del'ingresso in Giunta, ndr) non tenga conto delle ripetute violazioni di questi locali". Quasi una dichiarazione di sfiducia, tanto che, secondo il sindaco, "deve decidere lei se il suo punto di vista é compatibile con quello della giunta".
Per ora la Scaramuzzino ha deciso di restare, ma non ha rinunciato al duello con il sindaco: "Se un magistrato media tra coniugi, nel frattempo non ne sanziona uno dei due", Ma è proprio l'intera Giunta, di fronte all'ennesimo braccio di ferro del 'Cinese', che appare debolissima, in balia di un sindaco che, annunciata la non ricandidatura, si sente ora forse le mani ancora più libere mentre il suo partito, il Pd, invece é già in campagna elettorale (con un assessore, Virginio Merola, candidato alle primarie 2009) e deve fare i conti con i problemi al suo interno.
Non a caso, quasi tutti i suoi componenti oggi predicavano calma e "un chiarimento da fare nelle sedi opportune". A smarcarsi solo Libero Mancuso ("Un'ordinanza così significa la chiusura") che farà da mediatore tra gestori e amministrazione e Angelo Guglielmi, l'assessore scelto da Cofferati per occuparsi di cultura, 79 anni e frequentatore abituale del Pratello: "Mi dispiace, per me andarci era l'unico momento di ottimismo".
Da una parte ammiro la sua forza d'azione che non è minimamente intaccata dalle lagne della gente o dalle accuse di fascismo però dall'altro vorrei fosse pià attento ad accordarsi con i suoi collaboratori.
Qualcuno di Bologna forse può dirci la sua.
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BOLOGNA: COFFERATI TORNA SCERIFFO
di Federico Del Prete
BOLOGNA - Sergio Cofferati torna 'sceriffo', chiude dalle 22 cinque locali troppo rumorosi, ma provoca un terremoto politico nella sua Giunta. A insorgere è la vicesindaco Adriana Scaramuzzino, non informata della decisione, che senza mezzi termini dice di non tollerare più "questo metodo di lavoro insopportabile". E' gelo con il sindaco, che le risponde altrettanto pesantemente con quello che suona come un "Se non ti va bene, dimettiti".
E in piena battaglia politica, a protestare sono anche gli stessi commercianti colpiti dal provvedimento che bloccano il Consiglio comunale: "Così falliamo, è un atto fascista". La nuova bufera sotto le due torri nasce venerdì sera, quando Cofferati firma le ordinanze di chiusura: un anno di serrande abbassate alle 22 per cinque locali del 'Pratello', zona storica della notte bolognese, colpevoli di schiamazzi e sforamenti negli orari. Restano "increduli" sia i comitati antirumore dei residenti che, spiegano, "ormai non ci speravamo più", sia i gestori dei locali: "Così falliamo. E il Pratello rimarrà in mano a spacciatori e degrado".
Già domenica alza però la voce la vicesindaco: "Non ne sapevo nulla, è un metodo di lavoro insopportabile". Una reazione dovuta al fatto che da un anno e mezzo proprio la Scaramuzzino sta portando avanti un progetto di confronto tra commercianti e residenti del 'Pratello': "Così si lascia la città in mano ai vecchi". Gelida la risposta di Cofferati: "Mi preoccupa che un magistrato (la professione della Scaramuzzino prima del'ingresso in Giunta, ndr) non tenga conto delle ripetute violazioni di questi locali". Quasi una dichiarazione di sfiducia, tanto che, secondo il sindaco, "deve decidere lei se il suo punto di vista é compatibile con quello della giunta".
Per ora la Scaramuzzino ha deciso di restare, ma non ha rinunciato al duello con il sindaco: "Se un magistrato media tra coniugi, nel frattempo non ne sanziona uno dei due", Ma è proprio l'intera Giunta, di fronte all'ennesimo braccio di ferro del 'Cinese', che appare debolissima, in balia di un sindaco che, annunciata la non ricandidatura, si sente ora forse le mani ancora più libere mentre il suo partito, il Pd, invece é già in campagna elettorale (con un assessore, Virginio Merola, candidato alle primarie 2009) e deve fare i conti con i problemi al suo interno.
Non a caso, quasi tutti i suoi componenti oggi predicavano calma e "un chiarimento da fare nelle sedi opportune". A smarcarsi solo Libero Mancuso ("Un'ordinanza così significa la chiusura") che farà da mediatore tra gestori e amministrazione e Angelo Guglielmi, l'assessore scelto da Cofferati per occuparsi di cultura, 79 anni e frequentatore abituale del Pratello: "Mi dispiace, per me andarci era l'unico momento di ottimismo".
Da una parte ammiro la sua forza d'azione che non è minimamente intaccata dalle lagne della gente o dalle accuse di fascismo però dall'altro vorrei fosse pià attento ad accordarsi con i suoi collaboratori.
Qualcuno di Bologna forse può dirci la sua.