View Full Version : Ma non dovevano ridurre le festività ?
IpseDixit
02-11-2008, 10:59
4 NOVEMBRE TORNERA' GIORNO VACANZA
Lo ha annunciato il ministro della Difesa, La Russa
(ANSA) - ROMA, 1 NOV - Il 4 Novembre tornera' giornata festiva a tutti gli effetti. Lo ha detto il ministro della Difesa La Russa ai microfoni di GR Parlamento.'Il 4 Novembre -ha spiegato- sta per ridiventare non solo Festa Nazionale, perche' lo e' gia', ma giorno di vacanza come lo e' il 2 Giugno e come lo e' il 25 Aprile'. E' intenzione del Governo -ha aggiunto- 'ripristinare la festivita' del 4 Novembre, ricorrenza della vittoria italiana nella Grande guerra e di cui quest'anno ricorre il 90/o anniversario'.
:mbe:
anonimizzato
02-11-2008, 11:15
Beh vorra dire che toglieranno 25 Aprile e 1° Maggio. :fagiano:
Beh vorra dire che toglieranno 25 Aprile e 1° Maggio. :fagiano:
:asd:
markus_81
02-11-2008, 11:54
4 NOVEMBRE TORNERA' GIORNO VACANZA
Lo ha annunciato il ministro della Difesa, La Russa
(ANSA) - ROMA, 1 NOV - Il 4 Novembre tornera' giornata festiva a tutti gli effetti. Lo ha detto il ministro della Difesa La Russa ai microfoni di GR Parlamento.'Il 4 Novembre -ha spiegato- sta per ridiventare non solo Festa Nazionale, perche' lo e' gia', ma giorno di vacanza come lo e' il 2 Giugno e come lo e' il 25 Aprile'. E' intenzione del Governo -ha aggiunto- 'ripristinare la festivita' del 4 Novembre, ricorrenza della vittoria italiana nella Grande guerra e di cui quest'anno ricorre il 90/o anniversario'.
:mbe:
abbiamo vinto???
:rotfl::rotfl::rotfl:
abbiamo vinto???
:rotfl::rotfl::rotfl:
Beh dopo il voltagabbana sì :D
_TeRmInEt_
02-11-2008, 12:29
Beh dopo il voltagabbana sì :D
Beh... Anche la seconda guerra avete vinto allora :O
Beh... Anche la seconda guerra avete vinto allora :O
Avete? :D
Non dirmi che a S.Marino siete nazionalisti perchè mi vien da ridere :p
gabi.2437
02-11-2008, 12:33
Se quella era una vittoria, le sconfitte quali sono? :sofico: :mc:
indelebile
02-11-2008, 12:49
eh si grandissima vittoria...un paio di milioni di morti per niente
i soldati tutti eroi e vittime....ha unito l'italia certo...ma per il resto quanta retorica
un piccolo breviario...
http://temi.repubblica.it/micromega-online/cosa-canteremo-il-4-di-novembre/
Cosa canteremo il 4 di novembre?
di Franco "Bifo" Berardi
Il Ministro della Difesa ha dato disposizione che il 4 novembre in duecento scuole superiori si tengano discorsi di persone inviate dall'esterno per celebrare quel giorno che sui calendari è segnato come il giorno delle Forze Armate, e nella retorica patriottarda viene definito come il giorno della vittoria.
Davvero il 4 novembre è un giorno da festeggiare?
C'è qualcosa di cui andare orgogliosi in quella orrenda inutile carneficina che fu la prima guerra mondiale?
C'è qualcosa della partecipazione italiana alla prima guerra mondiale di cui andare orgogliosi?
In quali condizioni quella guerra si svolse?
Perché l'Italia partecipò a quella guerra?
Perché l'Italia scelse di partecipare dalla parte dell'Inghilterra e della Francia piuttosto che dalla parte dell'Austria e della Germania, con cui aveva da tempo stretto un'alleanza?
Quanti italiani morirono in quella bella guerra?
E quali furono gli italiani che si arricchirono con quella guerra?
E quanti degli italiani che si arricchirono presero parte attiva in quella guerra?
Queste sono le domande alle quali il ministro della difesa Ignazio La Russa dovrebbe rispondere.
Ma siccome sappiamo che il Ministro non risponderà, siccome sappiamo che gli esperti che il Ministero della Difesa mobiliterà non risponderanno, allora a queste domande dobbiamo rispondere noi.
Breve storia di una lunga guerra
Quando, nel giugno del 1914 uno studente nazionalista serbo uccise l'arciduca Ferdinando, fratello dell'Imperatore d'Austria, l'Europa si trovò di fronte alla prospettiva di una guerra.
Il continente era a quel tempo diviso in due schieramenti opposti: in uno di questi si trovavano la Francia la Gran Bretagna e la Russia. Nell'altro si trovavano la Germania l'Austria e l'Italia.
Pochi giorni dopo l'assassinio dell'Arciduca l'Austria pose condizioni durissime alla Serbia, e la Serbia le accettò tutte, tranne una: gli austriaci avrebbero voluto entrare in Serbia per arrestare il colpevole, mentre la Serbia rispose lo arrestiamo noi ed effettivamente Gavrilo Prinzip, responsabile di quell'omicidio venne arrestato. Ma all'Austria non bastava, per cui l'Impero aggredì la Serbia. Dietro quella decisione c'era la fragilità dell'Impero austro-ungarico che cercava con una guerra di rinsaldare il suo potere declinante, e c'era soprattutto la pressione dell'imperialismo tedesco, che voleva modificare l'equilibrio europeo e si proponeva di umiliare la Francia, nemico da lungo tempo del Reich.
La Francia e la Russia erano alleate della Serbia, per cui nel 1914 si delineava una guerra franco-tedesca a occidente e una guerra austro-russa ad oriente. Che c'entrava l'Italia?
L'Italia era alleata dell'Austria, ma appena la guerra si presentò gli italini si resero conto che non avevano nessuna voglia di combattere a fianco dei loro alleati. Il patto di alleanza li avrebbe costretti ad intervenire se la guerra avesse avuto carattere difensivo, ma siccome l'Austria aveva iniziato la guerra, ed era dunque il paese aggressore (anche se c'era stata una provocazione di cui la Serbia non era responsabile come stato). L'Italia aveva dunque buone ragioni per non intervenire a fianco dell'Austria. Semmai gli italiani avevano rivendicazioni da avanzare contro l'Austria, infatti l'Impero austro-ungarico manteneva il dominio dei territori del trentino e del triestino.
Quando l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, sapendo che gli italiani non avevano intenzione di seguirla, pensarono bene di evitare un tradimento completo degli italiani, e offrirono la garanzia che Trento e Trieste sarebbero state restituite alla fine della guerra se l'Italia si fosse astenuta dall'intervenire.
La neutralità era dunque la condizione naturale per l'Italia, e Giolitti, che era allora Primo Ministro italiano, fece del suo meglio per difendere questa posizione, appoggiato dai socialisti e dai cattolici che non volevano che il paese venisse coinvolto in una guerra che si annunciava dura, sanguinosa e che per l'Italia sarebbe soprattutto stata inutile.
Purtroppo esisteva in Italia una componente nazionalista che univa studenti esaltati desiderosi di menare le mani e borghesia industriale che sperava di poter guadagnare maggiori profitti dall'intervento che dalla neutralità. Inoltre un gruppo politico, guidato da un maestro elementare romagnolo di nome Benito Mussolini cominciò ad acquistare potere dall'incitazione quotidiana alla guerra. I nazionalisti accusarono Giolitti di essere un codardo e accusarono i socialisti di essere "panciafichisti". Solo partecipando alla guerra, secondo le loro menti irragionevoli, si sarebbe potuta realizzare una vera unità nazionale, e solo partecipando alla guerra l'Italia avrebbe conquistato il rispetto delle altre nazioni europee, e avrebbe potuto partecipare alle trattative per la spartizione post-bellica.
Dirigenti politici italiani incontrarono a Londra dirigenti francesi e inglesi che promisero mare e monti se l'Italia avesse attaccato da sud l'Austria che fino al giorno prima era un alleato, e che aveva promesso di cedere su tutte le richieste in cambio della neutralità.
Nel 1915, i nazionalisti riuscirono a imporre al Parlamento il rovesciamento delle alleanze. L'alleanza con Austria e Germania viene tradita a favore di un'alleanza con Francia e Inghilterra, e la guerra viene preparata apertamente.
In parlamento solo i socialisti si oppongono. Filippo Turati dichiara: "Noi restiamo socialisti. Faccia la borghesia italiana la sua guerra, nessuno sarà vincitore, tutti saranno vinti." Ma ormai gli eventi precipitano, il tradimento è compiuto.
Il 9 maggio Giolitti commenta le decisioni che si stanno prendendo in un parlamento ormai succube dei fanatici con queste parole: "Spezzare il trattato adesso, passare dalla neutrailtà all'aggressione è un tradimento come ce n'è pochi nella storia."
In un messaggio al popolo, Francesco Giuseppe, Imperatore austriaco dice:
"Il re d'Italia mi ha dichiarato guerra. Un atto di infedeltà, di cui la storia non conosce l'eguale è stato perpetrato dal regno d'Italia verso i suoi due alleati. Dopo un'alleanza di trenta anni durante la quale ha potuto accrescere il suo territorio e sviluppare un insospettato benessere l'Italia ci ha abbandonati nell'ora del pericolo e a bandiere spiegate è passata nel campo dei nostri nemici. Noi non abbiamo minacciato l'Italia non abbiamo toccato il suo prestigio non abbiamo intaccato il suo onore e interessi, noi abbiamo seguito i doveri dell'alleanza e abbiamo offerto il nostro scudo quando è scesa in campo. Abbiamo fatto di più: quando l'Italia ha spinto il suo sguardo avido oltre i nostri confini ci eravamo decisi a grandi e dolorosi sacrifici per mantenere la pace e salvare l'alleanza. Ma l'avidità dell'Italia non potè essere placata perché pensava di poter sfruttare il momento."
Come negare che Francesco Giuseppe avesse qualche ragione? I nazionalisti italiani si resero in quel momento odiosi a chiunque non fosse indegno come loro. Odiosi agli austriaci e ai tedeschi traditi, ma anche odiosi per i francesi e gli inglesi, che usarono dei servigi militari (scarsissimi) che gli italiani poterono offrire, ma non li considerarono mai alleati bensì soltanto - quali erano - servi. E dimostrarono di disprezzare gli italiani quando, dopo la fine della guerra, al Congresso di Versailles, le richieste italiane vennero trattate con assoluta indifferenza da francesi inglesi e americani, che si consideravano, ed erano, i veri vincitori e consideravano gli italiani per quello che erano: degli utili traditori.
Chi pagò per quella guerra?
Ma chi pagò per quella guerra inutile? Come sempre nella guerra pagarono coloro che non c'entravano niente, coloro che non avevano nulla da guadagnare dalla guerra e che non l'avevano voluta: i contadini meridionali che non sapevano neanche cosa fosse l'Austria e gli operai che avevano manifestato sotto le bandiere pacifiste contro il nazionalismo.
La conduzione della guerra fu un esempio di viltà e di incompetenza da parte di coloro che avevano trascinato il paese nell'abisso. A Caporetto i morti italiani furono 11.000 i feriti 19.000, i prigionieri 300.000, 400.000 furono gli sbandati. Ancor più grave fu la battaglia di Gorizia, che costò 40.000 morti italiani.
Nel frattempo però la Francia e l'Inghilterra combattevano contro i tedeschi sul fronte occidentale, e gli americani si preparavno ad intervenire, dopo che i russi, in seguito alla rivoluzione comunista del 1917, avevano deciso di abbandonare la guerra. L'intervento americano fu decisivo e accelerò i tempi della sconfitta degli austro-tedeschi.
Non ci fu dunque nessuna vittoria italiana. Ci fu una vittoria degli alleati occidentali contro l'alleanza austro-tedesca. E i nazionalisti italiani- traditori che avevano sulla coscienza la morte di decine di migliaia di soldati, si fecero belli di una vittoria che non esisteva. Al Congresso di Versailles la falsità di quella vittoria imbecille risultò chiara. I francesi e gli inglesi si rifiutarono persino di stare ad ascoltare le richieste di Salandra e Sonnino, il nuovo primo ministro e il ministro della difesa del Regno d'Italia. Quei due rappresentanti di un paese straccione e codardo che aspirava ad essere un paese imperialista ed aggressore, volevano la Dalmazia, l'Albania l'Etiopia e chissà cosa d'altro. I paesi imperialisti
e aggressori veri, coloro che nel crimine e nella sopraffazione erano dei professionisti risero dei dilettanti italiani e Salandra Sonnino lasciarono il Congresso senza neppure essere salutati. Nasceva così il mito della vittoria mutilata, da cui trasse energia il partito nazionale fascista fondato da Benito Mussolini sull'onda dell'umiliazione e del rancore.
Canteremo?
Qualcuno può pensare che questo cumulo di idiozia tradimento ed infamia debba essere celebrato nelle scuole di un paese civile, come vorrebbe il Ministro della Difesa, questo signore col pizzetto che si chiama Ignazio la Russa? Qualcuno può cantare "Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio?" per celebrare quella vergogna e quel crimine?
Brevissima storia di quello che accadde dopo
L'infamia del comportamento dei nazionalisti che spinsero il paese a partecipare alla prima guerra mondiale è superata
soltanto dall'infamia dei nazionalisti italiani che portarono l'Italia all'intervento nella seconda guerra mondiale.
In quell'occasione effettivamente ogni record di codardia e di imbecillità fu battuto.
L'entrata in guerra dichiarata da Mussolini il 10 giugno 1940 con un discorso che rimane alla storia per la sua ipocrisia e per la sua falsità.
"L'ora delle decisioni irrevocabili è giunta" disse Mussolini che fino a pochi istanti prima aveva tentennato, e aveva pensato che forse non era il caso di entrare in quella guerra che Hitler aveva iniziato improvvisamente, cogliendo di sorpresa l'alleato italiano, che attendeva sì la guerra, ma l'attendeva per il 1942.
Mussolini sapeva che l'esercito italiano non era preparato, perciò aveva dichiarato in un primo momento che il paese sarebbe rimasto in una posizione di "non belligeranza".
Ma il 1 settembre 1939 le truppe di Hitler avevano invaso la Polonia, e in poche settimane avevano occupato tutto il territorio. Poi le truppe tedesche avevano attaccato e sottomesso la Norvegia, e infine nella primavera del 1940 avevano iniziato l'assalto contro la Francia, giungendo in poche settimane fino a Parigi, e sottomettendo il paese all'ordine militare nazista.
A quel punto Mussolini - spinto dai suoi seguaci più vigliacchi e più estremisti - pensò che Hitler avrebbe ineluttabilmente vinto la guerra, anzi che la guerra era già vinta. Perché non intervenire, allora? Non sarebbe forse stata una passeggiata? Non si sarebbe forse così aperta la strada a un ruolo egemone dell'Italia?
A un generale che gli faceva notare che avrebbe potuto esserci qualche problema perché l'esercito non era preparato al conflitto, Mussolini disse: "Ho bisogno solo di qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative."
Così pensano così ragionano i fascisti: qualche migliaio di morti da gettare sul tavolo delle trattative.
E così il 10 giugno Mussolini dichiarò guerra alla Francia, il cui territorio era già interamente sottomesso alle truppe tedesche. I codardi da cui il Ministro La Russa discende aggredirono un paese già sconfitto, e qualcuno mormorò: "Vil Maramaldo, tu uccidi un uomo morto."
Come andarono poi le cose lo sappiamo. La partecipazione italiana alla seconda guerra mondiale fu una spaventosa catastrofe. L'invasione della Grecia (cui Mussolini voleva spezzare le reni) si rivelò un rovescio perché la resistenza greca respinse gli aggressori. Poi la vittoria certa di Hitler si rivelò un'illusione e alla fine il conflitto costò centinaia di migliaia di morti, la rovina del paese, la guerra civile, l'umiliazione e la vergogna da cui solo la Resistenza - cui inizialmente parteciparono poche minoranze coscienti che non si erano piegate al consenso - riscattò, parzialmente, il paese.
Nota finale su quel che accade adesso
Ma fin qui si tratta di storia, ora parliamo del tempo presente.
Gli stessi codardi imbecilli che trascinarono l'Italia nella prima guerra mondiale, gli stessi che venti anni dopo trascinarono il paese nel secondo conflitto sono oggi al governo di Roma, sono oggi ministri della difesa e dell'istruzione, e mentre ci chiamano a cantare il Piave tutti in piedi e sull'attenti, stanno trascinando il paese in un nuovo conflitto, non meno criminale e non meno perdente dei due precedenti.
Come Mussolini trascinò l'Italia in una guerra che sembrava già vinta e invece si rivelò ben presto un inferno e si risolse in una sconfitta - così Berlusconi nel 1993 ha creduto alle parole del suo amico George W Bush: Mission accomplished.
La guerra è già vinta, pensò il furbissimo Berlusconi, perché non approfittarne? E spedì le truppe italiane in Iraq. E, con l'accordo delle stesse opposizioni, spedì le truppe italiane anche in Afghanistan.
Non erano guerre vinte in partenza, come assicurava l'alleato americano?
Quelle guerre non solo non erano vinte in partenza, ma sei anni dopo tutti vedono bene che quelle guerre sono perse.
E' persa la guerra in Iraq, che pure è costata diciassette morti all'Arma dei carabinieri (diciassette morti che stanno sulla coscienza di Berlusconi e dei suoi amici, diciassette morti cui il tiranno ridente non ha ancora chiesto scusa).
E' persa la guerra in Iraq dopo centomila vittime civili innocenti, dopo violenze, torture, massacri che hanno avvelenato il rapporto tra l'Occidente e un miliardo di musulmani nel mondo.
Ma anche la guerra in Afghanistan si è rivelata un fallimento colossale. Quella guerra è nata dal desiderio cieco di vendetta da parte del gruppo dirigente repubblicano, incapace di arrestare il gruppo dirigente di Al Qaida.
Sei anni dopo quella vendetta si sta rivelando un terribile errore: l'Occidente sta perdendo quella guerra e al Qaida ha piegato il gruppo dirigente americano, lo ha sconfitto di fronte a tutto il mondo.
L'aggressione al popolo afghano ha permesso a un gruppo di criminali terroristi islamici di acquistare una statura gigantesca, la statura di un gruppo che riesce a sconfiggere la più grande potenza militare di tutti i tempi.
Bel risultato davvero.
L'idea che fosse possibile sottomettere un popolo con bombardamenti che hanno ucciso migliaia di civili, si è rivelata un'idea imbecille.
Ma quella guerra non è finita. Per quanto la sconfitta dell'occidente sia evidente, i fanatici militaristi non la vogliono ancora riconoscere. Truppe italiane sono impegnate su quel fronte, e non sappiamo quali sviluppi avrà la situazione nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Il Ministro della Difesa italiano, incurante del ridicolo e della vergogna intende continuare nella sua guerra, intende rafforzare il contingente ed esporlo a pericoli crescenti. La guerra è del resto la sola prospettiva che rimane a questa classe dirigente, ora che hanno distrutto l'economia e si preparano a smantellare quel che resta delle strutture sociali.
Quando si fa la guerra è indispensabile mettere da parte l'intelligenza, è necessario che i cittadini si trasformino in sudditi ubbidienti, è necessario che nessuno abbia strumenti culturali per un pensiero indipendente.
Ecco allora che coloro che vogliono la guerra vogliono anche distruggere la scuola.
Ecco allora che le spese militari aumentano con i governi di destra come con quelli di centro sinistra (durante il governo Prodi la spesa militare italiana è aumentata del 23%, mentre la spesa per la scuola e la ricerca veniva ridotta).
Ecco allora che il Ministro dell'Istruzione vara una riforma che punta a distruggere la scuola pubblica proprio mentre il Ministro della Difesa invita gli studenti a cantare canzoni indecenti.
Al momento di marciare molti non sanno
Che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
È la voce del loro nemico
E chi parla del nemico
È lui stesso il nemico
Bibliografia per chi volesse saperne di più
- Gian Enrico Rusconi: L'azzardo del '15
- R. Bencivenga: Saggio critico sulla nostra guerra, Roma, 1930
- Isnenghi Rochat: La Grande Guerra 1914-1918, Firenze, 2004
- George Mosse: Le guere mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Bari, 2005
- Renzo de Felice: Intervista sul fascismo, Bari 1999
anonimizzato
02-11-2008, 13:53
abbiamo vinto???
:rotfl::rotfl::rotfl:
Ti ricordo che la "Grande Guerra" era la 1ª guerra mondiale NON la seconda.
giannola
02-11-2008, 14:07
Beh dopo il voltagabbana sì :D
Di quale voltagabbana parli ?
L'Italia nella prima guerra mondiale è stata da una parte sola fin dalla sua dichiarazione di guerra.
Di quale voltagabbana parli ?
L'Italia nella prima guerra mondiale è stata da una parte sola fin dalla sua dichiarazione di guerra.
Quello prima della dichiarazione di schierarsi contro la Triplice Alleanza e con la Triplice Intesa, appunto :D
_TeRmInEt_
02-11-2008, 15:52
Avete? :D
Non dirmi che a S.Marino siete nazionalisti perchè mi vien da ridere :p
Qualcuno ha:
http://farm1.static.flickr.com/75/223537912_e65856b30c.jpg
Altri:
http://aurora86.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/33037/PARTITO-DELLE-LIBERTA%27%201.jpg
C'est la vie!
:asd:
Comunque io non lo sono particolarmente (vedi Avatar), ma altri miei concittadini sparerebbero con lo scoppio per affermazioni del genere :sofico:
trallallero
02-11-2008, 16:22
....ha unito l'italia certo..
:sbonk:
giannola
02-11-2008, 16:50
Quello prima della dichiarazione di schierarsi contro la Triplice Alleanza e con la Triplice Intesa, appunto :D
si vabbè....torna a spiegar la fisica. :sofico:
La triplice intesa fu firmata nel 1882, le condizioni per l'italia erano molto diverse da quelle del 1915.
Non ultimo il fatto che i dissidi con la francia erano stati appianati e che la triplice intesa aveva inizialmente carattere difensivo.
L'art 2 infatti prevedeva proprio la possibilità di essere difesi da un attacco francese.
Successivamente a partire dal 1902 i rapporti con l'austria si deteriorarono progressivamente.
Fu firmato cmq il quinto rinnovo nel 1912 perchè come scrive giolitti
un nostro rifiuto di rinnovare l’alleanza sarebbe apparso come un proposito da parte dell’Italia di mettersi di fronte all’Austria in una posizione di ostilità dichiarata; ed in tale caso c’era ogni ragione di temere che l’elemento militare austriaco (...) non avrebbe mancato di profittare del pretesto del nostro rifiuto, per dare seguito ai suoi propositi ostili verso l’Italia
l'italia in oni caso si dichiarò neutrale inizialmente e in seguito denunciò l'alleanza.
si vabbè....torna a spiegar la fisica. :sofico:
La triplice intesa fu firmata nel 1882, le condizioni per l'italia erano molto diverse da quelle del 1915.
Non ultimo il fatto che i dissidi con la francia erano stati appianati e che la triplice intesa aveva inizialmente carattere difensivo.
L'art 2 infatti prevedeva proprio la possibilità di essere difesi da un attacco francese.
Successivamente a partire dal 1902 i rapporti con l'austria si deteriorarono progressivamente.
Fu firmato cmq il quinto rinnovo nel 1912 perchè come scrive giolitti
l'italia in oni caso si dichiarò neutrale inizialmente e in seguito denunciò l'alleanza.
Grazie delle lezione non richiesta (non capisco lo sfoggio di nozionismo come se avessi detto chissà quale imprecisione :boh: ), ma hai sparato col cannone ad una mosca, dato che era una battuta quella di prima sul fatto che in entrambe le guerre gli Italiani abbiano cambiato posizione rispetto a quella "aspettata" :p
giannola
02-11-2008, 18:11
Grazie delle lezione non richiesta (non capisco lo sfoggio di nozionismo come se avessi detto chissà quale imprecisione :boh: ), ma hai sparato col cannone ad una mosca, dato che era una battuta quella di prima sul fatto che in entrambe le guerre gli Italiani abbiano cambiato posizione rispetto a quella "aspettata" :p
Per carità non prenderla a male.:p
Ma nelle guerre la coerenza non esiste, tu hai parlato delle posizioni italiane, ma esse dipendevano da un lato dal timore di guerra coi francesi(inizialmente) e successivamente da quello di guerra con gli austrici (che volevano farci il pelo nonostante fossimo alleati).
Per non parlare del fatto che prima Inghilterra e francia erano state ostili e che con l'avvicinarsi della guerra si erano alleate.
Basti pensare che insieme alla triplice esisteva il patto dei tre imperatori nonostante Russia e Austria fossero chiaramente ostili.
Fare un paragone tra l'italia della grande guerra e l'italia della seconda guerra è sbagliato. ;)
Fare un paragone tra l'italia della grande guerra e l'italia della seconda guerra è sbagliato. ;)
Ma non era un parogone, era una battuta :boh:
sid_yanar
03-11-2008, 00:06
eh si grandissima vittoria...un paio di milioni di morti per niente
i soldati tutti eroi e vittime....ha unito l'italia certo...ma per il resto quanta retorica
non posso che quotare; aggiungendo poi che la russa trarrebbe di certo giovamento dallo studio della storia, a patto di farlo senza le fette di prosciutto sugli occhi imposte ( od autoimposte) da certa nota retorica destroide.
justinian
04-11-2008, 18:52
non posso che quotare; aggiungendo poi che la russa trarrebbe di certo giovamento dallo studio della storia, a patto di farlo senza le fette di prosciutto sugli occhi imposte ( od autoimposte) da certa nota retorica destroide.
Sicuramente a la russa gioverebbe studiare la storia ma anche a te un bel ripasso non farebbe male.
Come era il discorso della pagliuzza e della trave? :rolleyes:
Cmq credo che ricordare chi ha combattuto ed è morto per dare la speranza di un Italia migliore e unita sia il minimo, al di là questo dell'inutile retorica e di prese di posizione preconcette.
Ciao
indelebile
04-11-2008, 19:17
Sicuramente a la russa gioverebbe studiare la storia ma anche a te un bel ripasso non farebbe male.
Come era il discorso della pagliuzza e della trave? :rolleyes:
Cmq credo che ricordare chi ha combattuto ed è morto per dare la speranza di un Italia migliore e unita sia il minimo, al di là questo dell'inutile retorica e di prese di posizione preconcette.
Ciao
vedi?stai facendo anche tu retorica
speranza per italia migliore? contadini presi dalle campagne, fucilazione per chi non partiva o per chi nelle trincee scappava
e tutto ciò per guadagnare cosa? dimmi cosa? per anni i due eserciti sono stati preticamente fermi ...con guadagni tranne casi particolare di qualche km max e poi vogliamo ricordare quanti italiani morirono al confronto degli austriaci? solo nel corso della sola decima battaglia dell isonzo(12 maggio-4
giugno 1917) gli italiani contarono 175 mila morti, 75 mila tra le forze austriache.
speranza per un italia migliore? ma dove la vedi? solo interessi di qualche persone a giocare a fare la guerra...chediavolo abbiamo guadagnato dopo la 1 guerra mondiale?
sarà brutale ma quoto sto articolo
La riscossa di Vittorio Veneto? E' una pura invenzione
Lorenzo Del Boca*
Nemmeno la storia della prima guerra mondiale ce l'hanno raccontata giusta.
I libri di scuola stentano a mettere in evidenza che l'Italia di quel
periodo si barcamenava fra coalizioni avversarie tentando di raccattare
qualche utile, con il risultato di apparire un paese di piccoli imbrogli.
Alla vigilia della dichiarazione di guerra, per un mese, si trovò alleata
contemporaneamente con gli austro-ungarici e con i francesi e gli inglesi
che già si massacravano sulle loro frontiere.
Il nostro esercito le aveva prese anche da Menelik ed era del tutto evidente
che non si trovava nelle condizioni di affrontare una guerra. Vittorio
Emanuele III restava un re piccolo-piccolo cui avevano dovuto accorciare la
sciabola perché non risultasse più lunga delle sue gambe corte.
Chi percorre la selva di memoriali dell'epoca s'imbatte, a ogni passo, nella
questione dei cappotti che non c'erano. Mancavano i fucili; mancavano gli
automezzi; mancavano i rifornimenti alimentari e non c'erano medicine. Ma,
soprattutto, mancavano le idee. Di presunzione, gli ufficiali degli alti
comandi ne disponevano in abbondanza e se fossero stati in grado di ottenere
risultati proporzionali all'arroganza che esibivano avrebbero conquistato il
pianeta. In realtà, riuscirono soltanto a trasformare le prime linee in un
lager dove gli uomini ai loro ordini furono sottoposti a ogni genere di
prevaricazioni anche psicologiche. I soldati potevano soltanto soffrire,
dannarsi e morire.
Al fronte ci mandarono vagonate di operai e contadini che non erano
guerrieri e che la guerra non volevano.
Per qualche settimana di addestramento, si trovarono con un bastone in
mano. Poi gli misero in spalla un fucile vero che non avevano mai usato e li
allinearono in faccia al nemico.
Nemmeno i gironi infernali potevano essere più spaventosamente crudeli. Le
prime linee erano delle catacombe a cielo aperto che si rincorrevano per
centinaia di chilometri.
In quelle tane, sparpagliate in un territorio sterminato, i soldati vissero
quattro anni come gli uomini delle caverne. Tutti dentro, uno addosso
all'altro - come nelle Malebolgie della Divina Commedia - diventando
fisicamente insopportabili gli uni agli altri. Ammassati, in quei cunicoli
artificiali, dove mangiavano e andavano al gabinetto, resistevano alla puzza
che prendeva il cervello e si lasciavano vincere dalla nostalgia, tentavano
di dormire quando era necessario risposare e si sforzavano di stare svegli
quando montavano di guardia.
C'era la guerra lì davanti ma occorreva combattere anche la fame e la sete,
la pioggia e la melma, i topi e gli scarafaggi, le cimici e la dissenteria,
la febbre e la cancrena che afferrava i piedi e saliva fino alle ginocchia.
Il terrore, alla vigilia degli assalti, prendeva la gola.
Tuttavia, la battaglia più faticosa si rivelò quella contro gli alti
ufficiali che, più salivano di grado, più si comportavano come se avessero a
che fare con dei servi della gleba. Per gli alti comandi tormentare quegli
uomini in uniforme, con imposizioni vanamente disumane e colpevolmente
inutili, sembrava diventato un dovere cui dedicare impegno ed energia.
Verrebbe da sostenere che il conflitto vero e proprio - contro gli
austro-ungarici - sarebbe stato una passeggiata, se non ci fossero stati i
generali italiani. I guai maggiori di chi combatteva per l'Italia vennero
dagli stessi italiani. I comandanti si armarono di ordini assurdi. Pretesero
di mandare le truppe all'assalto anche quando ogni logica l'avrebbe
sconsigliato. Insistettero nello sfidare le leggi della fisica per
fortificare posizioni insostenibili. Per ottenere un'obbedienza supina,
fucilarono quelli che apparvero più riottosi o anche solo meno pronti a
sacrificarsi. Instaurarono un regime di oppressione che sarebbe risultato
odioso per una qualunque dittatura. E provocarono la morte di un numero
imprecisato di loro uomini, piazzando le mitragliatrici dei carabinieri
dietro le file destinate all'assalto, con la disposizione di aprire il fuoco
alla schiena dei soldati, se avessero appena ritardato a lanciarsi fuori
dalle trincee.
Le corti marziali lavorarono a pieno ritmo e i magistrati, seduti sulle
stufe arroventate dal fuoco per paura di prendersi un raffreddore, spedirono
davanti al plotone di esecuzione una quantità di poveracci analfabeti che il
fango delle trincee aveva mutilato.
La giustizia del senno di poi avrebbe suggerito di fucilare direttamente il
generalissimo Luigi Cadorna (comandante in capo all'inizio del conflitto) e
di impiccare Pietro Badoglio: unica opportunità che l'Italia poteva giocarsi
per evitare l'otto settembre 1943.
La sconfitta di Caporetto fu un disastro che grida vendetta. Poteva essere
evitato e si realizzò solo per il concorso determinante della dabbenaggine
dei generali dello Stato Maggiore. Ignoranti con i gradi sulla giubba
sacrificarono decine di migliaia di uomini e poi li marchiarono con l'accusa
di essere stati dei vigliacchi.
In questa occasione, come sempre nella storia tricolore, le polemiche si
sprecarono ma restarono rigorosamente sigillate nei palazzi del potere. E
alla fine - questa volta ma come sempre - non si riuscì a individuare un
colpevole o qualcuno più responsabile degli altri. Anzi, si trovò il modo di
premiare l'errore e di ricompensare lo sbaglio.
Tornarono tutti a casa con le spalle incurvate dal peso delle medaglie.
Invece di licenziarli e chiedere loro il risarcimento per i disastri
commessi, preferirono promuoverli, aumentare loro lo stipendio e accettare
che continuassero a far danni, in nome dei traguardi raggiunti.
Anche la cosiddetta riscossa di Vittorio Veneto esiste soltanto sulla carta
perché, in quella settimana del 1918, non ci fu nessun assalto e nessuno
sfondamento. Gli italiani avanzarono perché gli austriaci si stavano
ritirando: e gli austriaci si ritiravano perché era diventato inutile
continuare una guerra che era irrimediabilmente perduta.
Non a caso il comandante in capo di allora, Armando Diaz - informato di una
travolgente avanzata italiana che, evidentemente, non aveva ordinato né che
era a conoscenza si stesse sviluppando - tuffò la testa nella cartina
geografica, alla ricerca del teatro della sua rivincita. E poiché faticava a
individuare il luogo della battaglia, chiese soccorso agli uomini dello
Stato Maggiore che gli stavano intorno: «Ma Vittorio Veneto 'ndo cazzo stà.
?»
*presidente dell'Ordine dei giornalisti
justinian
04-11-2008, 20:58
vedi?stai facendo anche tu retorica
speranza per italia migliore? contadini presi dalle campagne, fucilazione per chi non partiva o per chi nelle trincee scappava
e tutto ciò per guadagnare cosa? dimmi cosa? per anni i due eserciti sono stati preticamente fermi ...con guadagni tranne casi particolare di qualche km max e poi vogliamo ricordare quanti italiani morirono al confronto degli austriaci? solo nel corso della sola decima battaglia dell isonzo(12 maggio-4
giugno 1917) gli italiani contarono 175 mila morti, 75 mila tra le forze austriache.
speranza per un italia migliore? ma dove la vedi? solo interessi di qualche persone a giocare a fare la guerra...chediavolo abbiamo guadagnato dopo la 1 guerra mondiale?
[/I]
Beh cosa abbiamo guadagnato? mmm dunque fammi pensare: Trento? Bolzano? Trieste? l'Istria? Zara? L'ingresso dell'Italia nel novero delle grandi potenze (unica volta nella sua storia occasione che poi però si bruciò a parigi)?
Adesso lasciamo stare che magari probabilmente a molti non importa che Trento e Trieste siano italiane (ma a me si) o del resto (e qui concordo) però non si può dire che non abbiamo guadagnato niete.
La prima guerra mondiale fu per molti aspetti il continuo delle guerre risorgimentali (anche se con un aggiunta di un tocco di imperialismo tipico delle potenze del tempo).
Numero di morti:scusa ma perchè non predi il dato finale di quanti morti italiani e di quanti morti austriaci ci furono? Questi dati non si prendono alla fine di una guerra? Cmq è naturale che nella X avemmo più morti noi visto che attaccavamo noi.
In una guerra dove la difesa predominava nettamente sull'attacco mi sarei meravigliato non di poco se fosse stato il contrario. Perchè non vedi quanti morti costò alla fr e uk la battaglia delle somme e quanti alla germania quella delle verdun?
Oltre a questo si deve considerare anche il fatto che le postazione austriache erano nettamente in posizione favorevole rispetto a quelle italiane.
Adesso veniamo all'articolo (prendo solo alcuni punti xchè altrimenti ci dovrei passare la notte a smentire le cretinate che dice)
La riscossa di Vittorio Veneto? E' una pura invenzione
Lorenzo Del Boca*
Nemmeno la storia della prima guerra mondiale ce l'hanno raccontata giusta.
I libri di scuola stentano a mettere in evidenza che l'Italia di quel
periodo si barcamenava fra coalizioni avversarie tentando di raccattare
qualche utile, con il risultato di apparire un paese di piccoli imbrogli.
Alla vigilia della dichiarazione di guerra, per un mese, si trovò alleata
contemporaneamente con gli austro-ungarici e con i francesi e gli inglesi
che già si massacravano sulle loro frontiere.
Falso visto che l'Italia aveva già annunciato la sua neutralità all'inizio della guerra (cosa che alcuni utenti hanno già fatto notare)
Il nostro esercito le aveva prese anche da Menelik ed era del tutto evidente
che non si trovava nelle condizioni di affrontare una guerra. Vittorio
Emanuele III restava un re piccolo-piccolo cui avevano dovuto accorciare la
sciabola perché non risultasse più lunga delle sue gambe corte.
[/I]
Ehm la guerra d'abissinia c'era stata più di 30 anni prima, ma non solo, dopo di questa (che cmq fu una guerra coloniale) ci fu anche la guerra in Libia contro l'impero ottomano nell'1911 (guerra ricordo che vincemmo).
Tralascio il sarcasmo sulla statura del re: il re fu piccolo piccolo (non solo fisicamente) durante la WW2 mentre nella prima credo che ci sia poco da criticara (basta vedere il suo contegno durante caporetto)
La parte centrale è abbastanza corretta solo faccio notare che tutti quei problemi che si denunciano erano tipici di TUTTI ma di TUTTI gli esercito del tempo.
Infine sullo sfondamento di VV. Beh qui il giornalista da il meglio di se. LA battaglia ci fu e fu vera basta vedere quanti morti costò. L'esercito austriaco combattè fino all'ultimo e cedette proprio a VV. Poi cmq su questa storia è il colmo:
prima si accusano gli alti comandi di mandare gli uomini a morire per niete e poi quando il comandante aspetta il momento giusto per attaccare lo si critica xchè ha ottenuto una vittoria facile. W la coerenza.
Detto questo proprio xchè sappiamo quanto quei soldati hanno sofferto, magari anche per una causa che non ritenevano loro, mertiano il nostro rispetto e ricordo
ciao
indelebile
04-11-2008, 22:51
Beh cosa abbiamo guadagnato? mmm dunque fammi pensare: Trento? Bolzano? Trieste? l'Istria? Zara? L'ingresso dell'Italia nel novero delle grandi potenze (unica volta nella sua storia occasione che poi però si bruciò a parigi)?
Adesso lasciamo stare che magari probabilmente a molti non importa che Trento e Trieste siano italiane (ma a me si) o del resto (e qui concordo) però non si può dire che non abbiamo guadagnato niete.
Ma dai, entrare nelle grande potenze?
Ma se Versailles ci hanno trattato come mosche, dopo che a Londra (http://it.wikipedia.org/wiki/Patto_di_Londra) i polli al governo avevano creduto alle grandi promesse
Bolzano (bolzano ....è italia ora?nella cartografia), Trentino ecc conquistate?
ma se diploticamente senza tirare lanciare una bomba l'austria pur di farci star fuori dalla guerra ci dava il trentino e il friuli...se non oltre quando dichiarammo guerra
La prima guerra mondiale fu per molti aspetti il continuo delle guerre risorgimentali (anche se con un aggiunta di un tocco di imperialismo tipico delle potenze del tempo).
Numero di morti:scusa ma perchè non predi il dato finale di quanti morti italiani e di quanti morti austriaci ci furono? Questi dati non si prendono alla fine di una guerra? Cmq è naturale che nella X avemmo più morti noi visto che attaccavamo noi.
In una guerra dove la difesa predominava nettamente sull'attacco mi sarei meravigliato non di poco se fosse stato il contrario. Perchè non vedi quanti morti costò alla fr e uk la battaglia delle somme e quanti alla germania quella delle verdun?
Oltre a questo si deve considerare anche il fatto che le postazione austriache erano nettamente in posizione favorevole rispetto a quelle italiane.
Adesso veniamo all'articolo (prendo solo alcuni punti xchè altrimenti ci dovrei passare la notte a smentire le cretinate che dice)
Ah beh ataccare? vogliamo parlare di caporetto? ma anche nella Strafexpedition ne prendemmo, quando abbiam guadagnato di grazia? 650.000 morti (Le perdite dell'Italia nella prima guerra mondiale: 650.000 morti; 947.000 feriti, mutilati e invalidi; 600.000 prigionieri e dispersi. Su 5.615.000 uomini mobilitati si ebbe un totale di 2.197.000 perdite, pari al 39 % degli uomini sotto alle armi.)o più, riguardo alle vittime austriache solo sul fronte italiano stranamente non riesco a trovare dati certi
sid_yanar
04-11-2008, 22:52
Sicuramente a la russa gioverebbe studiare la storia ma anche a te un bel ripasso non farebbe male.
Come era il discorso della pagliuzza e della trave? :rolleyes:
Cmq credo che ricordare chi ha combattuto ed è morto per dare la speranza di un Italia migliore e unita sia il minimo, al di là questo dell'inutile retorica e di prese di posizione preconcette.
Ciao
le travi molto probabilmente potresti cercarle nei tuoi occhi; oltretutto non è argomento attinente al thread. L'ignoranza di la russa, così come al sua inutile retorica ampiamente mostrata in televisione, sono invece triste realtà.
markus_81
05-11-2008, 00:43
Ti ricordo che la "Grande Guerra" era la 1ª guerra mondiale NON la seconda.
lo sospettavo :D :read:
la guerra in cui abbiamo fatti i neutrali e poi in cambio di un pò di terra abbiamo "tradito" la triplice alleanza per accordarsi di nascosto con gli altri???:read:
abbiamo un concetto un pò vago di vittorie,allenaze,neutralità... ;)
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