gigio2005
29-10-2008, 16:37
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Forcella, notte di violenza dopo il verdetto
LEANDRO DEL GAUDIO
Il giudice costretto a lasciare l’aula attraverso un’uscita secondaria, decine di avvocati bloccati in Tribunale da una folla inferocita. Il pm scortato da un’auto delle forze dell’ordine (oltre agli agenti personali) e un massiccio intervento di polizia e carabinieri per tenere a bada circa duecento persone pronte a tutto. E ancora: minacce, urla e bestemmie al passaggio dell’auto in cui viaggia il pm Alfonso D’Avino; una donna che piazza lo scooter a terra di traverso, tanto per ostacolare il passaggio della «legge», pugni e calci contro la porta che separa la strada dalle aule bunker. Ronde di giovani in scooter, tensione fino a tarda notte. È l’una di ieri, all’esterno del carcere di Poggioreale, dove si è chiuso il processo «Piazza Pulita», il più importante atto d’accusa alla camorra di Forcella. Dopo il verdetto (82 condanne per i narcos dei Giuliano e dei Mazzarella, 30 assoluzioni), scoppia la bolgia. «Una situazione difficile», commenta il giorno dopo il giudice Carlo Modestino, ripensando a quanto accaduto dopo dodici ore di camera di consiglio. Magistrato in passato impegnato a Reggio Calabria e in altri distretti di mafia ricostruisce così la coda avvelenata del dopo sentenza: «In previsione di una reazione popolare, avevo predisposto con il commissariato del Tribunale e con gli agenti penitenziari un’uscita diversa da quella principale, ma ho avvertito una forte tensione all’esterno del carcere. È andata peggio al mio cancelliere, costretto a rimanere fino alle tre di notte per gli adempimenti. Lui ha avuto difficoltà a lasciare l’aula bunker nonostante fosse scortato». Mille anni di carcere, durissime condanne per Michele Mazzarella (28 anni di cella), per la moglie Marianna Giuliano (16 anni) e per ben quindici donne, accusate di aver gestito piazze dello spaccio di droga a Forcella, traghettando il quartiere dal clan Giuliano al clan Mazzarella. È il romanzo criminale del centro storico, scritto dal pm D’Avino, magistrato che la notte scorsa se l’è vista brutta di fronte alla folla di parenti di boss e gregari condannati. Schivo, riservato, il pm anticamorra si limita a commentare: «Ho visto persone che inveivano contro di me, al passaggio della mia auto. Il lavoro delle forze dell’ordine è stato fondamentale per aprire un varco tra due ali di folla all’esterno dell’aula bunker». Erano i supporters di famiglie che hanno segnato la storia malavitosa («evolutasi» dal contrabbando alla droga e alle estorsioni) nella zona di Forcella e della Maddalena: 20 anni per Eduardo Amoroso e Giuseppe Avagliano, Gabriele Francescone; dieci anni e otto mesi per Vittorio Armens; 5 anni per Salvatore Moccardi; 18 anni per Pasquale Solla, tra le condanne più alte. Quanto basta a spingere il pubblico all’esterno dell’aula a scandire slogan fino all’una di notte: «La camorra siete voi, la vera mafia siete voi», urlano le donne all’esterno del carcere di Poggioreale. Uno scenario che il capo dei gip Bruno D’Urso non esita a definire «abituale, ordinario». Spiega il nuovo coordinatore della sezione: «Ogni giorno chiudiamo processi con il rito abbreviato per clan casalesi, napoletani e di altre zone del distretto. Ogni giorno siamo potenzialmente a rischio. Mai come in questo caso dobbiamo ringraziare il lavoro svolto da polizia e carabinieri fino a tarda notte».
http://www.ilmattino.it/mattino/page_view.php?pbk=1&Date=20081029&Edition=NAZIONALE&Section=NAZIONALE&Number=32&vis=G
FECCIA! CHE POSSIATE MARCIRE IN CARCERE MALEDETTI!
Forcella, notte di violenza dopo il verdetto
LEANDRO DEL GAUDIO
Il giudice costretto a lasciare l’aula attraverso un’uscita secondaria, decine di avvocati bloccati in Tribunale da una folla inferocita. Il pm scortato da un’auto delle forze dell’ordine (oltre agli agenti personali) e un massiccio intervento di polizia e carabinieri per tenere a bada circa duecento persone pronte a tutto. E ancora: minacce, urla e bestemmie al passaggio dell’auto in cui viaggia il pm Alfonso D’Avino; una donna che piazza lo scooter a terra di traverso, tanto per ostacolare il passaggio della «legge», pugni e calci contro la porta che separa la strada dalle aule bunker. Ronde di giovani in scooter, tensione fino a tarda notte. È l’una di ieri, all’esterno del carcere di Poggioreale, dove si è chiuso il processo «Piazza Pulita», il più importante atto d’accusa alla camorra di Forcella. Dopo il verdetto (82 condanne per i narcos dei Giuliano e dei Mazzarella, 30 assoluzioni), scoppia la bolgia. «Una situazione difficile», commenta il giorno dopo il giudice Carlo Modestino, ripensando a quanto accaduto dopo dodici ore di camera di consiglio. Magistrato in passato impegnato a Reggio Calabria e in altri distretti di mafia ricostruisce così la coda avvelenata del dopo sentenza: «In previsione di una reazione popolare, avevo predisposto con il commissariato del Tribunale e con gli agenti penitenziari un’uscita diversa da quella principale, ma ho avvertito una forte tensione all’esterno del carcere. È andata peggio al mio cancelliere, costretto a rimanere fino alle tre di notte per gli adempimenti. Lui ha avuto difficoltà a lasciare l’aula bunker nonostante fosse scortato». Mille anni di carcere, durissime condanne per Michele Mazzarella (28 anni di cella), per la moglie Marianna Giuliano (16 anni) e per ben quindici donne, accusate di aver gestito piazze dello spaccio di droga a Forcella, traghettando il quartiere dal clan Giuliano al clan Mazzarella. È il romanzo criminale del centro storico, scritto dal pm D’Avino, magistrato che la notte scorsa se l’è vista brutta di fronte alla folla di parenti di boss e gregari condannati. Schivo, riservato, il pm anticamorra si limita a commentare: «Ho visto persone che inveivano contro di me, al passaggio della mia auto. Il lavoro delle forze dell’ordine è stato fondamentale per aprire un varco tra due ali di folla all’esterno dell’aula bunker». Erano i supporters di famiglie che hanno segnato la storia malavitosa («evolutasi» dal contrabbando alla droga e alle estorsioni) nella zona di Forcella e della Maddalena: 20 anni per Eduardo Amoroso e Giuseppe Avagliano, Gabriele Francescone; dieci anni e otto mesi per Vittorio Armens; 5 anni per Salvatore Moccardi; 18 anni per Pasquale Solla, tra le condanne più alte. Quanto basta a spingere il pubblico all’esterno dell’aula a scandire slogan fino all’una di notte: «La camorra siete voi, la vera mafia siete voi», urlano le donne all’esterno del carcere di Poggioreale. Uno scenario che il capo dei gip Bruno D’Urso non esita a definire «abituale, ordinario». Spiega il nuovo coordinatore della sezione: «Ogni giorno chiudiamo processi con il rito abbreviato per clan casalesi, napoletani e di altre zone del distretto. Ogni giorno siamo potenzialmente a rischio. Mai come in questo caso dobbiamo ringraziare il lavoro svolto da polizia e carabinieri fino a tarda notte».
http://www.ilmattino.it/mattino/page_view.php?pbk=1&Date=20081029&Edition=NAZIONALE&Section=NAZIONALE&Number=32&vis=G
FECCIA! CHE POSSIATE MARCIRE IN CARCERE MALEDETTI!