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View Full Version : Università, il business dei laureati precoci


anonimizzato
26-10-2008, 08:06
Sono cresciuti in un anno del 57 per cento. La metà negli atenei di Siena e Chieti

Tasic, un serbo di 19 anni, è finito su tutti i giornali del mondo perché, partito per l'America per studiare, ha preso la laurea e pure il dottorato in otto giorni? Noi italiani, di geni, ne abbiamo a migliaia. O almeno così dicono i numeri, stupefacenti, di alcune università. Numeri che, da soli, rivelano più di mille dossier sul degrado del titolo di «dottore». I «laureati precoci», studenti straordinari che riescono a finire l'università in anticipo sul previsto, ci sono sempre stati. È l'accelerazione degli ultimi anni ad essere sbalorditiva. Soprattutto nei corsi di laurea triennali, dove i «precoci» tra il 2006 e il 2007, stando alla banca dati del ministero dell'Università, sono cresciuti del 57% arrivando ad essere 11.874: pari al 6,83% del totale. Tema: è mai possibile che un «dottore» su 14 vada veloce come Usain Bolt? C'è di più: stando al rapporto 2007 sull'università elaborato dal Cnvsu, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, quasi la metà di tutti questi Usain Bolt, per la precisione il 46%, ha preso nel 2006 l'alloro in due soli atenei. Per capirci: in due hanno sfornato tanti «dottori» quanto tutti gli altri 92 messi insieme. Quali sono queste culle del sapere occidentale colpevolmente ignorate dalle classifiche internazionali come quella della Shanghai Jiao Tong University secondo cui il primo ateneo italiano nel 2008, La Sapienza di Roma, è al 146˚ posto e Padova al 189˚? Risposta ufficiale del Cnvsu: «Stiamo elaborando i dati aggiornati per la pubblicazione del rapporto 2008. Comunque i dati sui laureati sono pubblici e consultabili sul sito dell'ufficio statistica del Miur». Infatti la risposta c'è: le culle del sapere che sfornano più «precoci» sono l'Università di Siena (494ª nella classifica di Shanghai) e la «Gabriele D'Annunzio» di Chieti e Pescara, che non figura neppure tra le prime 500 del pianeta. Numeri alla mano, risulta che dall'ateneo abruzzese, che grazie al contenitore unico di un'omonima Fondazione presieduta dal rettore Franco Cuccurullo e finanziata da molte delle maggiori case farmaceutiche (Angelini, Kowa, Ingenix, Fournier, Astra Zeneca, Boheringer, Bristol- Myers...), conta su una università telematica parallela non meno generosa, sono usciti nel 2007 la bellezza di 5.718 studenti con laurea triennale. In maggioranza (53%) immatricolati, stando ai dati, nell'anno accademico 2005-2006 o dopo. Il che fa pensare che si siano laureati in due anni o addirittura in pochi mesi. Quanto all'ateneo di Siena, i precoci nel 2007 sono risultati 1.918 su un totale di 4.060 «triennali»: il 47,2%. La metà.

Ancora più sorprendente, tuttavia, è la quota di maschi: su 1.918 sono 1.897. Contro 21 femmine. Come mai? Con ogni probabilità perché alla fine del 2003 l'Università firmò una convenzione coi carabinieri che consentiva ai marescialli che avevano seguito il corso biennale interno di farsi riconoscere la bellezza di 124 «crediti formativi». Per raggiungere i 148 necessari ad ottenere la laurea triennale in Scienza dell'amministrazione, a quel punto, bastava presentare tre tesine da 8 crediti ciascuna. E il gioco era fatto. Ma facciamo un passo indietro. Tutto era nato quando, alla fine degli anni Novanta, il ministro Luigi Berlinguer, adeguando le norme a quelle europee, aveva introdotto la laurea triennale. Laurea alla portata di chi, avendo accumulato anni d'esperienza nel suo lavoro, poteva mettere a frutto questa sua professionalità grazie al riconoscimento di un certo numero di quei «crediti formativi» di cui dicevamo. Un'innovazione di per sé sensata. Ma rivelatasi presto, all'italiana, devastante. Colpa del peso che da noi viene dato nei concorsi pubblici, nelle graduatorie interne, nelle promozioni, non alle valutazioni sulle capacità professionali delle persone ma al «pezzo di carta», il cui valore legale non è mai stato (ahinoi!) abolito. Colpa del modo in cui molti atenei hanno interpretato l'autonomia gestionale. Colpa delle crescenti ristrettezze economiche, che hanno spinto alcune università a lanciarsi in una pazza corsa ad accumulare più iscritti possibili per avere più rette possibili e chiedere al governo più finanziamenti possibili. Va da sé che, in una giungla di questo genere, la gara ad accaparrarsi il maggior numero di studenti è passata attraverso l'offerta di convenzioni generosissime con grandi gruppi di persone unite da una divisa o da un Ordine professionale, un'associazione o un sindacato. Dai vigili del fuoco ai giornalisti, dai finanzieri agli iscritti alla Uil. E va da sé che, per spuntarla, c'è chi era arrivato a sbandierare «occasioni d'oro, siore e siore, occasioni irripetibili». Come appunto quei 124 crediti su 148 necessari alla laurea, annullati solo dopo lo scoppio di roventi polemiche. Un andazzo pazzesco, interrotto solo nel maggio 2007 da Fabio Mussi («Mai più di 60 crediti: mai più!») quando ormai buona parte dei buoi era già scappata dalle stalle. Peggio. Perfino dopo quell'argine eretto dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la «Kore» di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall'anno accademico 2006-2007, ha pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: «Si comunica che, a seguito della disposizione del ministro Mussi, l'Università di Enna ha deciso di procedere alla riformulazione delle convenzioni» ma «facendo salvi i diritti acquisiti da coloro che vi abbiano fatto esplicito riferimento, sia in sede di immatricolazione che in sede di iscrizione a corsi singoli, nell'ambito dell'anno accademico 2006-2007».

Bene: sapete quanti studenti risultano aver preso la laurea triennale nell'ateneo siciliano in meno di due anni grazie ad accordi come quello con i poliziotti (76 crediti riconosciuti agli agenti, 106 ai sovrintendenti e addirittura 127 agli ispettori) che volevano diventare dottori in «Mediazione culturale e cooperazione euromediterranea»? Una marea: il 79%. Una percentuale superiore perfino a quella della Libera università degli Studi San Pio V di Roma: 645 precoci su 886, pari al 73%. E inferiore solo a quella della Tel.M.A., l'università telematica legata al Formez, l'ente di formazione che dipende dal Dipartimento della funzione pubblica: 428 «precoci» su 468 laureati. Vale a dire il 91,4%. Che senso ha regalare le lauree così, a chi ha l'unico merito di essere iscritto alla Cisl o di lavorare all'Aci? È una domanda ustionante, da girare a tutti coloro che hanno governato questo Paese. Tutti. E che certo non può essere liquidata buttando tutto nel calderone degli errori della sinistra, come ha fatto l'altro ieri Mariastella Gelmini dicendo che di tutte le magagne universitarie «non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo che vuol mettere ordine». Sicura? Certo, non c'era lei l'altra volta alla guida del ministero. Ma la magica moltiplicazione delle università (soprattutto telematiche), la corsa alle convenzioni più assurde e il diluvio di «lauree sprint», lo dicono i numeri e le date, è avvenuta anche se non soprattutto negli anni berlusconiani dal 2001 al 2006. E pretendere oggi una delega in bianco perché «non si disturba il manovratore», è forse un po' troppo. O no?

Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
26 ottobre 2008

http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_26/atenei_stella_rizzo_0257068e-a330-11dd-8d2c-00144f02aabc.shtml

DarKilleR
26-10-2008, 08:13
sono questi i motivi per cui serve un riforma seria dell'università e non una distruzione del sistema universitario...

Perchè di casi come questi ci sono, e vanno eliminati, ma altrettanto sono in tanti i casi di eccellenza che vanno salvaguardati e soprattutto invogliati e fatti sviluppare.

85francy85
26-10-2008, 08:15
ne aveva parlato report e le iene mi pare uno o due anni fa. Che dire.... una delle tante schifezze all'italiana. :muro:

Ferdy78
26-10-2008, 08:30
stavo per aprire, quando ho visto questo, beh che dire...all'italiana!

124 crediti addebitati A CHI È ENTRATO IN POLIZIA è veramente un insulto!

Poi tutte ste facoltà di "scienze"...fanno veramente ridere suvvia!

Senza contare corsi di laurea alla stregua del passatempo e o dell'Hobby....dai

Si studia male, si fanno millemiila materie a alla fine il pezzo di carta NON vale più nulla;)

AH il cavaliere ha sempre messo lo zampino, singolare vero...che mecenate:O

wildsliver
26-10-2008, 08:31
fermo restando che sono questi i veri sprechi nel settore accademico, il problema non si risolve tagliando uniformemente "scienze dell'amministrazione" delle università telematiche e i corsi di fisica..

caurusapulus
26-10-2008, 08:45
E vi meravigliate ancora? Ragazzi, siamo nel Bel Paese in tutti i sensi...


Io mi spacco il culo per N anni per prendermi una laurea in Ingegneria che tra parentesi non so neanche se mi darà davvero grosse opportunità di lavoro e c'è gente che si laurea in questo modo... mah :rolleyes: :rolleyes:

Ferdy78
26-10-2008, 08:54
E vi meravigliate ancora? Ragazzi, siamo nel Bel Paese in tutti i sensi...


Io mi spacco il culo per N anni per prendermi una laurea in Ingegneria che tra parentesi non so neanche se mi darà davvero grosse opportunità di lavoro e c'è gente che si laurea in questo modo... mah :rolleyes: :rolleyes:

La cosa tragica è che vecchi emereti presidenti della repubblica...vi considerano terroristi:D perchè non ammettete simili scempi:D

Questa è la prova che la classe dirigente attuale PREFERISCE DIFFONDERE IGNORANZA CULTURALE, MORALE, CIVICA..

85francy85
26-10-2008, 08:57
Questa è la prova che la classe dirigente attuale PREFERISCE DIFFONDERE IGNORANZA CULTURALE, MORALE, CIVICA..

attuale spero tu intenda dire degli ultimi 20 anni. altrimenti ti consiglio di non usare un paraocchi da cavallo al posto delle lenti a contatto :stordita:

Ferdy78
26-10-2008, 09:03
attuale spero tu intenda dire degli ultimi 20 anni. altrimenti ti consiglio di non usare un paraocchi da cavallo al posto delle lenti a contatto :stordita:

anche ultimi 30 anni.....attuale nel senso quella che gira e rigira proviene dagli stessi schieramenti che dopo la caduta delle prima repubblica del 93 hanno cambiato nome ma non sostanza...con l'aggiunta però del cavaliere che ha preso le veci e le ha amplificate dell'amico Bettino:D

Niente paraocchi;)

Dream_River
26-10-2008, 09:05
sono questi i motivi per cui serve un riforma seria dell'università e non una distruzione del sistema universitario...


La risposta più breve e migliore possibile, quoto ;)

ConteZero
26-10-2008, 09:09
Quel credito duramente sudato dagli accademici per dare un minimo di prestigio all'università italiana stà andando a puttane.

generals
26-10-2008, 09:19
E vi meravigliate ancora? Ragazzi, siamo nel Bel Paese in tutti i sensi...


Io mi spacco il culo per N anni per prendermi una laurea in Ingegneria che tra parentesi non so neanche se mi darà davvero grosse opportunità di lavoro e c'è gente che si laurea in questo modo... mah :rolleyes: :rolleyes:

che schifo, un insulto per chi ha sputato il sangue per laurearsi :mad:

io ne conosco due (fratelli per giunta) che si sono laureati in questo modo in aeronautica....

ps: addirittura crediti formativi se si è iscritti alla Uil o alla Cisl? poi ci meravigliamo dell'avversione verso questi sindacati....

ennawrc
26-10-2008, 09:53
Quel credito duramente sudato dagli accademici per dare un minimo di prestigio all'università italiana stà andando a puttane.

Quoto

E' lo dico da studente VERO di quelle università che hanno fatto queste convenzioni dove lo "sputtanamento" e i pregiudizi di questo schifo li subiamo noi.

Solo per fare soldi

E' pensare che,escludendo questi laureati convenzionati, le percentuali praticamente si capovolgono

Grazie moratti :Puke:

caurusapulus
26-10-2008, 14:25
che schifo, un insulto per chi ha sputato il sangue per laurearsi :mad:

io ne conosco due (fratelli per giunta) che si sono laureati in questo modo in aeronautica....

ps: addirittura crediti formativi se si è iscritti alla Uil o alla Cisl? poi ci meravigliamo dell'avversione verso questi sindacati....

Anche io posso dirtene una:
mia mamma lavora in un istituto pubblico nazionale, e ci lavora da quasi 30 anni.
Un paio di anni addietro arrivò a TUTTI i dipendenti di questo istituto una mail da parte dell'Università di nonsodove (ma mi pare proprio Chieti) dove se ti iscrivevi a una certa Scienze di qualcheccosa, avevi diritto ad una quantità ENORME di CFU riconosciuti per avere già esperienza lavorativa diretta (roba che c'erano da fare una decina di esami massimo ed eri laureato).

Ora io dico: ma il mondo si sta ribaltando?
La logica mi suggerisce che uno PRIMA studia per imparare i fondamenti di una certo qualcosa, POI va a lavoro dove mette in pratica ciò che ha studiato.
Mi pare che in questi casi si sia fatto l'esatto opposto. :doh:
Ecco dunque come la gente fa carriera, al giorno d'oggi.

ConteZero
26-10-2008, 14:27
Il discorso è che nel posto di lavoro una laurea (anche una laurea in riproduzione dei paguri) ti vale punteggio, scatti e carriera.

++CERO++
26-10-2008, 16:50
ci sono universita' pure peggiori... :rolleyes:
quelle che agli esami passa solo l'amico che sa' gia' le risposte.. :sofico:
mentre gli altri tutti bocciati, che universita' difficile, ma la statistica e' salva ! :asd:

fabio80
26-10-2008, 17:04
la cosa è ridicola, ma secondo voi le aziende non sanno che esistono queste realtà? oltre al voto, le competenze, i tempi, conta anche l'ateneo di provenienza.

a molti dà fastidio e lo trovano discriminante ma poi sotto sotto quando si sentono queste cose si capisce che come concetto errato non è

carlainzi
26-10-2008, 18:06
Io credo che gli studenti "normali" dovrebbero incazzarsi molto di più, perchè qui non si tratta solo di gente che prende la laurea senza fare alcuna fatica alla faccia di chi si fa il mazzo, ma di un vero danno nei loro confronti.

Il fatto che le lauree stiano diventando un fenomeno di massa e vengano addirittura mercificate fa scadere il loro valore. Come fa un datore di lavoro a sapere se quello che ha davanti è una persona che ha studiato veramente o uno di quelli che si è praticamente comprato il pezzo di carta? In un mercato del lavoro dove i posti per laureati non sono poi così tanti la semplice laurea diventa così proprio un pezzo di carta.....igienica.
Non è un caso che stia diventando sempre più utile per trovare lavoro avere anche un master o cose simili, oppure aver studiato in una qualche università "prestigiosa", mentre fino a un decennio fa o poco più queste cose erano ancora poco importanti.

fabio80
26-10-2008, 18:24
Io credo che gli studenti "normali" dovrebbero incazzarsi molto di più, perchè qui non si tratta solo di gente che prende la laurea senza fare alcuna fatica alla faccia di chi si fa il mazzo, ma di un vero danno nei loro confronti.

Il fatto che le lauree stiano diventando un fenomeno di massa e vengano addirittura mercificate fa scadere il loro valore. Come fa un datore di lavoro a sapere se quello che ha davanti è una persona che ha studiato veramente o uno di quelli che si è praticamente comprato il pezzo di carta? In un mercato del lavoro dove i posti per laureati non sono poi così tanti la semplice laurea diventa così proprio un pezzo di carta.....igienica.
Non è un caso che stia diventando sempre più utile per trovare lavoro avere anche un master o cose simili, oppure aver studiato in una qualche università "prestigiosa", mentre fino a un decennio fa o poco più queste cose erano ancora poco importanti.

lo sa dal nome dell'ateneo. ci sono politecnicici ad esempio che non danno certo dubbi in merito alle garanzie....

Lorekon
26-10-2008, 19:17
visti certi atenei non mi scandalizzo più di tanto, le lauree regalate ci sono sempre state purtroppo.



quel che è certo è che l'autonomia degli atenei è un sistema che ha fallito: il sistema univeristario non è stato all'altezza, bisogna tornare indietro e riprendereil controllo centrale (ministeriale) delle cose, come per i licei e gli istituti professionali.

entanglement
28-10-2008, 09:57
Io credo che gli studenti "normali" dovrebbero incazzarsi molto di più, perchè qui non si tratta solo di gente che prende la laurea senza fare alcuna fatica alla faccia di chi si fa il mazzo, ma di un vero danno nei loro confronti.

Il fatto che le lauree stiano diventando un fenomeno di massa e vengano addirittura mercificate fa scadere il loro valore. Come fa un datore di lavoro a sapere se quello che ha davanti è una persona che ha studiato veramente o uno di quelli che si è praticamente comprato il pezzo di carta? In un mercato del lavoro dove i posti per laureati non sono poi così tanti la semplice laurea diventa così proprio un pezzo di carta.....igienica.
Non è un caso che stia diventando sempre più utile per trovare lavoro avere anche un master o cose simili, oppure aver studiato in una qualche università "prestigiosa", mentre fino a un decennio fa o poco più queste cose erano ancora poco importanti.
infatti non dico ciò che penso che mi sospendono ancora

mi sono fatto un paiolo cubico per uscire con una media decente e in uno stage di 6 mesi in cui non mi davano manco il buono pasto.