netavv
10-10-2008, 17:55
Italia Oggi 10.10.2008
Pirateria all'angolo
Giro di vite contro la pirateria informatica. In azienda possono essere sequestrati gli
hardware e i software che riescono a leggere e a generare cd contraffatti, cioè in grado di
superare «le misure tecnologiche» che le case produttrici usano per evitare l'illecita
riproduzione. Il pugno di ferro arriva dalla Cassazione che, con la sentenza n, 38419 del 9
ottobre 2008, ha confermato il sequestro di un hardware idoneo a «eludere i controlli di
sicurezza e di protezione di una nota consolle». «È sempre ordinata la confisca degli
strumenti e del materiale serviti e destinati a commettere reati di cui agli art. 171bis e ter
della legge sul diritto d'autore», scrive la Suprema corte nelle motivazioni, «nonché delle
videocassette, degli altri supporti audiovisivi o fonografici o informatici o multimediali
abusivamente duplicati, riprodotti ceduti, commerciati sul territorio nazionale, ovvero non
provvisti di contrassegno Siae». Non è ancora tutto. In due successivi passaggi la terza
sezione civile fa altre importanti considerazioni. Prima di tutto «la confisca» di questi
hardware va «sempre ordinata anche nel caso di applicazione di pena concordata, pur
quando non abbia formato oggetto tra le parti». Il giro di vite dei giudici di legittimità
emerge anche da un'altra precisazione. Il sequestro, dicono, andava confermato perché è
chiara «la volontà del legislatore di sottrarre alla disponibilità e impedire l'uso di materiale
duplicato o contraffatto, anche quando i beni appartengono a un soggetto giuridico
diverso, nel cui interesse abbia agito uno dei partecipanti al reato». Quindi, in sostanza,
qualunque strumento che faciliti la produzione e l'uso dei cd pirata va sequestrato. È
successo a Santa Maria Capua Vetere. A un giovane imprenditore erano stati trovati e
sequestrati degli hardware idonei a eludere i controlli di sicurezza e di protezione di una
consolle. Per questo era scattato il sequestro. Lui si era opposto di fronte al tribunale
locale. Ma i giudici di merito avevano convalidato la misura sottolineando anche che il
dispositivo era finalizzato alla vendita. Lui ha fatto ricorso in Cassazione lamentando
l'assoluta mancanza di motivazione della decisione della magistratura di merito. La terza
sezione penale non ha accolto con favore la tesi della difesa sostenendo che il sequestro
di questi supporti è «un atto dovuto» date le ultime modifiche alla legge sul diritto d'autore.
Ora il materiale resterà sotto chiave anche perché, ha spiegato la Cassazione, «le cose
che soggiacciono a confisca obbligatoria non possono essere restituite in nessun caso
all'interessato».
Pirateria all'angolo
Giro di vite contro la pirateria informatica. In azienda possono essere sequestrati gli
hardware e i software che riescono a leggere e a generare cd contraffatti, cioè in grado di
superare «le misure tecnologiche» che le case produttrici usano per evitare l'illecita
riproduzione. Il pugno di ferro arriva dalla Cassazione che, con la sentenza n, 38419 del 9
ottobre 2008, ha confermato il sequestro di un hardware idoneo a «eludere i controlli di
sicurezza e di protezione di una nota consolle». «È sempre ordinata la confisca degli
strumenti e del materiale serviti e destinati a commettere reati di cui agli art. 171bis e ter
della legge sul diritto d'autore», scrive la Suprema corte nelle motivazioni, «nonché delle
videocassette, degli altri supporti audiovisivi o fonografici o informatici o multimediali
abusivamente duplicati, riprodotti ceduti, commerciati sul territorio nazionale, ovvero non
provvisti di contrassegno Siae». Non è ancora tutto. In due successivi passaggi la terza
sezione civile fa altre importanti considerazioni. Prima di tutto «la confisca» di questi
hardware va «sempre ordinata anche nel caso di applicazione di pena concordata, pur
quando non abbia formato oggetto tra le parti». Il giro di vite dei giudici di legittimità
emerge anche da un'altra precisazione. Il sequestro, dicono, andava confermato perché è
chiara «la volontà del legislatore di sottrarre alla disponibilità e impedire l'uso di materiale
duplicato o contraffatto, anche quando i beni appartengono a un soggetto giuridico
diverso, nel cui interesse abbia agito uno dei partecipanti al reato». Quindi, in sostanza,
qualunque strumento che faciliti la produzione e l'uso dei cd pirata va sequestrato. È
successo a Santa Maria Capua Vetere. A un giovane imprenditore erano stati trovati e
sequestrati degli hardware idonei a eludere i controlli di sicurezza e di protezione di una
consolle. Per questo era scattato il sequestro. Lui si era opposto di fronte al tribunale
locale. Ma i giudici di merito avevano convalidato la misura sottolineando anche che il
dispositivo era finalizzato alla vendita. Lui ha fatto ricorso in Cassazione lamentando
l'assoluta mancanza di motivazione della decisione della magistratura di merito. La terza
sezione penale non ha accolto con favore la tesi della difesa sostenendo che il sequestro
di questi supporti è «un atto dovuto» date le ultime modifiche alla legge sul diritto d'autore.
Ora il materiale resterà sotto chiave anche perché, ha spiegato la Cassazione, «le cose
che soggiacciono a confisca obbligatoria non possono essere restituite in nessun caso
all'interessato».