Iron10
29-09-2008, 09:27
Sul sito Dagospia da qualche giorno si sta dipanando una simpatica querelle tra la Borromeo, Vespa ed ora anche Travaglio...
la querelle verte su come un servizio pubblico , già di per se lottizzato, si barcameni nel favorire questo o quel politico...
in effetti, di casi del genere,in Italia ce ne sono molti...
certo, però, c'è chi lo fa portando tesi e/o fatti ed "inscenando" un minimo di contraddidttorio (annozero e Ballarò) e chi come Vespa che effettivamente costruisce un vero e proprio abitino delizioso per ingraziarsi i favori di questo o quel politico...
ovviamente mi riferisco al servizio pubblico...
il servizio basato su fondi commerciali sicuramente non è da prendere in considerazione in quanto , in barba ad ogni benchè minimo sospetto di conflitto di interessi, ormai somiglia sempre più ad una tv di Stato (dittatoriale)...
basti pensare a Matrix,mattino5 (del poker Facci,Belpietro,Brachino,DelDebbio)e pomeriggio5.Tg4 (la cui faziosità non è paragonabile a quella del tg3)e studio aperto...nonchè alcuni interventi politicamente scorretti dei vari conduttori che conducono i vari programmi televisivi...
detto questo , che è un opinione personale (giusta o sbagliata) vorrei passare alla querelle...
“VESPA? SENZA DIGNITÀ - FLORIS? SENZA CORAGGIO – MENTANA? SI BARCAMENA”
CHI APRE BOCCA E DA’ FIATO? MASSÌ, È LEI: LA MITICA PRINCIPESSINA BORROMEO
“SCHIENA DRITTA? SOLO SANTORO E TRAVAGLIO”
Beatrice Borromeo inizia oggi il suo nuovo programma su Radio 105: «L’idea è raccontare un paese che è ormai una giungla, tra mafie, crescente razzismo e crisi Alitalia. Farò piccole inchieste e interviste».
Michele Santoro
Perché la radio? Pensa forse che si faccia migliore informazione lì che in tv?
«In radio si dà la precedenza ai contenuti rispetto all’immagine, ma lasciare quel programma è stato faticoso. In tanti hanno cercato di far sembrare che Santoro mi abbia epurato o che io mi sia data alla bella vita: la verità è che vorrei costruirmi una mia professionalità per poi eventualmente tornare a lavorare con lui quando avrò di più da offrire. Ora ho l’occasione di uno spazio mio dove dimostrare che Santoro vide bene sul mio conto. Nessuno immagina poi quante pressioni egli abbia ricevuto e di quanto anch’io ne abbia risentito».
Quali pressioni?
«Ogni singola puntata era difficile andare in onda: da quella sul tema della chiesa, al caso De Magistris, alle telefonate Berlusconi-Saccà. Si passava più tempo a cercare di eludere le imboscate che a lavorare sul programma. C’erano tentativi continui di attaccare e ferire Santoro tramite i media, anche strumentalizzandomi. Cosa inaccettabile per me».
Oggi ricomincia Annozero. Lo guarderà?
«Certo, per me è l’unico vero programma d’informazione. Santoro ha la schiena dritta: non dice mai quello che sarebbe meglio dire, ma solo la verità secondo lui. Che non vuol dire la verità assoluta, ma ciò che vede. Questo viene scambiato per faziosità, ma è onestà. Vale anche per Travaglio».
Bruno Vespa
Quel programma l’ha caratterizzata come una giovane molto radicale. Lo richiedeva il format o erano le sue idee?
«Santoro mi scelse perché dimostrai di essere pronta a combattere per quello in cui credo. Ho sempre avuto la volontà di mettermi in gioco e di dare voce ai giovani: questo Paese sta diventano complesso anche perché i ventenni non riescono a denunciare le ingiustizie che subiscono. Io ho sempre cercato di essere me stessa, permettendo agli altri di essere se stessi: dagli operai della Thyssen, alla figlia del giudice Scopelliti, ai ragazzi delle case d’amianto a Milano».
Che ne pensa della situazione politica?
«Il governo è peggio di come mi aspettassi. Ma non mi piaceva neanche quello di Prodi, perché avere Mastella alla Giustizia è come avere Alfano e il suo lodo. Nella legislatura precedente però pensavo avessimo toccato il fondo, invece con questa ho capito che al male non c’è limite. Temo la prossima, anche se non vedo l’ora che arrivi».
Giovanni Floris
Il suo parere sui programmi d’informazione tv: Porta a Porta?
«Ridicolo. All’estero lo prendono in giro. È privo di qualsiasi dignità. L’episodio di Vespa scambiato da Berlusconi per il “dottor Fede” è significativo. Il conduttore mette a proprio agio al di là della verità, non ponendo mai obiezioni per amore della poltrona. Per questo i politici vanno lì e non da Santoro: sanno che non gli succederà nulla. E questo, giornalisticamente, è inaccettabile».
Ha visto l’episodio di Valentina Vezzali?
«Mi sembrava imbarazzato persino Berlusconi! Poi ognuno dice quello che gli pare… ma non capisco cosa c’entri con un programma d’approfondimento. Quella è adulazione».
Ballarò?
«E’ sulla linea di Porta a Porta, ma in maniera meno evidente. Anche da Floris vanno tutti perché nessuno viene messo in difficoltà. Solo una volta ha attaccato Mastella, ma quando era già finito politicamente».
Enrico Mentana
Tremonti è stato messo in difficoltà da Floris...
«Può darsi che non sia come Vespa, ma mi pare che, quando Fini ci accusò di aver buttato soldi Rai per la puntata di Annozero sui preti pedofili, Floris restò in silenzio pur essendo dipendente della stessa azienda. O quando D’Alema diede la sua versione delle scalate bancarie senza ricevere molte domande. Speriamo che in questa stagione possa essere più coraggioso».
Passiamo a Mediaset: Matrix?
«Mentana ha più capacità di condurre di Floris, è simpatico e arguto. Tenta di barcamenarsi e di fare la trasmissioni più indipendente della sua azienda, ma non va mai troppo fuori dalle linee. È il problema di tutta l’informazione tv. Anche dei tg, veri sfiatatoi per i partiti. Ma finché saranno lottizzati, non potrà che essere così».
VESPA RISPONDE E INFILZA “BEA-TROCE” BORROMEO: “LA GIOVANE E PROMETTENTE VALLETTA, TROPPO INNAMORATA DI SANTORO PER POTER SNEBBIARE IL SUO CERVELLINO” - LO AVEVA DEFINITO “INDEGNO”…
Beatrice Borromeo - che passerà alla storia della televisione come fugace valletta di Michele Santoro - ha avuto il privilegio di un’ampia intervista alla Stampa. La signorina dice a proposito di Porta a porta: «Ridicolo. All’estero lo prendono in giro. È privo di qualsiasi dignità». Pochi giorni fa, alla Venaria di Torino, Josè Maria Aznar, già carismatico primo ministro spagnolo, ha lodato Porta a porta definendola la migliore trasmissione europea del suo genere e rammaricandosi che altri Paesi, a cominciare dal suo, non la imitino.
Era presente la presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, che potrà confermare (in realtà negli anni scorsi la seconda rete della tivù pubblica francese importò il format di Porta a porta nel programma “Un’ora per convincere” in cui sfilarono i grandi di Francia). Aznar chiese espressamente di essere invitato a Porta a porta durante una sua visita ufficiale e lo stesso ha fatto il primo ministro rumeno che verrà in ottobre in Italia. Yasser Arafat e Simon Peres si incontrarono a Porta a porta per l’ultima volta.
Lascio al lettore, dunque, il commento sul cinguettio della giovane e promettente valletta, troppo innamorata di Santoro per poter snebbiare il suo cervellino e impegnarlo in una ricerca prima di esprimersi.
BORROMEO E TRAVAGLIO UNITI CONTRO VESPA – “UN PROGRAMMA D’INFORMAZIONE CON SERATE DEDICATE AI FORMAGGI O ALL’ISOLA DEI FAMOSI. CHE QUANDO CONDANNANO PREVITI SULLA SME, FA UNA PUNTATA SUL VIAGRA”…
VESPA PIACE SOLO AI POLITICI
Lettera di Beatrice Borromeo a La Stampa
Caro Direttore,
le scrivo in merito alla lettera di Bruno Vespa che ha pubblicato ieri su La Stampa. Non voglio rispondere alle critiche personali che mi sono state rivolte, perché trovo legittimo da parte di chiunque esprimere pareri. Né tantomeno voglio sollevare una polemica. Scrivo per difendere un principio che mi sta molto a cuore: il diritto dello spettatore di pretendere una tv di qualità, il diritto dello spettatore di criticare qualora non la ritenga tale.
Ho detto che non mi piace Porta a Porta perché è sempre al servizio dei politici, anziché dei telespettatori, e che un programma come quello sarebbe impensabile in una televisione pubblica estera. E Vespa che fa? Tenta di smentirmi rivelando che un politico straniero, il «carismatico» Aznar, gli chiese espressamente di essere invitato. Appunto: piacerebbe ai politici di tutto il mondo poter disporre, com’è per i loro colleghi italiani, di un salottino comodo comodo dove pontificare senza una domanda scomoda.
Purtroppo per loro, all’estero non si usa. Sono infatti i giornalisti stranieri, e non i politici, che trovano ridicolo un programma d’informazione con serate dedicate ai formaggi, alle gambe delle donne o all’Isola dei Famosi. Che quando condannano Previti in primo grado sulla Sme, fa una puntata sul Viagra. Ricordo solo il commento della corrispondente in Italia del Nouvel Observateur, Marcelle Padovani, intervistata da Sabina Guzzanti nel film Viva Zapatero: «Io sono incapace di raccontare Porta a Porta. Mi hanno chiesto dal mio giornale di fare un pezzo sulle trasmissioni televisive, la libertà di stampa. Non riesco a sintetizzare che cos’è Porta a Porta per il pubblico francese, perché non c’è l’equivalente, non c’è un personaggio che gestisce una tale quantità d’informazione di potere, non esiste». Anche un cervellino annebbiato capirebbe che questo non è proprio un complimento.
EMILIO VESPA
Marco Travaglio per l’Unità
La notizia sorprenderà qualcuno, ma carta canta: Bruno Vespa potrebbe essere in buona fede. Anzi in buona Fede, nel senso di Emilio,come lo chiama familiarmente Al Tappone. La prova? Eccola: una letterina inviata da Emilio Vespa alla Stampa, in risposta a un’intervista di Beatrice Borromeo, che aveva osato dire quel che pensa (come milioni di italiani) di Porta a Porta: “Ridicolo. All’estero lo prendono in giro. È privo di qualsiasi dignità. L’episodio di Vespa scambiato da Berlusconi per il ‘dottor Fede’ è significativo. Il conduttore mette a proprio agio al di là della verità, non ponendo mai obiezioni per amore della poltrona. Per questo i politici vanno lì e non da Santoro: sanno che non gli succederà nulla. E questo, giornalisticamente, è inaccettabile... Con la Vezzali mi sembrava imbarazzato persino Berlusconi! Poi ognuno dice quello che gli pare... ma non capisco cosa c’entri con un programma d’approfondimento. Quella è adulazione”.
Comprensibilmente risentito, in quanto disabituato alle critiche, Emilio Vespa s’è scagliato contro la Borromeo dandole della “valletta di Santoro”, “cinguettante” e dotata di un misero “cervellino”. Poi ha fornito la prova insuperabile dell’unanime apprezzamento di cui godrebbe Porta a Porta nel mondo intero: “Pochi giorni fa Josè Maria Aznar, già carismatico primo ministro spagnolo, ha lodato Porta a Porta definendola la migliore trasmissione europea del suo genere e rammaricandosi che altri Paesi, a cominciare dal suo, non la imitino... Aznar chiese espressamente di essere invitato a Porta a Porta durante una sua visita ufficiale e lo stesso ha fatto il primo ministro rumeno che verrà in ottobre in Italia”.
Ecco, ad avviso dell’insetto la qualità di un programma di informazione si misura dal gradimento dei politici. Se i suoi ospiti e aspiranti ospiti ne parlano bene, vuol dire che il programma è buono. Per lui, i padroni sono i politici, non i cittadini. Infatti nel ’93 proclamò tutto giulivo che il suo “editore di riferimento” era la Dc di Forlani, appena indagato per Tangentopoli, col quale inscenò un’intervista a braccetto, scorticandosi le ginocchia. L’idea che il gradimento spetti al pubblico che paga il canone e auspicherebbe, magari, eventualmente, interviste con domande, non l’ha mai sfiorato.
E nemmeno il sospetto che Aznar (così “carismatico” da farsi trombare dal giovane outsider Zapatero) voglia importarlo in Spagna perché i giornalisti spagnoli fanno domande. Il carismatico Aznar sa benissimo cosa accade se un politico mente e la libera informazione lo sbugiarda, peggio ancora se in campagna elettorale. Infatti lui, in campagna elettorale, tentò di addossare ai baschi dell’Eta, anziché ad Al Qaeda, la strage sui treni di Madrid. Avesse avuto a disposizione un Porta a Porta con un insetto iberico in studio, avrebbe trovato una formidabile cassa di risonanza per la sua carismatica maxi-balla e avrebbe rivinto le elezioni.
Invece, purtroppo per lui, dovette fare i conti con la stampa e le tv spagnole pubbliche e private, che gli smontarono la bufala in quattro e quattr’otto, facendogli perdere 10 punti. Più o meno quel che è accaduto dieci giorni fa alla povera Sarah Palin al suo esordio su una tv nazionale, scarnificata dall’intervistatore. L’altroieri è toccato a John Mac Cain, che ha disertato il faccia a faccia con Lettermann inventandosi un impegno inesistente ed è stato subito sputtanato dal grande Dave, che gli ha dato del “bugiardo” in diretta. Cose inimmaginabili in Italia, soprattutto per Emilio Vespa.
Qualche anno fa, intervistata nel docu-film di Sabina Guzzanti “Viva Zapatero!”, Marcelle Padovani del Nouvel Observateur confessò sconsolata: “Io sono incapace di raccontare Porta a Porta. Il mio giornale mi ha chiesto di fare un pezzo sulle trasmissioni televisive. Ma non riesco a sintetizzare che cos’è Porta a Porta per il pubblico francese, perché non c’è l’equivalente, non esiste”. Porta a Porta è il sogno di tutti i politici bugiardi del mondo che però, all’estero, devono limitarsi a sognare.
In Italia, invece, si prenotano con una telefonatina a Emilio Vespa e lui, come ebbe a dire in una memorabile telefonata intercettata col portavoce di Fini, gli “confezioniamo addosso la trasmissione”. Poi, certo, qualche rischio permane: è lo stesso Emilio Vespa a rammentare che “Yasser Arafat e Simon Peres si incontrarono a Porta a Porta per l’ultima volta”. Poi Arafat morì. Più che Porta a Porta, Porta Sfiga.
Che ne pensate?
la querelle verte su come un servizio pubblico , già di per se lottizzato, si barcameni nel favorire questo o quel politico...
in effetti, di casi del genere,in Italia ce ne sono molti...
certo, però, c'è chi lo fa portando tesi e/o fatti ed "inscenando" un minimo di contraddidttorio (annozero e Ballarò) e chi come Vespa che effettivamente costruisce un vero e proprio abitino delizioso per ingraziarsi i favori di questo o quel politico...
ovviamente mi riferisco al servizio pubblico...
il servizio basato su fondi commerciali sicuramente non è da prendere in considerazione in quanto , in barba ad ogni benchè minimo sospetto di conflitto di interessi, ormai somiglia sempre più ad una tv di Stato (dittatoriale)...
basti pensare a Matrix,mattino5 (del poker Facci,Belpietro,Brachino,DelDebbio)e pomeriggio5.Tg4 (la cui faziosità non è paragonabile a quella del tg3)e studio aperto...nonchè alcuni interventi politicamente scorretti dei vari conduttori che conducono i vari programmi televisivi...
detto questo , che è un opinione personale (giusta o sbagliata) vorrei passare alla querelle...
“VESPA? SENZA DIGNITÀ - FLORIS? SENZA CORAGGIO – MENTANA? SI BARCAMENA”
CHI APRE BOCCA E DA’ FIATO? MASSÌ, È LEI: LA MITICA PRINCIPESSINA BORROMEO
“SCHIENA DRITTA? SOLO SANTORO E TRAVAGLIO”
Beatrice Borromeo inizia oggi il suo nuovo programma su Radio 105: «L’idea è raccontare un paese che è ormai una giungla, tra mafie, crescente razzismo e crisi Alitalia. Farò piccole inchieste e interviste».
Michele Santoro
Perché la radio? Pensa forse che si faccia migliore informazione lì che in tv?
«In radio si dà la precedenza ai contenuti rispetto all’immagine, ma lasciare quel programma è stato faticoso. In tanti hanno cercato di far sembrare che Santoro mi abbia epurato o che io mi sia data alla bella vita: la verità è che vorrei costruirmi una mia professionalità per poi eventualmente tornare a lavorare con lui quando avrò di più da offrire. Ora ho l’occasione di uno spazio mio dove dimostrare che Santoro vide bene sul mio conto. Nessuno immagina poi quante pressioni egli abbia ricevuto e di quanto anch’io ne abbia risentito».
Quali pressioni?
«Ogni singola puntata era difficile andare in onda: da quella sul tema della chiesa, al caso De Magistris, alle telefonate Berlusconi-Saccà. Si passava più tempo a cercare di eludere le imboscate che a lavorare sul programma. C’erano tentativi continui di attaccare e ferire Santoro tramite i media, anche strumentalizzandomi. Cosa inaccettabile per me».
Oggi ricomincia Annozero. Lo guarderà?
«Certo, per me è l’unico vero programma d’informazione. Santoro ha la schiena dritta: non dice mai quello che sarebbe meglio dire, ma solo la verità secondo lui. Che non vuol dire la verità assoluta, ma ciò che vede. Questo viene scambiato per faziosità, ma è onestà. Vale anche per Travaglio».
Bruno Vespa
Quel programma l’ha caratterizzata come una giovane molto radicale. Lo richiedeva il format o erano le sue idee?
«Santoro mi scelse perché dimostrai di essere pronta a combattere per quello in cui credo. Ho sempre avuto la volontà di mettermi in gioco e di dare voce ai giovani: questo Paese sta diventano complesso anche perché i ventenni non riescono a denunciare le ingiustizie che subiscono. Io ho sempre cercato di essere me stessa, permettendo agli altri di essere se stessi: dagli operai della Thyssen, alla figlia del giudice Scopelliti, ai ragazzi delle case d’amianto a Milano».
Che ne pensa della situazione politica?
«Il governo è peggio di come mi aspettassi. Ma non mi piaceva neanche quello di Prodi, perché avere Mastella alla Giustizia è come avere Alfano e il suo lodo. Nella legislatura precedente però pensavo avessimo toccato il fondo, invece con questa ho capito che al male non c’è limite. Temo la prossima, anche se non vedo l’ora che arrivi».
Giovanni Floris
Il suo parere sui programmi d’informazione tv: Porta a Porta?
«Ridicolo. All’estero lo prendono in giro. È privo di qualsiasi dignità. L’episodio di Vespa scambiato da Berlusconi per il “dottor Fede” è significativo. Il conduttore mette a proprio agio al di là della verità, non ponendo mai obiezioni per amore della poltrona. Per questo i politici vanno lì e non da Santoro: sanno che non gli succederà nulla. E questo, giornalisticamente, è inaccettabile».
Ha visto l’episodio di Valentina Vezzali?
«Mi sembrava imbarazzato persino Berlusconi! Poi ognuno dice quello che gli pare… ma non capisco cosa c’entri con un programma d’approfondimento. Quella è adulazione».
Ballarò?
«E’ sulla linea di Porta a Porta, ma in maniera meno evidente. Anche da Floris vanno tutti perché nessuno viene messo in difficoltà. Solo una volta ha attaccato Mastella, ma quando era già finito politicamente».
Enrico Mentana
Tremonti è stato messo in difficoltà da Floris...
«Può darsi che non sia come Vespa, ma mi pare che, quando Fini ci accusò di aver buttato soldi Rai per la puntata di Annozero sui preti pedofili, Floris restò in silenzio pur essendo dipendente della stessa azienda. O quando D’Alema diede la sua versione delle scalate bancarie senza ricevere molte domande. Speriamo che in questa stagione possa essere più coraggioso».
Passiamo a Mediaset: Matrix?
«Mentana ha più capacità di condurre di Floris, è simpatico e arguto. Tenta di barcamenarsi e di fare la trasmissioni più indipendente della sua azienda, ma non va mai troppo fuori dalle linee. È il problema di tutta l’informazione tv. Anche dei tg, veri sfiatatoi per i partiti. Ma finché saranno lottizzati, non potrà che essere così».
VESPA RISPONDE E INFILZA “BEA-TROCE” BORROMEO: “LA GIOVANE E PROMETTENTE VALLETTA, TROPPO INNAMORATA DI SANTORO PER POTER SNEBBIARE IL SUO CERVELLINO” - LO AVEVA DEFINITO “INDEGNO”…
Beatrice Borromeo - che passerà alla storia della televisione come fugace valletta di Michele Santoro - ha avuto il privilegio di un’ampia intervista alla Stampa. La signorina dice a proposito di Porta a porta: «Ridicolo. All’estero lo prendono in giro. È privo di qualsiasi dignità». Pochi giorni fa, alla Venaria di Torino, Josè Maria Aznar, già carismatico primo ministro spagnolo, ha lodato Porta a porta definendola la migliore trasmissione europea del suo genere e rammaricandosi che altri Paesi, a cominciare dal suo, non la imitino.
Era presente la presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, che potrà confermare (in realtà negli anni scorsi la seconda rete della tivù pubblica francese importò il format di Porta a porta nel programma “Un’ora per convincere” in cui sfilarono i grandi di Francia). Aznar chiese espressamente di essere invitato a Porta a porta durante una sua visita ufficiale e lo stesso ha fatto il primo ministro rumeno che verrà in ottobre in Italia. Yasser Arafat e Simon Peres si incontrarono a Porta a porta per l’ultima volta.
Lascio al lettore, dunque, il commento sul cinguettio della giovane e promettente valletta, troppo innamorata di Santoro per poter snebbiare il suo cervellino e impegnarlo in una ricerca prima di esprimersi.
BORROMEO E TRAVAGLIO UNITI CONTRO VESPA – “UN PROGRAMMA D’INFORMAZIONE CON SERATE DEDICATE AI FORMAGGI O ALL’ISOLA DEI FAMOSI. CHE QUANDO CONDANNANO PREVITI SULLA SME, FA UNA PUNTATA SUL VIAGRA”…
VESPA PIACE SOLO AI POLITICI
Lettera di Beatrice Borromeo a La Stampa
Caro Direttore,
le scrivo in merito alla lettera di Bruno Vespa che ha pubblicato ieri su La Stampa. Non voglio rispondere alle critiche personali che mi sono state rivolte, perché trovo legittimo da parte di chiunque esprimere pareri. Né tantomeno voglio sollevare una polemica. Scrivo per difendere un principio che mi sta molto a cuore: il diritto dello spettatore di pretendere una tv di qualità, il diritto dello spettatore di criticare qualora non la ritenga tale.
Ho detto che non mi piace Porta a Porta perché è sempre al servizio dei politici, anziché dei telespettatori, e che un programma come quello sarebbe impensabile in una televisione pubblica estera. E Vespa che fa? Tenta di smentirmi rivelando che un politico straniero, il «carismatico» Aznar, gli chiese espressamente di essere invitato. Appunto: piacerebbe ai politici di tutto il mondo poter disporre, com’è per i loro colleghi italiani, di un salottino comodo comodo dove pontificare senza una domanda scomoda.
Purtroppo per loro, all’estero non si usa. Sono infatti i giornalisti stranieri, e non i politici, che trovano ridicolo un programma d’informazione con serate dedicate ai formaggi, alle gambe delle donne o all’Isola dei Famosi. Che quando condannano Previti in primo grado sulla Sme, fa una puntata sul Viagra. Ricordo solo il commento della corrispondente in Italia del Nouvel Observateur, Marcelle Padovani, intervistata da Sabina Guzzanti nel film Viva Zapatero: «Io sono incapace di raccontare Porta a Porta. Mi hanno chiesto dal mio giornale di fare un pezzo sulle trasmissioni televisive, la libertà di stampa. Non riesco a sintetizzare che cos’è Porta a Porta per il pubblico francese, perché non c’è l’equivalente, non c’è un personaggio che gestisce una tale quantità d’informazione di potere, non esiste». Anche un cervellino annebbiato capirebbe che questo non è proprio un complimento.
EMILIO VESPA
Marco Travaglio per l’Unità
La notizia sorprenderà qualcuno, ma carta canta: Bruno Vespa potrebbe essere in buona fede. Anzi in buona Fede, nel senso di Emilio,come lo chiama familiarmente Al Tappone. La prova? Eccola: una letterina inviata da Emilio Vespa alla Stampa, in risposta a un’intervista di Beatrice Borromeo, che aveva osato dire quel che pensa (come milioni di italiani) di Porta a Porta: “Ridicolo. All’estero lo prendono in giro. È privo di qualsiasi dignità. L’episodio di Vespa scambiato da Berlusconi per il ‘dottor Fede’ è significativo. Il conduttore mette a proprio agio al di là della verità, non ponendo mai obiezioni per amore della poltrona. Per questo i politici vanno lì e non da Santoro: sanno che non gli succederà nulla. E questo, giornalisticamente, è inaccettabile... Con la Vezzali mi sembrava imbarazzato persino Berlusconi! Poi ognuno dice quello che gli pare... ma non capisco cosa c’entri con un programma d’approfondimento. Quella è adulazione”.
Comprensibilmente risentito, in quanto disabituato alle critiche, Emilio Vespa s’è scagliato contro la Borromeo dandole della “valletta di Santoro”, “cinguettante” e dotata di un misero “cervellino”. Poi ha fornito la prova insuperabile dell’unanime apprezzamento di cui godrebbe Porta a Porta nel mondo intero: “Pochi giorni fa Josè Maria Aznar, già carismatico primo ministro spagnolo, ha lodato Porta a Porta definendola la migliore trasmissione europea del suo genere e rammaricandosi che altri Paesi, a cominciare dal suo, non la imitino... Aznar chiese espressamente di essere invitato a Porta a Porta durante una sua visita ufficiale e lo stesso ha fatto il primo ministro rumeno che verrà in ottobre in Italia”.
Ecco, ad avviso dell’insetto la qualità di un programma di informazione si misura dal gradimento dei politici. Se i suoi ospiti e aspiranti ospiti ne parlano bene, vuol dire che il programma è buono. Per lui, i padroni sono i politici, non i cittadini. Infatti nel ’93 proclamò tutto giulivo che il suo “editore di riferimento” era la Dc di Forlani, appena indagato per Tangentopoli, col quale inscenò un’intervista a braccetto, scorticandosi le ginocchia. L’idea che il gradimento spetti al pubblico che paga il canone e auspicherebbe, magari, eventualmente, interviste con domande, non l’ha mai sfiorato.
E nemmeno il sospetto che Aznar (così “carismatico” da farsi trombare dal giovane outsider Zapatero) voglia importarlo in Spagna perché i giornalisti spagnoli fanno domande. Il carismatico Aznar sa benissimo cosa accade se un politico mente e la libera informazione lo sbugiarda, peggio ancora se in campagna elettorale. Infatti lui, in campagna elettorale, tentò di addossare ai baschi dell’Eta, anziché ad Al Qaeda, la strage sui treni di Madrid. Avesse avuto a disposizione un Porta a Porta con un insetto iberico in studio, avrebbe trovato una formidabile cassa di risonanza per la sua carismatica maxi-balla e avrebbe rivinto le elezioni.
Invece, purtroppo per lui, dovette fare i conti con la stampa e le tv spagnole pubbliche e private, che gli smontarono la bufala in quattro e quattr’otto, facendogli perdere 10 punti. Più o meno quel che è accaduto dieci giorni fa alla povera Sarah Palin al suo esordio su una tv nazionale, scarnificata dall’intervistatore. L’altroieri è toccato a John Mac Cain, che ha disertato il faccia a faccia con Lettermann inventandosi un impegno inesistente ed è stato subito sputtanato dal grande Dave, che gli ha dato del “bugiardo” in diretta. Cose inimmaginabili in Italia, soprattutto per Emilio Vespa.
Qualche anno fa, intervistata nel docu-film di Sabina Guzzanti “Viva Zapatero!”, Marcelle Padovani del Nouvel Observateur confessò sconsolata: “Io sono incapace di raccontare Porta a Porta. Il mio giornale mi ha chiesto di fare un pezzo sulle trasmissioni televisive. Ma non riesco a sintetizzare che cos’è Porta a Porta per il pubblico francese, perché non c’è l’equivalente, non esiste”. Porta a Porta è il sogno di tutti i politici bugiardi del mondo che però, all’estero, devono limitarsi a sognare.
In Italia, invece, si prenotano con una telefonatina a Emilio Vespa e lui, come ebbe a dire in una memorabile telefonata intercettata col portavoce di Fini, gli “confezioniamo addosso la trasmissione”. Poi, certo, qualche rischio permane: è lo stesso Emilio Vespa a rammentare che “Yasser Arafat e Simon Peres si incontrarono a Porta a Porta per l’ultima volta”. Poi Arafat morì. Più che Porta a Porta, Porta Sfiga.
Che ne pensate?