Ser21
25-09-2008, 10:49
Tifoso ucciso, al via il processo contro
poliziotto che sparò a Gabriele Sandri
Luigi Spaccarotella, l’agente della
stradale che provocò la morte
dell'ultrà laziale, oggi non sarà
in aula per il timore di minacce
Davanti al giudice per l’udienza preliminare, oggi ad Arezzo, avrebbe dovuto esserci il primo faccia a faccia fra la famiglia di Gabriele Sandri, 26 anni, il tifoso ucciso con un colpo di pistola l’11 novembre nell’area di servizio di Badia al Pino, nell’Aretino, e il poliziotto accusato dell’omicidio, Luigi Spaccarotella. Nei giorni scorsi, il fratello di Gabriele, Cristiano, il padre Giorgio e la madre Daniela hanno annunciato la loro presenza in aula. L’avvocato di Spaccarotella, Gianpiero Renzo, aveva dato la presenza dell’agente al 99%. Ma già ieri il poliziotto diceva di aver cambiato idea.
Don Paolo De Grandi, assistente spirituale della polizia di Arezzo, ha raccontato che «attraverso canali ecclesiali, Spaccarotella inviò un messaggio di cordoglio e dolore alla famiglia Sandri», anche se l’avvocato della famiglia di Gabriele, Michele Monaco, spiega che «ancora non è arrivato niente». L’agente, ha aggiunto De Grandi, «ha anche pensato di incontrare» i familiari di Gabriele, «però oggi potrebbe non essere l’occasione giusta. Non so se parteciperà all’udienza». Spaccarotella, ha raccontato don De Grandi, «porta con sè una sofferenza indelebile. È tornato al lavoro, sta cercando, con difficoltà, di guardare avanti. In coscienza sa di aver commesso un errore, ma anche che non ci fu la volontà di fare quello che ha fatto».
I difensori dell’agente oggi potrebbero chiedere che il processo si svolga con rito abbreviato condizionato da un nuovo sopralluogo e da un approfondimento sulle perizie balistiche. La difesa cercherà, per lo meno, di far derubricare l’ipotesi di reato: da omicidio volontario a colposo. La famiglia Sandri si costituirà parte civile. «Rito abbreviato o dibattimento a noi non interessa - ha spiegato Monaco -. Basta che la sentenza sia giusta». Intanto, la procura di Arezzo ha archiviato il procedimento per tentate lesioni a carico dei quattro amici che l’11 novembre erano con Gabriele Sandri, per il tafferuglio avvenuto quel giorno a Badia al Pino fra tifosi laziali e juventini. Oggi il tribunale di Arezzo sarà vigilato dalle forze dell’ordine, una misura, spiegano le autorità, «ordinaria in caso di processi di una certa rilevanza».
Luigi Spaccarotella, quindi, «non sarà in aula» per l’indagine preliminare che si apre ad Arezzo «per paura di minacce da parte di ultras». Lo ha confermato l’avvocato dell’agente, Giampiero Renzo, prima dell’inizio dell’udienza. «Spaccarotella - ha aggiunto Renzo - non sarà in aula e questo in parte mi rattrista perchè speravo che il Gup Simone Salcerini potesse vederlo in faccia, vedere il suo sguardo che dall’11 novembre non è più lo stesso».
L’avvocato ha poi sottolineato che questo non sarà possibile perchè «ci sono timori per la presenza di ultras e per le minacce che possano far pensare ad un pericolo concreto». Ai giornalisti che gli domandavano se ci fossero state minacce concrete l’avvocato ha sottolineato «questo non lo posso dire però basta guardare a Roma manifesti e scritte». Renzo ha comunque sottolineato che non sono state presentate denunce.
Intanto una ventina fra tifosi laziali, amici e parenti di Gabriele si è presentata stamani davanti al tribunale di Arezzo. Il presidio è pacifico e silenzioso. Gli ultrà hanno affisso uno striscione con scritto: "Giustizia per Gabriele". I partecipanti al mini presidio hanno allontanato i giornalisti che si stavano avvicinando loro. Intanto nell’area di servizio di Badia Al Pino stamani sono
comparse alcune sciarpe e biglietti in memoria di Gabriele.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200809articoli/36777girata.asp
poliziotto che sparò a Gabriele Sandri
Luigi Spaccarotella, l’agente della
stradale che provocò la morte
dell'ultrà laziale, oggi non sarà
in aula per il timore di minacce
Davanti al giudice per l’udienza preliminare, oggi ad Arezzo, avrebbe dovuto esserci il primo faccia a faccia fra la famiglia di Gabriele Sandri, 26 anni, il tifoso ucciso con un colpo di pistola l’11 novembre nell’area di servizio di Badia al Pino, nell’Aretino, e il poliziotto accusato dell’omicidio, Luigi Spaccarotella. Nei giorni scorsi, il fratello di Gabriele, Cristiano, il padre Giorgio e la madre Daniela hanno annunciato la loro presenza in aula. L’avvocato di Spaccarotella, Gianpiero Renzo, aveva dato la presenza dell’agente al 99%. Ma già ieri il poliziotto diceva di aver cambiato idea.
Don Paolo De Grandi, assistente spirituale della polizia di Arezzo, ha raccontato che «attraverso canali ecclesiali, Spaccarotella inviò un messaggio di cordoglio e dolore alla famiglia Sandri», anche se l’avvocato della famiglia di Gabriele, Michele Monaco, spiega che «ancora non è arrivato niente». L’agente, ha aggiunto De Grandi, «ha anche pensato di incontrare» i familiari di Gabriele, «però oggi potrebbe non essere l’occasione giusta. Non so se parteciperà all’udienza». Spaccarotella, ha raccontato don De Grandi, «porta con sè una sofferenza indelebile. È tornato al lavoro, sta cercando, con difficoltà, di guardare avanti. In coscienza sa di aver commesso un errore, ma anche che non ci fu la volontà di fare quello che ha fatto».
I difensori dell’agente oggi potrebbero chiedere che il processo si svolga con rito abbreviato condizionato da un nuovo sopralluogo e da un approfondimento sulle perizie balistiche. La difesa cercherà, per lo meno, di far derubricare l’ipotesi di reato: da omicidio volontario a colposo. La famiglia Sandri si costituirà parte civile. «Rito abbreviato o dibattimento a noi non interessa - ha spiegato Monaco -. Basta che la sentenza sia giusta». Intanto, la procura di Arezzo ha archiviato il procedimento per tentate lesioni a carico dei quattro amici che l’11 novembre erano con Gabriele Sandri, per il tafferuglio avvenuto quel giorno a Badia al Pino fra tifosi laziali e juventini. Oggi il tribunale di Arezzo sarà vigilato dalle forze dell’ordine, una misura, spiegano le autorità, «ordinaria in caso di processi di una certa rilevanza».
Luigi Spaccarotella, quindi, «non sarà in aula» per l’indagine preliminare che si apre ad Arezzo «per paura di minacce da parte di ultras». Lo ha confermato l’avvocato dell’agente, Giampiero Renzo, prima dell’inizio dell’udienza. «Spaccarotella - ha aggiunto Renzo - non sarà in aula e questo in parte mi rattrista perchè speravo che il Gup Simone Salcerini potesse vederlo in faccia, vedere il suo sguardo che dall’11 novembre non è più lo stesso».
L’avvocato ha poi sottolineato che questo non sarà possibile perchè «ci sono timori per la presenza di ultras e per le minacce che possano far pensare ad un pericolo concreto». Ai giornalisti che gli domandavano se ci fossero state minacce concrete l’avvocato ha sottolineato «questo non lo posso dire però basta guardare a Roma manifesti e scritte». Renzo ha comunque sottolineato che non sono state presentate denunce.
Intanto una ventina fra tifosi laziali, amici e parenti di Gabriele si è presentata stamani davanti al tribunale di Arezzo. Il presidio è pacifico e silenzioso. Gli ultrà hanno affisso uno striscione con scritto: "Giustizia per Gabriele". I partecipanti al mini presidio hanno allontanato i giornalisti che si stavano avvicinando loro. Intanto nell’area di servizio di Badia Al Pino stamani sono
comparse alcune sciarpe e biglietti in memoria di Gabriele.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200809articoli/36777girata.asp